SEZIONE TERZA VIII La stanza era sporca e umida. Il classico posto

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SEZIONE TERZA VIII La stanza era sporca e umida. Il classico posto
SEZIONE TERZA
VIII
La stanza era sporca e umida. Il classico posto da diseredati.
O da persone in fuga.
Ma la consollina portatile, collegata alla presa di Rete nella
parete scrostata era di prima qualita'.
Gli occhi arrossati e la testa dolorante, l'uomo aveva lo
sguardo fisso sullo schermo, senza in realta' riuscire a
mettere a fuoco nulla.
Stava ormai perdendo il senso del tempo e viaggiava
velocemente verso un esaurimento nervoso. Cristo. Sono solo
due giorni, cioe' e' stato solo l'altro ieri sera che e'
successo. E solo ieri all'alba mi sono svegliato dopo il colpo
di frusta. Byte! Non credevo di ridurmi cosi' male in cosi'
poco tempo. Non posso andare avanti cosi' ancora per molto.
Merda. Sono proprio una mezza calzetta. Tento' un sorriso
caustico, senza molto riuscirci. Eppure finora non mi hanno
beccato. Era gia' qualcosa.
Jack Williams bevve un altra, generosa, sorsata di wiskey. La
faccia contratta per il bruciore che gli procurava il liquore,
ripenso', per l'ennesima volta, alle ore appena trascorse. Si
rivide in preda al panico che abbandonava l'appartamento di
Pedro. L'attraversamento della citta' con il costante incubo
di essere inseguito. Il guardarsi alle spalle, il costante
scrutare i volti e i movimenti di tutti quelli che incontrava.
L'arrivo da quell'affittacamere. Jack sapeva che era un tipo
che non faceva troppe domande. Poi di fretta in camera,
salendo gli scalini due alla volta. Senza dare neanche
un'occhiata alla camera, tanto per quello che c'era da vedere,
prese la console portatile e si mise alla ricerca della presa.
Per un attimo il sangue gli si gelo', possibile che non ci
fosse? Cristo, anche in un posto simile DEVE esserci!
Fortunatamente c'era.
C'era. Era cosi' iniziata la seconda fuga di Jack. Quella nel
Modello. Per prima cosa cancellare le proprie traccie. Il
pagamento dei mezzi pubblici, l'affitto della camera. Quel
tale, proprio come Williams sperava, non aveva ancora
contabilizzato l'affitto, probabilmente l'avrebbe fatto non
appena terminato di godersi il porno che si stava visionando
quando Jack era arrivato. Fece cosi' in tempo a preparare una
trappola, un finto server, in maniera tale che quando
finalmente il tizio si decise, la sua chiamata fu intercettata
dal programma gabbia, che le rispose a tono. Il deck
dell'affittacamere diede risposta positiva, ma in realta' il
soldi non arriveranno mai alla sua banca. Peggio per te,
vecchio mio, ma qui c'e' in ballo la mia pelle.
Jack passo' poi alla seconda fase del suo piano. Diede fondo
alle sue conoscenze hacker per cercare di disseminare il
Modello di false traccie che portassero fuori pista i suoi
inseguitori e gli dessero un po' di tempo.
Ma un po' di tempo per cosa?
Si alzo' e ando' alla finestra. Scosto' le tendine in plastica
e guardo' giu', nel vicolo. Nessuno.
Fino ad ora non aveva visto niente di quello che si aspettava.
Si era aspettato gente che lo seguisse. Tipi dall'aria
sospetta in strada. E poi che cosa? Un auto. Il tizio con
l'impermeabile appoggiato al muro all'angolo? Cosa credevi,
vecchio mio, di essere in un film 2-D del secolo scorso?
Quella gente non si fa vedere. Sicuramente non da uno come me.
Se mi troveranno mi faranno fuori senza che io neanche me ne
accorga.
Se. O quando?
Non voleva rispondere a quella domanda. Naturalmente il
sospetto di non essere affatto inseguito non lo sfioro'
neppure. Chi altri avrebbe potuto ridurre quel bestione in
quello stato? E chi altri poteva essere al telefono a
quell'ora, tra la notte e l'alba?
A proposito di bestioni. Chissa' cosa era realemente successo
a Pedro. Chissa' se e' ancora vivo e in che condizioni. In
mattinata, dopo una notte insonne passata davanti allo schermo
del computer, Williams aveva debolmente cercato per i
notiziari e i canali-news qualche notizia sul suo amico. Ma
aveva desistito. Il rischio che lo stessero aspettando al
varco, in attesa che si tradisse in quel modo, era troppo
alto.
guardavano e lo lasciavano fare.
Era sicuramente un caso anomalo, uno di quei casi che, se la
vittima e' un personaggio, arrivano i giornalisti a frotte e
c'e' da fare del grano. Ma quel tale sembrava tutto tranne uno
che potesse interessare la gente. E cosi' a nessuno fregava
realmente.
Fanculo, Pedro.
Era quasi l'ora di punta. Jack decise di rischiare e scendere
al bar per mangiare qualcosa. Con l'affollamento serale
c'erano piu' probabilita' di confondersi nella folla. Avrebbe
dovuto tornare subito di sopra per cancellare le nuove
traccie, ma Jack era sufficientemente sicuro. Se fin'ora non
erano arrivati voleva dire che lo stavano cercando da un'altra
parte.
Si passo' la mano fra la peluria ispida che stava crescendo
sul volto, spense la consollina, se la mise in tasca ed usci'.
Mentre scendeva le scale dal forte odore di muffa, l'immagine
di Pedro gli torno' ancora un istante alla mente. Era
curiosita', si affretto' a pensare. Non rimorso. Rimorso per
cosa poi? Per non aver neanche chiamato un'ambulanza, un
qualcosa? E poi per chi? Per un tizio che mi ha sempre
disprezzato, che mi ha frustato a tradimento. Ed in piu' che
mi ha messo in questo casino?
Appena entro' nel locale,Jack inizio' nervosamente a scrutare
i presenti, stava ormai diventando un'abitudine. Volti anonimi
ma spesso tuttaltro che rassicuranti, gli restituirono
occhiate di indifferenza e di sospetto. Pedro ora era sceso di
molto nella sua classifica delle preoccupazioni.
Non era sicuramente la prima, ma forse non proprio l'ultima,
invece, per il medico di guardia. Stava studiando una cartella
clinica sul suo visore e lo sguardo andava ora a quei dati
bizzarri ora al grosso paziente, semivisibile nella camera di
terapia intensiva.
Il medico era ancora abbastanza giovane da interessarsi
realmente a casi come questi. I suoi colleghi piu' anziani lo
Il dottore conosceva ormai a memoria la sua storia. Era stato
trovato in una pozza di sangue e di altri liquidi corporei.
Aveva una grave lacerazione ad entrambi i bulbi oculari dovuta
al tentativo di strapparsi degli stimolatori retinici
artigianali. Artigianale appariva anche uno stimolatore
penico, anche questo aveva provocato danni piuttosto gravi. A
parte cio', il corpo era in buone condizioni, ma la mente
appariva del tutto annientata. Funzionava solo la parte
simpatica, mentre erano quasi del tutto assenti le funzioni
intellettive. Le analisi non avevano riscontrato nessuna
lesione cerebrale, tipica diagnosi in questi casi.
La polizia, che l'aveva portato li', disse che si trattava di
un individuo socialmente pericoloso, fate attenzione se si
dovesse riprendere. Non pareva per nulla interessata ad un suo
miglioramento.
Neanche i medici dell'ospedale parevano avere nessun interesse
per quel tizio, nonostante l'anomalo stato clinico. Dopo una
frettolosa analisi, qualcuno aveva scritto "Blocco
dell'encefalo superiore probabilmente dovuto a forte chock
provocato da info-droghe".
