Scheda del film - Scuola Chizzolini

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Scheda del film - Scuola Chizzolini
..Aspettando
Don Luca
SE DIO VUOLE
Analisi del film
Sabatti.
1. I NOMI DEI PROTAGONISTI. UN RIFERIMENTO AL VANGELO?
■ Il padre, un cardiochirurgo dichiaratamente ateo (è lui semmai che in ospedale fa i miracoli!), si
chiama Tommaso. E chi è Tommaso se non l’apostolo incredulo? Colui che ha dovuto infilare il
dito nel costato di Cristo?
→ Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli
dissero allora gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo
nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il dito nel posto dei chiodi e non metto la mia
mano nel suo costato, non crederò». (Gv, 24)
→
“L’incredulità di San Tommaso”. Capolavoro di
Caravaggio, dipinto nel 1601 e conservato a Postam (Germania). Le figure sono disposte in
maniera tale da formare una croce. La luce proviene solo da sinistra e illumina le fronti
corrugate dei tre uomini che osservano la ferita e il dito di Tommaso. L'estremo realismo
della scena scandalizzò non poco il committente, il Marchese Giustiniani.
■ Il prete (Alessandro Gassmann) che parla ai giovani con simpatia e appeal si chiama don
Pietro. E Pietro è l’apostolo a cui Gesù ha affidato la sua Chiesa. Non sappiamo per quale motivo
sia stato scelto proprio lui, in fondo era un semplice pescatore, non era il più saggio, né il più
intelligente e neppure troppo fedele, esattamente come don Pietro, sacerdote dal passato burrascoso.
IL CONTESTO SOCIALE DEL FILM: UNA FAMIGLIA DI OGGI.
Lo sfondo è quello di una famiglia borghese di oggi, come ne esistono tante, ancora unita (e già
questo non è scontato) ma che si scopre imperfetta e disgregata. Una famiglia fintamente
democratica e di larghe vedute ma in realtà decisamente spiazzata dalla vocazione sacerdotale del
figlio.
→ Così il regista Edoardo Falcone intervistato da “Avvenire”:
«Il film è una satira sulle contraddizioni di questi tempi politicamente corretti, dove si accetta
con grande apertura mentale di avere un figlio gay, ma non prete. Eppure una volta un figlio
sacerdote era motivo di orgoglio per una famiglia, ora invece il seminario è visto come una
scelta troppo estrema per essere accolta con favore. Molte persone dicono di essere
democratiche, ma i confini di questa democrazia sono ridefiniti ogni volta». (23/3/’15)
La madre, (l’attrice Laura Morante) anche a causa delle sagge parole di un figlio avviato, sembra,
verso la via del sacerdozio, prende coscienza di condurre un’esistenza vuota, tanto che di nascosto
si rifugia nell’alcol (peraltro senza mai ammetterlo). Come reagisce Carla a questo suo
“risveglio”? In modo tanto umano quanto ingenuo: oltre a trasferirsi nella stanza della colf,
riscopre la sua indole rivoluzionaria. Occupare scuole e centri sociali come una sedicenne può
essere eccitante ma forse per questa madre non è che l’ennesima fuga dalla realtà.
La figlia di Tommaso, Bianca (interpretata da Ilaria Spada) vive col marito sullo stesso
pianerottolo dei genitori (per i pasti va da loro, non sa cucinare). Passa le sue giornate guardando
la TV, specie i programmi con i tutorial di make-up. Le piace Gigi d’Alessio e rimprovera il padre
di averla costretta ad ascoltare, già a 7 anni!, le canzoni di De Andrè. E’ assolutamente a digiuno di
religione: non sa che i vangeli sono quattro, decide di leggerli ma li trova noiosi (..in effetti Matteo
inizia con una lunghissima genealogia). Passa quindi alla visione del Gesù di Nazareth di Zefirelli,
chiedendo al padre di… non rivelarle il finale; indossa il tau francescano ma solo finché non
scopre, per la gioia del marito, le spiritualità orientali..
