Rassegna Stampa - IlGiornaledellaProtezionecivile.it

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Rassegna Stampa
25-08-2016
ISOLE
QUOTIDIANO DI SICILIA
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2
QUOTIDIANO DI SICILIA
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QUOTIDIANO DI SICILIA
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QUOTIDIANO DI SICILIA
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QUOTIDIANO DI SICILIA
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SICILIA CATANIA
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SICILIA CATANIA
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Sisma, Bonaccini: "Coordinamento per gli aiuti"
4
Redazione
Rischio sismico, anche in Sicilia forti i ritardi sulla prevenzione
5
Rosario Battiato
Ragusa - Pillole
6
Redazione
Iban, sms, chiamate: coordinate e numeri per dare una mano
7
Redazione
Terremoto Centro Italia il giorno del dolore
8
Patrizia Penna
Indigesto
9
Redazione
La festa diventa tragedia si scava nel silenzio = Solo macerie ad Amatrice non
c`è un muro integro neanche nell ` ospedale
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Luigi Ronsisvalle
SICILIA CATANIA
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SICILIA CATANIA
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SICILIA CATANIA
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SICILIA CATANIA
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SICILIA CATANIA
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Il sisma
12
Redazione
AGGIORNATO Il sisma
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Redazione
Spazzati via interi paesi Siamo vivi, questo è tutto
14
Claudio Sebastiani
L`Aquila ancora ferita abbraccia Amatrice
16
Berardino Santilli
Intervista a Antonio Badalà - Prevenire è meglio che curare ma l ` Italia non lo
vuole capire
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Maria Ausilia Boemi
SICILIA CATANIA
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SICILIA CATANIA
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La buona ricostruzione salva Norcia: danni contenuti
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Isabella Pistolesi
Sicilia - In Sicilia non spesi 60 milioni per la messa in sicurezza e per lo studio
dei territori = Non spesi 60 milioni per messa in sicurezza e per studi dei territori
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Andrea Lodato
SICILIA CATANIA
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Catania tra le città a più alto rischio Latita la prevenzione = Catania, la città a più
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alto rischio Ma la prevenzione ancora arranca
Pinella Leocata
SICILIA CATANIA
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SICILIA CATANIA
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SICILIA CATANIA
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SICILIA CATANIA
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SICILIA ENNA
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SICILIA ENNA
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SICILIA MESSINA
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SICILIA MESSINA
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SICILIA SIRACUSA
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UNIONE SARDA
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UNIONE SARDA
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UNIONE SARDA
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La Sicilia risponde a Sos
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Antonio Fiasconaro
Catania pronta a dare una mano
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Redazione
Fa esplodere petardo tredicenne si ferisce = Si ferisce giocando con un petardo
26
Redazione
Viale Tirreno: e l`albero, alla fine si spezzò
27
Redazione
Prima Pagina
28
I cittadini devono essere consapevoli dei rischi
30
Tiziana Tavella
Sul torrente San Cataldo interventi di " risagomatura "
31
Alessandra Iraci Tobbi
Arcicaccia, 9 ore al giorno l ` impegno dei volontari sul fronte dell ` antincendio
32
Nello Pietropaolo
Rischio sismico, rivedere i piani di Protezione civile
33
Redazione
Soccorsi e fondi, il Paese si mobilita per le zone colpite
34
Redazione
Banche: stop rate
35
Redazione
Tre paesi cancellati: 159 morti, molti bambini = Sconvolta l`Italia centrale 159
vittime sotto i crolli
36
Redazione
UNIONE SARDA
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UNIONE SARDA
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UNIONE SARDA
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Protezione civile, tra i soccorritori anche 50 sardi
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Redazione
Una colata di cemento armato Nessuno vuole quel ponte
39
Ivan Murgana
Il fuoco minaccia le case e le Poste
41
Redazione
I
Rassegna Stampa
UNIONE SARDA
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GAZZETTA DEL SUD
MESSINA
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GAZZETTA DEL SUD
MESSINA
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GAZZETTA DEL SUD
MESSINA
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GAZZETTA DEL SUD
MESSINA
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GIORNALE DI SICILIA
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Planargia e Montiferru in fiamme Casa di riposo evacuata a Scano
42
Redazione
Ripartono i lavori sul ponte di Cassibile
43
Alessandro Ricupero
In campo la Protezione civile Donazione sangue a Fontanarossa
44
Redazione
Anche un messinese tra chi ha vissuto i momenti di terrore
45
Redazione
Terremoto, Messina si mobilita
46
Redazione
Territorio da tutelare: la sicilia non perda tempo = Sicilia ora ha i soldi si perda
tempo
47
Lelio Cusimano
GIORNALE DI SICILIA
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Per i lavori si faccia tesoro degli errori dell`aquila = Per i lavori si faccia tesoro
degli errori
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Nino Sunseri
GIORNALE DI SICILIA
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GIORNALE DI SICILIA
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GIORNALE DI SICILIA
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Un boato, quel vento: Amatrice rasa al suolo
51
Luca Prosperi
A Trabia, città gemellata, scatta la solidarietà
53
Redazione
Messina (CNR): l`Italia trema, IMpariamo a difenderci = Intervista a Paolo
Messina - Messina: È la pancia dell`Appennino che si è svegliata
54
Antonella Filippi
GIORNALE DI SICILIA
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GIORNALE DI SICILIA
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GIORNALE DI SICILIA
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GIORNALE DI SICILIA
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GIORNALE DI SICILIA
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Il sindaco di Accumoli: non dimenticateci
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Alberto Orsini
Pescara del Tronto, un`anziana: Ho lasciato solo mio marito...
57
Claudio Accogli
Quattromila sfollati, paura e cuori che battono nelle tendopoli
58
Redazione
Devastati i gioielli dell`arte medievale
59
Silvia Lambertucci
Intervista a Gianvito Graziano - Graziano: tanta paura e poca strategia =
Graziano: Manca una politica di vera prevenzione sismica
61
Osvaldo Baldacci
GIORNALE DI SICILIA
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GIORNALE DI SICILIA
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GIORNALE DI SICILIA
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Parte un progetto per monitorare tutta la regione
63
Redazione
Il cuore della Sicilia: partiti i primi aiuti
64
Stefania Giuffrè
Intervista a Giuseppe Giunta - Giunta: isola ad alto rischio ma i piani
scarseggiano = Tanti Comuni isolani non hanno un piano anti-sismico
66
Redazione
GIORNALE DI SICILIA
25/08/2016
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GIORNALE DI SICILIA
AGRIGENTO
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GIORNALE DI SICILIA
CALTANISSETTA
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GIORNALE DI SICILIA
CALTANISSETTA
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GIORNALE DI SICILIA
CALTANISSETTA
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GIORNALE DI SICILIA
CALTANISSETTA
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GIORNALE DI SICILIA
PALERMO
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GIORNALE DI SICILIA
TRAPANI
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NUOVA SARDEGNA
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NUOVA SARDEGNA
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NUOVA SARDEGNA
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NUOVA SARDEGNA
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NUOVA SARDEGNA
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6
Lanza trionfa alla Maratona dei vulcani
67
Redazione
Ospedale, struttura sicura ma i lavori continuano
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Giuseppe Pantano
Corsa contro il tempo per rendere agibile lo stadio Palmintelli
69
Stefano Gallo
Cassonetti incendiati a Santa Caterina Cinquantenne a giudizio
70
Vincenzo Falci
Niscemi, ritorna l`incubo frane Riscontrati dissesti idrogeologici
71
Salvatore Federico
Gela, nessun lavoro di ripristino al porto-rifugio
72
Luca Maganuco
Gestione rifiuti, la Procura avvia un`indagine
73
Martino Grasso
Paura ad Erice per un incendio L`ipotesi è che sia di natura dolosa
74
Redazione
I morti sono 159, migliaia di sfollati Renzi: provvedimenti immediati
75
Redazione
Grida, paura e speranze dall`inferno di polvere 70 dispersi all`Hotel Roma
77
Maria Rosa Tomasello
Allarme sciacalli in case e chiese, controlli dei carabinieri
79
Redazione
Tutte le aree colpite raggiunte da squadre
80
Nicola Corda
I giovani subito pronti a scavare
81
Redazione
II
Rassegna Stampa
NUOVA SARDEGNA
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NUOVA SARDEGNA
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NUOVA SARDEGNA
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NUOVA SARDEGNA
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NUOVA SARDEGNA
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NUOVA SARDEGNA
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NUOVA SARDEGNA
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NUOVA SARDEGNA
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NUOVA SARDEGNA
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NUOVA SARDEGNA
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NUOVA SARDEGNA
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NUOVA SARDEGNA
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NUOVA SARDEGNA
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REPUBBLICA PALERMO
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REPUBBLICA PALERMO
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2
25-08-2016
Amatrice, chi si è salvato non perde la speranza di trovare amici e parenti
82
Anna Saccoccio
La tragedia dei gemellini Gioia per la bimba salvata
84
Redazione
Il naso prezioso delle unità cinofile
85
Redazione
Trema anche Roma Verifica al Colosseo Nessun danno
86
Redazione
Il sisma spezza anche le radici e la memoria
87
Redazione
Intervista a Alessandro Amato - Esperti col dito puntato: Prevenzione
88
Lillo Montalto Monella
Pronti a partire 50 super esperti dalla Sardegna
90
Redazione
Una notte passata per strada mentre la terra trema ancora
91
Antioco Fois
Alluvione, dallo Stato 19,5 milioni A erogare i soldi saranno le banche
92
Alessandro Pirina
Un terribile muro di fuoco
93
Piero Marongiu
Sagama "affacciata" sull`inferno
94
Redazione
L`estate più dura degli ultimi anni
95
Redazione
Il sindaco sotto choc: è stata un`apocalisse bilancio pesantissimo
96
Alessandro Farina
Prima Pagina
97
Terremoto , gara di solidarietà in Sicilia a rischio una casa su tré = La Sicilia dei
terremoti Ecco la mappa delle case a rischio In pericolo una su tré
98
Antonio Fraschilla
REPUBBLICA PALERMO
25/08/2016
3
Intervista a Raffaele Azzaro - Il "nostro" sciame una scossa al giorno = Quello
sciame sismico che nell`Isola non finisce mai "Ma non annuncia catastrofi"
100
Mario Pintagro
REPUBBLICA PALERMO
25/08/2016
SICILIA
25/08/2016
SICILIA CALTANISSETTA
25/08/2016
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lanuovasardegna.gelocal.it
25/08/2016
1
lanuovasardegna.gelocal.it
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blogsicilia.it
25/08/2016
1
blogsicilia.it
25/08/2016
1
3
Scatta la gara di solidarietà per il Lazio
102
Giorgio Ruta
Prima Pagina
103
Protezione civile e Croce Rossa in preallarme: Noi siamo pronti
104
Gandolfo Maria Pepe
Nizzi: La mia ordinanza illegittima ma necessaria
105
Redazione
Ancora vento e incendi nell`isola
106
Redazione
Ritorno di fiamma, 55enne ustionato
107
Redazione
Allarme siccità, anche i pozzi senz`acqua
108
Redazione
Maninchedda attacca: Galletti sbaglia tutto
109
Redazione
Incendio centro migranti, paura all’hotspot di Lampedusa
110
Redazione
Terremoto, la terra continua a tremare, oltre 60 scosse: cresce il bilancio delle
vittime
111
Redazione
corrierediragusa.it
25/08/2016
1
ROMA - I siciliani si mobilitano come un sol uomo per fornire aiuti alla
popolazione colpita dal sisma. Raccolta fondi Cei e Comitato San Giovanni"
112
Redazione
livesicilia.it
25/08/2016
1
palermo.repubblica.it
25/08/2016
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lagazzettatrapanese.it
25/08/2016
1
Servizi di Media Monitoring
Terremoto, bilancio sale a 247 morti Scossa di magnitudo 4.5 all`alba
113
Redazione
Terremoto, sale a 247 il numero delle vittime
114
Redazione
Incidente alla "Monte Erice", una simulazione per il personale di soccorso
115
Redazione
III
25-08-2016
Pag. 1 di 1
Conferenza Regioni
Sisma, Bonaccini: "Coordinamento per gli aiuti"
[Redazione]
ROMA - "Molte Regioni si sono attivate per l'invio di strutture e generi di conforto necessari per la gestione di questa
primissima e delicata fase. Siamo in contatto con il Dipartimento della protezione civile affinchè i flussi degli aiuti
giungano e siano utilizzati in modo coordinato". Lo rende noto il presidente della Conferenza delle Regioni e
governatore dell'Emilia Romagna, Stefano Bonaccini. "Ho anche raggiunto telefonicamente il Presidente della
Provincia Autonoma di Trento, Ugo Rossi, che coordina la Commissione speciale 'Protezione Civile' per la
Conferenza delle Regioni, affinchè - aggiunge Conferenza Regioni Sisma, Bonacdni: "Coordinamento per gli aiuti'7
Bonaccini - d'intesa con il Governo e in stretto raccordo con il Dipartimento nazionale si possa fornire da parte di tutte
le Regioni il necessario apporto ai territori colpiti dal sisma, senza sovrapposizioni e in un quadro strategico rispetto
alle diverse priorità da affrontare". Il presidente della Conferenza delle Regioni esprime poi "profondo cordoglio per le
vittime del terremoto che ha interessato alcuni territori del Lazio, delle Marche e dell'Umbria, vicinanza alle comunità
locali e alle istituzioni regionali e comunali, alle donne e agli uomini impegnati nell'opera di soccorso e solidarietà ai
Presidenti del Lazio, Nicola Zingaretti, delle Marche, Luca Ceriscioli e dell'Umbria, Catiuscia Marini" -tit_org- Sisma,
Bonaccini: Coordinamento per gli aiuti
Estratto da pag. 2
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Rischio sismico, anche in Sicilia forti i ritardi sulla prevenzione
Solo su 58 aree comunali sono stati eseguiti gli studi di microzonazione di primo livello
[Rosario Battiato]
Nell'Isola I 90% dei comuni si trova nelle due fasce I cui I rischb è maggiormente elevato (356 su 39( Rischio sismico,
ancheSicilie forti i ritardi sulla prevenzione Solo su 58 aree comunali sono stati eseguiti gli studi di microzonazione di
primo livei PALERMO - In Italia, il verificarsi di una calamità naturale riaccende i riflettori sulla necessità di aggiornare
e velocizzare il sistema della prevenzione anche per le aree non colpite direttamente eppure nel mirino del rischio.
Alcune di queste catastrofi, in effetti, sono servite per la creazione di misure ad hoc come la legge n.77/2009 che
venne approvata dopo il sisma in Abruzzo e che stabilì l'avvio del fondo per la prevenzione del rischio sismico per
tutte le regioni italiane. Il percorso, tuttavia, è ancora lungo, soprattutto per quelle zone particolarmente coinvolte. Tra
queste c'è anche la Sicilia con circa il 90% dei comuni nelle due fasce a rischio più elevato. L'analisi più efficace, nel
giorno del sisma che ha colpito ieri il centro Italia, l'ha realizzata il sismologo Enzo Boschi, già presidente nazionale
dell'Ingv. La sua posizione, rilasciata a\YAdnkronos, si basa sulla mappa antisismica costruita sui criteri di nuova
classificazione emanati nel 2003. "Sulla base di questa mappa della sismicità in Italia - ha spiegato -, cioè, bisognava
realizzare interventi di prevenzione antisismica sugli edifici". La mappa si trova sul sito nazionale della Protezione
civile: sino al 2003 c'erano soltanto tré categorie sismiche a diversa severità, poi l'aggiornamento basato "sugli studi e
le elaborazioni più recenti relative alla pericolosità si smica del territorio - leggiamo sul sito del Dipartimento -, ossia
sull'analisi della probabilità che il territorio venga interessato in un certo intervallo di tempo (generalmente 50 anni) da
un evento che superi una determinata soglia di intensità o magnitudo". Le quattro zone di classificazione vanno dalla
più pericolosa (la zona 1, dove possono verificarsi fortissimi terremoti) fino alla meno pericolosa (zona 4, dove i
terremoti sono rari). In mezzo troviamo la 2 ("in questa zona possono verificarsi forti terremoti") e la 3 ("in questa zona
possono verificarsi forti terremoti ma rari"). L'ultimo aggiornamento in materia (marzo 2015) piazza 356 comuni
siciliani nelle prime due fasce di rischio: 1 (27) e 2 (329). A fronte di questo rischio conclamato, lo stato di salute del
patrimonio edilizio siciliano non è dei migliori. L'ultimo censimento dell'Istat piazza nell'Isola 1,4 milioni di edifìci
residenziali, tra questi ben 375 mila, cioè un quarto del totale, vengono catalogati in uno stato tra "mediocre" (331
mila) e pessimo (43 mila). Bisogna anche ricordare che in Sicilia ci sono 171 mila edifici residenziali costruiti tra il
1919 e il 1945, altri 223 mila tra il 1946 e il 1960, e 259 mila tra il 1961 e il 1970. In altri termini si tratta di poco meno
di 700 mila edifici costruiti quando ancora la legislazione antisi smica era agli inizi. Inoltre 1,7 milioni di abitazioni si
trovano nelle aree a rischio sismico cosi come 4.894 scuole (pari al 24% del totale nazionale) e 398 ospedali (dati
Ance-C resine). Un concetto ribadito anche da Enzo Bianco, sindaco di Catania, presidente del consiglio nazionale
dell'Anci e già ministro con delega alla protezione civile. "Dovremo investire di più nel consolidamento e nella
prevenzione. E l'unica vera arma che abbiamo". Per l'ordine dei geologi di Sicilia si tratta di denunciare "il grave e
colpevole ritardo nelle attività di prevenzione - leggiamo in una nota -, di adeguamento e miglioramento sismico degli
edifìci pubblici e privati". In cima alla lista delle cose da fare ci sono gli studi sulla microzonazione sismica che "nella
nostra regione - continuna la nota - sono ferme al palo ormai da anni". Inutili i "consistenti stanziamenti statali" arrivati
con le ordinanze del dipartimento nazionale di protezione civile perché "ad oggi solo su 58 comuni della regione
siciliana su 282, classificati a rischio secondo la normativa di riferimento, sono stati eseguiti gli studi di
microzonazione di primo livello dando seguito alla prima ordinanza del 2010". Rosario Battiate Secondo listai, in
Sicilia 375 mila edifici si trovano in uno stato mediocre o pessimo -tit_org-
Estratto da pag. 8
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25-08-2016
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Ragusa - Pillole
[Redazione]
Un arresto perdanneggiamenti a Palazzo lacono a Vittoria VITTORIA - Nella mattinata di martedì, presso la segreteria
del sindaco a Palazzo lacono, si è registrato un episodio che ha richiesto l'intervento delle forze dell'ordine, Un uomo
ha dato immotivatamente in escandescenze e si è scagliato verbalmente contro il primo cittadino. Inoltre ha
danneggiato una statua che si trova a Palazzo lacono scagliandola per terra e danneggiando la pavimentazione. Oogi
a Marina di Ragusa si potrà ritirare il tesserino venatorio RAGUSA - Nella giornata di oggi dalle ore 9 alle ore 12
presso la delegazione municipale di Marina di Ragusa di via Brin, sarà possibile ritirare il tesserino per la stagione
venatoria 2016/2017. "Abbiamo deciso di assicurare questo servizio - dichiara il vice sindaco Massimo lannucci - per
consentire ai cittadini di ritirare il tesserino per la caccia senza dovere recarsi in città presso l'Ufficio Sport". Spiaggia
di Micenei, terminati i lavori di messa in sicurezza SCIGLI - Villeggianti e turisti sono tornati con i loro ombrelloni nel
tratto iniziale di spiaggia del lido Micenei. E questa la testimonianza più concreta della riuscita dell'intervento che il
Comune di Scicli, di concerto con il dipartimento di Protezione civile, hanno portato a termine nelle scorse settimane.
Il fiume carsico di acqua dolce, che sfocia in spiaggia, è stato irreggimentato. -tit_org-
Estratto da pag. 15
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25-08-2016
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Sisma Italia centrale
Iban, sms, chiamate: coordinate e numeri per dare una mano
[Redazione]
A pochi anni dal disastro dell'Aquila, un'altra tragedia ha colpito l'Italia centrale: un terremoto di forte entità (6.0) ha
raso al suolo intere cittadine. Nel momento in cui scriviamo, le vittime accertate sarebbero una settantina. La
macchina della solidarietà si è già messa in moto: prima ancora di pensare alla ricostruzione, urge dare una mano
d'aiuto con i beni di prima necessità. Dunque, acqua, cibo, letti, coperte, cucine da campo e know-how per i primi
soccorsi. Stando a quanto rivelato dall'Anci sono decine i Comuni già pronti per portare il proprio supporto presso le
città colpite dal sisma. Tutti i Comuni che volessero unirsi alle iniziative già in corso, possono fare riferimento alla linea
dedicata attivata dall'Anci, scrivendo a [email protected], oppure contattando i numeri 06.68009329 o
3463138116. Nei territori, e per iniziativa Sisma Italia centrale dei sindaci e degli amministratori, è partita anche la
corsa alla raccolta di fondi per la ricostruzione e per questo motivo l'Anci ha aperto un conto corrente denominato Anci
- Emergenza Terremoto Centro Italia per coordinare la raccolta delle risorse da destinare alle attività di ricostruzione.
Queste le coordinate IBAN: IT27A 06230 03202000056748129. È attivo, inoltre, grazie al protocollo d'intesa esistente
tra Dipartimento della Protezione Civile e operatori di telefonia fissa e mobile, il numero solidale 45500. Grazie agli
operatori Tim, Vodafone. Tré, Fastweb, Coopvoce. Wind e Infostrada, è possibile donare due euro inviando un sms
solidale o effettuando una chiamata da rete fissa al 45500. I fondi raccolti saranno trasferiti dagli operatori, senza
alcun ricarico, al Dipartimento della Protezione Civile che provvederà a destinarle alle regioni colpite dal sisma. tit_org-
Estratto da pag. 23
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25-08-2016
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L'epicentro nella provincia di Rieti: rase al suolo intere frazioni
Terremoto Centro Italia il giorno del dolore
[Patrizia Penna]
L'epicentro nella provincia diet: rase al suolo intere frazioni RIETI - È il giorno del dolore quello vissuto all'indomani
del tremendo sisma di magnitudo 6.0 che nella notte tra domenica e lunedì ha devastato il centro Italia. Un lungo
giorno nel corso del quale commozione e rabbia hanno stordito un Paese intero, da Nord a Sud. Il sisma, con
epicentro nella provincia di Rieti, ha cancellato intere frazioni tra Arquato del Tronto, Amatrice e Accumoli ed è stato
seguito da circa 200 scosse di assestamento. La vera tragedia è non sapere quante persone si trovano ancora sotto
le macerie. Ora dopo ora, il bilancio delle vittime si è aggravato in modo drammatico: mentre scriviamo sono 73 i morti
accertati, secondo la Protezione Civile: "53 vittime sono tra Amatrice e Accumoli, nel Lazio, e venti nel territorio di
arquata nelle Marche, A questo si somma un numero di dispersi non precisato e un centinaio di feriti circa assistito in
vario modo in ospedali delle aree interessate o in strutture alternative". "E il tempo della commozione ma è anche il
tempo dell'azione": queste le prime parole del Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, che ha seguito le operazioni di
soccorso che hanno visto impegnate oltre 500 persone tra Lazio, Marche e Umbria. Il Papa ha deciso di rinviare
l'udienza generale e, visibilmente commosso, da piazza San Pietro ha fatto giungere la sua vicinanza alle popolazioni
colpite dal forte terremoto nel centro Italia e ha chiesto a tutti di unirsi a lui nella preghiera. Massimo Cocco, sismologo
dell'Ingv, ha spiegato che il terremoto "è dovuto a un movimento estensionale dell'Appennino". Si tratta, ha proseguito
Cocco, di una "zona sismica nota, al più alto livello di pericolosità sismica, nella classificazione sismica è infatti la 1 (la
più alta)", quindi è altrettanto alta la possibilità che in quella zona si verifichi un terremoto. In quell'area, ha proseguito
Cocco, "tutti gli edifici nuovi devono essere costruiti con criteri antisismici, il problema è che in quelle zone di edifici
nuovi ce ne sono ben pochi e addirittura il 50% delle scuole è stato costruito prima del 1980, quindi senza alcun
criterio antisismico". Per questo, ha concluso, "l'unico modo per evitare i danni che si sono registrati è la prevenzione".
Mentre l'Italia ieri contava e piangeva i suoi morti, i soccorritori hanno continuato a scavare senza sosta, persino a
mani nude, nel tentativo disperato di salvare altre vite umane. Il Governo ha attivato il piano di assistenza degli
sfollati: "L'emergenza verrà organizzata su quattro campi, dove verranno assistite le persone". Ad indicarlo è il
ministro dei Trasporti, Graziano Deirio, su twitter. "Stiamo lavorando - ha spiegato il ministro - per aiutare tutti i feriti" II
Dipartimento della Protezione civile ha fatto sapere che è già attivo, grazie al protocollo d'intesa esistente tra
Dipartimento della Protezione Civile e operatori di telefonia fissa e mobile, il numero solidale 45500 a sostegno delle
popolazioni colpite dal terremoto: è possibile donare due euro inviando un sms solidale o effettuando una chiamata da
rete fissa al 45500. I fondi raccolti saranno trasferiti dagli operatori, senza alcun ricarico, al Dipartimento della
Protezione civile che provvederà a destinarle alle regioni colpite dal sisma. La tragedia che ha colpito l'Italia è stata al
centro dell'attenzione dei media mondiali. Numerosi i messaggi di solidarietà e condoglianze da diversi leader
mondiali. A Palazzo Chigi sono arrivati i messaggi del presidente francese Hollande e di quello russo Putin, della
cancelliera tedesca Merkel, dei premier olandese Rutte, maltese Muscat, israeliano Netanyahu. Anche il leader
socialista spagnolo Pedro Sánchez ha inviato un messaggio. Il Presidente degli Stati Uniti, Obama, ha telefonato al
Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Patrizia Penna Twitter: @PatriziaPenna -tit_org-
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Indigesto
[Redazione]
INDIGESTO Emergenza terremoto: servono urgentemente beni di prima necessità, sangue e un piano antisismico
decente. Grazie chiara pontremoli E ~3 LA SICILIA Devastato U Centro I -tit_org-
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ILREPORTAGE
La festa diventa tragedia si scava nel silenzio = Solo macerie ad Amatrice non c`è un muro
integro neanche nell ` ospedale
Si scava nel silenzio. I soccorritori: Se mi senti urla
[Luigi Ronsisvalle]
IL REPORTAGE La festa diventa tragedia si scava nel silenzio L'INVIATO RONSISVALLE PAGINA 2 Solo macerie
ad Amatrice non c'è un muro integro neanche nell'ospedale Si scava nel silenzio. I soccorritori: Se mi senti urla LUIGI
RONSISVALLE NOSTRO INVIATO AMATRICE. Silenzio. Buio. Intorno i boschi di castagni e di pioppi del Parco
nazionale del Gran Sasso e i monti della Laga. In lontananza, lungo la strada che porta ai quasi mille metri di
Amatrice, i lampeggianti blu e gialli dei soccorsi. La zona intorno a quel che resta di questo paesino dell'Appennino tra
il Lazio, le Marche e l'Abruzzo, è tutta blindata. Le strade sono riservate esclusivamente ai mezzi di soccorso.
Guardando la valle dall'alto del paese, dove si può arrivare solo a dopo un paio di chilometri di salita fatti a piedi, è
tutto un brulicare di luci, lampeggianti e fari di auto e camion. Le autocolonne dei soccorsi procedono lente, in fila
indiana. Sono arrivati talmente tanti mezzi che, nonostante gli sforzi della polizia stradale, intorno al paese è difficile
muoversi. Così, dopo le prime ore, mano a mano che si succedevano gli arrivi sono stati fermati a valle. Su, tra le
macerie, si scava ancora. Con i picconi, con i badili, in certi casi con le mani. Ruspe e caterpillar sono entrati in azione
solo per sgomberare le strade principali e permettere ai soccorritori di arrivare alle case. Poi sono stati fermati e si è
proseguito armati di cautela, di speranza e anche di ostinazione. I volontari del posto cercano casa per casa. Qui
vivevano 2.650 persone e si conoscevano praticamente tutti. Si fa una conta provvisoria. Si cerca di capire chi manca
all'appello: poi si va dove si pensa, si teme, ma si spera anche ci possa essere qualcuno ancora vivo sotto le macerie.
Ad Amatrice questi erano giorni di festa. C'era la sagra della "pasta all'amatriciana" ed è lecito temere che in paese ci
fossero ben più dei tradizionali residenti. Il primo fotogramma di Amatrice è l'ospedale Grifoni. È stato fatto
sgomberare in tutta fretta. È rimasto in piedi ma anche passarci davanti è pericoloso: non un solo muro è rimasto
integro. Sono stati salvati alcuni letti e delle barelle. È stato allestito così un primo posto di pronto soccorso nel
piazzale. Poco più avanti il corso principale è un ammasso di macerie. Passano solo i vigili del fuoco e il gruppo
cinofilo con i cani addestrati a individuare eventuali superstiti sotto le macerie. Si scava e si spera. Qualcuno urla:
Silenzio!. Anche il calpestio sui calcinacci potrebbe coprire qualche flebile lamento: Mi senti? urla un vigile del fuoco,
dietro la porta di un garage divelto con i badili, dopo avere usato la sega elettrica. Se mi senti fai un rumore, chiama!
Siamo qua. Sono momenti terribili. La casa, proprio all'inizio di via Grifoni, al nu mero 13, è collassata su un fianco. Si
lavora sotto il costante pericolo di ulteriori crolli. Si chiede di lasciare un varco, tra chi osserva al di là della striscia di
plastica bianca e rossa, perché rimanga sempre una via di fuga per i soccorritori. Silenzio. E poi ancora silenzio.
Nessun segnale. Ma si scava ancora. 1 gruppi elettrogeni danno forza a potenti riflettori. La notte così fa meno paura.
Sono da poco passate le 21.11 buio è arrivato quasi all'improvviso. La strada che attraversa il paese da un lato
all'altro è un continuo via vai. Cambiano i turni. C'è chi lavora incessantemente dalla notte tra martedì e ieri. Passano i
vigili del fuoco coperti di calce e di polvere: i pesanti giubbotti e i caschi nelle mani, le mascherine sulla testa. Passano
i volontari della croce rossa. Dal bivio, giù in basso, dove passa la strada che porta a Rieti, parte una navetta con
alcune squadre di vigili del fuoco appena arrivate da Fiumicino a da Roma Eur. Per loro sarà una lunga notte. Una
signora chiede di potere entrare in paese e andare a casa sua per prendere qualche indumento. Chiede ai poliziotti, ai
carabinieri, ai vigili. Troppo pericoloso. La signora piange, singhiozza, implora. Purtroppo, in questi casi, non c'è - ed è
forse giusto c
he non ci sia comprensione. 1 rischi sono troppi. Succederà poi come sette anni fa all'Aquila. Nei giorni successivi al
terremoto, quando tutto sarà sotto controllo, chi chiederà di tornare a casa (se rimasta in piedi), lo potrà fare solo per
cinque minuti, accompagnata da un vigile del fuoco. Due buste di plastica e pochi minuti per raccattare ciò che resta
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di una vita cancellata. Intanto, dall'altra parte del paese, la tendopoli è già pronta e altre brande e un punto di ristoro
sono stati organizzati nel palazzetto dello sport. In meno di dodici ore dal sisma il sistema della Protezione civile è già
pienamente attivo. Nessuno passerà nemmeno una notte senza una branda, una tenda e un pasto caldo. Considerate
anche le esperienze dei precedenti terremoti, la Protezione civile italiana ha dato una prova di straordinaria efficienza.
Si riscende a valle a piedi, lungo i tornanti, in mezzo al bosco. Non ci sono luci, ci si aiuta con i telefonini. Sulla parte
opposta della montagna c'è, anzi c'era, Accumoli. Meno di 700 anime. Fino a due sere addietro le piccoli luci sul
fianco della montagna disegnavano un paesino da presepe. Oggi c'è solo buio. E silenzio. Anche lì si è scavato per
tutto i! giorno. Si è cercato di salvare invano un'intera famiglia, padre, madre e due figli, rimasti schiacciati dal tetto
della loro casa. Non è facile tornare indietro daAmatrice e ridiscendere verso valle. Un passaggio di fortuna o una
navetta che porta i volontari. Su uno di questi bus tornano verso Roma un gruppo di volontari che hanno passato tutto
il giorno tra ciò che è rimasto del paese. Tanta fatica. Qualcuno dorme, altri messaggiano col telefonino. Si parla. Ci si
racconta episodi piccoli e grandi. Una signora - racconta una volontaria a una sua collega è venuta a cercarmi per
ringraziarmi perché ero riuscita a recuperare i suoi occhiali da vista mentre la portavamo via dalle rovine di casa sua.
Nel buio delle strade che si inerpicano sui tornanti di questa fascia di Appennino, un giubbotto rifrangente, un
lampeggiatore blu, una torcia di segnalazione messa a terra, sono un conforto. Poliziotti, carabinieri e volontari non si
risparmiano. Ci si aiuta. Passa un'auto della polizia e chiede a due carabinieri fermi al bivio: Tutto bene? Serve
qualcosa?. Grazie - rispondono - siamo qui da parecchio ma alcuni colleghi ci hanno portato dei panini e qualche
bottiglia d'acqua. E ormai notte. Ma nelle tendopoli le luci non si spengono. Ci si ferma a parlare davanti alla tende.
Non ci sono lacrime. Ci si cerca. Si chiedono notizie di amici e parenti. L'aria è pungente. Girano le cifre delle vittime.
A fine giornata quasi 160. Qualcuno si stende. Gli unici che dormono sono i bambini. In molti preferiscono restare in
auto, davanti alle case ancora in piedi alle periferie dei paesi. Il terremoto è così. Ti toglie tutto in un attimo. Poi, per
chi soprawive, ti costringe a vivere una vita diversa. E ricominciare per molti sarà difficile. Intanto su, in paese, si
scava ancora. -tit_org- La festa diventa tragedia si scava nel silenzio - Solo macerie ad Amatrice nonè un muro
integro neanche nell ospedale
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Il sisma
[Redazione]
IL SISMA OLTRE 250 REPLICHE Sono state oltre 250 le repliche, alcune delle quali forti, che hanno seguito il
terremoto di magnitudo 6.0 awenuto alle 3:36 di ieri tra i Comuni di Accumoli (Rieti) e Arquata del Trento (Ascoli
Piceno), in una delle zone italiane a sismicità elevata. La situazione è in piena evoluzione e al momento è impossibile
prevedere come la situazione potrà evolversi. Le scosse più violente, di magnitudo pari o superiore a 3, sono awenute
nelle prime tré ore dal terremoto principale. La terra ha tremato più forte nella zona di Norcia (Perugia), prima con una
scossa magnitudo di 5.4 avvenuta alle 4:33, preceduta appena un minuto prima, alle 4:32, da una scossa di
magnitudo 5.1. Nella notte e nelle prime ore del mattino di ieri si sono registrate anche cinque terremoti di magnitudo
superiore a 4. La prima è avvenuta a Rieti alle 3:56, ossia 20 minuti dopo la scossa principale. Sempre nella zona di
Rieti c'è stata una scossa di magnitudo 4.0 alle 5:08, seguita da una di magnitudo 4.2 alle 5:40. Nell'area di Perugia si
è registrata una replica -tit_org-
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AGGIORNATO Il sisma
[Redazione]
IL SISMA OLTRE 250 REPLICHE Sono state oltre 250 le repliche, alcune delle quali forti, che hanno seguito il
terremoto di magnitudo 6.0 awenuto alle 3:36 di ieri tra i Comuni di Accumoli (Rieti)eArquatadel Tronto (Ascoli
Piceno),una delle zone italiane a sismicità elevata. La situazione è in piena evoluzione e al momento è impossibile
prevedere come la situazione potrà evolversi. Le scosse più violente, di magnitudo pari o superiore a 3, sono awenute
nelle prime tré ore dal terremoto principale. La terra ha tremato più forte nella zona di Norcia (Perugia), prima con una
scossa magnitudo di 5.4 awen uta alle 4:33, preceduta appena un minuto prima, alle 4:32, da una scossa di
magnitudo 5.1. Nella notte e nelle prime ore del mattino di ieri si sono registrate anche cinque terremoti di magnitudo
superiore a 4. La prima è awen uta a Rieti alle 3:56, ossia 20 minuti dopo la scossa principale. Sempre nella zona di
Rieti c'è stata una scossa di magnitudo 4.0 alle 5:08, seguita da una di magnitudo 4.2 alle 5:40. Nell'area di Perugia si
è registrata una replica di magnitudo 4.1 alle 4:49, seguita da una di magnitudo 4.3 alle 6:06, Una delle repliche più
intense, di magnitudo 4.7, ha fatto tremare Arquata del Tronto poco prima delle 14:00 e in serata, alle 19:46, si è
registrata nella zona di Rieti una scossa di magnitudo 4.4. La scala Richter Scala logaritmica, che misura l'Mienfia dal
ter moto all'Bpiceniro;i ogni grado corrisponde a UR'inteneila pari a 30 volte guelia del flrado precedente -tit_org-
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Spazzati via interi paesi Siamo vivi, questo è tutto
A Pescara del Tronto le strade sembrano esplose. Enormi crepe segnano l ' asfalto Ad Arquata non rimane niente.
Nel volto della gente il terrore del sisma nella notte
[Claudio Sebastiani]
A Pescara del Tronto le strade sembrano esplose. Enormi crepe segnano l'asfalto Ad Arquata non rimane niente. Nel
volto della gente il terrore del sisma nella not CLAUDIO SEBASTIANI ARQUATA DEL TRONTO (ASCOLI PICENO).
Siamo vivi. Questo è tutto: nelle parole ma soprattutto negli occhi e nei volti della gente di Arquata del Tronto c'è tutto
il terrore del terremoto. Che nella notte ha colpito duro, ferendo le case, aprendo squarci nelle pareti e costringendo
chi stava dormendo a scappare portando con sé quel poco che si riusciva ad arraffare. Siamo vivi. Questo è tutto
ripete Cristina, titolare dell'Hotel Regina, alle porte del paese. La casa, l'albergo e il resto di Arquata sono
completamente danneggiati, riesce a dire con gli occhi gonfi di lacrime. Lei, i suoi bambini, una coppia di amici ospiti
nella sua abitazione e i clienti sono scappati subito dopo la scossa che ha devastato il territorio. In un pulmino e in
un'auto le coperte e i cuscini che hanno permesso di superare la notte. 11 pensiero va alla struttura sulla quale sono
evidenti le crepe. Questo non è un posto ricco sottolinea la proprietaria. Guardate poi la scuola che doveva aprire tra
due settimane - aggiunge - è come esplosa. Poi però il pensiero torna ai drammatici attimi della notte. Siamo scesi dal
letto - spiega Cristina - e abbiamo preso i bambini in braccio. Siamo usciti senza nemmeno un graffio, portandoci
anche il cane e il gatto. Arquata del Tronto è un piccolo paese dell'Appennino nel quale vivono circa mille e 200
persone che però salgono a 5-6 mila in estate quando arrivano i turisti e tornano quelli originan di qui (dove hanno
ancora le loro case) che si sono trasferiti altrove, a Roma e sulla costa soprattutto. Come Piero e Pina che erano in
vacanza nella loro abitazione in cerca di tranquillità. La nostra casa - raccontano - fuori è lesionata ma dentro non e' è
più. Ballava tutto e e' era un gran rumore. Non riuscivamo a muoverci. Avevamo tutti i calcinacci addosso. Ad Arquata
del Tronto la gente si muove con in mano i sacchetti della spesa con i pochi effetti personali presi in casa. Molti sono
ancora in pigiama o indossano tute da ginnastica. Qualche bambino, sfinito, si addormenta sulle panchine. Diversi
anche i cani con i loro padroni. Come Cecilia che per prendere Chico, barboncino dal pelo bianco, è tornata in casa.
Per uscire - dice - ho dovuto forzare le porte che erano incastrate. Poi ho sentito passare alcuni amici e ho gridato
aiuto. Una volta nella via, un muro di macerie bloccava la strada. Siamo riu sciti a uscire infilandoci in una cantina per
poi sbucare in piazza. Abbiamo visto due case crollare davanti ai nostri occhi e siamo rimasti un'ora e mezzo al buio,
scalzi. Poi ci hanno soccorso. Amerigo è invece uno degli anziani del paese. È meglio non parlare, afferma con
sguardo severo e triste. Si è spaccato tutto - aggiunge - e il terremoto ha buttato tutto a terra. La nostra casa è
danneggiata. Come anche quella del sindaco Aleandro Petrucci. Allestiremo le Nel campo dell'Asd Arquata football
club ci sono ora ambulanze e mezzi dei vigili del fuoco, un'autobotte della polizia e gli elicotteri della forestale. Le
panchine degli spogliatoi ospitano chi ha dovuto lasciare le case. C'è chi è ferito e chi piange a dirotto, mentre
qualcuno cede alla tensione e riesce a dormire un po' nonostante le scosse non diano tregua. Su un tavolo la
protezione civile distribuisce acqua, merendine e frutta mentre accanto una giovane mamma improvvisa un pic-nic su
una coperta per rendere meno triste in pranzo de suoi piccoli Perché, ad Arquata del Tronto, siamo vivi, e questo è
tutto. A pochi chilometri di distanza c'è Pescara del Tronto. Sembra essere stata spazzata via. Pescara del Tronto è
stata spazzata via. 11 terremoto ha trasformato il paese in una spettrale Sarajevo. Le strade sembrano essere
esplose. Enormi crepe segnano l'asfalto. Ovunque i segni della distruzione, con i detriti delle case sbriciolate
mescolati a carcasse d'aut
o, vetri, brandelli di vite perdute. 1 morti accertati 37 morti. 11 sindaco, Aleandro Petrucci ha spiegato che tré vittime si
contano nella frazione di Arquata, una in un'altra frazione vicina e 33 nel paese. 1 feriti sono un centinaio. Diversi
sono in gravi condizioni. I soccorritori continuano a scavare tra le macerie nel buio pesto - il paese è senza elettricità
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aiutati dai fari allestiti dall'esercito. Ma la speranza di trovare sopravvissuti si affievolisce con il passare delle ore. Da
mezzogiorno troviamo solo cadaveri, dice un ragazzo della protezione civile esausto. Qui è peggio dell'Aquila,
sussurra un altro volontario attonito. È un reduce del sisma che ha devastato il capoluogo abruzzese. Provo un
grande dolore, Pescara del Tronto non c'è più, dice il presidente della Camera Laura Boldrini accompagnata tra le
macerie dai soccorritori. Sembra un bombardamento. Ringrazia i volontari che fanno fatica ad avanzare. Pescara del
Tronto è abbarbicata su una ripida collina a ridosso delle montagne. Un passo falso potrebbe causare crolli a catena.