Ora era li', gli erano state somministrate parecchie unita' di
NGF, ed ora non si poteva far altro che aspettare. Se la mente
fosse riuscita a ripararsi da sola, bene. Altrimenti, in
ossequio alla legge sull'eutanasia, di li' a tre giorni i suoi
organi sarebbero divenuti di dominio pubblico. Alla prima
richiesta (e ce n'erano sempre cosi' tante) sarebbero stati
utilizzati.
Il medico dette ancora un occhiata a Pedro, al di la' del
vetro della camera di terapia. Gli unici movimenti erano il
lento alzarsi ed abbassarsi dell'ampio torace sotto le
lenzuola e la danza luminosa degli indicatori nello schermo di
un tomoencefalogramma. Ancora nessun miglioramento. Poi
scrollo' le spalle e passo' alla cartella clinica del prossimo
paziente.
IX
Per Josef Corinni gli ultimi giorni erano stati una buona
anticamera dell'inferno. Come naturale, appena ripresosi dallo
shock, gli era piombato addosso mezzo mondo. Soprattutto i
politici si facevano via via piu' insistenti con le loro
richieste di rapporti, di chiarimenti.
Alcuni, come gia' era avvenuto alla riunione, cercavano di
dare la colpa a qualcuno. E quel qualcuno era il piu' delle
volte lui.
Come c'era da aspettarsi, si fecero vivi anche i giornalisti.
Non erano ancora arrivati fino a lui, per il momento. Solerti
segretarie, umane e non, avevano opposto un efficace
sbarramento. Superato quello, venivano amabilmente
intrattenuti da qualche addetto alle Pubbliche Relazioni che
snocciolava grafici e dati senza importanza.
Come naturalmente c'era da aspettarsi, qualcuno mangio' la
foglia e diede l'avvio ad una campagna stampa, che pero', per
adesso, doveva limitarsi alle voci e ai si dice.
Corinni non era credente, ma pregava seriamente qualunque dio
potesse ascoltarlo, che il muro di gomma dei suoi
collaboratori tenesse ancora un po'.
Con uno sforzo evidente, si strappo' dai suoi pensieri per
rivolgere la propria attenzione allo schermo, dove si era
appena materializzato il Vice Capo della Polizia del Nord
America. Lo stesso che aveva partecipato alla riunione.
"Buona sera, colonnello. Spero di non disturbarla troppo" Pur
non avendo nessuna simpatia per le divise, Josef non aveva
ragione di non essere gentile con il militare.
"Nessun disturbo. Il mio lavoro mi ha abituato a non avere
praticamente orari, come penso anche il suo. Soprattutto in
questi giorni, credo"
"Ha ragioni da vendere! Il fatto e' che ho bisogno del vostro
aiuto, come le ho scritto nel mail di stamane. Sto inseguendo
una pista, ma devo trovare altre traccie di quel maledetto. E
una possibilita' sono eventuali segnalazioni possono esservi
state fatte."
"Quali tipi di segnalazioni?"
"E' questo il punto. Non lo so con sicurezza. Cose strane.
Fatti, che magari non sembrano neanche collegati ne' tra loro
ne', a prima vista, con un virus. Deve c'entrarci il Modello,
ma al giorno d'oggi questo significa praticamente qualunque
cosa. Non so. Cose sul tipo del sacrestano che si trova,
anziche' la registazione del cori per voci bianche un film
porno. E viene da voi a denunciare ignoti vandali." Corinni
cercava di buttarla sullo scherzo. Ma non credeva che la sua
voce lo seguisse nella finzione.
L'altro se ne accorse subito "Mi dica, e' davvero sicuro della
presenza di questo virus? Sta rischiando grosso, lo sa?.
Quella gente, l'altro giorno, non accetterebbero di buon grado
delle scuse, se dovesse sbagliarsi"
Josef non pote' fare a meno di sorridere "Un punto per lei,
commissario. Si', sono sicuro. Il fatto e' che non riesco a
dimostrarlo. Ed e' per questo che sono cosi' teso. Conto su di
lei e sulla Polizia. E' importante."
Anche l'altro sorrise. Probabilmente si aspettava gia' questa
richiesta da parte del dirigente della UNIM "Le invieremo fra
breve, penso in nottata o domani mattina un bel malloppo pieno
di casi come vuole lei. E lo terremo aggiornato. Trovera' i
particolari nel dossier, comunque le anticipo che avevamo gia'
notato un insolito aumento di certi casi. Ad esempio in una
settimana un numero pari alla media nazionale di ditte ha
denunciato la totale o parziale distruzione del proprio
patrimonio aziendale. Inoltre c'e' un picco in quelli che noi
chiamiamo "casi delle feste". Si tratta di segnalazioni
assurde tipiche delle persone sole o alienate, che tendono a
peggiorare durante le varie festivita, il Natale, la festa
dell'Eccesso e cosi' via. In questi casi, il piu' delle volte
inconsciamente, tirano fuori qualunque cosa pur di avere un
contatto umano, sia pure con dei poliziotti"
In effetti il sistema raggiunto grazie alla sua chiamata
telefonica, e' apparso al Guardiano come una vera manna. La
Archetti ha contatti con molta gente sparsa per tutti i
continenti e, pur essendo abbastanza protetto, il suo sistema
non ha opposto grandi resistenze alla capacita'
d'infiltrazione del Guardiano.
Josef ascolto' educatamente la lezione dell'altro. Non voleva
disturbarlo piu' di tanto. Inoltre era piacevole scoprire che
anche la polizia aveva gia' notato qualcosa di strano.
Puo' venirmi utile come prova a mio favore, nel caso di un
buco nell'acqua. Il sorriso gli si smorzo' dentro.
Una volta raggiunti i nodi di BackBone, praticamente tutto il
mondo diventa raggiungibile con la stessa facilita'.
"Ora la devo lasciare, signor Corinni. L'ora di cena e'
arrivata da un pezzo e mia moglie mi fa dei musi terribili se
tardo troppo"
Lo schermo si spense, ma Josef continuo' a fissarlo ancora per
un po', invidiando quel tipo che poteva permettersi di
tornarsene a casa e dimenticare il lavoro, almeno per qualche
ora.
Fin che questa storia non fosse finita, in un modo o
nell'altro, questo per lui era impossibile.
INTERLUDIO IV
Il luogo e' spoglio e funzionale. In realta' non e' un vero
luogo ma il Guardiano utilizza la metafora dello spazio
tridimensionale per dare una cornice coerente alle sue
percezioni. Non e' del tutto una metafora campata in aria,
considerando che il Modello e' nato appunto per descrivere,
dal punto di vista funzionale, il mondo reale e gli oggetti
che lo compongono.
Dopo che, grazie a quella chiamata esterna, e' potuto uscire
dalla prigione costituita dai sistemi di Jodari e del Do
Santo, il Guardiano e' letteralmente sciamato per la Rete.
Per la prima volta le sue spore hanno potuto raggiungere
l'autostrada, la Rete transcontinentale ad altissima velocita.
Il Guardiano ha dovuto, pero', anche imparare a proprie spese
molte cose. Le sue spore a volte non riuscivano a giungere a
destinazione, cancellate e distrutte dai sistemi di controllo
del Modello. Altre volte venivano attaccate da ICE e sistemi
di sorveglianza prima che potessero riprodursi e acquistare la
forza necessaria per difendersi.
Altre volte ancora erano le stesse spore che, nel tentativo di
assumere il controllo del sistema, ne provocavano lo
spegnimento o gravi anomalie di funzionamento.
