INFORMAZIONE E FOMAZIONE DI BASE IN MATERIA DI SICUREZZA

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INFORMAZIONE E FOMAZIONE DI BASE IN MATERIA DI SICUREZZA
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COMUNI MODENESI AREA NORD
INFORMAZIONE E FOMAZIONE DI
BASE IN MATERIA DI SICUREZZA
(art. 36 D.Lgs. 81/2008)
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Ai sensi dell’art.36 – Sezione IV, del D.Lgs. 81/08, è stato
predisposto il manuale:
SICUREZZA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE DI BASE
che in data:
viene consegnato al Sig.
quale informazione di base in materia di comportamenti
da tenere all’interno dell’azienda, per la propria e altrui
sicurezza.
(Firma per ricevuta)
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La presente informativa viene consegnata al dipendente in riferimento al modulo di
consegna della documentazione e dei DPI.
Lo scopo della consegna di questo opuscolo informativo è quello di informare e formare il
dipendente in merito alle metodologie di prevenzione e protezione da adottare nello
svolgere la propria mansione nel settore in esame. Sono inoltre inseriti i punti chiave del
D. Lgs 81/08 “Testo Unico sulla Salute e Sicurezza sul Lavoro” in quanto nuova normativa
di riferimento in termini di sicurezza sul luogo di lavoro, a seguito dell’abrogazione della
precedente normativa (fra cui il D.Lgs. 626/1994).
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INDICE
- D.Lgs.81/08
- Principali novità
- Definizioni – Lavoratore
RLS
RSPP
MC
- Organizzazione del sistema di sicurezza aziendale
- Pericolo – Rischio – Danno
- Sicurezza – Protezione – Prevenzione
- La segnaletica di sicurezza
- Movimentazione manuale dei carichi
- Rischio Chimico
- Rischio Biologico
- Dispositivi di Protezione Individuale
- Scheda di Mansione
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IL DECRETO LEGISLATIVO 81
DEL 9 APRILE 2008
ATTUAZIONE LEGGE 3 AGOSTO 2007 N.123
PER IL RIASSETTO E LA RIFORMA DELLE
NORME VIGENTI IN MATERIA DI SALUTE E
SICUREZZA DELLE LAVORATRICI E DEI
LAVORATORI NEI LUOGHI DI LAVORO,
MEDIANTE IL RIORDINO ED IL
COORDINAMENTO IN UN UNICO TESTO
NORMATIVO.
PRINCIPALI NOVITA’ DEL TESTO UNICO:
Ampliamento del campo di applicazione (oggettivo e soggettivo);
Ricomprende tutte le normative già contenute nel 626/94, quindi:
Istituzione, in ogni azienda, del Servizio di Prevenzione e Protezione (S.P.P.);
Introduzione di un Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza (RSL) e suo
attivo coinvolgimento nel sistema di sicurezza;
Introduzione della figura del medico competente;
Coinvolgimento diretto ed attivo di qualsiasi partecipante all’attività dell’azienda;
Consultazione dei lavoratori, tramite i loro rappresentanti appositamente
designati, in materia di prevenzione e protezione;
Considerazione, come autonomi fattori di pericolo, dei videoterminali e della
movimentazione manuale dei carichi;
Obbligo, per ogni azienda, di redigere e conservare un documento di
valutazione dei rischi esistenti e delle misure programmate per la loro riduzione
o eliminazione;
Obbligo di predisporre piani di emergenza;
Obbligo di organizzare riunioni periodiche a cui partecipano tutte le figure chiave del
sistema di sicurezza;
Obbligo di informare e formare ogni lavoratore;
Misure di protezione da agenti cancerogeni;
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Misure di protezione da agenti biologici;
Misure di protezione da agenti chimici;
-
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Comprende altre norme extra 626/94 (es. cantieri, vibrazioni, segnaletica,
rumore, amianto, piombo, ecc.);
Rafforzamento delle prerogative di RLS, RLST E RLS di “sito” (es. cantieri);
Istituzione del libretto sanitario e di rischio personale per ogni lavoratore;
Coordinamento delle attività di vigilanza;
Finanziamento di azioni promozionali private e pubbliche;
Ruoli e compiti degli Istituti/Enti (INAIL, ISPESL, …..);
In-Formazione: allargata per varie figure: RLS, RLST, Preposti, ecc.;
Introduce i rischi collegati a stress da lavoro, i rischi riguardanti le
lavoratrici in stato di gravidanza e quelli connessi alle differenze in genere,
all’età, alla provenienza da altri paesi;
Sanzioni;
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DEFINIZIONI:
LAVORATORE
chi è?
Cosa deve fare?
PERSONA CHE SVOLGE UN’ATTIVITA’ LAVORATIVA
NELL’AMBITO
DELL’ORGANIZZAZIONE
DI
UN
DATORE DI LAVORO PUBBLICO O PRIVATO
(EQUIPARATI: soci lavoratori di cooperative o di società,
utenti di servizi di orientamento o formazione scolastica,
universitaria e professionale avviati presso DdL, allievi di
istituti di istruzione ed universitari, partecipanti a corsi di
formazione professionale, i volontari dei VV.FF. e della
Protezione civile,il volontario che effettua il servizio civile;
ESCLUSI: addetti a servizi domestici e familiari con rapporto
di lavoro subordinato anche speciale)
Osservare le disposizioni e le istruzioni impartite dal
datore di lavoro
Non rimuovere o modificare i dispositivi di sicurezza,
segnalazione e controllo
Utilizzare correttamente i DPI
Segnalare possibili situazioni di pericolo
Sottoporsi a controlli sanitari
N.B. partecipare ai programmi di formazione
organizzati dal datore di lavoro
RLS
chi è?
