Francesco D`Adamo - Biblioteche della Provincia di Reggio Emilia

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Francesco D`Adamo - Biblioteche della Provincia di Reggio Emilia
Francesco D'Adamo
11 marzo 2014_sala Civica
Nato nel 1949 vicino a Venezia da profughi istriani arrivati in Italia dopo la seconda
Guerra Mondiale, vive per qualche tempo a Cremona per poi trasferirsi a Milano dove
attualmente vive.
Biografia
Laureato in Lettere Moderna all'Università di Milano, ha insegnato materie letterarie
nelle scuole superiori e negli istituti tecnici, per poi dedicarsi alla scrittura. Il suo
primo libro è scritto nel 1990 ed è un romanzo noir per adulti Overdose che parla delle
imprese di un gruppo di sbandati drogati.
Sul finire degli anni '90 inizia a scrivere per i ragazzi, definiti da lui stesso adulti che
hanno qualche anno in meno. Il suo ultimo romanzo Storia di Ismael che ha
attraversato il mare ha avuto molto successo perché è una storia affascinante. Nel
2001 scrive Storia Di Iqbal, edito da EL, ispirato alla vita di Iqbal Masih, con cui vince
il Premio Cento nel 2002 e il premio Cristopher Awards negli USA. Nel 2006 con Jonny
il seminatore vince il Premio di Narrativa per ragazzi " Comunità Montana
Altocrotenese" e nel 2012 è finalista con Radio Niente al Premio Lettarario "Annamaria
Castellano".I suoi romanzi sono noti per il livello formativo e pedagogico e per questo
apprezzati nelle scuole.
Bibliografia
Scrivere è sempre una grandissima
emozione e scrivo soprattutto perché mi
piace. E’ stato molto bello, per esempio,
coinvolgermi in Fatima (la narratrice
della storia di Iqbal) ragionare, parlare e
comportarmi come lei …
Francesco D’Adamo
Bibliografia
Storia di Iqbal, Einaudi Ragazzi, 2008
La storia vera di Iqbal Mashir, il ragazzo pakistano di 12 anni diventato in tutto il
mondo il simbolo della lotta contro lo sfruttamento del lavoro minorile. Ceduto dalla
sua famiglia di contadini ridotti in miseria, in cambio del prestito di 26 dollari,
costretto a lavorare in una tessitura di tappeti dall'alba al tramonto, incatenato al
telaio, in condizioni disumane, come milioni di altri bambini nei paesi più poveri del
mondo, Iqbal troverà la forza di ribellarsi, di far arrestare il suo padrone, di
denunciare la "mafia dei tappeti", contribuendo alla liberazione di centinaia di altri
piccoli schiavi.
Storia di Ismael che ha attraversato il mare, De Agostini, 2009
Ismael fa il pescatore lungo le coste del Nord Africa, a pochi chilometri dalla tanto
vagheggiata "Talia". Il mare è parte integrante della sua vita, fonte di sostentamento
e simbolo di appartenenza insieme; ma quando il mare, all'improvviso, gli strappa il
padre, a Ismael non resta altro che abbandonare tutto quello che conosce e che gli è
caro, e intraprendere un viaggio disperato, alla ricerca di fortuna e di un luogo che
possa veramente chiamare casa.
Johnny il seminatore, Fabbri, 2006
Johnny è un giovane soldato. Quando torna da Laggiù, dove ha fatto il pilota di
guerra, il paese lo accoglie come un eroe. Ma lui non si sente un eroe. Lui è tornato
perché non vuole più fare la guerra. E questo non piace a tante persone, a tutti quelli
che sono convinti che invece la guerra è giusta, legittima, giustificata. Ma non c'è
guerra che sia giusta. È il pensiero di Johnny e dei pochi che sono disposti a schierarsi
dalla sua parte.
Storia di Ouiah che era un leopardo, Fabbri, 2006
Sembra un gioco, ma non lo è: in Africa, nella foresta, ci sono dei bambini che giocano
alla guerra. Viene insegnato loro, da ragazzi più grandi, il coraggio, il gusto della sfida
e della vendetta. In realtà si tratta di bambini-soldato addestrati per compiere un
lavoro preciso: aggredire altre persone. Il libro si legge su due piani, come una pura
avventura nella foresta, coi bambini che assumono lo spirito dei vari animali e lo
incarnano, e come una denuncia del problema dei bambini-soldato.
