SCHEDA ETIOPIA - CVM Volontari richiesti: N 2

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SCHEDA ETIOPIA - CVM Volontari richiesti: N 2
CASCHI BIANCHI: INTERVENTI UMANITARI IN AREE DI CRISI – AFRICA CENTRO ORIENTALE 2011
SCHEDA ETIOPIA - CVM
Volontari richiesti: N 2
SEDE DI REALIZZAZIONE DEL PROGETTO: Debre Markos
INTRODUZIONE
DESCRIZIONE DEL CONTESTO SOCIO POLITICO ED ECONOMICO DEL PAESE DOVE SI REALIZZA IL
PROGETTO:
Volontari nel mondo - FOCSIV è la più grande Federazione italiana di ONG che da oltre 35 anni lavora nei
sud del mondo realizzando progetti di cooperazione internazionale. Punto fermo di tutti gli interventi è stato
ed è quello di contribuire, attraverso il lavoro di partenariato e la promozione dell’autosviluppo al
superamento di quelle condizioni di ingiustizia che potenzialmente sarebbero potuti essere, sono o sono stati
fonte di conflitti e di maggiori ingiustizie, costruendo percorsi di pace. Per dare continuità al lavoro di
prevenzione dei conflitti (intesi nel senso sopra descritto), volendo offrire la possibilità ai giovani italiani di
sperimentarsi come operatori privilegiati della solidarietà internazionale, Volontari nel mondo FOCSIV in
collaborazione con l’Associazione Papa Giovanni XXIII, la Caritas Italiana e il GAVCI ha ripresentato nel
febbraio del 2007, all’UNSC il progetto madre “Caschi Bianchi” che intende collocare la progettualità relativa
al servizio civile all’estero come intervento di costruzione di processi pace nelle aree di crisi e di conflitto
(armato, sociale, economico, religioso, culturale, etnico…) con mezzi e metodi non armati e nonviolenti
attraverso l’implementazione di progetti di sviluppo tenendo presente che i conflitti trovano terreno fertile
dove la povertà è di casa, i diritti umani non sono tutelati, i processi decisionali non sono democratici e
partecipati ed alcune comunità sono emarginate. Il presente progetto di servizio civile vuole essere un
ulteriore testimonianza dell’impegno della Federazione nella costruzione della pace nel mondo e vuol far
sperimentare concretamente ai giovani in servizio civile che la migliore terapia per la costruzione di una
società pacificata è lottare contro la povertà, la fame, l’esclusione sociale, il degrado ambientale e che le
conflittualità possono essere dipanate attraverso percorsi di negoziazione, mediazione, di riconoscimento
della positività dell’altro.
ETIOPIA
La Repubblica Democratica Federale d'Etiopia è uno stato dell'Africa orientale che vanta un'identità
plurimillenaria, tanto che è considerata il più antico stato del vecchio continente. Unica fra gli stati africani, la
monarchia etiope conservò la sua indipendenza durante tutto il periodo coloniale, fatta eccezione per
l'occupazione italiana (1936-1941). Il paese, infatti, ha suscitato gli appetiti dell’Italia, soprattutto dopo
l’apertura del canale di Suez che ha reso strategico il controllo del Mar Rosso. Solo in seguito alla dura
sconfitta durante la battaglia di Adua, il governo italiano ha riconosciuto l’indipendenza dell’Etiopia. La
politica estera etiope è stata dominata dalla tensione con la vicina Eritrea: il conflitto sul confine tra i due
paesi, terminato nel 2000 col trattato d'Algeri, ha provocato la morte di più di 70.000 persone e non è stato
superato da rapporti pacifici stabilitisi tra i due paesi, in quanto permangono disaccordi sulla demarcazione
del confine. Uno dei maggiori problemi comuni ai due paesi è rappresentato dalla presenza di un numero
considerevole di vari tipi di ordigni non esplosi e mine antiuomo ed anticarro. Da sottolineare che l’Etiopia ha
recentemente rifiutato l’arbitrato di una commissione indipendente che aveva assegnato alcuni territori
contesi all’Eritrea, e il confine tra i due paesi è attualmente monitorato da una missione. Da non
