Giustizia e Libertà

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Giustizia e Libertà
Anno 5 - n° 184
WWW.GIUSTIZIA-e-LIBERTA.COM
20 Giugno 2006
G iustizia e L ibertà
Distribuzione telematica
Guerrafondaio di ..
di Alessandro Menchinelli
(a pagina 2, 3)
Referendum “NO”
di Alessandro Menchinelli
Periodico Politico Indipendente
“Tutto va bene,
Madame la marchesa”
(a pagina 2, 3)
Misteri … 2006..
di Ferdinand
Se vince il “SI” …
di Eugenio Scalfari
(a pagina 4)
L’Opa politica …
di Barbara Spinelli
(a pagina 4)
E’ in gioco l’Italia
di Furio Colombo
(a pagina 5)
Il professore ed il ...
di Andrea Bonnani
(a pagina 6, 7)
Ciampi …
ed il Referendum
di AA.VV
(a pagina 7, 8, 9, 10)
Il “buco”
di Masaniello
(a pagina 10, 11)
La paura del 25 …
di Andrea Fabozzi
(a pagina 12)
Dieci, cento, mille...
di Michele Serra
(a pagina 13)
Anomalie estive
di F.
(a pagina 14,15)
Basta con i celebri...
di [email protected]
(a pagina 16,17)
Fuori il Prc...
di Rina Gagliardi
(a pagina 17)
...un prete diverso
da www.iltafano.it
(a pagina 18, 19)
Tre interrogativi ...
di Paolo Di Roberto
(a pagina 20)
Io Voto
“NO” !
E tu ?
(a pagina 22)
Copia gratuita
di Luigi Barbato
Con questa espressione,
negli anni cinquanta “Il
Becco Giallo” (una sorta di “Le Canard Enchainé” nostrano, edito
da Guglielmo Giannini
fondatore del Partito
dell’Uomo Qualunque)
titolava una vignetta in
cui si denunciavano dei
“ritorni di fiamma”
assolutamente prevedibili..
Ebbene nessun espressione reputiamo più idonea di questa per titolare
un articolo che vuole
parlare dell’ultima clamorosa “uscita” dell’EX-senatùr attualmente
membro del parlamento
Europeo.
La sua dichiarazione:
«il Paese non cambierà
mai più democraticamente. Bisognerà trovare altre vie, perché democraticamente
non
cambierà più niente. E
questo è un dramma» ci
ricorda quell’altro altisonante proclama che lancio,
se ben ricordiamo, dalle
sponde del Po, quando si
trovò
ad
afferma re
che ...avrebbe mobilitato
300 mila padani che in
armi sarebbero scesi in
piazza...
Ma guarda caso questo
proclama venne ben presto
ridimensionato a livello di
guasconata, specie dal
Berlusconi che si trovò ad
affermare, tout court, che
Bossi spesso non sapeva
cosa diceva.
Interessantissima ammissione chiarificatrice fatta
da colui che è da considerarsi la vera vittima di
Bossi.
C’è da chiedersi, e siamo
sicuri che tutti da sinistra
e moltissimi anche da
destra, da anni si stanno
chiedendo: ma quali documenti, quali intercettazioni, quali segreti sono
nelle mani i Bossi per
metterlo in condizione di
poter far da padrone a
casa di colui che qualche
anno addietro scherniva
chiamandolo “Berluskaz” e definendolo “il
mafioso di Arcore”.
Ma ritorniamo al Bossi
declamatore.
Non contento del vespaio che aveva suscitato nella sua stessa
coalizione,
qualche
giorno dopo, in un co-
mizio ha affermato:«Stavamo meglio quando eravamo sotto l'Austria. Se lo avessero saputo
quelli che sono andati a
combattere sul Piave, forse giravano i fucili dall'altra parte. Oggi -continuala Lombardia, che mantiene tutto il Paese, non
ha un magistrato lombardo. Se la magistratura fosse eletta dal popolo avremmo i nostri magistrati. Viviamo peggio
di quando eravamo sotto l'Austria».
Ma ciò che più ci sconcerta
è il notare che un individuo
come il Calderoli cercando
di edulcorare le espressioni del suo Kaiser si
trovi ad affermare: «Se
(Continua a pagina 21)
2 Giustizia e Libertà
INTERNI
20 Giugno 2006
Referendum
Devolution
Misteri italiani
del 2006
No
di Ferdinand
di Alessandro Menchinelli
I manipolatori della Costituzione
Repubblicana non si aspettavano
la mazzata di Carlo Azelio
Ciampi.
Nonostante conoscessero il pensiero di Ciampi in materia di devolution e di poteri da assegnare
al Capo del Governo, e da togliere al Parlamento ed al Presidente della Repubblica, i portavoce della così detta Casa della
Libertà sono rimasti frastornati
dalla sua dichiarazione di voto
per il NO sulla riforma involutiva sottoposta a referendum.
Non riuscendo a combinare un
qualunque commento dignitoso,
Maurizio Gasparri, alto esponente di AN, si fa per dire, ha subito
formulato la sua sanzione:ha solennemente dichiarato che Ciampi non è al di sopra delle parti.
E bè !
Perché Ciampi dovrebbe essere
estraneo al merito del referendum, perché è stato Presidente
della Repubblica ?
A parte il fatto che anche in
quella veste, a suo tempo Ciampi
ebbe più volte occasione di manifestare, con atti ufficiali, le sue
perplessità sulla riforma costituzionale elaborata dalla maggioranza di allora, nel momento attuale non svolge più funzioni al
di sopra delle parti.
Quella del 2006 appare la primavera dei misteri.
Ne emergono tanti e,
come tutti i misteri,
inspiegabili.
E dire che dopo la vittoria delle elezioni da
parte dell’Unione, pareva che di misteri nel- Uno dei “gazebo” che sancirono la Vitla vita pubblica italia- toria di Prodi alle “primarie” con ben il
na non si dovesse più
74,4% delle preferenze.
parlare.
marie erano servite quanto a orchestra goIl primo grande mi- solo a convincere i vernativa.
stero è il ruolo di Ro- partiti del’Unione a
mano Prodi.
puntare su Prodi, for- Un altro grande mistec o m e ro è il perché nessuno
Cioè se esista una dif- m a l m e n t e
leader,
di
fatto
come in questo governo abferenza tra il Romano
Prodi che ha stravinto “portavoce”, dei venti bia il coraggio e/o la
le primarie e poi come seduti intorno al tavo- possibilità di andare in
TV per spiegare agli
capo dell’Unione ha lo.
vinto le elezioni, e il Il risultato è sotto gli italiani lo stato dei
conti pubblici.
Romano Prodi che die- occhi di tutti.
ci anni fa era costretto
rigida- In una foto di cinque
a elemosinare e media- Applicando
re tra tante piccole for- mente il manuale Can- anni fa il neo ministro
ze politiche l’appoggio celli il Prodi 2006 ha dell’economia Giulio
decisivo al proprio go- distribuito ministri e Tremonti è lì che, a
sottosegretari esatta- Porta a Porta, riporta
verno.
mente come il Prodi di sulla lavagna a caratteri cubitali quelle che
La differenza ai più dieci anni prima.
sembra non esserci e Come nulla fosse cam- -secondo lui- erano le
cifre del disastro troquesta è l’essenza del biato.
vato nei bilanci pubmistero.
E siamo di nuovo a blici.
Gli italiani cioè aveva- un’esternazione
del
no votato in massa alle ministro di RC che Va da sé che a nessuno
primarie per il buon viene smentito dall’I- è mai stata data la posprofessore che si pre- talia dei Valori e a u- sibilità e tempo ade
sentava
come
un n’esternazione dell’U- guato per replicare alle
leader il quale, forte deur che viene smenti- balle contabili elargite
del consenso popolare ta dai DS.
da ministro.
non avrebbe più dovuSi scopre ora, nato il
to contrattare con par- Con Prodi come diret- nuovo governo, che le
titi e partitini quali e tore del felliniano cifre del baratro contaquali ministri chiamare “Prova d’orchestra”. bile 2006 così come
nel proprio governo.
Con oltre 100 (102, in ereditato dal governo
realtà) elementi, re- Berlusconi, sono ben
E’ invece subito ap- cord mai raggiunto più pesanti e decisive
parso chiaro che le pri(Continua a pagina 3)
Nelle funzioni di
Presidente ieri non
poteva impedire, ma
anzi doveva garantire, e lo ha fatto, il
percorso costituzionalmente corretto di
qualunque proposta,
anche di parte, come
appunto quella della
devolution.
Ma Presidente della
Repubblica oggi è
Giorgio Napoletano.
Perchè Ciampi dovrebbe sentirsi inve-
stito anche lui, e insieme a lui anche
Cossiga e Scalfaro,
dell’obbligo di non
prendere parte alle
scelte in discussione
?
(Continua a pagina 3)
20 Giugno 2006
INTERNI
Gli Incontentabili
desimo, fare spallucce e insinuare
che le grida di
allarme servono
solo a giustificare
l’introduzione di
nuove tasse da
parte del nuovo
governo.
Cosicché la moltitudine degli italiani
perplessi
conclude
che,
come al solito,
c’è uno che dice
Il ministro dell’econo- una cosa e uno
mia Tommaso Padoa che ne dice un’altra.
Schioppa
Rimane il fatto che
dopo pochi giorni dal
varo del nuovo esecutivo la prima grana è
arrivata da un candidato dell’IdV (tal Senatore Sergio De Gregorio) eletto nella Commissione Difesa con i
voti dell’opposizione.
Con conseguente reazione dell’ineffabile
Di Pietro che gli impone di dimettersi, reazione dell’altro che
rifiuta, e reazione accomodante dello stesso
Di Pietro che finisce
per chiudere un occhio.
Come dire che la prossima volta prima d’imbarcare Di Pietro al
governo
bisognerà
chiedergli un esame di
laboratorio sui candidati prescelti.
E nessuno protesta.
che non quelle presen- Mistero.
tate a suo tempo dal
Un altro grande mistefantasioso ministro.
Il deficit attuale infatti, ro è se Antonio Di Pieè tale che ci si avvici- tro abbia fatto un corso
na pericolosamente al particolare sul “Come
limite oltre il quale ci scegliere i collaborasi dovrà chiedere se tori peggiori ed esse- Altro mistero d’attualità è l’informazione
l’Italia possa rimanere re felici”.
televisiva relativa al
nell’area EU.
prossimo
referendum.
Ci si aspettava che,
Poiché la RAI, in
finita la ricognizioattesa che qualcosa
ne sui conti dello
accada, è sempre
Stato da parte degli
quella in mano alla
esperti di varia proCdL e dintorni, convenienza,
Prodi,
tinua imperterrita la
accompagnato dal
campagna disinforministro dell’economativa perché gli
mia, dal Governatoitaliani non capiscare
Bankitalia
no, nulla o quasi, di
(nominato da Treciò che si deciderà il
monti) e dal Ragioprossimo 25 giugno.
niere Generale dello
Stato, ci si presen- Il PM di Mani Pulite, In un apparente rispetto delle tesi contasse in TV e, con
l’assenso o meno per antonomasia: An- trapposte, si dà il
spazio
del
“maggiordo- tonio Di Pietro, Fonda- medesimo
mo” Vespa, e si tore del partito “Italia temporale a due soggetti di opposta proesponesse agli ita- dei Valori”
venienza perché moliani la cruda realtà
delle cifre.
Che una persona, so- tivino le ragioni del sì
stanzialmente volente- e del no, come si doE non buttate lì con la rosa, e amante della vesse scegliere tra vitremontiana sicume- giustizia come il Toni- no bianco e vino rosso.
procuratore
di Nessuno ha potuto
ra, ma con il conforto no
esaustivadei tecnici responsabili “Mani Pulite” sia riu- spiegare
pubblici.
scito nella sua seconda mente al popolo italiaNiente di tutto questo. carriera di politico a no il pericolo insito
Mentre sui giornali scegliere e candidare nella revisione costiportata a(che come noto legge nel proprio partito per- tuzionale
solo una minoranza) si sonaggi di così fragili vanti dalla Lega e apparla di un vero e pro- ideali dal cambiare provata dal Polo (in
prio disastro, in TV si idea subito dopo esse- quanto sotto ricatto da
vedono facce del vec- re stati eletti nell’Italia parte della stessa) e le
chio governo, in pri- dei Valori, appare al- sue conseguenze reali
mis l’ex capo del me- quanto surreale.