Gli smottamenti scendono giù fìno a valle e lambiscono la Salaria. Nel campo di primo soccorso nella vicina Arquata,
sventrata dal sisma con un bilancio di almeno 4 morti, scorrono a fiumi le lacrime. L'abbiamo lasciato solo, urla
disperata una signora parlando del marito, mentre i parenti provano a consolarla. Accanto a lei arrivano due bambini.
Uno è coperto da un telo termico. È sporco di terra e sangue ma per fortuna è illeso. Così come altri due ragazzini
salvati prima dalla nonna e poi dallo zio. Lo stesso che salendo la ripida salita verso il paese ha rimesso al suo posto
la testa di una madonnina sfregiata dal sisma per accendere la speranza di trovare vivi i nipoti Nessuno sa con
precisione quanti siano i dispersi. Il paese conta d'inverno un centinaio di persone. Ma d'estate si popola, soprattutto
di romani. Le utenze telefoniche ed elettriche sono 200, Se fosse successo a ferragosto sarebbe stato un massacro,
spiega un giovane, il paese era pieno. In tanti potrebbero essere arrivati per la festa della Spelonga, molto sentita da
queste parti. 1 soccorritori esausti scendono dalla ripida collina. Si rincorrono voci su altri morti. Ma ad alimentare la
speranza è la notizia di una bambina che sarebbe stata estratta viva dopo quasi 15 ore. 1639-2016 Ha un gemello
che risale al 1639 e una sorta di grande antenato nel 1703, il terremoto di magnitudo 6.0 avvenuto nella notte tra
martedì e ieri. Lo hanno detto la direttrice della Struttura Terremoti dell'Istituto Nazionale di Geofìsica e Vulcanologia
(Ingv) Daniela Pantosti, e il sismologo Massimo Cocco, nella conferenza stampa organizzata dall'istituto. Entrambi
quei terremoti storici hanno prodotto effetti importanti, ha detto la sismologa. Quello del 1703 ha proseguito - è stato
un terremoto doppio, che ha colpito sia Norcia sia L'Aquila, anche se è stato molto più forte rispetto a questi, con una
magnitudo stimata vicina a 7. Il terremoto del 1639 ha colpito la stessa zona del terremoto di Rieti, ha osservato
Cocco. Sembra proprio il suo gemello - dice Pantosti - perché è avvenuto nello stesso posto, con un'energia simile e
producendo effetti simili, anche se bisogna tener conto della densità della popolazione dell'epoca e delle dimensioni
dei centri abitati di allora. tende - spiega - e speriamo che la nostra gente non voglia a tutti i costi rimanere accanto
alle abitazioni inagibili. Tra i primi ad arrivare ad Arquata, il vescovo don Giovanni D'Ercole. Che ha subito mobilitato
tutti i suoi religiosi. Come due frati che sostano accanto al campo sportivo dove è stato allestito il posto di primo
soccorso. Ascoltiamo la gente - spiegano - ma abbiamo anche dato la nostra disponibilità a collaborare attivamente ai
soccorsi. Cèchi reagisce con una preghiera - rivelano -, chi peggio. Qui c'è molta solidarietà tra la gente.. Ballava tutto
e c'era un grande rumore. Non riuscivamo a muoverci. Per uscire abbiamo dovuto forzare le porte che erano
incastrate Non sap
piamo quanta gente ci fosse in paese. In estate vengono tanti romani. A Ferragosto sarebbe stato un massacro tit_org-
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Similitudini
L`Aquila ancora ferita abbraccia Amatrice
[Berardino Santilli]
L'AQUILA. Con le ferite non ancora rimarginate, a oltre sette anni dal tragico sisma che ha fatto 309 morti e 1.500
feriti, L'Aquila e il suo territorio si sono stretti intorno alle popolazioni colpite questa notte da una nuova, immane,
tragedia che ha sconvolto il reatino e l'ascolano con un bilancio provvisorio di 120 morti. Una tragedia che ha
similitudini, a partire dall'ora, le3 e 36 stanotte, le 3 e 32 nel capotuogo abruzzese. Non solo i cittadini del cratere, che
con la scossa della notte tra martedì e mercoledì hanno rivissuto l'incubo del 6 aprile 2009, hanno solidarizzato e
abbracciato idealmente comunità in ginocchio che piangono le vittime: istituzioni aquilane - tra cui il sindaco
dell'Aquila, Massimo Cialente, il presidente del Consiglio comunale, Carlo Benedetti, e l'assessore alla ricostruzione
Pietro Di Stefano - e Similitudini L'Aquila ancora ferita abbraccia Amatrice anche semplici cittadini sono intervenuti tra
i primi nella "vicina" Amatrice, quasi rasa al suolo, nelle ore immediatamente successive alla scossa di magnitudo 6 e
alle forti repliche di assestamento. La Asl provincialee il Comune dell'Aquila sono stati protagonisti dell'emergenza:
l'azienda sanitaria ha attivato un "ponte" sanitario, soprattutto con gli elicotteri, con l'ospedale San Salvatore
dell'Aquila mobilitandosi dal primo momento per affrontare l'emergenza sisma e accogliendo complessivamente fino a
sera dal centro laziale 44 feriti, tra cui un ultracentenario (107 anni) in rianimazione. Il Comune ha destinato agli
sfollati di Amatrice 250 alloggi prefabbricati e antisismici del progetto Case, il mega insediamento abitativo voluto
dall'allora premier Berlusconi, dopo il terremoto dell'Aquila. La Asl ha messo a disposizione 60 posti letto, di cui 29 per
l'area chirurgica, 20 per quella medica, il resto per altre discipline; 4 i posti letto allestiti a rianimazione; per farlo è
stata sospesa tutta l'attività chirurgica programmata. Tutte le nostre strutture del territorio - afferma il dg della Asl
dell'Aquila, Rinaldo lorderà - sono al servizio dell'emergenza. Nel Comune di Montereale, il più vicino al confine con il
Lazio, è stata allestita una postazione di posto medico avanzato dove vengono assistiti i codici bianchi e gialli, quelli
più leggeri, per decongestionare il carico di lavoro che si riversa sull'ospedale. L'organizzazione dei soccorsi coinvolge
anche gli ospedali di AvezzanoeSulmona. BERARDINO SANTILLI -tit_org-Aquila ancora ferita abbraccia Amatrice
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Intervista a Antonio Badalà - Prevenire è meglio che curare ma l ` Italia non lo vuole capire
L ' ingegnere: rendere obbligatoria e incentivare la messa in sicurezza degli edifici
[Maria Ausilia Boemi]
Trema Italia centrale Le città a rischio. Intervista ad Antonio Badala, ordinario di Tecnica delle costruzioni nella facoltà
di Ingegneria dell'ateneo catanese Prevenire è meglio che curare ma l'Italia non lo vuole capire L'ingegnere: rendere
obbligatoria e incentivare la messa in sicurezza degli edifici MARIA AUSILIA BOEMI CATANIA. Prevenire è meglio
che curare: in termini di costì economici, culturali e, soprattutto, di salvaguardia della vita umana. Ma la politica non se
ne da per intesa: di rischio sismicoedi come mettere in sicurezza le nostre città si parla in occasione di ogni terremoto
devastante, ma poi tutto cade nel dimenticatoio. E senza leggi che obblighino ad adeguare gli edifici pubblici e privati,
e agevolazioni per chi lo fa, nessuno mette mano al portafoglio. Nonostante le tecniche ci siano. Lo ribadisce
l'ingegnere Antonio Badala, ordinario di Tecnica delle costruzioni nella facoltà di Ingegneria dell'ateneo catanese.
Quali sono anzitutto le costruzioni maggiormente a rischio in caso di terremoto? Sono le strutture in muratura: alcune
sono costruite con tecniche buone (gli edifici padronali), altre purtroppo sono realizzate con tecniche povere: e queste
ultime sono quelle più a rischio. Inoltre, in queste costruzioni vecchie e povere sono state fatte delle sovraelevazioni,
con un conseguente sovraccarico. A rischio sono anche le strutture in cemento armato vecchie di più di 50 anni senza
buona manutenzione, perché possono sopportare soltanto carichi verticali e non quelli orizzontali dell'effetto sismico.
Quali interventi si possono fare da un punto di vista tecnico? Su quelle in muratura si devono utilizzare materiali
innovativi percercare di "ricucirle", di fare dei cordoli. La maggior parte hanno ammorsamenti scadenti tra una
muratura e l'altra: occorre dunque fare "cuciture" negli angoli. Bisogna dare alla struttura in muratura l'effetto scatola:
se mancano i collegamenti, viene infatti meno la resistenza dell'edificio. Poi i solai vanno rinforzati perché degradati.
Sugli edifici in cemento armato bisogna intervenire perché, specialmente nelle fondazioni, l'umidità che risale attacca
il ferro, fa scoppiare il calcestruzzo: vanno quindi rinforzati o aggiungendo ferri o utilizzando materiali innovativi tipo
fasciature con fibre di carbonio. Sulla struttura in cemento armato una tecnica che si può utilizzare è anche quella
dell'isolamento sismico: isolare la struttura alla base in modo che, in caso di terremoto, la struttura resta ferma e il
terreno si muove al di sotto. In questo modo, strutture progettate per carico verticale riescono a sopportare il carico
orizzontale che non viene trasmesso dagli isolatori. Oppure si possono inserire nelle strutture dei dissipatori, che sono
degli "ammortizzatori" che assorbono energia: si danneggiano di conseguenza questi elementi e la struttura resta
integra.. Ma i costi di interventi del genere? Dipende dalla struttura e dallo stato di degrado. 11 costo si può aggirare
tra il 10-20% del valore dell'immobile. Un intervento in fibra di carbonio, ad esempio, si aggira intorno ai 400 euro a
metro quadrato. 1 costi ci sono, ma salgono alle stelle se la struttura crolla dopo un terremoto. Percui prevenire è
meglio che curare. Però questa filofofia non è molto sentita in Italia. E gli edifici pubblici? Purtroppo sono in cattivo
stato anche molte strutture pubbliche, tipo ospedali, caserme, scuole che devono essere preservate e che, in caso di
calamità, servono per gestire i soccorsi. Molte strutture non sono sicure. Da parte della politica non c'è un interesse
da questo punto di vista? Nell'immediatezza del terremoto viene dato qualche finanziamento, magari si investe per
riparare, ma si dovrebbe investire prima che avvenga il terremoto. Quindi sono a rischio sia le costruzioni degli anni
50-60 sia i centri storici. E le costruzioni più recenti? Se fatte a regola d'arte, rispettando la normativa vigente sono
sicure. Ma quando si vende un bene immobile ci dovrebbe essere un certificato di idoneità statica. Invece ci
preoccupiamo più del certificato di efficienza energetica, che è importante, ma la statica lo è di più. E poi
bisognerebbe fare un piano di manutenzione per gli edifici: un edificio costruito oggi, tra 10-20 anni avrà bisogno di
piccoli interventi. Quindi anche gli immobili costruiti con criteri antisismici devono essere monitorati? Certo,
bisognerebbe fare un libretto di manutenzione in cui si annotano tutti gli interventi fatti. Teoricamente un edificio in
muratura, se fatto bene (esempio: il Colosseo), con blocchi ben ordinati, ha una resistenza nel tempo più alta
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rispettoa un edificio in cemento armato. 11 cemento armato è fatto di calcestruzzo, pietra artificiale, e acciaio, che è
soggetto all'ossidazione: per cui, se non si mantengono effi- denti questi due elementi, la struttura deperisce in pochi
anni. È importante la manutenzione per gli edifici, anche quelli moderni. Ma se non c'è l'obbligo di legge, noi italiani
non lo facciamo. E poi ci si accorge delle magagne quando succedono i disastri. Ma c'è la certezza che le costruzioni
oggi siano costruite con criteri antisismìd? Certo, la malafede puòesserci in ogni cosa che si fa. Mi capita di fare
perizie perché c'è stata un'inefficienza o nella costruzione dell'opera o nella progettazione. La certezza assoluta non
c'è mai. Ma se si applica la normativa vigente, le strutture sono sicure. Aterremoti di quale magnitudo possono
resistere gli edifìci antisismici? A terremoti molto più alti di quello verificatosi in Centro Italia. La normativa antisismica
è molto severa: le strutture moderne sono sicure per qualsiasi terremoto o quasi. In ogni zona sismica si progetta
secondo una prevista intensità di terremoto. L'Italia è infatti divisa in 4 categorie in ba se al rischio sismico della zona:
Messina, ad esempio, è di prima categoria, Catania, di seconda. Finora, dunque, prevenzione zero? Purtroppo gli
interventi di prevenzione sono molto rari, sia sul pubblico sia sul privato. Sul pubblico non ci sono fondi stanziati in tal
senso; il privato, senza incentivi, non è in grado di affrontare certe spese. Se si opera in tal senso, con finanziamenti e
agevolazioni, si può salvare il patrimonio italiano, specie quello storico. La prevenzione è la prima cosa che andrebbe
fatta, con leggi adeguate: purtroppo da noi più che prevenzione si fanno interventi post mortem, cercando di
riesumare edifici crollati, con costi enormi, di gran lunga superiori a quelli di una corretta manutenzione. di un In base
Ila profonditàdistinguono tWWBeti % é % % Î Distanza Ira epicenfro e ipoeenfro AUSA Cult'inietTi Esistono tecniche
per adeguare tè strutture alle nonnativeanno invecesoto interventi È LASONO ù concosti^åã îã ANTONIO BADAÎÂ
ingegnere. ordinario di Tecnica delle struïioni a l'un Î vers ita di Catania LINGV Dal 2009 mappa pericolo ma case
restano vulnerabili ROMA. Diventata una realtà operativa soltanto dopo il terremoto de L'Aquila del 2009, la mappa
della pericolosità sismica ha avuto una lunghissima storia fatta di attese, ordinanze e continui rinvii. La mappa
costituisce infatti l'insieme di dati chedefinisce quanto il territorio in cui viviamo sia soggetto agli effetti dei terremoti.
Prevalentemente, rileva l'Istituto Nazionale di Geofísica e Vulcanologia (Ingv), è un'analisi di tipo probabilistico che
stima la probabilità di osservare un certo scuotimento del suolo in una data area durante un determinato periodo di
tempo. Non ha quindi nulla a che fare con la previsione dei terremoti, che è un obiettivo ancora molto lontano dal
poter essere raggiunto, ma fornisce i parametri in base ai quali progettare le nuove costruzioni o adeguare gli edifici
esistenti. Sulla base della mappa gli scuotimenti più forti sono attesi lungo tutto l'Appennino centro-meridionale, con
picchi in Calabria, Sicilia sud-orientale e Friuli. LORDINE DEGLI ARCHITETTI Messa in sicurezza edifici frenata dal
conservatorismo CATANIA. Il presidente dell'Ordine degli Architetti di Catania Giuseppe Scannella interviene con una
nota per sollecitare la classe politica a uscire dall'inerzia: L'ennesima tragedia awenuta nel Centro Italia, non per
questo inaspettata, ci riporta alla mente le infinite volte che la comunità degli architetti e ingegneri, insieme alle altre
professioni tecniche, ha sollecitato i responsabili della cosa pubblica a mettere in campo una seria e generale messa
in sicurezza del patrimonio edilizio del Paese. Lo ha fatto e lo fa a tutti i livelli, da quello nazionale a quello locale,
suggerendo azioni, sollecitando provvedimenti, contestando quelli nel frattempo emessi. È il caso, solo per citare un
esempio recente e che ci riguarda direttamente, dello studio di dettaglio sul centro storico di Catania, ma il discorso
vale per moltissima parte della Sicilia e d'Italia, per il quale abbiamo contestato un eccesso di conservatorismo. La
Faut: Ing âä
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La buona ricostruzione salva Norcia: danni contenuti
[Isabella Pistolesi]
ISABELLA PISTOLESI NORCIA. 1 danni ci sono: a case, chiese ed anche alle strade. Sono danni in alcuni casi
ingenti, ma complessivamente, e tutto sommato, contenuti. E, soprattutto, non ci sono vittime, ne feriti: in Umbria è
Norcia la città simbolo del devastante terremoto che ha invece portato morte e distruzione ai confini della regione,
nelle Marche e nel Lazio. E, come il resto del territorio umbro, Norcia è salva grazie alla buona ricostruzione seguita al
sisma del 1997 e, prima ancora, a quello del 1979, che in questa cittadina della Valnerina, oggi piena di turisti, causò
cinque morti e centinaia di sfollati. Lo ripete il sindaco, Nicola Alemanno, e lo ribadisce la presidente umbra. Catiuscia
Marini: La forte scossa che ha colpito anche l'Umbria - dice la presidente - ha causato danni contenuti a differenza di
quanto purtroppo accaduto nelle Marche e nel Lazio. Ciò testimonia che la ricostruzione in Umbria è stata una buona
ricostruzione che ha saputo garantire sicurezza perla popolazione e qualità e velocità degli interventi. Come Umbria ricorda ancora Catiuscia Marini - ci siamo subito posti l'obiettivo innovativo di non limitarsi alla semplice riparazione
del danno, ma di mettere in sicurezza l'intero territorio. Proprio nella zona di Norcia è stato registrato l'epicentro, ieri,
delle più forti scosse immediatamente successive alla principale, delle 3.36 di magnitudo 6: alle 4.32, di magnitudo
5.1, e alle 4.33 con magnitudo 5.4. La città - ha riferito l'assessore comunale Giuseppina Perla - era piena di turisti,
stavamo vivendo un'estate meravigliosa. Le case sono tutte antisismiche e hanno retto, però ci sono delle lesioni, ha
spiegato. Nel corso dei controlli sono infatti emerse alcune lesioni ad abitazioni private, infrastrutture e beni culturali,
fra i quali la basilica di San Benedetto. Danni anche alle mura storiche e crolli a Castelluccio che, insieme a San
Pellegrino, è la frazione di Norcia dove la situazione è maggiormente critica. Sempre in Valnerina, danni significativi
vengono registrati a Preci, ha riferito il sindaco, Pietro Bellini. Risulta, fra l'altro, completamente inagibile una parte del
palazzo comunale. Problemi anche ad alcune strade, soprattutto per la caduta di massi o detriti. Nella zona la
Protezione civile sta allestendo 700 posti letto. Tuttavia si segnalano, in Umbria, solo due ricoveri, per malore, mentre
si cercano due coniugi di Orvieto che si trovavano probabilmente ad Amatrice al momento del sisma. E gli ospedali
sono pronti ad accogliere i feriti provenienti dalla regioni maggiormente colpite (al momento sono giunti a Terni e
Perugia un anziano di 77 anni e un bambino). Ma i danni sarebbero stati probabilmente peggiori se non ci fossero
stati alcuni interventi antisismici dopo i terremoti negli anni Novanta, ha ribadito la presidente Marini. Persone in
piazza a Norcia dopo la fòrte scossa di terremoto della notte -tit_org-
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L A D E N U N C I A D E I G E O L O G I ICILIA A DENUNCIA DEI EOLOGI
Sicilia - In Sicilia non spesi 60 milioni per la messa in sicurezza e per lo studio dei territori =
Non spesi 60 milioni per messa in sicurezza e per studi dei territori
[Andrea Lodato]
LA DENUNCIA DEI CEOLOCI In Sicilia non spesi 60 milioni per la messa in sicurezza e per lo studio dei territori
L'Ordine siciliano dei geologici interviene poche ore dopo il nuovo sisma devastante per fare il punto sulla situazione
locale, spiegando che nella nostra regione le attività di studio sulla microzonazione sismica sono ferme al palo ormai
da anni, nonostante consistenti stanziamenti statali legati alle diverse ordinanze del Dipartimento Nazionale di
Protezione Civile. Tali somme destinate al finanziamento di un importante strumento di pianificazione e Prevenzione e
ad interventi di miglioramento sismico degli edifici, sono di fatto ad oggi non spese in quanto i governi regionali che si
sono succeduti non hanno dato seguito alle necessarie azioni amministrative. E sarebbero una sessantina i milioni
non spesi dal 2010 ad oggi dal Dipartimento della Protezione civile. Ad oggi solo su 58 comuni della Regione siciliana
dei 282, classificati a rischio, sono stati eseguiti gli studi di microzonazione di primo livello dando seguito, appunto,
alla prima ordinanza del 2010. ANDREA LODATO PAGINA 7 SICILIA. LA DENUNCIA DEI GEOLOGI Non spesi 60
milioni per messa in sicurezza e per studi dei territori Le risorse non spese. Sono quelle della Protezione Civile,
accantonate perché manca la quota regionale di finanziamento ANDREA LODATO CATANIA. Un'altra tragedia. E la
politica che torna sotto accusa, perché pur nel talvolta imponderabile, nei disastri naturali, nella forza
devastantedell'energia incontrollabile, qualcosa si può e si dovrebbe fare. Sennonché, quando sai di vivere su una
terra fragile ed estremamente a rischio, quando sai che inesorabilmente certi eventi capitano e ricapitano, dovresti
pianificare, progettare, investire per studiare il territorio, per prevenire, per mettere in sicurezza. Invece no, invece
niente o, al massimo, poco. Che non è esattamente quel che serve. Per esempio in Sicilia. Si dice: servirebbe una
barca di quattrini per fare studi approfonditi del territorio e per avviare la messa in sicurezza là dove è più urgente.
Vero, ma il dramma autentico è che i soldi ci sono, ma non vengono spesi. Giuseppe Collura è il presidente regionale
dell'Ordine dei Geologi, gli esperti che si misurano tutti i giorni sul campo con i capricci del terreno, con la morfologia,
con i rischi. E l'Ordine interviene poche ore dopo il nuovo sisma devastante per fare il punto sulla situazione siciliana.
Spiegando: Nella nostra regione le attività di studio sulla microzonazione sismica sono ferme al palo ormai da anni,
nonostante consistenti stanziamenti statali legati alle diverse ordinanze del Dipartimento Nazionale di Protezione
Civile. Tali somme destinate al finanziamento di un importante strumento di pianificazione e Prevenzione e ad
interventi di miglioramento sismico degli edifici, sono di fatto ad oggi non spese in quanto i governi regionali che si
sono succeduti non hanno dato seguito alle necessarie azioni amministrati ve. Viene spontaneo chiedere a quel punto
al presidente Collura di che cifre stiamo parlando, di quante risorse non spese, di quali interventi non fatti. E si rimane
sbigottiti. E sconcertati. Dalla prima ordinanza, quella del 2010, ad oggi, diciamo che sono arrivati in Sicilia almeno
una sessantina di milioni dal Dipartimento della Protezione civile. Sono stati effettuati gli studi di microzonazione per la
prima ordinanza, ma per quelle successive, che avevano stanziamenti anche più sostanziosi dei 20 milioni del 2010,
non s'è fatto più nulla. Ad oggi solo su 58 comuni della Regione Siciliana dei 282, classificati a rischio secondo la
normativa di riferimento, sono stati eseguiti gli studi di microzonazione di primo livello dando seguito, appunto, alla
prima ordinanza del 2010. Da allora ad oggi tutto bloccato. Niente più gli studi fondamentali per capire la natura dei
terreni e la reattività ad eventuali scosse sismiche. E, ovviamente, nessun intervento di messa in sicurezza. Cose da
pazzi, ovviamente, ma cose abbastanza diffuse dalle nostre parti. Che cosa ha bloccato l'iter che era partito
regolarmente nel 2010, con quei primi 20 milioni e che sarebbe dovuto proseguire con i 21 del 2011, e i 30 all'anno
per i periodi successivi? Il problema stava nella mancanza di fondi regionali indispensabili per il cofinanziamento degli
studi e degli interventi. E vabbè che non ci sono soldi per nulla, ma certe volte i quattrini si tirano fuori da qualche
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parte e se qui non li cerchi e non li trovi per la prevenzione, che senso politico, morale e civile ha trovare i fondi per
l'emergenza del post tragedia, quando se ne cascano giù case, quando i fiumi provocano alluvioni, quando il terreno
frana a valle? Di fronte al ripetersi di tali disastri, alla perdita di vite umane spiega ancora Collura - non possiamo
tacere, denunciando il grave e colpevole ritardo nelle attività di prevenzione, di adeguamento e miglioramento sismico
degli edifici pubblici e privati. Come Ordine Regionale Geologi di Sicilia non possiamo non sollecitare ancora una volta
la politica ed il governo regionale ad attivarsi urgentemente verso un nuovo approccio operativo mettendo la
prevenzione al centro della strategia di pianificazione territoriale. Una buona notizia, comunque, ci sarebbe: nel
PosFer 2014-2020 c'è un capitolo dedicato alla riduzione del rischio sismico e alle strategie da seguire: Å' la misura
5.3 - spiega Collura che ha come obiettivo quello di seguire una strategia di studi e prevenzioni. Speriamo che segni
davvero un'inversione di tendenza e che la politica comprenda quanto costa in termini di vite umane soprattutto,
essere superficiali su una materia come questa. LA POSIZIONE DELL'ORDINE Proprio qualche settimana fa l'Ordine
dei Geologi aveva diffuso ucomunicato sottolineando il grave rischio che interessa in Sicilia strade, ferrovie e ponti, la
maggior parte dei quali realizzati senza criteri antisismici. Ieri ha emesso questo comunicato; L'Ordine Regionale dei
Geologi di Sicilia esprime cordoglio e vicinanza alle popolazioni del Centro Italia per le vittime ed i danni causati dal
sisma di oggi. Purtroppo assistiamo a fenomeni devastanti che periódicamente colpiscono vaste aree del nostro
Paese, riscoprendo la grande fragilità e vulnerabilità dei nostri centri storici, del nostro patrimonio edilizio,
monumentale e delle nostre nfrastrutture rispetto al rischio sismico. Somme destinate alla prevenzione e bloccate
perché i governi regionali che si sono succeduti non hanno dato seguito alle necessarìe azioni amministrative -tit_orgSicilia - In Sicilia non spesi 60 milioni per la messa in sicurezza e per lo studio dei territori - Non spesi 60 milioni per
messa in sicurezza e per studi dei territori
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Il focus
Catania tra le città a più alto rischio Latita la prevenzione = Catania, la città a più alto
rischio Ma la prevenzione ancora arranca
[Pinella Leocata]
Il fàcus Catania tra le città a più alto rischio Latita la prevenzione PINELLA LECCATA PAGINA 7 Catania, la città a
più alto rischio Ma la prevenzione ancora arranca PINELLA LECCATA CATANIA. Catania, costruita ai piedi del più
grande vulcano attivo d'Europa e sulla faglia siculo-maltese, è la città a più alto rischio sismico del vecchio continente.
Gli studiosi valutano che un terremoto della stessa forza di quello che la distrusse nel 1693 provocherebbe nella sola
città oltre 150.000 morti. La metà della popolazione, come avvenne anche allora quando il centro abitato fu ricostruito
con criteri antisismici: strade larghe, grandi piazze per la raccolta della popolazione e per i primi attendamenti, case
solide con grandi pareti portanti al piano terra e strutture più leggere per le copertura e i piani più alti. Accorgimenti
volti a ridurre il danno che, con il passare dei decenni, sono stati dimenticati al punto che Catania è stata dichiarata
città sismica soltanto nel 1981, per la criminale volontà della classe politica di non porre ostacoli alla speculazione
edilizia. Da anni, infine, e soprattutto dopo ogni grande terremoto che ha sconvolto il nostro Paese, a partire da quello
del 13 dicembre del 1990 nel Catanese, il rischio sismico e la necessità di mettere in sicurezza case e territorio sono
entrati prepotentemente nel dibattito cittadino. Eppure, finora, poco è cambiato, se non gli obblighi imposti dalla
normativa per le abitazioni di nuova costruzione. Ma la maggior parte della città è stata costruita negli anni del boom
economico, spesso con materiali scadenti e a buon mercato, per non parlare della parte storica edificata tra il
Settecento e l'Ottocento. Che fare? Gli esperti, e in particolare la Prote zione civile, non si stancano di ripetere che
bisogna agire in sinergia: i Comuni devono pianificare in modo corretto, gli imprenditori costruire a regola d'arte e i
politici modificare la normativa. Diminuire la vulnerabilità del singolo immobile, infatti, non è sufficiente se il contesto
su cui sorge è a rischio. Dunque vanno riconsiderate le scelte urbanistiche attraverso una pianificazione coerente con
le indicazioni della Protezione civile e va inserita la microzonizzazione sismica e idrogeologica dei suoli nei piani
regolatori. E occorre mettere in sicurezza tutti gli edifici pubblici, a partire da scuole e ospedali, e prevedere vie di
fuga, che in realtà andrebbero chiamate vie di accesso per gli eventuali soccorsi. Particolare attenzione va data ai
centri commerciali, dove si radunano migliaia di persone, i luoghi oggi più a rischio, come un tempo lo erano le chiese.
A Catania il Comune ha effettuato la progettazione preliminare antisismica per tutti i plessi scolastici e procede via via
ai conseguenti lavori in base ai fondi disponibili; ha inserito nel Patto per Catania stipulato con il Governo vari
interventi per attenuare il rischio sismico; ha previsto nel piano casa a tutela del centro storico un premio dal 25% al
35% di volumi aggiuntivi per i privati che attrezzano i propri edifici con dissipatori sismici. Inoltre ha costituito un fondo
di rotazione per fare i progetti indispensabili per accedere ai bandi pubblici, e ha in programma di riprendere
l'educazione di protezione civile nelle scuole, nella consapevolezza che gli effetti di un terremoto variano se la
popolazione sa come comportarsi. A questo è finalizzata anche la simulazione di emergenza terremoto prevista per
settembre con il coinvolgimento degli abitanti. Centrale, e particolarmente problematica, è la messa in sicurezza degli
edifici privati perché i proprietari non possono o non vogliono sostenere i costi della prevenzione al punto che chi ha
ottenuto fondi per il consolidamento degli immobili li ha usati, aggirando la legge, per miglioramenti estetici. Ma il
problema dei costi è reale e affrontabile solo con appropriati interventi dello Stato che dovrebbe prevedere la
detrazione fiscale dei costi degli interventi di messa in sicurezza antisismica, convenzioni con le banche perché
eroghino mutui a basso costo, e una legislazione che premi chi si assicura contro i rischi da terremoto ed escluda
dalle indennità statali chi non lo fa. Andrebbe prevista, inoltre, la disponibilità di case sociali dove ospitare
temporaneamente chi è costretto a spostarsi nel corso dei lavori. Un approccio alla prevenzione finora inattuato. La
situazione. Occorre nuova pianificazione urbanistica e interventi statali a sostegno dei privati -tit_org- Catania tra le
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città a più alto rischio Latita la prevenzione - Catania, la città a più alto rischio Ma la prevenzione ancora arranca
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La Sicilia risponde a Sos
[Antonio Fiasconaro]
Pronti a partire operatori della Sanità e della Protezione civile regionale PALERMO. 1165% dei Comuni siciliani ha
predisposto i piani di protezione civile, quindi in caso di calamità sarebbero in grado di affrontare le emergenze. La
gran parte di questi Comuni si trovano nella Sicilia orientale, il resto è in ritardo. Occorre che quanto prima si mettano
in regola. A dare questo dato è Calogero Foti, responsabile della Protezione civile regionale. Sono in partenza
dall'Isola per Rieti 4 unità cinofile, una unità della Forestale e 2 tecnici (ingegneri). Non possiamo inviare al momento
altri uomini e mezzi - aggiunge Foti - andremmo ad intasare il lavoro degli altri colleghi. Di volta in volta invieremo il
nostro contributo non appena ci fosse richiesto dal dipartimento nazionale. Abbiamo dato la nostra disponibilità a
fornire moduli abitativi, tende e supporto logistico. Anche la Sanità siciliana si è messa in moto e, come ha riferito
l'assessore alla Salute, Baldo Gucciardi, nelle zone terremotate arriveranno nelle prossime ore due nostre ambulanze
di rianimazione del servizio di emergenzaurgenza del 118 con autisti, infermieri e medicirianimatori oltre a una tenda
da campo attrezzata come se fosse un ospedale. Al momento, non ci è stato chiesto di raccogliere sangue ed in
particolare del gruppo ORH negativo, malgrado i nostri centri trasfusionali siano già allertati. Pronti a partire anche 5
medici siciliani volontari dell'Amfe (Associazione medici di famiglia per le emergenze). La Protezione civile regionale ci
ha preallertatì - rivela Giuseppe Disclafani, vice presidente dell'Amfe - e siamo pronti a metterci in moto verso i luoghi
terremotati. Alcuni di noi hanno già fatto esperienza come volontari nel terremoto dell'Aquila nel 2009 e in Emilia
Romagna nel 2012. ANTONIO FIASCONARO -tit_org-
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Catania pronta a dare una mano
[Redazione]
IL SISMA IN CENTRO ITALIA. Il sindaco Bianco: investire sulla sicurezza delle citi Tutti i Comuni italiani sono pronti
e stanno già facendo la loro parte. E Catania è pronta a dare una mano ai Comuni del Centro Italia colpiti dal sisma
della scorsa notte. Il responsabile dei volontari della Protezione civile comunale ha già raggiunto i luoghi colpiti.
Abbiamo attivato le procedure previste. Faremo tutto quello che è utile alle popolazioni così duramente colpite. Così il
sindaco Enzo Bianco, anche nella sua qualità di presidente del Consiglio nazionale dell'Anci, parlando del violento
terremoto che ha sconvolto una vasta area fra Lazio, Marche, Umbria eAbruzzo, provocando oltre cento vittime.
Dovremo - ha aggiunto Bianco - investire di più sulla sicurezza del territorio, sul consolidamento e sulla prevenzione.
È l'unica vera arma che abbiamo. Lo dico come ex ministro con delega anche alla Protezione civile, quando stanziai
appositi fondi. Lo dico come sindaco di una città ad alto rischio sismico. Lo chiedo come presidente del Consiglio
nazionale dell'Anci, a nome di tutti i Sindaci italiani. Ora però è il momento di rimboccarsi le maniche e di aiutare. A
proposito di aiuti.oltre alla raccolta di sangue promossa dalla Sac già oggi all'aeroporto di Fontanarossa di cui si parla
nelle pagine dedicate al sisma, da segnalare che l'associazione Ristoworid Italy, con sede in Catania, che annovera al
suo interno cuochi, operatori della ristorazione, operatori turistici e del food and beverage, e che ha fondato il suo
Nucleo Emergency iscritto regolarmente al Dipartimento Nazionale di Protezione Civile, partecipa alla gara di
solidarietà. Come già avvenuto nella emergenza in Emilia, Ristoworid Italy sièattivata immediatamente per dare un
aiuto concreto alle popolazioni colpite da questa sciagura gravissima - sottolineano lo chef Andrea Finocchiaro,
presidente nazionale Ristoworid Italy e lo chef Alessandro Russo, coordinatore nazionale Emergency Ristoworid Italye abbiamo già numerosissime adesioni di cuochi e operatori della ristorazione pronti a fornire gratuitamente e in pieno
stile
di
volontariato
l'aiuto
che
necessita.
L'
associazione
Ristoworid
Italy,
si
è
sentìtaindoveredifarpartedellagrandefamiglia della Protezione civile al fine di poter dare aiuto e supporto alle
popolazioni colpite da calamità e anche aiuti umanitari verso i meno fortunati. I tempi sono stretti e l'emergenza
incalza - continua Finocchiaro - e per questo invitiamo i colleghi che si trovano nell'area colpita dal sisma e quanti
desiderano partecipare alle operazioni di solidarietà di contattare il Coordinamento Centrale Ristoworid Emergency al
numero 3421223767. -tit_org-
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VIA TRIESTE TREDICENNE IN VIA TRIESTE
Fa esplodere petardo tredicenne si ferisce = Si ferisce giocando con un petardo
[Redazione]
VIA TRIESTE Fa esplodere petardo tredicenne si ferisce Un ragazzo di 13 anni si è ferito in seguito all'esplosione di
un petardo che egli stesso aveva acceso e inserito in un tubo non si sa bene per fare cosa. Il "botto" ha messo in
allarme gli abitanti di via Trieste, dove è avvenuto l'episodio e delle vie limitrofe, che hanno chiamato polizia e vigili del
fuoco temendo si trattase di una bombola di gas. Il ragazzo è rimasto ferito ad una spalla e, ricoverato all'ospedale
Cannizzaro, è stato sottoposto ad un intervento chirurgico. PAGINA 27 TREDICENNE IN VIA TRIESTE Si ferisce
giocando con un petardo Cosa volesse fare facendo esplodere un petardo all'interno di un tubo, non è dato sapere. Di
sicuro il ragazzo di tredici anni che, ieri mattina, ha fatto sobbalzare via Trieste con un botto che si è sentito anche
nelle vie limitrofe, non ha calcolato il livello di pericolosità dell' esperimento. Ieri mattina intorno alle 11,15, in tutta la
zona, si è sentita distintamente un'esplosione. Sul luogo si sono precipitati i poliziotti delle Volanti e i vigili del fuoco
allertati dai residenti che temevano fosse scoppiata una bombola di gas o, peggio, una bomba. Invece si trattava del
piccolo inventore che sperimentava in casa l'effetto del petardo amplificandone gli effetti con l'inserimento in un tubo
di metallo. Il ragazzo, rimasto ferito, è stato trasportato al pronto soccorso dell'ospedale Cannizzaro, dove è stato
sottoposto ad un intervento chirurgico ad una spalla lacerata da un pezzo di metallo schizzato a causa
dell'esplosione, metallo che egli stesso aveva, a quanto pare, cercato di fissare sul tubo. 1 medici prevedono che
potrà guarire in quattro-cinque settimane. La cicatrice gli ricorderà per sempre che certi giochi con gli esplosivi (anche
se banali petardi) possono risultare molto pericolosi. ALCUNI TIPI DI PETARDI COMUNEMENTE IN VENDITA tit_org- Fa esplodere petardo tredicenne si ferisce - Si ferisce giocando con un petardo
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Viale Tirreno: e l`albero, alla fine si spezzò
[Redazione]
Viale Tirreno: e l'albero, alla fine si spezzò Appena qualche giorno fa avevo segnalato la presenza di un albero a
rischio caduta sulla carreggiata del Viale Tirreno, sulla scorta di una precedente comunicazione al "Servizio Tutela e
Salvaguardia del Territorio-P.O. Protezione civile e supporto alla Pubblica Incolumità" alla "Direzione Ecologia
Ambiente". Un breve aggiornamento: l'albero, come era facilmente prevedibile, si è spezzato martedì durante il
violento temporale. Spero non si sia fatto male nessuno. INC. PAOLO Russo -tit_org- Viale Tirreno: ealbero, alla fine
si spezzò
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LA SICILIA Áïïà Redaxione: ain3@lasiaiia-it e provincia Ciovedi 25 agosto 2016 ENNA. Attese di 4 ore al Pronto
soccorso dell'dUmberto I P. ARMERINA. A luglio turisti in aumento alla Villa del Casale NICOSIA. Depuratore ora è
stata convocata la conferenza di servizi EMERGENZA TERREMOTI. 11 presidente regionale dell'Anfas disponibile a
partecipare ai soccorsi nelle Marche I cittadini devono essere consapevoli dei rischi die sicuramente creano un
sistema di ammortizzatore ma tutte le calcaremi [ e Ìe stiliti che sono conducenti- SÌnoa quando le scosse sono sulle
faglie noi lesenEiamo, forse, di rinesso. Cerramente se dovesse arrivare una seos- sentiremmo. Gli effetti dipendono
da e la obsoiescenza degli esposìi. Alia base di rimane la prevenzione e la conoscenza "occorre che o- schi che si
organizzi e conosca i comportamenti da tenere- Sarebbe beilo che Si partecipasse di più alle attività nualmente ir!
oitre 200 ð àããå italia- so di sisma e non solo- Solo conoscendo non si rimarràsorpresidaliattoche 'emergenza può
arrivare in qualunque momentos. Intanto ii sindaco di Regalbuco. Protezione civile nazionale per sotìo ïñàãå la
disponibilità a essere presenti aSanGiuiiano perdare supporto inqualuntgueformaritenuta possibile a chi si trova nei
territori colpiti.A Cerami è stata, invece annui aia la "Giornata del voiontariaio" che si sarebbe dovuEa tenere ieri. per
esprimere solidarieià deii'amministrazione e dei ai cittadini dei!e Marche. TiZIAKEATAVfUA INCONTRO CON
LANTIERI Scuole provinciali Per i presidi non ci sono fondi passati in sordina forse perchéc'eni asperanza che prima
o poi. cosi corrie accaduto in passaio. una soluzione hanno delto all'assessore regionale luisa ëï åã nei
ConsorziocomunaiediEnna.laqualenon ha ponilo che confermare Se difficoltà dell'ex Provincia a irasferire i fondi agii
stilliti scolastici. preoccupazione perché locasse delle scuoie sono rima- Irebbe essere quelia di rimettere alla
Provincia le deleghe dei le voiture evisio che non possiamo più pagare Se utenze hanno detto i dirigenti scolastici.
cupazione dei presidi e la situazione economica di ogni singolo istituto di fronte ai quale l'assessore regionale Ìnisa
Lanîieri non ha potuto che avere una conferma dì sessore Lantieri ha risposto ai presidi chiedendo loro una"sponda":
Occorre porta rè direttamente Ìa problematica sul Iavolodelpresidentedel aRegioneedci "assessore al Bilancio Baccei.