Cosa deve fare?
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PERSONA O PERSONE ELETTE O DESIGNATE, IN
TUTTE LE AZIENDE O UNITA’ PRODUTTIVE, PER
RAPPRESENTARE I LAVORATORI RELATIVAMENTE
AGLI ASPETTI DELLA SALUTE E DELLA SICUREZZA
DURANTE IL LAVORO.
Riceve informazioni e documentazione aziendale
Adeguata formazione
Partecipa alla riunione periodica di prevenzione e
protezione dai rischi
Avverte il responsabile dell’azienda dei rischi individuati
nel corso della sua attività
Viene tenuto aggiornato sulla documentazione per ciò
che concerne la salute e la sicurezza dei lavoratori in
azienda
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RSPP
chi è?
Cosa deve fare?
PERSONA DESIGNATA DAL DATORE DI LAVORO IN
POSSESSO DI ATTITUDINI E CAPACITA’ ADEGUATE.
Individuare e valutare i fattori di rischio
Individuare misure per la sicurezza e la salute
Elaborare misure preventive e protettive insieme alle
persone che compongono il gruppo di prevenzione e
protezione
Fornire ai lavoratori le informazioni sui rischi generali e
specifici per la sicurezza e la salute
Partecipare alla riunione periodica di prevenzione e
protezione
MEDICO COMPETENTE
chi è?
Cosa deve fare?
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MEDICO IN POSSESSO DI SPECIALIZZAZIONE IN
MEDICINA DEL LAVORO, DOCENZA O LIBERA
DOCENZA IN MEDICINA DEL LAVORO E
AUTORIZZAZIONE
Effettuare la sorveglianza sanitaria e le visite richieste
dal lavoratore (se correlate ai rischi professionali)
Esprime un giudizio di idoneità alla mansione
informandone il datore di lavoro e il lavoratore
Preparare e aggiornare la cartella sanitaria per ogni
lavoratore sottoposto a sorveglianza sanitaria
(rispettando il segreto professionale)
Collaborare alla stesura dei documenti relativi la salute
e sicurezza dei lavoratori in ambiente di lavoro
Partecipare alla riunione annuale di prevenzione e
protezione
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PERICOLO
CARATTERISTICA DI UN DATO ELEMENTO O SITUAZIONE PARTICOLARE
AVENTE IL POTENZIALE DI PROVOCARE UN DANNO
RISCHIO
PROBABILITA’ CHE SI VERIFICHI UN DANNO
DANNO
CONSEGUENZA DELL’INCIDENTE
IL RISCHIO E’ IN FUNZIONE DI:
-
GRAVITA’ DEL POSSIBILE DANNO,
FREQUENZA (E DURATA) DELL’ESPOSIZIONE,
PROBABILITA’ CHE L’EVENTO SI VERIFICHI,
E ANCHE DELLA POSSIBILITA’ DI EVITARE O LIMITARE IL
DANNO.
PxD=R
Dove P = probabilità che si verifichi un evento dannoso
D = gravità dei danni avuti in caso di incidente
R = rischio
RxE=I
Dove
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R = rischio
E = esposizione a tale rischio
I = indice di rischio
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FATTORI DI RISCHIO possono essere:
FISICI = rumore, vibrazioni, microclima, radiazioni ionizzanti e
non, illuminazione
CHIMICI = polveri, fumi, gas, vapori…
BIOLOGICI = virus, batteri, parassiti..
RISCHIO INFORTUNIO = mancanza DPI, azioni imprudenti,
carenze delle macchine..
ORGANIZZAZIONE LAVORO = fatica fisica (spostamento pesi),
fatica nervosa (ritmi di lavoro), affaticamento mentale….
SICUREZZA
CORRETTA APPLICAZZIONE DELLA PROTEZIONE / PREVENZIONE
PROTEZIONE
INSIEME DEI MEZZI E DEI COMPORTAMENTI CHE RIDUCONO IL DANNO
PREVENZIONE
INSIEME DEI COMPORTAMENTI E DEI MEZZI CHE RIDUCONO IL RISCHIO
INTERVENTI PER LA SICUREZZA
-
PROTEZIONE
PREVENZIONE
PROTEZIONE =
PREVENZIONE =
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Protezione macchine,
Protezioni collettive,
DPI
Strutturali,
Manutenzione,
Procedure,
Formazione
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LA SEGNALETICA DI SICUREZZA
Il datore di lavoro è tenuto a rendere edotti i lavoratori dei rischi specifici cui
sono esposti e portare a loro conoscenza le norme essenziali di prevenzione
mediante affissione, negli ambienti di lavoro, di estratti delle presenti norme
o, nei casi in cui non sia possibile l’affissione, con altri mezzi;
Tali disposizioni precisano quali dimensioni, simboli e colori debbano essere
adottati.