sottovalutare sono anche le rivendicazioni delle varie comunità che abitano il paese: la ribellione endemica
nella regione di Gambella, al confine con il Sudan, i frequenti scontri armati nei pressi del confine somalo e
le rivendicazioni delle comunità Afar e Oromo. Nel biennio 1984-1985 il paese viene colpito da una carestia
di vastissime proporzioni che porta alla morte di 1 milione di persone. Stremato da golpe sanguinosi, rivolte,
siccità su larga scala, dal problema dei rifugiati ed infine dalla ritirata dei protettori sovietici, il regime
sanguinario viene in ultimo deposto da una coalizione di forze ribelli, il FRDPE nel 1991. Nel 1993 viene
proclamata l’indipendenza dell’Eritrea, mentre l’Eprdf (Ethiopian People’s Revolutionary Democratic Front)
con a capo Meles Zenawi vara una nuova Costituzione e organizza una serie di elezioni da cui il partito esce
vincitore. Zenawi viene eletto primo ministro nel 1995 e verrà confermato alla carica anche alle consultazioni
del 2000. Le elezioni della primavera 2005 invece di consolidare il potere dell’Eprdf si sono rivelate un
boomerang. I numerosi brogli che hanno caratterizzato le consultazioni e i successivi scontri di piazza, che
hanno provocato centinaia di vittime (circa 9.000 sostenitori dell’opposizione sono stati detenuti per diverse
settimane in seguito a proteste contro presunti brogli elettorali durante le quali i soldati hanno ucciso almeno
36 persone) hanno mostrato come il potere del premier Zenawi non sia poi così saldo come sembrava.
Nonostante le irregolarità la Cud (Coalition for Unity and Democracy) ha ottenuto un buon risultato che dovrà
servire da monito alla classe dirigente per le prossime elezioni. In ottobre il Parlamento ha comunque rieletto
Meles Zenawi come primo ministro per altri 5 anni, le elezioni si svolgeranno nel maggio 2010. L’Etiopia
rimane uno dei paesi più poveri al mondo: l’80% della popolazione è impiegato in un’agricoltura che
rappresenta la metà del PIL e il 90% delle esportazioni, troppo dipendente dalle variabili precipitazioni, che
se nel 2004 hanno assicurato un ottimo raccolto ma che molto spesso invece provocano siccità e carestie
spaventose. Il risultato è che quasi ogni anno il paese deve dipendere dagli aiuti internazionali per sfamare
la gente, 4,6 milioni di abitanti necessitano annualmente d’assistenza alimentare. Il 31,3% della popolazione
vive ancora sotto la soglia di povertà, mentre i servizi garantiti dallo stato sono praticamente inesistenti, il
76% della popolazione non ha accesso ad una fonte di acqua pulita. Il paese si colloca al 171esimo posto
della classifica UNDP 2009, dati del 2007, con un indice di sviluppo umano pari a 0.414 e con una speranza
di vita alla nascita di 44.7 anni. La principale risorsa economica è ancora quella del caffè, l’Etiopia, a causa
della guerra prolungata con l’Eritrea, si trova a dover dipendere quasi interamente dal porto di Gibuti per le
esportazioni e le importazioni, una dipendenza che alle autorità locali pesa sempre di più. Sulla base dei
dati indicati dal Fondo Monetario Internazionale nel Country Report sull’Etiopia del 1 luglio 2008, tuttavia il
Paese conferma per il quinto anno consecutivo una crescita significativa che nel 2007 si è attestato intorno
all’8,4-8,8% (stime FMI e Banca Mondiale). Negli ultimi quattro anni, il Paese ha registrato un tasso di
crescita medio dell’11% annuo, ben al di sopra della media del 5,8% dell’Africa sub-sahariana. Nell’anno
2007/2008 in particolare l’Etiopia ha registrato il tasso di crescita piu’ elevato tra i Paesi africani non
produttori di petrolio. Alla forte crescita del PIL ha fatto seguito quella dell’inflazione media annuale, il tasso
di inflazione e’ balzato dal 19% registrato nel gennaio 2008, al 55% nel mese di giugno 2008 (ultimo dato
disponibile).
