Prendere un bambino per mano

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Prendere un bambino per mano
G e n n a i o
2 0 0 6
Prendere un bambino
per mano
In questa edizione
a
■
La carestia all’indice
■
Testimonianze dei miracolati
■
Il latte che salva la vita
www.morija.org
N .
1 4 8
Sommario
Editoriale:
« Prendere un bambino per
mano…per portarlo verso
il domani »
triti, orfani o disabili. E a
volte vivono contemporaneamente queste difficoltà…
Se è vero che i bambini hanno bisogno di poco, se questo viene a mancare è il
dramma. Spesso sarebbero
bastati cibo e cure per evitare il peggio. E qui la sponsorizzazione assume tutto il
suo valore.
Q
ueste parole della
celebre canzone di
Yves Duteil illustrano bene tutta la dinamica
della sponsorizzazione proposta da Morija. I bambini
devono essere presi per mano
perché sono malati, malnu-
E’ proprio grazie al vostro
impegno che i nostri collaboratori dei centri di recupero e di educazione nutrizionale (CREN) intervengono e
riescono a salvare bambini
in condizioni talvolta prossime alla morte. Certo, la carestia che ha imperversato
quest’anno in Sahel ha reso
loro le cose particolarmente
difficili.Ma sono avvenuti e
continuano ad accadere miracoli. Vi riportiamo in queste pagine testimonianze di
quanto è stato possibile realizzare nella vita di Moussa,
di Nafissatou, o ancora di
Issaka. Queste storie possono
moltiplicarsi grazie a voi!
Grazie per avere preso per
mano un altro bambino,
offrendo un futuro per questi
neonati e giovani a priori
senza un domani.
Anche voi potete entrare
nella famiglia degli sponsor
di Morija (vedere prospetto
allegato). In questo tempo di
Avvento, il vostro regalo non
ha prezzo. Vi auguriamo un
felice Natale e una buona
fine d’anno.
«Perché aiuto
un bambino» (pagina 4)
«Siamo sopravvissuti
grazie ai vostri viveri»
(pagina 5)
Issaka, piccolo miracolato
(pagina 6)
L’équipe di Morija
Scopo:
Assistenza al bisognoso popolo africano, del Sahel in
particolare, senza distinzione alcuna di razza o religione.
Associazione umanitaria
En Reutet
1868 Collombey-le-Grand
Tel 024/472.80.70 Fax 024/472.80.93
E-Mail: [email protected]
CCP 19-10365-8
Associazione senza scopo di lucro
Fondata nel 1979 conformemente agli
Articoli 60 e seg. del Codice Civile Svizzero
I 3 pilastri dell’aiuto sono:
• l’intervento di emergenza
• il miglioramento delle condizione di vita
• i progetti di sviluppo
Lo spirito con cui viene offerto nostro aiuto
trova le sue origini nel Vangelo.
Sede sociale: Collombey-le-Grand
Revisore dei conti: Fiduciaria R. Künzlé SA – Monthey
Redazione: Morija
Grafia: Jordi SA, Belp
Stampa: Jordi SA, Belp
Mensile d’informazione
Prezzo dell’abbonamento:
CHF 25.–/e 15.–
Abbonamento di sostegno:
CHF 50.–/e 30.–
Qualsiasi contributo
aggiuntivo sarà ben
accetto.
GRAZIE
«Ci siamo battuti tutti i giorni!»
Molti bambini malnutriti sono
stati curati nei nostri centri
nutrizionali
I
l 2005 sta per concludersi e resterà un anno
tristemente celebre per
una carestia di rara intensità,
che ha segnato la popolazione del Sahel nel suo insieme.
«Per le persone che dispongono di ben più del pane
quotidiano, come voi in Occidente, è abbastanza difficile
immaginare ciò che succede
veramente in una regione
colpita dalla carestia. Ridurre
di metà o più la propria razione alimentare giornaliera,
già insufficiente, o peggio
ancora, passare 1, 2 o addirittura 3 giorni senza mangiare
nulla, sentirsi mancare di
ritorno dai campi dopo aver
lavorato tutta la giornata con
lo stomaco vuoto fa parte
della vita quotidiana di molte
persone di qui », riferiscono i
nostri collaboratori del centro nutrizionale di Ouagadougou.
E’ in questo contesto difficile
che essi hanno lavorato quest’anno. « I bambini sono
arrivati in un grave stato di
malnutrizione, che rende
difficile il recupero. Ciò è
stato aggravato da casi di
malattie come la malaria –
mal curata per mancanza di
mezzi. Ci siamo battuti tutti
i giorni per salvare il maggior numero di bambini possibile, offrendo loro cure e
cibo, e consigliando i genitori. Grazie all’intervento di
Morija abbiamo potuto aiutare famiglie in situazione
disperata, distribuendo maïs
da luglio a settembre».