(Continua a pagina 6)
(Continua da pagina 2)
Giustizia e Libertà
3
Referendum
Devolution: No
(Continua da pagina 2)
Secondo Gaparri gli ex Presidenti della Repubblica dovrebbero
diventare Senatori a vita, ma solo per essere estranei a vita nello
svolgimento di funzioni dell’organo di cui costituzionalmente
sono chiamati a far parte ?
Si rende conto Gasparri dell’assurdità del rilievo da lui sollevato contro Ciampi ?
Se ne rendono conto coloro che
lo autorizzano a parlare anche
per conto loro ?
Roberto Calderoli ha confezionato sul NO di Ciampi alla sua
riforma un giudizio lapidario e
secondo lui originale.
Ha dichiarato che Ciampi è un
“conservatore”.
Anche a Calderoli viene da replicare subito così: “e bè…?”
Sissignore, Ciampi difende la
Costituzione in vigore e quindi è
fra coloro che la vogliono “conservare”, e la vogliono conservare proprio perché è una Costituzione di progresso, di libertà e
di democrazia.
Chi non vuole conservarla sarebbe invece un rivoluzionario?
Conosciamo l’imbroglio dei falsi rivoluzionari.
Anche Mussolini in Italia e più
tardi Hitler in Germania partirono dall’affossamento delle costituzioni democratiche, prospettando salti “rivoluzionari” in
avanti con le loro riforme.
Abbiamo visto poi quali disastri
abbiano procurato ai loro paesi.
Noi siamo perciò con il “conservatore” Ciampi, che in concreto
ha operato non per tornare indietro, ma per affermare gli ideali
europeisti e di democrazia discendenti dalla sua storia di militante di Giustizia e Libertà.
E perciò insieme a lui il 25 giugno votiamo NO a questa riforma.
Alessandro Menchinelli
Evidentemente Gasparri
non ha ancora digerito il
fatto
4 Giustizia e Libertà
INTERNI
20 Giugno 2006
Se vince il "Sì" lo Stato andrà allo sfascio
di Eugenio Scalfari (la Repubblica, 18.06.2006)
Il 25 giugno avremo l'ultimo Questa è la differenza e su
appuntamento elettorale di questa gli italiani sono chiaquesta troppo lunga stagio- mati a scegliere.
ne.
Il duopolio televisivo RaiNon sarà un'ordalia tra il Mediaset sta disinformando i
Bene il Male, come invece cittadini sul contenuto del
pensa Bossi; ma certo sarà referendum.
un voto della massima im- Questo comportamento è
portanza.
della massima gravità.
La differenza non è tra chi,
votando "SI", vuole innova- A sette giorni dal voto refere la Costituzione attuale e rendario sarà comunque difchi, votando "NO", vuole ficile colmare questo buco
invece pietrificarla nel suo nero che si è prodotto neldettato vigente.
l'indifferenza generale. Non
No, non è questa la differen- toglie che interventi riparatori siano doverosi e debbano
za.
verificarsi fin dalle prossime
Chi vota "SI" vuole -con ore.
sapevolmente o senza ren- Per quanto mi riguarda, mi
dersene conto- sfasciare la provo qui a indicare con la
struttura costituzionale della massima sintesi i punti diridemocrazia repubblicana; menti della questione.
chi vota "NO" vuole invece
impedirlo, rendere impossi- Le disposizioni della nuova
bile lo sfascio e le sue rovi- Costituzione sostituiscono
nose conseguenze, restando con un unico documento ben
aperta la possibilità che l'at- 57 articoli della Costituzione
tuale Parlamento possa av- vigente contravvenendo alviare le opportune modifiche l'articolo 138 della medesiper aggiornare singoli punti ma il quale prevede che gli
senza abbattere l'intero edifi- emendamenti al testo costicio.
tuzionale siano messi in vo-
tazione con specifici atti
legislativi e uno alla volta.
E' chiaro che io sono interamente contrario a questa
riforma che avrà secondo
me l'effetto di favorire le
regioni più ricche, disarticolare l'intero sistema decisionale, ridurre la Camera ad
un'istituzione dominata dal
potere esecutivo, privare i
deputati dell'opposizione del
diritto di partecipare alla
fiducia al governo in parità
con i membri della maggioranza, ridurre il Capo dello
Stato ad un pupazzo notarile, alimentare a cascata i
conflitti tra Stato e Regioni.
Rendere insomma il sistema
assolutamente ingovernabile, come tutti i costituzionalisti di questo Paese hanno
dichiarato in un documento
che dovrebbe essere letto
integralmente nelle nostre
trasmissioni televisive dedicate a quest'argomento.
L'esito del referendum non
avrà effetti diretti sulla vita
del governo Prodi.
Ma ciascuno capisce che
qualora un aborto costituzio-
nale di queste dimensioni
fosse approvato dai "SI"
nonostante che tutti i partiti
dell'Unione sono schierati
per il "NO", le conseguenze
politiche sarebbero tali da
mettere seriamente a rischio
l'esile maggioranza del 10
aprile, oltreché precipitare il
Paese in uno stato di totale
marasma.
Aggiungo che tutto ciò avverrebbe in presenza d'una
sciagurata legge elettorale
che dovrà essere al più presto riformata con la collaborazione di tutte le forze politiche.
Per queste ragioni confermo
che il "SI" a questo referendum ha come obiettivo consapevole o inconsapevole lo
sfascio del patto di convivenza tra i cittadini sul quale
è nata la Repubblica nel 1946; il "NO" vuole evitare lo
sfascio senza escludere la
discussione parlamentare
successiva sui possibili ed
auspicabili emendamenti.
♦
L’Opa politica sulla Costituzione
di Barbara Spinelli (La Stampa, 18.06.2006)
Se tre Presidenti della Repubblica hanno parlato
della Costituzione italiana
con parole che rimandano
al sacro vuol dire che c'è
qualcosa di essenziale,
nella scelta che gli italiani
compiranno il 25-26 giugno quando approveranno
o respingeranno la riforma costituzionale varata
dalla precedente maggioranza.
L'essenza su cui voteremo
è la natura non immediatamente politica della carta costituzionale: il suo
esistere e durare a dispetto
dei governi che passano.
Pur non negando che la
Costituzione e la Corte
siano anch'esse figure del
vivere politico, lo sono in
modo radicalmente diver-
so, distinto dalla politica
che si fa tutti i giorni in
Parlamento, nei partiti, e a
intervalli regolari nelle
urne.
cosa pubblica dalla contingenza e non a caso predispone argini contro il
prevalere del numero,
contro il dispotismo potenziale d'ogni maggioLa prima politica, quella ranza.
della Carta, fonda il pactum societatis: il patto fra In democrazia sono crucittadini, le condizioni ciali il numero, la magistituzionali che consento- gioranza.
no loro di non perire in Nella Costituzione il nuguerre civili, la fiducia mero non è tutto: le sue
che le norme saranno ri- leggi valgono quale che
spettate da tutti. Esso pre- sia il numero dei vincenti,
suppone l'adesione a rego- e protegge dall'annientamento i perdenti.
le condivise.
Sulla Costituzione non si
La seconda politica è il vota.
pactum subjectionis: essa produce il governo, e I suoi principi non dipenha al suo centro la forza. dono dall'esito di nessuna
La Costituzione ritaglia votazione.
nella democrazia uno spazio sacro che protegge la Precisamente su quest'es-
senza voteremo: sull'opportunità o no di sottrarre
la Costituzione alle peripezie della politica intesa
come governo e come forza basata sui numeri.
Sull'opportunità o no di
restringere lo spazio sempre più grande, soffocante, che la seconda politica
rischia di prendere nella
vita dei cittadini e nel loro
patto di convivenza.
Sul principio che quando
è in gioco la Carta non si
vota, e in ogni caso non si
delibera nei modi in cui
ordinariamente si vota in
democrazia: a maggioranza.
Per questo la scelta non è
tra innovazione e conservazione.
Non è il vecchio che vale
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INTERNI
Giustizia e Libertà
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L’Opa politica sulla Costituzione
la pena conservare né
l'immutabilità d'un ordine,
ma l'idea che debbano
esistere regole e patti le
cui tradizioni e i cui tempi
non coincidono con quelli
di partiti, governi, programmi.
Può sembrare un paradosso ma proprio su questo
voteremo: se sia lecito
votare, sulla Costituzione.
Se bastino i numeri e le
maggioranze tipiche delle
democrazie, per riscriverla senza violare magari la
lettera della Carta, ma
violando di sicuro l'etica
istituzionale che l'impregna.
sponda all'esigenza della
prima politica o della seconda, se sia il risultato d'una adesione o d'una prova di
forza.
Per il modo in cui è stata
imposta contro la minoranza
sembrerebbe che il corpo
mistico sia stato offeso, gravemente, anche se l'offesa
non è nuova.
Quel che insidia la Costituzione è l'Opa che vien lanciata su di essa dalla politica,
dai partiti, non per ultimo
dalle Regioni.
co costituzionale.
ta ma -si spera- con metodi
diversi da quelli adottati con
Certo è importante che la faziosità giacobina dalla deCostituzione si adatti a un stra.
ordinamento mutato, dove la
scelta del governo è ormai Si spera che la Carta cambi
nelle mani dei cittadini anzi- non in segrete baite montane
come ai tempi di Berlusconi,
ché del Parlamento.
ma all'aperto, sapendo che in
Ma qui siamo di fronte a un discussione è il patto della
patologico accanimento, sia- società, è il corpo non tranmo di fronte a riforme ciclo- seunte della cosa pubblica, è
timiche, che -come la devo- la regola di Montesquieu
luzione- oscillano tra frene- riguardante i contropoteri
sie e lunghe indolenze; a («È necessario, perché non
riforme autistiche, elaborate ci sia abuso di potere, che il
da un legislatore che è stato potere arresti il potere»).
indifferente a ogni critica e
stimolo esterno; a riforme Questo è il sacro che convieschizofreniche, che predica- ne salvare. Questa è la dissano il decentramento e prati- crazione cui non sarà irragiocano l'accentramento massi- nevole dire NO.
mo dei poteri del Premier.
Altri modi di mutarla ci devono pur essere, basati sul
consenso non di una maggioranza -di parlamentari o Regioni- ma su alleanze ampie
Se l'ultima riforma ri- almeno quanto fu ampio l'arLa Costituzione sarà cambia-
♦
E’ in gioco l’Italia
di Furio Colombo (L’Unità, 1606.2006).
C´è un rapporto stretto tra la
cosiddetta riforma della Giustizia dell´ex ministro Castelli e il grave danno che si
vuole recare alla Costituzione con la Riforma BossiBerlusconi ("devolution" e
nuovi poteri del Primo ministro) su cui siamo chiamati a
decidere (decidere per il
NO) con il referendum del
25 giugno.
Il rapporto non è solo di affinità, nel senso che i due atti
vandalici sono parte delle
«36 riforme» di cui si è vantato per quarantadue trasmissioni televisive illegali Silvio Berlusconi durante la
campagna elettorale.
Il rapporto è più stretto ed
esemplare. Si tratta di uno
scambio di servizi tra i due
soli agenti attivi della Casa
delle Libertà, la Lega Nord e
Berlusconi. Gli altri, An e
Udc, Fini e Casini, contro
ogni rispetto politico per se
stessi, si sono prestati ad
accomodare Bossi secondo
la volontà del padrone di
casa.
E il padrone di casa, Berlusconi, che cosa voleva?
Voleva una vendetta esemplare contro i giudici, che
accompagnasse le leggi ad
personam che lo hanno esentato o salvato da decine di
processi. Con le leggi ad
personam Berlusconi ha
protetto se stesso nell´immediato, incurante del
sarcasmo verso l´Italia nel
resto nel mondo.
Con la nomina di Castelli a
ministro della Giustizia si è
assicurato una lunga stagione di distruzione e di messa
a tacere di tutto ciò che è
vivo, nuovo, coraggioso e
integro nella Giustizia italiana.
Ha tentato di ottenere silenzio, disciplina e subordinazione.
Soprattutto ha voluto (se la
cosiddetta riforma della Giustizia non si blocca immediatamente) l´umiliazione di
coloro che avevano osato
indagare, incriminare, rinviare a giudizio un uomo della
ricchezza e della potenza di
Silvio Berlusconi.
Che abbia o no intrattenuto
rapporti con la mafia, i giudici devono imparare (e Castelli ha fatto di tutto perché
ciò avvenisse) che il quattordicesimo uomo più ricco del
mondo non si tocca, e che è
stupido e meritevole di pub-
blica umiliazione chi non sta
al gioco, nell´infinita stagione di compravendita.