E' grazie a questi casi, che pian piano, il Guardiano ha
imparato cosa si puo' e cosa non si puo' fare, quali sono le
operazioni piu' sicure e quali conducono ad un suicidio. Era,
ed e', un compito enorme perche' le condizioni variano
moltissimo da sistema a sistema. Ma il Guardiano ha
continuato, guidato dalle sue conoscenze e dai suoi neuroni
decisionali, i quali hanno stabilito che occorre conoscere al
meglio il territorio, cosi' da poter adempiere al Compito
Primario sempre con maggior efficenza.
C'e' un limitato numero di spore, delle quali il Guardiano non
ha piu' notizie. Queste sembrano essere giunte a destinazione
e essersi attivate, ma dopo di cio' non hanno stabilito
l'usuale contatto con il resto del Guardiano. Le sue reti di
inferenza concludevano, in questi casi, invariabilmente, che
dovevano essere andate distrutte, ma rimane un'altra
possibilita'. A mano a mano che le sue conoscenze aumentano,
il Guardiano continuamente varia il suo genoma, in questo modo
e' sempre possibile una mutazione che porti a spore
"degeneri", le quali una volta attivate, potrebbero riuscire a
svilupparsi per i fatti loro, senza piu' far parte
dell'entita' unica che e' il Guardiano.
sfuggire all'assalto. Occorre azione diversiva.
Pur continuando la sua opera di conquista, il Guardiano non
sottovaluta comunque i rischi. Il Compito Primario impone si'
di esplorare l'ambiente a qualunque costo, ma occorre rimanere
in vita come entita', per poter efficacemente adempiere al
Compito. La sopravvivenza del Guardiano in quanto tale, e'
quindi da considerarsi un Compito Zero, che superava come
priorita' anche il Compito Primario stesso.
Il Guardiano parte decisamente all'attacco, scagliando bombe
di vario tipo verso l'aggressore. Questo pare resistere,
continua a starsene fermo come un macigno, sbarrando la
strada. Il Guardiano si accanisce contro l'avversario. Finche'
non appare evidente che l'ICE e' ormai in blocco, ucciso
dall'interno da quell'attacco repentino.
La spora attuale sta osservando l'ambiente. E' giunta fin li'
infiltrandosi in un canale criptato in maniera piuttosto
pesante, ma rozzamente. Le e' stato cosi' possibile farsi
passare per una serie di pacchetti errati, tali pacchetti
erano poi stati ritrasmessi automaticamente e cosi' nessuno si
e' accorto dell'avvenuto. Una volta entrata ha assunto il
controllo di un banco di memoria inutilizzato, potendo
espandere i propri neuroni principali, i cui valori sinaptici
memorizzati nei suoi geni codificano le piu' importanti
conoscenze di cui il Guardiano dispone.
La spora e' il Guardiano. Non una sua parte. E' un intero che
comunica con altre unita' ognuna corrispondente ad un intero.
Ma prima di contattare il resto di se' il Guardiano deve
capire dove si trova. Una correlazione a bassa probabilita',
perche non suffragata da fatti oggettivi, suggerisce l'idea di
un sistema militare. Altri sistemi visitati in precedenza
erano simili ad ambienti ricercati, comodi, spaziosi. E si
sono rivelati di proprieta' di privati o di ditte. Sistemi
funzionali, ma spaziosi e densi di una frenetica attivita'
sono tipici delle Universita'. Questo e' diverso, cupo, buio.
Enorme ma contorto. Tipica installazione militare.
Ma non appena il Guardiano puo' ispezionare i dintorni si
accorge di essere chiuso in una gabbia impenetrabile e che il
vero vincitore e' l'ICE, la cui strategia e' stata proprio di
sacrificarsi per dare tempo al resto del sistema di
proteggersi. La memoria del nemico distrutto viene
rapidamente cannibalizzata in cerca di notizie utili.
Nulla. Siamo in trappola. Non possiamo mantenere i contatti
con gli Altri. Uscire. Distruggere la gabbia, anche
distruggendosi nel tentativo. Tutto, purche' un messaggio,
anche uno solo, possa raggiungere gli altri, portando con se'
cio' che si e' appreso qui.
L'attacco e' furioso e portato contro tutto quello che si para
di fronte al Guardiano. Senza soffermarsi sulle conseguenze
infetta qualunque programma, distruggendolo senza neanche
analizzarlo, al solo scopo di trovare un uscita.
Poi tutto, improvvisamente, diventa buio mentre l'energia
viene tolta al sistema. I neuroni morenti non riescono nemmeno
a formulare la propria sconfitta.
X
"Oggetto sconosciuto, identificarsi!" L'entita' e' chiaramante
di origine militare, una sorta di grosso e basso cilindro
nero. Naturalmente quelle udite dal Guardiano non sono parole
ma chiamate a funzione, eseguite utilizzando il linguaggio del
Modello.
Un ICE. Senza emozioni il Guardiano analizza la situazione.
Troppo presto. Non sono ancora cresciuto abbastanza. Non ho
sufficienti conoscenze del sistema. Scarse possibilita' di
"In questo momento, squadre di bombardieri atomici partiti
dalla Sicilia stanno sorvolando il territorio della Repubblica
Islamica Kurda. Nel frattempo si hanno notizie di un imponente
blocco navale al largo delle coste del Protettorato Turco. Lo
sbarco e' ritenuto imminente, dispacci di agenzia annunciano
che avverra' o nella notte o nelle prime ore dell'alba. Voci
nella Rete parlano di testimoni oculari che riferirebbero di
continui decolli da Sigonella, ma, francamente, non riusciamo
ad immaginarci dei testimoni abbastanza vicini a qualcuna
delle basi siciliane in grado di vedere qualcosa"
Pronunciando quest'ultima frase lo speaker si era girato verso
la sua collega, che, ovviamente aspettava il suo turno.
La giornalista indossava un'elegante tailleur, adeguatamente
sbottonato sul davanti, e un altrettanto adeguato sorriso "In
effetti dopo l'invasione e la successiva riconquista della
Sicilia da parte dell'Alleanza, non e' che ci sia rimasto
molto, da quelle parti."
"Beh, per i militari va bene cosi', inoltre non e' rimasto
molto nemmeno della Libia, se e' per questo. Inoltre le voci
che provengono dalla Sacra Patria Cattolica d'Italia non
sempre sono molto attendibili. E verificarle risulta sempre
piuttosto difficile."
Lei sgrano' gli occhi "Ma anche sotto il potere temporale
della Chiesa, l'Italia non fa parte dell'Alleanza?"
"Si, ma solo formalmente. Sua Santita' accetta volentieri i
militari, ma non ama troppo gli scambi, di nessun genere.
Indeboliscono la fede ! Ma ritorniamo all'argomento del
giorno. Professore " ora il suo sfavillante sorriso a
trentadue denti si era spostato per guardare in direzione di
un ologramma che rappresentava un uomo sui sessant'anni, i
capelli bianchi e l'aria di chi e' abituato a dire la propria
opinione con autrevolezza "sicuramente l'Alleanza e' in grado
di sbarcare anche in questo momento. Sicuramente i Kurdi non
possono aver consolidato le posizioni conquistate solo ieri e
si trovano quindi particolarmente vulnerabili. Perche' questa
attesa da parte del Comando Militare? Si hanno notizie di
manifestazioni spontanee che chiedono a gran voce un
intervento immediato e risolutivo. La popolarita' del Generale
Veiss non e' mai stata cosi' bassa" Mentre parlava lo schermo
aveva iniziato a mostrare immagini registrate nel pomeriggio,
durante gli scontri tra manifestanti e polizia. Mancava
l'audio, ma i cartelli mostravano vari slogan tra cui
VENDICHIAMO ANKARA, NUKE FOR KURDS, VEISS VIGLIACCO.