La presenza della segnaletica di sicurezza, in ogni sua espressione, garantisce
una guida comportamento dei lavoratori nell’ottemperare alle prescrizioni in
essa contenute con il risultato di una notevole riduzione del rischio di
infortunio e di una migliore organizzazione del lavoro. E’ chiaro altresì che la
cartellonistica dovrà essere posizionata in luoghi facilmente visibili e di
dimensioni adeguate.
CARTELLI DI SALVATAGGIO
Forma quadrata o rettangolare
- Pittogramma bianco su fondo verde
Percorso/Uscita di emergenza
Direzione da seguire
(segnali di informazione addizionali ai pannelli che seguono)
Pronto soccorso
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Barella
Punto sicuro
Lavaggio occhi
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Telefono
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CARTELLI DI DIVIETO
Forma rotonda
Pittogramma nero su fondo bianco, bordo e banda rossi,
Vietato fumare
Acqua non potabile
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Vietato fumare
o usare fiamme libere
Vietato ai pedoni
Divieto di accesso
alle persone non
autorizzate
Vietato ai carrelli
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Divieto di spegnere
con acqua
Non toccare
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CARTELLI DI AVVERTIMENTO
Forma triangolare
Pittogramma nero su fondo giallo, bordo nero
Materiale
Infiammabile
o alta temp.
Carichi sospesi
Materiale
esplosivo
Sostanze
velenose
Carrelli di
Movimentazione
Materiale
comburente
Radiazioni non
ionizzanti
Rischi biologico
Bassa temperatura
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Tensione
elettrica
pericolosa
Sostanze
corrosive
Pericolo generico
Campo magnetico Pericolo inciampo
intenso
Materiali
radioattivi
Raggi laser
Caduta con
dislivello
Sostanze nocive/irritanti
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CARTELLI DI PRESCRIZIONE
Forma rotonda
Pittogramma bianco su fondo azzurro
Protezione obbligatoria:
di occhi
del corpo
Casco di
protezione
del viso
dell’udito
delle vie
respiratorie
Calzature di
sicurezza
contro le cadute passaggio pedoni
Guanti di
protezione
obbligo generico
CARTELLI PER LE ATTREZZATURE ANTINCENDIO
Forma quadrata o rettangolare
Pittogramma bianco su fondo rosso
Direzione da seguire
(cartello da aggiungere a quelli che seguono)
Lancia
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Scala
Estintore
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Telefono per interventi
antincendio
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MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI
La movimentazione manuale dei carichi è costituita dalle operazioni di
trasporto o di sostegno di un carico a opera di uno o più lavoratori, comprese
le azioni del sollevare, deporre, spingere, tirare, portare o spostare un carico
che, per le sue caratteristiche o in conseguenza delle condizioni ergonomiche
sfavorevoli, comportino tra l'altro rischi di lesioni dorso-lombari;
La movimentazione manuale di un carico può costituire un rischio,
tra l'altro dorso-lombare, se:
- il carico è superiore ai 30 kg.
- è ingombrante o difficile da afferrare
- è in equilibrio instabile o il suo contenuto rischia di spostarsi
- è collocato in una posizione tale per cui deve essere tenuto o maneggiato
ad una certa distanza dal tronco o con una torsione o inclinazione del tronco
- può, a motivo della struttura esterna e/o della consistenza, comportare
lesioni per il lavoratore, in particolare in caso d’urto
Lo sforzo fisico può presentare un rischio, tra l’altro dorso-lombare, se:
- è eccessivo
- può essere effettuato soltanto con un movimento di torsione del tronco
- può comportare un movimento brusco del carico
- è compiuto con il corpo in posizione instabile
Le caratteristiche dell'ambiente di lavoro possono aumentare le
possibilità di rischio, tra l'altro dorso-lombare, se:
- lo spazio libero è insufficiente per lo svolgimento dell'attività richiesta
- il pavimento è ineguale, con rischi d'inciampo o scivolamento per le scarpe
calzate dal lavoratore - il posto o l'ambiente di lavoro non consentono al
lavoratore la movimentazione manuale di carichi ad un'altezza di sicurezza o
in buona posizione
- il pavimento o il punto di appoggio sono instabili
- la temperatura, l'umidità o la circolazione dell'aria sono inadeguate
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Esempio di come si deve sollevare in maniera corretta un carico da terra
Secondo la postura, per un carico di 50 Kg. la forza che viene esercitata a
livello delle vertebre lombari è di 750 Kg. o 150 Kg. Si ricorda che la posizione
corretta per il sollevamento è quella di destra e che il peso max che si può
sollevare è di 30 Kg per gli uomini.
L'attività può comportare un rischio, tra l'altro dorso-lombare, se
comporta una o più delle seguenti esigenze:
- sforzi fisici che sollecitano in particolare la colonna vertebrale, troppo
frequenti o troppo prolungati
- periodo di riposo fisiologico o di recupero insufficiente
- distanze troppo grandi di sollevamento, di abbassamento o di trasporto
- un ritmo imposto da un processo che non può essere modulato dal
lavoratore
Studi biomeccanici hanno evidenziato come la movimentazione manuale
dei pazienti comporti un carico discale superiore ai valori definiti tollerabili
(circa 275 kg nelle femmine e 400 kg nei maschi), infatti il carico massimo
agente sui dischi lombari durante il sollevamento da seduto a stazione eretta
di un paziente di 73 kg è pari a 641 kg; il carico medio sul disco L5/S1 nei
trasferimenti letto-carrozzina è pari a 448 kg ed un carico massimo di 800 kg
per un paziente non collaborante di 80 kg.
