Adorazione eucaristica La compassione tesoro da salvare

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Adorazione eucaristica La compassione tesoro da salvare
Adorazione eucaristica
La compassione tesoro da salvare
"Venite in disparte, in un luogo solitario, e riposatevi un po'".
In questi giorni di mezza estate queste parole di Gesù agli apostoli
appena tornati dalla missione che lui stesso aveva loro affidato,
risuonano in maniera del tutto particolare. Forse molti di noi stanno
trascorrendo un periodo di riposo e di vacanze lontano dalla propria
casa, alla ricerca di un po' di ristoro e di un respiro rigenerante. Le
parole di Gesù fanno riferimento ad un luogo altro, in disparte, e ad
una situazione altra, in solitudine, ad un distanziamento dalla vita
quotidiana, dalle nostre responsabilità e dalla trama delle cose e
delle relazioni che riempiono i nostri giorni.
(5 minuti di silenzio)
Preghiera di adorazione
Noi ti adoriamo, o Signore Gesù, presente e operante nella fragile
forza di un pezzo di pane, spezzato e donato a noi. Ti adoriamo, o
supremo atto d’amore, presenza di Dio fattasi carne.
Ti adoriamo, o Eucaristia offerta all’umanità sull’altare del mondo,
dove tutta la storia, lo scorrere incessante del tempo, tutti i popoli,
ogni forma di vita l’universo si ritrova e si ricrea.
Ti adoriamo, o Maestro buono, che ci indichi la via per andare a
Padre, per riscoprire in lui la nostra più autentica identità, per ritrovare
in lui la vera libertà di appartenere a una storia, di essere attesi ai quali
è rivelato un particolare progetto d’amore.
Ti adoriamo, o Cristo Signore, Parola annunciata ti fai ossigeno per la
nostra vita, nutrimento per ogni desiderio e pensiero.
A te, la nostra lode; in te ogni nostro desiderio; davanti a te
deponiamo tutto ciò che abita il nostro cuore e muove i nostri sogni.
Invocazione allo Spirito Santo
Dal Vangelo secondo Marco (Mc 6,30-34)
In quel tempo, gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono
tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. Ed egli
disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e
riposatevi un po’». Erano infatti molti quelli che andavano e venivano
e non avevano neanche il tempo di mangiare.
Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte.
Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a
piedi e li precedettero.
Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di
loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a
insegnare loro molte cose.
(5 minuti di silenzio)
Canto
(padre Ermes Ronchi)
I discepoli, partiti a due a due, tornano carichi d’umanità toccata,
d’umanità guarita. Attorno a loro si addensa comunione, al punto che
la folla era così numerosa che non avevano neanche più il tempo per
mangiare. Aggregano molti e questo può essere esaltante; il successo
può apparire loro come la benedizione di Dio sulla missione. Invece
Gesù, vero maestro dello spirito, vede più lontano, il successo non lo
esalta, l’insuccesso non lo deprime: queste cose non sono altro che la
superficie mobile delle onde e non la corrente profonda degli eventi.
E allora li riporta all’essenziale: Venite in disparte, con me, in un
luogo solitario, e riposatevi un po’. Il mondo è un immenso dramma, e
Gesù, invece di ributtare i suoi, subito, dentro i campi sterminati della
missione che urge, li conduce nel deserto. Quasi a perdere tempo.
Il luogo solitario è per parlare al cuore (cfr Osea 2).
In questo tempo in disparte, il Signore concede ciò che ha veramente
promesso, ciò che è più necessario: concede se stesso. E trasmette il
segreto del Regno e della vita. La vera terra promessa non è un luogo
geografico ma un tempo con il Signore, per dare respiro alla pace, per
dare ali al cuore, per essere riempiti della sua Presenza, per
innamorarsi di nuovo.
La prima cosa che i discepoli imparano da Gesù è quella di
semplicemente, divinamente commuoversi. Il tesoro che porteranno
con sé dalla riva del lago è il ricordo dello sguardo di Gesù che si
commuove. Lo stesso tesoro che i cristiani devono salvare oggi: il
miracolo della compassione.