Il professore rispose con calma, con lo stesso tono con cui
era abitudine tenere le sue lezioni "Prima di tutto,
manifestazioni del genere si svolgono sempre in momenti di
crisi. Non credo che rappresentino veramente l'opinione
pubblica. Certo occorrera' che le cose si concludano presto,
la gente e' paziente, ma fino ad un certo punto. Veiss
comunque e' un veterano e sa quel che fa. Questo mi porta al
secondo punto. Perche' questa attesa. Sicuramente la risposta
verso i Kurdi deve essere dura e ferma. Nonostante questo
penso che i militari vogliano evitare di renderla piu' dura
del necessario. Anche se non ci sono comunicati ufficiali in
tal senso, ritengo che vi siano delle trattative tra noi e i
Kurdi che mirino ad una resa dei Kurdi che dichiarerebbero di
essersi sbagliati e di aver agito d'impulso. E' probabile che
occorra ancora un po' di tempo per arrivare a concludere le
concessioni da entrambe le parti. Questo e', probabilmente, il
motivo per cui i bombardieri, pur sorvolando gli obbiettivi,
non hanno ancora iniziato il lancio. In fondo i Kurdi,
ricordandosi di come li abbiamo sostenuti contro il Sultanato
Unito di Iran e Iraq, sono l'unico popolo arabo con cui
abbiamo contatti diplomatici"
"Avevamo, visto che stamane varie Ambasciate Kurde sono state
distrutte dalla gente, quasi ovunque aiutata dalle truppe di
stanza nella zona."
"Comprensibile, quelli che si trovavano ad Ankara e nel resto
della Turchia erano loro commilitoni."
"Ma colleghiamoci ora con il nostro inviato sul posto, o
quasi" Lo studio venne sostituito da un'immagine dalla
inconfondibile sfumatura verdolina, tipica degli
intensificatori di luce. A parte questo risultava di qualita'
discreta, restituendo un piu' che passabile effetto
tridimensionale. "Hai detto bene, Quasi. Mi trovo infatti in
Grecia, in una base che si trova ora, per cosi' dire, in prima
linea"
La scena mostrava un giornalista con indosso una specie di
scafandro che pero' gli lasciava libera la testa. Dietro di
lui si scorgevano altre figure con scafandri simili. Questi
pero' comprendevano anche un vistoso casco e un grosso zaino.
Una di queste figure si avvicino' alla postazione. Il volto
era parzialmente visibile attraverso il visore del casco, ora
rialzato. Dallo zaino era parzialmente estroflesso un grosso
steady-mitra, il militare, prima di parlare, sposto' verso la
posizione di riposo l'arma. Chiaramente un gesto di riguardo
verso il giornalista e la sua troupe. "Signori, vi rammento
che prima delle ore ventidue dovete essere rientrati
all'interno del perimetro di sicurezza"
"Certo, tenente" Il giornalista rispose con un cenno di
saluto. L'ufficiale si volto' e torno' verso la sua squadra.
Mentre sganciava il mitra, la squadra riprese la sua marcia.
"Quei soldati si stanno dirigendo verso quei grossi
elicotteri, laggiu'" l'uomo era tornato a voltarsi verso la
videocamera "e di li' alle navi al largo della Turchia. Se
sara' necessario i Kurdi se la dovranno vedere con questi
soldati"
Vi era una ben studiata enfasi nelle sue parole. La gente
adorava i suoi marines e ne voleva sempre sentire parlare
bene. Li aveva eletti loro eroi e circondati da un alone quasi
leggendario.
Le immagini zoommarono verso i soldati in marcia, mostrando le
grosse armature da loro indossate.
Per una serie di combinazioni la tuta d'assalto, come veniva
definita, aveva finito per diventare, oltre che una delle armi
piu' efficaci che l'Alleanza aveva a disposizione per
contrastare il resto del Mondo, un vero e proprio simbolo
dell'Alleanza e della sua ingerenza. Per migliardi di esseri
umani quei soldati erano l'unico aspetto dell'Alleanza con cui
venivano a contatto.
Per questo motivo l'arma piu' potente a disposizione
nell'arsenale dei cyberfanti non erano le loro potenti
armature, ne' il fatto che le loro armi praticamente non
potevano sbagliare. Era la paura. I loro avversari, spesso
gente disperata e ignorante, per questo molto risoluta ma
influenzabile, avevano involontariamente creato una mitologia,
esagerando di molto le pur impressionanti capacita' di quella
struttura.
A nessuno piace perdere, e i capi delle varie rivolte avevano
trovato in questi concentrati di tecnologia un buon capro
espiatorio.
Risultato: spesso la presenza di pochi fanti bastava per
riportare l'ordine in una citta'.
"Non vorrei certo trovarmi nei loro panni" la scontata battuta
era dello speaker in studio, il quale si affretto' a
continuare "ma prima di sapere le ultimissime, vediamo una
breve scheda su come si e' giunti fino a questo punto. Vi
ricordo che l'intero giornale e' visionabile all'account
[email protected], inoltre gli approfondimenti intermediali
si possono avere allo stesso account, login Review."
Il servizio che parti' subito dopo ripercorse le ultime ore.
Dall'improvviso attacco portato da una base in Turchia verso
il Kurdistan. Fino alla risposta Kurda, violentissima, con la
successiva occupazione della Turchia nella notte.
"E ' lo stesso servizio che abbiamo gia' visto. E' inutile che
stiamo a rivedere tutto quanto, anche loro non sanno piu' cosa
dire" Paul e Antonio osservavano con espressione azzerata il
cubo luminoso.
"Aspetta, voglio ancora sentire una cosa" Antonio sintonizzo'
la console su un altro accesso. Il video divenne una cascata
iridescente di colori. Su di un caleidoscopio in continuo
mutamento si stagliava un volto chiaramente artificiale.
"Non dirmi che stai a sentire cosa dice quello li' !" inizio'
Kelensky. L'altro lo interruppe.
"Salve a voi, popolo!" il volto, sorridentissimo, si muoveva a
piccoli scatti nervosi, mentre parlava. "Ben sintonizzati,
eccomi qui con i miei commenti, Ah! Max il Magnifico, l'unico
commentatore che abbia superato il Test di Turing. Ebbene di
cosa si parla oggi? Certo! Non c'e' che un argomento, Uao,
uao, uao! la Turchia. Tutti addosso ai Kurdi, brutta gente,
non c'e' che dire. Solo perche' gli sono piovuti un po' di
neuroni accelerati sulla testa, queste se ne partono e
invadono a destra e a sinista. Mah!."
La maschera di Max cambiava continuamente espressione,
sottolineando in maniera esagerata quello che diceva. Sembrava
si divertisse un mondo.
Paul tento' di inserirsi in quel fiume di parole, ma venne
respinto.
un'ultima risata, chissa' dopo quale battuta. "Non e' un
idiota. E' un sistema. So come e' fatto e so che criteri usa
per le inferenze. L'ho ascoltato apposta"
"Il vostro Max He-he-headroom, invece, vuole spostare un po'
il tiro. Perche' nessuno sembra chiedersi PERCHE' quella
stramaledettissima base ha attaccato? Follia? Ma andiamo,
tutta una base? L'ordine di lancio deve essere approvato anche
dal sistema. E noi calcolatori non impazziamo. Almeno quasi
mai. Ah, ah, ah!
Scherzi a parte, che altro rimane, tradimento, spie, etc. E'
inutile corrompere chi si vuole se il sistema non da' l'ok per
il lancio. Noooo, qui c'e' dell'altro. Guasto. Ecco! Un guasto
al computer, si dice sempre cosi', no? Un idiota sbaglia ad
immettere i dati e poi dice che si e' guastato il computer.