Inoltre in alcune manovre viene superato anche il valore di carico di rottura
delle unità disco-vertebra pari a circa 580 kg nei maschi e 400 kg nelle
femmine.
Ulteriori studi correlano il rischio da movimentazione manuale dei pazienti
anche a:
¾ Entità della disabilità del paziente
¾ Tipo di operazione di movimentazione effettuata
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¾ Frequenza giornaliera delle attività di sollevamento
¾ Formazione degli operatori
¾ Inadeguatezza dei letti o assenza di attrezzature (ausili per il
sollevamento dei pazienti)
Proprio in ambito ospedaliero-assitenziale è difficile quindi attuare
l’eliminazione del rischio come prevede la norma al titolo VI del D.Lgs. 81/08,
tuttavia l’attività di prevenzione, basata sulla valutazione analitica del rischio,
ha lo scopo, introducendo ausili e procedure adeguate, e attraverso la
formazione degli addetti e la sorveglianza sanitaria, di diminuirlo.
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RISCHIO CHIMICO
I rischi legati all’utilizzo di sostanze e preparati sono molteplici e in funzione
del tipo di prodotto utilizzato.
I danni provocati dall’esposizione a sostanze chimiche possono interessare
tutti gli organi e apparati:
reni
fegato
sistema nervoso centrale e periferico
apparato respiratorio
apparato riproduttivo
Alcune sostanze possono avere effetti a lungo termine:
mutageni: alterazione del patrimonio genetico
teratogeni: malformazione dell’embrione e del feto
cancerogeni: sviluppo di tumori
L’esposizione può, inoltre, far sorgere malattie allergiche:
asma
congiuntivite e riniti
dermatiti
SCHEDA DI SICUREZZA
Tutte le sostanze e i preparati chimici che l’azienda utilizza devono essere
accompagnati da una scheda di sicurezza redatta e consegnata dal fornitore.
In questa scheda sono contenute tutte le informazioni necessarie ad un
utilizzo in sicurezza dei prodotti. Le voci obbligatorie presenti su queste
schede sono:
1) identificazione del preparato e della società produttrice;
2) composizione ed informazione sugli ingredienti;
3) identificazione dei pericoli;
4) misure di primo soccorso;
5) misure antincendio;
6) misure in caso di fuoriuscita accidentale;
7) manipolazione e stoccaggio;
8) controllo dell’esposizione e della protezione individuale;
9) proprietà chimiche e fisiche;
10) stabilità e reattività;
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12)
13)
14)
15)
16)
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informazioni tossicologiche;
informazioni ecologiche;
considerazioni sullo smaltimento;
informazioni sul trasporto;
informazioni sulla regolamentazione;
altre informazioni;
ETICHETTATURA DELLE SOSTANZE PERICOLOSE
Tutte le sostanze chimiche devono essere contenute in specifici contenitori
muniti di etichette che devono riportare:
nome commerciale della SOSTANZA;
nome / indirizzo della DITTA PRODUTTRICE;
FRASI DI RISCHIO (R), che illustrano i rischi legati alla sostanza.
Ci sono 59 frasi di rischio, ad es. R11 = facilmente infiammabile
R20 = nocivo per inalazione….
FRASI DI SICUREZZA (S), che specificano le precauzioni d’uso.
Ci sono 60 frasi, ad es. S1 = conservare sotto chiave
S41 = in caso di incendio non respirare i fumi….
Quantitativo nominale per la vendita al dettaglio;
Simboli ed indicazione dei pericoli legati alla sostanza. I simboli hanno
sfondo arancione. I simboli ed indicazioni di pericolo sono:
SIMBOLI ASSOCIATI AI RISCHI PER LA SICUREZZA (CHIMICO-FISICI)
Esplosivo (E)
Infiammabile / estremamente
Infiammabile (F+/F)
Comburente (O)
SIMBOLI ASSOCIATI AI RISCHI PER LA SALUTE (TOSSICOLOGICI)
Altam. tossico/Tossico (T+/T)
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Nocivo (Xn)
Irritante (Xi)
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Corrosivo ( C )
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SIMBOLO ASSOCIATO AI RISCHI PER L’AMBIENTE.
Pericoloso per l’ambiente (N)
Le sostanze chimiche in ambiente di lavoro possono essere assimilate dai
lavoratori per:
inalazione
contatto con la pelle, occhi e mucose
ingestione
MISURE GENERALI DI PREVENZIONE
Il datore di lavoro, per ridurre il rischio chimico negli ambienti di lavoro,
deve:
ridurre i quantitativi presenti in azienda,
usare sostanze meno nocive,
avere locali di lavoro idonei,
limitare il numero di lavoratori esposti,
installare impianti di aspirazione,
fornire informazione e formazione ai lavoratori,
Il lavoratore, tenendo comportamenti adeguati è in grado di ridurre i danni
dovuti alle sostanze chimiche con le quali viene in contatto:
manipolare le sostanze in modo corretto,
immagazzinare le sostanze correttamente,
usare indumenti protettivi in modo continuo,
non mangiare, bere e fumare nei luoghi di lavoro,
pulizia della persona e degli indumenti,
mantenere pulito l’ambiente di lavoro.