DESCRIZIONE DELLE ONG E DEI PARTNER TERRITORIALI CHE COLLABORANO CON LE ONG:
CVM
Da 30 anni la Comunità Volontari per il Mondo è impegnato in Etiopia in attività volte all’approvvigionamento
idrico e alla lotta contro l’AIDS, supporto alle donne, cura degli orfani e ragazzi di strada. Le forme globali di
ingiustizia e di emarginazione continuano ad esistere e ad opprimere interi popoli. Lo “sviluppo di tutto
l’uomo e di tutti gli uomini” rimane il fine ultimo che CVM vuole perseguire. In Africa la fame, l’AIDS, la
mancanza di beni essenziali quali il cibo, l’acqua pulita, un’abitazione dignitosa, l’istruzione ed altro, privano
uomini e donne della possibilità di una vita normale e della loro dignità di persone. Per questa ragione tutti i
progetti prevedono un ampio coinvolgimento della popolazione locale e delle comunità beneficiarie. Nella
convinzione che la valorizzazione delle potenzialità locali sia la strada più giusta per la ricerca di un
cambiamento, l’organico del CVM in loco è prevalentemente costituito da personale locale sia nei ruoli
direttivi che operativi. I primi progetti idrici alla fine degli anni ’90 hanno interessato la Regione South Nations
Nationalities and Peoples e successivamente le Regioni dell’ Oromia e del Benishangul Gumuz. Dal 1994
CVM conduce progetti di prevenzione e controllo del virus dell’ HIV/AIDS nelle Regioni dell’Amhara e del
Benishangul Gumuz. Dal 2008 tutti i progetti hanno sviluppato un raggio specifico d’azione rivolto ai gruppi
più vulnerabili della società, promuovendo quindi la difesa dei diritti dei bambini orfani, la formazione e la
scolarizzazione delle ragazze, creazione di gruppi di auto-mutuo-aiuto di donne sieropositive, microcredito.
Dal 2005 realizza progetti di impiego di servizio civile organizzando una stretta collaborazione tra volontari e
personale locale su tutti i settori d’intervento.
Partner del CVM nel presente progetto sono:
 Ufficio di prevenzione e controllo del virus dell’HIV/AIDS Regionale (HAPCO) – Si tratta dell’Ente
Regionale preposto al coordinamento di tutti gli interventi finalizzati alla prevenzione dell’HIV/AIDS ed
alla riduzione dell’impatto sui gruppi più vulnerabili. La collaborazione con CVM esiste fin dalla sua
costituzione nel 2000.
 Uffici Zonali: Ufficio Sanitario, Dipartimento per la Promozione delle Donne, Ufficio per
l’Educazione, il Ministero del lavoro ed Affari sociali. Si tratta di uffici settoriali dell’Amministrazione
della Zona con i quali CVM coordina gli interventi che ricadono nelle rispettive sfere d’influenza. La
collaborazione non si limita a comunicazioni di routine ma consiste anche nella condivisione di mezzi
logistici, personale, cogestione di azioni, ecc.
 TBF (Together for a Better Future) ONG etiope nata nel 2007 dall’iniziativa di persone che lavoravano
con il CVM in Etiopia. TBF nasce per sensibilizzare e mobilitare la società civile alle problematiche
relative al virus dell’HIV/AIDS, contribuire allo sviluppo del Paese, ridurre l’impatto sociale dell’epidemia
promuovendo interventi sociali a favore dei gruppi vulnerabili più colpiti. Un’attenzione particolare è
rivolta alla capacity building di donne e ragazze nei riguardi dell’AIDS e alla promozione della
scolarizzazione delle ragazze delle aree rurali. Dal 2008 le due ONG lavorano in stretta correlazione
condividendo la gestione di 3 progetti.
In continuità con i rapporti di collaborazione con il CVM, tutti i partner si sono resi disponibili a accogliere
volontari in servizio civile nelle attività.
NUMERO ORE DI SERVIZIO SETTIMANALI DEI VOLONTARI: 35
GIORNI DI SERVIZIO A SETTIMANA DEI VOLONTARI: 5
MESI DI PERMANENZA ALL’ESTERO ED EVENTUALI PARTICOLARI OBBLIGHI DEI VOLONTARI DURANTE IL
PERIODO DI SERVIZIO:
I volontari in servizio civile permarranno all’estero mediamente dieci (10) mesi.
