viaggio nei cortometraggi africani Schema per la sperimentazione

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viaggio nei cortometraggi africani Schema per la sperimentazione
Progetto Ismu-Coe 2007/2008
Cinema & intercultura: viaggio nei cortometraggi africani
Schema per la sperimentazione del percorso
novembre 2007-marzo 2008
Titolo del percorso: Cinema e sogni
Docente: Fabio Mantegazza
Cortometraggio: Amal
Destinatari: Classe 1 C – sms Milani di S. Giuliano Milanese
(18 alunni, 9 maschi e 9 femmine; 5 stranieri, di cui 3 sud-americani, in Italia da più
di due anni, con un livello di alfabetizzazione che si può considerare sufficiente; un
egiziano, in Italia dall’agosto scorso, che a settembre non capiva una parola di
italiano, e che oggi comincia a capire qualcosa e a formulare semplicissime frasi; una
ragazza filippina, arrivata da meno di un mese, che non capisce nulla di italiano e con
la quale si comunica in inglese. Livello complessivo della classe medio-basso)
Tempi: tre-quattro settimane, tra febbraio e marzo.
Obiettivi:
comprendere le vicende narrate dal cortometraggio
essere in grado di leggere in modo interattivo il film
affrontare le difficoltà legate alla visone di un film sottotitolato
riuscire a stabilire confronti e relazioni tra le vicende narrate dal film e la
propria esperienza personale
lavorare in modo cooperativo nell’analisi e nella riflessione sul film
ascoltare, accettare e tener conto delle opinioni degli altri
Percorso: fasi ed azioni
1. Prima proiezione cortometraggio (20’)
Amal è stato proiettato in aula video, utilizzando un normale televisore a 24
pollici.
I ragazzi avevano già un’esperienza di tipo cinematografico: da settembre a oggi
hanno assistito a tre film, ma al cinema. Non avevano mai assistito a una
proiezione scolastica con la tv.
2. Schieramento (20’)
Subito dopo la proiezione, a caldo, come erano già stati abituati a fare in
occasione dei precedenti film, i ragazzi hanno dato vita a quello che chiamiamo lo
schieramento. Si dispongono cioè fisicamente, in piedi, lungo una linea ideale
all’interno della classe, i cui due estremi indicano il massimo gradimento possibile
del film da un lato, il minimo dall’altro. L’attività si svolge nel silenzio totale;
ciascuno si posiziona senza dover specificare perché è lì; può naturalmente
guardarsi intorno per vedere la disposizione della classe. Il “gioco” ha lo scopo di
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dare immediatamente a tutti – prof e alunni – un quadro di come il film è stato
accolto dalla classe, un indice di gradimento fisico.
Che può poi anche subire delle modificazioni.
Infatti, una volta terminato, e solo allora, chi vuole può, alzando la mano, spiegare
perché è lì. Deve solo motivare la sua posizione avendo anche lo scopo di
convincere i compagni del suo giudizio. Non si discute con gli altri, ma
semplicemente si motiva la propria scelta. Quando tutti (quelli che vogliono)
hanno terminato di parlare, ognuno può decidere se rimanere fermo nella sua
posizione, o modificarla.
N.d.P. (Nota del Professore): lo schieramento ha evidenziato un indice di gradimento
medio-basso, con una netta differenziazione fra maschi e femmine; le ragazze su
posizioni intermedie, i maschi affollati intorno ai livelli più bassi.
3. Discussione in classe (50’)
Tornati in classe, subito dopo lo schieramento, discussione a caldo sul film; si
parla a turno, a ruota libera, con alcune sollecitazioni dell’insegnante (cosa vi ha
colpito di più nel film ? avete avuto difficoltà di comprensione? Problemi coi
sottotitoli? Sareste in grado d raccontarlo a un amico? Ecc.).
Dalla discussione emergono chiaramente alcuni punti:
• Una generale difficoltà di comprensione del cortometraggio, legata al
linguaggio e all’uso dei sottotitoli. In particolare mi pare di rilevare due
aspetti: la sorpresa di fronte ai sottotitoli, e la non abitudine (“se leggo non
guardo” “vanno troppo in fretta” “a volte non si vedono sullo sfondo”) a
guardare film sottotitolati
• Da qui la conclusione di molti : non si capisce, quindi non mi piace.
• Netta differenza fra maschi e femmine: ai primi la storia sembra comunque
poco interessante e addirittura noiosa; alle ragazze sembra interessante, ma
non chiara in tutti i suoi dettagli.