Una considerazione che pò* trebbeanchefarinìendere la presenza di visioni, oforse posizioni. diverseaSrinìerno della
giunta regionale dove si spera sia presente una reale percezione dell'emergenza. Un passaggio, quello con ii
presidente de!Sa Regione. schioeiltiirittoailostudiomaanehelasicurezzadistu- DAL 9 ALL'11 SETTEMBRE Alla festa
dell'artigianato 30 stand, giochi e musica E.t.) Artigiani ennesi protagonisti per 3 giorni, dal 9 ai!' î 1 settembre ä Åïïà.
nel tratto di via Roma che va da piazza Vittorio Emanueiea piazza Umberto perla prima festa dell'anigianaro. Saranno
ÝÎ gii stand specifici di t'a sportive per bambini, live radice social, mostre foto- sQuesto evento deve essere visto come
un momento difesta perdare una grande risposta al vociare sullacrisi - dice Maurizio Guiina. presidente
Confanigianato Enna-L'obietiivodiquesta tré giorni èfar incontra rè Ãàãïgianoe! visitatore pervalorizzare e riianciare il
mestiere e la profession ali là di questa categoria. PROMOZIONE TERRITORIALE. Riunione dei sindaci del
coordinamento Piano strategico, opportunità per lo sviluppo dell'Area Vasta lontà di Enna e Caltarassetta. con i
rispettivi territori, di assumere un tedi ne! capoluogo nisseno si è infai- dell'AreaVastaallapi'esenzadei sindaci dei due
capoiuoghi. Maurizio Dipietro e Giovanni Ruvolo. e dei fanno parie dei coordinamento codi realizzare un piano
strategico territoriale per la promozione e!a valo- raii. archeologiche, agroaiimentari e paesaggistiche della Siciiia
centrale e. quindi. deìl'Ennese e del Nisseno. me ai sindaci dei uè capo
iuoghi, sono tornati a riunirsi per mettere a "Abbiamo messoa punto le ultime questioni in attesa di far sottoscri- ne al
bando", spiega il sindaco di Enna Maurizio Dipiets'o die si è detto setta perdifendere la Sicilia centrale una morsa
soprattutto i territori ennesi e nisseniÌntorno ai Piano strategico il sin Qui sopra un Cellanissettatrai sindadBuuotoe
Dipietro assieme al coflegadi Agrigentoeai presidenti (tei rispettivi Coraigl perdisorteredi area vasta tunita di sviluppo
per l'Area Vasta", Per Dipietro, infatti, si tratta di nee guida per lo sviluppo socio-economico dei nostri EerritoriB. Ma il
primo ciEtad ino ennesc va oltre questa opportunità e parla di svolta storica intorno alla decisione di far "sistema" da
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pane deile due province serve a nessuno osteggiarsi o entra ne di sviiuppo diffuso. le aspettative dei coordinamento
sulla possibilità di accedere ai finanziamenti sui Piano strategico, sono alte e diquesto se netornera a paria che
verranno convocati per il prossimo2 settembre- In questa occasio- bando ministeriale siii Piani Strategici con a
speranza di entrarne a far centrate si sia data un ordine ed una forza unica in una logica di "sistema" per sfruttare ciò
che si ha in co- jiTiporlanti finanziamenti da far ricadere su! l'economia locale. WILLIAM SAVOCA TERREMOTI
Emergenza II Piano non è stato approvato Sette annidopo il (erremotodi L'A- cinerfì mon nei centri abitali. Ecco
percìic è necessario che ogni co- genza comunale" che delta là linea. MaaEnnaiPPiano" c'è? Suila carta
dopocheiosiessoèstatopreseniaio neii'aprile deiio scorso anno, Proprio per la sua importanza ii "Piano d'emergenza
comunale" è uno strumento che dovrebbe a vere una corsia preferenziaie per met- corriEori neiie condizioni di
affronrivato in aula per l'approvazione rè che ha dscoitato il presidente Anpas Siciiia Lorenzo Colaleo che
Commissione per iilustrare i! avo- Nel dettaglio si tratta di un modello operativo che prevede, ad e- tende a Pergusa.
una scella strategica perché ontana da ambienti a rischio ma anche perché consenti- giungeriafacitmente.Aii'inierodel
"Piano", inoitre, sono state individuate delle aree d'attesa, delle vie d'esodo, deiie zone con condizioni limite
d'emergenza e delle aree di primo li veilo. dei luoghi sicuri dove poi essere portati a Pergusa. sin tutta Itaiia si
piangono decine chiedo - dice lorenzo Coialeo - le citta quando capiranno che biso - riodici a ponti e viadotti e cap I e
cos inizio ni fatte sono costr regola d'arte, CATENANUOVA. II. PICCOLO MEZZO, PASSATO DA TRÉ
GENERAZIONI, HA FATTO LA STORIA Confetti per le "nozze d'oro" della moto Ape-gelataia tica moro Ape dei
gelataio Turi Muni (ex cantastoriedei paese), che ha vislo alternarsi ben tré generazioni: nonno-figiio-nipole. Ora l'Apegei ata i a è in "cura" dal figlio Prospero (56ennc, che iinda quando neaveva 5 aiutava il papa a vendere a
granita)chehaavu- 50 anni della moto Ape facendo realizzare centinaia di sacchettini con i coppie die raggiungono le
nozze ã 'îro. Si tratta di una moto Ape dei 1965 che Turi Muni modificò adattandoia per vendere ìagranitaei gelati
preparati dalla moglie Filippa Aiberghina. Turi Muni. oggi 83enne, un tempo faceva anche il cantastorie locale,
doppiando bene neiia piazza cen Érale dei paese Madonna de! Rosario, il mitico Ciccio Busacca. crome, raccontavaai
cittadini le sìorie di Orlando, della Baronessa diCarini e Cjueila díTuri Cucchine Rosalia Barbagallo. due personaggi
catenanuovesi protagonisti di lotte iocaii Quindi l'Ape-gelataia (con ai ìdti disegnate le scene deli'OrSando furioso di
Ludovico Ariosto) è passataal nipote Salvatore (figiio di Prospero) cne in 2013" svoltasi a Catenanuova ii 28 iugj
o20I3offrìgranileegelaciaisoida- continuare ìa tradizione è di nuovo ii figlio Prospero cheaogniciientedona pure un
sacchettino di confetti per le "nozze d'oro" della mitica moto Apegelataia dei papa Turi- HitOlASACCUU-O -tit_org-
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EMERGENZA TERREMOTI. Il presidente regionale dell ' Anfas disponibile a partecipare ai soccorsi nelle Marche
I cittadini devono essere consapevoli dei rischi
[Tiziana Tavella]
EMERGENZA TERREMOTI* 11 presidente regionale dell'Anfas disponibile a partecipare ai soccorsi nelle Marci t.t.)
Porsi delle domande sul cosa fare e come prevenire in caso di terremoto èimportanteanche ad Enna. Lo afferma
Lorenzo Colaleo, presidente regionale Anpas Sicilia e disaster manager, che ha già confermato assieme ai volontari
di Protezione civile ennesi la disponibilità a partecipare alle operazioni di soccorso nelle zone del centro Italia
devastate dal terremoto. AEnna, ricorda Cola leo il rischio terremoti sarebbe indotto, non è sotto faglia il tremore della
terra, a seconda della forza con cui viene sprigionata potrebbe determinare crolli nelle case che sono obsolescenti.
Potrebbero venire giù calcinacci e balconi non curati. Nessuno però può dire che un rischio naturale non avvenga,
come ad esempio, nel caso di San Giuliano. Il problema non sono le argille azzurre che sicuramente creano un
sistema di ammortizzatore ma tutte le calcareniti e le siltiti che sono conducenti. Sino a quando le scosse sono sulle
faglie noi le sentiamo, forse, di riflesso. Certamente se dovesse arrivare una scos sa in zone siciliane di entità
maggiore, magari un settimo o un ottavo, noi la sentiremmo. Gli effetti dipendono da numerosi fattori tra cui la
conducenza e la obsolescenza degli esposti. Alla base di tutto rimane la prevenzione e la conoscenza occorre che
ogni cittadino sia consapevole dei rischi che si organizzi e conosca i comportamenti da tenere. Sarebbe bello che si
partecipasse di più alle attività di "Io non rischio" che si svolgono annualmente in oltre 200 piazze italiane, Enna
inclusa, per spiegare ai cittadini i comportamenti da tenere in caso di sisma e non solo. Solo conoscendo non si
rimarrà sorpresi dal fatto che l'emergenza può arrivare in qualunque momento, Intanto il sindaco di Regalbuto,
Francesco Bivona, ha già scritto alla Protezione civile nazionale per sottolineare la disponibilità a essere presenti a
San Giuliano perdare supporto in qualunque forma ritenuta possibile a chi si trova nei territori colpiti. A Ce rami è
stata, invece annullata la "Giornata del volontariato" che si sarebbe dovuta tenere ieri, per esprimere solidarietà
dell'amministrazione e del consiglio comunale e della collettività ai cittadini delle Marche. TIZIANA TAVELLA
VOLONTARI DELLA PROTEZIONE CIVILE SIMULANO UN'EMERGENZA SISMICA -tit_org-
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MOTTA CAMASTRA
Sul torrente San Cataldo interventi di " risagomatura "
[Alessandra Iraci Tobbi]
MOTTA CAMASTRA Sul torrente San Cataldo interventi di "risagomatura" Motta Camastra. Previsti lavori di
risagomatura e arginatura lungo il torrente San Cataldo in contrada Profetina per il ripristino della strada comunale. 11
progetto, predisposto dall'ufficio comunale - per SOmila euro - prevede lavori di pulizia e rimozione della vegetazione,
necessari per successivi lavori di scavo, ampliamento della sezione di intervento e movimentazione del terreno, utile
alla formazione dei rilevati arginali. 1 lavori consistono nella risagomatura e nella ricostruzione di sponde, ma il tratto
del torrente necessita anche di manutenzione ordinaria per mantenere l'efficienza idraulica dell'alveo (bisogna, in
verità, lavorare persino sul contenimento della vegetazione). Verranno fatte protezioni di sponda a basso impatto
ambientale che ben s'integrano con l'ambiente circo stante anche da un punto di vista paesaggistico. Un impegno
economico rilevante, quello richiesto dall'amministrazione di Claudio Bartucciotto - al dipartimento regionale della
Protezione civile - che dimostra un'attenzione non solo emergenziale, perché si tratta di un intervento programmato
da tempo, ma un progetto strutturale per la gestione della portata del torrente San Cataldo. ALESSANDRA IRACI
TOBBI -tit_org- Sul torrente San Cataldo interventi di risagomatura
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Arcicaccia, 9 ore al giorno l ` impegno dei volontari sul fronte dell ` antincendio
[Nello Pietropaolo]
Arcicaccia. 9 ore al giorno l'impegno dei volontari sul fronte dell'antincendio Un impegno quotidiano, sette giorni su
sette, dalle 10 alle 19, su incarico del Comune di Acireale: è quello antincendio svolto dal nucleo di volontari di
protezione civile dell'Arcicaccia diretto da Giancarlo Raciti. Si è giunti al giro di boa dell'attività svolta che si
concluderà a metà settembre e vede impegnate sul territorio due squadre, oltre ad una terza di supporto pronta a
dare manforte. L'Arcicaccia, inoltre, ha la disponibilità, eventualmente, dell'autobotte comunale come ausilio per i casi
che lo necessitano. Sono stati ventiquattro gli interventi di spegnimento, in supporto dei vigili del fuoco. Gli incendi di
maggiore rilievo si sono registrati in contrada Zaccanazzo, dove sono andati in fumo cinque ettari di terreno, in via
Esperia, a Mangano. Sono stati domati sul nascere pure tré roghi, di natura dolosa, avvenuti in un breve lasso di
tempo nella riserva della Timpa, in zo na Capomulini. Non sono mancati gli incendi di cumuli di rifiuti, considerato che
da settimane Acireale si trova dinanzi a questo problema. Dai primi di agosto, inoltre, l'Arcicaccia ha ricevuto l'incarico
dalla Città metropolitana di Catania di vigilare e intervenire, sempre in ambito antincendio, su di una estesa fetta di
territorio che si sviluppa da Calatabiano ad Acireale, per risalire, quindi, alla volta delle località pedemontane. NELLO
PIETROPAOLO Un impegno quotidiano, sette giorni su sette, su Incarico del Comune di Acireale: è quello
antincendio svolto dal nucleo di volontari di protezione civile dell'Ardcacda diretto da Giancarlo Raciti -tit_orgArcicaccia, 9 ore al giornoimpegno dei volontari sul fronte dell antincendio
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AUGUSTA, FRATELLI D ' ITALIA
Rischio sismico, rivedere i piani di Protezione civile
[Redazione]
AUGUSTA, FRATELLI D'ITALIA AUGUSTA. Il disastro che ieri ha colpito il centro Italia riaccende i timori per il rischio
sismico a cui è esposto il territorio megarese. I coordinatori cittadini di Fratelli d'Italia Augusta, Marco Failla ed Enzo
Inzolia, tenendo ben presente non solo i pericoli che la città corre, ma avendo Augusta stessa sperimentato le
conseguenze di un sisma, invitano l'amministrazione comunale a rivedere i piani di protezione civile adeguandoli, ove
necessario, e a porre in essere tutte le misure di prevenzione. Si ritiene necessaria la presenza di luoghi di raccolta
delle persone, vie di fuga sgombere da qualsiasi ostruzione, centri di prima assistenza, agevolazioni per
l'adeguamento antisismico di vecchi fabbricati. Perché se è vero - dicono Failla e Inzolia - che contro le cause di forza
maggiore è difficile rispondere adeguatamente per impedirle, è altrettanto vero che la competenza e, soprattutto, la
diligenza prestata da chi oggi amministra la città deve essere la più elevata richiedibile. Augusta sarà dotata di un
nuovo piano di protezione civile che verrà redatto in collaborazione con servizio regionale di Protezione civile per la
provincia di Siracusa, tramite un protocollo d'intesa che permetterà al Comune di avere un piano aggiornato e
adeguato alle necessità del suo territorio. A.S. Nella foto da sinistra Enzo Inzolia e Marco Failla, coordinatori di Fratelli
d'Italia Augusta che chiedono al Comune misure preventive per fronteggiare il rischio sismico ' à. - SiSK - -tit_org-
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Soccorsi e fondi, il Paese si mobilita per le zone colpite
[Redazione]
La solidarietà è stato l'abbraccio dell'Italia intera alla terra devastata dal terremoto. Centinaia di messaggi sono giunti,
ai sindaci dei paesi colpiti, dai Comuni, dai governatori di molte regioni e dalle associazioni, pronti a mettere a
disposizione mezzi e squadre di soccorso. Dalla Sardegna è pronta a partire una squadra di 50 volontari della
Protezione civile. C'è una situazione molto seria - ha pun tualiz zato il ministro Graziano Delrio Abbiamo bisogno di
lavorare per organizzare tutto al meglio. Centinaia di persone della protezione civile sono al momento impiegate qui. E
il ministro dell'Interno Angelino Alfano su Twitter ha scritto: II lavoro di uomini che aiutano altri uomini è sempre l'inizio
della speranza. E mentre il lutto nazionale viene rappresentato anche coi simboli - la bandiera a mezz'asta in tutti gli
edifici pubblici, da Montecitorio Una grande catena della solidarietà al palazzo del più piccolo municipio del Paese - ai
soldati dell'Esercito già da ieri all'alba impegnati nelle zone del disastro, si sono uniti oltre cento tecnici del Soccorso
alpino con dodici unità cinofile e quindici medici. L'Anci, l'associazione dei comuni italiani, ha richiamato l'esigenza e
l'importanza del coordinamento organizzativo che garantisca efficacia di ogni aiuto, perché ha detto Bruno Valentini,
sindaco di Siena e delegato Anci alle Politiche del territorio - è una fase in cui il coordinamento assicurato dalla
Protezione civile deve essere massimo. La catena della solidarietà ha viaggiato anche sul web, con diverse
associazioni che hanno sollecitato i cittadini a donare il sangue negli ospedali di Rieti e di Roma (lunghe le file fin dal
primo mattino). Intanto la presidenza della Gei ha annunciato lo stanziamento immediato di un milione di euro dai
fondi dell'8 per mille e ha indetto una colletta nazionale di solidarietà per domenica 18 settembre. Dal Meeting di
Rimini, l'arcivescovo di Bologna Matteo Maria Zuppi ha detto: Questo è il momento della solidarietà della Chiesa
verso i terremotati. Ha ricordato il sisma che colpì l'Emilia nel maggio 2012, il dolore e l'abbraccio della solidarietà. Le
Caritas e le parrocchie si stanno già mobilitando. Tante le raccolte di fondi avviate, come quelle dell'Alici (coordinate
Iban: IT27A 06230 03202 000056748129), del Club alpino italiano e della Croce Rossa; mentre offerte di aiuto sono
arrivate dall'Auser, dall'Associazione nazionale dei partigiani, dall'Associazione bancaria italiana. Poi le iniziative
come quelle della rete dei musei piemontesi che devolveranno alle zone terremotate gli incassi di domenica prossima;
o quella degli operai della Elettrolux che hanno chiesto ieri un incontro alla direzione per attivare un fondo di
solidarietà da alimentare con il controvalore di ore di ferie o di ore lavorate. E mentre il mondo del calcio osserverà un
minuto di silenzio nelle competizioni sportive del fine settimana, è arrivato il cordoglio del presidente Beretta e di tutta
la Lega Serie A, i club della massima categoria e di quella cadetta. La mia e la nostra speranza - ha detto Gigi Buffon,
capitano della nazionale - in questo drammatico momento è custodita nelle mani di tutti coloro che stanno scavando e
dando una mano nelle zone colpite dal terremoto. A loro va il mio, il nostro grazie. Non solo il calcio, tutto lo sport
tricolore è in lutto. IL MINISTRO Alfano: il lavoro di uomini che aiutano altri uomini è l'inizio della speranza -tit_org-
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BI SUI MUTUI
Banche: stop rate
[Redazione]
L'ABI SUI MUTUI L'Associazione bancaria italiana ha chiesto agli istituti di credito di sospendere le rate dei mutui
nelle zone colpite dal sisma. L'Abi - dice una nota - sta agendo in coerenza con le previsioni contenute nello specifico
Protocollo di intesa sottoscritto con la Protezione Civile e le Associazioni dei consumatori il 26 ottobre, volto ad
assicurare ovunque nel Paese equità e tempestività degli interventi a favore delle popolazioni colpite da calamità. Bui
e Intesa San Paolo hanno già comunicato di aver agito in questo senso mettendo a disposizione anche delle linee di
credito straordinarie per le province interessate dal terremoto, (mat. nui.) RIPRODUZIONE RISERVATA -tit_org-
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Tre paesi cancellati: 159 morti, molti bambini = Sconvolta l`Italia centrale 159 vittime sotto i
crolli
Terremoto -catastrofe: decine sepolti dalle macerie
[Redazione]
IL SISMA IN CENTRO ITALIA. Devastati i Comuni di Amatrice, Accumoli e Arquata Tré paesi cancellati: 159 mora,
molti bambin Terremoto-catastrofe: decine sepolti dalle macerie Almeno 159 morti, tra cui molti bambini. È il bilancio
provvisorio del violento sisma che ha sconvolto il Centro Italia, devastando i Comuni di Amatrice e Accumoli nel Lazio,
Arquata e Pescara del Tronto nelle Marche. Il sisma alle 3,36 della notte tra martedì e mercoledì, con un centinaio di
scosse di assestamento. Centinaia i feriti, migliaia gli sfollati. Accumoli è stata cancellata. Il centro di Amatrice storicamente il paese delle seconde case dei romani, dal 2015 nella lista dei borghi più belli d'Italia - è polverizzato. Il
paese non c'è più. Sotto le macerie ci sono decine di persone: è la testimonianza del sindaco Sergio Pirozzi. ALLE
PAGINE 2. 3. 5 Polverizzato il centro di Amatrice, Accumoli è una distesa di detriti Sconvolta ritalia centrale 159
vittime sotto i crolli L'Italia trema ancora, da Rimini a Napoli. La scossa principale è violentissima: magnitudo 6,0.
Sono almeno 159 le vittime del violento sisma che nella notte fra martedì e ieri ha sconvolto il Reatino e l'Ascolano,
accanendosi in particolare su Amatrice e Accumoli, nel Lazio, e Arquata e Pescara del Tronto, nelle Marche. Una
macabra coincidenza con il terremoto dell'Aquila del 2009 che scosse l'Abruzzo alle 3.30. Il sisma si è registrato alle
3,36, con un centinaio di scosse di assestamento. Centinaia i feriti e migliaia gli sfollati. Accumoli è stata cancellata. Il
centro di Amatrice - storicamente il paese delle seconde case dei romani, dal 2015 nella lista dei borghi più belli
d'Italia - è polverizzato. Il paese non c'è più. Sotto le macerie ci sono decine di persone: è la prima testimonianza del
sindaco Sergio Pirozzi. I LUOGHI PIÙ COLPITI. Ad Accumoli, Amatrice e Posta, nel Reatino e a Pescara del Tronto,
frazione di Arquata, in provincia di Ascoli Piceno, si registrano i danni più gravi. Numerosi gli edifici crollati: distrutta la
chiesa di Amatrice, inagibile l'ospedale Grifoni con medici e infermieri hanno allestito un punto di primo soccorso
all'aperto. Crollato il campanile di Castelluccio di Norcia. Evacuato l'ospedale di Amandola, gravemente danneggiato.
L'IMPEGNO. Nei momenti di difficoltà l'Italia sa come fare, mostra il suo volto più hello. Prendiamo l'impegno che
nessuno verrà lasciato da solo ha detto ieri mattina da Palazzo Chigi Matteo Renzi, dopo aver ringraziato i volontari.
Poi il premier, intorno alle 17,30, ha raggiunto Amatrice dove ha incontrato il ministro per le Infrastnitture Graziano
Deirio e il sindaco, al quale ha detto che qui l'Italia si gioca la faccia. Oggi il Consiglio dei ministri prenderà le prime
misure e proclamerà lo stato d'emergenza nelle zone colpite, per i primi interventi saranno stanziati 50 milioni.
TESTIMONI. Mi sono svegliata per la scossa e ho visto una grossa crepa nel muro, ho fatto appena in tempo a
prendere i bambini, fare le scale e uscire. A parlare è Sabrina Fantauzzi, giornalista, chesi trovava a Illica, davanti ad
Accumoli. Qui in paese una ragazza spagnola è morta, era la moglie di un mio cugino, si erano appena sposati. Una
mia zia invece è stata recuperata dopo 4 ore sotto le macerie. Subito dopo la prima scossa - continua - siamo scesi in
strada e ci riamo radunati tutti in un prato con le coperte. La cosa che più mi ha colpito è che non si vedevano più le
luci di Accumoli ma soltanto una colonna di fumo per la polvere e i detriti. I primo soccorsi, due ambulanze, sono
arrivati dopo un'ora e sono stati messi in salvo tutti i bambini. Le case più antiche, quelle del 1700, sono danneggiate,
ma quelle realizzate negli anni '70 sono polverizzate, hanno retto solo gli edifici costruiti dopo gli '80, con criteri
antisismici. MACERIE. Il centro di Amatrice è un cumulo di macerie, nel pomeriggio i soccorritori erano al lavoro per
estrarre i sopravvissuti, una squadra ha scavato guidata dalle richieste di aiuto di una donna. Nella periferia sono stati
alle
stiti alcuni punti di soccorso per i feriti, in centro quasi tutti i palazzi rimasti in piedi sono pericolanti e si ieri si
temevano nuovi crolli. II sindaco Sergio Pirozzi, riferisce la Protezione ernie, ha chiesto l'intervento di elicotteri per
portare in salvo i sopravvissuti. VOLONTARI. Anche i sacerdoti si sono messi a disposizione per aiutare i cittadini
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sepolti dai crolli. Monsignor Giovanni D'Erede, vescovo di Ascoli Piceno, subito dopo le scosse è sceso in strada per
dare una mano. Nel buio - racconta - sentivo soltanto gente che gridava, persone disperate sulle strade, grida che
arrivavano dalle case. Alle prime luci dell'alba ho visto solo macerie. È un'altra Aquila. Ed ad Amatrice anche tré suore
risultano fra i dispersi, insie me a quattro ospiti del convento "Don Minozzi", crollato durante il sisma. Altre tré religiose
sono state messe in salvo dai soccorritori. Ho sentito che tutto cominciava a tremare, mi sono buttata sotto al letto
nella speranza i salvarmi - dice suor Mariana, 32enne albanese - e per fortuna ce l'ho fatta. E gli scavi hanno avuto
spesso buon esito: a Pescara del Tronto, frazione di Arquata, sono state estratte vive dalle macerie decine di persone
dagli agenti del Corpo forestale, tra loro una bimba di 5 anni salvata dopo aver trascorso 17 ore sotto le macerie. GLI
INTERVENTI Salvata in serata bimba di 5 anni dopo 17 ore sotto le macerie Renzi: nessuno sarà lasciato solo tit_org- Tre paesi cancellati: 159 morti, molti bambini - SconvoltaItalia centrale 159 vittime sotto i crolli
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Pigliaru: il nostro dolore
Protezione civile, tra i soccorritori anche 50 sardi
[Redazione]
Pigliarli: il nostro dolore Cinquanta tecnici e volontari della Protezione civile della Sardegna faranno parte delle
squadre di intervento nelle zone del centro Italia colpite dal terremoto. Cinquanta persone del sistema di protezione
civile regionale sono operative in caso di chiamata dal coordinamento della Protezione civile, ha annunciato
l'assessore della difesa dell'ambiente, con delega alla Protezione civile, Donatella Spano. Ieri mattina l'esponente
della Giunta ha comunicato direttamente con il capo nazionale Fabrizio Gurcio, mentre il direttore Graziano Nudda è
in continuo contatto con il coordinamento nazionale per l'attivazione immediata in caso di chiamata. La colonna
mobile è composta da personale esperto, mezzi di supporto ai cittadini e attrezzi per liberare dalle macerie le strade di
accesso inteme, condizioni per poter arrivare a soccorrere le popolazioni colpite dal sisma. La Sardegna, con la sua
squadra, è in grado di allestire un campo per 250 persone. Il presidente Francesco Pigliaru ha espresso cordoglio e
vicinanza a nome di tutti i sardi alle comunità in lutto. Un abbraccio ribadito a nome dell'Assemblea regionale dal
presidente del Consiglio Gianfranco Ganau. Solidarietà anche dal sindaco di Cagliari Massimo Zedda. Vicini alle
famiglie dei deceduti e a chi ha perso tutto, il messaggio di Noi con Salvini-Sardegna. In questo drammatico momento
- ha detto il presidente Pigliaru - la Sardegna è pronta a mobilitarsi, attraverso uomini e mezzi del sistema regionale di
Protezione civile, per offrire il suo concreto contributo e fornire tutto l'aiuto necessario. Il presidente Pigliaru -tit_org-
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L CASO
Una colata di cemento armato Nessuno vuole quel ponte
[Ivan Murgana]
IL CASO. I residenti di Poggio dei Pini contestano l'intervento della Regione Per conoscere l'indice di gradimento del
viadotto che attraverserà una delle valli più belle di Poggio dei Pini verrà indetto un referendum. Ma per capire che da
queste parti sono contrari a una colata di cemento in mezzo al verde non ci sarà bisogno di contare le schede. Sette
milioni e centosessantamila euro il costo di realizzazione per un'opera lunga 160 metri e alta 6: a Poggio dei Pini il
progetto della Metassociati di Macomer su incarico dell'assessorato regionale ai Lavori pubblici non gode di molti
consensi. SICUREZZA E AMBIENTE. Se per i residenti resta imprescindibile la necessità di rimediare ai danni causati
dall'alluvione del 2008 e mettere in sicurezza l'attraversamento sui rii San Girolamo e Masone OIlastu, non si accetta
che avvenga per mezzo di un viadotto più adatto a una periferia suburbana che a un'area proposta dalTUnesco Mab
per la riserva della biosfera. Gianfranco Vacca è uno dei tanti residenti che auspica una immediata messa in
sicurezza dei luoghi, ma non vede di buon occhio un ponte in cemento armato. La situazione è paradossale: nel 2006
la Regione ha dato vita al Piano paesaggistico per la salvaguardia dell'ambiente e adesso intende realizzare un'opera
pubblica di rara bruttezza. Chi da oltre 40 anni ha scelto di vivere qui, ha fatto perclié il rispetto della natura viene
prima di tutto: da noi vigono norme urbanistiche più restrittive di quelle imposte dal Comune. In una zona dove ci sono
solo 800 case in 600 ettari non si può realizzare un viadotto da autostrada. GLI SVINCOLI. Paolo La Colla, altro
residente, è preoccupato per la realizzazione degli svincoli che finirebbero per rovinare la vallata. Molte case, come
quelle vicine all'osservatorio astronomico, si troverebbero sotto a un cavalcavia. Siamo soddisfatti della visita del
ministro dell'Ambiente, Gianluca Galletti: ci auguriamo che dialogo con la Regione conduca a una soluzione che
contemperi l'esigenza di mettere in sicurezza il territorio e quella di non deturparlo. LA BAnAGLiA. Antonio Zedda è
pronto a dare battaglia: quel ponte, così come lo ha concepito la Regione, non s'ha da fare. Per mezzo secolo
abbiamo dimostrato un'attenzione particolare per l'ambiente, ora intendono costruire in questa vallata un'opera
inadatta a una zona di assoluto pregio: ci batteremo affinchè la Regione torni sui suoi passi. Riccardo Loddo è un
ingegnere e un'idea del progetto se l'è fatta: Un'opera di quelle dimensioni si vedrebbe da lontano, stravolgerebbe il
territorio senza risolvere del tutto i problemi della sicurezza di questa zona in caso di alluvione: è a monte che
principalmente bisogna intervenire. Si potrebbero utilizzare materiali meno impattanti e meno cari del cemento
armato. ALTERNATIVA. Franco Magi, consigliere comunale poggino, propone una soluzione alternativa al mega
ponte. L'esigenza di mettere in sicurezza la viabilità sulla strada 51, in prossimità dei rii San Gerolamo e Santa
Barbara, potrebbe essere soddisfatta adeguando le opere di attraversamento viario esistenti aumentando le campate
dell'attuale ponticello, ma soprattutto attraverso un efficiente sistema di protezione civile telecontrollato in grado di
impedire l'accesso alla viabilità nei casi di allerta meteo e di piena. Inoltre, per rendere sicura almeno una strada
pubblica di accesso dalla parte alta della lottizzazione Poggio dei Pini (abitata da circa 400 famiglie), basterebbe
riportare in quota l'attuale viabilità comunale in prossimità dell'Hydrocontrol, attualmente ben più pericolosa e trafficata
delle strade limitrofe al lago. LA COOPERATIVA. Una posizione la Cooperativa di Pog- gio dei Pini l'ha assunta già da
mesi: prima ha convocato un'assemblea per informare tutti i soci sul progetto del mega ponte, poi ha presentato un
ricorso al Òàã contro la Regione per l'esclusione della conferenza dei servizi. Ferma la necessità della messa in
sicurezza idrogeologica del territorio, l
'attuale progetto deturperebbe per sempre il paesaggio di Poggio dei Pini spiega il vice presidente della coop,
Federico Onnis Cugia - per le sue dimensioni, soprattutto per l'inadegua tezza dell'opera nel contesto ambientale e
paesaggistico in cui sorgerebbe e per l'assurdo sistema di cavalcavia che devasterebbe la nostra valle più bella,
sovrastando le ville di decine e facendo crollare il valore delle nostre proprietà. Va avviato un processo di condivisione
con le realtà locali e vanno prese in considerazione tutte le alternative possibili, contenendo al minimo l'impatto
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paesaggistico. Lo stesso ministro Galletti ha affermato che simili opere debbono essere realizzate con la
partecipazione dei cittadini. Ivan Murgana RIPRODUZIONE RISERVATA IL PROGETTO L'elaborazione grafica del
ponte progettato dalla Regione per mettere in sicurezza una zona ad alto rischio idrogeologico e in passato devastata
dalle alluvioni. I residenti contestano l'impatto ambientale in una zona di alto pregio naturalistico -tit_org-
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EGARIU
Il fuoco minaccia le case e le Poste
[Redazione]
SEGARIU. In cenere un ettaro di macchia mediterranea II fuoco minaccia le case e le Poste La paura ieri intorno alle
tredici e trenta. Le fiamme hanno lambito case, ufficio postale e tabacchino all'ingresso di Segariu, per chi arriva da
Furtei. Chi appicca un incendio è sempre un criminale ma lo è ancora di più chi lo fa a ridosso di un centro abitato,
hanno commentato il sindaco Andrea Fenu ed il suo vice Alex Lai. Il bilancio è di poco più di un ettaro andato in fumo
fra macchia mediterranea, pini e querce. Danneggiata la pineta de Sa Spendula. Le fiamme hanno quasi rag giunto le
case e si sono fermate a pochi metri da giardini e cortili. Distrutto un ripostiglio del proprietario del tabacchino.
L'incendio è stato domato nel primo pomeriggio. Hanno operato i vigili del fuoco di Sanluri, i forestali di Sanluri, i
carabinieri di Sanluri, la protezione civile di Segariu e i volontari. La lotta al fuoco è stata complicata anche per noi, ha
riferito Nicola Madeddu, della protezione civile, per fortuna con i forestali siamo riusciti a contenere le fiamme. Poi con
l'arrivo dell'elicottero è stato tutto molto più semplice, (an.pin.) RIPRODUZIONE RISERVATA L'incendio M.PIN.! tit_org-
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Sagama accerchiata dall'incendio, a Sennariolo invece rete telefonica in tilt
Planargia e Montiferru in fiamme Casa di riposo evacuata a Scano
[Redazione]
Sagama accerchiata dall'incendio, a Sennariolo invece rete telefonica in tilt La Planargia e il Montiferru sono stati
interessati ieri pomeriggio da un vasto incendio, col fronte del fuoco esteso per diversi chilometri. Ë Scano Montiferru
è stato evacuata la casa di riposo con decine di ospiti trasferiti in una zona sicura. La Giunta di Scano sino a tarda
notte era riunita in una seduta straordinaria per poter dare risposte alle situazioni di emergenza. Ë lanciare l'allarme
nel primo pomeriggio il sindaco di Sagama Giovanni Antonio Guccui che ha chiesto l'intervento delle forze aeree,
poiché le fiamme del vasto incendio (partito dalle campagne di Sindia), avevano sfiorato le case del paese, vicino al
cimitero. Si temeva il peggio e si è pensato anche all'evacuazione. Questo non è accaduto dice il primo cittadino
perché il vento ha cambiato direzione e per il prodigarsi delle squadre aeree e di terra. Le nostre campagne però sono
state trasformate in cenere distruggendo bo schi, macchia mediterranea, pascoli e raso al suolo diverse aziende
agricole, nel triangolo tra Sindia, Suni e Sagama. Intanto durante la sera le fiamme hanno minacciato anche
Sennariolo dove è andata in tilt la rete telefonica. GRANDEZZA. Vasto il fronte del fuoco che ha interessato mezza
Planargia e una parte del Montiferru. Il forte vento ha reso difficili le operazioni di spegnimento. Sul fronte del fuoco
hanno operato due squadre dei Vigili del fuoco di Nuoro e del distaccamento di Cuglieri, le squadre forestali ed Ente
Forestas, provenienti dal Marghine e da tutte le zone operative della Sardegna centrale. Sono poi arrivati due
Canadair e quattro elicotteri. Proprio le particolari condizioni del territorio hanno già dalle prime fasi richiesto l'impiego
di mezzi aerei. Nel pomeriggio sono stati allertati anche i Comuni di Tresnuraghes, Magomadas e Modolo. LA
PROTESTA. Il sindaco di Modolo Ornar Hassan, coordinatore regionale dei piccoli Comuni: La mano dell'uomo non è
la quota più importante negli incendi - dice Ilassan - le cause sono da ricercare nell'incuria del territorio. La Regione
non programma bene e si ripetono sempre gli stessi errori, riducendo anche gli interventi a favore delle compagnie
barracellari. C'è scarsa sensibilità e il risultato è quello che vediamo anche qui in Planargia: il patrimonio boschivo che
va in fumo. A metà pomeriggio si temeva che l'incendio potesse lambire i centri abitati di Magomadas e Modolo, ma è
stato fermato dai mezzi impegnati nello spegnimento. Il vento poi ha spinto le fiamme appunto verso Sennariolo e
Scano Montiferru. A quel punto è stato chiesto un altro Canadair, che è arrivato dalla Sicilia, mentre le forze di terra
della Sardegna centrale sono confluite nel territorio interessato. Le operazioni sono proseguite in serata. I danni sono
immensi e incalcolabili. (f. o.), (e. s.) RIPRODUZIONE RISERVATA Alcune immagini dell'incendio che ha devastato
Montiferru e Planargia ACHERQIA -tit_org-
Estratto da pag. 28
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25-08-2016
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Via libera della Soprintendenza
Ripartono i lavori sul ponte di Cassibile
[Alessandro Ricupero]
Via libera della Soprintendenza Alessandro Ricupero SIRACUSA La Sovrintendenza per i beni culturali e ambientali
ha espresso parere favorevole all'intervento di risanamento conservativo del ponte sul fiume Cassibile. Un parere che
si attendeva da tempo, considerando che la chiusura del ponte sulla strada statale 115 aveva portato a diversi disagi,
soprattutto per le attività agricole della zona sud della provincia. Si tratta dell'unica via di collegamento, oltre
aU'autostrada, verso la zona sud e la provincia di Ragusa. Poi la protesta dei cittadini e la riapertura parziale con la
possibilità di transitocarreggiata ad una sola corsia. Per il viadotto Cassibile, che fu chiuso d'emergenza la prima volta
nel 2004, era previsto un intervento di demolizione e ricostruzione. Dopo l'inizio dei lavori, per quasi un anno, il
cantiere è rimasto fermo, creando grosse difficoltà a tutti coloro i quali dovevano transitare da Cassibile verso Avola e
viceversa. Successivamente, si era sollevata una sommossa popolare ed il ponte è stato riaperto. L'Anas ha
consegnato nel luglio scorso alla Sovrintendenza un progetto relativo ai lavori di restauro conservativo del ponte.
L'intera documentazione ha avuto parere favorevole. Adesso l'Anas - ha commenta to il parlamentare regionale
Vincenzo Vinciullo - non ha più alcun motivo per non iniziare i lavori, così come erano stati progettati nel 2004
quando, in seguito a una forte massa d'acqua che si abbattè sul ponte, fui costretto, nella qualità di assessore alla
Protezione civile, a chiudere il ponte e si convenne con l'Anas di abbattere il vecchio ponte e costruirne un altro. E del
resto il Genio Civile di Siracusa, anche recentemente, ha evidenziato più volte l'incompatibilità tra i vincoli imposti
dalla Sovrintendenza con le esigenze di adeguamento dell'opera alle normative vigenti e, in particolare,
all'adeguamento della portata idraulica. Dopo quello del Genio civile è arrivato adesso il parere favorevole della
Sovrintendenza. I lavori potrebbero ripartire al più presto e potrebbero portare alla riapertura del ponte prima di
Natale.< Era fermo il cantiere per la demolizione e ricostruzione E l'unica via di collegamento, oltre all'autostrada,
verso la provincia di Ragusa II ponte Cassibile. Via libera alla riapertura del cantiere -tit_org-
Estratto da pag. 15
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Sul fronte regionale
In campo la Protezione civile Donazione sangue a Fontanarossa
[Redazione]
Sul II governatore Crocetta ha subito firmato un'ordinanza La Sicilia mettemoto azioni concrete di solidarietà. Dal
volontariato alle istituzioni l'Isola mette a disposizioni uomini e risorse. Il presidente della Regione siciliana, Rosario
Crocetta, nell'esprimere la solidarietà alle popolazioni del centro Italia colpite dal sisma di questa notte, con
un'ordinanza ha dato mandato alla Protezione civile regionale di raccordarsi con quella nazionale per fornire
immediatamente ogni forma di collaborazione ed assistenza necessarie, in termini di mezzi e uomini. Il presidente
comunica che la Protezione civile regionale ha già allertato tutte le proprie strutture territoriali in Sicilia, ed è già in
collegamento con i livelli nazionali. E il responsabile regionale. Fori, attende indicazioni per dare il supporto nell'opera
di soccorso che sta impegnando centinaia di persone. Intanto a sostegno dell'emergenza trasfusioni di sangue per le
vitame del sisma, all'aeroporto di Catania sarà disponibile da oggi un'autoemoteca Avis per l'accoglienza dei donatori.
Il camper dell'Avis sosterà dalle 8 alle 12 al piano arrivi, sotto la torre (ingresso ovest, accanto al parcheggio P2). Le
sacche di sangue raccolte a Catania partiranno quindi per Roma, dove saranno smistate dal Centro Nazionale
Sangue (Cns) che da stamani ha attivato il Piano strategico nazionale per il supporto trasfusionale nelle maxi
emergente. La mobilitazione si estende a tutta la Sicilia. In prima linea la Diocesi di Trapani. In prima linea anche la
Diocesi di Trapani e la Confcommercio di Palermo La Diocesi ha chiamato i responsabili dell'Avis e ha invitato tutte le
comunità parrocchiali, le associazioni e movimenti ecclesiali a partecipare alla raccolta di sangue promossa per le
popolazioni colpite. Soprattutto i donatori abituali sono invitati a fare la propria donazione presso la sede Avis più
vicina. Auspico che l'intero paese e tutta la Chiesa, richiamati da questa dolorosa sciagura, - dice il vescovo - possano
mettere insieme risposte urgenti di solidarietà e speranza, insieme a progetti lungimiranti. A Palermo la presidente di
Confcommercio, Patrizia Di Dio, ha chiesto a tutti i propri associati e ai privati di sostenere un'azione di mobilitazione
per quei territori e per i tanti colleghi imprenditori colpi- -tit_org-
Estratto da pag. 21
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25-08-2016
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La storia
Anche un messinese tra chi ha vissuto i momenti di terrore
[Redazione]
L'archeologo 35enne Davide Comunale diretto ad Amandola Lilly La Fauci Non è paura, per un messinese le scosse
sono una realtà conosciuta, È molto di più, è un totale senso di impotenza. Il 35enne messinese Davide Comunale si
trovava nelle zone colpite dal terremoto che ha messo in ginocchio il centro Italia durante la notte tra martedì e
mercoledì scorsi. Il giovane archeologo e capo scout si trova nelle Marche, e durante la notte di morte e devastazione
era in provincia di Fermo, in procinto di visitare Amandola: Avevo un campo di formazione scout - racconta - e
abbiamo dovuto immediatamente interrompere le nostre attività. Il campanile che stavamo per andare a vedere è
crollato. Quasi tutte le abitazioni delle località che avremmo dovuto visitare sono state lesionate o andate distrutte.
Dove fino a non molte ore fa c'erano luoghi bellissimi, oggi ci sono soltanto macerie. E sotto quelle macerie potevo
esserci anch'io. La Dovevano essere giornate tranquille come tante altre per il giovane messinese, da dedicare al
campo scout, ai sopralluoghi per i cammini. Si sono trasformate in un incubo. Non è la prima volta, però, che Davide
si trova a dover fare i conti con simili situazioni di calamità. Il capo scout, infatti, ha partecipato ai soccorsi come unità
di protezione civile sia durante l'emergenza in Aquila nel 2009 sia durante quella a Mirandola, in Emilia, nel 2013.
Esperienze forti grazie alle quali Davide è riuscito a mantenere la calma per dare una mano durante i soccorsi. Sentir
tremare tutto, in piena notte, è stato terribile - dice -. È stato un terremoto davvero lungo, sembrava non finire mai.