Nel centro nutrizionale di
Nobéré, sempre nel Burkina
Faso, una delle nostre infermiere dice che gli anziani
hanno dichiarato di non
avere mai visto un prezzo
così alto delle derrate. In
effetti i prezzi dei cereali
sono triplicati e addirittura
Sono stati distribuiti viveri
quadruplicati in certe regioni. «La situazione era molto
difficile e le nostre attività
nel centro ne hanno molto
risentito. In effetti alcune
donne e i loro figli malati
sono stati abbandonati nei
nostri locali senza cibo e
senza denaro. Sono stati
registrati casi di suicidio.
I lavoratori dipendenti non
sono stati risparmiati perché
Alcuni sono stati
abbandonati nei nostri
locali senza cibo e senza
denaro
con l’aumento dei prezzi non
riuscivano ad acquistare i
viveri necessari per le famiglie e i parenti.
Morija ha offerto viveri a
persone povere e a mamme
che soggiornavano al CREN.
In effetti, 34 mamme del
centro hanno ricevuto 9 kg a
persona e al mese per 3 mesi
da luglio a settembre. Nello
stesso periodo, 13 famiglie
bisognose hanno ricevuto
15 kg di maïs al mese.
Per quanto riguarda le grandi pesature, abbiamo dovuto
aumentare le quantità distribuite a causa della carestia
colpisce anche le famiglie dei
bambini seguiti dopo la guarigione. Abbiamo anche distribuito miglio, latte e del
protocereale, nonché bulgur,
lenticchie, della farina di
mais e dell’olio».
Dai nostri collaboratori
dei CREN di Nobéré e
Ougadougou
Sponsorizzazione, un modo per
essere solidali
Laurence, 31 anni, sponsorizza un bambino del Sahel da
10 anni. «Quando ho iniziato
a guadagnarmi la vita come
istitutrice, mi sentivo molto
privilegiata e avevo voglia di
aiutare un bambino bisognoso», spiega nel suo appartamento di Chailly s/Montreux.
«Non sono mai stata in Africa, ma posso facilmente immaginare le esigenze dei
bambini laggiù. Una sponso-
Istitutrice a Boussens, Christine e la sua famiglia sponsorizzano un bambino da
una ventina d’anni. «Era il
desiderio di uno dei nostri
quattro figli. Nostra figlia
maggiore doveva avere sette/
otto anni quando ne ha par-
rizzazione è un modo per
sentirsi meno poveri rispetto
alla povertà altrui». Oggi,
sposata e madre di quattro
figli, afferma che suo marito
Thierry si è unito a lei in
questo cammino, a tal punto
che la famiglia sostiene attualmente vari bambini,
«come tante gocce d’acqua
che possono portare qualcosa, fare de bene».
Laurence
A Losanna, Caroline, infermiera, si è impegnata a sponsorizzare un bambino. «Aiutare un bambino bisognoso è
importantissimo per me,
perché ho la fortuna di vivere
qui in Svizzera, non ho bambini e possiedo i mezzi per
aiutare un bambino che sof-
fre». Essere un bambino e
povero non è già facile qui in
Occidente. «Allora mi piace
sapere che il denaro da me
offerto giunge effettivamente
nel Sahel. E’ un modo per
essere solidale Sì, a 41 anni
credo che se ciascuno aiutasse il suo prossimo nella misu-
lato per la prima volta a
casa. E poi ha ricevuto notizie sulla sponsorizzazione
ogni anno, un dettaglio sempre apprezzato.. Anche se i
bambini oggi sono grandi, io
e mio marito non abbiamo
mai messo fine alla nostra
sponsorizzazione. Perché
troviamo che l’iniziativa
resta sempre valida e abbiamo ancora l’impressione di
poter aiutare in questo
modo persone povere nel
mondo».
Christine
ra dei propri mezzi il mondo
andrebbe meglio e sarebbe
più giusto. E aggiunge di
avere trovato ancora a Morija
una ONG « piccola, con progetti concreti» di cui ama
seguire l’evoluzione sui giornali che riceve ogni mese.
Caroline
Nella regione del Sahel in cui interveniamo e senza parlare dell’urgenza provocata dalla carestia, 300 000 bambini con meno di
cinque anni muoiono ogni anno di malnutrizione, di malattie legate al consumo di acqua insalubre e di mancanza di igiene.
Più del 56 % della popolazione del Burkina Faso ha meno di 18 anni, appena la metà è secolarizzata e sono rari i giovani che
hanno accesso ad una formazione professionale o a studi superiori.