(5 minuti di silenzio)
Rispondiamo alla Parola
(don Gianni Caliandro)
Perché l'essere in disparte e la solitudine sono il luogo di un riposo?
Signore, io vivo anche dei miei vuoti, di ciò che non riesco a fare,
delle mie fami e dei miei desideri, anche di quelli che non riesco a
realizzare, ma che mi rimangono dentro e dicono chi sono veramente.
Davanti a te,in disparte, fuori da ciò che vivo ogni giorno, mi accorgo
che io sono di più di tutto ciò che faccio, e che la verità della mia vita
è di più della somma di tutte le mie attività
Specchiandomi in te, Signore,io posso sperimentare che anche se
manco, il mondo non crolla, e questo mi restituisce a quella sana e
concreta non indispensabilità che mi aiuta a vivere umanamente,
senza nessun delirio o vertigine di onnipotenza o di indispensabilità.
Davanti a te, le cose si vedono meglio, e spesso quello che mi manca
nella corsa di tutti i giorni, dedicati quasi esclusivamente all'attenzione
ai particolari e alle cose piccole della vita, che la verità della mia vita
sta nel tuo sguardo d’amore che unisce tutta la mia vita.
Con te io posso far fiorire il mio essere, quella che mi fa stare accanto
alle persone che amo, quella che mi fa tenere dentro le cose viste e
ascoltate senza intervenire subito, se non dopo aver ragionato sulle
situazioni, sulle parole, sulle reazioni.
nel suo invito ,Gesù ci dice: "Venite!". L'invito è a stringere un
rapporto più stretto con lui, ad imitarlo nella vita, con le persone, nel
tempo.
Guardare le cose come le guardi tu, Gesù, diventa il vero riposo,
pensare secondo il tuo spirito e vivere nel tuo stile può essere una
esperienza rigenerante e ristoratrice. Perché sei tu Signore a metterci
al posto giusto nella vita. Vivere bene, al proprio posto, coincide con
l'essere tuoi veri discepoli, persone che vivono l'avventura della vita
come l'ha vissuta tu.
La vera sfida dentro di noi è quella di vincere ogni apatia, ogni
indifferenza, ogni forma di insensibilità. Sembra il contrario della
pace e del riposo, e invece è l'unica via. Quando impareremo ad
ascoltare la voce di ogni persona e a fare attenzione alle necessità del
nostro prossimo, allora saremo in pace. Ma solo se prima avremo
imparato a stare con te, Gesù, sapremo farlo senza paure e
scoraggiamenti che sono i sentimenti dietro i quali ci nascondiamo per
chiuderci in noi stessi.
Padre nostro
Tantum Ergo
Benedetto il Suo preziosissimo Sangue.
Tantum ergo Sacramentum
Veneremur cernui
Et antiquum documentum
Novo cedat ritui
Praestet fides supplementum
sensum defectui.
Benedetto Gesù nel SS. Sacramento dell’altare.
Benedetto lo Spirito Santo Paraclito.
Benedetta la gran Madre di Dio, Maria Santissima.
Benedetta la Sua santa e Immacolata Concezione.
Benedetta la Sua gloriosa Assunzione.
Genitori genitoque
Laus et iubilatio
Salus honor virus quoque
Sit et benedictio
Procedenti ab utroque
Compar sit laudatio. Amen
Benedetto il Nome di Maria, Vergine e Madre.
Benedetto S. Giuseppe, Suo castissimo Sposo.
Benedetto Dio nei Suoi Angeli e nei Suoi Santi.
Reposizione
Orazione
Signore Gesù Cristo che nel mirabile sacramento dell’Eucaristia ci hai
lasciato il memoriale della tua Pasqua, fa che adoriamo con viva fede
il Santo Mistero del tuo Corpo e del tuo Sangue per sentire sempre in
noi i benefici della Redenzione. Tu che vivi e regni nei secoli dei
secoli.
Benedizione
Dio sia benedetto
Benedetto il Suo santo Nome.
Benedetto Gesù Cristo, vero Dio e vero Uomo.
Benedetto il Nome di Gesù.
Benedetto il Suo sacratissimo Cuore.
Canto Mariano