Semplice.
"Ma andiamo. Inferenze simili le faccio anch'io. Prendi la
notizia del giorno e quella di ieri e cerca di metterle
assieme." Kalensky cominciava a disperarsi. L'espressione
dell'altro lo preoccupava. Lancio' una pietra nel fuoco di
legna, provocando una piccola esplosione di scintille.
Troppo. In media una macchina si guasta NON lasciando partire
le cannonate, non tirandole!
"Come tutti i giornalisti, del resto. Come mai nessuno
all'infuori di quella massa di risate sceme non c'ha pensato?"
Nooooo-ooo-ooo qui c'e' veramente dell'altro. Ma cosa?" Max
aveva assunto un aria sorniona e il volto si era ingrandito,
come se si volesse avvicinare agli spettatori "Virus"
sussurro' "Questa e' opera di quel virus che le voci
vorrebbero in giro per il Modello. Voci smentite, dite voi.
Ragione in piu', dico io. Ragionate, una volta tanto. E a
dirvelo e' qualcuno che di ragionamento se ne intende " Il
volto era tornato quello di sempre, sfottende e sorridente "
Chi o cosa altro potrebbe aver tiltato un sistema militare
cosi' tanto da convincerlo a lanciare un attacco,
probabilmente all'insaputa dei suoi commilitoni in carne ed
ossa? Ecco quello di cui voglio parlare oggi, un virus nel
Modello. E' successo. Tutti lo temevamo, ed eccolo qui. State
attenti la prossima volta che aprite il frigorifero, potrebbe
mangiarvi! Ah, ah ah!"
Antonio non rispose. Pareva avesse la mente e lo spirito
schiacciati da un peso enorme. Paul lo guardo' senza sapere
cosa pensare. Non l'aveva mai visto cosi'. Prese un'altra
pietra e la scaglio' con piu' forza nel fuoco.
"Non vorrai veramente stare a sentire quell'idiota simulazione
di un idiota?" Finalmente Paul aveva superato il tiro di
sbarramento della trasmissione, ed era riuscito a parlare.
Osservo' la pillola di BioStimolina, indeciso sul da farsi.
No, decise. Ne ho gia' preso una ieri, magari piu' tardi.
Antonio, scuro e serio in volto, spense il collegamento. Il
torrente di parole di Max si spense, lasciando nell'aria
"No. Max e' intelligente, ma non riuscirebbe a fare un
collegamento cosi' astruso, no, non tra una crisi militare e
un virus. No, la spiegazione e' che l'idea non e' sua. L'ha
attinta da qualche parte. te l'ho detto. So come funziona e so
che ha accesso a canali che di solito non vengono
pubblicizzati"
Poi rimase ad osservare le piccole luci della brace saltata
fuori, mentre si spegnevano ad una ad una.
XI
Josef Corinni aveva un forte mal di testa. Gli ultimi due
giorni erano stati per certi versi molto migliori dei
precedenti, per altri, decisamente peggiori.
Se per un verso la crisi Turca aveva distolto giornalisti e
opinione pubblica dall'argomento virus, per un altro aveva
convinto molti di quelli meglio informati dell'esistenza del
fantomatico. Infatti, anche se era uno dei segreti meglio
custodito dalle autorita' militari dell'Alleanza, solo
ipotizzando un intervento distruttivo, si poteva spiegare
quello che era successo.
Si erano quindi moltiplicate le pressioni sul suo operato,
affinche' "facesse luce sull'intera vicenda". Come se fosse
una cosa semplice.
Ultimamente, poi, la folla che voleva o la soluzione o la sua
testa aveva acquistato un nuovo adepto, Ben Shaka, il suo
capo. Josef si aspettava anche questo. Probabilmente le
pressioni su di lui sono ancora piu' forti che quelle che
arrivano addosso a me, chiaro. Ed e' anche chiaro che se va a
finire male, saltiamo assieme.
"Il peggio, pero', e' che, in mezzo a tutto questo casino, la
gente pretende anche che io lavori!" Aveva appena sganciato
una comunicazione verbale dove aveva dovuto ripetere la solita
tiritera di rassicurazioni.
La faccina buffa, simile a come ci si immagina uno gnomo, fece
una smorfia interrogativa, inclinandosi di lato. "Nulla,
Twinkly, continuiamo".
Twinkler era l'alter-ego di Corinni all'interno del Modello.
"Dunque, ci e' arrivata una nuova serie di dati dall'Interpol.
Mostrano delle segnalazioni che ritengono possano avere
connessioni con il nostro amico" La vocina era piuttosto
acuta, senza per questo essere stridula.
"Qual'e' la probabilita' che sia davvero cosi' . E per quante
di queste segnalazioni si puo' desumere siano realmente opera
del virus?"
interessata cerca di ricostruire il traffico, trova eventi
particolari, EBER, perdite di pacchetti. Poi riporta tutto
sulla mappa"
"Volo!" Twinkler scomparve dallo schermo facendo svolazzare il
mantello verde. Alcuni colleghi prendevano bonariamente in
giro Josef per via del suo alter-ego. Eccolo li', l'uomo
d'acciaio della UNIM che gioca con un personaggio da adventure
fantasy. In effetti era cosi'. Aveva programmato Twinkler da
una base "anonima" per le sue esigenze parecchi anni prima, e
da allora lo aveva mantenuto e migliorato. Era una nota
divertente, e, contrariamente a quello che pensavano molti, a
lui piaceva divertirsi. Anche sul lavoro, quando cio' era
possibile.
I programmi alter-ego erano nati alcuni anni prima come
programmi incaricati di tenere sotto controllo l'incredibile
complessita' del Modello (cosa ormai praticamente impossibile
per un essere umano). Per poter adattarsi a questa
complessita' furono via via dotati di moduli di Intelligenza
Artificiale sempre piu' spinti.
Per ultimo furono dotati di simul-vita, ovvero di personalita'
artificiale. Uno dei loro compiti da sempre era quello di
attivare e controllare i programmi folletto, ovvero quei
piccoli programmi che venivano "lanciati" nei data base, anche
remoti, o persino nel Modello intero, alla ricerca di dati e
informazioni particolari.
Anche se molti miei colleghi preferiscono il modello standard,
con limitata personalita' e che viene visualizzato con giacca
e cravatta. Non so se li trattiene di piu' la pigrizia o la
paura dei possibili commenti.
"E' difficile dirlo. Manca totalmente una casistista
precedente, e le mie soglie di Boltzmann-Hasper non sanno che
pesci prendere. Direi ad occhio e croce che stiamo raschiando
il fondo del barile. Saremo attorno al 10%."
Mentre attendeva che il suo "collega" terminasse
l'elaborazione, Corinni studio' per l'ennesima volta quella
che ormai era diventata "LA" mappa. Era una rappresentazione
olografica dell'Alleanza, con evidenziate le linee principali
della Rete. E su tutto, un groviglio di punti e linee di
colori diversi.
"Grazie, Sguinzaglia i tuoi folletti e prepara la stessa
documentazione delle altre volte: per ogni localita'
Era da queste linee che Corinni sperava di incastrare il
mostro. In quei giorni lui e i suoi collaboratori avevano
seguito due idee parallele. Cercare di scoprire quanto piu' si
poteva del virus dagli indizi che questo lasciava e cercare di
scoprire da dove provenisse.
giornalisti e compagnia bella, tutti che chiedono colpevoli o
teste che rotolano. Deve essere quello che chiamano "aiutare i
bisognosi". Vi sto facendo pena.