Sembrava non finire mai, una frase ripetuta più volte dal ragazzo e da quanti si trovavano con lui: Abbiamo passato
tuttalanotte svegli per accertarci che chi si trovava nei luoghi interessati dal sisma stesse bene e portare il nostro aiuto
a chi si trovasse in difficoltà. Fino al mattino ci sono state scosse, alcune forti. Un momento di silenzio du rante la
nostra conversazione. La tensione che toglie il fiato. E poco dopo Davide riprende la parola: Mentre le stavo parlando
- spiega - c'è stata una scossa lieve. Per il momento resto qui per cercare di rendermi utile - aggiunge -. Di certo
andrò a donare il sangue, che è la cosa più concreta da fare. Perché come spesso avviene in Italia in queste
circostanze, quelle scosse che spezzano case, vie e vite non fanno tremare la solidarietà. E ciò non può che valere in
modo particolare per chi, come il giovane archeologo, è nato a Messina, dove con il rischio sismico bisogna fare
costantemente i conti. Sui social network sono state tempestivamente aperte pagine dedicate all'argomento affinchè
coloro che si trovano nelle aree colpite dal sisma possano dare notizie ai loro concittadini. Eogni aiuto risulta molto
importante. Adesso ci stiamo organizzando per tornare a dare una mano, conclude infatti Davide Comunale, e toma
nei luoghi interessati dal sisma. Ansioso di aiutare chi non ha la fortuna di poter raccontare incolume l'ennesima
tragedia che ha scosso le anime, i cuori, le coscienze di tutta Italia. E i familiari di quelle persone che da quella
maledetta notte non sisveglierannomai. < In sopralluogo per organizzare un campo scout è pronto a dare il proprio
aiuto Davide Comunale. Ieri avrebbe dovuto visitare Amendola -tit_org-
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Terremoto, Messina si mobilita
[Redazione]
La si è in e La solidarietà di Accorimi Relia: come Comune facciamo qualcosa di concrete E poi viene il grande
Mostro dal fondo degli inferi e azzera tutto. Case, chiese, scuole, progetti, prospettive, liste delle priorità, assilli e
frivolezze, sguardi di vecchi, sorrisi di donne, la tenera innocenza dei bambini. E ad ogni terremoto, mentre scatta la
generosa macchina della solidarietà,perunpo'si scuotono le coscienze. Ci si toma a interrogare su temi messi da
canto, come la sicurezza dei nostri edifici, la stabilità sismica delle strutture pubbliche e private, il funzionamento delle
reti dei sottoservizi nel caso di catastrofi. Per qualche giorno si torna a ricordare che questa è la città del 1908, che
siamo al primo posto nella classifica del rischio sismico. Poi, di nuovo, tutto cade nel dimenticatoio. Ma al di là delle
valutazioni e delle riflessioni che si faranno nei prossimi giorni, oggi è il giornodellamobilitazione. Messina, i Comuni
della Città metropolitana, e l'intera Sicilia si sono mossi subito per dare aiuto alle popolazioni del Lazio e delle Marche
colpiti dall'ennesima tragedia italiana. La Chiesa di Messina-Lipari S. Lucia del Mela, attraverso la sua Caritas
Diocesana esprime dolore ed assicura vicinanza alle popolazioni colpite dal terremoto. La Caritas ha già allertato il
proprio Nucleo diocesano di protezione civile, che è pronto ad intervenire in caso di bisogno. Nelle prossime ore
saranno rese note le altre modalità di sostegno che si riterranno utili (sicuramente ci sarà una raccolta fondi nelle
parrocchie dell'Arcidiocesi). Il sindaco, Renato Accorimi, ha espresso la solidarietà dell'amministrazione comunale e
dell'intera comunità messinese. Ci sentiamo tutti - evidenzia Accorimi - particolarmente vicini alle popolazioni vittime
del drammatico evento. La città di Messina ha nella sua identità profonda l'esperienza del terremoto che nel 1908
segnò indelebilmente la nostra terra distruggendo uomini e cose e quindi è ben consapevole del grave dolore che
simili tragedie provocano colpendo negli affetti più cari. Consci che nessuna frase o gesto potrà mai ripagare o
consolare le vittime di questa grave sventura, ci uniamo al dolore di questi nostri fratelli esprimendo la più sincera
solidarietà. E il consigliere comunale Maurizio Relia invita l'amministrazione e l'Aula di Palazzo Zanca ad attivare
subito iniziative concrete di solidarietà. Un altro grande tributo di vittime a causa del sisma che ha colpito il nostro
Paese - afferma l'arch. Relia -, l'ennesima tragediauna nazione che ancora non ha fatto a sufficienza in tema di
prevenzione e difesa del territorio. Eppure è ormai certo che dovremo imparare a convivere con i movimenti tellurici,
un Paese moderno non può essere colto di sorpresa. La prevenzione, una seria politica di adeguamento sismico del
nostro patrimonio edilizio soprattutto dei vecchi centri storici, ridurrebbe gli efretti catastrofici e un così grave tributo di
vittime. Il sindaco e l'amministrazione comunale si attivino immediatamente con una forte opera di solidarietà, aiuto e
sostegno concreto verso i territori colpiti dal terremoto, coinvolgendo tutte le realtà che operano nel volontariato laico
e cattolico, usando tutti i mezzi possibili. Da questa ennesima tragedia anche la nostra città si rendaprotagonista,
dopo questa emergenza, di un'opera volta alla prevenzione a partire dalla realtà locale.< (l.d.) E come ogni volta
all'indomani di un nuovo disastro si torna a riflettere sui temi della sicurezza In sintesi La Caritas diocesana ha attivato
il Nucleo di protezione civile, già in azione il coordinamento tra le varie associazioni di volontariato. Quasi certamente
una colonna di aiuti partirà dalla nostra città. Nei prossimi giorni dovrebbe essere lanciata una campagna di raccolta
fondi nelle parrocchie dell'Arcidiocesi per le popolazioni colpite dal sisma. Anche da Palazzo Zanca, oltre alla
solidarietà espressa dal sindaco, si attendono azi
oni concrete. Partirà una colonna di volontari dallo Stretto. Il sisma ha colpito al cuore zone bellissime dell'Italia
centrale tra Lazio e Marche -tit_org-
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Territorio da tutelare: la sicilia non perda tempo = Sicilia ora ha i soldi si perda tempo
[Lelio Cusimano]
TERRITORIO DA TUTELARE: LA SICILIA NON PERDA TEMPO Leiio Cusimano terremoti sono eventi naturali che
hanno concorso a modificare, e non poco, il profilo territoriale della Sicilia, Non solo per gli effetti, a volte devastanti,
che ad essi si accompagnano, ma anche per l'input dato alla ricostruzione di quanto è stato colpito. Catania, ad
esempio, distrutta dall'eruzione dell'Etna nel 1669 e dal terremoto del 1693, fu ricostruita nel corso del XVIII secolo.
Alla fine delXVII secolo, un sisma distrusse la città di Ragusa, causando oltre cinquemila vittime. La distruzione di
Messina nel 1908 è storia relativamente troppo recente per descriverne gli effetti. Per tacere del comune di Santa
Ninfa distrutto dal terremoto del Belìce e poi ricostruito per intero. Ma non sono soltanto i terremoti, gli eventi naturali
che concorrono a ridisegnare il profilo del territorio siciliano. - SEGUE A PAGINA 2 L'ANALISI LA SICILIA ORA HA I
SOLD NON SI PERDA TEMPO Leiio Cusimano SEGUE DALLA PRIMA PAGINA Si pensi ad esempio ai reiterati
fenomeni di dissesto idrogeologico e di erosione delle coste, alle alluvioni o alle mareggiate, che hanno lasciato segni
permanenti, trafiggendo con tante croci la mappa della Sicilia. Il Dipartimento della Protezione Civile, presso la
Presidenza della Regione, descrive nel proprio sito i dissesti idrogeolici, definiti " nevitabili processi naturali. È anche
vero che chi risiedeuna località conosce la fragilità del territorio: solo perfore pochi esempi - prosegue il Dipartimento è risaputo che,caso di forti piogge, i principali sottopassi di Palermo diventano impraticabili, che è bene stare lontani
dal Bivio Catena a Barra/ronca, che alcune strade di Catania diventano pericolosissime per la velocità con cui l'acqua
scorre. La soluzione proposta7 Cartelli monitori nelle località dove è storicamente noto che possano insorgere
situazioni di criticità. Sarebbe facile indugiare nell'ironia, ma sarebbe anche ingeneroso ricondurre alle
Amministrazioni a noi temporalmente più vicine le responsabilità di tanti e reiterati comportamenti emissivi; resta il
fatto, tuttavia, che spesso si tratta (non è certo è caso dei terremoti) di situazioni note e per le quali da decenni
latitano le soluzioni. Secondo il sito della Protezione Civilie, soltanto nel primo semestre di quest'anno i terremoti in
Sicilia di magnitudo superiore a "due" sono stati ben 250, con una media settimanale di dieci eventi. Le piccole scosse
arrecano pochi danni; ma non sempre è così. Questa semplice considerazione richiama l'importanza della
prevenzione e di tutte le misure di contenimento del rischio, oltre che delle possibili misure d'intervento che pure
esistono, ma che spesso restano relegate nell'alveo delle tardive dichiarazioni d'intenti ex post. Va riconosciuto
comunque che i più recenti interventi in materia di tutela e prevenzione dei rischi nel territorio siciliano si caricano di
una particolare valenza. Tra le risorse assegnate alla Sicilia con il recentissimo Patto per il Sud (2,3 miliardi di euro
stanziati dal CIPE), oltre 700 milioni - la fetta sicuramente più consistente - vanno appunto al "territorio". In dettaglio,
100 milioni sono destinati agli interventi contro l'erosione delle coste; 132 milioni vanno alla messa in sicurezza delle
infrastnitture; 108 milioni sono destinati ai rischi alluvioni e 251 milioni al pericolo frane. Infine 120 milioni sono
destinati agli interventi sul patrimonio boschivo. Con un approccio originale e certamente più efficace, almeno sulla
carta, gli interventi del Patto per il Sud (risorse del Fondo Sviluppo e Coesione) sono stati programmati in maniera
complementare con le politiche di spesa dei fondi europei 2104-2020. Da questi ultimi, non a caso saranno prelevati
altri 265 milioni di euro, destinandoli anch'essi alle misure contro l'erosione, la tutela delle infrastrutture, le alluvioni e
le frane; in particolare 28 milioni andranno alla microzonizzazione degli edifici pubblici strategici (ospedali, scuole,
caserme, servizi pubblici..)rapport
o alla pericolosità del territorio. In tutto si tratta di quasi un miliardo di euro per interventi sul territorio. La delibera del
CIPE concernen te il Patto per il Sud è del 10 agosto 2016, mentre la delibera del CIPE che consente di utilizzare le
risorse della programmazione 2007-2013, è stata adottata il primo maggio ma pubblicata in Gazzetta tré mesi e dieci
giorni dopo. Soltanto dopo la pubblicazione è possibile per la Regione avviare le procedure interne. Come dire che i
soldi sono necessari ma i tempi non sono, comunque, meno importanti. Tra le risorse assegnate all'Isola oltre 700
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milioni sono destinati per interventi nel territorio, una occasione da non sprecare -tit_org- Territorio da tutelare: la
sicilia non perda tempo - Sicilia ora ha i soldi si perda tempo
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Per i lavori si faccia tesoro degli errori dell`aquila = Per i lavori si faccia tesoro degli errori
[Nino Sunseri]
PER I LAVORI SI FACCIA TESORO DEGLI ERRORI DELL/AQUILA Nino Sunseri ono passati sette anni dal sisma e
sono stati spesi dodici miliardi per ricostruire L'Aquila. Quanto tempo servirà per Amatrice e quanti soldi saranno
destinati al progetto? È presto per parlare di certe cose, ma di sicuro rispetto al 20091'Italia ha maturato esperienze e
competenze. Speriamo che non ripeta gli stessi errori, sfociati anche in pesanti inchieste giudiziarie. Il rinnovarsi
sempre uguale dei canoni della tragedia renderebbe infatti ancora più odiosi eventuali ritardi nella ricostruzione. Ieri,
ancora una volta, il sisma ha trovato le popolazioni impreparate e il territorio molto fragile. Tutte le volte la violenza del
sisma viene accolta dallo stupore e dall'incredulità come se fosse un inedito. L'alibi non cambia mai: i terremoti non
sono prevedibili e quindi non c'è difesa. Questa affermazione consolatoria diventa i] facile scudo per l'immobilismo. SEGUEAPAGINA2 IL COIVIIVIENTO PER I LAVORI SI FACCIA TESORO DEGLI ERRORI Nino Sunseri SEGUE
DALLA PRIMA PAGINA hissà quali ironie e quanta confusione se provassimo a fare come in Giappone dove esiste
una dettagliatìssima procedura di evacuazione accompagnata da frequenti esercitazioni. Tutti i cittadini sanno dove
recarsi e raggrupparsi, in piazze, parchi o scuole, in attesa dell'arrivo dei soccorsi. C'è il kit antisísmico ( torcia e radio
a carica, kit di primo soccorso, acqua, barrette energetiche, fischietto) che in casi estremi permette di sopravvivere
alcuni giorni aspettando i soccorritori. Tutto questo in Italia non è nemmeno immaginabile. Eppure la frequenza dei
terremoti imporrebbe una vigilanza più attenta. Soprattutto nelle aree centro-meridionali del Paese. Ma da noi di
queste cose si parla solo nei quindici giorni successivi alla catastrofe. Cordoglio per le vittime e promesse di
intervento immediato per la manutenzione del territorio. Poi, quando giornali e televisioni abbassano i riflettori, la
tensione cala. La politica ha altro a cui pensare e la burocrazia comincia a imporre le sue tagliale fatte di
autorizzazioni, permessi, licenze. E allora diciamo che il vero omaggio alle vittime dell'ultimo sisma non è
rappresentato dalle visite di rito, dalle passeggiate fra le macerie delle più alte autorità dello Stato. Serve l'impegno
perché la manutenzione del territorio divenga una priorità del Paese e non vuota liturgia. Già sentiamo i lamenti
dell'opposizione che mette il governo sul banco degli imputati per la mancata sicurezza delle aree a rischio. Una
domanda: ma i governi precedenti che cosa hanno fatto? Quanto all'anti-politica, sarebbe opportuno che evitasse di
speculare sui morti e sulle distruzioni. populismi, per loro natura, non sono eleganti. Ma almeno evitiamo l'indecenza.
Sarebbe davvero il miglior ricordo dei morti se, finalmente, ci fosse un salto di qualità anche nel dibattito politico. Se,
per una volta, venissero messe da parte beceri interessi di bottega per formare un fronte comune. I terremoti non
hanno colore politico. Però è possibile che centro, destra e sinistra facciano fronte comune per una soluzione
nell'interesse dell'Italia. Forse i morti di Amatrice non saranno periti invano. Sarebbe un gran passo avanti nella
cultura civile del Paese se davvero sulla cura del territorio e sul rafforzamento delle sue strutture ci fosse una risposta
comune superando le gelosie di parte, le trincee delle competenze, il cronico scaricabarile per cui i soldi per il
consolidamento edilizio li deve sempre mettere qualcun altro. Il problema è che il territorio non ha un sindacato che lo
difende. Non c'è nessuno che minaccia uno sciopero perché manca la manutenzione ad un campanile del XIIsecolo.
O per i rischi idrogeologici di una determinata area. Tranne poi scoprire che c'è stata un 'alluvione perché una casa è
stata costruita sul letto di un torrente o perché la villa panoramica ha rotto la roccia di una montagna e la pioggia
manda giù tutto. E allora tutti a guardare a bocca aperta come se fosse accaduto l'impossibile. Il terr
itorio non ha un sindacato ma l'abusivismo ha molti padrini. Come immediato riflesso gli amministratori locali si
preoccupano di riversare le responsabilità su chi li ha preceduti o, in mancanza, sul governo centrale. Tranne poi
correre in prima fila e in favore di telecamera con la fascia tricolore e la faccia addolorata. Fino alla prossima
catastrofe. Perché alla fine ha ragione l'antico proverbio: il fatto è uno e il discorso è un altro. Serve un impegno serio
perché la manutenzione delle aree a rischio divenga una priorità del Paese e non vuota liturgia -tit_org- Per i lavori si
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faccia tesoro degli errori dell aquila - Per i lavori si faccia tesoro degli errori
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Un boato, quel vento: Amatrice rasa al suolo
[Luca Prosperi]
CENTRO ITALIA IN GINOCCHIO IL CORSO DEL PAESE TAGLIATO IN DUE DA UNA COLLINA DI SASSI,
MATTONI, TEGOLE, MOBILI E VESTITI. LA TERRA FACEVA SU E Gì Un boato, quel vento: Amatrice rasa al suoli II
Comune, le case, il famoso albergo con 70 ospiti: centinaia edifìci non esistono più. Tutto il resto è pericolante
Quando ho visto che la storica porta di Amatrice era andata giù, ho capito il dramma ha detto il sindaco Pirozzi. Il
paese non esiste più ma risorgeremo. Il racconto dei sopravvissuti. Luca Prosperi AMATRICE. La scossa ha
combattuto casa per casa, dalle cantine alle camere da letto, ai sottotetti. Un boato, un sibilo di vento si è udito nella
notte, come hanno raccontato i sopravvissuti. E la scossa ha vinto. Come la guerra a Stalingrado o ad Aleppo,
Amatrice e il suo centro storico non esistono più. Tagliata in due a metà corso da una collina di sassi, mattoni, tegole,
mobili e vestiti, che una volta erano banche, case, negozi, chiese. E poi come sempre in questi casi la polvere. Grigia.
Ovunque. Stesso disperato pianto nelle frazioni verso Ascoli Piceno, cuore nevralgico del sisma che ha colpito, come
all'Aquila, nel cuore della notte. Corso Roma, la via principale di Amatrice, ha un fronte che la taglia a metà fatto da
una collina di macerie, gran parte frutto del Comune che è venuto giù tutto intero. Non che il Comune sia inagibile,
come l'ospedale o la stazione dei carabinieri. Semplicemente non esiste più. Non c'è una casa del centro storico che
non sia da abbattere o pericolante se ad atterrarla non ci ha già pensato il terremoto. Anche le parallele ai lati del
corso sono nelle stesse condizioni: impraticabili per crollo totale. Il lavoro dei soccorsi è partito dopo poco meno di
un'ora dalle 3,36 lo ha ammesso anche il sindaco - e all'alba tutti i fronti erano predisposti: vigili, forestali, volontari, a
mani nude, con pale, corde e picconi. Sono stati estratti vivi in parecchi, Irina, Natale, Yuri dopo ben nove ore sotto le
macerie. Per il sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi, questa volta lo Stato ha funzionato considerando tutte le difficoltà
della geografia del territorio. Ma il sindaco avrà anche parole di elogio per i media, per la tempestività delle
informazioni tragiche che hanno messo a disposizione dell'opinione pubblica che ha accelerato la messa in moto della
macchina della protezione civile, Assieme alla soddisfazione per le salvezze, ecco il solito sudario di dolore e pianti:
non ce l'hanno fatta i piccoli gemelli di sette anni Simone eAndrea, le due ragazze afghane ancora non recuperate, le
tré suore con le quattro ospiti dell'ospizio a cui sono crollati due piani sulla testa, che ancora non si aggiungono alla
decina di cadaveri che verranno via via deposti nelle due zone distinte a nord e sud delle macerie del centro storico.
Quale che sia la contabilità dei morti, Amatrice la scorsa settimana, quella del Ferragosto, era strapiena di chi torna in
paese per le vacanze e di turisti, più di ora, e più di uno ha parlato di strage mancata. Ma se questa tragedia fosse
accaduta domenica prossima quando sarebbe stata prevista la sagra cult degli spaghetti all'Amatriciana, sarebbe
stato comunque peggio. Nell'Hotel Roma, lo storico ristorante famoso per la ricetta degli spaghetti all'amatricana,
c'erano 70 ospiti. Chi si è salvato ha parlato di un vero blitz del sisma, una scossa lampo: Dieci secondi e tutto giù per
terra, ha detto Marco. Faceva su e giù in modo secco, non dondolava, sussultava, ha spiegato Don Fabio. Vittime
anche nei palazzi più recenti, come a Piazza Sagnotti, e si parla di case degli anni 60/70. Quelle antisismiche più
recenti hanno resistito mentre quelli rimasti in piedi non SALVATI IN TRÉ DOPO NOVE ORE SOTTO LE MACERIE.
IL SINDACO: GRAZIE A CHI CI AIUTA erano quelli della storia secolare di Amatrice. Quando ho visto che la storica
porta di Amatrice era andata giù, ho capito il dramma - ha detto il sindaco Pirozzi - il paese non esiste più ma
risorgeremo. Il difficile sarà riparare la contabilità dei morti e dei danni, svuotare le macerie, evitando gli errori fatti
all'Aquila, 30-40 chilometri in linea d'aria, l'altra grande tradita dalla terra quasi sette anni fa. E poi i tanti, singoli
drammi. No, anche lui è morto? Lo hanno tirato fuori assieme alla madre.... Attaccati alle prese di corrente della sala
d'attesa del pronto soccorso del Gemelli di Roma i telefonini squillano. In continuazione. Passa attraverso le reti
sovraccariche dei cellulari il filo diretto tra Roma e il Reatino, tra la Capitale e l'area di Accumoli e Amatrice. Una
famiglia attende notizie della nonna, Fernanda Micozzi, 87 anni, arrivata un paio d'ore fa in eliambulanza con un
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trauma alla testa. L'anziana vive a Roma, ma d'estate torna al paese, Amatrice, per godersi fresco e aria. Casa sua è
semidistrutta - raccontano il figlio e la nipote, anche loro romani - gli stava crollando casa addosso ma è riuscita a
uscire con le sue gambe. Poi il volo verso Roma, e ora è al pronto soccorso del Gemelli: È vigile - spiegano i parenti
che sono riusciti a parlarle - ha dei punti sulla testa, forse le hanno fatto una trasfusione. È un pò confusa aggiunge
ancora il figlio - si è stupita della modernità dell'ospedale, pensava di essere adAmatrice... siamo a Roma, le ho detto.
-tit_org-
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il sindaco telefona
A Trabia, città gemellata, scatta la solidarietà
[Redazione]
IL SINDACO TELEFONA ATrab a,città gemellata, scatta la solidarietà La notizia del terremoto che ha colpito il centro
Italia ha scosso ieri mattina la comunità dirabia in quanto gemellata con Amatrice. Un legame culturale-gastronomico
che dura dall'aprile 2013; a Trabia perché secondo l'unico documento storico al mondo del geografo Edrisi, sono nati
gli spaghetti nel 1154. Amatrice,invece, famosa al mondo per la sua amatriciana. Un connubio che dura da tré anni. Il
sindaco Leonardo Ortolano in collaborazione con la protezione civile ed in particolare con la struttura Magna Vis ha
allestito un centro raccolta per viveri e indumenti presso la pale stra comunale. A collaborare si sono attivate anche
associazioni locali per contribuire alla raccolta. "Mi sono sentito- dice il sindaco Ortolano- con il sindaco Sergio
Pirozzi, ho espresso la solidarietà di tutta la comunità trabiese. I miei concittadini ed i commercianti stanno reagendo
egregiamente a questa emergenza. Già dalle 15 di ieri stanno convogliano pacchi di indumenti e viveri.Attendo notizie
affinchè possiamo inviare tecnici e volontari da Trabia". Dai paesi vicini e da alcuni commercianti di Palermo si stanno
prodigando per Amatrice. Da questo gemellaggio sono nate amicizie forti. "Ho chiamato la mia amica -tit_org-
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l ' intervista.
Messina (CNR): l`Italia trema, IMpariamo a difenderci = Intervista a Paolo Messina Messina: È la pancia dell`Appennino che si è svegliata
[Antonella Filippi]
MESSINA (CNR): LITALIA TREMA, IMPARIAMO A DIFENDERCI FILIPPIAPAGINA4 L'INTERVISTA. Parla I direttore
del Cnr Iga Mess na: E la pancia dell'Appennino che si è svegliata Antonella Filippi Lo stiramento dell'Appennino ha
colpito ancora, una faglia silente si è risvegliata, come era stato previsto, secondo un copione che ormai ci è ben
noto. Larghe ondate di rovine invadenti hanno cancellato vite e sbriciolato paesi di quella fascia ad alta pericolosità
che corre, anzi si scuote, lungo l'asse della catena appenninica, lungo rocce la cui età è di circa 6/7 milioni di anni.
Tornano alla mente L'Aquila, Colfiorito e le loro tragedie, e possiamo spingerci fino al 1639 per intercettare un
terremoto gemello di quest'ultimo, nella stessa identica area: Lazio, Marche, Umbria. È subito scattata la macchina
dei soccorsi, ed è partita la raffica di domande. Una su tutte, la solita: ma queste tragedie, si possono prevedere?
Imparare a conoscere in anticipo quando la Terra tremerà potrebbe essere uno dei regali più belli dell'uomo a se
stesso. E allora qual è il punto della situazione nella previsione dei terremoti? Io sono drastico - afferma Paolo
Messina, direttore del Cnr Igag - Istituto di geologia ambientale e geoingegneria - non è possibile con le attuali
conoscenze prevedere i terremoti. Conosciamo le zone dove possono presentarsi, e la magnitudo. Ma il giorno e l'ora,
no. Il sisma dell 'altra notte ha colpito un'area estesa dell'Italia appenninica centrale, ricca di centri storici e di località
minori. Quali nuove informazioni avete acquisito rispetto alle prime ore? Non ce ne sono di rilevanti in quanto i dati
della notte erano già abbastanza chiari riguardo all'epicentro e alla magnitudo. Ora l'attenzione è rivolta alle
operazioni di soccorso mentre noi siamo coinvolti perché alcune frane impediscono di raggiungere certe frazioni. A
che profondità è stato individuato l'epicentro? Il sisma è stato avvertito, con differente intensità, dall'Emilia alla
Campania. Data la vastità dell'area di risentimento, è presumibile che l'epicentro si trovi a una profondità superiore ai
4 chilometri, tra gli 8 e i 12. Se fosse stato più superficiale avrebbe coinvolto una zona più ristretta ma i danni
sarebbero stati maggiori. Voi geologi li chiamate "aftershock", sono le scosse che fanno da corona alla prima, la più
forte. Il tremore dell'Italia non sembra fermarsi... Purtroppo è possibile che se ne ve- rifichino ancora altre, speriamo di
magnitudo inferiore. L'unicacosa da fare è seguire le indicazioni di protezione civile e sindaci. Insomma, cosa bolle
nella pancia dello Stivale? Dal punto di vista geologico è una pancia molto attiva, dove le faglie daloro si originano i
terremoti-sprigionano una forte energia. Dobbiamo imparare a conviverci, con vari accorgimenti, a partire dalle
costruzioni antisismiche. Anche le isole Eolie hanno sussultato. C'è un nesso? No, non esiste alcuna relazione, sono
fenomeni slegati ma la mappa di pericolosità del Paese comprende parte dell'arco alpino, l'Appennino fino alla
Calabria, e include anche la Sicilia. È curioso come l'ora della prima scossa sia vicina a quella del sisma che ha
sfregiato L'Aquila. Perché il terremoto è spesso percepito come un fenomeno legato alla not- te, al risveglio
improvviso - nell'intimità della propria casa violata che fa schizzare in alto la paura. Ma questa è più psicologia che
geologia... I terremoti sono dovuti al moto delle placche tettoniche e si originano a chilometri di profondità sotto la
crosta terrestre, dove fenomeni superficiali come la temperatura o l'alternarsi del giorno e della notte non hanno
alcuna influenza. La vicinanza di orario è un puro caso: gli episodi avvengono nei momenti più disparati. Quali ritiene
che siano adesso le misure più urgenti da adottare? Salvare il maggior numero di vite umane dalle macerie, come sta
facendo la Protezione civile che dovrà anche allestire le tendopoli, procurare cibo e abiti alle persone che,
abbandonando le loro abitazioni, hanno perso tutto. Dica la verità, il nostro territorio è davvero massacrato, zeppo di
cicatrici. L'Italia è tra i primi paesi al mondo a rischio sismico e tsunami - nel Tirreno, dorme un vulcano sottomarino
come Marsili - ma siamo indietro, forse perché siamo un popolo allergico alle regole. Il dissesto con i terremoti c'entra
poco. U terremoto avviene in profondità quindi non è influenzato da quanto l'uomo ha inciso in superficie ma va detto
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che il nostro è un territorio geomorfologicamente assai complesso. I vulcani sottomarini? Speriamo che rimandino
ancora a lungo il loro risveglio. Il terremoto fa paura ma contro le calamità naturali si può far poco se non farsi trovare
preparati ad affrontarle. L'Italia è anche un paese ricco di fragilissimi tesori d'arte. Questo patrimonio va tutelato
perché costituisce una ricchezza enor me e non può rischiare di sparire. Bisogna investire per salvarlo Sulla base
della sismicità del passato, in Sicilia è già trascorso parecchio tempo dal 1908 senza eventi di rilievo. Dobbiamo
prepararci avendo, rispetto a un secolo fa, conoscenze e capacità superiori? I tempi di ritorno non si possono
calcolare con precisione, a volte trascorrono millenni prima che si manifesti un episodio della stessa forza distruttiva, a
volte molto meno, 30/50 anni. Ma non si può dire nulla. (ANFI) Impossibile prevedere un sisma, sappiamo però dove
si verificherà -tit_org- Messina (CNR):Italia trema, IMpariamo a difenderci - Intervista a Paolo Messina - Messina: È la
pancia dell Appennino che si è svegliata
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Il sindaco di Accumoli: non dimenticateci
[Alberto Orsini]
CENTRO ITALIA IN GINOCCHIO IN QUESTO PICCOLO COMUNE UNA DOPPIA EMERGENZA: DI SOLITO CI
SONO 700 ABITANTI, I QUESTI GIORNI ERANO 2.0( II sindaco di Accumoli: non dimenticate! Petrucci: II patrimonio
edilizio del paese è compromesso, finiremo come L'Aquila. Sterminata famiglia di giovar La sorte si è accanita contro
una delle poche coppie che aveva puntato sul borgo ed era rimasta a viverequota per contrastare lo spopolamento:
morti marito e moglie e i giovanissimi figli. Alberto Orsini ACCUMOLI Un paese intero spazzato via dalla furia del
terremoto, che già viveva una realtà difficile sul piano sociale, tenuta su solo dal turismo estivo, e che ora teme di
essere davvero dimenticato. Accumoli, uno dei paesini della provincia di Rieti, si scopre in un incubo in 20, maledetti
secondi, e sono in molti già tra la popolazione ancora attonita, chi in pigiama, chi solo in accappatoio, a dire che no,
questo paese non verrà ricostruito. Abbiamo paura di essere dimenticati, il patrimonio edilizio è del tutto
compromesso, sintetizza tra le lacrime il sindaco, Stefano Petrucci. L'Aquila è una ferita ancora fresca, sono passati
sette anni e non è ricostruita, che cosa accadrà a noi?. A spegnere ancora la speranza ci si mette la sorte, che si è
accanita contro una delle poche coppie che aveva puntato sul borgo, che era rimasta a vivere in quota per contrastare
lo spopolamento. Febbrili ricerche con ruspe, bobcat, pale, picconi, uomini e cani, ma non c'è stato nulla da fare,
quattro vittime, i giovani Andrea Tuccio e Graziella Torrone e i gio vanissimi figli Riccardo e Stefano in una comunità
che ha patito anche altri lutti di persone anziane e non. La casa dei Tuccio è stata travolta dal crollo del campanile,
altrimenti, forse, avrebbe resistito. Il paese si trova a fronteggiare l'emergenza nel momento più delicato, quello in cui
si riempie all'inverosimile per l'esodo di turisti estivi, molti dalla Capitale ma non solo. Cercheremo di assistere tutti,
ma è meglio che lascino il paese, per loro e per noi, esercita il realismo ancora il sindaco. I numeri sono spieiati: 700 i
cittadini residenti, articolati in ben 17 frazioni, alcune con poche decine di abitanti, 2.000 circa quelli che affollano ogni
abitazione libera per la bella stagione. Questo surplus di popolazione ha aumentato sicuramente il numero degli
sfollati, stimati in 2.500 dallo stesso primo cittadino, e si spera non faccia lo stesso con le vittime. Vivere qui è difficile
in inverno, e molto - fa notare il presidente della Provincia di Rieti, Ettore Rinaldi - ma questa può essere la botta
definitiva, la fine di questi centri. D'altronde la scossa sismica si è portata via i punti cardinali: la stazione dei
carabinieri, il bar, la chiesa, tutto inagibile. La strada di accesso è costellata di massi caduti, che costringono a fare a
zig zag per salire e rendono tutto più difficile. Di fronte alla casa dov'è morta la giovane famiglia c'è un pezzo di curva
che si è staccato e sotto allo squarcio dell'asfalto si intrawede lo strapiombo, il parco pubblico è stato inghiottito per
metà dalla terra e anche un'automobile è rimasta con le ruote incastrate nel terreno, prima di essere rimasta a spinta
dai cittadini che erano in zona. La colonna mobile della Regione Abruzzo, composta da 60 mezzi e da oltre 100
volontari appartenenti alle 20 associazioni di protezione civile presenti, è giunta nel primo pomeriggio guidata dal
sottosegretario Mario Mazzocca. La fermata del bus è diventato un ricovero temporaneo, freddo di notte e caldo di
giorno, ma più o meno sicuro. Lì si trovano alcune bottiglie d'acqua, lì seduto un bambino piange sconsolato e dice
alla madre: Me ne voglio andare da qui. Con i dispersi ancora da trovare sotto le macerie, la sfida di Accumoli è già
partita: dare a quel bimbo un motivo per restare. -tit_org-
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il racconto.
Pescara del Tronto, un`anziana: Ho lasciato solo mio marito...
[Claudio Accogli]
IL RACCONTO. È disperata: l'uomo è rimasto sotto le macerie, salvi i nipoti Pescara del Tronío, un'anziana: Ho
lasciato solo mio marito... Claudio Accogli PESCARA DEL TRONTO Pescara del Tronto è stata spazzata via. Il
terremoto che ha insanguinato il centro Italia ha trasformato il paese in una spettrale Sarajevo. Le strade sembrano
essere esplose. Enormi crepe segnano l'asfalto. Ovunque i segni della distruzione, con i detriti delle case sbriciolate
mescolati a carcasse d'auto, vetri, brandelli di vite perdute. I morti accertati fino alla prima serata sono 20, un
centinaio i feriti. Diversi sono in gravi condizioni. I soccorritori cercano di aprirsi una strada per individuare
sopravvissuti. Ma la speranza si affievolisce con il passare delle ore. Da mezzogiorno troviamo solo cadaveri, dice un
ragazzo della Protezione civile esausto. Qui è peggio dell'Aquila, sussurra un altro volontario attonito. È un reduce del
sisma che ha devastato il capoluogo abruzzese. Il presidente della Camera, Laura Boldrini, viene accompagnata tra le
macerie dai soccorritori: Sembra un bombardamento. Ringrazia i volontari che fanno fatica ad avanzare. Pescara del
Tronto è abbarbicata su una ripida collina a ridosso delle montagne. Un passo falso potrebbe causare crolli a catena.
Gli smottamenti scendono giù fino a valle e lambiscono la Salaria. Nel campo di primo soccorso nella vicina Arquata,
sventrata dal sisma con un bilancio di almeno 4 morti, scorrono a fiumi le lacrime. L'abbiamo lasciato solo, urla
disperata una signora parlando del marito, mentre i parenti provano a consolarla. Accanto a lei arrivano due bambini.
Uno è coperto da un telo termico. È sporco di terra e sangue ma per fortuna è illeso. Così come altri due ragazzini
salvati prima dalla nonna e poi dallo zio. Lo stesso che salendo la ripida salita verso il paese ha rimesso al suo posto
la testa di una madonnina sfregiata dal sisma per accendere la speranza di trovare vivi i nipoti. A Pescara del Tronto
si scava, ma la notte rende i soccorsi più difficili e pericolosi. Si spera di arrivare a cinque persone intrappolate sotto
una palazzina di tré piani. Ma c'è già chi dice che sono morti. Nessuno sa con precisione quanti siano i dispersi. Il
paese conta d'inverno un centinaio di persone. Ma d'estate si popola, soprattutto di romani. Le utenze telefoniche ed
elettriche sono 200. Se fosse successo a ferragosto sarebbe stato un massacro, spiega un giovane, il paese era
pieno. In tanti potrebbero essere arrivati per la festa della Spelonga, molto sentita da queste parti. I soccorritori
esausti scendono dalla ripida collina. Si rincorrono voci su altri morti. Ma ad alimentare la speranza è la notizia di una
bambina che sarebbe stata estratta viva dopo quasi 15 ore. -tit_org- Pescara del Tronto, un anziana: Ho lasciato solo
mio marito...
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Quattromila sfollati, paura e cuori che battono nelle tendopoli
[Redazione]
TRA LAZIO E MARCHE. La Protezione civile allestisce più centri di raccolta per chi è senza casa. E gli albergatori
dell'Aquila mettono a disposizione hotel e b&l Quattromila sfollati, paura e cuori che battono nelle tendopc PESCARA
DEL TRONÍO Migliaia di sfollati tra Lazio e Marche dopo il sisma che ha devastato l'area. soccorritori hanno allestito
in fretta e furia centri di accoglienza per la notte. Una notte, quella appena trascorsa, dominata dalla paura. Sono
quasi quattromila tra le due regioni le persone costrette a lasciare le proprie case o quelle affittate per le vacanze. Il
numero più alto ad Accumoli, epicentro del terremoto che ha fatto strage. Qui gli sfollati sono 2.500, molti i villeggianti
per i quali si sta allestendo un riparo, con il sindaco che comunque li invita a lasciare il paese. A Pescara del Tronto,
martoriata con un bilancio provvisorio di 20 morti, la Protezione Civile conta di poter ospitare fino a 250 persone,
grazie alle tende montate dai volontari e erette accanto ad una cucina che servirà ad offrire un pasto caldo. Un altro
grande centro è stato allestito a Rieti, mentre gli albergatori dell'Aquila mettono a disposizione le proprie strutture.
Ovunque è il terrore che domina gli sguardi dei sopravvissuti. Ancora non sappiamo dove andare, lamenta una
famiglia di Arquata, dopo essere scampata miracolosamente alla devastazione di Pescara del Tronto. Il campo
sportivo del paese è stato trasformato nel quartier generale dei soccorritori. Le tende verranno montate solo
domattina. Ma i vecchi brontolano: non vogliono allontanarsi dalle loro case e dalla loro vita. Chi può mette al riparo
mobili, elettrodomestici, e qualsiasi cosa sia stata risparmiata dal sisma. Ma si dormirà fuori, alla peggio nelle auto
parcheggiate sui prati. Un gruppetto di diciottenni ha scelto di ripararsi in una giostra per ragazzini: L'importante è che
stiamo tutti insieme, questa è casa nostra, dicono tra rabbia e commozione. Temono anche loro un'altra schicchera,
una nuova scossa violenta. E non vogliono muoversi dalla giostra. Tra i più anziani quello che fa più terrore è un'altra
minaccia, il crollo della vicina diga di Scaldarello. Il terremoto, che qui è stato apocalittico, li ha scioccati: Mai vista una
cosa del genere in oltre cinquant'anni. In quasi tutte le frazioni dell'area le strade sono deserte. Famiglie in lacrime
caricano i bagagli in auto e vanno dai parenti a Roma, Firenze, Ancona, o se possibile ancora più lontano. Tutto
intomo scende il silenzio, e la paura domina i cuori di migliaia di persone. Un uomo si aggira tra le macerie di Amatrice
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Devastati i gioielli dell`arte medievale
0 Ad Amatrice a pezzi la basilica di san Francesco e la chiesa di S. Agostino, danneggiati gli edifici sacri di Norcia e
Urbino
[Silvia Lambertucci]
CENTRO ITALIA IN GINOCCHIO SCOSSE PERCEPITE ANCHE A ROMA, DOVE SONO STATE VERIFÍCATE LE
CONDIZIONI DEL COLOSSEO: ESAME SUPERA" Devastati i gioielli dell'arte medievale Ad Amatrice a pezzi la
basilica di san Francesco e la chiesa di S. Agostino, danneggiati gli edifìci sacri di Norcia e Urbi Danni diffusi nelle
zone colpite: i tecnici specializzati del ministero sono rientrati dalle ferie, per organizzare gli interventi nelle regioni
interessate. Studenti universitari offrono la loro opera. Silvia Lambertucci ROMA Con le sue case medievali ancora in
piedi dopo secoli e terremoti, le chiese potenti, le mura, i conventi e l'impianto urbanistico che ricostruisce la graticola
che fu il martirio di San Lorenzo, la cittadina di Amatrice era considerata un piccolo capolavoro da studiare. In questi
giorni un gruppo di lavoro della Facoltà di Architettura Roma avrebbe dovuto consegnare al sindaco un lavoro di
censimento delle abitazioni di epoca medievale. Ma anche il vicino paese di Accumoli, con una storia che risale ai
primi decenni del Mille, e poi attraversa i secoli passando sotto i Medici e il regno di Napoli, vantava mura, porte
medievali, resti di bastioni, chiese, palazzi. Con il Medioevo su cui felicemente si erano innestate testimonianze
barocche. Un quadro grave, sottolineano dal ministero della Cultura, anche perché riguarda un territorio molto vasto e
ricchissimo di beni. Un patrimonio che il terremoto ha devastato senza pietà, rerendo ad Amatrice la splendida e
austera Basilica di San Francesco e la Chiesa di Sant'Agostino, sbriciolando senza speranza la storica porta di pietra
arenaria accanto a S.Agostino, lesionando e distruggendo case e testimonianze uniche, facendo collassare il museo
civico. Sorte condivisa da Accumoli. E poi da Arquata del Tronto, che vantava rare porte ad arco acuto datate al '600.
A Norcia è stata ferita la Basilica e non sono state risparmiate le mura. Mentre la scia di orrore ha toccato anche
Urbino, dove nella Cattedrale, già lesionata in passato, sono apparse nuove piccole crepe. E controlli dovranno
essere fatti anche nel delizioso borgo di Scheggino. A Roma, dove le scosse hanno fatto paura, il primo ad essere
controllato è stato naturalmente il Colosseo, per fortuna risultato a posto. E se la priorità in queste ore va com'è giusto
alle persone, anche la macchina per il recupero del patrimonio è scattata all'alba, con le unità di crisi delle regioni
coinvolte già all'opera per organizzare i soccorsi e i carabinieri dei beni culturali che già presidiano le chiese sventrate,
le abbazie, per impedire a sciacalli di razziare quadri, candelabri, pale d'altare. L'esperienza dell'Aquila e poi
dell'Emilia è stata fondamentale - sottolinea il prefetto Fabio Guttuso Carapezza, voce del Mibact all'interno del
Comitato Operativo Nazionale - c'è una direttiva del ministro Franceschini che raccoglie quelle esperienze e che
articola tutte le fasi del soccorso, in modo che si possa fare una valutazione dei danni ed intervenire anche prima del
restauro definitivo, per esempio con cerchiaggi di campanili e torri prima che crollino. La parola d'ordine è fare
squadra, puntando all'interazione di tutte le forze in campo. Un modello di intervento, assicura, che questa volta
consentirà di percorrere tutte le fasi del recupero, senza ricorrere a commissari straordinari. Ieri intanto al ministero di
via del Collegio Romano, la bandiera a mezz'asta in segno di lutto, è stata una giornata febbrile. Di corsa sono
rientrati tutti i tecnici specializzati che erano in ferie. E si sono riunite le unità di coordinamento regionali di Lazio,
Umbria, Marche, Abruzzo, per fare il punto su quello che c'è da fare e come organizzare le squadre. Mentre oggi si
riunirà l'Unità di crisi nazionale del Mibact. Ci vorrà ancora un po' per avere accesso ai luoghi più colpiti, spiega il
segretario generale Antonia Pasqua Pecchia, ma nei luoghi più lontani dall'epicentro, come nell'alto Lazio e
inAbruzzo, i tecnici sono già al lavoro. Nel Lazio, la regione più colpita, si stanno ind
ividuando i luoghi dove ricoverare i beni da restaurare o mettere in salvo, si valuta la possibilità di usare caserme.