Il film mette in scena un prete che ristruttura una Chiesa, e che attraverso quest’attività,
aiuta un uomo, Tommaso, a vivere un processo di “ristrutturazione personale”. Tutto ciò non
può non rimandare a quanto il Signore ordinò a San Francesco: “Va’ e ripara la mia Chiesa”. E’
così che Francesco si reinventò muratore-operaio-pittore per la ricostruzione della chiesetta
diroccata di San Damiano (ponendo le basi per la riconversione della Chiesa intera).
Interessanti anche le sequenza precedute da immagini simboliche. Nella chiesa che don Pietro sta
restaurando c’è la statua di San Giorgio che uccide il drago. Questa statua viene inquadrata a
lungo all’inizio del primo ingresso in chiesa dell’ateo convinto Tommaso, un “drago”, cioè, ancora
vivo e vegeto. Mentre don Pietro, nel rapporto con il cardiochirurgo, va calandosi sempre più nella
parte di San Giorgio. Fino a quando nella vita di Tommaso qualcosa cambia: i suoi rapporti
professionali diventano più umani, addirittura amichevoli, il rapporto con la moglie migliora
sensibilmente. Il suo cuore si sta finalmente dilatando.
→ Viene in mente il profeta Ezechiele:
“Vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo, toglierò da voi il
cuore di pietra e vi darò un cuore di carne”. (Ez. 36,26)
COSA HA FATTO DON PIETRO PER TOMMASO?
Intanto possiamo dire che don Pietro fa qualcosa per Tommaso. Il chirurgo abituato a salvare vite
umane forse per la prima volta nella sua vita si trova nella posizione di ricevere da qualcuno. Ma
non si tratta, per don Pietro, di una generica generosità. All’inizio, proprio mentre Tommaso mente
spudoratamente sulla sua vita, don Pietro si fida, lo ascolta, prende l’iniziativa di aiutarlo, fino a
trovargli un lavoro. Scoperto l’inganno, non solo non lo abbandona ma organizza una penitenza che
li porta a passare del tempo insieme. Insomma, Tommaso trova qualcuno che spende
gratuitamente del tempo con lui, che lo conosce e che si fa conoscere. E’ il secondo passaggio del
donare.
A un certo punto, terzo passaggio, don Pietro smette di dire “cose” a Tommaso, ma decide
di mettergli davanti la sua stessa vita: gli offre una testimonianza raccontando i particolari più
intimi, compreso il fatto di essere stato in carcere. E alla fine, ultimo passaggio, don Pietro,
recandosi ad una delle sue serata di evangelizzazione per i ragazzi, probabilmente (il finale è
apertissimo) perde la vita.
Attenzione: a quei suoi ragazzi, numerosi e affezionatissimi, don Pietro raccontava nient’altro che
il vangelo di Gesù. Quel Gesù che prima fa delle cose per noi; poi ci parla; quindi ci fa entrare nella
sua intimità più profonda, parlandoci di lui, di chi egli sia e di quale sia il suo rapporto col Padre; e
infine, quello stesso Gesù, morendo, dona davvero la sua vita per noi.
Gesù, autentico dottore dei cuori, continuerà a vivere nel nuovo cuore di Tommaso, un cuore di
carne, finalmente.
QUAL È LA “PARTE” RICHIESTA A TOMMASO?
L’aver sottolineato soprattutto ciò che don Pietro fa per Tommaso, indicandolo e
analizzandolo come una figura cristologica, non deve far dimenticare l’azione di Tommaso, il
quale ha il coraggio di mettersi seriamente in gioco. Ed è da qui che parte la sua risalita verso
l’agognata felicità. Nel concreto Tommaso accetta la sfida, seppur subita come penitenza, di andare
a lavorare ogni giorno (e per un mese!) alla ricostruzione della chiesetta. La-vo-ra-re. Non è affatto
un dettaglio: anche Tommaso fa la sua parte; vera e sua.
Non c'è solo la gratuità di don Pietro (che potremmo anche chiamare Grazia), non c'è solo la
fatica di Tommaso (che teologicamente sarebbe l'ascesi), ma c'è un incontro. Semplicemente. Ed
ecco spiegato tutto il cristianesimo: il più grande e sconvolgente degli incontri possibili.