Produzione del saccarosio
Transcript
Produzione del saccarosio
Produzione del saccarosio Il saccarosio, o zucchero comune, è il carboidrato commercialmente più importante. Tra le diverse proprietà di questa sostanza 4 sono quelle più rilevanti dal punto di vista tecnologico: 1) potere rotatorio; 2) idrolisi; 3) solubilità in acqua; 4) formazione dei saccarati o sucrati. Il saccarosio è una sostanza otticamente attiva ed ha un potere rotatorio specifico [ α ]20°D pari a +66,5°. A contatto con soluzioni di acidi organici o inorganici o di particolari enzimi, il saccarosio subisce l'idrolisi ossia la scissione della molecola in fruttosio e glucosio. La soluzione equimolare di questi due zuccheri è dotata di un potere rotatorio di -20°. Questo fenomeno viene chiamato inversione e la miscela di glucosio e fruttosio viene detta anche zucchero invertito. Il saccarosio è dotato di elevata solubilità in acqua. A 20° la solubilità corrisponde a circa il 65% in peso. Il saccarosio reagisce con gli idrossidi dei metalli alcalini e alcalino-terrosi (Calcio, Stronzio e Bario) per formare composti a carattere salino detti saccarati o sucrati, ad esempio: C12H22O11·CaO C12H22O11·2CaO C12H22O11·3CaO In natura il saccarosio è contenuto principalmente in due piante: la canna da zucchero e la barbabietola da zucchero . La prima è coltivata nelle regioni sub-tropicali, la seconda in Europa ed in America settentrionale. La beta-vulgaris esiste in diverse varietà, quelle coltivate sono la bietola da orto, da foraggio, da zucchero. Quest'ultimo tipo contiene nella parte radicale una quantità di saccarosio variabile tra il 15-20% in peso. La composizione media della radice di barbabietola può essere così schematizzata: zucchero:15-20%; H2O:circa70%; non-zucchero:1,5-2,5%; polpa:4-6%. Il non zucchero è costituito prevalentemente da ceneri o sali minerali (cloruri e solfati di Na, K, Ca, Mg) acidi organici (glicolico , ossalico , succinico , tartarico e glutarico ), amminoacidi (leucina , acido glutammico, glutammina , tirosina ), sostanze proteiche, sostanze coloranti, sostanze pectiche. La produzione dello zucchero da barbabietola si basa sull’estrazione con acqua e successiva purificazione e concentrazione della soluzione ottenuta, detta sugo, fino ad ottenere lo zucchero cristallino. Oltre al saccarosio, si ottengono come sottoprodotti le polpe esauste e il melasso. Le polpe esauste sono costituite dalla parte legnosa e insolubile della barbabietola che residua dopo l’estrazione. Trovano impiego principalmente come mangimi. Il melasso è un liquido scuro, denso, viscoso e corrisponde alle acque madri di cristallizzazione. Contiene ancora molto saccarosio, circa il 50%, ma non cristallizzabile, oltre a tutto il nonzucchero solubile, non eliminato con la depurazione. Viene utilizzato come terreno di coltura per fermentazioni o anche ulteriormente trattato per recuperare il saccarosio. La maturazione della barbabietola avviene nel mese di agosto pertanto la raccolta e la lavorazione è concentrata nei mesi di agosto e settembre e nei primi giorni di ottobre. Produzione del saccarosio 1 Già durante la fase di raccolta i tuberi vengono privati del lembo e del colletto ed inviati allo zuccherificio dove vengono immagazzinati nei silos. Da questi le barbabietole vengono trasportate al reparto di lavorazione tramite canali di acqua corrente. Durante il trasporto pertanto inizia la fase di lavaggio che si completa dentro vasche munite di agitatori chiamate lavatrici e alla quale segue l'invio, mediante un elevatore a tazze, nella parte più alta dello stabilimento. Qui le bietole vengono pesate automaticamente ed inviate dentro una tagliatrice che provvede ad affettarle. Il taglio viene eseguito in modo tale da ridurre le bietole in fettucce di sezione a " V " con spessore di 0,5 - 1 mm e larghezza di 2 - 3 mm e con una superficie specifica di 2.5-3.5 m2/kg. Dopo il taglio, tramite