N.d.P. (Nota del Professore) Avevo già previsto in fase di programmazione del lavoro di
proporre il cortometraggio almeno due volte. A maggior ragione, questa reazione dei
ragazzi mi induce a proporre loro immediatamente ( per essere più precisi a una
settimana di distanza, nelle due ore settimanali che possiamo dedicare a questa attività)
una seconda proiezione.
4. Seconda proiezione cortometraggio (20’)
Amal viene riproposto la settimana successiva, con alcuni accorgimenti:
- i ragazzi sono ormai consapevoli di vedere un film sottotitolato, e
quindi predisposti a prestare una maggiore attenzione alle scritte; le
immagini in un certo senso le conoscono già
- vengono invitati a posizionarsi con le sedie più vicini alla tv, in modo
da facilitare la lettura (in precedenza qualcuno aveva lamentato di non
riuscire fisicamente a leggere)
5. Brainstorming emozioni (15’)
Tornati in classe, a caldo, i ragazzi sono stati invitati a realizzare il
“Brainstorming delle emozioni” (erano già abituati a questa attività sperimentata
in occasione dei film precedentemente visti). Attività in cui ognuno di loro,
liberamente, dice una parola, una piccola frase, che il film gli ha suscitato. Non un
giudizio, ma un’associazione di idee, il più possibile istintiva e immediata. Non lo
deve motivare, ma semplicemente affermare.
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Il Brainstorming viene come sempre visualizzato alla lavagna dal prof e sui
quaderni dai ragazzi. (Al termine del percorso verrà “trasformato” in un
cartellone)
Quando il brainstorming è concluso (ogni alunno deve dire almeno una parola, ma
può arrivare fino a un massimo di tre) si ottiene, volutamente, una
rappresentazione casuale e molto disordinata delle emozioni espresse dalla classe.
Se qualcuno vuole può chiedere spiegazioni del perché di alcuni termini o
espressioni che non gli sono chiari. In questo caso sono state richieste le
spiegazioni di pochi termini, di tipo astratto come curiosità, libertà….
Evidentemente la ragione degli altri termini presenti era abbastanza chiara a tutti
6. Riordino brainstorming (30’)
Dal caos all’ordine.
Insieme, in modo interattivo, si è cercato di dare un ordine alle diverse parole
comparse sulla lavagna, raggruppandole per categorie. Si ragiona in questo modo
sulle principali emozioni suscitate dal cortometraggio nei ragazzi
7. Di cosa parla il film (30’)
Dal piano emotivo a quello razionale.
Ho chiesto ai ragazzi (anche questo tipo di lavoro era già stato svolto in
precedenza, in una sola occasione, per L’estate di mio fratello) di indicare in
ordine di importanza quali sono “i tre argomenti- problemi – di cui parla il film”.
Ognuno li ha indicati individualmente in ordine prioritario, poi abbiamo messo
insieme i risultati, attribuendo un punteggio a ciascun argomento, a seconda di
quale posizione occupasse nelle graduatorie individuali.
Da tale confronto è emerso che per i ragazzi i tre temi principali del film erano:
ASogni irrealizzabili
BIl rapporto fra fratelli e sorelle
C
Importanza o meno della scuola
8. Cosa vuol dire “AMAL” (10’)
In classe c’è Abdel, un ragazzo egiziano. Quando ho parlato di Amal, lui ha
chiaramente fatto intendere che conosceva il significato di questa parola.
Gli ho raccomandato di mantenerlo segreto, e abbiamo fatto una specie di gioco
coi ragazzi invitandoli a indovinare il significato di questo nome proprio, dopo
aver loro spiegato che come accade anche per certi nomi propri italiani (Rosa,
Serena, Bruna) corrispondeva a un nome comune di significato astratto.
I ragazzi si sono molto divertiti a cercare di indovinarlo.
Generalmente hanno dato risposte sensate, anche se non esatte (libertà,
curiosità….); due o tre non hanno capito il gioco; quattro hanno risposto sogno e
due speranza .
9. Redazione del giornale: presentazione del film (45’)
Ho chiesto alla classe di fingere di essere una redazione di un giornale, che aveva
il compito di scrivere la presentazione di Amal per i trafiletti che compaiono
normalmente a questo scopo sulle pagine di cinema dei giornali.
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Ho letto loro come esempio alcune presentazioni del Corriere e di Repubblica; li
ho divisi in sei gruppetti da tre, opportunamente diversificati al loro interno (anche
qui, esiste già un’esperienza precedente di scrittura “collettiva” in occasione di
sintesi di brani letti sull’antologia) e ho dato loro un limite di tempo – 15 minuti –
e di parole, con un range tra 80 e 100.
Al termine del lavoro le sei presentazioni sono state presentate al capo –redattore
(il prof) che le ha lette a tutti. Collettivamente si è scelta quella che è stata ritenuta
la migliore, degna di essere pubblicata sul giornale.
