cronologia estrogeni - Donnemedico Treviso
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cronologia estrogeni - Donnemedico Treviso
ISTITUTO DI RICERCHE FARMACOLOGICHE MARIO NEGRI Conferenza di consenso Quale informazione per la donna in menopausa sulla terapia ormonale sostitutiva? Il presente progetto ha ricevuto il sostegno della Compagnia di San Paolo Breve cronologia sugli estrogeni e la terapia ormonale sostitutiva 1923-1938: Ricercatori indipendenti scoprono l’esistenza degli estrogeni e descrivono il loro ruolo. 1932: Il ricercatore francese Lacassagne registra l’aumento dell’incidenza di cancro alla mammella in topi trattati con estrogeni. 1933: I Laboratori Ayerst immettono sul mercato statunitense il primo estrogeno ad assunzione orale: Emmenin. È derivato dall’urina di una donna canadese in gravidanza. 1938: Un gruppo di chimici inglesi, convinto che il sapere scientifico debba essere messo a disposizione di tutti, pubblica su Nature la formula di un estrogeno sintetico, il dietilstilbestrolo (Des), che non potrà più essere brevettato. Una decisione gravida di conseguenze. Ricercatori della Schering sintetizzano l’etinilestradiolo. Il British Medical Journal pubblica uno studio a firma di Charles Dodds, uno dei ricercatori che aveva sintetizzato il Des: la sostanza causa aborti spontanei in ratti e conigli. Il Congresso americano approva il 1938 Food, Drug, and Cosmetic Act: i nuovi 1939: standard di approvazione richiedono che venga specificata l’indicazione terapeutica dei farmaci. Il Journal of the American Medical Association, in due editoriali, mette in guardia dai pericoli derivanti dalla somministrazione troppo facile di estrogeni. In uno di essi scrive: «Per quanto concerne i rapporti conflittuali sul DES [dietilstilbestrolo] sembra necessaria una approfondita indagine di questo composto prima che esso possa 1940: essere prescritto nella terapia di routine. La possibilità di carcinoma indotta da estrogeni non può essere ignorata». Tredici aziende farmaceutiche richiedono all’Fda l’autorizzazione per immettere in commercio il Des, farmaco di grande interesse per almeno tre ragioni: è efficace nella forma orale, è una eccellente copia dell’estrogeno naturale e non è brevettato. A fronte di un probabile rifiuto, le compagnie ritirano le richieste e cominciano un’operazione di lobbying a favore del medicinale lunga un anno: studi condotti sull’uomo che ne evidenziavano i benefici e lettere a favore dell’approvazione, scritte dai medici all’Fda, sono gli strumenti principali. Per informazioni: Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri Paola Mosconi [email protected] telefono 02-39014503 1 1941: Un articolo pubblicato su Cancer Research mette in relazione la somministrazione di estrogeni e l’insorgenza di cancro alla cervice uterina in animali. L’autore scriveva: «L’alta incidenza del cancro alla cervice in questi gruppi sperimentali mette in evidenza che l’estrogeno è un fattore molto importante, non semplicemente uno incidentale, nel processo di carcinogenesi». L’Fda approva il Des con quattro indicazioni: sintomi della menopausa (comprese le vampate), vaginite senile, gonorrea e per prevenire la lattazione in donne che hanno recentemente partorito. 1942: I Laboratori Ayerst immettono sul mercato Premarin, un farmaco a base di estrogeni di origine equina. 1960-1970: La pubblicità e i mezzi di comunicazione creano lo stereotipo della donna in menopausa: tormentata per la perdita della femminilità, perché non è più attraente 1963: e per l’incapacità di generare figli. Il ginecologo Robert A. Wilson fonda la Robert Wilson Research Foundation con l’obiettivo di promuovere l’uso degli estrogeni nelle donne in menopausa. La 1966: fondazione è finanziata anche da industrie farmaceutiche produttrici di estrogeni. Robert A. Wilson pubblica Feminine Forever (Donna per sempre), in cui la menopausa è descritta come una “tragedia” che “distrugge la personalità e la salute” della donna. Per questo promuoveva l’uso degli estrogeni come strumento per cancellare la menopausa mantenendo le donne “femmine per sempre”. Il libro vende centomila copie nei primi sette mesi. 1968-1972: Più di 300 articoli sulla stampa generalista femminile promuovono le tesi di Wilson. 