Il ruolo dei settori più promettenti e delle biotecnologie per lo
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Il ruolo dei settori più promettenti e delle biotecnologie per lo
University, Research, Business and Local development Lo spazio italiano della ricerca nello spazio europeo Luiss – 4 dicembre 2003 Leonardo Santi: Il ruolo dei settori più promettenti e delle biotecnologie per lo sviluppo del Paese. Anche se le risorse economiche per la ricerca scientifica rappresentano a livello europeo un’entità assai limitata a confronto dei finanziamenti erogati nell’ambito dei bilanci di ciascun Stato Membro, in questi anni si è consolidato l’orientamento per un ruolo di indirizzo dell’Unione Europea, frutto di una concertazione tra Governi Nazionali, Parlamento e Commissione Europea. La creazione di uno spazio europeo della ricerca ha quindi determinato scelte comuni di priorità in grado di poter cercare il superamento del gap di sviluppo tra Europa, Stati Uniti e Giappone. Biotecnologie, Nanotecnologie, Nuovi materiali, Energia, Informatica, Aeronautica sono i principali settori che hanno determinato le scelte del 6° programma quadro, insieme ad incentivi per potenziare le infrastrutture di ricerca e le interazioni tra i diversi Stati facilitando la creazione di reti di eccellenza, la mobilità dei ricercatori ed adeguate soluzioni per il trasferimento dei risultati delle ricerche alle attività produttive. Raggiungere l’obiettivo stabilito con la decisione assunta a Lisbona nel 2000 significa incentivare i processi innovativi con un rapporto reale tra sviluppo tecnologico e società, per cui è indispensabile per l’Italia integrarsi nell’Area europea della ricerca e la proposta del Ministro Moratti di considerare a livello nazionale i progetti approvati in sede europea, ma non finanziati, è una chiara dimostrazione della volontà di orientarsi in questo senso. Tra le priorità sono da considerare in modo particolare le biotecnologie per le loro caratteristiche di pervasività e quindi per concrete applicazioni a una molteplicità di settori produttivi. Nel piano strategico europeo è stato sottolineato che, “dopo la tecnologia dell’informazione, le scienze della vita e le biotecnologie costituiscono la prossima fase dell’economia basata sulla conoscenza, con la creazione di nuove opportunità per le nostre società e le nostre economie”, avendo presente che l’Europa si trova ad affrontare una scelta strategica di grande importanza: o accettare un ruolo passivo e reattivo e sopportare le conseguenze dello sviluppo di queste tecnologie 2 altrove, oppure definire strategie proattive per sfruttarle in modo responsabile, coerente con i valori e gli standard europei. Più a lungo l’Europa esita, meno realistica diventa questa seconda opzione. Il nostro Paese, in occasione del Semestre di Presidenza dell’Unione Europea, ha assunto precise iniziative sulle Scienze della vita e le biotecnologie per favorire in concreto la realizzazione di specifiche azioni del Piano strategico europeo: - istituzione di un organismo tra gli Stati Membri per costituire un’ interfaccia coordinata con la Commissione europea così come indicato nell’Azione 29 del Piano europeo; - trasferimento ricerca industria; - formazione; - informazione al pubblico. Questi tre ultimi argomenti sono stati oggetto di particolareggiate relazioni di qualificati esponenti europei, di interventi preordinati, nonché dalla discussione e infine dai rapporteurs della Convention europea organizzata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri - Comitato Nazionale per la Biosicurezza e le Biotecnologie, il 21-22 novembre scorso e i cui risultati sono stati approvati dal Consiglio europeo di competitività del 27 novembre. Il Comitato Nazionale per la Biosicurezza e le Biotecnologie ha inoltre in corso di elaborazione il piano nazionale sulle scienze della vita e le biotecnologie con l’apporto di un gruppo di lavoro costituito da rappresentanti dei Ministeri interessati e di cinque Regioni indicate dalla Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province autonome. Dovrà ora essere avviato un percorso che prevede il confronto con tutti i soggetti coinvolti in questo progetto, con le istituzioni di ricerca, l’industria e i movimenti di opinione per passare rapidamente alla fase operativa dopo l’approvazione da parte degli organi istituzionali.