Anche per l'arte, l'esperienza lo insegna, non si può perdere tempo, tanto più che sulle chiese scoperchiate incombe
ora il rischio pioggia. Alessandro Viscogliosi, il prof della Sapienza che coordina il progetto sulle case medievali di
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Amatrice, è smarrito. In questi giorni, racconta, avrebbe dovuto essere lì, con i suoi studenti, lo ha fermato un
problema di salute. Amatrice - spiega - è una città medievale fondata ex novo, come Cittàducale e Leonessa, ma il
suo impianto urbanistico è il più interessante di tutti, un capolavoro, speriamo si siano conservate almeno le case
medievali. Anche lui con i suoi studenti non si tira indietro: Siamo tecnici, e offriamo tutta la nostra disponibilità, anche
quella dei dottorandi. OGGI SI RIUNIRÀ L'UNITÀ DI CRISI DEL MINISTERO DEI BENI CULTURALI -tit_orgDevastati i gioielli dell arte medievale
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l ' intervista.
Intervista a Gianvito Graziano - Graziano: tanta paura e poca strategia = Graziano: Manca
una politica di vera prevenzione sismica
[Osvaldo Baldacci]
GRAZIANO: TANTA PAURA EPOCA STRATEGIA - BALDACCIAPAGINA9 L'INTERVISTA. Il geólogo: ogni edificio
sia adeguato Graziano: Manca una politica di vera prevenzione sismica Osvaldo Baldacci La scossa di 6 gradi che ha
colpito il centro Italia è una scossa forte, maGiappone con un terremoti di 7 o anche 7,5 gradi la gente continua a
guardare la televisione. Il problema non è se avviene un terremoto, ma se crolla la casa. E sulla prevenzione in Italia
siamogrande ritardo. Chiarisce subito il cuore del problema il geólogo palermitano Gian Vito Graziano, che è stato
presidente del Consiglio nazionale dei Geologi. A suo dire, in Italia contro i danni sismici bisogna fare molto di più sia
a livello pubblico che privato. Sappiamo ormai che l'Italia è a forte rischio sismico. Si sta facendo abbastanza per
correre ai ripari? Sinceramente non è che si sia fatto e si faccia moltissimo. Qualche progresso c'è stato, ma
insufficiente. È cresciuta forse la consapevolezza del fatto che siamo a rischio. Purtroppo i numerosi eventi ravvicinati
aiutano a tener presente il problema. La sensibilità è molto legata al ricordo delle cose, sul momento si dice e si fa
molto, poi il tema scompare. Purtroppo gli episo di dell'Aquila, dell'Emilia Romagna e ora questo ci aiutano a non
accantonare il problema. Nonostante questo di certo nella programmazione delle cose da fare siamo piuttosto
indietro. Quali sono questi provvedimenti da assumere? Dobbiamo intanto fare una programmazione per
l'adeguamento antisismico di tutti gli edifici strategici: scuole, ospedali, caserme, tutti i luoghi pubblici più frequentati.
Qualcosa è stato fatto, ma non è che siano state investite grandissime risorse. Qualcosa di più è stato fatto di recente
sulle scuole, ma se esse sono il biglietto da visita del Paese allora comunque non siamo messi bene. Bisogna poi
tener presente che la programmazione che va fatta non riguarda interventi ad uno o tré anni: bisogna ragionare a
lungo termine, perché l'impegno per le verifiche e poi le ristrutturazioni sono molto lunghi anche per la grande quantità
di beni che abbiamo, e richiedono anche una importante pianificazione finanziaria. Che altro bisogna fare? Bisogna
agire anche sugli edifici privati. E come si convince un proprietario a mettere mano al portafoglio? Bisogna fargli
capire che la sua casa può crollare e può perdere tutto, allora sì che sarà motivato. Non è terrorismo. Occorrono degli
studi per valutare gli scenari per le abitazioni. Oggi nelle compravendite è obbligatoria la certificazione energetica
della casa. Non capisco perché non possa essere obbligatorio il fascicolo di fabbricato. Di che si tratta? Io dico che è
il libretto sanitario della casa. L'idea nacque anni fa proprio in Sicilia. È una valutazione del rischio sismico con la
certificazione degli accorgimenti presi. Qualcuno ci ha accusato di chiedere questo perché cosi garantiamo il lavoro a
noi professionisti del settore. Io dico: certo che lavoreremmo di più, ma per fare una cosa utile, indispensabile. Che
fai, non promuovi la prevenzione nell'ambito della salute per non far lavorare di più i medici? O non combatti l'illegalità
per non assumere i magistrati? Quanto è accaduto è l'ennesima dimostrazione che questa iniziativa è un'esigenza
fortissima. Interi paesi sono spazzati via dai terremoti. Le grandi città sono più sicure? Dipende. Certo sono più
attrezzate, vengono rimodernate, dove girano più soldi c'è più interesse e più possibilità di fare anche adeguamenti
antisismici. Se apro un locale ho interesse a che regga. Poi però bisogna vedere, soprattutto nei centri storici, dove
spesso l'adeguamento è a macchia di leopardo. A Palermo ad esempio sono arrivati dei fondi e sono stati sistemati
degli edifici, ma ce ne sono altrettanti molto a rischio. E Palermo è una zona a rischio. I piccoli paesi sono anche una
grande risorsa italiana, con le loro bellezze. Che spesso si sbriciolano. È possibile tutelarli? È obbligatorio tutelarli.
Sono obbligatori per leg
ge i piani comunali di protezione civile, che riguar dano tutte le emergenze, da quella sismica alle alluvioni a
qualunque altra cosa. Ma non tutti i paesi li hanno fatti. Ma quel che io temo è che stiano peggio quelli che li hanno
fatti: sono stati cioè realizzati tanto per dovere e lasciati in un cassetto. Ha mai avuto notizia di una esercitazione, di
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un convegno informativo per la cittadinanza? Cos'auro pensa che si debba fare? Manca una politica di prevenzione
sismica che sia molto ma molto più ampia dell'attuale. Che dev'essere fondata su due pilastri: soldi e informazione.
Sui soldi c'è poco da aggiungere, qualcosina è stata messa, ma anche l'informazione è molto importante. Non è mai
stata fatta una campagna in formativa seria, strutturata, su larga scala. Eppure abbiamo visto come la
sensibilizzazione può far fare dei progressi rilevanti nella sicurezza. ( ÂÁ*) Bisogna investire più risorse economiche e
serve maggiore informazione sui reali rischi -tit_org- Intervista a Gianvito Graziano - Graziano: tanta paura e poca
strategia - Graziano: Manca una politica di vera prevenzione sismica
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Regione
Parte un progetto per monitorare tutta la regione
[Redazione]
REGIONE Parte uprogetto per monitorare tutta la regione Un piano per monitorare il territorio siciliano, per sapere con
precisione quali sono le zone maggiormente a rischio. La Regione ha in corso quella che viene definita campagna di
microzonazione sismica, uno studio che permette di attraverso i quali è possibile individuare e caratterizzare le zone
stabili, le zone stabili suscettibili di amplificazione locale e le zone soggette a instabilità, quali frane, rotture della
superficie per faglie e liquefazioni dinamiche del terreno, si legge sul sito della Protezione civile. Uno strumento
spiega il capo della Protezione civile in Sicilia, CalogeroFoti che permette di individuare dove potrebbero essere più
attesi eventuali danni in caso di terremoto. La campagna sarà realizzata entro due anni, intanto pia ni di questo
genere sono stati fatti già dai Comuni, ma in molti casi le amministrazioni dispongono soltanto di mappature più
generiche, il più delle volte concentrate sui centri abitati. Un altro aspetto, sul fronte della prevenzione, è quello dei
piani per il rafforzamento degli edifici. Si tratta di ordinanze della Protezione civile nazionale - aggiunge ancora Poti con le quali vengono stanziati parecchi milioni. Altri fondi invece servono per gestire le emergenze. In questo caso un
apposito capitolo di spesa è previsto all'interno del bilancio regionale. I fondi disponibili in questo ammontano a 800
mila euro. STE.GI. -tit_org-
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Il cuore della Sicilia: partiti i primi aiuti
[Stefania Giuffrè]
CENTRO ITALIA IN GINOCCHIO MOBILITAZIONE PER RACCOGLIERE FONDI E BENI. ATTIVO IL NUMERO
45500: È POSSIBILE DONARE DUE EURO CON UN Shi II cuore della i: partiti i primi aiuti La Protezione civile ha
inviato uomini e unità cinofìle. Pronta una colonna per allestire un campo per250 perso Una delle richieste arrivate è
quella di sangue. Da questa mattina all'aeroporto di Catania sarà disponibile un'autoemoteca Avis per l'accoglienza
dei donatori. Appelli dei commercianti e dei partiti. Stefania Giuffrè PALERMO La Sicilia mette a disposizione uo mini
e mezzi per prestare soccorso ai terremotati del centro Italia. Mentre il sito istituzionale della Regione è stato listato a
lutto (in homepage una coccarda nera con scritto sotto Ore 3:36 24 agosto 2016 ), il presidente Crocetta ieri mattina
ha firmato un'ordinanza con cui ha dato mandato alla Protezione civile regionale di raccordarsi con la Protezione civile
nazionale per fornire immediatamente ogni forma di collaborazione ed assistenza necessarie, in termini di mezzi e
uomini. Al Dipartimento di via Abela ieri sono stati diversi i contatti con Roma, telefonate e videoconferenze per
mettere a punto la macchina dei soccorsi. Le operazioni devono essere coordinate - spiega il dirigente della
Protezione civile, Calogero Poti -, prendiamo indicazioni da Roma, Le prime forze a partire sono state quattro unità
cinofile: in elicottero da Comiso sono state portate in tré ore neiluoghi del sismapercollaborare alla ricerca di superstiti.
Inizialmente era prevista anche la partenza di una squadra di forestali ma, dopo ulteriori accordi con Roma, è stata
sospesa. Della missione fanno parte invece due tecnici del Dipartimento. Cucine, tende e supporti logistici per
assistere chi è rimasto senza un tetto sono stati poi messi a disposizione, c'è l'ipotesi di inviare una colonna mobile
ma si attendono indicazioni da Roma. Abbiamo dato la disponibilità per mandare un modulo minimo per allestire un
campo mobile in grado di accogliere circa 250 persone - dice ancora Poti -, ci è stata chiesta anche disponibilità di
tecnici in grado di effettuare le verifiche di agibilità sugli edifici e in grado di gestire i centri di coordinamento. Crocetta
ha fatto sapere inoltre che la Protezione civile regionale ha già allertato tutte le proprie strutture territoriali in Sicilia.
Dalla Sicilia però partono anche altri aiuti, una catena di solidarietà che passa dalle raccolte di fondi, di sangue, di
beni di prima necessità. E ivolontari. Cinque medici siciliani volontari dell'Amie (Associazione Medici di Famiglia per le
Emergenze) sono pronti a partire per assistere le popolazioni colpite. L'associazione è nata all'interno della Fimmg
(Federazione dei Medici di Medicina Generale), il cui segretario regionale è Luigi Galvano, II gruppo collabora con la
Protezione Civile per garantire l'assistenza di base nei territori colpiti. La Protezione Civile ci ha prealleartati - spiega
Giuseppe Disclafani, vice presidente dell'Amfe-e siamo pronti apartire.Alcuni di noi hanno già fatto esperienza come
volontari nel terremoto de L'Aquila nel 2009 e in Emilia-Romagna nel 2012. Il ruolo del medico è fondamentale nelle
situazioni di emergenza - spiega Toti Amato, presidente dell'Ordine dei Medici di Palermo -1 ed è per questo che la
Federazione Regionale degli Ordini dei Medici Siciliani, da più di un anno ha intrapreso un percorso per sviluppare
questa collaborazione, Una delle richieste arrivate dalle zone colpite è quella di sangue. Da questa mattina
all'aeroporto di Catania sarà disponibile un'autoemoteca Avis per l'accoglienza dei donatori. Il camper dell'Avis
sosterà dalle 8 alle 12 al piano arrivi, sotto la torre (ingresso ovest, accanto al parcheggio P2). Le sacche di sangue
raccolte a Catania partiranno quindi per Roma, dove saranno smistate dal Centro Nazionale Sangue (Cns). Un' altra
raccolta di sangue insieme a una colletta è stata avviata in tutte le parrocchie della diocesi di Trapani. Siamo vicini
con la preghiera e con l'aiuto a tutte le famiglie dramm
aticamente coinvolte dal terremoto, dice il vescovo di Trapani Pietro Maria Fragnelli. La Diocesi ha invitato tutte le
comunità parrocchiali, le associazioni e movimenti ecclesiali a partecipare alla raccolta di sangue, soprattutto i
donatori abituali. Una raccolta è stata promossa anche dal presidente di Confcommercio Palermo Patrizia Di Dio, che
ha chiesto a tutti i propri associati e ai privati di so stenere un'azione di mobilitazione. Conoscendo il grande spirito
umanitario e di solidarietà degli imprenditori e dei cittadini palermitani siamo certi che in tanti vorranno esprimere
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vicinanza anche con piccoli ma concreti atti di sostegno, dice Di Dio. Per qualsiasi donazione e offerta da far
pervenire alle popolazioni colpite, si prega contattare [email protected],sileggeinunanota
dell'associazione dei commercianti. Un appello alla solidarietà arriva dalla segreteria provinciale di Palermo del Pd. Il
Partito Democratico provinciale di Palermo si sta mobilitando per offrire assistenza alle popolazioni colpite - dice il
segretario Carmelo Miceli -. Ho avuto un colloquio telefonico con il segretario provinciale del Pd di Rieti, Antonio
Ventura, al quale ho espresso la più sincera solidarietà e offerto la massima disponibilità e collaborazione in tutte le
fasi dell'emergenza. Di concerto con la segreteria nazionale da Palermo parte un invito agli iscritti a partecipare alla
raccolta di fondi che il partito ha già avviato (queste le coordinate bancarie: 'Raccolta fondi per terremotò - Iban:
IT96H0103003200000006365314 - Bic: Pascitmmrom - Partito democratico, Via di Sant Andrea delle Fratte 16 00187
Roma). I Giovani Democratici siciliani, in collaborazione con il PD e GD nazionale, hanno allestito tré centri di raccolta
di beni di prima necessità come acqua, cibi in scatola, pannolini, latte in polvere, succhi di frutta, omogeneizzati,
assorbenti, carta igienica, prodotti per l'igiene intima, medicinali da banco, spazzolini, dentifri- rio, torce, pile e batterie
elettriche. I tré centri sono a Palermo (nella sede del partitovia via Bentivegna 63), aCatania (in via Savoia 18)e a
Messina (Palazzo zodiaco, via Castellamare Chiesa dei Catalani). A livello nazionale è attivo il numero 45500: è
possibile donare due euro inviando un sms o effettuando una chiamata da rete fissa al 45500.1 fondi raccolti saranno
trasferiti dagli operatori, senza alcun ricarico, al Dipartimento della Protezione Civile che prowederà a destinarle alle
regioni colpite dal sisma. Il movimento dei Forconi, tramite il leader Mariano Ferro, ha messo a disposizione le
abitazioni rurali degli agricoltori siciliani. Non vogliamo più vedere - dice Ferro - i nostri connazionali abbandonati per
anni nelle tendopoli mentre l'Interact Club di Caltanissetta, presieduto da Francesca Sollami, ha risposto all'appello
del Rotaract Club di Rieti, partecipando alla raccolta fondi con una donazione Macerie e case distrutte dal sisma nella
piazza di Amatrice -tit_org-
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Intervista a Giuseppe Giunta - Giunta: isola ad alto rischio ma i piani scarseggiano = Tanti
Comuni isolani non hanno un piano anti-sismico
[Redazione]
GIUNTA: ISOLA AD ALTO RISCHIO MA I PIAN I SCARSEGGIANO - GIUFFRÈAPAGINAlO L'INTERVISTA. Il
docente Giuseppe Giunta: La Val di Noto, il Belice, il basso Tirreno, l'Etna, la Scarpata di Malta sono tutte zone
interessate da fratture atti' Tanti Comuni isolani non hanno un piano anti-sismico Questo terremoto ha le stesse
caratteristiche di quello de L'Aquila, di Camerino e di tanti altri che hanno interessato l'Appenino. Già da quello di
Avezzano, nel 1915, le caratteristiche si ripetono. C'è anche da dire che non c'è una connessione diretta però fra i
terremoti appenninici e quelli siciliani. Giuseppe Giunta, ordinario di geologia strutturale e già docente all'Università di
Palermo, traccia un quadro dei rischi e di come prevenire i danni provocati da eventuali terremoti. Come si fa a
individuare se una zona è più a rischio di altre? Dipende da molti fattori. Con le cosiddette mappe del rischio si
effettua un calcolo delle accelerazioni del suolo attese in determinati intervalli di tempo, calcolo che viene fatto sulla
base di una serie di parametri geologici e geofisici là dove ci sono già stati eventi sismici o dove sono ipotizzabili. Ma
per dire se una popolazione corre più o meno rischi si deve tenere conto di altri aspetti. Nei centri più antichi, con
costruzioni datate è chiaro che si corrono maggiori pericoli, dove invece gli edifici sono realizzati in base a normative
più recenti le case sono meno a rischio anche se c'è sempre da tenere conto dell'illegalità. Un fattore importante di cui
tenere conto è anche il cosiddetto effetto di sito. Le onde, dopo un terremoto, si propagano in tutte le direzioni: se in
prossimità della superficie terrestre attraversano terreni molli, costituiti ad esempio da sabbia o argilla bagnata,
l'oscillazione del suolo è amplificata, e i danni saranno maggiori rispetto ad un terreno più rigido. È possibile fare una
stima del grado di rischio che corrono la Sicilia e ü suo patrimonio? Ufficialmente, che io sappia, non c'è un catalogo
degli edifici che permetta di individuare una graduatoria di quelli più a rischio. Ogni Comune deve per legge dotarsi di
un Piano di Protezione Civile, uno strumento che permette di caratterizzare il territorio in base ai vari rischi a cui è
soggetto, e per gli edifici anche a secondo del periodo di costruzione. Oggi però molti Comuni non li hanno ancora
adottati. Sulla base dell'amplificazione del rischio sismico, quell'effetto sito di cui parlavo, possiamo dire che fra il 70 e
1'80 per cento del territorio siciliano è a rischio, ma ripeto questo è solo uno dei parametri. Quali sono le zone più a
rischio? La Val di Noto, il Belice, il basso Tirreno, l'Etna, la Scarpata di Malta: sono tutte zone definite sismogeniche
perché sono zone della crosta terrestre interessate da fratture attive che possono generare terremoti, e quindi più
rischio. Non significa però che in altre zone non si verificileranno eventi sismici, ma in genere ciò avviene solo con una
percentuale piuttosto bassa dei casi. Quali strumenti utilizzare per la prevenzione? La prevenzione oggi punta alla
mitigazione del rischio, non nella sua eliminazione che è impossibile. Conoscere gli elementi tecnici, gli stessi che
dovrebbero essere contenuti nei piani di protezione civile, è molto importante. La microzonizzazione avviata dalla
Regione è in questo senso uno strumento utile, permetterà di mettere in atto norme e disposizioni più puntuali e
precise soprattutto in relazione alle prescrizioni per chi costruisce. Uno strumento utile tanto quanto però i controlli
successivi, la verifica che queste prescrizioni siano poi rispettate. L'informazione e il rispetto delle regole nella
costruzione sono essenziali. Tutte azioni che ci insegneranno a convivere meglio con i fenomeni naturali pericolosi.
STE.GI. llyoel'Soper cento del territorio è a rischio per le caratteristiche di composizione del nostro suolo sinistra il
professore Giuseppe Giunta, sopra la cartina della Sicilia con le zone a rischio sismico -tit_org- Intervista a Giuseppe
Giunta - Giunta: isola ad alto rischio ma i piani scarseggiano - Tanti Comuni isolani non hanno un piano anti-sismico
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Stromboli
Lanza trionfa alla Maratona dei vulcani
[Redazione]
Stromboli Nella maratona dei vulcani trionfa l'isolano Carlo Lanza. Alla i9esima edizione oltre 150 gli iscritti suddivisi
per categorie. Tantissimi i bambini e i giovani provenienti da ogni parte del mondo. Trionfo solitario dello strombolano
Carlo Lanza, secondo Cristian Pomini, atleta altoatesino e terzo un altro strombolano. Salvatore Esposito. La
competizione è stata organizzata dall'albergatore Vito Russo, ex presidente della Federalberghi delle Eolie che
ringrazia per l'assi stenza sul circuito le associazioni di volontariato Attiva Stromboli, Vis, la Croce Rossa, la
Protezione civile comunale, la Misericordia, i carabinieri, i vigili urbani ed il sindaco Marco Giorgianni. (*BL*) -tit_org-
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Ospedale, struttura sicura ma i lavori continuano
0 Il terremoto nel centro Italia fa tornare alla memoria il caso del 2009 quando il San Giovanni di Dio fu sequestrato
[Giuseppe Pantano]
SANITÀ Gli ultimi interventi, durati un anno, sono costati quasi mezzo milione di euro e sono serviti per il
consolidamento degli edifici del blocco Diagnosi e tera Ospedale, struttura sicura ma i lavori continúan II terremoto nel
centro Italia fa tornare alla memoria il caso del 2009 quando I San Giovanni di Dio fu sequestrato Giuseppe Pantano
La struttura è stata completamte messa in sicurezza e gli ulteriori lavori previsti sono finalizzati a garantire condizioni
ancora migliori al San Giovanni di Dio. Sono queste le notizie che arrivano dall'Asp diAgrigento e che riferiscono di un
piano che ormai va avanti da parecchio tempo con opere già realizzate, altre per le quali è stato effettuato
l'affidamento dei lavori e altre ancora che sono previste. Tutto questo in un momento in cui il terremoto nelle Marche
riporta in primo piano il tema della sicurezza degli immobili, comprese le strutture pubbliche. Sono assai lontani per il
San Giovanni di Dio di Agrigento gli anni dell'inchiesta sul presunto utilizzo di cemento depotenziato per la
realizzazione del nosocomio con il caso scoppiato nel luglio del 2009 ed in breve tempo balzato all'attenzione
nazionale con intervento, tra gli altri, deir allora capo della Protezione Civile, Guido Bertolaso. L'ospedale fu posto
sotto sequestro e fu pure disposto un ordine di evacuazione, poi rientrato progressivamente, perché in caso di
terremoto avrebbe rischiato il crollo nonostante fossero trascorsi pochi anni dalla sua inaugurazione. Il processo si è
concluso con l'assoluzione di quasi tutti gli imputati per le residue ipotesi di reato che la prescrizione non aveva
spazzato via visto il decorso del tempo. In ordine di tempo, gli ultimi interventi nel nosocomio della città dei templi
hanno riguardato l'impiego di quasi mezzo milione di euro e circa un anno di lavoro per il consolidamento degli edifici
del blocco Diagnosi e terapia. Si è trattato di una prima parte degli interventi concordati con le autorità per la messa in
sicurezza dell'ospedale San Giovanni di Dio, a seguito dell'inchiesta. L'indagine giudiziaria allora avviata da Procura
della Repubblica e dalla Guardia di Finanza di Agrigento mirava proprio a verificare la consistenza del cemento
utilizzato per costruire l'ospedale San Giovanni di Dio. La fase dei lavori che si sta svolgendo sotto la gestione della
nuova direzione strategica dell'Asp ha compreso una parte con interventi urgenti, già completati, in un primo lotto.
Comprendevano quattro vani scala e la piazza centrale, un'arcadi circa 5 mila metri quadrati. Della seconda fase
dell'intervento sono stati ultimati i lavori del primo vano scala. Con queste opere si è raggiunto il livello di messa in
sicurezza della struttura, ma il piano dell'Asp prevede ulteriori interventi per i quali si è già provveduto all'affidamento
dei lavori ed altri ancora che, invece, sono in innere. Opere che garantiranno ulteriori livelli di sicurezza. L'Asp ha
programmato lavori anche in altre strutture ospedaliere della provincia e in particolare all'ospedale di Sciacca come,
recentemente, annunciato dal direttore generale, Salvatore Lucio Ficarra, in occasione di una visita nel nosocomio
saccense alla presenza dell'assessore regionale alla Sanità, Baldo Gucciardi. ( GP ) Sono assai lontani per il San
Giovanni di Dio di Agrigento gli anni dell'inchiesta sul presunto utilizzo di calcestruzzo depotenziato per la
realizzazione dell'ospedale. -tit_org-
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strutture sportive.
Corsa contro il tempo per rendere agibile lo stadio Palmintelli
0 Dovranno essere rimosse le erbacce e i pericolosi infestanti e numerate le gradinate destinate al pubblico
[Stefano Gallo]
ý nu é lune ýãèïèìÅ. L.a é Misad uaiuu õõíéá 11 ìõ me é 111 éìéïé ééõ 111 LCI 11 ìé uicvi Dovranno essere rimosse
le erbacce e pericolosi infestanti e numerate le gradinate destinate al pubblico II Comune si è impegnato a rinnovare î
servizi igienici e fornire le necessarie strutture di servizio, già sostituiti due lavelli rotti. La commissione tecnica ha dato
via libera al piano della sicurezza Stefano Gallo Toccherà alla Nissa e non al Comune ottemperare alle prescrizioni
della commissione tecnica che ha dato parere negativo all'agibilità del "Palmintelli". Il maggior sodalizio calcistico
nisseno dovrà provvedere - e in tempi rapidissimi - a cancellare le "incongruenze" emerse nel lungo sopralluogo di
martedì compresa l'eliminazione delle erbacce cresciute rigogliosamente alle spalle del muro di cinta della gradinata.
Su questo aspetto i tecnici dei vigili del fuoco sono stati irremovibili: quelle stoppie, in caso di incendio, potrebbero
rappresentare un pericolo per la pubblica incolumità. "Ho contattato il presidente della Nissa Natale Ferrante - ha
dichiarato l'assessore allo sport Carlo Campione invitandolo a rimuovere tutti gli ostacoli che impediscono la
dichiarazione di agibilità dello stadio. L'interesse è più della Nissa che non del Comune. Non appena i lavoretti imposti
dalla commissione saranno effettuati sono prontissimo a riconvocare la commissione tecnica per un nuovo e stavolta
mi auguro positivo sopralluogo. Noi, è chiaro, faremo la nostra parte, collocando i bagni chimici per le donne e c'è la
grande volontà di stare accanto alla maggiore squadra del capoluogo. Tutto però deve esser fatto in tempi rapidi
perché venerdì a Palazzo del Carmine la squadra verrà presentata ufficialmente al sindaco e alla giunta". La
commissione (comprendente ufficio tecnico, polizia municipale, azienda sanitaria e vigili del fuoco) oltre
all'eliminazione delle stoppie ha imposto anche la numerazione dei posti a sedere della gradinata e la massiccia
pulizia dell'impianto trovato in condizioni davvero precarie con rifiuti dappertutto negli spogliatoi, in tribuna e in
gradinata. Una situazione, a detta di tutti, poco decorosa. A tamburo battente sono stati sostituiti due lavelli che erano
rotti. Campione ha poi voluto ribadire che, al momento, la gestione dell'impianto è del Comune. "Di questo aspetto ha sottolineato l'e sponente della giunta Ruvolo - ci occuperemo in una seconda fase ma posso anticipare che siamo
disponibili al confronto con i dirigenti del sodalizio biancoscudato che hanno avanzato richiesta in tal senso. In questo
momento l'interesse è concentrato sull'agibilità dell'impianto dove il Comune nei mesi estivi ha speso un po' di
quattrini per la manutenzione ordinaria. Il disco rosso della commissione francamente mi ha sorpreso ma i rilievi che
sono contenuti nel verbale della seduta sono seri e fondati anche se si tratta di cose facilmente superabili. Debbo
rilevare anche che su tutto il resto l'impianto, uscite di sicurezza e terreno di gioco, è perfetto. Sul piano della
sicurezza la commissione non ha mosso alcun rilievo. Il Palmintelli con i pochi accorgimenti suggeriti dalla
commissione - ha concluso Carlo Campione - si appresta come da settanta anni a questa parte a sopportare una
mole imponente di attività a livello federale". CSGA Natale Ferrante -tit_org-
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Cassonetti incendiati a Santa Caterina Cinquantenne a giudizio
0 Fiamme e fumo nocivo hanno invaso alcune abitazioni
[Vincenzo Falci]
TRIBUNALE. Salvatore Giunta è accusato di aver dato fuoco in meno di 24 ore ad almeno sedici contenitori dei rifiuti
seminando il caos in molti quartieri del pa Fiamme e fumo nocivo hanno invaso alcune abitazioni Messo alle strette
dagli investigatori l'uomo avrebbe ammesso le sue responsabilità. Consegnando pure ai carabinieri l'accendino che
avrebbe utilizzato per le azioni vandaliche frutto di un raptus. Vincenzo Falci SANTA CATERINA VILLARMOSA In due
notti ha seminato panico e caos per le vie del paese. E adesso per lui, sospetto piromane seriale è stato chiesto e
ottenuto il processo. Perché accusato di avere incendiato, nell'arco di ventiquattro ore, qualcosa come sedici e anche
più cassonetti della spazzatura in strada. Con le fiamme e il fumo nocivo ad invadere anche alcune case ai piani
bassi. Ora un cinquantaduenne di Santa Caterina, Salvatore Giunta (difeso dall'avvocato Alberto Fiore) è chiamato
dinanzi al giudice per esser processato. Danneggiamento a seguito di incendio la contestazione che la procura ha
mosso nei suoi confronti sull'onda di un'indagine dei carabinieri. È la stessa imputazione per cui è stato citato in
giudizio e a metà settembre sarà chiamato in aula al cospetto del giudice Valentina Balbo. Per rispondere di una
catena d'incendi che, allora, hanno pure creato un po' di apprensione in alcune aree del paese. In particolare quelle
interessate dalle fiamme che, nell'arco di poche ore, sono state appiccate in piaz za Mercato prima e in piazza
Marconi poi. Sempre con il medesimo copione. La prima è stata messa a segno la notte tra il 17 e il 18 giugno di tré
anni addietro quando d'improvviso, a tarda sera, uno dopo l'altro sono stati bruciati più cassonetto della spazzatura.
Uno, due tré, fino a ad arrivare qualcosa come ben 13. Il rogo, innescato volontariamente contenitore per contenitore,
si è subito propagato. L'intera zona di piazza Mercato è stata subito invasa totalmente dal fumo. Rendendo l'aria
irrespirabile già fuori. Ma per alcuni abitanti della zona sono stati momenti di apprensione. Perché i cassonetti erano
sistemati proprio sotto i loro balconi e finestre e le fiamme li hanno lambiti. E poi quella densa coltre malsana ha
iniziato a invadere qualche appartamento, costringendo gli abitanti a serrare tutto prima che il fumo irrompesse in ogni
stanza. Sono intervenuti i vigili del fuoco che hanno dovuto lavorare non poco prima di spegnere quegli incendi che
hanno completamente distrutto, peraltro, i raccoglitori. Anche qualche muro si sarebbe un po' annerito. Ma non è stato
un caso isolato. Perché esattamente la notte dopo la scena si è ripetuta. Questa volta in piazza Marconi. Incendiati
solo tré container d'immondizia, ma sempre con non pochi disagi per chi vive a ridosso di quell'area. Anchequesto
caso sono intervenuti i vigili del fuoco. I carabinieri, in meno di una settimana, sono poi riusciti a dare un volto e
un'identità al presunto piromane. Qualche testimonianza e qualche immagine televisiva avrebbero fatto catalizzare i
sospetti sull'operaio. Lo stesso che successivamente, messo un po' alle strette dagli investigatori, poi avrebbe anche
ammesso le sue responsabilità. Consegnando pure ai carabinieri l'accendino che avrebbe utilizzato per le due azioni
che sarebbero frutto, secondo la tesi accusatoria, di un raptus. Cassonetti incendiati vicino alle case -tit_org-
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Niscemi, ritorna l`incubo frane Riscontrati dissesti idrogeologici
[Salvatore Federico]
SANTE CROCI. A lanciare l'allarme è I gruppo consiliare dell'Italia dei Valori che ha presentato una interrogazioì
Niscemi, ritorna l'incubo frane Riscontrati dissesti idrogeologici NISCEMI Torna lo spettro della frana del 1997, che
tagliò in due la zona periferica meridionale del paese, distruggendo un centinaio di case e la chiesa Sante Croci. La
zona, continuamente monitorata, ultimamente presenta piccoli dissesti idrogeologici che fanno innalzare il livello di
guardia. A lanciare l'allarme sono i consiglieri comunali del Gruppo dell'Italia dei Valori, Giuseppe Rizzo e Sandro
Tizza, i quali hanno presentato una circostanziata interrogazione al sindaco Francesco La Rosa e al Commissario del
Libero Consorzio di Caltanissetta, segnalando che "al Km 0,500, la strada provinciale 10, Niscemi-Ponte Olivo,
presenta il muro perimetrale con un crollo in profondità mentre altri tronconi mostrano un allargamento delle fessure
con rottura dei vetrini (di monitoraggio, ndr)". I due esponenti dell'Idv paventano che l'evolversi del fenomeno, che
potrebbe essere legato al dissesto idrogeologico che interessò la zona, "possa determinare un grave danno per il
territorio e per l'incolumitàdelle persone". Rizzo eTizza ricordano che il Comune di Niscemi, in seguito all'evento
franoso del 1997, ha partecipato agli avvisi pubblici regionali con un parco di progetti per la sta- bilizzazione e la
messa in sicurezza di tutto il versante sud-orientale della collina su cui sorge il centro abitato niscemese, ottenendo
due cospicui finanziamenti; il primo, per un importo complessivo di 3 milioni e 124mila euro, per la stabilizzazione e il
consolidamento del centro abitato (zona Belvedere); il secondo, per gli interventi di consolidamento di Via Verdi e
dell'area sottostante il cimitero (importo 1 milione 997 mila e 703 euro). Inoltre, sono stati approvati altri interventi
perla sistemazione del torrente Benefizio, il quale raccoglie le acque superficiali che scendono a valle dal centro
abitato. I due interroganti fanno notare che "ad oggi il 64% del territorio è interessato da sversamento di acque reflue
e bianche sul torrente Benefizio, il quale resta "in attesa della realizzazione della ormai storica galleria a valico e della
sistemazione dello stesso torrente". II Gruppo consiliare Idv, pertanto, interroga l'amministrazione comunale guidata
dal sindaco Francesco La Rosa, per sapere: se è a conoscenza della piccola frana verificatasi al km 0,500 della Sp
12; se ha disposto un sopralluogo tecnico per accertare la causa di tale dissesto; se la situazione continua ad
evolversi. Quindi, i consiglieri Rizzo e Tizza concludono chiedendo di conoscere quali interventi sono stati intrapresi in
merito; se il livello dell'argine del torrente Benefizio ha subito modificazioni nel tempo; e quali azioni l'amministrazione
comunale ha avviato per la definizione dell'iter progettuale della "Galleria a Valico", che dovrebbe convogliare le
acque del Benefizio nel torrente Valle Pozzo. ( SF ) SALVATORE FEDERICO NEL 1997 LA ZONA PERIFERICA DEL
PAESE RIMASE DI FATTO TAGLIATA IN DUE -tit_org- Niscemi, ritornaincubo frane Riscontrati dissesti idrogeologici
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Gela, nessun lavoro di ripristino al porto-rifugio
[Luca Maganuco]
PROGETTO E CONFUSIONE. Notizie non buone: mancherebbe sia l'ingente disponibilità della copertura finanziaria
sia il piano di caratterizzazione dell'intera; Gela, nessun lavoro di ripristino al porto-rifugi Dell'argomento si è parlato in
un vivacissimo incontro al Consiglio comunale, alla presenza di operatori portuali Luca Maganuco GEIA Chi si
aspettava l'avvio del ripristino funzionale del porto rifugio dovràpazientare ancora un po'. Non esiste nessuna
approvazione del progetto da realizzare con5,8 milioni di euro dei complessivi 32 milioni relativi alle opere di
compensazione del protetto Eni. Attorno al progetto c'è solo confusione. Mancherebbe sia la disponibilità della
copertura finanziaria che il piano di caratterizzazione del sito, come confermato da Giampiero Calafato presidente
della Protezione civile regionale. La questione porto è tornata, ieri mattina, in Aula consigliare dove si sono radunati
tutti gli attori protagonisti. Dagli esponenti regionali della Protezione civile e del dipartimento Infrastnitture, al gruppo di
lavoro del porto alla commissione consiliare Urbanistica, fino ai componenti della giunta comunale. Era stato il sindaco
Messinese, appena due mesi fa a parlare dell'avvio di un intervento funzionale al porto entro poche settimane dal
tavolo tecnico che era stato tenuto a Palermo. Era stato il sindaco Domenico Messinese, appena due mesi fa (il 28
giugno), a parlare dell'avvio di un intervento funzionale al porto entro poche settimane dal tavolo tecnico tenuto a
Palermo, presso la sede del governo regionale di Palazzo d'Orléans alla presenza dei vertici Eni, del governo
Nazionale e dei rappresentanti dell'amministrazione comunale e del consiglio comunale. "Possiamo attivare una
procedura di esclusione dalla Valutazione ambientale strategica (Vas) - spiega l'assessore Francesco Salinitro - per
rendere l'iter più veloce. Spetta, comunque, alla prò lezione civile dare risposte certe". Alle parole dell'assessore
Salinitro hanno fatto eco le urla di proteste degli operatori portuali. "Mentre voi perdete ancora tempo - accusa Angelo
Cannizzo noi continuiamo a lavorare nei porti di Scoglitti e Licata per salvaguardare le nostre imbarcazioni". Ha
spiazzato tutti Marcello Firmamento, funzionario del Dipartimento infrastrutture. "Mi occupo della realizzazione di porti
- assicura Firmamento - II progetto è stato curato dalla protezione civile ma io non lo conosco". I consiglieri Maria
Pingo (Megafono), Virginia Farruggia (M5S) e Salvatore Scerra (Forza Italia), hanno accusato l'amministrazione
comunale di non volere risolvere la questione porto catturandosi i consensi delle associazioni e dei componenti del
contestatissimo gruppo di lavoro. "Il piano di caratterizzazione esiste ed è stato fatto dall'Arpa - cerca di fare chiarezza
il vice sindaco, Simone Siciliano ma deve essere autorizzato dal Ministero. E' stata richiesta la verifica di non
assoggettabilità alla vas. Comunque il progetto deve essere autorizzato dalla protezione civile e dal ministero. Esiste
un impegno tra Regione, Eni e Comune". CLUMA ) Salinitro, Calafato, Firmamento e Farruggia FOTO MAGANUCO tit_org-
Estratto da pag. 25
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ambiente.
Gestione rifiuti, la Procura avvia un`indagine
[Martino Grasso]
AMBIENTE. Intanto a Bagheria segnalati 150 metri di strada ricoperti di immondizia: penino i pali rotti dell'Enel non
possono essere sostituiti pervia della spazzatu Gestione rifiuti, la Procura avvia un'indagii-K Sotto l'occhio dei pm, in
particolare. Carini e Partinico:s cercherà di fare luce sui criteri di incarico conferiti alle ditte Al centro dell'indagine
anche i complessi rapporti tra Comuni e Regione, il sistema di biostabilizzazione. La Finanza acquisirà gli atti, verrà
sentito anche un dirigente regionale. Martino Grasso BAGHERIA La gestione dei rifiuti nella provincia di Palermo
finisce nella lente di ingrandimento della Procura che vuole vederci chiaro e ha aperto un'indagine. Al momento si
tratta di un'inchiesta conoscitiva finalizzata ad accertare l'esistenza di eventuali reati. A finire sotto l'occhio dei pm le
amministrazioni della provincia, con particolare attenzione ai comuni di Carini e Partinico. L'inchiesta, che per la sua
ampiezza costituisce un monitoraggio sulla gestione di diverse fasi del ciclo dei rifiuti, è coordinata dal procuratore di
Palermo Francesco Lo Voi e dall'aggiunto Diño Petralia ed è stata delegata al nucleo di Polizia tributaria della Guardia
di Finanza che nei prossimi giorni acquisirà una serie di atti nei Comuni e alla Regione. L'indagine trae spunto dalla
relazione del direttore generale del dipartimento Rifiuti dell'assessorato regio nale all'Ambiente Maurizio Pirillo che
nelle scorse settimane, in piena emergenza, ha inviato al ministero un resoconto sulla situazione siciliana. La nota è
stata girata per conoscenza anche alla Procura della Repubblica di Palermo che ha deciso di vederci chiaro. Vari gli
aspetti di cui si occuperà l'inchiesta. L'inchiesta tende a capire con quali criteri siano stati incaricate del recupero le
ditte di autotrasporto. Si indagherà sul sistema di smaltimento e sulle discariche sia sotto l'aspetto amministrativo,
delle autorizzazioni, dunque, che sotto quello funzionale. Sotto la lente di ingrandimento tutte le discariche in cui
conferiscono i comuni palermitani, come quella di Siculiana, A] centro delle attività degli investigatori anche i
complessi rapporti tra Comuni e Regione, il sistema di biostabilizzazione. La Finanza procederà alle acquisizione degli
atti e nei prossimi giorni verrà sentito anche il dirigente regionale Pirillo. Un'emergenza come quella che si è verificata
e si verifica continuamente fanno notare gli inquirenti - ha assunto dimensioni tali che dai reati ambientali, pur
gravissimi, si è arrivati a una sistematica violenza contro le persone costrette a convivere con miasmi e cumuli di
immondizia. Intanto a Bagheria viene segnalata la presenza di un tratto di strada, lungo 150 metri, costellato di rifiuti
di ogni genere. Si tratta della via Consona, in contrada Incorvino. Ci sono anche due pali elettrici distrutti, ma l'Enel ha
fatto sapere che per sostituirli bisogna rimuovere la spazzatura. Sull'argomento interviene Alessandro Bruno
dell'associazione Palermo indignata: II pericolo non è stradale ma anche igienico e di sicurezza, l'incendio di alcuni
rifiuti ha coinvolto alcuni pali della luce. La replica dell'assessore all'Igiene Fabio Atanasio: Stiamo effettuando delle
operazioni di pulizia straordinaria. Dobbiamo rilevare il fenomeno di abbandono incontrollato dei rifiuti in maniera
eccessiva. ("MAG*) -tit_org- Gestione rifiuti, la Procura avvia un indagine
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Paura ad Erice per un incendio L`ipotesi è che sia di natura dolosa
[Redazione]
IN VETTA. Tempestivo l'intervento della Forestale e delle unità di protezione civile del Soccorso e Sos Valderi Paura
ad Erice per un incendio L'ipotesi è che sia di natura dolosa ERICE Momenti di paura, la scorsa sera ad Erice Vetta,
per un incendio di probabile matrice dolosa. Le fiamme si sono sviluppate lungo la strada che collega Valderice con il
borgo medievale, nei pressi dell'area demaniale di San Matteo e Gianguzzi, sul versante Nord della montagna.