EVENTUALI PARTICOLARI OBBLIGHI DEI VOLONTARI DURANTE IL PERIODO DI SERVIZIO:
Ai volontari in servizio si richiede:
 elevato spirito di adattabilità;
 flessibilità oraria;
 eventuale svolgimento del servizio anche durante alcuni fine settimana;
 attenersi alle disposizioni impartite dai responsabili dei propri organismi e dei partner locali di
riferimento, osservando attentamente le indicazioni soprattutto in materia di prevenzione dei rischi
sociali, ambientali, e di tutela della salute;
 riferimento costante al Responsabile di Progetto in loco
 mantenimento di un rapporto costante con il Responsabile del Servizio Civile presso la sede italiana
dell'ong
 comunicare al proprio responsabile in loco qualsiasi tipo di spostamento al di la quelli già
programmati e previsti dal progetto;
 partecipazione a situazioni di vita comunitaria;
 rispettare i termini degli accordi con le controparti locali;
 trasferimenti in città e distretti diversi da quelli di residenza nell’ambito dello stesso Paese di
assegnazione;
 partecipare a incontri/eventi di sensibilizzazione e di testimonianza ai temi della solidarietà
internazionale al termine della permanenza all’estero;
 scrivere almeno tre (3) articoli sull’esperienza di servizio e/o sull’analisi delle problematiche settoriali
locali, da pubblicare sul sito “Antenne di Pace”, portale della Rete Caschi Bianchi;
 partecipare ad un modulo di formazione comunitaria e residenziale prima della partenza per l’estero,
ed al rientro in Italia prima della conclusione dell’anno di servizio.
Per ogni singola sede vengono richiesti:
Debre Markos (Partner TBF)

Disponibilità all’apprendimento della lingua locale per la quale sarà prevista la partecipazione ad un
corso specifico
PARTICOLARI CONDIZIONI DI RISCHIO PER I VOLONTARI CONNESSE ALLA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO:
Nello svolgimento del proprio servizio, i volontari in servizio civile impiegati all’estero sono soggetti alle
seguenti condizioni di rischio:



Rischi di ordine pubblico – ritrovarsi in contesti territoriali, soprattutto urbani, con una forte
presenza di microcriminalità;
Rischi sanitari – ritrovarsi in territori in cui sono presenti patologie endemiche quali tifo, malaria,
aids e/o tubercolosi;
Rischi politici: ritrovarsi in territori caratterizzati da forti contrapposizioni politiche e/o etniche, e/o
religiose;
Debre Markos (Partner TBF)

Rischio tensioni etnico-politiche possibili nel Paese
ACCORGIMENTI ADOTTATI PER GARANTIRE I LIVELLI MINIMI DI SICUREZZA E DI TUTELA DEI VOLONTARI A
FRONTE:
Per garantire livelli minimi di tutela e sicurezza, nell’ambito di tutte le sedi di attuazione progettuale, si
adottano i seguenti protocolli:
 comunicazione alle Rappresentanze Diplomatiche d’Italia nel Paese d’invio dei volontari/e, la loro
residenza abituale e il tipo di progetto in cui saranno impegnati;




l’inserimento dei giovani in servizio civile nel Paese d’invio è affidato agli operatori in loco e ai
responsabili paese delle ONG coinvolte nel progetto ed avviene in modo graduale.
l’inserimento prevede l’accompagnamento dei giovani volontari alla scoperta e alla conoscenza del
contesto territoriale e ambientale, del partner locale, e del tipo di progetto nel quale saranno inseriti.
Questa metodologia di inserimento ha anche lo scopo di prevenire eventuali rischi/shock dovuti
all’impatto culturale con conseguenti disagi dal punto di vista relazionale, di ordine pubblico,
sanitario, interculturale, politico;
In fase di formazione sia in Italia che all’arrivo nel paese d’invio ai giovani vengono fornite le
informazioni necessarie per capire gli usi e i costumi locali, i modi di relazionarsi e comportarsi nei
diversi contesti quotidiani in cui i giovani si ritroveranno a vivere dal contesto lavorativo a quello
amicale/relazionale, religioso, politico e sociale; i pericoli legati alla microcriminalità; gli orari e le
zone del paese dove i rischi sono più elevati.
condivisione con i giovani volontari/e in SCV un vademecum in cui, paese per paese, vengono
identificate le azioni da compiere, le persone da contattare in caso di necessità e/o pericoli.
In particolar modo, si richiede ai volontari il rispetto delle seguenti indicazioni:
 ordine pubblico – al fine di evitare fenomeni di microcriminalità diffusa sul territorio locale ogni
spostamento locale del volontario/a è pianificato con gli operatori responsabili. Saranno evitati
spostamenti durante ore serali e notturne;
 sanitario – prima della partenza vengono eseguite le necessarie vaccinazioni prescritte e/o
consigliate dall’OMS. All’arrivo nei paesi d’invio vengono fornite informazioni necessarie sulle norme
igienico/sanitarie da seguire. Nella maggior parte dei paesi sia attraverso le Ambasciate e/o i
Consolati Italiani che le conoscenze delle controparti locali, vengono individuati medici e presidi
sanitari a cui rivolgersi in caso di necessità.
 politico – ai volontari è richiesto di tenere un atteggiamento di equidistanza tra le varie posizione
politiche espresse nel paese d’invio.