un nastro trasportatore, le fettucce arrivano all' impianto di diffusione ; operazione che consente di sciogliere ed estrarre lo zucchero in esse contenuto. Il trattamento viene eseguito in apparecchi continui a tamburo rotante. Le fettucce vengono inserite all'estremità del tamburo mentre dall'altra parte entra acqua a 70 75°C. L'operazione avviene in controcorrente cosa questa che garantisce l'esistenza di una differenza costante di concentrazione tra solido e liquido lungo tutto il tamburo, all'interno del quale vi è una coclea che consente alle fettucce di muoversi. La temperatura dell'acqua viene attentamente controllata per evitare che si superino gli 80°C. A tale temperatura infatti oltre allo zucchero si scaricherebbero nell'acqua anche sostanze indesiderate. Per permettere allo zucchero di diffondere nel liquido il tempo di permanenza delle fettucce all'interno del diffusore è di oltre 2 ore, con una resa pari al 99%. Le fettucce esaurite, dette "polpe", vengono pressate per eliminare parte dell'acqua, e poste a fermentare per qualche giorno all'interno di vasche; verranno usate come mangime per il bestiame. Il liquido in uscita dal diffusore (sugo grezzo) ha una concentrazione di 11 - 13° Brix, è di colore giallino, torbido e imbrunisce all'aria. L'operazione successiva è la depurazione del sugo grezzo dalle sostanze indesiderate, che oltre a rendere problematica la cristallizzazione dello zucchero, inquinerebbero il prodotto finale. Tale operazione detta anche "defecazione" viene eseguita addizionando al sugo del latte di calce in quantità pari allo 0,3 - 0,5% di CaO rispetto al sugo . L'aumento del pH consente di precipitare i colloidi in sospensione, l'eccesso di calce viene poi eliminato saturando il liquido con CO2. Sia l’ossido di calcio che l’anidride carbonica necessari al processo sono ottenuti all’interno dello stesso stabilimento decomponendo termicamente in forni del calcare di elevata purezza. La sospensione viene inviata in un decantatore Dorr (o in un filtro a tamburo) dal quale si estraggono i fanghi detti anche "melme". Il liquido chiaro viene inviato in un secondo saturatore di CO2 , per eliminare la calce residua, filtrato ed immesso nel reparto di concentrazione. La concentrazione del sugo leggero viene eseguita mediante un sistema di evaporatori a multipli effetti costituito da 4-6 evaporatori disposti in serie. Il primo, alimentato con vapore di rete a bassa pressione, lavora sotto leggera pressione (2-3 atm) e ad una temperatura di 120° circa. La pressione e la temperatura vanno via via decrescendo fino all'ultimo evaporatore che lavora in leggera depressione ad una temperatura di circa 80°. Talvolta la concentrazione ha inizio in evaporatori a termocompressione per poi proseguire nei multipli effetti. Lo schema di flusso Produzione del saccarosio 2 utilizzato è quello di equicorrente data la natura termolabile del soluto. Durante la concentrazione si verificano 3 fenomeni: 1. decomposizione delle ammine, amminoacidi e proteine, contenute nel sugo di partenza con sviluppo di NH3; 2. reazione tra questi composti azotati (o i loro prodotti di decomposizione) ed il saccarosio e formazione di sostanze di colore scuro chiamate melanoidine; 3. abbassamento del pH della soluzione (retrogradazione alcalina) con conseguente pericolo di inversione dello zucchero. Per contrastare questi fenomeni si cerca di limitare al massimo il periodo di stazionamento del sugo negli evaporatori utilizzando apparecchi con elevate superfici di scambio, e aggiungendo al sugo una certa quantità di carbonato di sodio per correggere il pH. Nel processo di concentrazione vengono evaporati circa 85 - 100 kg di acqua per quintale di barbabietole ottenendo un sugo ad una concentrazione di 60 - 65° Brix detto sugo denso di colore scuro. Il trattamento successivo consiste nella decolorazione del sugo denso, che viene effettuata trattando