Alimentate dal forte vento di Grecale hanno lambito una abitazione che è stata invasa dal fumo. Il tempestivo
intervento delle squadre addette allo spegnimento ha scongiurato che il rogo si propagasse ulteriormente. A dare
l'allarme è stato il personale della Forestale in servizio nella torretta di avvistamento di Misericordia. Ma le fiamme non
erano sfuggite ai volontari del "Soccorso" impegnati in una attività di Protezione civile svolta di concerto con altre
associazioni ericine per tutelare la montagna e se gnalare la presenza di eventuali focolai. Nel giro di pochi minuti le
squadre di spegnimento, con uomini della Forestale, arrivati con due mezzi, e le unità della Protezione civile del
Soccorso e di Sos Valderice con i moduli antincendio, si sono messe prontamente all'opera riuscendo a domare
l'incendio, bloccandone la risalita verso il versante dei Runzi, proprio sotto il balio di Erice. Sul posto sono arrivati
anche una pattuglia della polizia municipale di Erice ed i vigli del fuoco. Sulla matrice del rogo Forestali e pompieri
non si sbilanciano in attesa dei risultati dei riscontri scientifici. L'ipotesi più accreditata, però, è quella della natura
dolosa. Insomma, l'incendio ancora una volta sarebbe stato appiccato dalla mano di un piromane. ("LTO") -tit_orgPaura ad Erice per un incendioipotesi è che sia di natura dolosa
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I morti sono 159, migliaia di sfollati Renzi: provvedimenti immediati
[Redazione]
IL BILANCIO DEL SISMA ROMA È di almeno centocinquantanove morti il bilancio del sisma di magnitudo 6 che alle
3,36 della scorsa notte ha scosso il centro Italia, devastando una serie di centri tra Lazio, Umbria e Marche. Il numero
lo ha fornito ieri sera Fabrizio Curcio, capo della Protezione civile (106 nel reatino e 53 nell'ascolano) al termine di una
giornata terribile. Il premier Matteo Renzi, che ieri pomeriggio è accorso a Rieti, ha aggiunto che sono 368 i feriti
portati via da Amatrice e Accumoli con elicotteri ed eliambulanze. La prima violentissima scossa di ieri notte ha colpito
Amatrice, Accumoli (Rieti) e Arquata del Tronto (Ascoli Piceno); una seconda di magnitudo 5.4 è stata registrata alle
4,33 con epicentro tra Norcia (Perugia) e Castelsantangelo sul Nera (Macerata). Le scosse sono state avvertite anche
a molti chilometri di distanza, fino a Roma e Napoli. La terra intanto continua a tremare: un'altra violenta scossa, di
magnitudo 4.9, è stata avverata nel primo pomeriggio scatenando il panico. Violente scosse di terremoto sono state
registrate anche stasera in alcune località delle Marche. Una devastazione peggiore di quella dell'Aquila, mai vista
una cosa così, è stata la reazione dei soccorritori, Imprecisato il numero dei dispersi. Tra le vittime ci sono molti
bambini. Il numero delle vittime sembra purtroppo destinato ad aumentare come aveva già avvertito il premier Matteo
Renzi nel pomeriggio. Sono 1,500 gli sfollati solo nelle Marche. Fra gli altri, non ce l'hanno fatta un piccolo di 4 anni di
Amatrice, deceduto in ospedale ed una bimba di 18 mesi sorpresa mentre dormiva, nella casa delle vacanze in cui si
trovava con i genitori ad Arquata del Tronto. La mamma, originaria dell'Aquila, era scampata nel 2009 al sisma ed
aveva deciso di trasferirsi ad Ascoli dopo quella terribile esperienza. Ad Amatrice si soffre anche per la tragedia di due
gemelli di 7 anni, Simone e Andrea Serafini, entrambi morti. Si sono salvati invece, ad Arquata del Tronto, due
fratellini di 4 e 6 anni che la nonna ha nascosto sotto il letto; il nonno invece è morto. Ad Amatrice sono proseguite per
ore le ricerche di un bambino di 11 anni rimasto sotto le macerie della sua casa e che è stato sentito più volte
chiedere aiuto. Purtroppo è stato estratto morto. Sempre ad Amatrice è crollato lo storico Hotel Roma, nel centro
storico della cittadina reatina, che ospitava 70 persone, finora le salme rinvenute sono due. È fortunatamente estratto
vivo, ad Accumoli, nel reatino, un 43ennee romano rimasto per molte ore incastrato con le gambe e parte del corpo
tra le macerie. Renzi, è arrivato nel pomeriggio nei luoghi colpiti, non lasceremo nessuno da solo, ha detto,
annunciando lo stato di emergenza e provvedimenti già dal prossimo Consiglio dei ministri e ringraziando chi da
stanotte scava a mani nude: il lavoro continua, la priorità è scavare. Sono state scritte pagine di solidarietà e
commoventi. La macchina delle operazioni si è mossa da tutta Italia, c'è stata qualche polemica iniziale sul ritardo nei
soccorsi, poi rientrata. Sono 700 i vigili del fuoco al lavoro nell'area del cratere. Timori per il patrimonio culturale nelle
zone più colpite. Piccole crepe si sono aperte nella struttura esterna del Duomo di Urbino, che è stato transennato.
Crolli nel monastero di S.Chiara a Camerino e, ad Amatrice, nella basilica di San Francesco e la chiesa di
Sant'Agostino. Il ministero dei beni culturali ha allertato le sue unità di crisi. Qui non c'è più niente. Solo macerie. È
impressionante. Sembra un bombardamento, ha detto la presidente della Camera, Laura Boldrini, giunta a Pescara
del Tronto, frazione di Arquata del Tronto in provincia di Ascoli Piceno. Il Pontefice ha rimandato la sua catechesi del
mercoledì, per recitare con i fedeli, in via del tutto eccezionale, una par- te del Rosario. A Roma è rientrato dalla Sicilia
il presidente Mattarella, a lui in una telefonata il presidente Usa Obama ha offerto aiuto e assisten
za. Stessa offerta anche da parte del Segretario di Stato Kerry al ministro degli Esteri Gentiloni. Ieri e oggi bandiere a
mezz'asta in segno di lutto sugli edifici pubblici. E intanto oggi alle 18 le prime misure del governo per l'emergenza al
cdm. Metteremo a disposizione una prima somma di 50 milioni sul fondo emergenze nazionali, in attesa di ricevere
una stima dei danni. Questo fondo serve ad affrontare le pri me emergenze, spiega Graziano Deirio, ministro delle
Infrastrutture. L'impegno del governo è certezza dei tempi della ricostruzione e garantire una costruzione vera, di non
distruggere le comunità, di ripartire da questi borghi che hanno un passato meraviglioso che non può finire qui, dice
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Renzi in conferenza stampa a Rieti. Il premer sottolinea che questo è il momento delle lacrime e della commozione e
non delle polemiche. Il grande tema della ricostruzione è prematuro, aggiunge Renzi. Nel consiglio dei ministri il
governo dichiarerà lo stato di emergenza con l'erogazione di fondi La terra continua a tremare. Violente scosse sono
state registrate nel pomeriggio e anche nella serata La zona colpita Castelsantangelo Qsul Nera MARCHE Ore 3.36
PRIMA SCOSSA Magnitudo 6.0 Profondità 4 km \ Epicentro, 2 km da Accumoli (Rieti), / 10 km da Pescara del Tronto
(Ascoli Piceno), ( CU 10 km da Amatrice (Rieti).-.,/ Pescara.del Tronto UMBRIA Ore 4.32 SECONDA SCOSSA
Magnitudo 5.1 Profondità 9 km Epicentro Norcia (Perugia), Castelsantangelo sul Nera (Macerata), Pescara del Tronto
(Ascoli Piceno) LAZIO Ore 4.33 TERZA SCOSSA '... Magnitudo 5.4 Profondità 8,7 km ~. Epicentro ò Norcia (Perugia)
Amatrice ò - Una donna ferita si aggira tra le macerie di Amatrice -tit_org-
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Grida, paura e speranze dall`inferno di polvere 70 dispersi all`Hotel Roma
Nel borgo c'era il tutto esaurito per la 50esima sagra della celebre Amatriciana Nel crollo di una casa di riposo morti
quattro anziani e tre suore che li accudivano
[Maria Rosa Tomasello]
Grida, paura e speranze dalTinfemo di polvere 70 dispersi alTHotel Roma Nel borgo c'era I tutto esaurito per la
50esima sagra della celebre Amatridana Nel crollouna casa di riposo morti quattro anziani e tré suore che li
accudivano di Maria Rosa Tomasello INVIATA AD AMATRICE (Rieti) Davanti alle macerie di Amatrice la speranza si
congela nella richiesta improvvisa del silenzio. Tutti zitti, zitti adesso chiedono i soccorritori ai giornalisti e ai familiari
raccolti dietro la corda che rappresenta il limite all'accesso alla zona rossa. Di qua sicuro, a patto di essere prudenti,
tenendosi a distanza dalle pareti danneggiate. Di là il pericolo e la morte nella città distrutta, le strade invase dai detriti
e impossibili da percorrere. Dalla cima dell'edificio crollato, dove i cani molecolari cercano i vivi, qualcuno urla un
nome: Sabatino. Sabatino. Nessuno risponde. Due ore prima l'uomo ha chiamato con il cellulare dall'inferno: Sono
qui, sono qui sotto. In via Porta della Madonna 2. Vi prego, aiutatemi. La moglie si divincola da chi la trattiene, vuole
andare a cercarlo. Ha gli occhi rossi di una notte di lacrime, di un'alba disperata a tagliare per i boschi per raggiungere
il paese devastato. Armeggia con il cellulare, telefona al Comune perché nessuno qui, tra i vigili del fuoco e gli uomini
della protezione civile arrivati da tutto il centro Italia sa dove sia via Porta della Madonna 2. Dateci una mappa,
chiamate qualcuno che sappia dirci dov'è. Sabatino lo trovano, due ore dopo. Ma non c'è più nulla da fare per lui. Era
un uomo grande e grosso, sportivo, aveva 53 anni. Trova la morte cosi, in una sera d'estate quieta e fresca, come
tanti, troppi nella cittadina simbolo del buon cibo che si preparava a festeggiare il 27 e 28 agosto i 50 anni della sa gra
delTAmatriciana e invece celebrerà i funerali di oltre 70 vittime, mentre almeno un centinaio di persone risultano
disperse. Di questi, 70 sarebbero gli ospiti dell'Hotel Roma, lo storico hotel che la scossa delle 3.36 ha trasformato in
un cumulo di macerie. Non ce la fa neppure il bambino di 11 anni che, nella stessa zona, ha dato segni di vita
invocando aiuto, con gli ultimi residui di voce filtrati attraverso i cunicoli rimasti aperti nell'edificio collassato. Il cane
ispeziona le macerie, la coda dondola tra i mattoni e i calcinacci: Speriamo almeno che lui ce la faccia sussurra Sarà,
16 anni, arrivata qui facendo chilometri a piedi con il padre in cerca di Sabatino. Ma quando a sera viene ritrovato, il
piccolo è ormai senza vita. Un centinaio di metri più in basso, la casa di riposo dell'Opera nazionale per il
Mezzogiorno d'Italia, il cui nucleo originario risale al 1600, è distrutto. Dei 15 anziani ospiti che erano arrivati in gran
parte da Roma per trascorrere l'estate ad Amatrice, undici sono stati portati in salvo, racconta don Cesare Falasca,
segretario generale dell'istituto, Ma per quattro di loro e per tré suore che li seguivano ogni speranza è perduta.
Massimo Terlizzi, romano, aspetta, senza sapere cosa, davanti ai resti pericolanti. Lì dentro c'è mia madre,
Annamaria Rosaría, 82 anni. I vigili hanno fatto due tentativi con i cani; poi un gruppo di ragazzi ha provato dal tetto.
Ma non sono entrati, è troppo pericoloso. Sono stati bravissimi, ma adesso hanno smesso di provare, e io sto qui,
forse in attesa di un miracolo, dice con lo sguardo lucido. Dalle rovine, dove gru e trattori sono al lavoro per spostare i
detriti alla ricerca di superstiti, si sollevano nuvole di polvere appestano l'aria. Chi può indossa mascherine.
Ali'ingresso del paese sale un fortissimo odore di gas. Le due strade principali di Amatrice non esistono più. I crolli
invadono lo spazio per un'altezza di due o tré metri. Per raggiungere la parte opposta del centro, dove nel campo
sportivo è stato creato il punto di raccolta per i sopravvissuti, è necessario uscire dal nucleo abitato e aggirarlo per
alcuni chilometri, ma la gente che arriva con il cuore gonfio di angoscia per cercare i familiari non vuole sentire
ragione, e continua a chied
ere di passare. Sto cercando i miei genitori, sono dall'altra parte - dice un ragazzo arrivato in moto da Roma con un
amico - Loro sono vivi, ma mio fratello, la moglie e il loro bambino sono morti. Devo raggiungerli, sono disperati. Ma
sono costretti a tornare indietro. Tré funzionari dell'ambasciata filippina che chiedono notizie di un connazionale, Paul
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Garbin, che lavorava ad Amatrice, chiedono la lista ufficiale delle vittime, ma nessuno rispondere. Le vie per
raggiungere il paese sono intasate dai mezzi di soccorso. Le auto private vengono bloccate a tré chilometri, si
prosegue a piedi. Il primo simbolo del disastro è l'ospedale, evacuato precipitosamente nella notte: larghe crepe
attraversano la facciata, i muri sono spaccati, le finestre pericolanti. Nel parcheggio medici e infermieri hanno allineato
quello che sono riusciti a salvare nella notte: qualche letto, lenzuola, coperte, attrezzature e medicinali, sedie a rotelle.
Non è più possibile entrare, tutto l'edificio è inagibile. Siamo riusciti a svuotare il pronto soccorso raccontano con l'aria
stanca di chi ha visto il mondo andare in pezzi. Sabato scorso avevamo inaugurato una chiesa ristrutturata con i fondi
del vec chio terremoto commenta amaro il presidente della Provincia Giuseppe Rinaldi, che ha messo tutti i suoi
uomini sulle strade, per evitare che i crolli ai muraglioni ostacolino i soccorritori. La situazione più critica è nella zona
diAccumoli, dove lungo le strade i muri si sono sgretolati e i massi si sono staccati dall'alto. In via Porta Pescara, a
poche decine di metri da dove una intera famiglia è stata sterminata, Fulvio Malavolta ha rischiato di morire travolto
dai mobili e dai detriti. Vista dall'alto del ponte che conduce in paese, la sua casa è come spezzata in due, squarciata
al centro da una forza spaventosa. Eravamo là sotto, io e la mia ragazza, sotto l'armadio. Dormivamo, e quando ho
sentito la scossa mi sono messo sopra di lei per proteggerla. Tutto ci è precipitato addosso, vetri, calcinacci, mobili.
Lei era sepol ta fino a metà. Ho urlato e un vicino è venuto con una piccola torcia, era buio pesto, la luce era saltata.
Siamo riusciti a uscirne, siamo vivi, ma per il paese è la fine. I vigili del fuoco riescono a recuperare il suo portafogli, il
tabacco, pochi vestiti. Poi Fulvio chiude la porta, come se lo squarcio non ci fosse. Andrea Tuccio, con la moglie
Graziella Torrone e i figli Piccar do e Stefano il terremoto se li è portati via poco distante. Bernardino Alberti, capo
reparto dei vigili del fuoco, di Rieti, è uno di quelli che ha tirato fuori i cadaveri: La casa, vedi, è proprio dietro la
chiesa. Il campanile è crollato e ha sfondato il tetto, e due solai. Loro dormivano al piano rialzato, gli sono cadute
addosso tonnellate di materiale. Non c'è stato niente da fare. Accumoli è un paese fantasma. Sopra un uomo estratto
vivo ad Accumoli. Sotto i resti dell'Hotel Roma ad Amatrice. Al centro un'altra immagine del disastro nel paese laziale.;
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Allarme sciacalli in case e chiese, controlli dei carabinieri
[Redazione]
Allarme sciacalli nelle zone colpite dal terremoto nelle province di Ascoli Picenoe Rieti. Il Comando provinciale dei
carabinieri di Ascoli fa sapere che sono in arrivo un centinaio di militari dell'Arma che da pattuglieranno in particolare il
territorio di Arquata e Pescara del Tronto, ma anche le frazioni più isolate; altrettanti saranno inviati dal comando
generale nel versante laziale dell'emergenza, ad Amatrice e Accumoli. Diversi cittadini hanno segnalato nelle ultime
ore presenze sospette nei pressi delle case abbandonate da residenti in fuga dopo le scosse di terremoto che si
susseguono dalla notte scorsa. Vigilanza anche sul patrimonio artistico e culturale,Carabinieri dei nuclei regionali del
Comando per la Tutela del Patrimonio Culturale sono già operativi sui luoghi colpiti dal sisma con il compito di
difendere da atti di vandalismo e dagli sciacalli chiese e monumenti sventrati dai crolli. Sono solo loro che possono
accedere ai luoghi ancora interdetti ai nostri tecnici civili spiega Antonella Pasqua Pecchia, segretario generale del
ministero guidato da Dario Franceschini. Missione necessaria, sottolinea, perché i crolli hanno colpito soprattutto le
chiese dove c'è un patrimonio mobile sempre molto appetito dai ladri. Il ministero, aggiunge Pecchia, è anche in
costante contatto con i delegati al patrimonio artistico della Cei, per mettere in sicurezza questi beni. -tit_org-
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Tutte le aree colpite raggiunte da squadre
[Nicola Corda]
; Macchina dei soccorsi a pieno regime. Cinquemila letti a disposizione nelle tendopoli già allestite di Nicola Corda
ROMA Macchina dei soccorsi a pieno regime. Un migliaio di tecnici, volontari e militari scavano tra le macerie per
cercare di salvare più vite possibile. Il terremoto che ha sbriciolato tré paesi del centro Italia tra Lazio Marche e
Umbria, lascia il segno e continuerà a farlo. L'ultimo bilancio fatto ieri a fine giornata dalla Protezione civile è di
almeno 120 morti. Ma come spesso accade, i numeri sono in difetto perché sotto i calcinacci e i muri delle case
crollate, ci sono ancora molte persone. La polemica iniziale sul ritardo dei soccorsi intanto rientra. Tutti i luoghi colpiti
sono stati raggiunti dalle nostre squadre, dice Titti Postiglione a capo del servizio emergenze della Protezione civile
nazionale. Un lavoro enorme perché i tré comuni colpiti, dove si contano le vittime, Amatrice e Accumoli in provincia
Oltre alla protezione civilecampo mille uomini fra vigili del fuoco e militari, elicotteri e decine di cani di Rieti e Arquata
in provincia di Ascoli Piceno, sono sparsi nel territorio con decine e decine di frazioni piccolissime. Oltre la protezione
civile sono oltre mille gli uomini impegnati nelle ricerche e nell'assistenza. 780 vigili del fuoco e altri 250 militari del
coordinamento interforze del COI: elicotteri, mezzi di movimento terra, decine di unità cinofile con l'ausilio delle
fotoelettriche, hanno lavorato durante tutta la notte per limitare il più possibile i numeri della tragedia. Ma nonostante
l'impegno dei soccorritori, l'emergenza resta alta. Circa 250 i feriti curati negli ospedali delle tré regioni e tanti altri
sono stati curati nelle strutture sanitarie da campo allestite nelle prime ore. Più complicato stimare in maniera ufficiale
il numero dei dispersi: molti villeggianti e non residenti soggiornavano nelle zone colpite dal sisma e purtroppo tanti
bambini lasciati in vacanza con i nonni. Una situazione che aumenta la complessità e il dramma dei riconoscimenti
delle vittime da parte dei familiari. Senza sosta anche l'inter- Le colonne di aiuti partite da Toscana, Abruzzo, Lazio,
Marche, Umbria, Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia vento di accoglienza per dare una sistemazione a chi ha
dovuto abbandonare la casa. Sono circa duemila le persone che hanno dormito fuori e per tutte c'era un letto nelle
tendopoli e nei moduli allestiti nei due paesi principali Amatrice eAccumoli. Il dispositivo coordinato dalla Protezione
civile e messo in piedi in poche ore, può contare su quasi cinquemila posti. Oltre a Lazio e Marche e Umbria le prime
colonne sono partite dalla Toscana, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Abruzzo e Molise. A parte i disagi delle
prime ore sono state superati i blocchi della rete stradale secondaria. Intanto, la zona resta sotto il controllo costante
dei sismologi che continuano a registrare repliche minori del sisma. Dalla prima di magnitudo 6.0 registrata alle 3.36 si
sono susseguite altre 250 scosse in tutta l'area ed è presumibile che continuino nei prossimi giorni ha detto Daniela
Pantosti dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia. L'allestimento della tendopoli a Pescara del Trento -tit_org-
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I giovani subito pronti a scavare
[Redazione]
Immediatamente scattata la solidarietà nei paesi colpiti. Molti a donare il sangue > ARQUATADELTRONTO(ASCOIÌ)
Sono stati tra i primi ad organizzarsi per cercare di dare una mano i ragazzi e i giovani diArquata del Tronto che si
sono subito mobilitati dopo il forte sisma della notte. È bastata una telefonata, un semplice sms, senza ricorrere a
catene su Whatsapp o Facebook e si sono ritrovati nelle strade. Hanno cercato di coadiuvare come potevano i primi
soccorsi, spostando a mano calcinacci e mattoni. Poi, nel corso della mattinata, si sono organizzati per distribuire
l'acqua tra coloro che si sono ritrovati al campo sportivo. Siamo qui per dare una mano, ha detto Luca. Accanto a lui
una ventina di giovani in attesa davanti all'ingresso di quello che doveva essere solo un terreno di gioco e dove invece
ora è stato allestito un ospedale da campo. Con gli occhi bassi, i volti tristi e arrabbiati al tempo stes so. Vestiti con
jeans, tute da ginnastica e pantaloni corti, Portano felpe colorate e con le scritte tipiche della loro età ma hanno poca
voglia di parlare. La scorsa notte - ha detto ancora Luca - ci siamo ritrovati in strada. Nei punti principali di Arquata e
delle frazioni. Tutti hanno sentito il terremoto ed è bastato il passaparola per organizzarsi. Abbiamo cercato di fare
quello che potevamo perché c'è tanta gente sotto le macerie. Ora spiegano di provare tanto dolore soprattutto sottolinea ancora Luca quando senti che sono morti anche dei bambini. L'Italia, fortunatamente non è sola ad
affrontare il terremoto, l'Ue si è già mobilitata. Sin dalla scorsa notte Bruxelles è stata in contatto con la Protezione
civile. Siamo, come sempre, solidali con la nazione italiana e siamo pronti a fornire assistenza in qualsiasi modo
possiamo, ha dichiarato il presidente della Commissione Uè Jean-Claude Juncker, mentre l'Alto rappresentante
Federica Mogherini, che ha chiamato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ha assicurato che l'Ue è pron ta
a mettere a disposizione tutte le risorse e gli strumenti previsti in queste circostanze. Ed è stata gara di solidarietà
anche per donare il sangue. Ospedali, medici e infermieri tornati volontariamente in servizio, centinaia di donatori di
sangue in fila nei centri di tutta Italia, e poi ancora le farmacie, squadre di psicologi partiti in poche ore ad aiutare i
bambini (e non solo) traumatizzati dalla tragedia. VITE SCOW VOI. duB - -tit_org-
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Amatrice, chi si è salvato non perde la speranza di trovare amici e parenti
Storie disperate: la donna che in piedi aspetta il marito sepolto La famiglia del fornaio distrutta. E quei bambini travolti
dalle macerie
[Anna Saccoccio]
TERREMOTO VITTIME E SUPERSTITI Storie disperate: la donna chepiedi aspetta I marito sepolto La famiglia del
fornaio distrutta. E quei bambini travolti dalle macerie di Anna Saccoccio INVIATA AD AMATRICE(Rieti) Io sono viva,
ma Amatrice è finita, Amatrice è morta. Anna Perilli, 72 anni, è restata seduta tutto il giorno su una sedia di plastica in
una piazzola poco fuori dal paese. Con il suo cagnolino sul grembo, addosso una giacca che le copre la camicia da
notte, accanto i figli e la nuora. È sopravvissuta al terremoto di magnitudo 6 che nella notte ha colpito il suo paese e
con lei si è salvata tutta la sua famiglia. Non so come sono riuscita ad uscire di casa - racconta - mia figlia mi ha fatto
scendere le scale, ha dato dei calci alla porta che era bloccata e siamo usciti, fuori era tutto buio e tutto distrutto,
c'erano macerie ovunque. La donna ha un panificio in paese, il forno è sotto casa sua. L'edificio è stato danneggiato,
ma non è crollato: II mio fornaio stava già lavorando nel forno quando c'è stata la scossa ed è riuscito a uscire, lui si è
salvato, ma non la sua famiglia, che abitava a pochi passi. Ha perso moglie e due bambini. Si era trasferito da un
mese per lavorare da me. Molti dei vicini di casa della donna hanno perso la vita, tra questi alcuni bambini. Nel paese
ci conosciamo tutti, II dolore è immenso. In questi giorni c'erano anche molte persone che vivono in città, ma vengono
qui in vacanza. Tra le persone che ad Amatrice passano le vacanze c'è la famiglia Besanzon, di Roma. Hanno una
casa nel paese e vengono nel paese da cinquant'anni. Erano a Amatrice fino a pochi giorni prima del terremoto, ma
sono tornati da Roma appena hanno saputo. Madre, padre, figlia e nonna sono in piedi al lato della strada che entra
al paese, di fronte a loro i soccorritori scavano tra i cumuli di macerie. Non abbiamo notizie di mia zia, del nipote e del
resto della famiglia, erano rimasti qui ancora per qualche giorno di vacanza. Non riusciamo a metterci in contatto con
loro e non abbiamo nessuna informazione. Da quando siamo arrivati pare che nessuno sappia nulla, non sappiamo
se sono morti o se sono stati salvati. Ad aspettare notizie sono in molti nel paese. Una donna fa avanti e indietro sul
corso principale, l'unico che, nonostante le pietre, i muri delle case crollati, i calcinacci e la polvere ovunque, è ancora
in parte percorribile. Aspetto notizie di mio marito - racconta - stanno scavando per cercare di salvarlo, io non ero in
paese, sono arrivata questa mattina, era tutto chiuso, non mi lasciavano passare da nessuna parte, me la sono fatta a
piedi, ora sono qui e aspetto. Il paese è semivuoto, le stradine inteme e molti punti del paese sono irraggiungibili.
L'ospedale del paese è semi distrutto e nel piazzale di fronte è stato montato un ospedale da campo. Sulla strada
principale che porta a] paese è un continuo via vai di soccorritori. Roberto Ferri è del soccorso alpino di Rieti: È la
prima volta che vedo una cosa sinule, sembra un bombardamento, le strade inteme sono inagibili, siamo dovuti
passare sopra macerie alte diversi metri, sopra le macchine. Stamattina la sua squadra è stata tra prime a
raggiungere il posto. Quando siamo arrivati era tutto a terra, abbiamo iniziato dal centro del paese, dove sentivamo le
voci, andavamo a cercare, un po' con gli attrezzi, ma molto con le mani. Abbiamo recuperato due persone vive e poi
una mamma con due bambini, uno era morto, l'altro era vivo, ma è morto poco dopo per le ferite riportate. Le
operazioni di ricerca sono in corso parallelamente anche a pochi chilometri di distanza da Amatrice, negli altri comuni
colpiti dalla scossa, come Accumuli. L'80 per cento delle case del paesino di montagna è inagibile. Le operazioni di
soccorso sono state molto complicate - spiega Fabrizio Gianni, dei Vigili del Fuoco di Rieti - siamo riusciti a soccorrere
poco fa una donna anziana dopo ore di tentativi, ma abbiamo lavorato in condizioni di pe
ricolo, le case qui sono so spese è c'è sempre il rischio che la terra si muova di nuovo da un momento all'altro.
All'entrata del paese c'è una chiesa con la facciata distrutta, accanto la casa dove hanno perso la vita quattro persone
sotto le macerie. Un gruppo di volontari della Protezione Civile dell'Aquila guarda le macerie. Stanotte quando ho
sentito la scossa sono tornato indietro nel tempo al terremoto dell'Aquila - racconta Michele Griguoli -, ho rivissuto lo
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stesso momento della scossa, ho capito subito che si trattava di qualcosa di forte, e poi la mattina sono arrivato qui e
ho rivisto le stesse immagini di persone tirate inori dalle macerie come quella notte del 2009. -tit_org-
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La tragedia dei gemellini Gioia per la bimba salvata
[Redazione]
Le case crollate hanno inghiottito decine di vite, tra cui quelle di tanti minorenni Trovati abbracciati a mamme e papa
che hanno cercato di salvarli e proteggerli ANCONA Come se ci fosse stato un bombardamento, ha detto la
presidente della Camera Laura Boldrini in visita ad Arquata del Tronto, uno dei Comuni più colpiti dal terremoto
disastroso che dalla notte scorsa sta facendo tremare il centro Italia. E come in un bombardamento le macerie hanno
inghiottito decine di vite, tra cui quelle di tanti bambini, che sono stati sentiti urlare e piangere sotto i detriti, ricoperti di
polvere proprio come nelle immagini delle guerre in Medio Oriente. Anche qui ora, tra Marche, Lazio e Umbria, terre
ben più sicure, ci sono tanti piccoli Omran, il bimbo di Aleppo la cui foto ha fatto il giro del mondo. I bambini del sisma,
però, erano fino figli e nipoti felici, molti in vacanza dai nonni nei borghi lasciati dai più giovani in cerca di opportunità
nelle città, soprattutto a Roma. Piccoli centri semi deserti d'inverno ma che d'estate si ripopolano, per effetto del
cosiddetto turismo di ritorno. È in questi luoghi che da ieri sera si dipana la Spoon river dei piccoli. C'è Marisol
Piermarini, di soli 18 mesi. È morta nella notte per il crollo della casa dove si trovava insieme al papa Massimiliano e
alla mamma Martina Turco, una giovane abruzzese scampata al terremoto dell'Aquila nel 2009. Per questo la donna
aveva deciso di trasferirsi ad Ascoli. E c'è un nonno che piange la nipotina: è stato lui la notte scorsa a raggiungere
tra i primi l'abitazione della famigliola ad Arquata. Non volevano farmi passare perché era tutto pericolante, ma io ho
detto che non me ne importava niente, che dovevo andare a cercarli: purtroppo per la bambina non c'è stato nulla da
fare racconta, disperato, Massimo Piermarini. Ci sono un bambino di 8 mesi, la vittima più piccola, il fratelli no di 8
anni che se ne vanno via insieme per sempre ad Accumoli, e un maschietto di 4 anni, che ha trovato la morte
adAmatrice. E sempre qui si è compiuto il tragico destino di due gemellini di 7 anni, Simone e Andrea. E poi tanti altri,
trovati abbracciati alle mamme e ai papa che hanno cercato di proteggerli, o in braccio a uno zio che chiede
disperatamente aiuto, come racconta una testimone andata a soccorrere i genitori in una delle frazioni devastate. Ce
l'hanno fatta invece a Pescara del Tronto Leone, 6 anni, e il fratellino Samuele di 4, sopravvissuti grazie alla nonna
Vìtaliana che li ha fatti infilare sotto il letto e li ha coperti con il suo corpo. Ha riportato fratture multiple ed è ricoverato
ad Ancona Andrea Â, un Henne, studente del liceo scientifico a Roma, anche lui in visita ai nonni mentre i genitori
erano rimasti nella capitale. Andrea era insieme a un gruppo di amici; nei piccoli centri si può tirar tardi. Ma poi si è
scatenato l'inferno: un gruppo di ragazzi ha trovato scampo in una zona risparmiata dalla violenza del sisma, mentre
lui e due coetanei, di cui una ragazza, sono rimasti coinvolti in un crollo. Per i due amici che erano con lui pare che
non ci sia stato nulla da fare. E in un silenzio quasi assoluto sono proseguite fino a ieri sera le ricerche del bambino di
11 anni rimasto sotto le macerie della sua casa ad Amatrice, che ha chiesto aiuto e forse anche mandato un sms con
il cellulare al padre. Purtroppo però le voci non si sono sentite più e il piccolo non ce l'ha fatta. I soccorsi sono riusciti
a tirarlo fuori quando già si lavorava con le luci elettriche ma il piccolo non ce l'ha fatta. La guerra della natura ha
travolto anche lui. Fortemente commosso per la perdita di tante giovanissime vite anche si è detto anche Papa
Francesco che ieri ha voluto pregare per tutte le vittime. In serata invece una bambina di cinque anni è stata estratta
viva dalle macerie a Pescara del Tronto dai vigili del fuoco, al lavoro da ore nelle zone colpite dal terremoto. La
conferma arriva dalla sala operativa della Protezione Civile della Marche. La bambina è s
tata fiutata da un cane della polizia. La piccola è in buone condizioni, assicura il sindaco di Ascoli Piceno Guido
Castelli. Un piccolo miracolo che arriva a dare speranza a più di diciassette ore dalla prima maledetta scossa che ha
cambiato la storia di questa parte d'Italia. Il momento in cui, ieri sera, è stata estratta viva la bimba di cinque anni Ha
cinque anni È stata fiutata da un cane della polizia La piccola è in buone condizioni dice il sindaco di Ascoli Piceno È
un miracolo -tit_org-
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Il naso prezioso delle unità cinofile
Sono arrivate da tutta Italia. In questi casi sono fondamentali
[Redazione]
LE STORIE/2naso prezioso delle unità cinofile Sono arrivate da tutta Italia. In questi casi sono fondamentali
ARCUATA DELTRONTO (Ascoli) Una corsa contro il tempo quella che i cani delle unità cinofile di protezione civile,
vigili del fuoco, soccorso speleologico e delle varie associazioni impegnate nei soccorsi, hanno combattuto e stanno
ancora combattendo nei diversi comuni dell'Ascolano duramente colpiti dal sisma. Qui sono state impegnate per tutta
la giornata numerose unità cinofile con l'obiettivo di salvare quante più vite possibile. In questi casi i cani sono
fondamentali - affermano gli esperti di una delle tante unità di protezione civile impiegate fin dalle prime luci dell'alba a
Pescara del Tronto - con il loro fiuto arrivano dove noi non arriviamo. I nostri labrador sono stati bravissimi, noi
abbiamo scavato tutti con le mani. Oltre ai due labrador della protezione civile, solo nel pomeriggio, a Pescara del
Tronto sono arrivati anche tré malinois del soccorso speleologico, giunti anche per dare il cambio ai colleghi. Unità
cinofilo che si sono succedute fin dal mattino, anche se con il passare delle ore la possibilità di trovare persone
ancora in vita è sempre più fievole. I cani servono per cercare i vivi, dicono gli accompagnatori. Tra le decine e decine
di unità cinofile impegnate fin subito dopo il sisma, anche sei unità del corpo nazionale soccorso alpino e speleologi
operative ad Accumuli ed Amatrice, unità cinofile della Lombarda, della Misericordia di Firenze, della protezione civile
della Re gione Calabria, anche con cani molecolari. Dieci le unità cinofile dalla Regione Abruzzo. Cani da macerie,
addestrati a ritrovare i dispersi nei casi di calamità naturale e che in molti casi sono riusciti ad indicare ai soccorritori i
punti esatti in cui scavare. -tit_org-
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Trema anche Roma Verifica al Colosseo Nessun danno
[Redazione]
L'alba illumina una Roma insonne, spaventata a morte dalla terra che trema. Ma la conta dei danni a cose o persone
senza vittime: il terremoto che ha distrutto la vicina Amatrice ha lasciato indenne la Città eterna. Centinaia di persone
hanno abbandonato le case dopo la prima scossa e si sono riversate nelle piazze dei vari quartieri: dal Collatino al
Tuscolano, dall'Ostiense all'Eur. Migliaia le telefonate arrivate al numero unico d'emergenza, con richieste
d'informazioni o di ispezioni ai vigili del fuoco per controllare crepe sospette, tn zona Tiburtina c'è persinochi, come
Emanuele, ha preso con sé il figlio neonato, lo ha portato in macchina e ha raggiunto lo spazio aperto più vicino in cui
poter dormire. Dai social network, dalle televisioni e dai media online sono arrivate le informazioni utili, che per i
romani sono riassumibili in donate il sangue e lasciate libera la via Salaria, collegamento principale - e facilmente
congestionabile - con le zone più colpite. Si sveglia nel segno del terremoto anche la Roma dei turisti. La
Soprintendenza speciale per il Colosseo e l'area archeologica centrale della Capitale "ha attivato una squadra per
verificare eventuali danni strutturali all'Anfiteatro Flavio", prima dell'apertura del monumento. Il risultato è stato
confortante: "Non sono emersi danni di alcuna natura", è la conclusione. Così i turisti si sono accalcati in fila per le
consuete visite, accerchiati dalle guide e da alcuni venditori abusivi di acqua ghiacciata. Basta pronunciare la parola
"earthquake", terremoto in inglese, per catturare la loro attenzione. Molti preferiscono non raccontare la propria
esperienza, altri se la cavano con un semplice "dormivo". -tit_org-
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TERREMOTO L'AnALISI
Il sisma spezza anche le radici e la memoria
[Redazione]
TERREMOTO L'ANALISI Ð sisma spezza anche le radici e la memoria Sbriciolati i luoghi di profumi e umori familiari
La perdita di identità il vero danno aggiuntivo di LUIGI VICINANZA Esiste una geografia dei luoghi. Conosciuta, nitida,
mappata. L'Appennino centrale, i suoi borghi, i suoi paesaggi mozzafiato, quelle superfetazioni urbanistiche del
secondo Novecento portatrici di comodità attese da secoli. Ed esiste una geografia sociale. Più difficile da delineare,
fatta di rapporti umani, tradizioni, senso di appartenenza che spesso si trasforma in nostalgia in chi si è inurbato nella
grande città, per libera scelta o per necessità. Chiamale radici, se vuoi. Un mercoledì di fine estate, piccole comunità
ancora affollate di turisti; per molti è un ritorno a casa: quella dei genitori, dei nonni. Le radici, non le puoi tagliare. È la
pena aggiuntiva di questo terremoto; luoghi solitamente poco abitati, destinati anzi a un lento quanto inesorabile
spopolamento come molta parte delle aree interne dall'Abruzzo in giù - sono stati colpiti nei giorni di maggior
affollamento. Con tanti bambini affidati alle cure amorevoli dei nonni. La morte cosi si è presa una crudele rivincita
sulla vita. Si sono sbri ciolati indistintamente gli edifici in cemento armato e le antiche case intrise di profumi e umori
familiari. Presepi da preservare e sfasciume péndulo, come denunciò inascoltato agli inizi del secolo scorso un
pensatore meridionalista, Giustino Fortunato. Sfasciume, si, come l'ospedale di Amatrice, una costruzione moderna
quanto insicura, apparentemente destinata a prestare assistenza in caso di calamità. Le immagini ci rimandano muri
crepati, calcinacci, corsie abbandonate in fretta e furia dai malcapitati ammalati. Ad Accumoli - ha raccontato l'inviato
di Sky Tg24 Paolo Chiariello - non c'è un edificio pubblico agibile. Come all'Aquila sette anni fa, quando il Palazzo
della Prefettura sfasciato e abbandonato divenne l'emblema di un potere sovrastato dalla propria inconsistenza.
Nessuno scienziato sarà mai in grado di prevedere l'ora × della scossa assassina. I terremoti non si preannunciano.
Ma da decenni ormai, almeno dal Friuli 1976 e poi dall'Irpinia 1980, la mappa storica del rischio sismico è patrimonio
della comunità scientifica, come della stessa Protezione civile. Ne dispongono autorità centrali e regionali. Inutilmente.
Ponderosi studi abbandonati in chissà quali armadi. Non è l'ora delle recriminazioni e delle accuse. Di processi
sommari. L'emergenza incombe, è tempo del soccorso, del conforto, dell'assistenza. Ci sono ancora vite da salvare,
si spera. Eppure la lunga sequenza di tragedie provocate dai terremoti ci ha insegnato poco nel campo della
prevenzione e dell'educazione di massa. Niente piani di evacuazione, niente punti di raccolta, niente di niente.
Un'impreparazione collettiva resa ancora più evidente dal senso di operosa impotenza trasmesso dalle immagmi delle
dirette televisive. Impotenza di fronte a cumuli di macerie da cui non promana più alcun segno di vita; generosa
operatività nella speranza di salvare possibili sopravvissuti. Così la geografia alterata dei luoghi ci fa intravedere
un'altra geografia brutalmente destinata allo sconvolgimento. È quella delle relazioni umane e sociali. Lo
spossamento, la perdita di identità e appartenenza, è il danno aggiuntivo, incalcolabile di un terremoto come quello
che ha sconvolto l'Italia centrale. Alle difficoltà della ricostruzione si aggiungeranno le incognite sulla coesione di
comunità private di un bene prezioso: i giovani, dunque il futuro. Sono stato all'Aquila due settimane fa, per
un'iniziativa or ganizzata dal nostro collega Giustino Parisse a Onna, il borgo simbolo del sisma dell'aprile 2009.
Muratori e gru lavorano intensamente; i palazzi riprendono consistenza; la città perduta prova a darsi una forma
urbana. Ma quel che è perso è il senso stesso di una vita condivisa in una città moderna e antica al tempo stesso.
Restano i legami affettivi, le radici appunto. Ma l'albero sovrastante fatica a germogliare. Spaesato in terra incognita.
Ci sarà mai un destino diverso per questo prezioso lembo d'Italia? @iV dnanzaL Ä centro alcune strade di Amatrice
prima e dopo il sisma di ieri. In alto una donna soccorsa Paesi poco abitati co lti ne i gioì ni di maggior affollamento.
Alle difficoltà della ricostruzione si aggiungeranno le incognite per i giovani -tit_org-
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TERREMOTO LE CAUSE
Intervista a Alessandro Amato - Esperti col dito puntato: Prevenzione
[Lillo Montalto Monella]
TERREMOTO LE CAUSE Esperti col dito puntato: Prevenzione II presidente dei geologi chiede maggiore attenzione.