Il latte che salva la vita
N
afissatou Ousmanou, un anno di età,
è stata portata dalla
madre al Centro di salute
integrato di Guider. Viene da
una famiglia poverissima.
« Al suo arrivo Nafissatou era
colpita da una grave malnutrizione tipo marasma al 3°
stadio. Essa presentava edemi ai piedi e alle mani, pesava solo 4 chili e stava seduta
con difficoltà. Gli esami del
sangue in laboratorio hanno
rivelato una grave forma di
malaria. Nafissatou è stata
ricoverata al centro per un
trattamento adeguato. Come
tutti gli altri bambini, fa
parte dei beneficiari del latte
arricchito di zucchero e olio,
che dà molta energia.
In 2 settimane Nafissatou ha
iniziato a prendere gusto alla
vita e raggiunge 4,5 kg. E’ in
grado di sedersi sulla pesa
per bambini.
Malnutriti e orfani del nostro centro ringraziano vivamente tutta l’équipe Morija e tutti i donatori!»
Omarou Toumba,
responsabile medico
Due settimane dopo ci ha
lasciato per raggiungere il
suo domicilio con un peso di
5,5 kg. Torna nei giorni di
distribuzione di latte e per le
pesate.
Oggi, grassottella , Nafissatou sorride e piange come
tutti gli altri bambini in buona salute.
Naffisatou senza forze al suo arrivo
Naffisatou, che riprende il gusto
della vita, viene pesato
«Siamo sopravvissuti grazie ai vostri viveri»
La maggior parte delle
mamme venute a cercare
aiuto in uno dei nostri centri nutrizionali in questo
periodo do carestia erano
esse stesse bisognose. Come
Zénabo Kiendrebeogo, ma-
dre di 5 figli. «Sono venuta
al centro per il recupero
nutrizionale di mio figlio di
15 mesi», afferma. «Vengo
da un villaggio chiamato
Guirgo, distante 60 chilometri di Nobéré. Siamo arrivati
al centro senza scorte di
cibo perché non ne avevamo
a casa. E’ soprattutto grazie
ai viveri ricevuti al centro
che ho potuto sopravvivere
con mio figlio. Ringrazio di
tutto cuore Morija e chiedo
Prendete anche voi un bambino per mano e
permettetegli di conoscere un domani migliore.
CHF 50.–/€ 35.–, significa dargli la possibilità
– di avere cibo e alloggio
– di ricevere cure mediche adeguate
– di andare a scuola
Per ulteriori dettagli, vedere il prospetto allegato
che Dio benedica questa
organizzazione dandole lunga vita».
Jean-Baptiste Congo e
Tapsoba, CREN di Nobéré
Issaka, piccolo miracolato
to dal personale sanitario.
Dopo un regime stretto confacente al suo caso, è stato
recuperato e ha ritrovato una
buona forma.
Sarebbero stati necessari 29
giorni di ricovero per una
guarigione completa. Durante tutto il soggiorno ha beneficiato – come altri bambini –
di cure e cibo gratis. Oggi si
sente bene, in buona salute, e
ha ritrovato la gioia di vivere
con grande soddisfazione
della nonna. Quest’ultima ha
ricevuto anche un buono
pasto al giorno, molto importante in questo periodo di
carestia. Issaka deve tornare
ogni mese dell’anno successivo al CREN per un controllo,
Oggi Issaka si sente bene ...
I
l piccolo Issaka Traoré è
uno dei numerosi bambini salvati grazie ai
centri nutrizionali. Ecco la
sua storia:
«Issaka non ha mai avuto la
fortuna di essere allattato
dalla madre ed è stato affidato
dalla nascita alla nonna. Vista
la situazione di estrema povertà in cui si trovava quest’ultima, è stato portato al
nido dove viene curato sin
dalla terza settimana di vita.
La nonna ha quindi ricevuto
regolarmente latte maternizzato per nutrirlo a casa. Tutto
è andato bene fino al 9° mese
di Issaka.
Ma causa della carestia tutti i
mezzi sono buoni per sopravvivere, al punto che il latte da
utilizzare per preparare i
biberon è stato usato anche
durante il quale riceverà ogni
volta una dotazione di viveri
che potrà condividere con il
resto della famiglia e noi
speriamo così che il latte
fornito dal nido gli sarà sufficiente.
Il soggiorno della nonna al
CREN le ha permesso di acquisire le conoscenze necessarie per preservare i nipoti
dalla malnutrizione, anche in
periodo di carestia.
Tutto ciò è stato possibile
grazie alla vostra generosità,
per la quale vi siamo riconoscenti».