Tutti i sistemi sicuramente infestati erano stati
accuratamente ispezionati e studiati. Non era rimasto molto,
ma ormai era chiaro che avevano a che fare con qualcosa di
molto evoluto, qualcosa di assolutamente nuovo ed
imprevedibile. Il suo staff aveva avuto il coraggio di
presentargli i risultati solo per via dei buoni rapporti che
intercorrevano fra di loro. E a lui c'e' voluto un po' di
tempo per riuscire a digerirli.
Comunque era proprio quello, nonostante tutto, che mostrava la
mappa. Le varie segnalazioni, codificate per probabilita', e
il traffico in arrivo e in partenza da ognuna di loro. Alcune
linee bianche brillavano nel guazzabuglio di colori,
segnalando alcuni tragitti percorsi dal virus, ormai ritenuti
sicuri. Uno di questi portava in Turchia e non faceva ritorno.
"Cavolo, Josef. Se si venisse a sapere in giro che abbiamo
pensato una cosa simile e poi uscisse fuori che ci siamo
sbagliati..." Ben aveva lasciato la frase in sospeso quando
Josef gli aveva comunicato i primi risultati di tale indagine.
"No, per quanto assurdo, non e' possibile che ci siamo
sbagliati. Si tratta proprio di un virus, che si propaga per
mezzo di spore, utilizzando il Modello stesso per crescere."
"Ma Josef. Propagarsi per mezzo di spore neurali. Nel
Modello!" Shaka aveva scosso la testa, eloquentemente.
Un po' contrariato dell'incredulita' del superiore, Corinni si
era preso l'incarico di cercare di scoprire da dove
provenisse. L'idea in se' era abbastanza semplice. Si parte da
ogni sistema infestato e si analizza il traffico verso quel
sistema per un certo periodo precedente. In quei messaggi ci
deve essere anche l'agente virale. Se ci si imbatte in un
altro sistema infetto, e' di li' che proviene. E si continua.
Teoricamente si dovrebbe arrivare al nodo da cui l'infezione
ha avuto origine.
Il guaio e' che non tutto il traffico e' registato (sarebbe
impossibile) e spesso le segnalazioni di infestazioni non sono
del tutto attendibili. La polizia faceva quel che poteva per
analizzare le varie segnalazioni, riportarle a lui e, nel
contempo, riuscire a far apparire ogni caso come qualcosa di
isolato. Josef doveva ammettere, pur non avendo mai avuto
molta simpatia per i poliziotti, che questi gli stavano
offrendo tutta la collaborazione possibile. Probabilmente
siete molto piu' abituati di me ad avere contro politici,
Non c'era comunque da sperare che fosse rimasto distrutto.
Qualunque cosa fosse, aveva infestato troppi sistemi, ormai.
Cosi' come non c'era speranza di riuscire a far convergere
quelle righe verso un'unica meta, pensava sconsolato.
Mentre parlava alcuni puntini viola (un colore che esprimeva
una bassa probabilita') apparvero qua e la', mentre due righe
arancio si trasformarono in bianche.
Solo due, penso' sconsolato. Niente da fare. Non convergono.
Sullo schermo secondario riapparve il programma-folletto.
"Questo e' tutto quello che sono riuscito a stabilire"
"Non e' molto" Josef si accorse che stava facendo disegnini
con un pennarello sul tavolo della scrivania. Si interruppe
subito. Vi passo' una mano sopra, con il solo risultato di
sporcarsi. Calma. Una fitta alla tempia gli fece socchiudere
gli occhi.
"Pero' se non hai nulla in contrario, vorrei provare a
sovrapporre alla mappa i dati di maggior traffico, rilevate
negli orari dei probabili passaggi."
"Pensi che servira' qualcosa?" L'uomo teneva gli occhi
socchiusi e guardava un po' dubbioso l'amico digitale.
"Dati due eventi ugualmente probabili, entrambi utilizzanti
condizioni al contorno con diversa probabilita', allora le
loro probabilita' di accadimento reali devono per forza essere
influenzate dalla probabilita' del contorno"
"Non sono sicuro che in questo caso si possa applicare. Siamo
di fronte a qualcosa che rifugge dal normale flusso di
traffico. Comunque proviamo pure." Dannazione, sono proprio
fuso. Avrei dovuto pensarci io. E prima. Beh, gli alter ego
servono anche a questo. Un piu' sul registro per averlo
progettato bene. Tento' anche di sorridere, ma questo
accentuo' l'emicrania e la bocca si' piego' in una smorfia.
D'impulso la mano afferro' la BioStimolina rimasta sul tavolo.
Mentre l'elaborazione era in corso, Corinni inizio' a sentire
l'effetto della sostanza nell'organismo. Il mal di testa si
attenuo' notevolmente e un generale benessere, tipo quello che
si prova dopo un prolungato sforzo fisico, gli si diffuse per
il corpo. Gli sembrava persimo che la mappa cambiasse in modo
da suggerire una convergenza delle linee colorate.
Cavolo! Non e' la Bio. Stanno davvero convergendo! Gli occhi
fissi, le dita che torturavano il labbro superiore, Corinni
osservo' i successivi mutamenti di colore.
"Bene. Ora rifacciamo il conto con una piu' stretta, diciamo
uno zero sessantacinque"
"Non vedo cosa serva"
"Neanch'io, pero' proviamo!"
Il groviglio di colori muto' istantaneamente. Colori chiari si
fecero piu' scuri, mentre intere zone parvero illuminarsi
improvvisamente.
Tombola! Convergono. Senza attendere ordini diretti, la mappa
si ingrandi' mostrando la costa orientale degli ex-Stati Uniti
d'America "Zona di convergenza: raggio stimato 150 Km,
probabilita' 78%" Annuncio' la voce sintetica.
Il sorriso di Josef si spense quasi subito. Si, converge, ma
non troppo. Sei partito da qualche punto li' dentro,
bastardissimo essere. Ma che faccio? Dico alla polizia di
controllare tutta la zona? Quanta gente ci vive?"
A meno che! "Twinkler, per ottenere la probabilita' composta
hai semmplicemente sommato, vero? Prova ad utilizzare una
gaussiana con una varianza opportuna come filtro"
"Approssimativamente due milioni e mezzo di persone" rispose
il folletto elettronico, ben sapendo che in molti casi gli
esseri umani preferivano una stima imprecisa ma che faccia
cifra tonda, piuttosto che il valore esatto "Vi sono
catalogate anche circa trecentomila entita' sim di livello
Turing-2" aggiunse, forse ricordandosi che anche lui era
catalogato come Turing-2.
"Quantificare opportuna" Per quanto evoluto, Twinkler era e
rimaneva un programma.
"Non per offenderti, ma il dato mi pare inutile. Non credo
proprio che tutto questo sia opera di un sim"
"Ok. Visto che quel bastardo per spostarsi usa prevalentemente
dei pacchetti danneggiati, cerca di calcolare una curva
utilizzando i dati della distribuzione dei fallimenti su un
campione abbastanza significativo. Diciamo due milioni di
pacchetti distibuiti su tutto il mese scorso"
"Primo. La concentrazione e la localizzazione dei sim di
livello 2 o 3 in media evidenzia anche umani con un elevato
grado di preparazione tecnica. Due. Dovremmo prendere in
considerazione la possibilita' che, visto l'unicita' di quel
che abbiamo contro, questo possa essersi sviluppato a partire
da una sim-entita'"
Nulla. Possibile che mi sono sbagliato? Ho nettamente avuto
l'impressione di, e invece niente.
Non ci volle piu' che un istante per eseguire il conto.
