INDIA: ABI, DA BANCHE 2,7 MILIARDI DI EURO E NUOVI
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INDIA: ABI, DA BANCHE 2,7 MILIARDI DI EURO E NUOVI
INDIA: ABI, DA BANCHE 2,7 MILIARDI DI EURO E NUOVI STRUMENTI PER PMI Già utilizzato il 40% del plafond, il resto ancora disponibile per finanziare nuove attività imprenditoriali. Al via Go India, il nuovo pacchetto di strumenti finanziari, assicurativi e consulenziali per le piccole e medie imprese. Sono le iniziative presentate dal Presidente dell’ABI Faissola al Forum economico che si è svolto oggi a Mumbai, in occasione della missione di ABI, Ice e Confindustria al seguito delle istituzioni. Un plafond di 2,7 miliardi di euro già a disposizione per finanziare l’import-export e le nuove iniziative imprenditoriali italiane in India e un nuovo pacchetto di strumenti finanziari, assicurativi e consulenziali – al via proprio in questi giorni – pensato ad hoc per le piccole e medie imprese che vogliono operare in questo mercato strategico. Sono queste le principali iniziative messe in campo dal settore bancario italiano per sostenere le imprese che decidono di investire in India, presentate dal Presidente dell’ABI Corrado Faissola, durante il Forum economico che si è tenuto oggi a Mumbai, in occasione della missione organizzata da ABI, Confindustria ed Ice al seguito del Presidente del Consiglio Romano Prodi. «Tornare in India, dopo appena due anni dalla prima missione del sistema-Paese e solo tre mesi dopo la visita della delegazione indiana in Italia – ha detto il Presidente dell’ABI Faissola è la concreta dimostrazione di un interesse e di una collaborazione che si rafforzano nel segno del dialogo e della continuità. Quanto al settore bancario – ha aggiunto Faissola - le banche considerano l’internazionalizzazione un impegno fondamentale nell’agenda delle priorità del Paese, oltre che un’occasione importante per continuare a crescere. Per questo non fanno mancare il loro sostegno alle imprese che vogliono competere all’estero, soprattutto in un Paese che rappresenta un tassello cruciale nello scacchiere economico internazionale, per quanto ha saputo fare finora e per quanto ancora promette di fare in futuro». La delegazione bancaria in India Alla missione partecipano 13 gruppi bancari che rappresentano quasi il 50% del settore per totale attivo: Capitalia, Intesa Sanpaolo, Unicredit, Banca popolare di Verona e Novara, Banca popolare di Vicenza, Banca Sella Holding, Mps, Bper, Banca Antonveneta, Banca nazionale del lavoro – Gruppo Bnp Paribas, Bpu-Banca Lombarda, Banca Arner Italia, Banca Italease. Di questi, dieci dispongono di desk per assistere le imprese italiane ed indiane negli incontri bilaterali. Il plafond a disposizione delle imprese Secondo la stima fatta dall’ABI, le banche italiane hanno già messo a disposizione un plafond di circa 2,7 miliardi di euro per finanziare l’import-export e l’internazionalizzazione delle imprese in India. Rispetto ai 2 miliardi stanziati a settembre del 2006, dunque, le linee di credito sono cresciute di quasi un terzo (700 milioni di euro), a conferma di come il settore bancario italiano scommette sulle potenzialità del mercato indiano e sul moltiplicarsi delle iniziative imprenditoriali e degli investimenti italiani nel Paese. Il 40% del plafond, pari a circa 1 miliardo di euro è già stato utilizzato, mentre il resto è ancora disponibile per finanziare nuove attività. Go-India: il nuovo pacchetto per le pmi ABI, insieme a Sace e Simest e con il patrocinio del ministero del Commercio Internazionale, ha appena messo a punto Go India, il nuovo pacchetto integrato di servizi finanziari, assicurativi e consulenziali fatto su misura per le piccole e medie imprese italiane che intendono puntare sul mercato indiano. Sette banche italiane hanno già aderito all’iniziativa mettendo a disposizione un plafond iniziale di 300 milioni di euro, che potrà aumentare grazie al coinvolgimento di un sempre maggior numero di banche. Si tratta di una linea di credito importante, considerato che gli investimenti italiani in India sono pari a 66 milioni di euro, circa un quinto del plafond Go India. Il pacchetto è composto da un servizio base, cioè il finanziamento bancario a medio-lungo termine assistito dalla parziale garanzia Sace, e da una serie di prodotti opzionali che l’impresa può chiedere in relazione alle sue specifiche esigenze. La presenza delle banche italiane in India Il settore bancario italiano non fa mancare il proprio sostegno agli imprenditori che vogliono operare in India, mettendo a loro disposizione un’assistenza ancora più efficiente e personalizzata. Negli ultimi anni, la presenza di banche italiane nel Paese è cresciuta, nonostante la presenza pubblica nel settore sia ancora rilevante (più del 60% dei total assets) e, soprattutto, nonostante i vincoli e le restrizioni che limitano fortemente la possibilità per i gruppi stranieri di acquisire partecipazioni nelle banche locali. Sei dei principali gruppi bancari italiani sono direttamente presenti nel mercato indiano con otto uffici di rappresentanza, ai quali si aggiungeranno a breve nuovi uffici a Mumbai e a Nuova Delhi (erano cinque con sette uffici di rappresentanza nel 2005), mentre sei banche hanno stretto accordi di collaborazione con i più importanti intermediari locali (erano tre nel 2005). La recente acquisizione da parte di gruppi esteri di due banche italiane, inoltre, consentirà a queste ultime di mettere a disposizione dei clienti un’ampia rete di filiali distribuite sul territorio. Le prospettive del mercato indiano Negli ultimi dieci anni l’economia indiana è cresciuta a ritmo costante e a tassi molto elevati (l’8,5 nel 2005, l’8,7 nel 2006 e l’7,8 nel 2007). Dal 1997 ad oggi, il pil si è quasi triplicato mentre l’inflazione, il tasso di disoccupazione ed il rapporto tra debito estero e pil si sono sensibilmente ridotti. «Il grandissimo potenziale di crescita del paese e l’alto livello di specializzazione raggiunto in alcuni settori chiave dell’economia mondiale – ha detto Faissola sono motivo di grande interesse da parte delle banche e delle imprese italiane che, proprio in India, possono cogliere anche le occasioni di investimento legate al programma di costruzione e gestione di grandi opere che il Governo sta realizzando. Tutti questi fattori fanno del Paese un’area strategica nella quale lo sviluppo economico sta procedendo di pari passo con le riforme. E soprattutto, nella quale le banche e le imprese italiane possono e devono dare il loro contributo mettendo a frutto tutte le opportunità offerte da un mercato con grandi prospettive di crescita». Mumbai, 14 febbraio 2007