Bazar, EL, 2002
L'epopea tragicomica dei ragazzi del Bazar, il quartiere più multirazziale di Milano,
dove cinquantadue popoli diversi convivono più o meno pacificamente, rubandosi a
vicenda feste, ricette, usi e costumi. Decisi a riconquistare la spettrale X Zone, da anni
recintata e abbandonata a crotali e ortiche, per avere finalmente un luogo sicuro dove
giocare a pallone e discutere il primo Mundial interetnico, i ragazzi del Bazar non
esitano a sfidare il cattivissimo Crazy Dog e la sua banda di gangsters.
Mille pezzi al giorno, EL, 2000
Leo è un teppistello, finito al carcere minorile per una storia di pasticche. Quando esce
trova un lavoro: sorvegliante in una fabbrichetta dove donne e ragazzi, clandestini
dell'est, lavorano giorno e notte per produrre merci contraffatte. Leo vuole fare la
bella vita, gli immigrati non gli sono mai piaciuti, che male c'è? Ma c'è la sua amica
Maristella, che una volta era come lui ma che ora è cambiata e vuole fare una vita
onesta. Al ritorno da un viaggio all'Est Leo troverà il coraggio di ribellarsi e di scegliere
da che parte stare. "Mille pezzi al giorno" è la storia intensa di una presa di coscienza
e di una strana, scorbutica educazione sentimentale, in una realtà dove sembra che
per i sentimenti non ci sia più posto.
Radio Niente, De Agostini, 2010
Una radio ribelle e clandestina, l'unica al mondo senza neanche un ascoltatore, che
trasmette solo di notte e solo musica da vinile. Niente computer, niente schifezze
tecnologiche, un telefono che non suona mai, un microfono, una caffettiera. Un'unica
conduttrice, Stella del Mattino, che parla da sola nella notte e ogni notte racconta le
storie che raccoglie di giorno in giro per la città, in quei quartieri lontani dove gli altri
non vanno. Come la storia di Lupo Omega: una scuolaccia di periferia, una banda di
bulli, l'amore impossibile di Omega, l'Ultimo, per Manila la bella; botte, fughe,
inseguimenti e un duello finale nel cimitero di automobili. O la storia dell'Astronave e
Vil Coyote, della più scalcinata squadra di basket che si sia mai vista e di un torneo
che si trasforma in qualcos'altro.
Tempo da lupi
Andare a caccia di randagi, per un pomposo Ingegnere, nella periferia di una grande
città, nella Terra di Nessuno insomma, sotto la neve, con il proprio instancabile fratello
maggiore: diciamocelo, tra tutte le cose che si possono fare durante le vacanze di
Natale, questo non è un programma idilliaco. Lo sa bene Giovannino, che tutte queste
cose le deve fare insieme a Otello, il suo nerboruto fratellone: da quando i genitori
sono morti in un incidente d'auto, è lui a occuparsi di tutto - a volte troppo -, facendo
lavori improbabili, primo tra tutti andare in quella landa desolata a scovare sacchi di
pulci. L'entusiasmo non è a mille, ovviamente; e non migliora con i commenti
sarcastici del Dr. Spock (proprio lui, quello dell'Enterprise), terribilmente brutale nel
mettere a nudo i sentimenti di Giovannino. Volente o nolente, il povero quindicenne
viene trascinato in quest'avventura. I guai, però, iniziano subito: Otello si arrampica
sul tetto di un capannone abbandonato e cade. I due fratelli si trovano senza cellulare,
con un paio di barrette di cioccolato, lontani da tutto, con la notte che lentamente sta
calando, circondati da lupi (niente cani randagi): il trionfo della Legge di Murphy.
Giovannino dovrà occuparsi di Otello, questa volta, affrontando tutte le sue paure
presenti e fantasmi di un passato che non è solo il suo...
Non fatevi ingannare dalla grafica, piuttosto discutibile sia all'esterno sia all'interno, e
speriamo siano rimasti in pochi a giudicare un libro dalla copertina, perché in questo
romanzo Francesco D'Adamo fa due cose: da una parte, crea uno straordinario mondo
di fantasia che ha origine dalla mente del protagonista, popolata di pseudo-amici
immaginari; dall'altra, descrive la realtà di un quindicenne attraverso la spietata e
cinica lente dell'adolescenza, rendendola pregnante e sfaccettata. Giovannino si sente
un buono a niente, sempre inferiore al fratello, senza nessuna capacità particolare;
eppure, nel corso dell'avventura e grazie ai personaggi straordinari che incontrerà
lungo la strada, il ragazzo affronterà le sue paure, legate alla morte dei genitori, al
buio, alla sensazione perenne di fallimento. Un romanzo di formazione, in qualche
modo, che ricorda Jack London, non solo per i lupi in sé, ma anche per il loro
significato simbolico: libertà, quella che si sente dentro quando si va avanti.