Decisiva la vulnerabilità dell'ambiente costruito dall'uomi di Lillo Montalto Monella I ROMA Dopo L'Aquila, Colfiorito e
Perugia, anche questa volta non è stata una scossa di per sé violenta a seminare morte nel centro Italia. Sulla scala
internazionale si registrano infatti terremoti molto più intensi. A scatenarli è sempre lo stesso meccanismo, generato
dal movimento della Microplacca Adriatica che si incunea tra le due grandi placche che tendono a scontrarsi: quella
Africana che spinge verso Nord e la Euroasiatica. Con questo movimento, la Microplacca Adriatica provoca un
fenomeno di estensione, ossia una sorta di stiramento della crosta terrestre in corrispondenza dell'Appennino con un
conseguente allargamento dell'Italia. Fortunatamente, secondo il sismologo Alessandro Amato dell'Ingv, non c'è
un'unica placca altrimenti awemo terremoti violentissimi, come quelli che colpiscono il Giappone. La zona appenninica
è frammentata in tante piccole faglie che si rompono un po' alla volta. Quella che si è rotta la notte del 24 agosto è
lunga circa 25 chilometri. Francesco Peduto, Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi, aiuta a comprendere il
processo irregolare con cui avvie ne questo tipo di attività sismica fatta di numerose faglie attive che si muovono,
rilasciando a poco a poco la tensione accumulata. Che tipo di faglia ha causato il sisma? Siamo di fronte alla stessa
de L'Aquila? Si tratta di una faglia appenninica di tipo distensivo, simile ma non la medesima. Provoca l'estensione
dell'Appennino da est verso ovest. Si è trattato di un terremoto piuttosto superficiale, sui 6-7km di profondità rispetto ai
4-5km di cui si è parlato inizialmente. Le prime due scosse sono state le più forti e sono avvenute in una faglia definita
"attiva e capace" di muoversi. Calcolare quante sono è una domanda da un milione di dollari, si parla di centinaia, ma
corrono lungo tutta la dorsale appenninica che è ad alta sismicità. Come mai le scosse si sono avvertite da Napoli a
Ferrara? I meccanismi di propagazione viaggiano lungo linee preferenziali, dove il sisma si avverte di più. I dati però
al momento sono ancora tutti da analizzare. In che misura le caratteristiche del terreno influiscono nell'amplificazione
dello sciame sismico? Le criticità sono legate agli effetti di sito. Vuoi dire che concorrono sia la tipologia del terreno,
che la morfologia dello stesso. Le argille in teoria fungono da attenuatori, mentre i terreni più duri e resistenti come le
rocce calcareeteoria la vorano in maniera opposta. Dico in teoria perché per esempio nelle zone di contatto tra argille
e rocce calcaree ci sono i punti di massima amplificazione. Nella zona colpita dal terremoto di ieri credo che i terreni
fossero per lo più di natura intermedia. Il sismologo Massimo Cocco, dell'Istituto Nazionale di Geofisica e
Vulcanologia, ha definito 11 terremoto di magnitudo 6 non di per sé forte in assoluto. Rientrerebbe infatti tra quelli
tipici della sismicità italiana e dell'Appennino. Non c'è alcun dubbio che bisogna incolpare più la vulnerabilità
dell'ambiente costruito dall'uomo. Uno dei grossi problemi del nostro immenso patrimonio storico ed architettonico è la
tipologia dell'edificato: fino almeno agli anni '80 non si è costruito in maniera anti-sismica. Spero e mi auguro che il
terremoto de L'Aquila abbia portato maggiore sensibilità e rispetto al problema. È praticamente un fatto di ieri. Non
credo siamo arrivati ad avere una memoria storica cosi corta. L'esperienza insegna che ci sono stati molti casi di
riprese dell'attività sismica dopo ore, giorni o anche settimane. Quali sono i rischi nell'immediato futuro? Non abbiamo
purtroppo la palla di cristallo per rispondere a questa domanda. La previsione è sempre impossibile. Ci auguriamo che
lo sciame decresca. Quello che posso dire, pe rò, è che è fondamentale fare azioni di prevenzione sistemica e
sinergica: è l'unico mo
do per fare si che ci sia una salvaguardia del patrimonio edilizio ma, soprattutto, delle vite umane. In un comunicato
stampa, il Presidente della Fondazione Centro Studi del Consiglio Nazionale dei Geologi, Fabio Tortorici, ha
commentato: In Italia si verifica un sisma di magnitudo superiore a 6.3. ogni 15 annimedia. Ciò dovrebbe spingere ad
una maggiore cultura della prevenzione sismica e della protezione civile. MICROPLACCA ADRIATICA La crosta
subisce uno stiramento lungo l'Appennino I RISCHI IMMINENTI Non abbiamo sfere di cristal lo, deve scaricarsi
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l'energia Oltre 200 repliche, sdame imprevedibile Sismologi a caccia di indizi: Serve tempo Sono state oltre 200 le
repliche, alcune delle quali forti, che hanno seguito il terremoto di ieri che è stato avvertito da Salerno fino al Veneto.
La situazione è in piena evoluzione, dicono dalla Sala Sismica gli esperti dell'Istituto Nazionale di Geofisica e
Vulcanologia (Ingv) e al momento è impossibile prevedere come la situazione potrà evolversi. Nella notte e nelle
prime ore del mattino si sono registrati anche cinque terremoti di magnitudo superiorea4. La prima è avvenuta a Riet!
alle 3.56, ossia 20 minuti dopo la scossa principale. Sempre ieri nella zona di Rieti c'è stata una scossa di magnitudo
4.0 alle 5.08, seguita da una di magnitudo 4.2 alle 5.40. Nell'area di Perugia si è registrata una replica di magnitudo
4.1 alle 4.49, seguita da una di magnitudo 4.3 alle 6.06. Una delle repliche più intense, di magnitudo 4.7, ha fatto
tremare Arquata del Tronto (Ascoli Piceno) poco prima delle 14 e in serata, alle 19.46, si è registrata nella zona di
Riet! una scossa di magnitudo 4.4. In linea di massima l'intensità delle repliche si va riducendo. Nonostante questo,
secondo i sismologi dell'Ingv l'andamento della situazione è imprevedibile, al momento è cioè impossibile escludere
scosse confrontabili a quella principale. L'andamento della magnitudo è andato calando nelle repliche osservate
finora, ma è presto per trarre conclusioni, ha rilevato il sismologo Alessandro Amato, dell'Ingv. Al momento non si
possono escludere scosse confrontabili alla principale perché siamo ancora nelle prime ore di una situazione in
evoluzione, il cui andamento è imprevedibile, ha rilevato un altro sismologo dell'Ingv, Andréa Tertul lian i. Potrà dire
qualcosa in più l'analisi delle repliche, soprattutto quella della loro distribuzione, inizialmente si sono distribuite attorno
alla zona dell'epicentro, nel pomeriggio si sono invece concentrate maggiormente a Nord. Stiamo valutando ha
concluso Amato se questi dati possano essere un indizio per capire come potrà evolvere la situazione. Anatomia di un
terremoto alla profondità si distinguono terrEtlietiWfMi St.. ' medi da 70 a 300 km oltre 300 km MINORE E LA
PROFONDITÀ MAGGIORI SONO GLI EFFET IN SUPERFICIE Un pompiere davanti a una casa rasa al suolo un
cane "molecolare" alla ricerca di vittimee superst -tit_org-
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Pronti a partire 50 super esperti dalla Sardegna
[Redazione]
II team della Protezione civile aspetta solo la chiamata Pigliaru: Vicini a chi soffre e già mobilitati per aiutare
CAGLIARI L'isola è pronta a mobilitarsi per aiutare i terremotati. La Regione già dalla mattina ha attivato la macchina
della Protezione civile e ha allertato le squadre. Il presidente della Regione Francesco Pigliaru ha subito espresso la
vicinanza dei sardi alle popolazioni colpite dal sisma. A nome di tutti i sardi esprimono dolore e solidarietà per la
tragedia che ha colpito le popolazioni dell'Italia centrale dice Pigliaru -. In questo drammatico momento la Sardegna è
pronta a mobilitarsi immediatamente, attraverso uomini e mezzi della Protezione civile. Siamo pronti a offrire il
concreto contributo e fornire tutto l'aiuto necessario nella delicata fase dei soccorsi. Ma la Regione non si ferma alle
dichiarazioni. In serata la colonna è pronta e attende solo l'ordine per partire dall'isola. Potrebbe arri vare in giornata.
Tra loro anche 50 super esperti nello scavare tra le macerie e nella gestione dell'emergenza. Tra loro anche medici e
infermieri. C'è anche chi ha chiamato in ufficio si è detto disponibile a rientrare dalla ferie - afferma il direttore della
Protezione civile regionale. Graziano Nudda - siamo piccoli e non abbiamo grandi risorse, ma quando ci chiamano
siamo pronti a prestare soccorso: anche in questo caso lo saremo. Siamo stati allertati come le altre regioni questa
mattina dal dipartimento di Protezione civile nazionale spiega - e a mano a mano che servirà chiameranno per dare
un supporto o sostituire i volontari già arrivati dai terri tori più vicini, i primi a partire. La Sardegna può contare sul
personale della Protezione civile, su quello di Forestas, l'Agenzia per l'ambiente che ha a disposizione i mezzi per
movimentare la terra, quelli piccoli che riescono a passare nelle strade strette e tra le case diroccate, del corpo
forestale e di molti volontari. Tra queste associazioni ci sono anche due gruppi, uno di Cagliari e l'altro di Gonnesa,
specializzati nella ricerca di superstiti sepolti da macerie con l'aiuto di cani. Per noi è un elemento nuovo - continua
Nudda - visto che in Sardegna non ci sono terremoti. Tra le particolarita delle colonna mobile pronta a partire
dall'isola, anche la possibiltà di allestire un campo-rifugio per 250 persone, una struttura medica avanzata e cucine da
campo. 50 persone del sistema di Protezione civile regionale sono operative in caso di chiamata dal coordinamento
regioni della Protezione civile - dice l'assessore all'Ambiente Donatella Spano - per il sostegno alle popolazioni
dell'Italia centrale colpite dal sisma. L'assessore ga dato da subito la disponibiltà della Protezione civile al capo
nazionale Fabrizio Curcio. Il direttore Graziano Nudda è in continuo contatto con il coordinamento nazionale per
l'attivazione immediata in caso di chiamata. In serata anche la solidarietà del presidente del consiglio regionale
Gianfranco Ganau. Come sempre la Sarde gna è pronta a fare la sua parte, fornendo il proprio contributo e tutto
l'aiuto necessario nella delicata fase dei soccorsi - dice Ganau -. A nome del consiglio esprimo solidarietà e vicinanza
alle popolazioni dell'Italia centrale colpite dal terremoto. Anche il presidente regionale dell'Anci Pier Sandro Scano ha
espresso la sua vicinanza ai sindaci dei comuni colpiti dal terremoto. Nella spedizione ci sono anche due gruppi di
Cagliari e Gonnesa specializzati nella ricerca di superstiti se polii dalle macerie con l'aiuto di cani -tit_org-
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Una notte passata per strada mentre la terra trema ancora
[Antioco Fois]
PERUGIA diAntiocoFois PERUGIA Sonopiedi dalle tré e mezzo di notte e non sono più riuscita a rientrare in casa,
dice con una voce rauca che esce dal telefono. Laura Meloni, trentenne laureata in Giurisprudenza a Perugia,
originaria di Iglesias, racconta la sua lunga notte. Interminabile, come quei 142 secondi che alle 3.36 hanno fatto
tremare la terra con la violenza di una scossa di magnitudo 6 tra Umbria, Marche e alto Lazio. Quando è iniziata
quella scossa lunghissima ero a casa col mio compagno. Dormivamo e sognavo che i soprammobili della sala
cadevano dagli scanali. Ma non era un sogno continua - la casa vibrava davvero, il lampadario oscillava, gli
asciugamani del bagno ondeggiavano. Un attimo che non da tempo di riflettere, in una terra come l'Umbria dove il
ricordo del disastroso sisma del '97 è rimasto impresso. L'uni co pensiero è stato prepararmi in fretta e uscire in
strada, come molti nostri vicini, dice la ragazza di Iglesias. Poi - aggiunge - ho accompagnato il mio fidanzato,
fotografo per l'edizione locale di una testata, per documentare gli effetti del sisma. E se la zona di Perugia è stata
graziata, senza danni segnalati nel bollettino della protezione civile, l'area di Norcia e Cascia è stata segnata crolli,
alcuni feriti lievi e centinaia di sfollati. A casa nostra nessun danno, ma sentire il palazzo tremare è un'esperienza
terribile. Abbiamo subito pensato al sisma dell'Aquila, quando molte persone sono morte nel crollo degli edifici dove
dormivano, è il racconto di Marcello Corona, sassarese che da anni lavora a Perugia come operatore video per
un'agenzia regionale, mia moglie è uscita di casa per la paura - aggiunge Marcello - e ha visto che molti preparavano
le borse per passare la notte fuori. Testimonianze e racconti carichi di apprensione affollano i social, diari di chi
racconta quegli attimi drammatici o vuole rassicurare agli amici. Inoghe tott'a postu ma s'assuconu est istau mannu,
scrive Giovanni, nuorese trasferito a Perugia. E nel flusso di risposte una ragazza annuncia à arrivo di una delle tante
scosse dello sciame sismico: Eccone un'altra!. Nel mentre Giovanni di Teti, residente a Gualdo Tadino, fa sapere a
tutti di stare bene e Bruno, giovane del Nuorese che vive a Perugia, affida a Facebook le sue speranze: Che
spavento! Ma speriamo che sia finita. I social network sono le vie più veloci per rassicurare i parenti -tit_org-
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a olbia 1600 richieste di risarcimento danni su 2600
Alluvione, dallo Stato 19,5 milioni A erogare i soldi saranno le banche
[Alessandro Pirina]
Ä OLBIA 1600 RICHIESTE DI RISARCIMENTO DANNI SU 2600 di Alessandro Pirina SASSARI Un'attesa lunga tré
anni. Sono in arrivo quasi venti milioni di euro per i danni dell'alluvione del 2013. Per l'esattezza, il tetto di
spesaassegnatoall'isolaè di 19,5 milioni a fronte di un totale di danni di 39. La metà esatta dunque. La Sardegna è
infatti tra le regioni ammesse alla seconda fase dell'istruttoria per la concessione di contributi statali ai privati e alle
attività economiche colpiti dal ciclone Cleopatra, lo tsunami di acqua e fango che mise in ginocchio la Sardegna e in
particolare la Gallura, con un tragico bilancio di 19 morti. Sono fondi statali che si aggiungono ai 4 milioni di risorse
regionali stanziate, quale prima risposta alle vittime delle calamità naturali, con un'apposita legge innovativa voluta
dalla giunta Pigliaru - dichiara l'assessore all'Ambiente, con delega alla Protezione civile, Donatella Spano -. La
ricognizio ne dei fabbisogni, cioè la prima fase dell'istruttoria, è stata portata a termine secondo le indicazioni del
Dipartimento nazionale di Protezione civile e questo ha consentito di proseguire l'iter necessario per dare un
contributo significativo a chi è stato messo in ginocchio dall'alluvione. Nel 2017, aggiunge l'assessore, verranno
messe in campo altre risorse statali per i danni alle attività produttive a seguito della calamità del 2013 e per i danni
per gli eventi del 2015, attualmente in fase di ricognizione. Adesso occorre che Comuni e privati agiscano rispettando
appieno i tempi richiesti da Roma, conclude la Spano. Il cronoprogramma. L'ordinanza del capo della Protezione civile
nazionale, pubblicata nella Gazzetta ufficiale, detta un cronoprogramma stringente per la fase successiva che
consentirà ai cittadini di ricevere finalmente i contributi per gli eventi calamitosi. Per operare con la massima
tempestività la direzione della Protezione civile regionale ha già contattato tutti i comuni interessati per informarli e
dargli supporto. I tempi. Entro il 29 settembre i cittadini dovranno consegnare ai Comuni le domande corredate della
perizia tecnica e della richiesta di ristoro. Per aiutare i privati sulla perizia, la Protezione civile regionale ha coinvolto la
Rete delle professioni tecniche della Sardegna. Per il 29 ottobre è fissato il termine delle amministrazioni comunali per
la consegna di tutte le richieste alla Regione. Infine, entro il 28 novembre, la Protezione civile regionale, in seguito al
monitoraggio delle domande, dovrà trasmettere al Dipartimento nazionale tutti gli elenchi. Finanziamento. Dopo
questa scadenza la Protezione civile nazionale predisporrà la proposta di delibera con cui il Consiglio dei ministri
dovrà approvare il finanziamento agevolato, che verrà erogato dagli istituti di credito convenzionati direttamente ai
cittadini senza alcun passaggio di soldi nelle casse delle regioni interessate. Nuova procedura. È la prima volta che
viene applicata una procedura di questo tipo, prevista dalla norma nazionale del 2013, e il meccanismo di fi
nanziamento tramite istituti bancari. Proprio perché si tratta della prima volta la Regione è voluta andare incontro ai
cittadini, pubblicando una nota informativa per i cittadini sul sito istituzionale. I Comuni della Sardegna dovranno dare
massima pubblicità e ulteriore supporto ai cittadini interessati. Sono quasi 2600 le segnalazioni di danno giunte a
seguito dell'alluvione del 2013, di cui quasi 1600 riguardano la sola città di Olbia. Il 18 novembre 2013 Olbia è stata la
città più colpita dall'alluvione L'assessore Donatella Spano -tit_org-
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Un terribile muro di fuoco
Incendio tra Planargia e Montiferru. Evacuato ospizio, fiamme sulle case
[Piero Marongiu]
Un terribile muro di ftioco Incendio tra Planargia e Montiferru. Evacuato ospizio, fiamme sulle case Tra i centri più
colpiti Sennariolo escano Montiferro Un'avanzata imponente impossibile da affrontare di Piero Marongiu SCANO
MONTIFERRO________ Una giornata di terrore nella Sardegna centrale devastata dalle fiamme. Un maxi rogo che
ha attraversato il Marghine e la Planargia. È arrivato nell'alto Oristanese. Ha travolto aziende agricole, boschi,
macchia mediterranea. Evacuato un ospizio e alcune case. Le fiamme hanno lambito diversi centri. Un bilancio tragico
in cui non ci sono vittime solo per l'efficienza della macchina antincendi. Il fronte del fuoco ha distrutto diverse migliaia
di ettari tra la Planargia e il Montiferru. Secondo le prime informazioni è partito dalle campagne tra Suni e Sagama. Le
fiamme, sicuramente di origine dolosa, sono state appiccate in più punti contemporaneamente. Sono state alimentate
da un fortissimo vento. In brevissimo tempo il fuoco ha attraversato il territorio di Sagama e si è diretto verso quello di
Scano Montiferro. Intorno alle 16 è arrivato a poche centinaia di metri dall'abitato, vicinissimo alla casa protetta che
ospita una trentina di persone, di cui molte non autonome che per sicurezza, con un ambulanza e un pulmino, sono
state evacuate e portate nel salone comunale. La paura. Il terrore è diventato rabbia dettata dall'impotenza di fronte
alla furia del fuoco, che in brevissimo tempo ha attraversato la zona artigianale del paese. Per vigne, coltivazioni,
oliveti, terreni adibiti a pascolo e una vasta area di bosco di sughere e lecci, però non c'è stato scampo e sono state
distrutte dalle fiamme. Il fuoco, sempre nelle campagne di Scano, ha interessato anche alcune aziende agricole,
bruciato animali, molte pecore, almeno due cavalli e altri animali di una fattoria didattica, e ha causato danni
gravissimi, ancora da quantificare. Paesi in pericolo. Il rischio maggiore lo hanno corso gli abitati di Scano Montiferro e
di Sennariolo. Nel piccolo centro di Sennariolo, poco più di cento abitanti, le fiamme sono arrivate fino alla periferia del
paese, e per qualche ora si è temuto che fosse necessario evacuare il paese. Un paio di case sono state salvate
soltanto grazie alla bravura dei piloti dei Canadair e degli elicotteri, che hanno effettuato sopra le fiamme decine di
lanci ben indirizzati. Un inferno di fuoco - dicono i sindaci Giambattista Ledda, di Sennariolo e Gianni Panichi, di
Cuglieri - che per fortuna è stato bloccato prima che arrivasse alle case. Le forze in campo. Il primo allarme è scattato
subito dopo le 13, ma la situazione a causa del fortissimo vento che soffiava nella zona è apparsa molto complicata
fin da subito. Tantoché alle prime squadre a terra intervenute, si sono aggiunti quasi subito i mezzi aerei, inizialmente
tré elicotteri e due Canadair partiti dalla base di Olbia, diventati quattro con i due arrivati dalla penisola e altri quattro
elicotteri decollati dalle basi dell'isola. Un dispiegamento di forze messe in campo e coordinate dalla base operativa
della Forestale di Fenosu, dalla quale non è decollato il Super Puma rientrato alla sua base dopo il termine della
missione. A terra oltre cento uomini tra barracelli (c'erano tutte le compagnie del territorio), dieci mezzi dei vigili del
fuoco e di Forestas arrivati da Oristano e Nuoro, tré squadre della protezione Civile e un gran numero di volontari. Un
esercito che ha lottato sui tré fronti del fuoco con ogni mezzo e che non si è fermato durante la notte proseguendo
l'opera di spegnimento e bonifica. La storia si ripete. Il fuoco, dopo gli incendi del 1994 e del 1999, che devastarono
migliaia di ettari di bosco e di pascolo, ritorna a devastare il Montiferru e la Planargia. Importantissimo il contributo
fornito dai ca- rabinieri delle compagnie di Macomer e Ghilarza, della polizia di Stato e degli agenti della polizia locale,
che hanno gestito il traffico nelle arterie interessate all'incendio, indirizzando gli automobilisti verso percorsi alternativi
più sicuri. Un'altra brutta pagina, fatta di fuoco e devastazione, è stata scritta ieri dai criminali del fiammifero. Un
biglietto da visita davvero triste quello che si presenta ai tanti turisti che affollano la costa oristanese in questi giorni.
Sull'incendio, come da prassi, è stata aperta un'inchiesta. -tit_org-
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Sagama "affacciata" sull`inferno
Chiusa la strada statale che collega il centro a Sindia. Ansia tra i residenti
[Redazione]
Sagama ^affacciata^ sulTinfemo Chiusa la strada statale che collega I centro a Sindia. Ansia tra i residenti SAGAMA
È divampato nel primo pomeriggio nel territorio di Sagama, ai confini con Sindia, il vasto incendio che ieri pomeriggio
ha sconvolto un'area che si estende dalla Planargia al Montiferru, ma non è l'unico punto di innesco dove hanno agito
i piromani. In pochi attimi il vento ha fatto la sua parte creando uno scenario da Apocalisse. A Sagama, con i Canadair
che passavano a volo radente sul paese per poi scaricare enormi volumi d'acqua sul fuoco poco distante, sembrava
di vivere in una situazione di guerra. Le fiamme si sono avvicinate pericolosamente all'abitato del piccolo centro che
conta meno di 200 abitanti e la gente si è riversata per strada per assistere, un pò per curiosità ma anche e
soprattutto con preoccupazione, all'opera di spegnimento, che è andata avanti per l'intero pomeriggio. La strada
provinciale 34 che collega Sagama a Sindia è stata chiusa al traffico nel tratto iniziale per motivi di sicurezza. Il
transito è stato consentito solo al personale antincendio e ai Forestali. I mezzi aerei hanno fatto la spola fino a tardi tra
il mare poco distante, dove prelevavano l'acqua, è il fronte dell'incendio, che nel frattempo si era allargato verso sud
per alcuni chilometri in direzione di Scano Montiferro alimentato dal vento che spirava dai quadranti occidentali, ma
che continuava a cambiare direzione rendendo difficile l'opera di spegnimento. Quando dopo i lanci d'acqua fatti da
aerei ed elicotteri sembrava che il fuoco in quel punto fosse spento, bastava un rinforzo del vento per alimentare le
fiamme che divampavano tra alberi e cespugli e con altissime colonne di fumo nero. Il lavoro del personale a terra
andrà avanti anche nella notte per far si che il fuoco venga spento del tutto e per individuare e bonificare i focolai che,
come è accaduto il 2 luglio nelle campagne di Dualchi, potrebbero riaccendersi con nuovi roghi. Non c'è ancora un
bilancio dei danni causati dall'incendio, come non è stata ancora stimata l'esatta estensione del'area colpita, che
comunque è molto vasta. Diverse aziende di allevamento situate nell'area percorsa dal fuoco erano state
preventivamente state evacuate per evitare che gli animali venissero uccisi dalle fiamme. Non mancano comunque i
danni. Nei pascoli percorsi dall'incendio il fieno rimasto è stato ridotto in cenere. Per alimentare il bestiame molti
allevatori dovranno attendere l'arrivo delle piogge autunnali che l'erba ricresca dando fondo alle scorte di foraggio. Il
fuoco ha distrutto le recinzioni dei terreni e ha danneggiato le strutture di qualche azienda, (t.g.t.) -tit_org- Sagama
affacciata sull inferno
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L`estate più dura degli ultimi anni
[Redazione]
L'estate più dura degli ultimi anni Le terre troppo aride e le piante secche rendono più difficili le bonifiche SASSARI È
una stagione più difficile delle ultime. A dirlo sono i numeri dei fuochi e degli ettari bruciati. Fino a un paio di giorni fa il
fuoco si era divorato circa Smila ettari di pascolo e boschi. Una cifra destinata inevitabilmente a salire, visto che l'isola
è ancora nella morsa del fuoco. L'ultimo devastante rogo di ieri in Planargia ne è una testimonianza. Negli ultimi anni
a fine stagione si erano contati tra i 6 e i 7mila ettari bruciati, numeri che purtroppo questa estate sono già stati
superati. Una inversione di tendenza dovute alle condizioni meteorologiche. Aridità del terreno, forte vento e
temperature elevate. Un cocktail micidiale, che però non può quasi mai diventare nocivo senza la mano dell'uomo.
Colpa o dolo, c'è sempre una responsabilità umana dietro gli incendi. La maggior parte dei roghi ha una origine
colposa o dolosa, dovuta a superficialità o a premeditazione. Il fuoco non si accende mai da solo, c'è sempre
qualcuno che lo fa partire - dichiara il numero uno della Protezione civile regionale, Graziano Nudda -. C'è chi lo fa di
proposito, ma anche chi mette su un barbecue dove non lo dovrebbe fare o lancia dal finestrino un mozzicone di
sigaretta. Terreno fertile per far partire il fuoco, soprattutto in una stagione come questa caratterizzata dal vento, dalle
temperature molto elevate e dalle terre secche per la siccità. Terre talmente secche che stanno rendendo più difficili le
bonifiche, tanto che in più di una occasione gli incendi si sono riaccesi a distanza di ore, se non di giorni. Come è
successo in alta Gallura tra Luras e Luogosanto, dove le fiamme sono ripartire a distanza di 48 ore. Le piante sono
più complicate del previsto - afferma il comandante del corpo forestale Gavine Diana -. Le piante sono secche fino
alle radici e se il tizzone si infila sotto una sughera l'operazione di bonifica si fa molto in salita. In queste ultime
settimane, dal Sud alla Gallura, sono stati ritrovati inneschi che testimoniano la volontà di distruggere degli incendiari.
La forestale sta portando avanti diverse indagini e in più casi è vicina a dare un nome ai responsabili di questi disastri
naturali. Un lungo elenco di devastazioni che va dalla Gallura, dove nelle ultime settimane sono scoppiati diversi
incendi tra Oschiri, Tempio e Luras, fino al Marghine, Smila ettari bruciati da Borore fino a Sedilo da una parte e
Noragugume dall'altra. Per non parlare dell'incendio del 6 agosto tra Illorai e Bolotana, dove sono anche rimasti feriti
due forestali che erano impegnati nelle operazioni di spegnimento. Lotta al rogo che ha lambito diversi centri abitati tit_org-estate più dura degli ultimi anni
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LE REAZIONI PAESI ASSEDIATI
Il sindaco sotto choc: è stata un`apocalisse bilancio pesantissimo
Il primo cittadino di Sagama per ore sul fronte del fuoco: La cosa fondamentale era mettere in salvo le persone
[Alessandro Farina]
LE REAZIONI PAESI ASSEDIATI Ð sindaco sotto choc: è stata un'apocalisse bilancio pesantissimo II primo cittadino
di Sagama per ore sul fronte del fuoco: La cosa fondamentale era mettere in salvo le persone di Alessandro Farina
SAGAMA Uno scenano apocalittico. Giovanni Antonio Cuccui, sindaco di Sagama, ha seguito costantemente quanto
accadeva nelle campagne del suo paese. Un incendio, quello scoppiato nell'agro fra Sindia e Sagama, che ha
proseguito inesorabile il suo cammino per ore malgrado l'immane sforzo dell'apparato antincendio. Incenerendo
terreni, alberi, intere aziende, e mettendo a repentaglio vita e lavoro di soccorritori, allevatori, contadini. Con la vallata
che da Sagama raggiunge Scano e Sennariolo trasformata in una immensa caldera vulcanica, a guardare il fronte del
fuoco e le alte colonne di fumo che si sono levate fino a sera inoltrata. Impegnando decine di mezzi e uomini a terra di
Forestas, vigili del fuoco, Barracelli e volontari - a Scano e Sennariolo gli altoparlanti dei comuni chiedevano ai
cittadini di aiutare gli allevatori a spostare il bestiame, si apprende -, mentre dall'aria hanno operato prima quattro
elicotteri con il sostegno di due Canadair, che dal pomeriggio sono diventati 4 per cercare di avere ragione di fiamme
che si estendevano ancora per chilometri. Decine gli ettari di macchia e bosco arsi dalle fiamme, che hanno inghiottito
nel loro tragico percorso di distruzione uliveti, frutteti, vigne, lambendo le periferie di Sagama, Scano Montiferro e
Sennariolo. Il rogo è partito dalle campagne tra Sindia e Sagama - dice il sindaco -, forse più di un focolaio che ha
raggiunto la periferia del paese lambendo il cimitero e le case, per poi dirigersi verso il bosco. Una muraglia di fuoco
che viaggiava sulle cime degli alberi, una scena che non dimenticherò mai. Per tutta la mattina Cuccui si è mantenuto
in contatto con la sede della Protezione civile a Cagliari e con Fenosu, da cui venivano impartite le disposizioni ai
mezzi aerei. Ho notizia di greggi investite dalle fiamme e di aziende seriamente danneggiate, racconta ancora Cuccui,
che si è tenuto in stretto contatto col collega di Scano - dove è stato allestito un posto di comando dei vigili del fuoco e con il sin daco di Sennariolo. Il fronte dell'incendio, infatti, era arrivato a ridosso del piccolo borgo che si affaccia
sulla statale 292 dopo le 18. Quasi un luogo di frontiera, dove il già immane sforzo dell'apparato antincendio ha
cercato di fare muro con tutte le forze a disposizione per evitare che le fiamme potessero raggiungere gli uliveti di
Cuglieri. Lingue di fuoco sospinte dal vento che fortunatamente si è calmato in serata, dopo le 20. Oggi la priorità era
cercare di fermare le fiamme e salvare persone, aziende, case, beni. Per la conta dei danni aspetteremo domani. Ma
considerata la situazione credo che il bilancio sarà molto pesante, conclude amaro Giovanni Antonio Cuccui. Sul
fronte delle forze in campo era presente anche la Shardana soccorso di Cuglieri, con una ambulanza dirottata verso
Sagama e un'altra di stanza a Cuglieri, da utilizzare in caso di necessità. E poi i carabinieri che hanno presidiato le
strade. Da Bosa, Magomadas e Tresnuraghes sono partiti i pick-up dell'antincendio dei barracelli verso Scano e
Sennariolo. Sempre da Bosa una colonna di mezzi e uomini della Croce Rossa, con ambulanze e tutto il supporto
necessario alla protezione civile, ha attraversato Tresnuraghes in direzione di Scano, in aiuto nell'evacuazione della
casa di riposo, mentre una squadra ha sostato a Sennariolo. Con rientro alla base, una volta cessato l'allarme, solo
into mo alle 21. I volontari assistono alcuni residenti diSennariolo -tit_org- Il sindaco sotto choc: è stata un apocalisse
bilancio pesantissimo
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Prima Pagina
MANDRARpSSA MEHaSlBllla? ii s? www.vjnevardtour.il la Repubblica GIOVEDÌ AGOSTO 2016 PiaJ KMOigiKfWS
UCA IT Palciino MANDRAROSSA MfNFI.SMIIa; www.vineyariltour.it LATF.NDEÏZA Dai pittori all'archistar bola come
"buen retiro" ÉÅÍÍÁÁ PAGINA XI L'INIZIATIVA Visita notturna all'Ortobotanico FA150NEAPAGINAXÍÍI Rosa, attacco
da rifare con Diamanti e Ciofani NORR1TO A PAGINA XtV Terremoto, gara di solidarietà in Sicilia a rischio una
casasu tré > Sisma in centro Italia, la Protezione civile pronta aspedite uomini e mezzi. Si mobilitano > anche
associazioni e privati. Ma uno studio rivela: nell'Isola molte abitazioni non a norma Comuni in rosso salvati dal fai-date I terremoto nei Lazio e nelle Marche ha riportato atl'attenzione del Paese lo stato della messasicurezza di interi
Comuni. Ma cosa sarebbe accaduto se Io stesso terremoto anziché nei Centro Italia avesse colpito fa Sicilia?
Probabilmente sarebbe stato un disastro ancora peggiore. Nell'Isola un'abitazione su tré è a forte rischio crollo perché
non adeguata alle norme. La stessa percentuale dì edifici a rischio si riscontra anche negli immobili pubblici. Sono
atmeno400 mila gli ãïòîÛ li siciiiani in pessime" condizioni e soto per mettere in sicurezza edifici pubblici
occorrerebbero 6 miliardi di euro- Intanto dai sindaci ai voiontari della protezione civile è partita la gara di solidarietà
della Sicilia verso i Ioghi colpiti dai sisma. AU.EPAGINEIfEfll II "nostro" sciame una scossa al giorno Tante piccole
scosse, di magnitudo oscillante tra i 2 e i 3.5. Quasi una al giorno. Terremoti di piccola intensità che generano un po'
apprensione se e quando vengono percepiti dalla popolazione. Ma che catastrofici", rassicura Raffaele Azzaro,
geofisico dell ' Istituto di geofisica e vulcanologia di Catania. Che spiega; li terremoto che ha devastato Lazio e
Marche non ha a che fare con noi- Tutto il territorio italiano è sottoposto a una intensa attività sismica, detta di fondo.
PINTAGRO A PAGINA III î.Biondo, Alajmo resta in sella via al confronto sul piano tagli Caos rifiuti adesso indaga la
magistratura Fiducia confermata ad Alajmo, le cui dimissioni sono state respinte, un piano tagli da discutere con i
sindacati per trovare gli strumenti più morbidi per tagliare [Organico e l'imperativo di approvare al più presto la
stagione teatrale. La lunga giornata del Teatro Bion- più assembiea dei soci, si è chiusa con ia discussione di un
piano industriale assai che ridurrà la spesa. "Giornata positiva ta definisce Gianni Puglisi- BRUNETTO A PAGiNAX
Nella Sicilia degli enti locali che non approvano i bilanci - per' And solo 43 Comuni su 390 hanno varato il documento
contabile - tocca spesso ai singoli sostituirsi alle istituzioni: dall'assessore di Agrigento che compra le divise per i vigili
ai sempika cittadini di Gela che finanziano' acquedotto esalvano uno spettacolo, viaggio nei fai-da-te della politica al
tempo della crisi della fi REALE A PAGINA IV Candidature il nuovo corso dei fflillini II popolo della movida: noi e la
polizia II rapporto controverso del popolo dei la notte con le forze dell ' ordine dopo ' aggressione alla Vucciria e la
denuncia del questore. Organizzatori di serate, dj e gestori di locali sfiducia ma di una sorta di cattiva abitudine. in
molti vorrebbero vedere più controUi so nei luoghi caldi della movida, òà capiscono che i giovanissimi si sentirebbero
meno liberi se a partecipare alie loro notti brave ci fossero anche poliziotti. E ' immagine che viene in mente è quella
del papa della tua fìdanzatina che ti osserva da lontano. FIUPPONE E NICOLOSi A PAGINA VI! I i Movimento Sstelle
cambia pelle evista delle comunali a Palermo apre a rappresentati di altre esperienze e a pezzi di associazionismo:
Siamo cresciuti, adesso ci e sempre più persone da mondi, dice ü eader dei griliim di Sicilia, Gìancario CanceiJeri. Lo
dimostrano i nomi dei possibili candidati lista Pentastellata. Dai fonda tore di AddiopizzoForei
jo all'anima trice delle associazioni in difesa dei diritti dei gay Daniela TomasÍno. FRASCHîLLA A PAGINA IV Per i
prof inviati al Nord 2 mila cattedre a tempo ì à é Per centinaia di docenti siciliani di ruolo al Nord si apre uno spiraglio:
potranno trascorrere un anno vicino a casa se otterranno l'assegnazione provvisoria, che quest'anno vede in palio
parecchi posti in più. Ieri mattina, i sindacati confederati della scuota F!Cgil, Cisl scuola, Uil scuola e Snals Ï e' ufficio
scolastico regionale hanno sigiato il contratto sulle assegnazioni provvisorie e le utilizzazioni 2016/20Ý7. Riservanti
spediti al Nord una gradita sorpresa. SEGUE A PAGINA XV -tit_org-
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Terremoto , gara di solidarietà in Sicilia a rischio una casa su tré = La Sicilia dei terremoti
Ecco la mappa delle case a rischio In pericolo una su tré
[Antonio Fraschilla]
Terremoto, gara di solidarietà in Sicilia a rischio una casasu > Sisma in centro Italia, la Protezione civile pronta
aspedire uomini e mezzi. Si mobilitano > anche associazioni e privati. Ma uno studio rivela: nell'Isola molte abitazioni
non a norma II terremoto nel Lazio e nelle Marche ha riportato all'attenzione del Paese lo stato della messa in
sicurezza di interi Comuni. Ma cosa sarebbe accaduto se lo stesso terremoto anziché nel Centro Italia avesse colpito
la Sicilia? Probabilmente sarebbe stato un disastro ancora peggiore. Nell'Isola un'abitazione su tré è a forte rischio
crollo perché non adeguata alle norme. La stessa percentuale di edifici a rischio si riscontra anche negli immobili
pubblici. Sono almeno 400 mila gli immobili siciliani in pessime condizio ni e solo per mettere in sicurezza gli edifici
pubblici occorrerebbero 6 miliardi di euro. Intanto dai sindaci ai volontari della protezione civile è partita la gara di
solidarietà della Sicilia verso i Ioghi colpiti dal sisma. ALLE PAGINE II E III La Sicilia dei terremoti Ecco la mappa delle
case a rischio In pericolo una su tré Sono almeno 400 mila gli immobili vulnerabili Più a repentaglio a Messina,
Catania e Ragusa ANTONIO FRASCHILLAterremoto nel Lazio e nelle Marche ha riportato all'attenzione del Paese lo
stato della messa sicurezza di interi Comuni. Le case adeguate alle norme antisismiche hanno retto, le altre no. Ma
cosa sarebbe accaduto se lo stesso terremoto anziché nel Centro Italia avesse colpito la Sicilia? Probabilmente
sarebbe stato un disastro ancora peggiore. Nell'Isola un'abitazione su tré è a forte rischio crollo perché non adeguata
alle norme, perché costruita prima del 1981 oppure perché abusiva del tutto e messa su senza rispettare le leggi in
materia di prevenzione dei terremoti. La stessa percentuale di edifici a rischio sismico si riscontra anche negli immobili
pubblici, scuole comprese. Tradotto? Conti alla mano, incrociando i dati dell'Istat e dei pochi studi specifici fatti dalla
Protezione civile e dagli ingegneri della Regione, sono almeno 400 mila gli immobili siciliani in pessime condizioni: e
solo per mettere in sicurezza gli edifici pubblici occorrerebbero 6 miliardi di euro. LO STUDIO CHOC SULLA SICILIA
La Protezione civile nazionale ha condotto uno studio dal titolo emblematico: Censimento di vulnerabilità a campione
dell'edilizia cor rente dei centri abitati, nelle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia e Sicilia.