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RISCHIO BIOLOGICO
(titolo X del D.Lgs. 81/08)
Definizioni (art.267)
a) agente biologico: qualsiasi microrganismo anche se geneticamente
modificato, coltura cellulare ed endoparassita umano che potrebbe provocare
infezioni, allergie o intossicazioni;
b) microrganismo: qualsiasi entità microbiologica, cellulare o meno, in grado
di riprodursi o trasferire materiale genetico;
c) coltura cellulare: il risultato della crescita in vitro di cellule derivate da
organismi pluricellulari.
Classificazione degli agenti biologici. (art.268)
1. Gli agenti biologici sono ripartiti nei seguenti quattro gruppi a seconda del
rischio di infezione:
a) agente biologico del gruppo 1: un agente che presenta poche probabilità
di causare malattie in soggetti umani;
b) agente biologico del gruppo 2: un agente che può causare malattie in
soggetti umani e costituire un rischio per i lavoratori; è poco probabile che si
propaga nella comunità; sono di norma disponibili efficaci misure profilattiche
o terapeutiche;
c) agente biologico del gruppo 3: un agente che può causare malattie gravi in
soggetti umani e costituisce un serio rischio per i lavoratori; l'agente biologico
può propagarsi nella comunità, ma di norma sono disponibili efficaci misure
profilattiche o terapeutiche;
d) agente biologico del gruppo 4: un agente biologico che può provocare
malattie gravi in soggetti umani e costituisce un serio rischio per i lavoratori e
può presentare un elevato rischio di propagazione nella comunità; non sono
disponibili, di norma, efficaci misure profilattiche o terapeutiche.
L’allegato XLVI del D.Leg.81/08 elenca gli agenti biologici in ordine alfabetico
e li suddivide in batteri, virus, parassiti e funghi; il Decreto li attribuisce a
quattro gruppi o classi di differente rischio per l’uomo.
GRUPPO 1
Il gruppo 1 comprende quegli agenti biologici che hanno pochissime
probabilità di determinare malattia. Sono i microrganismi con cui l’uomo
convive perché sono presenti sugli oggetti di uso comune (maniglie delle
porte, cornette del telefono) e negli ambienti di vita; sono agenti
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scarsamente o per nulla patogeni e sono neppure riportati in elenco
nell’allegato.
GRUPPO 2
il gruppo 2 comprende quei microrganismi che possono provocare malattia e
talvolta costituire un rischio per i lavoratori; tuttavia nella maggior parte dei
casi l’adulto/lavoratore è già naturalmente immunizzato (morbillo, rosolia) o
reso immune da vaccinazioni (poliomelite, difterite).
È quindi poco probabile che la malattia si diffonda e determini epidemie.
In ogni caso per le malattie causate dagli agenti di gruppo 2 esistono terapie
efficaci (antibiotici) o misure preventive (vaccinazioni, immunoglobuline) o
esse sono di scarso interesse rispetto all’ambiente di lavoro (botulismo o
malattie sessualmente trasmesse).
GRUPPO 3
Il gruppo 3 comprende agenti biologici che possono determinare malattie
gravi per l’uomo e possono essere di interesse anche per l’ambiente di
lavoro; possono propagarsi nella comunità, ma esistono misure di
prevenzione (mezzi meccanici, vaccinazioni, immunoglobuline) e/o
trattamenti (antibiotici, anti virali) efficaci.
Molti agenti di gruppo 3 sono trasmessi dai liquidi biologici (virus dell’epatite,
virus dell’AIDS) e quindi di grande interesse per gli operatori sanitari; molti
sono trasmessi da animali o necessitano di vettori animali per propagarsi e
quindi nella nostra realtà non è facile che si produca epidemia.
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GRUPPO 4
Il gruppo 4 comprende pochi agenti biologici altamente patogeni e altamente
contagiosi, nei confronti dei quali non sono disponibili efficaci misure di
prevenzione o di trattamento; quindi il rischio per l’uomo può essere elevato
e possono determinarsi epidemie.
Tuttavia si tratta di patogeni presenti essenzialmente in aree extraeuropee
(virus Lassa, Ebola, Marburg) o dei laboratori di ricerca (vaiolo).
CLASSIFICAZIONE
La classificazione riportata nell’allegato XLVI del Testo Unico è basata sulle
informazioni disponibili sugli agenti biologici che consentono di misurarne la
loro pericolosità e la capacità di diffondersi. La classificazione in diversi livelli
di rischio tiene conto di caratteristiche e proprietà degli agenti biologici, dalle
quali consegue il rischio di malattia.
•
Infettività= capacità dell’agente biologico di penetrare nell’uomo e di
moltiplicarsi; ad esempio il virus dell’epatite B ha una infettività
maggiore delle spore del Tetano.
•
Contagiosità= capacità dell’agente biologico di passare dall’uomo
malato all’uomo sano; ad esempio il virus dell’influenza ha una
contagiosità maggiore del bacillo della Tubercolosi.
• Patogenicità= capacità dell’agente biologico di determinare malattia con
segni clinici; ad esempio il virus dell’epatite B ha la patogenicità molto
bassa, mentre il virus del morbillo provoca malattia nel 95% dei casi di
infezione.
• Virulenza= capacità dell’agente biologico di determinare malattia grave
o mortale; ad esempio l’epatite B ha una letalità minore del tetano:
infatti muore 1 caso su 1000 di epatite B e il 50% dei casi di tetano.