Debre Markos (Partner TBF)
 Il personale dell’organismo monitora costantemente la situazione politica del paese in collaborazione
con le autorità consolari e l’ambasciata italiana, per garantire la sicurezza del personale in sede e
intervenire prontamente in caso di rischio.
 Dal punto di vista sanitario, nella città è presente un ospedale di Zona dove vi sono tutti i principali
reparti e servizi compreso il pronto soccorso. L’ospedale dista circa 5 km dalla sede ed è facilmente
raggiungibile in macchina (o con uno dei moto-taxi facilmente reperibili in tutta la città) in 10 minuti.
Nella città sono inoltre presenti cliniche private ed altri centri sanitari minori.
PARTICOLARI CONDIZIONI DI DISAGIO PER I VOLONTARI CONNESSE ALLA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO:
Nello svolgimento del proprio servizio, i volontari impiegati all’estero sono soggetti alle seguenti condizioni di
disagio:
 il disagio di ritrovarsi immersi in una realtà totalmente altra e non avere le giuste coordinate per
comprenderla, per capire come relazionarsi e comportarsi sia nei confronti delle controparti locali che
delle istituzioni locali;
 il disagio di ritrovarsi in contesti territoriali, soprattutto urbani, con una forte presenza di
microcriminalità;
 il disagio di ritrovarsi in territori in cui sono presenti patologie endemiche quali malaria, aids e/o
tubercolosi;
 il disagio di ritrovarsi in territori caratterizzati da forti contrapposizioni politiche e/o etniche, e/o
religiose;
 il disagio di ritrovarsi in territori in cui le condizioni climatiche possono, in certe situazioni ostacolare
o/e ridurre le attività previste dal progetto e/o le comunicazioni nazionali ed internazionali.
Debre Markos (Partner TBF)
 Disagio causato dalla difficoltà di reperire strutture abitative adeguate agli standard di vita europei
 Disagio causato dalla presenza di irregolarità nelle forniture di energia elettrica e di acqua
 Disagio causato dalla carenza di mezzi logistici e la necessità di spostarsi, per lavoro e per motivi
personali, con mezzi pubblici
 Disagio causato dalla carenza della disponibilità e recettività di strumenti informatici e di
comunicazione
 Disagio causato dalla difficoltà di comunicazione dovuta alla scarsa conoscenza dell’inglese da parte
della popolazione locale
 Disagi causati dall’altitudine elevata (2.700m)
DESCRIZIONE SEDE PER SEDE
DESCRIZIONE DEL CONTESTO TERRITORIALE:
Debre Markos
Debre Markos è il più grande centro urbano dell’Est Gojjam. La zona dell’East Gojjam è una delle 11 Zone
Amministrative della Regione Amhara. E’ composta da 18 woredas (province) e 426 Kebele (comunità) con
una popolazione totale di 2.593.222 abitanti (pop. maschile: 1.285.555, pop.femminile: 1.037.667).
L’86% della popolazione vive in aree rurali ed è impegnata in attività agricole tradizionali: si tratta di
agricoltura di sussistenza che subisce le conseguenze del degrado ambientale e della scarsità delle risorse
idriche. L’accesso all’acqua potabile resta uno dei più grandi problemi della Zona. In base a dati del 2007
solo la metà dei 2.168.317 abitanti delle zone rurali ha accesso ad acqua potabile. Nelle aree urbane solo
196.335 persone su 296.525 beneficia dell’acqua potabile. La regolare erogazione dell’elettricità è garantita
all’8% della popolazione. La Zona è fornita di 2 strutture ospedaliere, 18 centri sanitari e 384 Health Post
(piccoli centri per le emergenze a livello di comunità). Le malattie maggiormente diffuse fra la popolazione
sono: parassiti intestinali, diarrea, malaria, problemi respiratori, gastriti, febbri acute. Il 51,34% degli abitanti
ha un’età compresa tra 0 e 14 anni. Debre Marcos è il capoluogo distrettuale e conta una popolazione pari a
85.597 persone. Situata a circa 300 chilometri a nord ovest di Addis Abeba, sulla strada che collega la
capitale con il capoluogo regionale Bahir Dar, Debre Marcos rappresenta uno snodo importante che accoglie
numerosi viaggiatori ogni giorno. Nonostante il ruolo istituzionale e la presenza dell’Università, la città
conserva tutte le caratteristiche di un piccolo paese rurale in cui la metà della popolazione vive al di sotto
della soglia di povertà.