Ora che stiamo per votare al
Referendum sugli oltre cinquanta articoli di devastazione e offesa alla Costituzione
che ha funzionato mirabilmente per sessant´anni (un
anniversario che tanti italiani
celebreranno votando NO)
ricordiamoci dello scambio
di favori avvenuto fra Bossi
e Berlusconi.
Bossi ha ottenuto via libera
per una disastrosa serie di
articoli che spaccano, dividono e rendono inagibile il
Paese.
Era la sua alternativa alla
secessione violenta. Devastare da fuori o devastare da
dentro.
Berlusconi ha scelto di dargli
mano libera, per devastare
da dentro, con un disegno di
«riforma federale» che nessun costituzionalista accetta
o approva, tanto è disastrosamente pericoloso. Come
controprova di tale pericolo
Bossi, il 15 giugno, ha detto:
«se gli italiani votano no,
noi useremo altri mezzi,
fuori dalla democrazia».
Ricordiamolo, al momento
del voto. E ricordiamo che il
disegno è unico, frutto di una
macchina di distruzione e
preparazione di un nuovo
potere in cui una mente ha
diretto (Berlusconi e i suoi
avvocati) e alcune braccia
senza scrupoli hanno eseguito.
E tutti gli altri, nella Casa
delle Libertà, hanno ciecamente eseguito persino a
scapito della propria reputazione.
Diciamo che nel loro incredibile comportamento c´è un
vantaggio, per il Centrosinistra, in questo delicatissimo
momento. Serve a ricordare
per forza anche al più mite
«dialoghista» chi sono e
come sono gli autori della
«porcata» di cui si vanta
l´ex ministro Calderoli.
In altre parole, un lungo passo verso la dittatura. Aggravato dal silenzio imposto ai
giudici, e dall´uso di una
televisione di Stato che continua a essere integralmente
berlusconiana. Certo lo è
nella informazione sul referendum.
Ecco, questo è il disegno
contro cui gli italiani dovranno dire NO, in tanti, il 25 e il
26 giugno.
♦
INTERNI
6 Giustizia e Libertà
20 Giugno 2006
Esordio al Consiglio dell'ÌtaIia post-voto - Profilo discreto per iI capo
del governo. Il leader dell' opposizione: “Non ha legittimità”
Il Professore e il Cavaliere, parti invertite
Berlusconi: "Distrugge il mio lavoro"
di Andrea Bonnani (la Repubblica, 16 giugno 2006)
dal nostro inviato
Manca il «logista»,
manca il contabile,
mancano i due «esperti
di telecomunicazioni».
Naturalmente mancano
anche «l'assistente personale» e «l'addetto all'immagine».
Della «visagista» non
se ne parla neppure.
E sono restate a casa an
che le “sei segretarie al
seguito” del seguito.
Ma come farà Romano
Prodi ad affrontare le
asprezze del vertice europeo senza quel minimo di comfort fornito
da una delegazione di
una trentina di persone
che, a spese dei contribuenti, era solita accompagnare a Bruxelles
il primo ministro Silvio
Berlusconi ?
E come potrà accontentarsi, Prodi, di alloggiare con gli otto uomini
della sua squadra all'Hotel Jolly, un quattro
stelle per di più a tariffe
convenzionate con il
ministero. degli Esteri ?
Non gli mancheranno i
fasti dell'Hotel Conrad,
il più lussuoso cinque
stelle di Bruxelles, dove Berlusconi, sempre
a spese dei contribuenti, alloggiava con il suo
seguito faraonico ?
E' vero che, come diceva Napoleone, non è
l'intendenza che fa la
Storia.
Ma volte la differenza
di stile che si intravede
dietro le quinte può
mandare un messaggio
più chiaro di mille parole.
La delegazione tipo che
accompagnava solitamente Berlusconi ai
vertici europei era com
posta da; il capo della
segreteria, il portavoce con due segretarie,
il consigliere diplomatico con due segretarie, un aiuto del consigliere diplomatico con
una segretaria, un
funzionario dell’ufficio stampa con una
Berlusconi,il suo amico Bossi con la candidata
della Casa della Libertà, in un insolito “concerto”, svoltosi a Milano.
Un “trio canoro” che ci viene invidiato da tutto il mondo per le sua personalità “guittesca”.
I Misteri d’Italia
(Continua da pagina 3)
sulla vita economica e
sociale.
Data la carente informazione offerta dal mezzo
televisivo smaccatamente
di parte -unico ad arrivare
in ogni angolo del paeseresta un mistero su che
cosa abbia capito del referendum il contadino
meridionale e/o la casalinga di Voghera.
Sarà quindi una minoranza, quella
sufficientemente informata, quella
che deciderà le sorti della
nostra Costituzione.
Il mistero più intrigante è
infine quello relativo al
colore del nuovo superjet
ordinato da Berlusconi praticamente un AirForce
One targato Arcore- per i
suoi spostamenti da una
villa all’altra nei vari
continenti.
Ma questo per fortuna è
un mistero che appena si
alzerà in volo verrà chiarito...
Ferdinand
L’aula di Bruzelles
segretaria, un responsabile
dell’immagine
(senza segretaria) un
logista che si occupa di
auto e bagagli, l’assistente personale, un
contabile, due esperti
di telecomunicazioni,
cinque addetti al cerimoniale (peraltro spesso
violato) e almeno cinque uomini della sicurezza.
In alcune occasioni, al
gruppone, si aggiunge(Continua a pagina 7)
20 Giugno 2006
INTERNI
Giustizia e Libertà
7
Il Professore e il Cavaliere, parti invertite - Berlusconi: "Distrugge ...
(Continua da pagina 6)
vano la segretaria privata, dotata di una seconda segretaria, ed
un visagista.
La delegazione con cui
Prodi è venuto a Bruxelles è composta dal
capo della segreteria
personale, dal consigliere diplomatico, dal
portavoce e dal responsabile dell'ufficio
stampa (che, contrariamente ai predecessori
berlusconiani, hanno
fatto il loro lavoro rimanendo in sala stampa a
disposizione dei giornalisti), da due o tre persone del cerimoniale e
da due addetti alla sicurezza.
Le segretarie. se servono, vengono fornite dal
la rappresentanza italiana presso l'Unione europea.
Forse è proprio a questa
delegazione striminzita
che Berlusconi si riferiva ieri quando ha accusato Prodi di "distruggere il lavoro fatto»
dal suo governo in politica estera e di "fare
una pessima impressione» in Europa.
Non c'è dubbio infatti
che ai suoi tempi la ple
torica delegazione italiana di impressione ne
faceva tanta, al punto di
essere diventata lo zimbello dei diplomatici
stranieri.
Insomma, le due Italie
che sono uscite dalle
urne di aprile, si sono
ritrovate ieri a Bruxelles.
E si confermano due
mondi
difficilmente
conciliabili non solo
nella grande politica ma
anche nelle piccole cose.
Prodi, contrariamente a
Berlusconi, è arrivato
puntuale al vertice.
Ha evitato sorridendo
l'orda dei cronisti che lo
aspettavano all'ingresso
e ai quali Berlusconi
amava concedersi sicuro di poter snocciolare
battute ad effetto evitando di rispondere alle
domande più scomode.
Invece il nuovo capo
del governo ha indetto
una conferenza stampa
già alla fine della prima
giornata di lavori, cosa
che Berlusconi non si è
mai sognato di fare.
E per il resto della giornata ha svolto il proprio
compito con i colleghi
europei, che conosce
tutti dai tempi della
Commissione, senza di
stribuire pacche sulle
spalle e senza raccontare barzellette.
A vederlo, sembra quasi
di essere
tornati
un paese
normale.
Ma Berlusconi,
si sa, non
è uomo
da accettare facilmente
di entrare
nel cono d’ombra.
E infatti ieri c'era anche
lui a Bruxelles, al prevertice dei leader del
Partito Popolare Europeo nel castello di Meise. In attesa che gli consegnino il grande Boeing presidenziale da
trentamilioni di euro
che ha ordinato, è arrivato con il suo Gulfstream privato.
E si è lanciato in una
serie di anatemi contro
il governo: un'orchestra stonata», «un disastro in politica estera».
Ma non bastava.
E infatti il Cavaliere ha
fatto di più: nel corso
della riunione, di fronte
agli esterrefatti capi di
governo democristiani
che dopo poche ore avrebbero dovuto incontrare Romano Prodi al
vertice europeo, Berlu-
sconi si è dato da fare
per contestare la legittimità del nuovo presiden
te del Consiglio: «E'
mia intima convinzione che possiamo ribaltare il risultato del voto di aprile» ha detto
spiegando che la giunta per le elezioni dimostrerà che queste «non
hanno avuto il risultato che per ora è ufficiale».
In cinquant'anni di democrazia europea non
si era mai sentito un
leader dell'opposizione
contestare la legitti-mità
democratica del capo
della maggioranza di
fronte ad un pubblico di
statisti stranieri.
Questione di stile, appunto.
Andrea Bonnani
(la Repubblica)
«Lascio all'onorevole Bossi la responsabilità delle sue dichiarazioni»
Ciampi: «Voterò “NO” al referendum»
L'ex Capo dello Stato: « L'impianto e gli equilibri della nostra Costituzione sono validi. Mi auguro riforme condivise»
Da “Il Corriere della Sera”,17.06.2006
L'avvicinarsi della scadenza del referendum sulla riforma costituzionale
voluta dal centrodestra
alimenta il dibattito politico, anche con polemiche
come quelle che si sono
aperte dopo le dichiarazioni di Bossi e le conseguenti reazioni anche nel
centrodestra. E nel confronto entra, per la prima
volta dopo aver lasciato il
Quirinale, l'ex Capo dello
Stato Carlo Azeglio
Ciampi. «Non ho difficoltà a rispondere, convinto
come sono della validità
di fondo, dell'impianto e
degli equilibri della no-
stra Costituzione. Andrò
a votare e voterò per il
no» dice Ciampi rivolto ai
giornalisti. Ciampi precisa
di non ritenere immutabile la Carta, ma di augurarsi che «si possa arrivare
in questa legislatura a
riforme condivise».
Riferendosi alle parole del
leader leghista in merito a
i metodi «non democratici» cui si dovrebbe ricorrere in caso di vittoria del
no alla consultazione referendaria, il Presidente emerito della Repubblica
ha invece puntualizzato:
«Lascio all'onorevole
(Continua a pagina 8)
INTERNI
8 Giustizia e Libertà
20 Giugno 2006
Ciampi: «Voterò no al referendum»
(Continua da pagina 7)
Bossi la responsabilità
delle dichiarazioni che
ha fatto e del loro vero
significato».
BIBBIA CIVILE - La
presa di posizione di
Ciampi, tuttavia, non sorprende. Il suo orientamento rispetto al referendum confermativo della
riforma che contiene la
devolution era in parte
noto, ma non era mai stato esplicitato. Ciampi,
durante
il
settennato, è
stato
uno
strenuo difensore dell'impianto e
degli equilibri
interni
della Costituzione, che
più volte ha
definito lungimirante e
quasi
un
frutto miracoloso
di
un'ampia convergenza scorso.
politica all'indomani
della guerra
e
mentre
c'erano profonde lacerazioni politiche ed ideologiche a
dividere le
forze politiche. Significativo
un
passo
del
suo discorso
del 25 aprile
Celebrando al
Quirinale l'anniversario
della Liberazione, Ciampi
aveva detto: «La Costituzione è stata e rimane la
mia bibbia civile, il testo
su cui ho riflettuto in
ogni momento difficile,
io che non sono mai stato un uomo politico ma
soltanto un cittadino al
servizio dello Stato».
Il Corriere della Sera
17.06.2006
Polemiche sul referendum del 25 e 26 giugno
Maroni attacca Ciampi: «A 86 anni...»
L'esponente della Lega dopo le dichiarazioni dell'ex capo dello Stato:
«Voterà no? A quell'età non si può che essere conservatori»
da Il Corriere della Sera
Non sono piaciute a Roberto Maroni le dichiarazioni di Ciampi sul referendum del 25 e 26 giugno (l’ex capo dello Stato
ha affermato che voterà
“NO”, opponendosi dunque alla riforma della Costituzione voluta del centrodestra). Il presidente
dei deputati della Lega
commenta così: «Uno
con la sua storia, con la
sua età, non può che essere un conservatore.
Come si fa a
non
essere
conservatori
a 86 anni?
Per quanto ci
riguarda
prendiamo
atto che vuole
mantenere
così tanti parlamentari e lo
status quo. E
andiamo
avanti».