•
Neutralizzabilità= esistenza di possibilità terapeutiche (antibiotici,
antivirali) o di profilassi (vaccini, immunoglobuline).
•
Resistenza= all’ambiente o
dell’AIDS ha una resistenza
comuni disinfettanti, mentre il
resistono bene alla situazione
molto energici per inattivarli.
ISSA
ai disinfettanti; ad esempio il virus
scarsa agli agenti atmosferici e ai più
virus dell’epatite B o il bacillo tubercolare
ambientale e sono necessari disinfettanti
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MALATTIE INFETTIVE
Un criterio per suddividere le malattie infettive di interesse in ambito
lavorativo può essere quello che sfrutta la modalità di trasmissione della
patologia e le fonti di infezione che l’ambiente lavorativo comporta.
Sono stati identificati alcuni momenti di potenziale rischio dovuto ad agenti
biologici nel caso dell’attività lavorativa:
• trasmissione da acqua e alimenti
• trasmissione in occasione di viaggi
• trasmissione da animali
• trasmissione da contatto con liquidi biologici
• trasmissione per via respiratoria
• trasmissione dall’ambiente
LE INFEZIONI TRASMISSIBILI CON IL SANGUE
EBV
HIV
HBV
HDV
CMV
INFEZIONI
TRASMISSIBILI
CON IL SANGUE
TOXOPLASMA
GONDII
Y.ENTEROCOLOTICA
P. MALARIA
T. PALLIDUM
BATTERI
GRAM NEGATIVI
HBV= il virus B nel plasma o nel siero è stabile ed è in grado di sopravvivere
in condizioni di temperatura ed umidità molto differenti oltre che in svariati
agenti chimici. La sua capacità infettante persiste per 15 anni a –20°C, per 6
mesi a temperatura ambiente e per 4 ore a 60°C.
HCV= è un virus identificato recentemente. La diagnosi da infezione non è
sempre agevole e si avvale di diverse metodiche: test seriologici, test
virologici, ecc..
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HIV= è un virus relativamente poco resistente all’ambiente esterno.
L’essicazione provoca una drastica riduzione della carica virale.
Sperimentalmente però è stata dimostrata la sua sopravvivenza fino a tre
giorni in materiale secco, a temperatura ambiente.
HIV
HBV
HCV
n.q=
RISCHIO DI TRASMISSIONE
PERCUTANEA
MUCOCUTANEA
0,2-0,3%
0,1%
2-40%
n.q
0-7%
n.q
non quantificabile, ma documentato.
MORSO UMANO
n.q
n.q
n.q
PROCEDURE E PRECAUZIONI, UTILIZZO DEI DISPOSITIVI DI
PROTEZIONE INDIVIDUALE
È indispensabile fare uso dei seguenti DPI:
GUANTI: si ricorda che il lattice è più resistente del vinile, che devono
aderire al polso, evitare di toccare con i guanti oggetti di uso personale e
comune, riporre i guanti rimossi in contenitori a tenuta.
MASCHERE FACCIALI E OCCHIALI: proteggono l’operatore da spruzzi,
areosol, gocce di sangue.
CAMICE: deve essere cambiato immediatamente se contaminato con sangue
e/o con liquidi corporei, e deve essere cambiato quando si lascia l’area di
lavoro.
Le principali misure di barriera contro gli agenti infettivi sono:
¾ Lavarsi le mani dopo aver completato il lavoro; dopo la rimozione dei
guanti; prima di mangiare, bere, truccarsi, cambiarsi le lenti;
immediatamente dopo essere venuti in contatto accidentalmente con
sangue, liquidi, ecc.
¾ Utilizzare adeguati DPI come sopra descritto.
¾ Maneggiare con estrema cura gli strumenti appuntiti, affilati e taglienti,
per prevenire ferite accidentali.
¾ Gli aghi e i materiali non devono essere reincappucciati, né disinseriti, né
volontariamente piegati o rotti.
¾ I campioni biologici vanno collocati e trasportati in contenitori appositi che
impediscano fuoriuscite, perdite accidentali e rotture. Maneggiare sempre
con i guanti.
¾ Per le superfici di lavoro è assolutamente indispensabile provvedere alla
loro disinfezione ed eventuale sterilizzazione.
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COSA FARE IN CASO DI CONTATTO ACCIDENTALE CON LIQUIDI
A RISCHIO?
A) Occorre pulire immediatamente ed accuratamente la parte:
- nel caso di tagli e punture pulire con acqua e sapone, poi utilizzare
amuchina 5-10% o PVPJ 7,5%;
- nel caso di esposizione a mucose lavare con acqua corrente;
nel caso di contatti con cute abrasa o lesa detergere con acqua
B) recarsi al pronto soccorso o altra struttura preposta per denuncia
infortunio:
- effettuazione prelievo all’operatore, per ACCERTAMENTO SERIOLOGICO
ed anche nel paziente o nel campione se possibile;
- profilassi HBV se necessaria entro le 24-72 ore; Immunoglobuline +
vaccino;
- profilassi farmacologica HIV al massimo entro 4 ore: solo per incidenti con
pazienti HIV + (consulenza del centro maloattie infettive o centro rif.
AIDS).