Nel territorio di Debre Marcos si interviene nel settore Educazione ed Istruzione; Sanità e grandi malattie
DESCRIZIONE DEL CONTESTO SETTORIALE:
Educazione Ed Istruzione
Nella Zona dell’East Gojjam ci sono 736 istituti scolastici primari regolari, 26 istituti secondari, 11 Istituti
superiori pre-universitari, 5 scuole per la formazione professionale, 1 università nelle sole aree urbanizzate e
359 scuole alternative nelle aree rurali ed urbane. Il tasso di abbandono scolastico femminile è elevato a
causa della povertà: il 40% delle ragazze del territorio non ha ricevuto alcun tipo di scolarizzazione.
Un’inadeguata preparazione scolastica costringe le ragazze ad una condizione di subalternità all’interno
della famiglia e della comunità. Spesso costrette a matrimoni precoci (circa il 75% della popolazione
femminile ha celebrato le nozze in età compresa tra i 15 e i 17 anni, il 20% in età inferiore ai 10 anni), le
ragazze diventano dipendenti economicamente dai loro compagni o qualora si trovassero nella necessità di
cercare un lavoro per sopravvivere, sono costrette a lavori insicuri e mal retribuiti, che le espongono a
violenze e abusi. Il basso livello educativo si traduce spesso in una scarsa conoscenza dei metodi di
prevenzione e dei rischi rappresentati dal virus dell’HIV/AIDS. Il gap di genere scolastico è molto elevato e
ancora più ampio se si considera l’istruzione secondaria e le aree rurali della zona. Nella scuola secondaria
si contano 43.020 iscritti, di cui solo 19.843 sono ragazze e il tasso di abbandono scolastico è pari a 5,8 %. Il
numero delle iscritte alla scuola pre-universitaria è di 2.928 su un totale di 9.257 studenti.
188.881 sono i bambini orfani tra i quali 34.092 lo sono a causa dell’HIV/AIDS. Gli orfani perdono in questo
modo la possibilità di ricevere un’educazione scolastica e spesso vengono discriminati dalla comunità in cui
vivono: ciò impedisce loro di crescere coltivando la fiducia in sé e di sviluppare una mentalità proattiva per
migliorare la realtà in cui vivono. Ogni anno il 4.7% dei bambini iscritti alla scuola primaria abbandona gli
studi.
Il Governo, attraverso l’Ufficio del Dipartimento dell’Educazione sta lavorando per promuovere l’educazione
a tutti i livelli sia nelle aree urbane che in quelle rurali. Particolare attenzione è data alla questione di genere
introducendo azioni positive verso l’educazione delle ragazze. Le politiche governative hanno prodotto
qualche risultato in termini di aumento delle iscrizioni di ragazze nelle scuole primarie, ma il gap di genere è
ancora molto forte.
Sanità e Grandi Malattie
La Regione Amhara con una popolazione di 17 milioni di persone rappresenta la regione con la maggiore
incidenza del virus dell’HIV/AIDS di tutto il Paese con circa 331.718 persone sieropositive, di cui 195.720
donne. La prevalenza degli adulti è del 2,7% / 2,2% per i maschi e 3,3% per le donne, nell’area urbana è
9,9% / 7,9% per i maschi e 11,9% per le donne, nelle aree rurali si raggiunge l’1,5% / 1,2% per i maschi e
l’1,7% per le donne. Nella Regione Amhara vivono circa 1,54 milioni di orfani (di cui 1,34 milioni in zone
rurali) di questi, 356.539 sono orfani a causa dell’AIDS.
La zona dell’East Gojjam rispecchia la situazione generale di tutta la Regione. Il Servizio Sanitario è gestito
da 2 ospedali e 18 Poli-ambulatori. Le malattie più diffuse nella Zona sono malaria, AIDS, malattie
polmonari, parassitosi intestinali, infezioni oculari, diarrea, gastriti, infezioni della pelle, febbri reumatiche.