CAMBIAMENTO
«Prima Napolitano
scende
in
campo
sostanzialmente per indicare il “NO” osserva Maroni- poi il presidente
del
Senato vota
con la maggioranza, cosa mai acca-
duta. Adesso l'ex presidente della Repubblica,
che invece di essere super partes in quanto eletto da tutti, meno che
dalla Lega, si schiera
subito. Cose strane, insomma. Che tuttavia
non credo che avranno
effetti sulla volontà di
cambiamento della gente».
♦
L'inutile polemica sul voto del senatore Ciampi
Singolare polemica scatenata dal centrodestra
di Stefanio Folli (Sole 24ore,13.06.20067)
(versione ridotta)
L'ex presidente della Repubblica ha tutti i diritti di
pronunciarsi in pubblico
sulla riforma della Costituzione.
In un certo senso sarebbe
strano se non lo facesse,
dopo sette anni passati al
Quirinale in cui non ha
mai fatto mistero (sia pure
con la misura e la discrezione richieste al capo
dello Stato) dei suoi convincimenti.
Ma il centrodestra, invece
di attardarsi in sterili invettive contro il venir meno delle «figure super
partes», dovrebbe interrogare se stesso su cosa
sta facendo per vincere il
referendum.
Quali sono gli argomenti
positivi addotti per convincere il corpo elettorale?
Prendersela con Ciampi,
accusandolo di essere
«conservatore», non è un
argomento.
Forse nemmeno la drammatica apparizione di
Umberto Bossi lo è.
La verità è che la Casa
delle Libertà (esclusa la
Lega) ha atteso troppo
prima di scendere in campo.
Nel corso delle ultime settimane la notizia era il
disimpegno di Berlusconi
e degli altri leader, nel
timore di restare impigliati in una nuova sconfitta e
di subire un altro colpo
d'immagine.
Sull'altro versante, invece,
era cominciata una lenta
mobilitazione che adesso
sta dando i suoi frutti.
I sindacati, ad esempio,
sono schierati con determinazione a fianco del No
e sono in grado di fare la
differenza.
A destra non ci sono organizzazioni di analoga potenza in grado di coinvogliare gli elettori verso le
(Continua a pagina 9)
20 Giugno 2006
INTERNI
Giustizia e Libertà
9
L'inutile polemica sul voto del senatore Ciampi
(Continua da pagina 8)
urne.
In conclusione, la Casa
delle Libertà ha solo pochi giorni per correggere se vuole- una campagna
stanca e poco convinta.
La posta in gioco sulla
carta è molto alta: una
vittoria del Sì costituirebbe un potente fattore di
delegittimazione del governo Prodi.
Eppure finora Berlusconi
ha dato l'impressione di
crederci poco, preferendo
la strada tortuosa e ambigua che porta a «depotenziare» il referendum.
Sperando di non farsi
sfuggire Umberto Bossi,
dopo.
Stefanio Folli
(Sole 24ore
Referendum: ''Ciampi non é ultimo ma sta
doppiando La Russa''
di [email protected]
Riceviamo
e
Pubblichiamo
Roma, 16 giugno 2006
Nelle parole dette oggi
dal deputato Ignazio La
Russa leggo più disprezzo per il Parlamento e per
gli italiani, che non per il
senatore Ciampi.
Che senso ha dire che
l'opinione di Ciampi conta come quella dell'ultimo
dei parlamentari ?
Ci sono forse primi ed
ultimi in Parlamento ?
Mi sembra un'espressione
piuttosto infelice, che svilisce il valore delle opinioni di ciascun deputato
e senatore, anche quella
di La Russa stesso.
Non solo l'opinione di
Ciampi e' degna di grande rispetto, ma lo deve
essere altrettanto anche
quella di ogni cittadino di
una Repubblica libera e
democratica, visto che in
tema di referendum tutti
gli elettori contano un
solo voto, il proprio, che
siano o meno parlamentari.
Ritengo che il senatore
Ciampi non abbia mai
pensato, neanche quando
sedeva al Quirinale, che
le sue opinioni sul referendum contassero di più
di quelle di ogni altro cittadino italiano, ne' che un
giorno sarebbero state
svilite sol perché espresse
da un seggio che gli sarebbe spettato a vita a PalazzoMadama.
La Russa rifletta piuttosto
sul fatto che tutti e tre gli
ex presidenti della Repubblica, Cossiga, Scalfaro e
Ciampi, sono contrari alla
revisione della Costituzione approvata dal centrodestra nella scorsa legislatura.
Sono tutti ultimi o, per
usare una metafora da formula uno, La Russa non
si e' accorto che e' stato
doppiato ?
♦
Il premier invita i militanti a un "ultimo sforzo" per il 25 e 26 giugno
"Impegnarsi per la riuscita, determinante per difendere la Costituzione"
Referendum, il no di Prodi ai "pastrocchi"
"Servono riforme con coerenza giuridica"
da la Repubblica, 17 giugno 2006
Un invito caloroso a impegnarsi per la riuscita
del referendum, con la
promessa di una riforma
"condivisa, ampia e meritata".
Il presidente del Consiglio compare in un videomessaggio inviato ai militanti dell'Ulivo che hanno partecipato, questa
mattina, all'iniziativa
"Incontriamoci nel partito democratico", al
teatro Quirino di Roma.
Il premier esorta i suoi
supporter a lavorare al
meglio per la consultazione contro la devolution e ringrazia gli elettori: "Oggi -spiega- sono
in giro per l'Europa ma
vi ringrazio di cuore,
perché senza il vostro
contributo sarebbe sta- porterà le riforme necessato molto più difficile o rie. "Dobbiamo lavorare
impossibile vincere le per fare una riforma
elezioni".
condivisa - afferma Prodiampia
e meditata, non
Una conun pastrocsultazione,
chio tirato
quella del
fuori da u25 e 26
na
baita
giugno,
senza
nem" d e t e rmeno
un
minante
minimo di
per difencoerenza
dere la Cogiuridica
s t i t u z i oche queste
ne".
riforme deTuttavia, se
vono avedovesse
re".
prevalere il
"no",
il
"Abituato a
centrosinichiedervi stra
non
dice Prodi
blinderà la
nel
videoCostituziomessaggioProdi a Bruxelles
ne ma apvi
chiedo
qualcosa di più: lavorare
per il referendum, pochi
giorni di lavoro per vincere quest'ultima prova,
ultimo sforzo prima di
meritate vacanze".
Infine, l'assicurazione che
il nuovo soggetto riformista gioungerà in porto:
"Avanti con il partito
democratico - ha concluso il premier - è un disegno storico cominciato
undici anni fa e che, pur
avendo conosciuto dei
rallentamenti, è riuscito
comunque ad andare
avanti e proseguirà. Stavolta, il partito democratico lo facciamo davvero".
♦
10 Giustizia e Libertà
INTERNI
20 Giugno 2006
Il No di Prodi
al «pastrocchio uscito da una Baita»
da www.unita.it
Dopo la netta presa di
posizione dell´ex Capo
dello Stato Carlo Azeglio
Ciampi, anche il presidente del consiglio rilancia l´appelo per il No al
referendum costituzionale dei prossimi 25 e 26
giugno.
Fassino, per il quale «la
revisione costituzionale
è un brutto pasticcio
che riduce le uguaglianze dei cittadini. costerà
molto, aumenterà la burocrazia, diminuirà l'efficienza dello stato e
non modernizzerà le
pubbliche amministra«Dobbiamo
lavorare zioni».
per fare una riforma
condivisa, ampia e me- E riguardo al No di Carlo
ditata, non un pastroc- Azeglio Ciampi, Fassino
chio tirato fuori da una aggiunge: «È noto a tutti
baita senza nemmeno come uomo prudente,
un minimo di coerenza assennato ed equilibragiuridica che queste ri- to: se ha sentito il bisoforme devono avere», gno di esplicitare il suo
afferma.
pensiero sul referendum e sulla riforma coProdi rivolge il suo ap- stituzionale vuol dire
pello con un video mes- che le ragioni del no sosaggio all´assemblea uli- no davvero forti»
vista organizzata a Roma
da «Incontriamoci» la A una settimana dal voto,
community on line pro- insomma, la campagna
mossa dal ministro pro- referendaria apparsa finodiano Giulio Santagata: ra un po´ sottotono entra
«È l'ultimo sforzo pri- davvero nel vivo.
ma delle meritate va- Cresce la mobilitazione.
canze», afferma, con an- Ed inevitabilmente il clicora «pochissimi giorni ma si scalda. Nella serata
di lavoro per vincere di venerdì è intervenuto
anche quest'ultima pro- dopo giorni di quasi assoluto silenzio anche Silvio
va».
Berlusconi.
«Togliamo di mezzo con
la vittoria del No questo Addio al "basso profilo"
pasticcio e poi facciamo scelto dopo la sconfitta
le riforme che servono delle elezioni amminidavvero», sostiene anche strative. Il leader di Forza
il segretario Ds Piero Italia torna all'attacco con
un appello
per il Sì
lanciato
sul suo
telegiornale, il
Tg5 di
Carlo
Rossella: «È
dire no
a questo governo.
È votare
Sì
contro
l'Italia
del No.
È votare contro l'Italia di Prodi
e degli 11 ministri comunisti al governo che hanno come solo scopo quello di distruggere tutte le
riforme che abbiamo fatto
noi».
potere: ha occupato le
più importanti istituzioni dello Stato, ha dalla
sua la grande stampa,
gran parte della magistratura e non si comporta in maniera ragionevole invitando i cittaMa l'ex premier cancella dini a votare contro queanche la promessa di un sta riforma».
dialogo con l'opposizione
in caso di vittoria del Sì Due chiari segnali, insomteorizzata da numerosi ma: per Berlusconi la vitesponenti della maggio- toria del Sì rappresenteranza tra cui Giulio Tre- rebbe la consacrazione
monti e Gianfranco Fini: della devolution e la dele«Non credo ci siano le gittimazione del governo
condizioni per un dialo- Prodi.
go -ha detto- perchè questa sinistra a parole offre Checché ne dicano i suoi
il dialogo, nei fatti occu- imbarazzati alleati.
pa tutte le posizioni di ♦
Il “buco”
di Masaniello
Sono tutti buchi sui
quali si è dissertato e si
disserta ancora, un po’
meno sul buco dell’ozono, lievemente declassato nell’interesse comune, come non si parla più, tranne che per
qualche riferimento storico, della banda del buco.
Il buco della depressione è invece il male del
nostro secolo, può essere collegato al buco di
bilancio ?
Niente di più facile se ci
guardiamo in tasca, anche la faccia di Padoa
Schioppa quando ne
parla tradisce i segni
della depressione.
Del buco di bilancio si
parla in ogni nuova legislatura per addossarne
la responsabilità al governo precedente e creare le condizioni per
parlarne in quello susseguente, cosa che avviene da quando l’Italia è
diventata una Repubblica.
Per movimentare il dibattito il ministro della
solidarietà sociale Ferrero, new entry del secondo governo Prodi,
ha proposto le “stanze
del buco”, dove i tossici possano bucarsi sotto
controllo medico.
Al di la delle reazioni
(Continua a pagina 11)
INTERNI
20 Giugno 2006
Giustizia e Libertà
11
«Sono incazzato nero»
di Gaio Gracco
E’ il grido che il protagonista di “Quinto potere”, Peter Finch, incita
gli ascoltatori del suo
seguitissimo programma
TV a urlare dalla finestra aperta perché tutta la
città si renda conto dello
stato d’animo dei cittadini.
Ed è il grido -perché di
incazzatura si tratta- che
ancor oggi sentiamo dal
profondo voler urlare
dopo la giornaliera lettura dei giornali o l’ascolto
dei vari TG.
Si sfoglia il quotidiano e
a pag. 2 si legge che
l’ineffabile ex ministro
Tremonti, preso di mira
per lo stato dei conti
pubblici all’esame del
nuovo governo, ha fatto
commenti di tal fatta:
“Grande buco ? no, piccolo governo..”.
Il fatto che nessuno dei
presenti abbia sentito irresistibile la voglia di un
manrovescio sul visino
demodé del commercialista che per chiamarsi
prof. accetta qualsivoglia incarico, la dice lunga sull’autocontrollo degli italiani
.
Perché, che un ministro
dell’Economia metta in
ginocchio i conti pubblici con le sue trovate finanziarie non è il primo
caso, ma che, incapace di
vergogna, giunga a fare
battute sul nuovo esecutivo chiamato a rimediare
ai suoi disastri, è da psicologia patologica.
Non contento, il summenzionato Tremontino, nella ferma convinzione di essere spiritoso,
giunge a battute ironiche
su uno dei membri della
Il “buco”
(Continua da pag. 10)
inevitabili di maggioranza e opposizione
bisogna dare atto al
ministro di avere trovato un altro buco di
cui parlare, aumentando il numero dei buchi
precedenti sui quali
disquisire, e non è cosa
da poco.