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DISPOSITIVI DI PROTEZIONE
INDIVIDUALE (DPI)
(Titolo III D.Lgs. 81/08)
DPI = Si intende per dispositivo di protezione individuale (Dpi)
qualsiasi attrezzatura destinata ad essere indossata e tenuta dal
lavoratore allo scopo di proteggerlo contro uno o più rischi
suscettibili di minacciarne la sicurezza o la salute durante il lavoro,
nonché ogni complemento o accessorio destinato a tale scopo.
(Art. 74 D.Lgs. 81/08)
Il datore di lavoro è obbligato a prendere tutti i provvedimenti necessari per
rendere sicuri gli ambienti di lavoro, può succedere però che permanga un
rischio residuo che la tecnologia non è in grado di eliminare; in questi casi si
rende indispensabile l’utilizzo dei DPI.
OBBLIGHI DEL DATORE DI LAVORO (art. 77 D. Lgs. 81/08) :
-
-
mettere a disposizione dei lavoratori i necessari DPI che devono avere
dei requisiti di idoneità: garantire una protezione efficace dai rischi,
non arrecare disagi eccessivi ai lavoratori,
essere individuali per evitare rischi di contagio.
mantenere i DPI in buono stato, provvedendo alle necessarie pulizie,
manutenzioni ed eventuali sostituzioni,
fornire ai lavoratori idonea formazione e informazione sull’importanza e
sulle corrette modalità di utilizzo dei DPI,
verificare che i lavoratori usino i DPI quando al mansione lo richiede.
OBBLIGHI DEL LAVORATORE (art. 78 D. Lgs. 81/08):
-
ISSA
usare i DPI messi a loro disposizione,
segnalare al datore di lavoro o RSPP eventuali deficienze dei mezzi
suddetti,
mantenere in buono stato i DPI, conservandoli ed utilizzandoli in modo
corretto.
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ALCUNI ESEMPI DI DPI E LORO MODALITA’ DI UTILIZZO:
-
CASCO PROTETTIVO
-
OCCHIALI DI
SICUREZZA / VISIERA (per saldatori)
-
SCARPE DI
SICUREZZA
-
GUANTI
OTOPROTETTORI
(tappi o cuffie)
-
MASCHERE
PROTETTIVE
ISSA
-
E’ obbligatorio ovunque esista pericolo di offesa al
capo,
Protegge da traumi,
Deve prevedere la regolazione della taglia mediante
cinturino,
Si deve controllare l’integrità dell’involucro esterno,
Si deve mantenere pulito
In caso abbia già subito urti deve essere sostituito.
devono essere utilizzati da tutti coloro per i quali
esiste un pericolo di offesa agli occhi
proteggono da danni causati da particolato, radiazioni
o prodotti chimici
vengono scelti in base al rischio di diversa natura del
piede, principalmente da composti chimici, da fattori
termici, da radiazioni, da rischi di natura elettrica,
storte, lussazioni e schiacciamento, da rischi di natura
biologica, da perforazione della suola, dal bagnato…
il tipo di guanto va scelto in base al rischio per le
mani:
1. guanti per rischio meccanico: caratterizzati da
resistenza all’abrasione, al taglio, allo strappo e
alla perforazione.
2. per rischio chimico e termico: il grado di
protezione è indicato dal tempo impiegato da un
liquido pericoloso ad impregnare lo spessore del
guanto e filtrare dalla parte esterna a quella
interna.
quindi
resistenza
3. Resistenza
al
calore:
all’infiammabilità, al calore da contatto, a piccoli
spruzzi, a materiale fuso…
si scelgono in base alla natura e al rischio a cui sono
sottoposti i lavoratori
sono inserti auricolari monouso, lavabile o sagomato
su misura o cuffie protettive
adeguate al tipo di sostanza presente sul luogo di
lavoro.
Esistono
quindi
diverse
tipologie:
maschere
antipolvere monouso, a filtro antipolvere, a filtro
antigas…
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ESTRATTO DELLA VALUTAZIONE DEI RISCHI
Relativa al settore SOCIO ASSISTENZIALE
Ultima redazione Ottobre 2007
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MANSIONE: Responsabile delle attività assistenziali di nucleo (RAA)
Parte protetta
Descrizione indicativa del dispositivo di protezione
Scarpe con suola antiscivolo ed antistatica
Camice
PIEDI
TRONCO E
ADDOME
MANI
Guanti in lattice
Rischio
P
D
E
Inciampi, urti e contusioni,
scivolamento
2
2
Stress da lavoro
2
2
Difficoltà di evacuazione
1
4
Schiacciamento
1
2
Microclima
1
2
Affaticamento visivo
1
2
Chimico
1
3
Elettrocuzione
1
4
Il rischio è ritenuto possibile perché gli ambienti
di lavoro possono presentare qualche ostacolo
(sedie a rotelle, letti, ecc.), inoltre il personale è
chiamato a salire e scendere spesso le scale.
2 Il rischio è ritenuto possibile perché l’operatore è
spesso in contatto con persone anziane non
completamente autosufficienti.
2 I locali di lavoro presentano una certa complessità
strutturale, però i percorsi di fuga sono ben
segnalati, pertanto si ritiene il rischio
improbabile.
2 Improbabile. I materiali quotidianamente
utilizzati nelle zone deposito sono posizionati
correttamente ed, inoltre, sono di limitata entità.
2 Improbabile: condizioni del luogo di lavoro con
sufficiente comfort microclimatico. Punto 3.