L’incidenza dell’HIV/AIDS è molto elevato: 84.526 persone convivono col virus dell’HIV. Ogni anno si
contano circa 13.000 nuovi casi di contagio. Sul territorio sono presenti 251 siti VCT (Voluntary Counselling
and Testing): dal 2007 al 2010, e 273.420 persone hanno effettuato il test. Le donne sono più vulnerabili al
contagio dell’HIV/AIDS rispetto agli uomini per diversi fattori di natura biologica, culturale, economica e
sociale. Nella zona esiste un Ufficio di Genere per la difesa delle donne e diverse Associazioni di donne, ma
con risorse economiche inferiori rispetto alle necessità di intervento. Nel corso degli anni sono nate in tutto il
territorio 28 Associazioni di persone sieropositive che contano 2.660 membri, di cui 815 uomini e 1.815
donne.
Nei settori Educazione ed Istruzione e Sanità e grandi malattie si interviene nel territorio di Debre Marcos
con i seguenti destinatari diretti ed indiretti. I destinatari diretti sono 60 ragazze povere delle aree rurali, 380
operatori per la prevenzione dal virus dell’HIV/AIDS, 3 gruppi vulnerabili di donne, persone sieropositive e
bambini orfani e 340 orfani. I beneficiari del presente progetto sono invece le famiglie dei destinatari, le
istituzioni e la comunità pari a circa 15.000 persone.
OBIETTIVI SPECIFICI DEL PROGETTO DI IMPIEGO:




Promuovere l’accesso all’educazione superiore di 60 ragazze povere delle aree rurali
Potenziare i servizi territoriali di educazione e informazione per la prevenzione dal virus
dell’HIV/AIDS
Rafforzare la tutela sociale ed economica di 3 gruppi vulnerabili:donne, persone sieropositive e
bambini orfani.
Offrire cure e sostegno socio-economico a 340 orfani
DESCRIZIONE DEL PROGETTO:
Debre Markos (Partner TBF)
Complesso delle attività previste per il raggiungimento degli obiettivi
Azione 1 Promozione dell’educazione di 60 ragazze
1. Seminario sui diritti delle donne e il diritto allo studio rivolto a 100 rappresentati delle amministrazioni
locali di settore e delle associazioni della società civile
2. Supporto economico a 60 ragazze per l’accesso alla scuola secondaria o all’università
3. Seminario formativo per 60 studentesse su CTP (pratiche tradizionali culturali: circoncisione,
infibulazione,matrimoni precoci)
4. Corso di formazione per 30 studentesse all’11° e 12° livello scolastico come educatrici alla pari in
materia di prevenzione dall’HIV/AIDS
5. Assistenza tecnica e fornitura di materiale per la creazione di 2 club scolastici anti-AIDS e
promozione loro attivià
6. Monitoraggio attività degli Anti-AIDS Clubs giovanili
Azione 2 Organizzazione e gestione dei servizi di prevenzione socio-sanitaria HIV/AIDS
1. Corso di formazione per 15 addetti sanitari su ART (Anti Retroviral Drugs) VCT (Voluntary
Counselling and Testing) e PMTCT (Prevention Mother to Child Transmission)
2. Corso di aggiornamento per 15 counselor precedentemente formati
3. Organizzazione di 2 Seminari per consolidare la collaborazione tra istituzioni sanitarie, associazioni
locali, leader religiosi e società civile in materia HIV rivolto ai rispettivi responsabili per un totale di
350 persone partecipanti
4. Fornitura di 100 kits per il trattamento domiciliare delle persone sieropositive
5. Monitoraggio e raccolta dati relativi all’utilizzo dei servizi sanitari interessati dall’intervento
Azione 3. Organizzazione rete protezione sociale soggetti vulnerabili
1. Corso di formazione per 40 donne come animatrici di comunità (CA) sulla tutela dei diritti e la
prevenzione e la cura del virus HIV
2. Corso di formazione sulla gestione dei fondi rotativi (RF) e nozioni economiche di base (BBS) per 30
persone sieropositive
3. Creazione di 1 associazione di donne, 1 di persone sieropositive e supporto organizzativo
4. Monitoraggio attività delle associazioni e del fondo rotativo
Azione 4.Sostegno socio-economico e supporto scolastico per bambini orfani
1. Supporto scolastico per 340 bambini orfani individuati
2. Allestimento e gestione dei punti di accoglienza per 60 bambini di strada
3. Corso di formazione per Attività Generatrici di Reddito (IGA) per 30 ragazzi di strada e 30 famiglie
adottive
4. Identificazione dei ragazzi di strada da raggiungere con un programma di reinserimento familiare
5. Accompagnamento dei ragazzi di strada nei centri di prima accoglienza
6. Riunificazione dei bambini alle famiglie
7. Creazione di 1 associazione di auto-mutuo-aiuto di bambini orfani
Risorse umane complessive necessarie per l’espletamento delle attività previste, con la specifica
delle professionalità impegnate e la loro attinenza con le predette attività.