Tutte e sei le presentazioni compariranno comunque su uno dei cartelloni che
presenteranno il percorso di lavoro.
N.d.P. (Nota del Professore): osservazione a margine. Surrettiziamente, quando ho letto
le recensioni, ho inserito, senza farmi accorgere, anche quella “ufficiale”, quella che
compare sul retro del dvd e che avevo precedentemente trascritto su un foglio che ho
mischiato agli altri che mi sono stati consegnati dai ragazzi (ai prof piace sempre un po’
imbrogliare ☺ ) . Ingenui come sono non se ne sono accorti – non si sono nemmeno resi
conto che avevo letto 7 presentazioni e non 6 – ma l’aspetto curioso è che questa
presentazione ha ricevuto scarsissimi consensi. Quando ho rivelato loro il trucco, non si
sono stupiti (sono consapevoli di avere un prof. burlone) e hanno motivato il loro scarso
consenso a questo testo perché “troppo sintetico e schematico.
Inutile dire che io lo presentavo come una sorta di modello
10. Amal ha un sogno. Anch’io ho un sogno (15)
Abbiamo convenuto che il film racconta il sogno spezzato di Amal.
Ma tutti noi abbiamo un sogno ( o anche più!) nascosto nel cassetto. Qual è il tuo?
I ragazzi sono stati invitati a comporre un “cartellone dei sogni” nel cui centro
campeggiava una bella foto di Amal a colori, scrivendo su un post-it, in forma
anonima, e in stampatello maiuscolo (per favorire l’anonimato) il loro sogno
segreto.
Il prof poi ha letto a voce alta tutti i sogni della classe
Ne è seguita una discussione molto libera su “cosa ci riserverà il futuro”
11. Schieramento finale (10)
Al termine del percorso di riflessione e analisi, ai ragazzi è stato proposto di
ripetere lo schieramento che era stato operato a caldo. Lo hanno fatto volentieri e
si sono evidentemente registrati degli spostamenti consistenti verso l’alto. Lo
hanno constatato i ragazzi stessi, che lo hanno motivato dicendo che :
- dopo averlo visto la seconda volta lo avevano capito di più
- avendone parlato insieme lo avevano capito meglio
- i lavori fatti avevano aiutato a capire di cosa parlava il film
- adesso era chiaro cosa voleva dire…
Insomma, stando a loro, sembra che il problema fondamentale sia quello della
comprensione; ma io credo che anche la componente emotiva abbia tratto molto
giovamento dal lavoro di riflessione e approfondimento collettivo.
Materiali utilizzati e fonti:
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Dvd COE tre cortometraggi
Fotogrammi del film (2 forniti da Manuela P. a colori; uno in bianco e nero
ripreso dal volantino della Giornata del cinema 2007)
Verifica:
• Confronto fra le due attività di “schieramento” a distanza di tempo
• Realizzazione dei cartelloni sul film
Punti di forza:
- forte motivazione per un lavoro presentato come sperimentazione al di
fuori del normale curricolo; in parallelo con altre scuole
- curiosità e interesse suscitate da un cortometraggio di un paese lontano
- interesse per tutto ciò che è “arabo”, collegato alla presenza di un
ragazzo egiziano in classe.
- ampia utilizzabilità didattica del cortometraggio, proprio per la sua
brevità (possibilità di replicare la proiezione)
- ampiezza e profondità del percorso di analisi proposto (nessuna
stanchezza da parte dei ragazzi; anzi, ad ogni tappa sembrava che “si
capisse qualcosa in più”)
- interesse e disponibilità a cooperare, sia in piccoli gruppi, che nel
gruppo classe
- visibilità del lavoro grazie ai cartelloni
Criticità/difficoltà:
- difficoltà iniziale di impatto col cortometraggio africano
- difficoltà già evidenziate a seguire un film coi sottotitoli (in parte superate alla
seconda visione)
- scarsa sensibilità della parte maschile della classe a una tematica più
“femminile” (almeno secondo loro).
- difficoltà a cogliere alcune sottigliezze e sfumature del linguaggio
cinematografico scelto dal regista (inquadrature, silenzi……)
Ricadute sulla scuola/ambito di lavoro:
Troppo presto per poterle valutare.
Tra quelle attese:
sulla classe:
- miglioramento della socializzazione
- aumento della disponibilità nella classe al lavoro cooperativo e interattivo
- migliorate capacità di analisi del film
sulla scuola:
- interesse verso le proposte di cinema africano (e non solo) che già è
conosciuto nella scuola, quando verranno esposti i cartelloni nella mostra di
fine anno.
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