1971: Nella popolazione femminile statunitense il consumo di tranquillanti aumenta del 110% rispetto a cinque anni prima, quello degli antidepressivi del 320%. Uno studio pubblicato sul New England Journal of Medicine1 connette l’assunzione di Des in donne in gravidanza con l’insorgenza di cancro alla vagina nelle figlie. I National Institutes of Health indicono una conferenza sull’uso degli estrogeni in menopausa, ponendo l’accento sulla carenza di dati in merito all’efficacia della terapia ormonale sostitutiva2. 1972: Un filmato educativo prodotto da una casa farmaceutica per i medici recita: «Le alterazioni fisiche associate alla menopausa possono indurre cambiamenti psicologici. Quando una donna sviluppa vampate, sudorazione, rughe sul volto, è così preoccupata per il fatto che sta perdendo la sua giovinezza che può effettivamente perdere il marito». 1975: Il New York Times pubblica l’intervista a un medico: «Penso alla menopausa come a una malattia da deficit, esattamente come il diabete. La maggior parte delle donne sviluppa alcuni sintomi […] perciò io prescrivo estrogeni praticamente per tutte le donne in menopausa per un periodo di tempo indeterminato». L’Fda vieta l’uso del Des nelle donne in gravidanza. Per informazioni: Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri Paola Mosconi [email protected] telefono 02-39014503 2 Due studi3 pubblicati sul New England Journal of Medicine rafforzano la correlazione tra terapia ormonale sostitutiva e cancro all’endometrio. Nelle donne che avevano assunto estrogeni per cinque anni o meno il rischio di incorrere in questo tumore è cinque volte maggiore rispetto a chi non ne aveva fatto uso. 1976: L’FDA obbliga i produttori ad applicare su ogni confezione di estrogeni un’etichetta che avverta dei rischi. Emerge la connessione tra assunzioni di estrogeni e cancro al seno4. 1979: Emerge l’efficacia del progesterone per contrastare la cancerogenicità degli estrogeni a carico dell’utero5. 1982: La terapia ormonale sostitutiva risulta efficace nel rallentare la perdita di densità ossea in donne in menopausa chirurgica a seguito di ovariectomia6. La presunzione di efficacia viene estesa anche ai casi di menopausa naturale. 1984: Una Conferenza di Consenso sull’osteoporosi organizzata dal National Insitutes of Health mette in guardia dall’uso indiscriminato della terapia ormonale sostitutiva nella prevenzione delle fratture ossee. 1985: Due studi pubblicati sullo stesso numero del New England Journal of Medicine7 mettono in luce la correlazione tra terapia ormonale sostitutiva e aumento del rischio cardiovascolare Numerosi studi osservazionali suggeriscono invece l’efficacia della TOS nella prevenzione degli eventi cardiaci, dell’aterosclerosi e della demineralizzazione ossea, 1986: inoltre non emergono incrementi nel rischi. L’Fda approva gli estrogeni come trattamento dell’osteoporosi post-menopausa, ma raccomanda una dieta ad alto contenuto di calcio e attività fisica. 1989: Uno studio svedese8 evidenzia che le donne che assumono per almeno nove anni estrogeni hanno un rischio doppio di sviluppare un cancro al seno rispetto alle donne che non vi ricorrono. Il rischio raddoppia ulteriormente nel caso di associazione estrogeni-progesterone. 1991: Una metanalisi9 condotta dal Centers for Disease Control americano rileva che il rischio di cancro al seno in donne che ricorrono alla terapia ormonale sostitutiva rimane inalterato almeno fino al quinto anno di assunzione della terapia. 1990: L’azienda farmaceutica Wyeth inizia il trial (randomizzato) Hers, Hearth and Estrogen/Progestin Replacement Study, per poter accedere all’approvazione di Premarin nella prevenzione di nuovi problemi cardiaci in donne già affette da cardiopatia ischemica. 1995: Pubblicato sul Journal of the American Medical Association lo studio PEPI (Postmenopausal Estrogen/Progestin Interventions Trial)10 sul rischio cardiovascolare connesso alla terapia ormonale sostitutiva, condotto dal National Institutes of Health. La TOS riduce alcuni fattori di rischio (come il colesterolo Ldl), ma ne aumenta altri (come i trigliceridi). Inoltre il progesterone sembra interferire sugli effetti benefici che l’estrogeno ha sul colesterolo. Per informazioni: Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri Paola Mosconi [email protected] telefono 02-39014503 3 1998: Il Journal of the American Medical Association pubblica i risultati del primo follow up dello studio Hers11: non viene evidenziato alcun effetto protettivo degli estrogeni su 2002: un secondo evento coronarico