Vorrei fare una proposta un po’ di parte per
contribuire alla varietà
dei buchi di cui occuparci: come abitante di
Napoli, vorrei sottoporre lo stato del manto stradale partenopeo
ricco oltre ogni merito
di un numero infinito
di buchi, quello dei
passati bilanci impallidisce al confronto.
So che non compete al
ministro Ferrero ma
visto che la sindaca
Iervolino non se ne occupa e il governatore
Bassolino è ancora impegnato a frequentare
una scuola per migliorare la sua pronuncia,
volessimo fare una petizione al ministro dei
lavori pubblici Di Pietro onde evitare, causa
buchi, lo sprofondamento della città la cui
ricostruzione rientrerebbe nelle grandi opere di sua competenza?
Ovviamente se il buco
di bilancio lo permettesse, e quello dell’ozono non lo ostacolasse, e
non saltassero fuori impreviste bande del buco
o il buco della depressione degli addetti ai
lavori che si potrebbe
risolvere fornendo loro
apposite stanze del buco proposte dal geniale
ministro Ferrero.
Masaniello
commissione incaricata di
una rilevazione attendibile del deficit in atto, additandolo come filo governativo.
Insomma, dice il fantastico Giulio, se chi dice che
4+4 fa 8 è uno di sinistra,
la cosa è in dubbio…
pendi siano meglio di uno
è indubitabile, il fatto che
secondo questi personaggi (tra cui Formigoni) il
resto degli italiani siano
così idioti da non capirlo,
lo è altrettanto.
Altrimenti, come farebbe
qualcuno
di
questi
(l’on.Verini) a fare battuQuesta è da ricordare.
te del genere “uno degli
stipendi lo utilizzo per
Ai piccoli s’insegna che beneficenza ?”
la matematica non è un’opinione, ma per Tremonti Si sfoglia ancora il quotilo è: se a fare debiti è lui, diano ed a pag. 8 si legtutto OK, se a dire che vi ge della originale “stanza
sono debiti è uno di sini- del buco” ventilata dal
stra, niente da fare.
ministro Ferrero per i parInsomma “matematica a lamentari che dovessero
improrogabilmente far
la càrte”.
ricorso alla droga.
Si sfoglia ancora il quoti- Proposta parsa tanto ecdiano e a pag.4 si legge centrica da suscitare reache un altro fantastico zioni (ipocritamente)
leghista chiamato senatùr scandalizzate.
ha dichiarato urbi et orbi
che se nel referendum Eppure nessuno aveva
vincesse il “NO”, la Lega reagito quando mesi adprovvederebbe con modi dietro il deputato Cento
meno democratici.
(dei Verdi) aveva dichiarato tranquillamente che
Ora, a parte che un’even- in Parlamento gira molta
tuale seccessione dei filo- “neve” perchè vari onobossiani sarebbe per il revoli fanno ricorso alla
paese un perdita molto simpatica abitudine di
limitata, ci si sarebbe a- sniffare tra una seduta e
spettati che qualcuno al- l’altra.
zasse la mano per chiedere “Senatore ma non era Non si sa come abbia realei che prima delle ele- gito l’on. Miccichè all’izioni aveva informato dea di una stanza in Parl’attonita nazione che se lamento dove fare tranavesse vinto la sinistra quillamente i propri cosarebbe espatriato in modi con siringhe e polvere bianca, occorre auSvizzera ?”
gurarsi che, date le sue
abitudini, non sia tra
Macchè.
quelli che hanno reagito
Tutti hanno preso atto scandalizzati alla propodell’agghiacciata minac- sta del ministro.
cia di seccessione senza
battere ciglio.
Insomma più si legge e
Si sfoglia ancora il quoti- più si ha voglia di corrediano e a pag. 6 si legge re alla finestra per indei “61” signori i quali, formare il pianeta della
pur essendo eletti nel par- propria incazzatura.
lamento nazionale, non
hanno ritenuto opportuno Ma tanto non servirebné necessario dimettersi be a niente.
da consiglieri regionali
e/o provinciali.
Gaio Gracco
Il fatto che due (lauti) sti-
12 Giustizia e Libertà
INTERNI
20 Giugno 2006
La paura del 25 giugno
di Andrea Fabozzi (www.ilmanifesto.it)
Si può perdere il referen- Almeno non per tutti.
dum del 25 e 26 giugno? Non per chi vuole mettere
la Costituzione del '48 al
La soddisfazione con cui
riparo non solo dalle rinel centrosinistra -al di là
forme di Calderoli ma andelle condanne ufficiali e
che da possibili pasticci
in qualche modo obblibipartisan che sia a destra
gate- è stata accolta l'ulche a sinistra già si immatima spacconata di Umginano.
berto Bossi fa capire che
la paura comincia a farsi Teorizzare, come ha fatto
sentire.
buona parte della sinistra
E' quasi un sospiro di «riformista», che la Cosollievo quello che dal- stituzione andrà in quall'Unione si lasciano
sfuggire insieme alle
piccate repliche al senatùr, tornato ruvido
profeta di una via «non
democratica» alla devolution.
persona perché teme di
scatenare l'effetto opposto, offrendo un assist a
Berlusconi per la sua
campagna di «rivincita».
all'enormità della posta in
gioco.
Puntare al pareggio per
evitare di perdere non è
mai stata una buona idea.
Intanto l'Unione è già in
affanno, si vedono i primi
segnali di sfaldamento e
c'è chi lavora ai fianchi il
governo puntando a cambi in corsa e maggioranze
diverse.
Chi se n'è accorto troppo
tardi adesso è ridotto ad
attendere, con paura, le
prossime mosse di Berlusconi.
La speranza per gli spaventati dell'Unione è
che l'uscita leghista si
trasformi in un boomerang per la Casa delle
libertà. Intanto perché
divide il centrodestra.
E poi perché potrebbe
riu scire in quella che è
considerata
una
«missione impossibile».
La «speranziella» dei
leader dell'Unione di cui
ha scritto ieri Mario Pirani su Repubblica è che
Berlusconi mantenga il
suo basso profilo.
Sollevare e portare alle
urne a scuole chiuse e
case al mare aperte gli
svogliati elettori del
mezzogiorno.
La partita è aperta.
Le previsioni che circolano
ufficiosamente
nelle sedi dei partiti danno i sì e i no molto vicini
e soprattutto una partecipazione molto bassa.
Il referendum confermativo non prevede quorum
ma per i sostenitori del
no vincere avendo portato alle urne meno della
metà degli elettori non
sarebbe una vittoria tranquillizzante.
Che ancora una volta sta
giocando bene le sue carte.
Non vorremmo scriverlo
per scaramanzia,ma sembra di rivedere il film delle elezioni politiche, con
un trionfo sicuro diventato un incubo notturno e
poi una vittoria risicata.
che modo cambiata
«indipendentemente»
dal risultato del 26 giugno
è stato il modo migliore
per scoraggiare anche i
più volenterosi sostenitori
del no.
Una sconfitta al referendum sarebbe un disastro
per il paese ma anche il
sigillo tombale di questo
centrosinistra. Facendo
gli scongiuri e sperando
che alla fine vada bene si
Adesso i leader del cen- può già dire che aver depotenziato il valore del
trosinistra hanno paura.
Anche Romano Prodi, che referendum è stata una
però non è ancora sceso scelta sbagliata di fronte
nella mischia in prima
Ma se il Cavaliere sta
zitto le sue televisioni e i
suoi manifesti -ne ha fatti
stampare quanti basterebbero a lastricare 500
campi di calcio- stanno
spiegando agli italiani
che la vittoria del sì aprirà le porte a una repubblica meravigliosa, con più
efficienza, meno parlamentari e uno sconto sulla benzina verde (l'ha detto Tremonti).
E adesso il telegenico
Cavaliere sta studiando
l'affondo finale.
Si può perdere il referendum del 25 e 26
giugno.
Meglio dirselo finché
si è in tempo.
♦
20 Giugno 2006
INTERNI
Giustizia e Libertà
13
Dieci, cento, mille sottosegretari
di Michele Serra (L’Espresso, 16.06.2006)
Il governo Prodi intende
affrontare con fermezza la
questione del numero eccessivo di sottosegretari.
Per studiare il problema,
verrà nominato un nuovo
sottosegretario, con la
mansione di sottosegretario ai sottosegretariati.
Avrà l'incarico di censire
tutti i sottosegretari, il cui
numero è ancora incerto
perché alcune nomine sono state effettuate con
l'autocertificazione.
Ad esempio, si sono dichiarati autonomamente
sottosegretari, con certificazione in carta semplice,
Iatamone
dell'Udeur,
Minchiolini della Margherita e le gemelle Fischioni, soprannominate il duo
Logaritmo perché hanno
potuto entrare in Parlamento solo moltiplicando
per 3,14 i voti della Lega
Prealpina Proletaria, una
piccola lista presente solo
nel Comune di Fischiago
(Varese) che con i suoi 24
voti è decisiva per il futuro dell'Unione.
Le Fischioni di Fischiago
sono un caso limite, e comunque allietano i lavori
parlamentari suonando la
fisarmonica nella buvette.
Ma in molti altri casi, non
è facile capire in rappresentanza di chi, e addirittura di che cosa, alcuni
parlamentari sono entrati
a far parte del governo.
Vediamo i casi più controversi.
Mirko Galbusera
Socialista, della lista di
Groucho Craxi (un lontano parente che, per emu-
lazione, ha fondato anche
lui un partito socialista),
Galbusera è figlio di un
martire di Tangentopoli:
suo padre, usciere al Tribunale di Milano, morì di
ernia cercando di trasportare i faldoni da un ufficio
all'altro.
È sottosegretario alla Sanità ma finora è stato impossibile comunicarglielo
perché non sa nemmeno
di essere stato eletto deputato, anzi non sapeva neanche di essere candidato
alle elezioni, e sta pescando trote in Moldavia con
il telefonino scarico.
Mimì Uarruso
Leader dei no global di
Mola di Bari, eletto con
Rifondazione, è entrato in
Parlamento due giorni
prima dell'apertura sfondando le transenne.
Poi ha divorato, ancora
surgelati, 20 chili di gamberetti custoditi nella
mensa di Montecitorio e
si è addormentato sul bancone della presidenza della Camera ascoltando Caparezza con l'iPod e battendo il ritmo con il campanello.
È sottosegretario all'Educazione Civica, un nuovo
dipartimento del ministero
dell'Istruzione.
Il 'Corriere della Sera' lo
intervista ogni giorno, su
ogni argomento, potendo
contare sul numero inesauribile di cazzate che
Uarruso riesce a confezionare, soprattutto quando
non capisce la domanda,
cioè quasi sempre.
acquerelli le fototessere.
Con un abile stratagemma, si era candidato sia
per Forza Italia sia per
l'Unione, e sommando i
voti è risultato primo degli eletti nel suo paese
natale, Roccascardellata.
È sottosegretario alla Giustizia, incarico che gli è
stato conferito quasi d'ufficio perché nessuno meFiora Funghetti
glio di lui, a Poggioreale
Parlamentare dei Verdi.
Ha studiato a lungo l'im- dal 1987, conosce i propatto ambientale dei par- blemi delle carceri.
cheggi per ciclomotori.
È arrivata alla conclusio- Tivoli Calcio
ne che non hanno alcun Il Tivoli calcio, completo
impatto ambientale, ma di allenatore, medico sonon ha detto nulla per non ciale, massaggiatori, dirigenti e calciatori (in tutto
deludere i suoi elettori.
È stata nominata sottose- 56 persone) è il primo cagretaria ai Trasporti, e so di sottosegretario colpropone di sostituire l'au- lettivo.
tostrada Milano-Napoli È stato nominato al minicon una linea di dirigibili stero dello Sport per dare
Zeppelin alimentati con un segno di attenzione nei
un rivoluzionario sistema confronti dell'associaziodi pagaie aeree, azionate nismo sportivo.
Occuperà un'enorme standai passeggeri.
za con 56 scrivanie, 56
fotografie del capo dello
Salvatore Moriente
È il celeberrimo 'zio To- Stato, 56 cestini della carre' al quale l'intera pro- ta e 56 fichi beniamini.
vincia di Benevento si Per risparmiare, al posto
rivolge, da generazioni, delle auto blu il sottoseper ottenere la patente di gretario Tivoli Calcio useguida per corrispondenza. rà un torpedone blu, scorLe confeziona personal- tato da 56 motociclisti.
mente, abbellendo con gli
Hubert Schwarz
È stato eletto parlamentare per la Spd nelle elezioni tedesche, in Renania.