2 Il rischio è ritenuto improbabile perché gli addetti
non lavorano al videoterminale in modo
sistematico e per più di 4 ore al giorno; inoltre le
postazioni di lavoro sono corrette e i monitor a
norma.
1 Dovuto all’utilizzo di prodotti disinfettanti per il
lavaggio di capi in biancheria. Il rischio è ritenuto
improbabile in quanto gli operatori sono dotati di
guanti. L'operazione di somministrazione dei
farmaci comportanti eventuali rischi chimici di
contatto è effettuata dal personale infermieristico
0,5 Improbabile: gli impianti elettrici sono conformi
alla L.46/90 e le attrezzature sono conformi alle
normative di sicurezza vigenti.
Rumore
Incendio
Movimentazione
carichi
Biologico
ISSA
Note
2
R
8
8
8
4
4
4
3
2
Si veda capitolo e documento “Valutazione Rischio Rumore” (autocertificazione)
Si veda capitolo “Valutazione Rischio Incendio”
Si veda capitolo “Valutazione Movimentazione manuale dei carichi e lesioni dorso
lombari” metodologia MAPO
Si veda capitolo “Valutazione del Rischio Biologico”
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Gestante e fase di
allattamento
Lo svolgimento della mansione, nelle condizioni sopra valutate, non è idoneo in
relazione al Rischio Biologico ed in relazione a disturbo muscolo scheletrici nonché
alla movimentazione dei carichi, (indicazioni nell’allegato 1) e così come stabilito
dalle procedure interne dell’azienda.
Lavoratori
temporanei
Lo svolgimento della mansione è idoneo.
Apprendisti/Minori
Lo svolgimento della mansione è da valutare sentito il parere del medico competente
e nel rispetto delle prescrizioni e divieti di cui all’allegato 2
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MANSIONE: Operatore Socio Sanitario (OSS)
Parte protetta
Descrizione indicativa del dispositivo di protezione
Scarpe con suola antiscivolo ed antistatica
Camice
PIEDI
TRONCO E
ADDOME
MANI
Guanti in lattice
Rischio
P
D
E
Inciampi, urti e contusioni,
scivolamento
2
2
Stress da lavoro
2
2
Difficoltà di evacuazione
1
4
Schiacciamento
1
2
Microclima
1
2
Chimico inalazione e
ingestione
1
3
Chimico contatto
2
1
Elettrocuzione
1
4
Il rischio è ritenuto possibile perché gli ambienti
di lavoro possono presentare qualche ostacolo
(sedie a rotelle, letti, ecc.), inoltre il personale è
chiamato a salire e scendere spesso le scale.
2 Il rischio è ritenuto possibile perché l’operatore è
spesso in contatto con persone anziane non
completamente autosufficienti.
2 I locali di lavoro presentano una certa complessità
strutturale, però i percorsi di fuga sono ben
segnalati, pertanto si ritiene il rischio
improbabile.
2 Improbabile. I materiali quotidianamente
utilizzati nelle zone deposito sono posizionati
correttamente ed, inoltre, sono di limitata entità.
2 Improbabile: condizioni del luogo di lavoro con
sufficiente comfort microclimatico. Punto 3.
1 Improbabile in quanto l’uso e la
somministrazione più impegnativa dei farmaci è
effettuata dal personale infermieristico. Sono
presenti modalità operative di utilizzo delle
sostanze chimiche (detergenti, disinfettanti, ecc.)
atte a prevenire tale rischio.
1,5 L'operazione di somministrazione dei farmaci
comportanti eventuali rischi chimici di contatto è
effettuata dal personale infermieristico.
Improbabile se durante le operazioni che
implicano l'uso di sostanze chimiche (detergenti,
disinfettanti, ecc.) sono utilizzati gli adeguati
DPI. Per alcuni soggetti è, tuttavia, possibile lo
sviluppo di effetti allergici ai DPI stessi. In questi
casi sono poste in essere adeguate modalità di
utilizzo (ad es. sotto guanto in tessuto naturale).
0,5 Improbabile: gli impianti elettrici sono conformi
alla L.46/90 e le attrezzature sono conformi alle
normative di sicurezza vigenti.
Rumore
Incendio
ISSA
Note
2
R
8
8
8
4
4
3
3
2
Si veda capitolo e documento “Valutazione Rischio Rumore” (autocertificazione)
Si veda capitolo “Valutazione Rischio Incendio”
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Area Nord
Movimentazione
carichi
Biologico
INFORMAZIONE E FORMAZIONE DI BASE sulla SICUREZZA
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ISSA
Si veda capitolo “Valutazione Movimentazione manuale dei carichi e lesioni dorso
lombari” metodologia MAPO
Si veda capitolo “Valutazione del Rischio Biologico”
Gestante e fase di
allattamento
Lo svolgimento della mansione, nelle condizioni sopra valutate, non è idoneo in
relazione alla possibile esposizione ad agenti chimici, al rischio Biologico, ed in
relazione a disturbo muscolo scheletrici nonché alla movimentazione dei carichi,
(indicazioni nell’allegato 1) e così come stabilito dalle procedure interne
dell’azienda.
Lavoratori
temporanei
Lo svolgimento della mansione è idoneo.
Apprendisti/Minori
Lo svolgimento della mansione è da valutare sentito il parere del medico competente
e nel rispetto delle prescrizioni e divieti di cui all’allegato 2
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