il sugo con sostanze riducenti (carbone, SO2) o con resine a scambio ionico e successiva filtrazione del prodotto. Il liquido chiaro, denso, così ottenuto viene detto sciroppo standard e deve essere convogliato all'impianto di cristallizzazione. Tale operazione (detta cottura) viene eseguita con evaporatori singoli a funzionamento discontinuo detti "bolle di cottura" che lavorano a 0,2 - 0,3 atm e ad una temperatura di circa 60 °C. Lo sciroppo viene inviato alla prima bolla di cottura e qui rimane fino a quando la concentrazione raggiunge i 90° Brix dopo di che viene scaricato per gravità e fatto passare nel cristallizzatore dove viene raffreddato con acqua corrente. Dopo la cristallizzazione la sospensione passa ad una centrifuga dove i cristalli si separano dal liquido (acque madri), detto scolo verde, che contiene saccarosio non cristallizzato e il non zucchero. I cristalli di zucchero vengono lavati all'interno della stessa centrifuga con acqua o vapore ottenendo così lo scolo bianco, che viene unito allo sciroppo in ingresso alla bolla di cottura (lo scolo bianco infatti, oltre al poco scolo verde che ha rimosso dalla superficie dei cristalli, contiene molto saccarosio che ha ridisciolto). Lo zucchero bianco così ottenuto viene asciugato in un essiccatore a tamburo con una corrente di aria calda , vagliato e confezionato o stoccato. Lo scolo verde in uscita dalla centrifuga viene inviato in una seconda bolla di cottura , fatto cristallizzare e centrifugato. Lo scolo verde di questa seconda centrifugazione costituisce il melasso, lo scolo bianco viene aggiunto al liquido in ingresso alla bolla mentre lo zucchero grezzo viene sciolto nuovamente in acqua pura ed inviato alla prima bolla di cottura. Questa operazione viene chiamate "rifondita". La resa in saccarosio dipende principalmente dal contenuto zuccherino delle barbabietole poiché le perdite non variano sensibilmente. Circa 2.1 kg di zucchero per 100 kg di barbabietola vengono persi con i sottoprodotti, polpe e melasso, mentre circa 0.6 kg vengono persi durante lo stoccaggio, il lavaggio ed il trasporto delle barbabietole. L’uso di resine a scambio ionico ed il recupero dello zucchero dai melassi può ridurre le perdite. In genere la quantità di melasso che si Produzione del saccarosio 3 ottiene dopo il processo è circa il 3% delle bietole trattate. La resa complessiva in saccarosio è circa 85 - 88%, ciò significa che i sottoprodotti, in particolare il melasso, contengono ancora il 12 - 15% dello zucchero iniziale. Il consumo di calcare per produrre CaO è di circa 3.5-5 kg per 100 kg di bietole, mentre sono necessari 7-10 kg di coke per 100 kg di calcare. Il consumo di acqua teoricamente dovrebbe essere nullo, visto l’elevato contenuto di acqua delle bietole (oltre il 75%). In effetti l’acqua è necessaria nelle fasi di trasporto e di lavaggio e per compensare le perdite delle torri di raffreddamento. Complessivamente sono necessari circa 0.3-0.5 m3 di acqua per tonnellata di bietole. In pratica all’inizio della campagna di lavorazione gli impianti vengono riforniti con acqua che viene poi riciclata. Le acque di lavaggio e di trasporto, nonché la condensa dell’evaporazione, a causa dei composti organici disciolti, devono essere inviate all’impianto di trattamento biologico prima dello scarico finale. Per quanto riguarda il fabbisogno energetico, lo si può ripartire in una richiesta di vapore, utilizzato come fluido di riscaldamento per il processo, ed in una richiesta di energia elettrica, per tutti gli usi dello stabilimento. Generalmente la centrale termica produce vapore surriscaldato ad alta pressione, 60-100 bar, che viene prima espanso in turbina per produrre energia elettrica e poi, a 2.5-3 bar, utilizzato come fluido di riscaldamento, principalmente nella fase di concentrazione, in cui si consumano circa 20-25 kg di vapore per 100 kg di barbabietole. Produzione del saccarosio 4