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



1 Coordinatore amministrativo e organizzativo delle attività
1 Educatore professionale
1 Formatore esperto in prevenzione sanitaria
1 Formatore/promotore esperto in microcredito
1 Segretaria/contabile
1 Autista/meccanico
Ruolo ed attività previste per i volontari nell’ambito del progetto
Il volontario/a n°1 sarà inserito nelle seguenti attività:
 Affiancamento nella fase organizzativa dei corsi di formazione per addetti sanitari;
 Affiancamento per la preparazione dei seminari per promuovere la concertazione tra istituzioni e
società in materia HIV/AIDS
 Affiancamento nella gestione della fornitura dei Kit HBC
 Collaborazione nella raccolta e gestione dati relativi all’utilizzo dei servizi sanitari interessati
 Collaborazione ai corsi di formazione di animatrici di comunità sulla prevenzione del virus dell’HIV
 Supporto nella preparazione di pacchetti formativi per ragazze sull’HIV/AIDS come educatrici alla
pari
 Collaborazione ai corsi di formazione per le studentesse su pratiche tradizionali
 Monitoraggio delle attività degli Anti-AIDS Clubs giovanili
 Supporto nella promozione di attività congiunte fra Anti-AIDS Clubs
Il volontario/a n°2 sarà inserito nelle seguenti attività:
 Affiancamento nella selezione e monitoraggio delle ragazze beneficiarie del supporto scolastico
 Affiancamento nella fase organizzativa e nella gestione dei corsi di formazione in RF e BBS;
 Monitoraggio delle attività dei beneficiari dei fondi rotativi;
 Collaborazione nella fase di identificazione dei ragazzi di strada da raggiungere con un programma
di reinserimento familiare
 Accompagnamento dei ragazzi di strada durante la fase transitoria nei centri di prima accoglienza
 Supporto nell’attività di riunificazione dei bambini alle famiglie;
 Supporto nella gestione dei corsi di formazione per gli orfani sull’avviamento di attività produttrici di
reddito
 Collaborazione per la creazione di associazioni di auto-mutuo-aiuto
REQUISITI
Si ritiene di dover suddividere tra generici, che tutti i candidati devono possedere, e specifici, inerenti aspetti
tecnici connessi alle singole sedi e alle singole attività che i Volontari andranno ad implementare,
preferibilmente i seguenti requisiti:
Generici:
 Esperienza nel mondo del volontariato;
 Conoscenza della Federazione o di uno degli Organismi ad essa associati e delle attività da questi
promossi;
 Competenze informatiche di base e di Internet.
Requisiti Specifici:
Debre Markos (Partner TBF)
Volontario/a n°1

Laurea in scienze ambientali, tecnologiche, economia, sociologia o equipollenti con esclusione di
Scienze Politiche
 Buona conoscenza della lingua inglese scritta e parlata
Volontario/a n°2
 Laurea in ambito socio-educativo come scienze della formazione, educazione, comunicazione,
psicologia o equipollenti con esclusione di Scienze Politiche
 Buona conoscenza della lingua inglese, scritta e parlata
Volontario/a n°1
 Laurea in ambito socio-educativo come scienze della formazione, educazione, comunicazione,
psicologia o equipollenti con esclusione di Scienze Politiche
 Buona conoscenza della lingua inglese, scritta e parlata
Volontario/a n°2
 Laurea in economia, sociologia o equipollenti con esclusione di Scienze Politiche
 Buona conoscenza della lingua inglese, scritta e parlata
DOVE INVIARE LA CANDIDATURA
ENTE
CITTA’
INDIRIZZO
TELEFONO
SITO
CVM
Porto San Giorgio
Via delle Regioni, 6 -10125
0734 - 674832
www.cvm.an.it