in donne già affette da cardiopatia ischemica. Il secondo follow up dello studio Hers mette in luce che la Terapia Ormonale Sostitutiva non riduce gli infarti, gli ictus, gli interventi di rivascolarizzazione, i ricoveri per angina instabile o scompenso, né la mortalità per cause cardiovascolari. Risulta inoltre un aumento di tromboembolismo venoso e ricorso alla chirurgia biliare, mentre non si osserva un aumento di tumori né una riduzione di fratture. La mortalità totale aumenta nelle donne cardiopatiche trattate con estroprogestinici, ma non in modo statisticamente significativo12. Una revisione sistematica pubblicata su Annals of Internal Medicine mette in discussione la correttezza metodologica degli studi osservazionali precedenti, in base ai quali si erano accumulati gli indizi di efficacia preventiva della TOS in ambito cardiovascolare13. Sul Journal of the American Medical Association vengono pubblicati i risultati dello studio clinico randomizzato WHI (Women’s Health Initiative). Lo studio è interrotto in anticipo perché è evidente che gli svantaggi prevalevano sui benefici: la TOS, non solo risulta inefficace, ma provoca quegli stessi disturbi che dovrebbe prevenire. Tuttavia non si osservano differenze significative di mortalità nei due gruppi di donne14. Lo studio viene immediatamente criticato: il campione analizzato non sarebbe rappresentativo della popolazione che fa ricorso alla TOS, si sarebbero sopravvalutati i rischi e sottovalutati i benefici. L’ipotesi del timing teorizza che la TOS 2003: sarebbe vantaggiosa nella prima decade dell’età postmenopausale, svantaggiosa in seguito. L’Fda impone alle aziende produttrici di estrogeni e estroprogestinici di apporre sulle confezioni un black box che avverta dell’aumento di rischio cardiovascolare e di tumori al seno connesso all’assunzione di questi farmaci. The Lancet pubblica i risultati del Million Women Study, un monitoraggio osservazionale su oltre un milione di donne di età compresa tra i 50 e i 64 anni. Si registra un aumento del 66% dell’incidenza del tumore al seno nelle donne che assumevano estrogeni, un incremento della mortalità specifica del 22%15. Il Journal of the American Medical Association pubblica i risultati dello studio WHIMS (WHI Memory Study): in contrasto con le precedenti ricerche emerge che l’associazione estroprogestinica nelle donne con più di 65 anni di età raddoppia il 2005: rischio di demenza e non previene il declino cognitivo16. I National Institutes of Healths americani indicono una Conferenza di Consenso sulla gestione dei sintomi connessi alla menopausa17: alla luce dello studio WHI, occorre cautela nella prescrizione della TOS, inoltre occorrono altri studi che valutino gli effetti della terapia nel lungo periodo. Per informazioni: Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri Paola Mosconi [email protected] telefono 02-39014503 4 Soprattutto negli Usa si registra una riduzione dell’incidenza del cancro al seno. Marin County, una piccola contea della California, dove il ricorso alla TOS era molto diffuso e che presentava tassi di incidenza di tumori al seno elevatissimi, diventa il simbolo della reazione allo studio WHI. Il consumo di ormoni cala bruscamente in un biennio. Altrettanto brusco è la riduzione dell’incidenza del cancro al seno. 2006: In Europa e Stati Uniti la vendita di farmaci destinati alla terapia ormonale sostitutiva risulta più che dimezzata rispetto a cinque anni prima. In Italia, dove la diffusione della TOS non ha mai raggiunto i livelli americani, si passa dai 7 milioni e mezzo di confezioni vendute nel 2002 ai 3 milioni e mezzo del 2006 2007: Il British Medical Journal pubblica il trial controllato randomizzato Wisdom (Women’s International Study Of Long Duration Oestrogen After Menopause), finalizzato a valutare i rischi e i benefici a lungo termine della TOS. Le donne che iniziano o riprendono la terapia combinata di estrogeno e progestinico in media 14 anni dopo la menopausa sono ad aumentato rischio di patologie cardiovascolari e tromboembolismo venoso, almeno nei primi anni del trattamento. È stata riscontrata una diminuzione del rischio di fratture osteoporotiche e nessuna differenza nel rischio di stroke o cancro18. 