Non è mai stato in Italia.
Il governo italiano ha
deciso di nominarlo ugualmente sottosegretario per dare respiro internazionale alla legislatura.
♦
14 Giustizia e Libertà
INTERNI
20 Giugno 2006
Anomalie estive
di F.
Contraddizioni ed anomalie di varia portata
nella vita italiana segnano l’arrivo dell’estate 2006.
La più emblematica: chi
dovrebbe parlare, tace
(anzi, è assente).
Chi dovrebbe tacere,
parla (anzi urla).
In primis
gli eccessivi silenzi
l’uscita dalla UE- si è
6 sono state vendute
assistito al boom dell’
48.195 auto di lusso
evasione fiscale.
tra Jaguar, Porsche
Le cifre sono imprese Ferrari.
sionanti (dati Agenzia 3) Nel 2005 sono pasdelle Entrate,CdS, l’Esati di mano 80 mispresso):
la
appartamenti
con valore medio di
• Nel 2000 i gioiellieri
500.000 euro
hanno dichiarato in 4) La giacenza media
media 12 milioni di
di un qualunque c/c
lire (nel ’91 avevano
è di 11.868 euro
dichiarato 16 milio(dato ABI)
ni, impoverimento
5) Il 42 % degli italiadel 37%);
ni dichiara meno di
• i ristoratori 13 mi10.330 euro, cioè
lioni;
meno di quanto ha
• i commercianti di
in banca .
calzature 10 milio- 6) Secondo un’analisi
ni;
del Il Sole24Ore l’e• quelli di
abbigliavasione nel 2005 si
mento 6 milioni
aggira tra gli 88 e i
100 miliardi di euro ; dato prudenziaNel 2003
le perché secondo la
• 17.401.304
italiani
CGIL
rimane in
dichiarano tra i 50nero tra il 16 e il
00 e i 15.000 euro.
18% del PIL, quin• 6.943.240 dichiaradi tra i 170 e i 180
no meno di 5000 eumiliardi, ma seconro
do F.Schneider dell’Università di Linz
• 2.449.000 dichiaraaddirittura il 26%
no meno di 1000 eudel PIL (mentre in
ro
tutti i paesi indu• il 40% dei lavoratostrializzati l’evasiori autonomi dichiane ‘fisiologica’ si
ra un reddito infeaggira sul 5%).
riore alla metà di
un operaio metalEd ancora
meccanico.
• Solo 17 mila contri- A) Nel 2001 le verifibuenti hanno dichiarato più di 200
mila euro.
E’ nato da qualche tempo il nuovo gabinetto
Prodi, ma a parte le polemiche per un numero
spropositato di ministri
e sottosegretari, e per le
dichiarazioni estemporanee di questo o quel
politico governativo,chi
se n’è accorto?
Abbiamo il presidente
del consiglio più laconico del pianeta il che,
pur tenendo conto che
ha sostituito il più logorroico sempre del
pianeta, lascia alquanto
perplessi.
Perché se è vero che
prima, aprendo il giornale o la TV, non passava giorno, anzi ora, che
non si dovesse fare i
conti con l’ultima esternazione del Berlusconipensiero, ora è decisamente arduo per il disgraziato cittadino capire tramite i mass media
cosa realmente accade.
Una cosa è chiara ed è
la drammatica situazione dei conti pubblici.
Senonchè
Il che, per chi conosce 1) Al registro nautico
anche parzialmente le
sono iscritte 65.000
cose italiane, non può
imbarcazioni di lunstupire.
ghezza superiore ai
17 metri
Nell’ultimo quinquennio, a fronte di spese 2) Nel 2005 sono stati
venduti 151.502 fuosempre maggiori -che
ristrada dal costo
hanno portato il disasuperiore ai 45mila
vanzo pubblico pericoeuro e nel soli primi
losamente vicino al licinque mesi del 200mite oltre il quale c’è
che
dell’Agenzia
delle entrate erano
arrivate a 613.664
B) Nel 2003 sono scese a 528.392
C) Nel 2004 sono scese a 414.864
Denaro recuperato: tra
ricorsi e condoni vari la
percentuale rispetto all’evasione è in picchiata:
Denaro recuperato
dalle evasioni
•
•
•
•
•
2001 : 3,1%
2002 : 2,2%
2003 : 0,96%
2004 : 0,51%
2005: 0,34%
Cifre quelle sopra che,
tenuto conto di un presidente del consiglio
che ha di fatto fornito
una patente ufficiale di
legalità al popolo degli
evasori e di un ministro
come Tremonti che è
riuscito a mettere in
campo 17 diverse tipologie di sanatorie fiscali, non devono stupire.
E infatti il buon Prodi
non si è stupito. Forse
però ci si sarebbe aspet(Continua a pagina 15)
20 Giugno 2006
INTERNI
Giustizia e Libertà
15
Anomalie estive
(Continua da pagina 14)
tato che -magari esigendo dalla RAI una
serata tra una puntata
e l’altra dedicata alle
A.R. di Casa Savoia e
al caso Cogne- comparisse a Porta a Porta
per esporre lo stato
delle cose.
Ma né lui ne il buon
Padoa Schioppa hanno
ritenuto opportuno e/o
necessario farlo.
Ecco dunque la
grande anomalia.
In un’epoca dove chi
non parla in TV, non
esiste,
abbiamo un
nuovo presidente del
consiglio che dovrebbe
alzare la voce ma invece
parla poco, pochissimo,
anzi tace del tutto. E qui
noi a chiederci perché.
***
Ancora più irritante è
l’altra anomalia: chi dovrebbe tacere,parla, anzi
urla.
Non bastando lo scandalo del mese precedente
(ormai per gli scandali
occorre il numeretto)
sugli intrallazzi calcistici, scoppia da ultimo
quello degli intrallazzi
di casa Savoia.
Nonché quello degli in-
trallazzi di personaggi
di AN che usavano la
RAI per fare e riceve
favori di carattere sessuale.
Nonché quello degli intrallazzi della società
sanitaria della moglie di
Fini.
Tutti
scandali venuti
fuori grazie alle intercettazioni telefoniche,
ordinate da un magistrato e poi finite sui quotidiani in quanto ormai
documentazione agli atti
del fascicolo.
Ecco allora, in tempo da
record, saltare su politici dell’opposizione e
opinionisti alla Cossiga
a gridare contro
la
violazione
della privacy.
Ora che, come
previsto
dalla
stessa Costituzione, il rispetto
della privacy sia
da tutelare non
vi è alcun dubbio. Ma che,
ipocritamente o
meno, si miri a
richiamare l’attenzione
più
sulla
privacy
violata che sui
reati di varia
gravità comprovati nelle stesse
voci intercettate, è fantascientifico.
Quando qualcuno addita la luna piena, lo
scemo del villaggio
guarda fisso il dito.
L’attesa evidentemente è
che essendo questo, come disse il signore di
Arcore, un popolo di coglioni, si fissi tutti il dito, cioè si dimentichi il
reato e si parli invece del
mezzo usato per scoprirlo.
E più sono i reati emersi
e più si urla alla pubblicazione di telefonate private. Insomma ancora
una volta la tragedia che
si muta in farsa.
Ecco così l’ex ministro
degli esteri gridare alla
gogna mediatica cui viene sottoposta la moglie
-presentata pure alla Regina Elisabetta- mentre
Panebianco stigmatizza
i “giudizi moralistici”
su Vittorio Emanuele.
Come dire che il problema non è un principe di
Savoia che ne fa di cotte
e di crude come un rubagalline o la TV pubblica usata come riserva
di caccia, ma l’eccesso
di intercettazioni da parte dell’autorità giudiziaria.
Anomalie italiane ...
F.
16 Giustizia e Libertà
INTERNI
20 Giugno 2006
Curzi: in Rai apro la questione morale
«Basta con i celebri sconosciuti»
Oggi il caso discusso in Cda
di [email protected]
Riceviamo
e
Pubblichiamo
From: [email protected]
Sent: June 19, 2006
Subject: Si prepara il
terremoto in Rai...
«Breve premessa. Massima attenzione a metodo e contenuti. Ci vuole
responsabilità da parte
della magistratura e dell'informazione, l'uso distorto può essere pericolosissimo. Detto questo,
e per non attaccare un'azienda che voglio di-
mortalano
imbarazzanti dialoghi tra Salvo Sottile, Malgioglio
e il vicedirettore delle
risorse umane Giuseppe Sangiovanni.
«Se tutto fosse vero, sarebbe un intreccio osceno di bassissima politica, malaffare e tv. Non
ROMA
«Un anno fa, appena approdato
al Consiglio Rai,
parlai di un sistema di potere di
"incappucciati".
Pensarono
che
mi riferissi a una
loggia. In realtà
prefiguravo
la
questione morale
Rai. Eccola !
Dopo Tangentopoli e Calciopoli
temo che scoppi
l'intrattenimento
Rai. Costi che
lievitano a dismisura. Sconosciuti
che approdano
all'improvviso
alla
celebrità...
Divi guidati da
scuderie che passano come palline da Rai a Mediaset».
Oggi in Consiglio
Rai si parlerà delle
« i n t e r c e ttazioni Savoia»,
il presidente Claudio Petruccioli lo
ha fatto sapere
ieri.
Il consigliere Sandro Curzi sembra
pronto a dire la sua.
fendere, esce un quadro conosco quel dirigente.
disastroso del Paese».
Ma deve avere un gran
Ha letto le registraziopotere. Sarebbe la prova
ni, Curzi ?
Le intercettazioni im- di quanto sospetto: in
molti show non si arriva
dall'Accademia di arte
drammatica, dalla scuola
del Piccolo, dalle scoperte di Arbore o Dandini.
Ma in altri modi poco
trasparenti. L'universo
dello show va rivisto.
Perciò urge un direttore
generale armato di pazienza e coraggio,
che studi elenchi,
compensi, curriculum, appartenenze
a lobby, a influenti
scuderie di artisti».
Viene in mente il
produttore
Bibi
Ballandi...
«Nulla contro di lui.
Ma noto che ormai
per la Rai è più potente di tanti partiti
politici, piccoli e
frammentati. Temo
che con quei colossi
la libertà di mercato non esista più.
Gli interessi in gioco sono enormi».
Sbuffata di pipa di
Curzi, un salto nel
passato condito di
finte perdite di memoria:
«Ricordo
male, o intorno alla
successione di Bonolis ad Affari tuoi
ci fu una guerra
santa aziendale ?
Ricordo male o
qualcuno mise un
veto a Fabio Fazio e
prima di arrivare a
Pupo si discusse e
litigò per giorni come per un affare di
Stato ?». La pipa si
spegne: «Sbaglio o una
trasmissione di successo
proprio come quella di
Fazio costa immensa-
20 Giugno 2006
INTERNI
Giustizia e Libertà
17
«Basta con i celebri sconosciuti»
mente meno di tanti
"contenitori" che non ne
sfiorano l'audience ?
Oddio, meglio non parlare di Fabio, sennò lo
"targo". Ripeto. Altro
che Calciopoli...»
Nel frattempo c'è Malgioglio che sembra
dirigere molte cose.
«Già. E qui torniamo al
punto. A me piacerebbe
molto sapere per esempio...»
Per esempio, Curzi ?
«Ma quante persone
lavorano a Uno mattina ? Siamo sicuri che
siano tutte insostituibili,
tutte collocate al posto
giusto, tutte utilizzate ?
Magari saranno bravissimi, ma non si sa mai...
Molti critici televisivi
attaccano il modo di
"intrattenere" della Rai
rebbe Sottile e Bruno
Vespa ?
«Mi auguro, spero sia
falsa. Quando ho letto
ho avuto un sobbalzo.
Cosa
significa
"confezionare addosso"
a Fini una puntata di
Porta a porta ? Fosse
vero, sarebbe terribile!
E questa sarebbe l'autonomia dei giornalisti, di
una trasmissione Rai?».
dente Rai chiama un signore che non ha una
veste ufficiale ma che
evidentemente ha molto
potere alla Rai. È quasi
peggio di Tangentopoli.
Perché la tv pubblica,
con i suoi prodotti, orienta i gusti degli italiani. E le coscienze... L'intrattenimento è un vero
fatto
politicomediatico».
C'è la Saluzzi che telefona a Sottile per
sfogarsi...
«Un tempo i segretari di
partito telefonavano ai
direttori di tg, come me,
per questioni politiche o
per una protesta. Ma
nessuno indicava questa
o quella ragazza o, peggio, chiedeva di sapere
A proposito: cosa chi fosse il giornalista
pensa dell'intercetta- invitato a una trasmiszione che riguarde- sione. Qui una dipen-
Morale, Curzi ?
