www.gliamicidellamusica.net

Transcript

www.gliamicidellamusica.net
www.gliamicidellamusica.net
Pubblicato il 08 Febbraio 2016
Nostra conversazione col soprano brindisino in occasione della recita nel Teatro Verdi di Pisa
Rachele Stanisci perfetta Aida
intervista di Simone Tomei
PISA - Al termine della recita pomeridiana di Aida di Giuseppe Verdi al Teatro Verdi di Pisa, domenica
31 gennaio 2016, ci ha accolti in camerino il soprano Rachele Stanisci raccontandoci un po’ di sé; un
breve accenno al suo curriculum ci porta alle sue origini pugliesi: nata a Brindisi, inizia giovanissima lo
studio del canto con Gina Salvagno e si perfeziona , vincendo il concorso e la borsa di studio, presso
la “Scuola di Perfezionamento Artisti lirici del Teatro Alla Scala”; il resto ce lo dirà lei nella nostra
chiacchierata alla fine di una bellissima performace vocale ed interpretativa in un ruolo piuttosto
impegnativo che ormai ha nelle sue corde da molto tempo; e proprio in relazione a questo ruolo
abbiamo iniziato la nostra piacevole chiacchierata.
Qual è il rapporto tra Rachele e Aida
Il mio rapporto professionale con quest'opera di Verdi è nato 2006, anno del debutto in questo bellissimo ruolo dove
nonostante io fossi più giovane e avessi un dose minore di esperienza, ho percepito subito che questo sarebbe stato un
ruolo per me; mi è infatti entrato immediatamente dentro, soprattutto per quello che riguarda proprio la psicologia stessa del
personaggio; una donna tormentata che si strugge per amore, un po’ come sono tante donne nella vita privata. E un po'
anch'io.
Quindi c’è qualcosa di Aida in Rachele?
Ebbene sì, come credo che ci sia anche in molte donne che hanno una sensibilità particolare e questo mi porta ad affrontare
questo personaggio in modo molto “carnale” e direi di più: un ruolo nel quale se non si va “di pancia” non si tira fuori un
ragno dal buco; la razionalità, la ricerca solamente dei bei suoni, che sono ovviamente importanti e necessari, lasciano un
po’ il tempo che trovano.
Questa riflessione mi suscita un’altra domanda: il percorso di Rachele nasce da una frequentazione di ruoli belcantisti
per poi andare ad affrontare ruoli con una vocalità più corposa; che evoluzione ha avuto la scelta del suo repertorio?
Io ho debuttato nel ruolo di Musetta in Bohème dopo aver vinto il concorso “As.Li.Co”, anche se la mia voce non è mai stata
una voce tipicamente brillante da soprano di coloratura, ma per l’età piuttosto giovane - che non offre tutte le possibilità a
causa proprio della giovinezza - ho dovuto un po’ adattarmi a questi ruoli più da soprano “leggero” avvertendo, dopo una
decina di anni, la necessità di affacciarmi ad una vocalità più intensa; tale necessità si è manifestata in virtù di una esigenza
fisiologica, in quanto la voce stava iniziando ad aggravarsi e a chiedere altro alle mie corde vocali. Ho incontrato Katia
Ricciarelli grazie alla quale, dopo un’audizione, ho debuttato in Don Carlo - ed io stessa non ci credevo, ma poi mi sono
detta: “se ci crede lei perché non devo crederci io?” - poi subito dopo ho cantato Norma a Modena, Abigaille in Nab ucco al
fianco di Leo Nucci e via andare fino a Macb eth e Attila, rimanendo quindi ancorata alla caratteristica delle mie corde vocali
che pretendevano questo tipo di ruoli e di vocalità.
Il rapporto con i suoi insegnanti come è stato?
Ho avuto la fortuna di potermi perfezionare dopo gli studi intrapresi in età molto giovane, con la grandissima Giulietta
Simionato con la quale ho frequentato il corso di perfezionamento, vincendo il concorso e la borsa di studio, presso la
“Scuola di Perfezionamento Artisti Lirici del Teatro Alla Scala”. Una vera maestra a cui sono molto grata e continuerò a esserlo
sempre.
Perché?
Perché mi ha dato moltissimo a livello di interpretazione.; tecnicamente quella donna è sempre stato un “mostro vocale”;
oltre alla giusta impostazione ci trasmetteva anche qualcosa di più, attraverso le emozioni che suscitava nell’insegnamento,
comunicando moltissimo sia a livello empatico, che da un punto di vista didattico; questo era il suo spessore come donna,
come insegnante e come interprete.
Ha un ruolo della sua maturità artistica non ancora debuttato?
Tosca, una risposta secca che non lascia dubbi.
Di fronte ad una grande riscoperta della filologia musicale negli ultimi anni, si nota un minor aderenza al testo e alle
intenzioni degli autori da parte dei registi; cosa ne pensa?
Rispetto a questa cosa, che è palese, non mi sento in completo disaccordo con delle regie un pochino più azzardate e
nemmeno al fatto che la figura del regista sia così predominante, perché molto spesso riesce a conferire carattere e spesso
disciplina al cantante stesso con facendo a volte nascere una bellissima intesa; per quello che riguarda la questione dei
tagli sinceramente non mi sento di esprimere un giudizio né pro, né contro; credo che la questione dei tagli o più in generale
delle incursioni nelle partiture sia una pratica che risale ai tempi dei compositori stessi; loro stessi, molte volte aggiustavano
le partiture alle caratteristiche ed alle possibilità vocali degli interpreti che avevano a disposizione, quasi provando sulla voce
del cantante; anche oggi credo che un taglio debba essere sapientemente gestito da un bravo Direttore, amalgamando le
scelte musicali sulla base delle esigenze registiche.
I prossimi impegni?
Abigaille a Bari, poi a Lisbona per un Requiem di Verdi, un’altra recita di Aida a Livorno e poi alla volta di Norma e Les
vêspres siciliennes (Hélène) al Covent Garden di Londra con la direzione di Antonio Pappano.
Concludiamo qui il nostro breve e cordiale incontro con il soprano Rachele Stanisci, ringraziandola della sua disponibilità e
augurandole sempre di poter conquistare il pubblico, come ha fatto questo il 31 gennaio con la platea pisana, augurandoci
di poterla ascoltare ancora in tante altre occasioni.
Crediti fotografici: Massimo D'Amato (Firenze) per le foto di scena di Aida nel Teatro Verdi di Pisa (con lei, nelle foto d'assieme, Dario Di Vietri, Sanja
Anastasia, George Andguladze, Elia Todisco e Michele Cerullo)
Sotto: Foto Ennevi (Verona) e Giacomo Orlando (Catania), immagini di repertorio del sito internet della cantante