Nell'Isola lo studio si è concentrato sulla Sicilia Orientale, nelle province di Messina, Catania, Siracusa e Ragusa dove
alla vulnerabilità a causa della non adeguatezza degli edifici si collega anche il reale rischio di terremoti. Il risultato
dell'indagine è disarmante: su 1.109 edifìci privati in calcestruzzo, ben 463 hanno riscontrato una elevata vulnerabilità
in caso di sisma di media intensità. Su 2.326 edifici scolastici, circa 900 sono a rischio in caso di terremoto. Questi
immobili sono concentrati a Messina, nella zona di Catania e in parte del Ragusano. In queste province sono stati
censiti 5 mila immobili realizzati prima del 1981, quando dopo il grande sisma deU'Irpinia lo Stato ha iniziato a
legiferare su norme antisismiche. Prima del 1981 non esisteva nemmeno una classificazione delle aree sismiche della
Sicilia, eccetto Messina e Catania per i due grandi terremoti del 1908 e nel 1693, dice l'ingegnere Salvo Cocina, ex
capo della Protezione civile che ha curato diversi studi. In base a questo studio il 30 per cento di tutti gli edifici è a
rischio, ma in vera sicurezza c'è soltanto un 10 per cento degli immobili aggiunge la fascia di edifici che rimane in
questa forbice non è esclusa da danni in caso di forte sisma. LE ABITAZIONI IN PESSIMO STATO Allargando
l'orizzonte al resto dell'Isola il quadro cambia di poco anche se non sono stati fatti studi specifici come nella Sicilia
Orientale. Di certo c'è che l'Istat ha pubblicato il grande censimento delle abitazioni in Italia. Scoprendo che nell'Isola
vi sono 1,3 milion
i di alloggi e che di questi ben 3 31 mila sono in condizioni mediocri e altri 50 mila in condizioni pessime. Conti alla
mano, anche qui la percentuale non cambia: un terzo del totale delle abitazioni non è in un buono stato come impianti
e come struttu ra. Inutile dire che queste case in caso di un terremoto forte come quello di ieri nel Centro Italia
sarebbero quelle più a rischio. Insomma, i numeri sono elevati e la Sicilia ha un vasto numero di abitazioni non
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adeguate. I MANCATI INVESTIMENTI Nonostante lo Stato stanzi per l'Isola circa 50 milioni di euro all'anno, sotto
varie forme, per adeguare gli edifici, in particolare pubblici, secondo gli esperti la cifra che sarebbe necessaria
soltanto per adeguare gli immobili pubblici si aggirano intorno ai 6 miliardi di euro: Occorrerebbe varare un grande
piano di messa in sicurezza di tutto il nostro patrimonio abitativo dice Cocina, che ha anche denunciato come in
particolare l'area di Catania e dintorni sia a fortissimo rischio simico e crollo delle abitazioni e occorrerebbe avere il
coraggio di abbattere gli immobili, anche pubblici, che non hanno alcun pregio architettonico e sono stati realizzati
magari negli anni Settanta, per costruirne di nuovi con tecnologie moderne. Invece si continua a spendere molto per
adeguare strutture che comunque non possono essere messe mai davvero in sicurezza perché fatte male già nelle
fondamenta. Per la messa in sicurezza deisoli edifici pubblici, scuole comprese, ci vorrebbero sei miliardi -tit_orgTerremoto, gara di solidarietà in Sicilia a rischio una casa su tré - La Sicilia dei terremoti Ecco la mappa delle case a
rischio In pericolo una su tré
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IL DOSSIER
Intervista a Raffaele Azzaro - Il "nostro" sciame una scossa al giorno = Quello sciame
sismico che nell`Isola non finisce mai "Ma non annuncia catastrofi"
[Mario Pintagro]
IL DOSSIER II "nostro" sciame unascossa al giorno Tante piccole scosse, di magnitudo oscillante tra i 2 e i 3.5. Quasi
una al giorno. Terremoti di piccola intensità che generano un po' apprensione se e quando vengono percepiti dalla
popolazione. Ma che non preludono a eventi eventi catastrofici, rassicura Raffaele Azzaro, geofisico dell'Istituto di
geofisica e vulcanologia di Catania. Che spiega: II terremoto che ha devastato Lazio e Marche non ha a che fare con
noi. Tutto il territorio italiano è sottoposto a una intensa attività sismica, detta di fondo. PINTAGRO A PAGINA III
Tante piccole scosse di magnitudo fra 2 e 3 nel Tirreno II geólogo: "L'evento nel centro d'Italia non ci riguarda' Quello
sciame sismico che neirisola non finisce mai "Ma non annuncia catastrofi' MARIO PINTAGRO Tante piccole scosse,
di magnitudo oscillante da i 2 e i 3.5. Quasi una al giorno. Terremoti di piccola intensità che generano un po'
apprensione se e quando vengono percepiti dalla popolazione. Ma che non preludono a eventi eventi catastrofici, dice
Raffaele Azzaro, geofisico dell'Istituto di geofisica e vulcanologia di Catania. Negli ultimi diciotto mesi sono stati due
gli episodi significativi in Sicilia. L'ultima scossa di un certo rilievo in Sicilia è stata a febbraio di quest'anno, nella
provincia di Ragusa, con una magnitudo 4.6. Ha generato solo paura tra gli abitanti ma nessun danno agli edifici se si
eccettua un muragliene crollato nel paese di Giarratana. L'altro episodio sismico rilevante si era verificato a nord di
Palermo in pieno Tirreno con la medesima intensità circa un anno fa. Per il resto, i pennini dei sismografi hanno
ripreso a registrare la solita attività sismica. Una sismicità concentrata soprattutto nella zona delle Eolie, nei dintorni di
Ustica e nella Sicilia centro-orientale. Ma c'è un collegamento fra l'attività siciliana e il terremoto che ha scosso
Marche e Lazio? I geofisici lo escludono. No - dice Raffaele Azzaro - si tratta di aree molto distanti fra loro. L'unico
punto in comune riguarda i processi geodinamici alla base dei terremoti. La Sicilia, così come la zona appenninica, è
area di scontro fra la placca europea e quella africana che generano i terremoti che avvertiamo con una certa
frequenza e determinano quella che noi chiamiamo sismicità di fondo. E aggiunge: Tutto il territorio italiano è
sottoposto ad un'intensa attività sismica la frequenza dei sismi ricorda l'immagine della piogge- rellina: sono
difficilmente percepibili le scosse, se non dalla strumentazione. Si tratta di sismi concentrati per lo più nella zona delle
Eolie e a nord di Palermo. Ogni area ha una capacità diversa di rilascio dell'energia e nel Tavolato ibleo questi
fenomeni sono meno occasionali e con una magnitudo maggiore. Per ogni terremoto avvertito della popolazione, si
genera la solita paura. Una paura giustificata - prosegue Azzaro- perché il rischio purtroppo è elevato. Un rischio che
la Sicilia condivide con la Calabria. Basta analizzare la cronologia dei terremoti per rendersene conto. Eventi come
quello del 1693 nel tavolato ibleo e del 1908 a Messina, cui seguì anche un maremoto, hanno segnato la storia con
un grande carico di lutti. Purtroppo la scienza insegna che una zona colpita da un terremoto devastante lo potrà
essere anche in futuro. Vengono valutati tempi di ritorno di cento anni fra un sisma distruttivo e l'altro, ma si tratta di
valutazioni ipotetiche. La scienza negli ultimi decenni ha affinato i sistemi di rilevamento sul territorio, riuscendo a dare
importanti informazioni. Oggi abbiamo studiato il territorio in maniera minuziosa - continua il ricercatore - abbiamo
classificato le zone sismiche in base alle testimonianze trasmesse dei nostri avi e disponiamo di una rete capillare di
controllo del territorio con trecento stazioni sismiche in Italia che permette di rilevare anche il minimo spostamento. Ma
la paura, irrazionale, sembra prevalere nei siciliani che conservano ancora il tragico ricordo del sisma nel Belìce, e
temono un "big one" più potente delle altre scosse. A Palermo conclude il geofisico - l'ultimo terremoto che ha messo
un po' di paura è stato nel settembre 2002, con epicentro al largo di Ustica e con una magnitudo di 5,6. Avvenne in
piena notte e provocò panico. Ma i terremoti non si possono prevedere, questo è bene ribadirlo. L'unica cosa da fare
è la difesa passiva. Nel progettare le nuove case bisogna curare bene la parte strutturale, significa mettere al riparo le
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persone che vi abitano dal crollo della struttura. Un edificio antisismico salva la vita, ma non è detto che rimanga
integro. NEL 2002 Un'immagine della chiesa di sant'Anna a Palermo dopo i I terremoto del 2002.1 croi li interessarono
la chiesa si all'interno che all'esterno In alto a sinistra, Salvo Cocina, ex capo della Protezione civile siciliana -tit_orgIntervista a Raffaele Azzaro - Il "nostro" sciame una scossa al giorno - Quello sciame sismico che nell'Isola non finisce
mai "Ma non annuncia catastrofi"
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Scatta la gara di solidarietà per il Lazio
Centinaia di persone hanno donato sangue, medici e volontari si preparano a partire per dare aiuto
[Giorgio Ruta]
Centinaia di persone hanno donato sangue, medici e volontari si preparano a partire per dare aiu GIORGIO RUTA
Medici, volontari, agricoltori, psicologi. E anche tré cani da ricerca, Attila, Akira e Bosco. La Sicilia solidale si rimbocca
le maniche dopo il terremoto che ha colpito il Lazio ieri notte. La macchina della Protezione civile regionale è già in
azione: si attende un input da Roma per mandare una colonna mobile disposta ad occuparsi di almeno 250 persone. I
primi a partire, ieri sera, sono stati Attila, Akira e Bosco, i cani che da oggi saranno impegnati nella ricerca dei
superstiti. So che andremo incontro a un dramma, ma nel nostro piccolo cerchiamo di dare una mano, dice Paolo
Biondo dell'unità cinofila ragusana. Sono diretti in Lazio anche due funzionari e una squadra di logistica. Queste
iniziative non possono che avvenire in modo coordinato. Non bisogna prendere iniziative personali, dice il capo del
dipartimento regionale, Calogero Foti. Salvo Consoli, coordinatore della protezione civile di Catania, è già a Norcia.
Sto dando una mano come posso, qui la situazione è drammatica. Ma per un intervento più concreto bisognerà
aspettare 74 ore, perché in queste ore di emergenza vengono coinvolte le realtà della zona, poi il coinvolgimento si
allarga alle altre regioni. Sono in tanti, in Sicilia, ad aver dato la propria disponibilità a fornire una mano. Come le
centinaia di persone che da ieri mattina hanno affollato i centri Avis dell'Isola. Mancano soprattutto i gruppi sanguigni
rari: ai siciliani chiedo di andare nel più vicino centro trasfusionale o nella sede più vicina dell'associazione. Serve
soprattutto sangue col fattore Rh negativo. Oggi si potrà donare anche all'aeroporto di Catania dove ci sarà un
camper per i prelievi, al piano arrivi. La Sicilia che non si tira indietro ha anche i volti di medici e psicologi. Giuseppe
Disclafani dell'associazione medid di famiglia per le emergenze, fa parte del team di cinque dottori siciliani pronti a
partire. Siamo già andati all'Aquila, per il terremoto del 2009. Noi interveniamo nelle tendopoli, il nostro compito è
curare gli ammalati: dai diabetici a chi ha mal di schiena. Cerchiamo di dare un po' di normalità in situazione in cui
anche una semplice visita può essere straordinaria. Un po' di "normalità" la porteranno anche i psicologi della task
force dell'Ordine siciliano, anche loro intervenuti in Abruzzo: Diamo un sostegno alla popolazione e ai volontari. Diamo
una mano per far ricongiungere i famigliari e per ridare un po' di sicurezza a chi sta vivendo un dramma del genere,
racconta Antonella Postorino. Si da una mano come si può. Ci sono gli agricoltori della Copagri che stanno
raccogliendo cibo da mandare in Lazio e i comuni che hanno avviato una raccolta fondi. Ci sono già degli enti che
hanno aperto degli spazi in cui è possibile donare beni di lunga durata e cucine da campo. Oggi faremo un punto per
capire come rendere più efficace questa spinta di solidarietà, conclude Paolo Amenta dell'And Sicilia. Anche
Confcommercio mobilita gli associati, il Pd di Palermo avvia una raccolta fondi. Un donatore di sangue -tit_org-
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CIOVED'I 25 AGOSTO 2016 TESTATA INDiPENDEOTE CHE NON PERCEPISCE COOTRIBUtì PUBBUCI COME
PREVEDE LA LECCE250(SO ANNO 72 N. 234______ 1.30 LA SICILIA Università di Catania BOOM DI ISCRITTI
NELLA FACOLTÀ DI AGRARIA MA È FUGA DA ARCHITETTURA. IN 1 SMILA PER I TEST Catania CORNETTI
RICONGELATI IN UN LABORATORIO DI PASTICCERIA Devastato il Centro Italia Ore 3,36 di ieri, un terremoto di
magnitudo 6.0 spazza via interi paesi Oltre 150 le vittime accertate in serata, Renzi: II numero può crescere IL
REPORTAGE La festa diventa tragedia si scava nel silenzio L'INVIATO RONSISVALLE PAGINA 2 I bambini morti tra
le macerie e quelli salvati come Omran DANIELA CRANDONI PAGINA 4 LA TESTIMONIANZA II siciliano sepolto per
ore Vista la morte negli occhi INDIGESTO Emergenza!terremoto: servono '1Ù urgentemente beni ai prima necessità.
sangue e un piarlo antisísmico decenteGrazie chiara pò nrè moti LA DENUNCIA DEI CEOLOCI In Sicilia non spesi 60
milioni per la messa in sicurezza e per lo studio dei territori I! sisma di magnitudo Gene alie 3.36 di ieri ha devastato ii
Cenìro Italia, colpendo una serie ntri tra Lazio, Umbri cresca, ha avvertito il premier MaEteo Renzi, accorso nella zona
del disastro, le scosse sono state avvertite anche a molti chilometri di distanza, fino a e Napoli. Eia terra continua la
reazione dei soccorritori, imprecisaro il numero dei dispersi- Centinaia sfbliati- Tra Se vittime ci sono molti bambini.
VALENTINA RONCATI, CLAUDIO SEBASTIANI PAGINE 2 - 7 l'Ordine siciliano dei geologici interviene po- fare il
punto sulla situazione tócale, spiegando che "nella nosli-a regione le attività di studio sulla microzonazione sismica
sono ferme stanziamenti statali legati aile diverse ordinanze del Dipartimento Nazionale di Prote- di un
Ìmporìantestruinentodi pianificazione e Prevenzione e ad interventi di miglioramento sismico degli edifìci, sono di fatto
ad oggi non spese in quanto i governi regionali che si sono succeduti non hanno dato seguito alle necessarie azioni
amministrali venda! 2010 ad oggi dal Dipartimento della Protezione civile. Ad oggi solo su 58 comuni dei- naziorte di
primo liveilo dando seguito, appunto. àÈä prima ordinanza del 2010. ANDREA LOBATO PAGINA 7 L'esperto eCome
sanare gli edifici che sono pericolosi in caso di terremoto MARIA AUSIUA BOEMI PAGINA á II focus Catania tra le
città a più alto rischio Latita la prevenzione CATA PAGINA 7 Gli egiziani aggrediti a San Cono Volevamo fuggire dalla
morte A colloquio, dentro li Cpa di San Mi - egiziani aggrediti saba io scorsoda alcuni giovani di San Cono:
Pensavamo soltantoa fuggì rè dailamorìeead esso vogliamo andare via",! fregiovani. come ii loro amico svegliatesi
console egiziano, che chiede giustizia per i connazionali. Imanìo i tré san- domidiiari.pur essendo stata riconosciuta'
aggravante razziaie- CERACI ß MESSINEO PAGINA Ý PALERMO Gestione rifiuti aperta un'inchiesta FIASCONARO
PAGINA 8 Catania penalizzato: si parte da -7 Lo Monaco: Pronti tutti i ricorsi pionato è arrivata a "mazzata" che ormai
limi comunque si aspettavano: il Carania Ý srato - ' a o di 6 punii per il "caso Castro". Diventeranno 7 perconîributi non
pagati nei Eel-mini previsti nella scorsa sEagio- munque pi-eannunciato ricorso: eFaremo di tutto per avere
riconosciute non cerchiamo aiibì e ci candidiamo per un torneo' classifica. GIOVANNI F1NOCCHIARO PAGINA 18
AREA SANREMO Da tutta l'Isola aTerrasini per sognare l'Ariston -tit_org-
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Protezione civile e Croce Rossa in preallarme: Noi siamo pronti
[Gandolfo Maria Pepe]
GLI AIUTI NISSENI. Si mobilitano anche i donatori di sangue Le principali associazioni nissene di volontariato, Croce
Rossa, Protezione Civile, Fidas ed Avis si sono subito attivate in seguito al terribile terremoto che ieri mattina ha
colpito Lazio, Marche e Umbria. La mobilitazione è cominciata già alle prime ore dell'alba. Alle 6 del mattino il
presidente del comitato di Caltanissetta di Croce Rossa, Nicolo Piave, ha ricevuto il primo messaggio da parte del
presidente nazionale Francesco Rocca in cui preannunciava la mobilitazione di tutta la Croce Rossa. "Å' arrivata la
comunicazione del presidente - afferma Piave - dal momento che lui stesso ha assunto tutti i poteri di coordinamento
dell'associazione, compresi i Corpi della Cri ausiliari delle Forze Armate, per i servizi di pronto intervento fino al
termine dello stato di emergenza. 1 volontari egli operatori della Cri con unità cinefile, squadre di soccorso e
ambulanze hanno raggiunto subito i luoghi del disastro. Noi come sede provincialedi Caltanissetta siamo stati allertati,
ci è stato chiesto il censimento delle risorse e dei mezzi e se e quando sarà necessario siamo pronti a partire. Credo
che ciò però non avverrà prima di qualche giorno, perché, per la regola dei cerchi concentrici, prima partiranno i
volontari delle Regioni coinvolte e di quelle limitrofe e poi anche gli altri". Anche la Protezione civile è stata subito
mobilitata, il presidente della Regione Crocetta ha firmato l'ordinanza per la collaborazione con mezzi e uomini. La
macchina si è messa in moto anche nel Nisseno; pronta a partire la Prociv di Niscemi. "Siamo stati allertati e siamo
pronti a partire, ma al momento non abbiamo richieste precise - affermano alla Prociv - almeno finquando non si
concluderà la prima fase di emergenza e non verranno costruiti i campi di assistenza ai terremotati". Prociv che con i
suoi oltre quaranta volontari è specializzata in queste situazioni, essendo già stata a L'Aquila e in Emilia Romagna in
occasione dei precedenti terremoti, ed a Giampilieri, Falcone e Saponara per le alluvioni. Una delle prime necessità
del momento è la richiesta disperata di sangue per i feriti, ma al momento alle due associazioni nissene - Fidas e Avis
- non è arrivato nessun sollecito specifico. "Ufficialmente non abbiamo ricevuto nulla - afferma Roberta Lopiano, della
segreteria Fidas - però siamo in costante contatto diretto con chi opera nelle Regioni colpite, siamo in allerta e pronti
ad aiutare nel caso ci venissero richieste sacche di sangue. Invitiamo tutti i donatori della nostra associazione a dare
una mano, in un momento così terribile per i connazionali colpiti da questo disastro". "L'Avis nazionale al momento sta
gestendo questa emergenza sangue con ripetuti appelli ai donatori - afferma il presidente della sezione provinciale
Gaetano Giambusso -. A noi direttamente ancora non è stato chiesto nulla. Faccio comunque un appello ai nisseni di
venire a donare, facciamoci trovare pronti in caso di bisogno". CANDOLFO MARIA PEPE -tit_org-
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25-08-2016
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Nizzi: La mia ordinanza illegittima ma necessaria
[Redazione]
Il sindacoaveva firmata all indomani dell incendio alla discarica di SpirituSantu Ma la Provincia ne aveva subito
preparata un altra in quanto entecompetenteTags discarica rifiuti ordinanza24 agosto 2016[image]OLBIA. La discarica
di Spiritu Santu fa litigare Provincia e Comune.L amministratore straordinario dell ente, Guido Sechi, ha firmato una
ordinanzache autorizza il Cipnes a conferire il rifiuto secco nell impianto senzatriturarlo. Una misura tampone
dopoincendio di sabato. Un provvedimentolegittimo, a differenza di quello firmato 24 ore prima dal sindaco
SettimoNizzi. Tutto mi sarei aspettato da un vecchio burocrate come Sechi ma non unattacco personale così violento
nei miei confronti, commenta il primocittadino. Sechi aveva precisato cheordinanza del Comune non aveva
alcunalegittimità. Spetta infatti alla Provincia la competenza in materia ambientale. Sappia Sechi che non è stato
messo lì per impartire lezioni a nessuno aggiunge Nizzi. Come prevede il galateo istituzionale bene avrebbe fatto
benea chiamarmi e a ringraziarmi per aver firmatoordinanza che autorizzava icamion del secco a entrare alla
discarica piuttosto che soffermarsi a farevalutazioni di altro tipo. Il mio intervento all indomani dell incendioall impianto
di Spiritu Santu era doveroso. Sabato sera, mentre Sechi si godevale vacanze o era in panciolle io mi preoccupavo
del problema che riguardava ilcomune di Olbia, di mia competenza. Perché spetta al sindaco salvaguardare ilproprio
territorio quandoè rischio di danno all ambiente e alla salutepubblica. Nizzi sottolinea ancora la scorrettezza
istituzionale. Invece dibearsi sulla stampa per aver firmato una ordinanza formalmente corretta potevachiamarmi
aggiunge
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25-08-2016
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Ancora vento e incendi nell`isola
[Redazione]
A Siniscola distrutti cinque ettari, fiamme anche a Badesi e Alà dei Sardi24 agosto 2016[image]SASSARI. Un altra
giornata complicata perisola sul fronte incendi. Il fortevento ha alimentato diversi focolai. I più impegnativi a Siniscola
e Badesi.Il primo violento incendio si è sviluppato dopo mezzogiorno nelle campagne diSiniscola vicino al confine con
il territorio di Irgoli, nella località diBatazzeri. Le prime fiamme sono state segnalate dalla vedetta di Forestas
delcantiere di Unichedda. Quando ha visto il fumo, il forestale ha lanciatol allarme e richiestoinvio sul posto delle
squadre antincendio di Siniscola,Torpè e Lodè, coordinate dagli agenti del corpo forestale di Siniscola.
Arinforzareapparato antincendio sono arrivate alcune squadre dei vigili delfuoco, i barracelli e volontari. Le operazioni
di spegnimento sono statesupportate dai lanci di acqua di due elicotteri e infine intorno alle 14 èintervenuto anche un
Canadair. E cosìincendio è stato domato. Danni limitativisto che la superficie, poco meno di 5 ettari, attraversata dalle
fiamme eraquasi interamente pascolativa e ricca di macchia mediterranea.Dopo Siniscola, fuoco anche ad Alà dei
Sardi e a Badesi.incendio è divampatonel pomeriggio ad Alà dei Sardi e poco dopo a Badesi. In entrambi i casi
lefiamme sono state domate, dopo circa tre ore di lavoro, grazie all allarmeimmediato arrivato dai punti di
avvistamento, ed al pronto intervento di uominie mezzi, aiutati anche dai volontari. Ad Alà dei Sardi, il fuoco,
sicuramentedi origine dolosa, è scoppiato nel primissimo pomeriggio, momento ormaipreferito dagli incendiari, nella
località Cantoniera Mazzinaiu. Spinte da unmaestrale che soffiava con direzione variabile, le fiamme hanno aggredito
unbosco di sughero. Sul posto venivano fatti confluire anche due Canadair e dueelicotteri che, dopo una serie di lanci,
riuscivano a domareimpeto delfuoco. A terra uomini del corpo forestale e dell agenzia Forestas che a tardasera
stavano ancora bonificando la zona. In fumo circa cinque ettari di unsughero pregiato. A Badesi, le fiamme, per cause
che i forestali stannocercando ancora di individuare, sono scoppiate sulla provinciale 190 SantaTeresa Castelsardo,
intorno alle 14,50, nella frazione di Muntiggjoni inlocalità Suzzoni. Sul posto sono intervenuti i forestali di Tempio e
Trinità,quattro mezzi di Forestas, la protezione civile ed i barracelli, sempre diTrinità e i carabinieri di Tempio che a un
tratto, sulla trafficatissima stradaturistica, hanno dovuto interrompere il traffico a causa del fumo intenso e perla scarsa
visibilità. Sul posto anche un elicottero e un Canadair che hannoavuto ben presto ragione delle fiamme. Alle 17 la
lotta al fuoco, poteva dirsiconclusa
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25-08-2016
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Ritorno di fiamma, 55enne ustionato
[Redazione]
Villaurbana, uomo investito dal fuoco dopo aver cercato di riaccendere unfornello sul quale preparava la conserva di
Simonetta SelloniTags ustionato vigili del fuoco24 agosto 2016[image]VILLAURBANA. Un uomo di 55 anni, Panfilo
Vinci, è rimasto ustionato dal ritornodi fiamma di un fornello sul quale aveva sistemato un pentolone dove
stavapreparando la conserva di pomodori. È successo ieri sera poco prima delle 17,in una casa di via Umberto, nel
centro storico del paese. Panfilo Vinci è statoletteralmente scaraventato fuori dallo stanzino, attiguo alla casa, ed è
finitonel cortiletto. Ha riportato ustioni di secondo grado sul 40 per cento delcorpo. Lo ha soccorso il 118, quindi è
stato necessario mobilitareelicotteroDrago dei Vigili del fuoco di stanza ad Alghero che lo ha trasportato alreparto
Grandi ustionati del Santissima Annunziata di Sassari. Le suecondizioni sono gravi, ma non corre pericolo di vita.Una
scena che ancora si può vedere in tanti dei paesi dell isola, dove inquesto periodo si fa la provvista della conserva dei
pomodori perinverno. Lastava preparando anche Panfilo Vinci, che lavora come operaio nel Comune diVillaurbana.
Qualche giorno fa, nel suo profilo Facebook, aveva orgogliosamentemostrato le pentole disposte ordinatamente nel
cortile, con i pomodori perini,quelli più adatti per la conserva. Ieri qualcosa è andato storto.Panfilo Vinci ha fatto più o
meno quello che fanno tutti: ha allestito in unlocale vicino alla casa un fornellone attaccato a una bombola di gas, in
gradodi tenere alte le temperature, come serve quando si fa la conserva. Lo stanzinoè piccolo, ha una porta e una
finestrella. Per qualche ragione, dopo aver messoil pentolone sul fornello, Vinci si è allontanato dal locale. Il
fornellone,forse per via di un colpo di vento, si è spento. Quandooperaio è rientratonello stanzino, si è accorto che la
fiamma era spenta. Ha fatto la cosa piùnormale: ha provato a riaccenderla, senza tenere in considerazione il fattoche,
anche con la fiamma spenta, il gas ha continuato a uscire dalla bombola. Eha saturato il piccolo locale, tanto che la
fiamma ha investito in pienol uomo, scaraventandolo fuori dal locale.Subito sono scattati i soccorsi. Da Oristano sono
arrivati i Vigili del fuoco,coordinati dall ispettore Ignazio Addari. Panfilo Vinci non ha mai persoconoscenza, ora ha
davanti a sé un lungo periodo di degenza.Alla base dell incidente, un imprudenza. Sottolineaispettore Addari: Bisogna
stare attenti e ricordare che questi fornelloni non
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Allarme siccità, anche i pozzi senz`acqua
[Redazione]
Molti orti non esistono più e i contadini pagano per i rifornimenti con leautobotti. Possibile il divieto di innaffiare le
piante di Angelo MavuliTags siccità24 agosto 2016[image]TEMPIO. Sull alta Gallura e non solo, già pesantemente
colpita dagli incendi,si prospetta oraincubo siccità. La maggior parte dei pozzi stanno infattidando pochissima acqua e
molti di questi, sono del tutto inariditi. Alcuni ortifamiliari, nelle campagne attorno a Tempio, sono quasi in stato di
abbandono ealtri sopravvivono solo grazie ad autobotti private che li innaffiano apagamento su richiesta dei
proprietari. Mai come ora - dice un anzianocontadino -, fu più vero il detto che costa più la salsa che il coniglio.
Laverdura adesso mi costa il triplo e il quadruplo rispetto ai prezzi di mercato.A mia memoria, con possedimenti sulla
statale 133 Tempio-Palau, non ricordo diaver mai visto mancareacqua nel mio pozzo. La conferma della grave
siccitàperò arriva anche dal sindaco Andrea Biancareddu che qualche giorno fa si èdetto preoccupato di fronte alla
possibilità di dover adottare un ordinanza chevieta di innaffiare le piante e da Francesco Quargnenti, assessore all
ambienteche si serve della cisterna autotrasportata della Protezione civile AltaGallura per innaffiare il roseto che
adorna la rotatoria di Manzoni,diversamente destinato a seccarsi.acqua - dice Francesco Quargnenti -, viene
prelevata dalla stazione dipompaggio delle tre Fontane, recentemente riattivata, anche come punto diprelievo
peremergenza incendi. 10 mila litriacqua che settimanalmenteriserviamo al roseto della rotatoria di Manzoni. Il pozzo,
realizzato a suotempo sul posto, infatti, si è rivelato insufficiente. Da mercoledì prossimo,grazie alla disponibilità della
vicina autocarrozzeria Musselli group che hapermesso al Comune di allacciarsi al suo capiente e fornito pozzo con
unimpianto volante,
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Maninchedda attacca: Galletti sbaglia tutto
[Redazione]
L assessore risponde alle accuse del ministro di non avere speso le risorse: Nessuna lezione da chi si è ingoiato una
portaerei in un parco senza direnulla 24 agosto 2016[image]CAGLIARI. La visita del ministro finisce in una guerra
istituzionale. Gian LucaGalletti che ha la guida dell Ambiente nel governo Renzi nella sua visita lampoa Capoterra
lancia un paio di siluri contro la giunta Pigliaru. A novembre dice abbiamo messo in campo finanziamenti per il
dissesto idrogeologico epoco prima della pausa estiva il Cipe ha deliberato altre risorse per laSardegna, mi pare che
ci siano oltre 200 milioni disponibili. Mi aspetto chequesti soldi vengano spesi bene e subito, visto che il presidente
della Regionesarda è commissario straordinario per queste opere. Dichiarazioni comescintille. Ci pensa una
notteassessore ai Lavori pubblici Paolo Maninchedda,che si presenta davanti ai lavori fatti dalla Regione per
rinforzare gli arginidel fiume che era esondato. Il ministro dell Ambiente ha rimproverato laRegione, ma ha sbagliato il
destinatario dice Maninchedda e ha sbagliato lalocalità in cui questa affermazione è stata fatta. Il ministro Galletti,
hafatto un sopralluogo a Poggio dei Pini dove sono in programma lavori per lamitigazione del dissesto idrogeologico
dopo l'alluvione del 2008. Speriamo chele vacanze del ministro finiscano al più presto continua Manichedda.
Nonaccettiamo lezioni di impatto paesaggistico da chi si è ingoiato una portaereiin un parco nazionale senza dire
mezza parola, da chi va nei luoghi delletragedie senza informarsi e da chi rimprovera alla Regione lentezza nella
spesaquando questa è l'unica Giunta che ha inaugurato i lavori per il rischioidrogeologico. Non ricordo da parte del
ministro nessuna iniziativa pervelocizzare la spesa delle risorse stanziate per le aree alluvionali. È inutileche il ministro
per la terza volta ricordi i fondi che ha stanziato, perchéquegli 80 milioni previsti per l'isola vengono erogati e previsti
in otto anniperché devono essere compatibili con le esigenze di cassa di una repubblicaquale quella italiana che ha 2
miliardi e 200 milioni di euro di debiti.Ma la polemica diventa una lotta di tutti contro tutti. Il consiglio Comunaledi
Capoterra contesta la Regione e il progetto di un ponte indispensabile permitigare il rischio idrogeologico. Contro il
ministro interviene il leader diForza Italia Ugo Cappellacci. Pochi giorni dopo la messinscena della firma delpatto con
Renzi, volano già gli stracci dice Cappellacci. Emerge giornodopo giorno la verità di un governo che fa il generoso con
soldi che sono giàdei sardi, spesso li blocca e poi scippa cifre doppie rispetto a quellepromesse e mai arrivate. Il tutto
viene condito con le passerelle nella nostraisola di ministri in ciabatte e costume da bagno spacciate per
iniziativepolitiche. Ogni tanto qualcuno si sveglia perché deve tarsi un tonoindipendentista, ma la caratteristica di
questa giunta regionale èl appiattimento totale sulle scelte del governo nazionale. Critico anche ilparlamentare di
Unidos Mauro
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Monitoraggio dei servizi radio-televisivi
Data
25/08/2016
Titolo Trasmissione
Ora
Emittente
blogsicilia.it
Incendio centro migranti, paura all&#8217;hotspot di Lampedusa
Incendio centro migranti, paura all&#8217;hotspot di Lampedusa
Incendio centro migranti Un incendio è divampato nell area hotspot diLampedusa destinata all accoglienza dei migranti. le fiamme si sono
sviluppate,probabilmente in maniera dolosa, da materassi e altri oggetti che si trovavanonelle camerate. Gli immigrati avrebbero messo i materassi
a terra e dietro alleporte incendiandoli, per non consentire ai vigili del fuoco di entrare espegnere le fiamme.Non è la prima volta che gli ospiti di
questo e altri centri danno alle fiammei materassi all interno della struttura nel tentativo di creare confusione escappare o per semplice protesta . In
questo caso l incendio è stato subitocircoscritto grazie a una squadra dei vigili del fuoco sempre in allerta è inservizio davanti al cancello del centro
di accoglienza su disposizione delprefetto di Agrigento Nicola DiomedeI vigili sono subito stati chiamati dal personale e sono
intervenutiimmediatamente facendo irruzione nelle camerate con l ausilio del personale disorveglianza e hanno spento subito le fiamme. Tutto si è
risolto conpochissimi danni alle stanze dove alcuni immigrati avevano appiccato il fuoco.Polizia e carabinieri stanno indagando per identificare gli
autori del gestoche avrebbe potuto provocare ancora una volta un incendio come quellidegli scorsi anni che hanno più volte danneggiato i
padiglioni del centro diaccoglienza.(foto repertorio)
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blogsicilia.it
25-08-2016
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Terremoto, la terra continua a tremare, oltre 60 scosse: cresce il bilancio delle vittime
[Redazione]
Una nuova scossa di terremoto di magnitudo 4.5 è stata registrata alle 5:17con epicentro tra Accumoli, nel Reatino, e
Arquata del Tronto, in provincia diAscoli Piceno. E la più forte dello sciame sismico che segue il terremotodevastante
delle 3,36 di ieri che ha dato il via alla distruzione in CentroItalia.La scossa è stata chiaramente avvertita dalla
popolazione nei territori diMarche e Lazio diffondendo altro panico. Secondo i dati dell Istituto nazionaledi geofisica e
vulcanologia (Ingv), il sisma ha avuto ipocentro a circa 10km di profondità.Complessivamente sono oltre 60 i terremoti
seguiti alla prima scossa 6.0. Daoltre 24 ore la terra non smette di tremare con scosse anche molto consistentie
chiaramente avvertite dalla popolazione già colpita e stremata.E nella notte arriva anche un drammatico
aggiornamento del bilancio ufficialedelle vittime. Sono 159 i morti accertati del sisma tra Lazio, Umbria e Marche.Nel
reatino hanno perso la vita 106 persone, nell ascolano 53. Il bilancio,diffuso a tarda sera dal dipartimento della
Protezione Civile.Ma questo stesso bilancio è in continuo aggravamento. Non ci sono confermeufficiali, ma secondo
alcuni soccorritori, il bilancio delle vittimedel terremoto nelle Marche sarebbe molto più pesante di quanto risulta
finora:83 morti. Quarantasei vittime si contano ad Arquata del Tronto, ma a queste siaggiungerebbero le 37 nella
frazione di Pescara del Tronto. Se questi datifossero confermati al bilancio complessivo andrebbero aggiunte altre
30vittime.Continuano le operazioni di soccorso e quelle di ricerche dei dispersi. Duepersone mancano all appello ad
Arquata del Tronto, comune a 9 chilometridall epicentro del sisma. 4370 gli uomini impegnati dalla Protezione
civilenell area e con il passare delle ore anche questo impegno è destinato acrescere.Leggi ancheTerremoto nel
centro Italia, un siciliano estratto dalle macerie ad AmatriceSicilia trema e piange con le MarcheGrande il rischio
sismico perIsolaTerremoto Marche, la Sicilia si mobilita: Immediata disponibilità 50 anni di terremoti in ItaliaDalla Valle
del Belice ad AmatriceMedici volontari siciliani sui luoghi colpiti dal sisma
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corrierediragusa.it
25-08-2016
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ROMA - I siciliani si mobilitano come un sol uomo per fornire aiuti alla popolazione colpita
dal sisma. Raccolta fondi Cei e Comitato San Giovanni"
[Redazione]
ROMA - 25/08/2016Attualit - Assicurati la collaborazione della Protezione civile e la raccoltadi sangueI siciliani si
mobilitano come un sol uomo per fornire aiuti alla popolazionecolpita dal sisma. Raccolta fondi Cei e Comitato San
GiovanniTutti possono contribuireDuccio GennaroFoto Corrierediragusa.itProtezione civile e raccolta di sangue. Sono
i primi interventi che la Siciliadà in termini di aiuto alle popolazioni colpite dal sisma nell Italia centrale.Il presidente
della Regione Rosario Crocetta con un ordinanza ha dato mandatoalla Protezione civile regionale di raccordarsi con
quella nazionale perfornire immediatamente ogni forma di collaborazione ed assistenza necessarie,in termini di mezzi
e uomini.La struttura regionale ha già allertato tutte leproprie strutture territoriali in Sicilia per il necessario raccordo ed
è giàin collegamento con i livelli nazionali. A supporto dell emergenza trasfusionidi sangue per le vittime del sisma, all
aeroporto di Catania sarà disponibileda giovedì un autoemoteca Avis peraccoglienza dei donatori. Il camperdell Avis
sosterà dalle 8 alle 12 al piano arrivi, sotto la torre (ingressoovest, accanto al parcheggio P2). Le sacche di sangue
raccolte a Cataniapartiranno quindi per Roma, dove saranno smistate dal Centro Nazionale Sangue(Cns) che ha
attivato il Piano strategico nazionale per il supportotrasfusionale nelle maxi emergente.SOLIDARIETA FATTIVA DEL
PARROCO E DEL COMITATO S. GIOVANNI DI RAGUSAL immane tragedia accaduta proprio durante i giorni che
precedono la Festa delBattista a Ragusa, ha indotto il Parroco e il Comitato Festeggiamenti adestinare, tramite la
Caritas Diocesana, una somma del contesto della festaalle necessità delle persone e dei luoghi colpiti dal terremoto.
"L attenzioneper i nostri fratelli del Centro Italia - si legge nella nota - vuole essere ungesto di solidarietà ed esprimere
vicinanza da parte di tutta la Città diRagusa. Questo gesto si colloca nell ordine della straordinarietà,parallelamente
alla nostra attenzione ordinaria verso gli ultimi che nondobbiamo dimenticare. Ricordiamo su questo la Dimora del
Battista" fruttodella festa di San Giovanni dello scorso anno, che accoglie chi si trova indifficoltà abitative ed offre un
alloggio temporaneo (un tetto, un letto, unpasto): quest anno infatti abbiamo chiesto ai ragusani di condividere le
festedi famiglia con chi si trova in difficoltà attenzionando - conclude la nota -la Dimora del Battista.LA RACCOLTA
FONDI DELLA CEIA seguito del sisma ha colpito le popolazioni del centro Italia, la Presidenzadella Cei ha disposto
uno stanziamento immediato di un milione di euro daifondi 8mille e ha indetto una colletta nazionale di solidarietà per
domenica18 settembre.Le modalità per contribuire:Caritas Italiana, Via Aurelia 796 - 00165 Roma, utilizzando il conto
correntepostale n. 347013 o mediante bonifico bancario su Banca Popolare Etica, viaParigi 17, Roma Iban: IT 29 U
05018 03200 000000011113 specificando nellacausale Colletta terremoto centro Italia.Offerte sono possibili anche
tramite altri canali, tra cui:- on line (sul sito www.caritas.it)- Banca Prossima, piazza della Libertà 13, Roma Iban: IT 06
A 03359 01600100000012474- Banco Posta, viale Europa 175, Roma Iban: IT91 P076 0103 2000 0000 0347 013UniCredit, via Taranto 49, Roma Iban: IT 88 U 02008 05206 000011063119.Caritas Italiana esprime vicinanza nella
preghiera e in coordinamento con leCaritas delle diocesi colpite si è attivata per i primi soccorsi.
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livesicilia.it
25-08-2016
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Terremoto, bilancio sale a 247 morti Scossa di magnitudo 4.5 all`alba
[Redazione]
E' salito a 247 il numero dei morti accertati del terremoto che ha colpitoLazio, Umbria e Marche. E' l'ultimo bilancio
diffuso dal Dipartimento dellaProtezione Civile. Le vittime sono 190 nel Reatino e 57 nell'Ascolano. Alle5:17 nuova
scossa di magnitudo 4.5, chiaramente avvertita in Marche e Lazio,tra Accumoli, Arquata del Tronto e Norcia. Continua
ad aggravarsi, dunque, ilbilancio del sisma di magnitudo 6 che alle 3,36 della scorsa notte ha scosso ilcentro Italia,
devastando una serie di centri tra Lazio, Umbria e Marche. Sonomigliaia gli sfollati che hanno passat la prima notte
nelle tende, mentre sicontinua a scavare nei centri colpiti ancora al centro di uno sciame sismicocome conferma
l'Ingv. La situazione sismica nella zona del terremoto infatti"continua ad essere di forte attivita con molte repliche che
si susseguononell'area"."I nostri paesi d'inverno sono quasi completamente disabitati, mentre d'estatetriplicano le
presenze", dice a Sky Tg24 Aleandro Petrucci, sindaco di Arquatadel Tronto, spiegando le difficoltà a individuare il
numero esatto deidispersi.L'incubo era iniziato alle 3.36 della notte tra martedì e mercoledì con unascossa di
magnitudo 6: epicentro vicino Accumoli, piccolo comune di circa 650abitanti in provincia di Rieti, ma che in questo
periodo ospita moltivilleggianti e turisti. Ipocentro a soli quattro chilometri di profondità ecosì la scossa veniva avvertita
fino in Campania. Dopo meno di un'ora unsecondo violento sussulto: 5.4 la classificazione data dall'Ingv.
Distruttoanche il paese di Amatrice, nel Lazio.IN AGGIORNAMENTOLA CRONACA DI IERI
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palermo.repubblica.it
25-08-2016
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Terremoto, sale a 247 il numero delle vittime
[Redazione]
Roma, 25 ago. - Sale a 247 il numero delle vittime del sisma nell'Italiacentrale. Il tragico bilancio, comunicato dalle
Prefetture di Rieti e AscoliPiceno, si e' aggravato: 190 sono i morti in provincia di Rieti, 57 quelli inprovincia di Ascoli
Piceno. Le attivita' di ricerca sono proseguite nel corsodi tutta la notte e continuano tuttora..
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lagazzettatrapanese.it
25-08-2016
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Incidente alla "Monte Erice", una simulazione per il personale di soccorso
[Redazione]
pubblicato il 24 agosto 2016 Un incidente con un possibile conseguenziale incendio a bordo di una vettura. Nulla sarà
vero ma solo una simulazione per il personale di soccorso che durante la 58 edizione della Monte Erice opererà in un
esercitazione vera e propria.iniziativa è stata prevista dalla Federazione in collaborazione conAutomobile Club
Trapani, presieduto da Giovanni Pellegrino, ente organizzare del decimo round del Campionato italiano velocità
montagna, previsto in Sicilia dal 16 al 18 settembre. Nella giornata di venerdì 16 settembre sono previste delle
simulazioni di intervento del team di estricazione decarcerazione, a cura della specializzata struttura siracusana
Rangers del fuoco. I tecnici interverranno su auto scoperte di tipo biposto o monoposto e auto coperte di tipo Turismo
o Gran Turismo. Le simulazioni prevedono ancheimpegno nell esercitazione di una intera squadra di soccorso. Siamo
stati immediatamente concordi nella scelta della Federazione di scegliere la Monte Erice come sede dell esercitazione
ha commentato Giovanni Pellegrino, Presidente dell AC Trapani la nostra organizzazione è sempre stata sostenitrice
e promotrice delle normative previste e degli elevati standard di sicurezza imposti. Per cui tutto il nostro staff sarà
impegnato nel più completo supporto alla simulazione.LE MANOVRE DI ESTRICAZIONE E DECARCERAZIONE Nel
particolare, simulando sui tornanti che conducono a Erice, un incidente con pericolo per il pilota, il team di
decarcerazione avrà il compito principale di intervenire sull auto da competizione danneggiata, al fine di permettere il
recupero dei piloti coinvolti. Opererà il personale specializzato ma anche le vetture di intervento rapido
completamente attrezzate del materiale conforme alle norme. Durante la simulazione il personale sarà impegnato
anche nella tecnica di estricazione, cioè tutte quelle manovre necessarie per recuperare in sicurezza il pilota.
Simulandoincidente, gli operatori di soccorso provvederanno al recupero del pilota con un apposita
manovra.TRACCIATO IMPEGNATIVO Sulla Monte Erice è puntata oramaiattenzione dei piloti che stanno seguendo il
Campionato italiano di velocità in montagna.interesse è, soprattutto, per il tracciato difficilissimo, viste sempre le due
condizioni climatiche che si alternano dalla partenza all arrivo. Saranno messi a dura prova assetti e guida spiega il
presidente dell AC Trapani, Giovanni Pellegrino. La Monte Erice è una gara nella gara, ma è anche tradizione di una
terra che vuole difendere e alimentare questo lembo di Sicilia occidentale nel Mediterraneo ha detto Pellegrino.
Questo spiega perché per la prima voltaAC Trapani èACI Italia hanno siglato un protocollo internazionale
conorganismo Ufficiale dell Automobil Club di Malta, per la formazione degli Ufficiali di gara maltesi da tenersi a
ridosso della manifestazione.evento inciderà notevolmente sull incoming turistico dell agro-ericino ma anche dell
intera provincia, vistaospitalità da garantire ad addetti ai lavori, appassionati, piloti e staff tecnici provenienti da tutta
Italia.
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