«Se ci sono panni sporchi Rai, lavarli in pubblico. E subito. Ultima
osservazione. Ho sentito
giorni
fa
chiamare
"altezza" Vittorio Emanuele in qualche celeberrimo salotto Rai. Per
favore: meglio "signor".
Grazie».
e il sorgere di astri effimeri. Ricorderà il lancio
delle Lecciso dal trampolino di Domenica in.
Impossibile dimenticarlo. Credo sia tempo di
smetterla di imporre
personaggi nati dal nulla e non dalle scuole di
formazione. Chiedete ad
Arbore quanti bravi artisti ha scoperto di cui la
Rai non si è "accorta"...
E quanti la Dandini...
Quanti "divi" appaiono
in tv e vengono invece
da anticamere politiche,
sottoboschi romani, serate giuste con il portavoce di turno ? Quel via
vai con le stanze della
Farnesina che si scopre
dalle carte processuali
mette i brividi».
[email protected]
C’è un piano per ribaltare il governo
Fuori il Prc, dentro l’Udc di Casini
di Rina Gagliardi (Liberazione, 20.06.2006)
(versione ridotta
I "poteri forti" stanno
seriamente lavorando
per sostituire Rifondazione comunista con
l'Udc.
L'idea è sempre stata
ben chiara, fin dalla nascita dell'Unione e fin
dalla campagna elettorale: "usare" i voti e la
presenza della sinistra
radicale, politicamente
e quantitativamente determinante, per sbattere
fuori Berlusconi, ma
poi determinare, al più
presto possibile, un diverso equilibrio politico, di natura neocentrista.
Il famoso "taglio delle
ali".
L'espulsione dalla maggioranza, o la marginalizzazione del Prc, per
un verso; la rottura della Casa della libertà,
per l'altro verso, con il
passaggio ad una nuova
collocazione politica e
parlamentare della sua
ala ex-democristiana.
Un disegno, che Confindustria, Corriere della sera, ora forse anche
la Cei, accarezzano da
sempre: solo che ora
esso comincia a camminare.
Va da sé che la vittima
illustre di questa operazione è proprio Roma-
no Prodi. Il presidente
del consiglio, nonché
leader dell'Unione, è
l'agnello sacrificale privilegiato del progetto
neocentrista.
Non occorre molta fantasia per capire dove si
va a parare.
Ora, noi non siamo in
grado di prevedere fino
a che punto questo scenario potrà avverarsi.
Abbiamo però una certezza, anzi due: che la
parte maggioritaria della borghesia (e dei poteri con i quali la borghesia è oggi alleata) non
sopportano l'idea che la
sinistra radicale abbia
un peso politico, e di
dirette responsabilità
istituzionali e ministeriali così rilevanti; e
che, finora, a dispetto di
incertezze e contraddizioni, il governo Prodi
dispiace assai al padronato, a Washington e
alla Cei.
Questa è la sostanza,
oltre il can can e la fuffa mediatica. Questo è
il terreno sul quale si
misurerà la lotta politica delle prossime settimane.
Ragionando sul pericolo neocentrista che incombe, molto più forte
dello spauracchio del
ritorno di Berlusconi.
♦
INTERNI
18 Giustizia e Libertà
20 Giugno 2006
...un prete diverso…
da www.iltafano.it
Riceviamo da Don Paolo Farinella, e pubblichiamo volentieri.
Mi dispiace tediarvi a breve distanza di nuovo, ma la lettera è arrivata oggi...
Sbalordite amiche e amici, sedetevi e sbalordite! Ricevo per posta la seguente richiesta: non
so se piangere, se ridere, se disperarmi! La prima reazione a caldo è stata: "in che mani siamo, ragazzi, in che mani siamo. Il card. Siri diceva: meglio trattare con un delinquente parlamentare che un parlamentare cattolico che fa finta di crederci.
Paolo Farinella, prete
Genova
Camera dei Deputati
Gruppo Parlamentare UDC
Il Presidente
Egregio Signor Parroco,
sono [sic!] a disturbarla per chiederle la cortesia di inviarmi, se possibile con sollecitudine,
una giaculatoria, di quelle che insegnavano le nonne ai nipotini. Io le ho imparate così e così
le insegno alle mie figlie. Purtroppo vedo che questa sana memoria cristiana, che ci accompagna durante la giornata, và [sic!] scomparendo e rischia così di finire una ricca e proficua
'trasmissione di fede'.
Perciò mi sono deciso a chiederle una (o più) 'giaculatorie' che insieme a quelle dei suoi confratelli delle altre parrocchie italiane, vorrei raccogliere in un volumetto semplice che penso
utile ed edificante. Confido nel potere aver una sua risposta entro il mese di luglio. Spero di
averla convinta e non averla disturbata,
Suo in Cristo
Luca Volontè
Ps. Nel caso le sia comodo i miei indirizzi sono:
Luca Volontà - c/o Gruppo UdC
Via Uffici del Vicario 21
00100 Roma
oppure via mail (ancora più comodo e rapido): [email protected]
Di seguito la mia risposta:
Sig. Luca Volontà - Camera dei Deputati
Roma
e p.c. ad una marea di amiche e amici che prego di diffondere ciascuno con i propri mezzi via
e-mail
Lei non mi conosce perché se mi conoscesse non mi avrebbe scritto la delirante richiesta, di
cui sopra. In quanto cristiano la ritengo responsabile in solido dello sfascio dell'Italia in cui il
governo Berlusconi da lei e dal suo partito sostenuto e condiviso anche in appoggio a leggi
immorali totalmente in contrasto con la dottrina della Chiesa, quella Chiesa di cui lei ora si
fregia per convenienza partitica, raccogliendo "giaculatorie" da pubblicare, mi pare di capire,
in un libro, non per le sue figliole (poverette!), ma per inviarlo come propaganda a tutte le parrocchie italiane e istituti religiosi, maschili e femminili, credendo così di millantare un credito
che eticamente lei ha perso il giorno in cui ha votato la prima legge ad personam, favorendo
gli interessi personali e di casta del deputato Berlusconi e famigli. D'altronde, anche nel suo
partito, lo stesso segretario Follini si è dissociato, sebbene in ritardo e per questo lo avete dimissionato. Dal punto di vista della morale cristiana è ladro tanto chi ruba quanto chi para il
sacco. Lei di sacchi ne ha parati uno stock intero in cinque anni. Da cattolico?
Ogni volta diceva una "giaculatoria" per non rischiare di fare "finire una ricca e proficua
'trasmissione della fede'"?. Quando ha votato il conflitto d'interessi quale giaculatoria ha detto, potrebbe inviarmela? O per la legge sulle tv del padrone, a chi ha chiesto protezione? A
santa Chiara? A santa Scura? o a Santa Opaca?
La "sollecitudine" che lei invoca per inviarle le "giaculatorie", la impegni più proficuamente a
meritarsi il lauto stipendio (12.000?/15.000? euro al mese?) che noi con le nostre tasse le pa(Continua a pagina 19)
20 Giugno 2006
INTERNI
Giustizia e Libertà
19
… un prete diverso ...
(Continua da pagina 18)
ghiamo perché serva il paese e non perché si preoccupi della "trasmissione della fede". Lei è
stato eletto non per assemblare giaculatorie, ma per servire il popolo sovrano, facendo una
opposizione legittima ma proporzionata al dovere della maggioranza di governare il Paese,
specialmente nello stato comatoso in cui voi lo avete lasciato.
Se lei ha imparato le giaculatorie da piccolo, le reciti in silenzio e non le sbandieri in piazza
perché così fanno anche gli ipocriti e i pagani: per farsi vedere e per averne un utile. Lei vorrebbe farmi credere che è preoccupato per la "trasmissione della fede"? Via, sig. deputato! lei
crede veramente che io sia così stupido da non capire il suo diabolico piano?
Lei ha perso le elezioni e il potere, vuole mantenere i contatti con quel bacino di riferimento
cattolico che sono le parrocchie (la maggior parte delle quali sono da lei distanti, tanto per
precisare, ovvia!) e accreditarsi come deputato credente e praticante fino al punto da raccogliere "giaculatorie" e pubblicarle con il suo nome e cognome (Andreotti docet!) e fare così
propaganda sistematica per i gonzi che possono cascarci.
Vedo anche che lei ha fretta in questa santa fatica editoriale se mi chiede una giaculatoria entro luglio: forse che vanno in scadenza come il tonno e l'insalata?.
Io, invece, Paolo Farinella, prete di Genova, elettore e quindi pro quota parte attiva del popolo
sovrano di cui lei è dipendente, considerato che ha scritto con la carta intestata della Camera
(quindi gratuita), chiedo a lei che ha l'obbligo morale e giuridico di rispondere:
1. Ritiene lei che la raccolta delle giaculatorie, una per parrocchia di tutta Italia (circa 40.000) sia una priorità essenziale ed esiziale per la sopravvivenza del popolo che lo ha
eletto al parlamento? Presenti un disegno di legge, sia discusso in commissione e in Camera e si voti sulla proposta e sulla copertura finanziaria (forse si ridurranno le pensioni
minime perché con una giaculatoria al giorno gli anziani riescono a levare il medico di
torno?).
.
2. Se la sua iniziativa è privata perché usa la carta intestata della Camera che le compete
solo nell'esercizio della sua funzione di deputato che nulla a che a fare con questa stupida e ignorante iniziativa? Non è questa la morale cattolica? Lei ha studiato una morale
ad elastico?
.
3. Quante copie intende stamparne dell'eventuale libro di giaculatorie? A spese di chi? Per
la spedizione eventuale alle parrocchie e/o ad altri chi paga le spese postali? Il francobollo di posta prioritaria che c'è sulla busta della sua missiva chi lo ha pagato? Lei di tasca sua o noi di tasca nostra per intromissione indebita delle sua mani? Lei ha il pudore
ancora di dire che non avete aumentato le tasse e non avete messo le mani in tasca ai
cittadini? Cosa sta facendo lei, non sta mettendo le mani nelle mie e altrui tasche?
.
4. Per preservare la "trasmissione della fede", sarebbe meglio che non usasse i soldi dei
cittadini, come esige la morale cattolica per spedire lettere sue personali o per stampare
libri di giaculatorie inutili e fuorvianti. Deputato Volontè "giaculi" meno e non sperperi i
soldi degli Italiani e impegni il suo tempo a servizio del popolo. Per la morale cattolica
con o senza giaculatorie, se così fosse, si chiama furto e se lei persiste furto aggravato
che, secondo san Paolo è sanzionato con l'inferno.
.
Comunque voglio accontentarla e le mando la seguente giaculatoria che mi insegnò mio nonno oltre cinquat'anni fa: "Dai democratici cristiani che si servono della fede per i loro sporchi
affari, liberaci, o Signore" che io aggiorno per suo diletto e trastullo fideistico: "Dalla peste,
dalla fame, dalla lebbra e dall'Udc liberaci, o Signore, ora e sempre. Amen".
Spero che non ci sia più una prossima volta, ma se dovesse esserci, la prego di non firmarsi
più "in Cristo, suo..." perché lei non è "mio", essendo la schiavitù abolita da qualche secolo e
poi perché è meglio non mischiare il suo partito con l'acqua santa in quanto incompatibili ex
radice.
Mi saluti le sue figlie e esprima loro tutta la mia umana solidarietà in caso di una loro autonoma e sperabile rivolta filiale.
Paolo Farinella, prete
Genova
(la mia e-mail la conosce)
PS. Se lei dovesse pubblicare un libro di giaculatorie a spese pubbliche, io citerò in giudizio lei e aventi causa, chiedendo i danni materiali e morali. Un consiglio gratis: impegni il suo tempo libero a studiare la grammatica e la sintassi, sicuramente le sarà più utile.
INTERNI
20 Giugno 2006
Giustizia e Libertà
20
Tre interrogativi
per il “NO” al referendum
di Paolo Di Roberto
Che questa riforma
costituzionale
fosse
sbagliata lo sapevamo
già e lo abbiamo scritto in più occasioni sul
nostro giornale.