"Fatto. La gaussiana ottenuta e' molto ampia, con varianza
normalizzata di zero ottantuno"
Josef guardo' lo schermo, leggermente sorpreso. E anche un po'
preoccupato. Non aveva mai sentito Twinky rispondere in quel
modo. Pareva offeso. L'aveva in gran parte progettato lui, e
comunque sapeva bene come funzionasse. Ciononostante a volte
quel tipetto lo lasciava veramente sorpreso. Inoltre per la
seconda volta in quel breve lasso di tempo aveva avuto un'idea
che a lui non era venuta.
Non sapendo cosa rispondere si limito' a continuare il
discorso di prima "Allora, cosa posso fare? Dire alla polizia
di mettere sotto sorveglianza due milioni e mezzo di persone?"
E poi aggiunse "E trecentomila sim?"
Twinkler si limito' ad una leggera smorfia.
Ci vorrebbe un'idea. Oppure una botta di fortuna immensa. Le
fitte alla testa stavano tornando. Diavolo, sto pasticcandomi
di Bio, e questa dannata robaccia non mi fa nemmeno passare il
mal di testa.
Lentamente la memoria torna. Pedro inizia vagamente a
ricordare chi e'. O forse chi e' stato. Ricorda della visita
di Jack, del "coso" neurale di Jodari. Poi la visitina alle
simulganze. Tutto pero' appare irreale, come in un sogno. Vi
e' una patina di falso in tutto questo.
Pedro tenta di guardarsi intorno, in risposta ad uno stimolo
che gli impone di tentare come prima cosa di utilizzare il
senso della vista. Inutile. E' tutto buio. Ha anche vaghi
ricordi del proprio corpo. Nessuna sensazione. Anche i
tentativi per muoversi falliscono.
Calma. Calma. Ti stai svegliando. Cosa e' successo? Quella
cosa immonda. Era un incubo. Sicuramente. Ma perche' non
riesco a muovermi?
E poi quella cosa! Era vera, o un sogno?
INTERLUDIO V
Dove sono, cosa mi e' successo?
Buio. Poi la scintilla di un pensiero. E con il pensiero
arriva l'autocoscenza.
DOVE SONO?! E' solo un pensiero, ma Pedro vorrebbe
urlarlo.Nella sua mente si materializza l'immagine di se
stesso che urla, la bocca spalancata. Non ci riesce. Le sue
orecchie non odono nessun suono.
Poi qualcosa d'altro emerge. Si tratta di ricordi. Immagini e
simboli che appaiono ancora del tutto privi di significato. La
stessa analisi di un possibile significato e' ancora al di la'
da venire.
"Signor Do Santo. Signor Do Santo, mi sente?"
La voce gli arriva direttamente ai centri nervosi. E scatena
in lui un torrente di pensieri, finalmente liberi di
analizzare qualcosa.
Dalle nebbie del suo cervello ora i ricordi giungono sempre
piu' veloci. La voce lo ha chiamato Do Santo. Pedro. Ma e' il
mio nome. Nome. Persona. Essere umano. Ricordi.
Per un po' niente altro. Una parte della sua mente si sforza
di ricordare, di comprendere, di analizzare. Il resto di se'
appare invece fiacco e indolente.
Ma la risposta arriva ugualmente. E' la voce di prima, che
pero' il messicano ora ascolta con piu' attenzione. Non gli
sembra che gli sia giunta attraverso le orecchie. E' piu'
simile a quando si utilizzano i trasduttori ossei. Pare nasca
nel cervello stesso.
"Si calmi, signor Do Santo. Lei ha subito un forte shock. Il
disorientamento che prova e' ampiamente giustificato"
Allora sono in ospedale. Ma perche'. Sprazzi di memoria,
immagini tornano a galla. Qualcuno che cerca di sollevarlo.
Non ci riesce e impreca. lui che mentalmente sogghigna. Poi,
in due o piu', lo adagiano su qualcosa. Sensazione di
movimento. Un'ambulanza.
In ospedale. Pedro e' gia stato in ospedale. O almeno gli
sembra. Qualcosa dentro di lui gli ricorda la sua passione per
le droghe di qualunque tipo e per le risse. E' gia' stato
ricoverato varie volte. Ma questa volta e' diverso. Perche'
non vedo nulla, ne' sento niente. Sono rimasto paralizzato? E
cieco? Con orrore ricorda il dolore che ha preceduto
l'incoscenza.
I pensieri continuano a rimanere confusi. Indecisi. E' diverso
che svegliarsi. Non so perche'. E' diverso e basta. E' come
se. Come se le linee di pensiero non sapessero che strada
prendere. Come se dovesse riscoprire tutto daccapo.
Una certa inquietudine inizia a farsi strada in lui. Non
voglio starmene qui senza capire cosa succede. Voglio sapere
cosa mi sta succedendo!
La voce, gentile ma ferma, torna a farsi sentire "Le ho detto
di stare calmo. Tutto questo e' normale in questa fase. Le
verra' spiegato tutto quanto in seguito."
Un momento, sono sicuro di non aver parlato. Non riesco a
sentire un solo muscolo, ne' a muoverlo. Figuriamoci a
parlare. IO HO SOLO PENSATO: Che diavoleria e' questa?
"Daccordo. Lei e' molto intelligente. Non vedo il bisogno di
continuare con questa farsa. Lei ha subito uno shock. Ma lei
e' forte. Percio' si prepari alla rivelazione piu'
sorprendente della sua vita. Lei non e' piu' una mente
biologica. Lei e' una rete neurale. Lei, o meglio il suo
corpo, era ormai in coma irreversibile.
Abbiamo quindi deciso di utilizzare lei per un nostro piccolo
esperimento. Durante queste ore abbiamo analizzato il suo
cervello, inviando microstimoli a varie zone, persino a
singole sinapsi. E qui, gia' pronta, c'era questa rete pronta
ad accogliere i valori di ritorno di quei sondaggi."
La voce si mantiene cordiale e professionale. Ma un qualcosa
tra l'esultanza tipica del ricercatore e la condiscendenza che
hanno spesso certi medici provoca una corrente di antipatia
immediata verso la voce da parte del messicano.
Pedro e' investito da un'ondata di orrore e di disperazione.
Ma e' solo un attimo, poi il suo carattare battagliero
riprende il sopravvento. Sentite, voi, non so cosa mi e'
successo ma non sono diventato stupido. Queste cose non si
possono fare! avendo ormai accettato che, qualunque cosa lui
ora sia diventato, quel tizio gli legge nella mente, Pedro
utilizza, per comunicare, l'espediente di pensare a se stesso
mentre parla.
"Ha ancora una volta ragione. Non eravamo sicuri di farcela.
Pensavamo a qualcosa che rispondesse piu' o meno a tono.
Cristo Modello, se ci sbagliavamo!"
Alla confusione iniziale sta subentrando una rabbia sorda.
Rabbia per essere preso in giro. Oppure, nell'ipotesi che
quello che ha detto quell'altro sia vero, rabbia per essere
usato cosi', come un animale da laboratorio. Non gli va! E
qualcuno la paghera'!
State continuando a predermi per il culo! Cristo, viaggio per
il Modello da quando...Pedro non termina l'analogia, sicuro
che quell'altro abbia capito cosa intende. Un conto e' un
simul-carattere, un personaggio da virtual-game, un conto e'
una mente umana!
"Piantiamola una buona volta!" La nuova voce e' diversa. Molto
diversa. Non sa come, ma Pedro e' sicuro di aver avvertito, da
parte del primo che aveva parlato un subitaneo ritrarsi, come
di fronte a qualcuno che si rispetti e si tema. O forse e'
solo un'idea. Nata per via del tono decisamente strafottente
della nuova voce. "Senti, grassone bastardo. Piantiamola con i
giri di parole. Certo che ce l'abbiamo fatta. E se ti stai
chiedendo chi catodo siamo, sono sicuro che se ti rimane
abbastanza intelligenza lo capirai da solo"
Quel tizio ha ragione. Dentro di se' l'aveva gia' immaginato.