1 A.L. Herbst et al., Adenocarcinoma of the Vagina: Association of Maternal Stilbestrol Therapy with Tumor Appearance in Young Women, 284 New England Journal of Medicine 878-881 (1971) 2 National Institutes of Health, K. Ryan and D. Gibson, eds., Menopause and aging. Summary report and selected papers from a research conference on menopause and aging, May 22-23, 1971, Hot Springs, Arkansas (1971). 3 Harry K. Ziel & William D. Finkle, Increased risk of endometrial carcinomas among users of conjugated estrogens, 293(23) New England Journal of Medicine 1167-1170 (1975); D.C. Smith et al., Association of exogenous estrogen and endometrial carcinoma, 293(23) New England Journal of Medicine 1164-1167 (1975). 4 R. Hoover et al., Menopausal Estrogens and Breast Cancer, 295(8) New England Journal of Medicine.401-405 (1976); Coney, supra note 2, at 262. 5 M. H. Thom et al., Prevention and Treatment of Endometrial Disease in Climacteric Women Receiving Estrogen Therapy, 2 (8140) The Lancet 455-457 (1979). 6 Harry K. Genant et al., Quantitative Computed Tomography of Vertebral Spongiosa: A Sensitive Method for Detecting Early Bone Loss after Oophorectomy, 97 Annals of Internal Medicine 699-705 (1982). 7 Wilson PWF, Garrison RJ, Castelli WP. Postmenopausal estrogen use, cigarette smoking, and cardiovascular morbidity in women over 50. The Framingham Study. N.Engl.J.Med. 1985;313:1038-43 M.J. Stampfer et al., A Prospective Study of Postmenopausal Estrogen Therapy and Coronary Heart Disease, 313(17) New England Journal of Medicine 1044-1049 (1985); see Abramson, supra note 251, at 63 8 L. Berkvist et al., The Risk of Breast Cancer after Estrogen and Estrogen-Progestin Replacement, 321 New England Journal of Medicine 293-297 (1989). Per informazioni: Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri Paola Mosconi [email protected] telefono 02-39014503 5 9 Karen K. Steinberg et al., A Meta-analysis of the Effect of Estrogen Replacement Therapy on the Risk of Breast Cancer, 265 JAMA 1985-90 (1991). 10 Effects of estrogen or estrogen/progestin regimens on heart disease risk factors in postmenopausal women. The Postmenopausal Estrogen/Progestin Interventions (PEPI) Trial. The Writing Group for the PEPI Trial., JAMA. 1995 Jan 18;273(3):199-208. 11 Stephen Hulley, et al, Randomized Trial of Estrogen Plus Progestin for Secondary Prevention of Coronary Heart Disease in Postmenopausal Women, JAMA. 1998;280:605-613. 12 Grady D, Herrington D, Bittner V, Blumenthal R, Davidson M, Hlatky M, Hsia J, Hulley S, Herd A, Khan S, Newby LK, Waters D, Vittinghoff E, Wenger N, for the HERS Research Group. Cardiovascular disease outcomes during 6.8 years of hormone therapy: heart and estrogen/progestin replacement study follow-up (HERS II). JAMA 2002; 288: 49-57. Hulley S, Furberg C, Barrett-Connor E, Cauley J, Grady D, Haskell W, Knopp R, Lowery M, Satterfield S, Schrott H, Vittinghoff E, Hunninghake D, for the HERS Research Group. Noncardiovascular disease outcomes during 6.8 years of hormone therapy: heart and estrogen/progestin replacement study follow-up (HERS II). JAMA 2002; 288: 58-64. 13 Humphrey LL, Chan BKS, Sox HC. Postmenopausal hormone replacement therapy and the primary prevention of cardiovascular disease. Ann Intern Med 2002; 137: 273-84. 14 Writing Group for the Women’s Health Initiative Investigators. Risks and benefits of estrogen plus progestin in healthy postmenopausal women: principal results from the Women's Health Initiative randomized controlled trial. JAMA 2002; 288: 321-33. 15 Million Women Study Collaborators. Breast cancer and hormone-replacement therapy in the Million Women Study. The Lancet 2003; 362: 419–27. 16 Rapp S, Espeland M, Shumaker S, Henderson V, Brunner R, Manson J, Gass M, Stefanick M, Lane D, Hays J, Johnson K, Coker L, Dailey M, Bowen D. "Effect of Estrogen Plus Progestin on Global Cognitive Function in Postmenopausal Women: The Women's Health Initiative Memory Study: A Randomized Controlled Trial." JAMA 2003;289:2663-2672. 17 NIH State-of-the-Science Conference on Management of Menopause-Related Symptoms 18 Vickers MR, MacLennan AH, Lawton B, Ford D, Martin J, Meredith SK, DeStavola BL, Rose S, Dowell A, Wilkes HC, Darbyshire JH, Meade TW. Main morbidities recorded in the women’s international study of long duration oestrogen after menopause (WISDOM): a randomised controlled trial of hormone replacement therapy in postmenopausal women, BMJ 2007; 335: 239-50. Per informazioni: Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri Paola Mosconi [email protected] telefono 02-39014503 6