Yvonne Zouétaba, CREN di
Ouagadougou
per gli altri bambini della
famiglia. Nessuno al nido
poteva sospettare un simile
comportamento e nessuno
capiva perché lo stato di salute del bambino iniziava a
peggiorare.
Come era prevedibile Issaka è
caduto in uno stato di malnutrizione grave nonostante gli
sforzi operati dal personale.
E’ stato trasferito al CREN
nell’agosto scorso a causa 12
mesi per un trattamento
completo, con poche speranze di essere salvato.
Al suo arrivo soffriva di
kwashiorkor avanzato con
edemi e una pelle simile
quella di un ustionato. In
quel momento abbiamo compreso che il latte non arrivava
a destinazione. E’ stato immediatamente curato e segui-
… per la sua felicità e quella della nonna!
Rihanata, Moussa e le altre!
Rihanata rinasce alla vita
«S
tudentessa in
nutrizione, ho
fatto uno stage
da maggio ad agosto 2005 al
CREN di Ouagadougou. I
primi giorni sono stati un
po’ difficili. Certo è insolito
vedere tutti quei piccoli così
fragili piangere o gemere,
con lo sguardo triste…
Poi, con il passare dei giorni,
l’ottimismo ritorna grazie
alla volontà di vivere di queste stesse creature. Vi racconterò dunque la storia di
due ospiti del CREN che mi
hanno particolarmente segnata e soprattutto colpita.
Innanzitutto quella della bella Rihanata, giunta al CREN
con la nonna, essendo morta
la madre. Viene ricoverata
perché soffre di una grave
malnutrizione accompagnata
da edemi. Al suo arrivo è
molto indebolita, non poten-
do alimentarsi per via orale,
viene predisposta una sonda
nasogastrica. Rihanata comincia a perdere peso a causa dello scioglimento degli
edemi. Poi, malgrado la buona volontà della nonna, non
cresce e vomita praticamente ad ogni pasto. Inoltre,
soffre di diarrea e si disidrata. Dopo 15 giorni di trattamento non vedo miglioramenti e sono molto
preoccupata. Infine arriva il
miracolo. Rihanata comincia
a guadagnare peso. Il viso e
il corpo si trasformano. Una
nipotina rinasce alla vita,
ritrova il sorriso, come pure
la nonna. Ho potuto rivedere
Rihanata un mese dopo il
controllo del peso. E’ cambiata ancora ed è ingrassata
grazie alla nonna che la accudisce ancora con amore.
E poi c’è Moussa, 3 anni e
8 mesi. Quando arriva al
CREN, soffre anche di un
grave dimagrimento accompagnato da edemi. Si tiene
appena sulle gambe che ricordano due cerini e ha uno
sguardo pieno di sofferenza.
Dopo lo scioglimento degli
edemi il peso scende a 7 600
grammi. La madre e il fratellino, Lassane, l’accompagnano. La mamma non ha più
speranze per Moussa e si
occupa esclusivamente di
Lassane, anche lui malnutrito, Ma Moussa non si è ancora arreso e si aggrappa alla
vita! Mentre tutti stanno
seguendo la seduta teorica
sotto la capanna, Moussa
riceve una doppia razione di
bouillie e inizia a mangiare
da solo. Impossibile avvicinarlo in quei momenti, perché chiunque avanzi verso di
lui potrebbe portargli via la
«bouillie», almeno così lui
crede. Perché questa «bouillie» è la vita e lui vi si aggrappa!
Chi avrebbe creduto, al suo
arrivo, che un giorno avrebbe camminato da solo e giocato con gli altri bambini?
Eppure ciò è successo dopo
tre settimane di trattamento
e la mamma è potuta ripartire con i due figli guariti.
Ho scelto di raccontarvi la
storia di questi due bambini,
ma molte altre sono rimaste
nel mio cuore, perché in tre
mesi abbiamo visto passare
centinaia di bambini. Alcuni
non hanno avuto la fortuna
di Rihanata e Moussa. Ma
grazie a Morrija, molti bambini sono stati salvati quest’anno.»
Castan Florence, stagista
nutrizionista francese
Moussa impara nuovamente ad alimentarsi
Un grazie di cuore!
«Il personale dei CREN si unisce ai beneficiari del vostro
aiuto per dire grazie a voi tutti coloro che hanno dimostrato compassione verso di noi. Noi dimostriamo che
senza il vostro sostegno avremmo registrato un numero
molto maggiore di decessi. Senza di voi, non avremmo
soccorrere tutte le mani tese verso di noi. Che Dio vi
benedica.»
I collaboratori di Morija
Buon Natale e Felice Anno Nuovo