Quello che mai e poi
mai ci saremmo aspettati di dover sentire,
tra tutti i commenti
più assurdi che in suo
sostegno ci è toccato
ascoltare in questi
giorni, è di averne
conferma perfino da
alcuni importanti esponenti della CDL.
salto è l'ennesima ipocrisia che pervade la
campagna referendaria
della destra.
bero, è stata approvata così com'è dagli italiani che se veramente
l'avessero trovata carente l'avrebbero bocNon solo ci invitano a ciata.
votare per una riforma
che loro stessi ricono- In realtà questo altro
scono come carente sot- non è che un meschino
to molteplici aspetti, trucco per cercare di
main più ci promettono guadagnare i voti di
che questi punti saranno quegli elettori di destra
Non più
PRESIDENTE del CONSIGLIO,
bensì
PRIMO MINISTRO
Il ritornello in voga
presso molti di loro,
quando non sono in Non ci si taccia di essere troppo pignoli,
grado di rispondere a di badare troppo alle parole, noi, crociadelle giuste obiezioni
o quando gli vengono namente, riteniamo che le parole sono
mostrate delle palesi la forma in cui si sostanzializza il concontraddizioni
nella
legge, è: "Si, è vero: cetto.
ci sono cose da cam"Primo Minibiare nella legge, ci Ebbene la locuzione
sono cose che così stro" fu introdotta dal fascismo con la
come sono non vanno bene, però… però legge 2263/1925, e non è un caso che
intanto
votiamo la Costiuente non la utilizzò ! !
“SI”, per dare un segnale di cambiamento, perché se votiamo
“NO” resterà sempre cambiati dopo il voto più attenti e quindi meno favorevoli.
tutto come prima e referendario.
non si cambierà mai
più nulla in Italia".
Come non si sa, quan- In secondo luogo, se
do nemmeno.
veramente questa riSarebbe facile risponforma è da cambiare,
dere in un modo simi- Vediamo perché questa perché non si sono aple: "la riforma è sba- affermazione è profon- portati
precedentegliata, quindi intanto damente ipocrita.
mente le modifiche,
votiamo “NO”, poi
prima ancora di appenseremo a cam- In primo luogo nel mo- provarla in parlamenbiarla in modo cor- mento in cui la riforma to ?
dovesse essere approvaretto e coerente".
ta, ossia nel caso in cui Non sarebbe stato più
Ma non vogliamo li- vincesse il “SI”, non logico e giusto presenmitarci a questo nel capiamo quale interesse tarsi agli italiani con un
nostro articolo.
avrebbero a modificarla. testo completo e definiQuello che invece votivo invece che con uno
gliamo mettere in ri- La riforma, ci direb- ancora incompleto e da
revisionare ?
In terzo e ultimo luogo,
parte della riforma entrerebbe in vigore a
tutti gli effetti a partire
dal 2011 e parte addirittura solo nel 2016,
ossia tra circa 10 anni,
tra due legislature.
Quindi il testo attuale
dovrebbe essere modificato entro quella data,
approvato dal parlamento attuale, e, nel caso
non sia presente una
maggioranza qualificata,
per la sua approvazione
definitiva andrebbe sottoposto a un nuovo referendum confermativo.
Un testo approvato per
via referendaria dovrebbe essere rimesso nuovamente al voto popolare una seconda volta prima di divenire definitivo
e poter entrare in vigore.
Ma tutto questo non ha
proprio nulla di assurdo ?
Eppure succede anche di
questo nell'Italia della
CDL.
Crediamo allora che vi
siano ben pochi dubbi su
quella che dovrà essere
la scelta per il voto di
domenica prossima.
Un “NO”, netto e deciso, contro una riforma
costituzionale aborrita
perfino dai suoi stessi
sostenitori.
PdR
20 Giugno 2006
INTERNI
Giustizia e Libertà
21
«Tutto va bene, Madame la marchesa»
(Continua da pagina 1)
dopo 25 anni di tentativi
questo cambiamento venisse rifiutato -spiega- è evidente che per un secolo
non si parlerebbe più di
cambiamento. A questo
punto, non la Lega, ma
il popolo potrebbe scegliere altre strade non
democratiche e questo,
come ha detto Bossi, sarebbe un dramma» senza minimamente rendersi
conto che stava … buttando benzina sulle fiamme.
Ma d’altra parte, ci si potrebbe obiettare, cosa mai si
può pretendere da un personaggio di tal fatta !
Quello però che lascia davvero sconcerti è notare che
l’altra sera a “Primo Piano” (umilmente vorremmo chiedere a colui che
si occupa di queste cose,
per quanto tempo ancora dovremmo assistere a
questo osceno varietà,
oltretutto fazioso e di
cattivo gusto ?) un politico di lungo corso come
Gianfranco Fini possa
cadere così in basso affermando che, dopo tutto Bossi aveva anche dichiarato «... E questo è
un dramma».
E con questa affermazione si può addirittura incolpare Himmler di essere
stato uno sprovveduto,
infatti, se avesse aggiunto
alla sua dichiarazione sulla necessità di istituire i
“lager” per l’eliminazione degli ebrei la frase «...
E questo è un dramma»
forse poteva anche essere
considerato un benemerito del ebraismo mondiale.
Oppure se il presidente
Truman avesse aggiunto
all’ordine di sganciare la
bomba atomica su Yroshima e Nagasaki avesse
aggiunto la stessa espressione «... E questo è un
dramma», forse potrebbe
essere considerato un benefattore dell’umanità.
E vero che entrambi,
Himmler e Truman attuarono i loro piani mentre
Bossi l’ha solo dichiarato
(o meglio, minacciato) ma
ora vorremmo sciogliere
questo nostro dubbio:
dobbiamo aspettare che si
giunga a mettere in atto le
«altre vie, perché democraticamente non cambierà più niente» !!!
Dobbiamo arrivare a tanto.
Come ci si può illudere
che senza far nulla si possa giungere a trovare il
modo di bloccare questi
fomentatori, sostenitori
della lotta armata, come
unico modo per poter ostacolare l’applicazione di
un risultato referendaria
deciso con metodo democratico ?
Noi siamo convinti che gli
italiani tutti (o almeno la
maggior parte di essi), di
destra e di sinistra siano
coscienti che la democrazia non si conquista “sulla punta delle baionette”, come l’America di
Bush ha inutilmente tentato di fare in Iraq da ben 5
anni, ed i cui risultati si
possono riassumere in un
solo concetto: si è riusciti
a far “diffondere il terrorismo a livello globale”.
Ci saremmo aspettati, lo
confessiamo, una qualche
reazione più precisa, più
puntuale (lungi da noi l’idea che dovesse anche
essere più forte e violenta)
da parte dei partiti dell’attuale maggioranza. Essa,
invece, si deve tristemente
riconoscere, che non vi è
stata, se non a livello di
sussurri e bisbigli.
Forse si è adottato un misteriano “fair-play” che
ci risulta assolutamente
incomprensibile.
Un po’ come ci è apparso
incomprensibile, la settimana scorsa l’atteggiamento del pur lucidissimo
Bersani quando non ha
snocciolato le cifre del
deficit del Bilancio di
Berlusconi, pur essendo
stato più e più volte invitato a farlo dalla “violentemente
graffiante
‘R’” della EX-sottosegretario Armosino.
Anche in questo caso di è
trattato di “Fair Play” ?
Non vorremmo che da un
“Fair Play” all’altro si
giunga persino ad accettare come un “unicum indivisibile” le “Leggi ad
Personam: La Depenalizzazione del Falso in
Bilancio, la Legge Gasparri, la Legge sulle
Rogatorie Internazionali, La Legge Schifani, la
Legge Cirami-Carrara,
la Legge sull’Ordinamento
Giudiziario, la
Legge Salva-Previti, la
Legge Pittelli” che il Berlusconi si è cucito addosso.
Ma, innanzi tutto vorremmo che la prima norma da
abrogare sia quella che
depenalizza il reato di
“offesa alla bandiera”.
Non fosse altro che per
verificare se sia giusto o
meno “pulirsi il c… col
tricolore”, ed affinché, in
un modo o nell’altro lo
imparino tutti coloro che
sono dotati di cittadinanza
italiana.
Qualora non si condivida
questa convinzione … le
frontiere italiane sono sem
pre aperte, l’espatrio è
sempre stato ed è tutt’oggi
una possibilità di cui tutti
possono approfittare, specie quei “padani”, che
non si sentono -così almeno dichiarano- italiani.
D’altra parte, se non andiamo errati, fu lo stesso
EX-Senatur (un Masaniello in formato molto ridotto) che, a suo tempo,
ventilò la possibilità di
trasferirsi in Svizzera, se
la Cdl avesse perso le elezioni ebbene:
1) quelle
politiche le
hanno
perse;
2) quelle
amministrati v e ,
pure;
3) quelle
Refe-
rendarie … tra qualche
giorno
Ma Bossi ed i vari Calderoli, Borghezio e Co. mostrano sempre di avere
una bocca grandissima nel
fare dichiarazioni (è il caso di dirlo, scusatemi) a
c…. a cui non hanno mai
fatto seguito azioni.
Ne in bene né in male.
Si può forse dire di loro
che sono espertissimi unicamente in “azioni orali”.
Stante così le cose, non
possiamo fa altro che augurarci che, almeno questa volta, nello stesso momento in cui il Berlusconi
chiede e richiede la riconta dei voti, la Commissione di verifica delle elezioni applichi con obiettiva
severità ciò che viene stabilito nell’art. 10, n.1 della Legge n.361, del 3 giugno 1957.
Stando bene attenti a cosa
potrà poi accadere al Senato.
Perché in tal modo, non
ce lo si può nascondere, al
giorno d’oggi, sulle Leggi
al senato si potrebbe scatenare un ennesimo “mercato delle vacche”.
Come è già avvenuto per
la nomina del presidente
della Commissione permanente Difesa:
Sergio De Gregorio, Senatore della IdV che è stato eletto, in contrasto con
la candidata dell’Unione
Lidia Menapace, grazie a
voti delle Cdl.
Luigi Barbato
Giustizia e Libertà
Periodico Politico Indipendente
Autorizzazione Tribunale di Roma
n° 540/2002 del 18.09.2002
Proprietà: L. Barbato
Redazione: Via Monte di Casa, 65 -00138- Roma
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Direttore Responsabile: Luigi Barbato
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22 Giustizia e Libertà
INTERNI
20 Giugno 2006
IO VOTO NO ! E TU ?
IL 25 e 26 GIUGNO SI VOTA IL REFERENDUM SULLA
RIFORMA DELLA COSTITUZIONE
( legge pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 146 del 18 Novembre 2005)
Le cose preziose
vanno trattate con
cura,altrimenti
si
rompono in modo
irreparabile.
La nostra Costituzione è un oggetto
prezioso.
Perché fissa le libertà, i diritti e le garanzie sulle quali si fon-
efficace.
Quello che non si
può
fare
è
“rompere” la Costituzione.
Insomma farla a pezzi, perché i guasti
successivi cadrebbero interamente sulle
spalle degli italiani.
Votiamo NO perché:
non accettiamo un
Paese diviso, lacerato, paralizzato, discriminato ancor più
tra Nord e Sud.
Vogliamo
un’Italia
unita, dove i diritti
siano uguali per tutti
i cittadini, dove la
solidarietà sia un va-
MIGLIORARE
LA
COSTITUZIONE
SI PUO',
FARLA A PEZZI
NO
da il paese.
Cambiare la Costituzione si può. Anzi, in
alcune parti, è persino necessario. La si
deve cambiare per
garantire
maggiori
diritti e libertà ai cittadini e alle amministrazioni
locali
(Comuni,
Province,Regioni), a partire
da un federalismo
Il 25 e 26 giugno si
terrà il referendum
sulla riforma della
Costituzione voluta
dalla destra.
Questa riforma riscrive ben 53 articoli
della nostra Costituzione repubblicana:
in pratica,la demolis
c
e
.
La possiamo bocciare
votando
NO.
lore fondamentale.
Votiamo NO perché:
non vogliamo che il
Presidente del Consiglio abbia poteri
“assoluti”, che possa
sciogliere la Camera
dei Deputati a suo
arbitrio.
Vogliamo che il Parlamento eletto dal
popolo abbia i poteri
per tutelare i diritti e
le libertà dei cittadini, che il Presidente
della Repubblica sia
un garante, rispettato ed autorevole, che
la Corte Costituzionale sia autonoma.
Votiamo NO perché:
non accettiamo di
mandare in soffitta i
valori fondamentali
e i diritti scritti nella
nostra Costituzione
nata dalla lotta di Liberazione.
Vogliamo dare significato pieno a quei
valori, allargare lo
stato sociale, arricchire la convivenza
civile,
rafforzare
le istituzioni, l’unità
del nostro Paese e la
nostra democrazia.
Votiamo NO perché:
la riforma della destra ha un costo finanziario altissimo
che pagheremo noi
cittadini;non è né
moderna né lungimirante.
Noi invece vogliamo
guardare al futuro.
Il 25 e 26
giugno
votiamo
NO