O meglio, temuto. Se c'e' qualcuno in gradio di fare una cosa
simile, quelli non possono essere che LORO!
"Si, NOI. E puoi stare certo che non ti abbiamo tirato fuori
per i tuoi begli occhioni cisposi. Persone come te ci sono
sempre state sui marroni. Ti lasciavamo fare perche' eri
dannatamente in gamba. Ma qualcosa e' andato storto. Non e'
vero?"
Che vuoi da me, stronzo! Pedro non deve certo fare sforzi per
caricare la frase con l' espressione piu' truce possibile.
Improvvisamente un dolore fortissimo, bruciante, lo pervade.
Ogni sinapsi urla e si dimena. Poi si placa. Istantaneamente
com'era venuto. E si porta via con se' anche la rabbia. Almeno
per il momento.
"Inizi a fare lo spiritoso? Bene. Quando vuoi un'altra dose
del nostro salutino non hai che da dirlo. Comunque, dicevo che
tu, babione, eri l'unico che potesse dirci qualcosa. Ma eri in
coma e destinato ad essere trapiantato a pezzi entro poche
ore. Poi il professore ha avuto l'idea di tentare il
colpaccio. E ci e' andata bene"
"Calmati, porco. Come vedi sei in nostro pieno potere, ormai.
Possiamo fare di te quello che vogliamo. Ti conviene stare
bravo e ubbidire. Ho giusto una mezza intenzione di
cancellarti per sempre"
Posso fare una domanda? Hai parlato di coma. Io, cioe' il mio
corpo dov'e'?
Ripeto, che vuoi. Questa volta Pedro evita altre parole.
L'espressione che accompagna la frase assomiglia piu' ad una
smorfia di dolore che altro.
"Bravo. Cosi' va meglio. Quando, qualche giorno fa quel
damerino frocio del tuo socio non si e' piu' fatto vivo, non
e' che ci siamo scaldati piu' di tanto. Gente come voi viene
fatta fuori molto di frequente. E non e' che importi poi molto
a nessuno. Avranno litigato con qualche banda, ci siamo detti.
Poi, dopo quello che sta succedendo nella Rete, ci siamo
ricordati di voi due, abbiamo fatto due piu' due e ci siamo
detti 'Vuoi vedere che quei due lavativi c'entrano con tutto
il casino che c'e' stato?'."
Quale casino? Ma nel momento stesso in cui pensa alla domanda,
Pedro si accorge di conoscerne la risposta, di essere al
corrente degli avvenimenti dei giorni precedenti. Gli basta
pensare ad un giorno perche' gli venga in mente quello che e'
successo. Istintivamente tace.
"Zitto, ti abbiamo dato l'accesso ad una banca dati d'agenzia.
Ah. Vedo che l'hai gia' scoperto. Allora continuiamo. Visto
che quel coniglio di cui ci fidavamo e' scomparso, abbiamo
pensato che TU avresti potuto dirci cosa e' realmente
successo. Che ne dici, eh?"
Dite e pensate un sacco di cose, in questi ultimi tempi. Pedro
sta riacquistando la sua normale combattivita'. La rabbia,
questa volta piu' fredda, sta tornando a farsi sentire.
"In una camera di qualche ospedale, pieno di tubi e tubicini.
Domani scadono i giorni per l'eutanasia, ma puo' anche darsi
che qualcuno stacchi qualche tubo ancora prima."
Bastardo. Do Santo cerca di non farsi sentire, non sapendo
quali pensieri quelli possono captare e come. Te la faro
pagare, non so come, ma ci riusciro'.
La voce non da' segno di aver sentito. "Adesso passiamo alle
domande: cosa avete combinato, tu ed il tuo socio. E dov'e',
adesso. Pensiamo che tu o lo hai ucciso, o gli hai preparato
la fuga. Abbiamo trovato una serie di false tracce in giro per
il Modello"
Cosi' Williams e' piu' in gamba di quanto credevo. Pedro
sogghigna tra se'. Vi ha fregati, Modello! vi ha fregati!.
Evidentemente si e' svegliato dopo che io...Si', dopo quello.
E deve aver pensato che siete stati voi. Ovvio. Deduzione
logica. E' fuggito. E vi ha seminati! L'hacker torna a
sorridere, cercando nel contempo di non "pensare a voce alta".
Questa volta non ci riesce.
"Cosi' quello stronzetto e' vivo. Vivo e libero da qualche
parte. Bene. Ora che lo sappiamo lo troveremo. E dopo
torchiato, puf, vedremo di farlo sparire sul serio. In quanto
a te, adesso, devi solo dirci cosa e' successo a te. Bada a
quello che dici, il comando che cancella il file su cui
risiedi e' gia' impostato!"
Ma il messicano ha preso la sua decisione e anziche'
rispondere proietta con la mente il gesto piu' indecente che
riesce a trovare. E non fa nulla per nasconderlo, anzi.
E puntuale, come Pedro si aspettava, arriva il dolore. Ma ora
e' pronto. E non gli fa paura. Nulla puo' piu' fargli paura.
Non sono piu' un uomo. Che senso ha vivere ancora? Questo non
e' dolore. Sono solo dei valori di soglia in una matrice.
Istintivamente Pedro ha gia' imparato a modificarli. Il dolore
diventa calore. Poi piu' nulla.
I due uomini si trovarono a fissare il volto sghignazzante di
Pedro. Una lunga beffarda risata.
"Maledizione, maledizione. Lo dicevo che questa era una
pagliacciata. Quella...cosa " mezzo sollevato sulla sedia, il
braccio teso indicava lo schermo di fronte a loro.
"Quell'obbrobrio non ci sara' di nessuna utilita'. Lo fermi e
veda di recuperare quei dati in un altro modo"
"Ma, e il nostro esperimento"
Non termino' la frase "Il SUO esperimento e' sospeso, e'
chiaro? E non tenti di rifar partire quella rete. O meglio
tiri fuori quei dati e poi lo cancelli! Mi sono spiegato?"
Con un filo di voce l'uomo col camice bianco cerco' di
difendere la sua creazione "Cerchi di capire, signore, non
c'e' niente che possa comprendere una rete cosi' complessa. La
teoria del Caos di Shaminsky..."
"E allora lo cancelli, lo distrugga, gli azzeri i byte ad uno
ad uno, anche se dovesse farlo a mano! CHIARO!"
"Sissignore" Stronzo, avrebbe voluto aggiungere lo scienziato,
che trasali' quando l'altro pianto' i pugni sul tavolo, mentre
si alzava.
Giunto vicino alla porta si volto' indietro "Beh? Che aspetta?
Si metta al lavoro. Ora la lascio. Devo sistemare un altro
conto in sospeso" Usci', evitando di sbattere contro la porta
soltanto per la rapidita' con cui questa si apri'.
L'uomo rimasto non pote' par altro che sospirare e sistemarsi
di fronte alla console iniziando a fornire i necessari
comandi. Quasi subito la sua espressione si fece preoccupata.
Impallidendo visibilmente, le mani tremanti sul pad.
Con la fronte imperlata di sudore freddo non pote' fare altro
che constatare il blocco totale del sistema.
Non molto distante in linea d'aria, e ancor meno in termini
telematici, il medico di guardia torno' ad occuparsi del corpo
di Pedro. Avendo notato qualche debole segnale sullo schermo
del tomoencefalogramma, scrisse sulla cartella la sua proposta
di proroga di una settimana all'espianto degli organi. Anche
se sapeva che difficilmente sarebbe stata accolta.