i check point i
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I CHECK POINT I tecnica I a c u r a d i V a l e r i o M a l f a t t o e d e l l o S t a f f Te c n i c o J a m s e s s i o n L e s 2 A l p e s Gioco di sponda P VALERIO MALFATTO CO-FONDATORE DELLA JAM SESSION E AUTORE DEGLI ARTICOLI CHECK POINT SIMONE EYDALIN NEW ENTRY JAM SESSION: CLASSE 1986 ALLENATORE FEDERALE DI II° LIVELLO È IL DIMOSTRATORE DI QUESTA PUNTATA CHECK POINT roviamo ad approcciare il gesto tecnico non tanto preoccupandoci di eseguire una serie di complicati movimenti da coordinare, bensì dandoci un unico semplice compito da eseguire, ritmicamente. Un compito che sia chiaro, comprensibile e che se eseguito nella sua essenzialità possa produrre istintivamente un gesto che, anche se non perfetto, sia corretto nella sostanza, già abbastanza completo e coordinato. Potremo successivamente analizzarlo per capirne più a fondo il senso e per apportare quelle leggere modifiche che potranno ottimizzarlo. Partiamo da un concetto semplice: uno sciatore che scende da un pendio lungo la linea di massima pendenza è come la pallina di un flipper che scende giù dritta sul piano inclinato. Immaginiamo di essere noi quella pallina e di incontrare ad un certo punto una sponda curva e parabolica che ci fa deviare verso sinistra; «teniamo» la sponda per girare quanto basta e «molliamola» per ripiombare verso la discesa dove incontriamo dopo poco un'altra sponda che ci fa deviare verso destra. E così via, in una successione di deviazioni di qua e di là provocate dagli scorrevoli appoggi sulle le sponde che si susseguono. Il compito è semplice: immaginiamo di essere in pista e di crearle noi queste sponde, inclinando i piedi lateralmente, dolcemente. Inneschiamo così la prima curva della serie, creando sotto i nostri piedi quella sponda che ci farà deviare dalla traiettoria rettilinea e ci introdurrà in un fantastico percorso dalle centrifughe esaltanti. Facciamolo per mezzo della presa di spigolo, dolce all'inizio e via via più forte, «puntellandoci» con intensità crescente sul piede esterno alla curva, dando sempre più solidità all'appoggio e mantenendo «lungo» l'arto inferiore esterno, resistendo alla forza generata dall'appoggio con la sponda per provocare quella reazione del terreno, necessaria per farci fa deviare nella direzione desiderata. Evitiamo qualsiasi cedimento, di bacino, di caviglie, di busto. Solidità e compattezza sono le parole d'ordine. Ci accorgeremo che la semplice fantasia che questa sponda «esista» e l'intenzione di andare ad appoggiarci su di essa ci suggerirà la giusta inclinazione del corpo verso l'interno della curva, sapendo bene che senza inclinazione verremmo sbalzati fuori dalla curva. Ci accorgeremo che dare solidità al lato del corpo esterno alla curva ci metterà in saldo equilibrio. Con la presa di spigolo in graduale aumento e la contrazione muscolare in crescendo, evitando piegamenti-cedimenti nel percorrere la sponda ci sentiremo con gli sci «incollati» al terreno, con il corpo forte, compatto ed in equilibrio. Sensazioni davvero forti durante la curva, che come per magia si risolverà nel tempo giusto e con naturale facilità. Per «mollare» (abbandonare) quella sponda basterà lasciar fuggire la massa del tronco, testa e spalle in avanti, _140_SCIARE_624 Fare una curva condotta non è altro che sapersi creare una solida sponda che ci faccia deviare... Fare curve in successione non è altro che mollare una sponda e andare subito a crearsene un'altra che ci faccia deviare dalla parte opposta Proviamo ogni tanto ad immaginare l'azione in modo diverso, ad esempio visualizzando sulla neve una ipotetica sponda alla quale appoggiarsi ed opporsi con un crescendo di forza, senza cedimenti dell'arto inferiore esterno alla curva per provocare quella reazione del terreno che ci farà deviare nella direzione voluta Il vincolo (piede-spigolo) è solido, il carico sul terreno viene trasmesso cercando di mantenere l'arto inferiore esterno lungo come un “pilastroammortizzatore” che reagisce alle forze con la giusta resistenza. La grande massa del tronco può così mantenersi su una traiettoria filante, mentre la giusta compensazione di busto ottimizza la prevalenza di equilibrio sul lato esterno preparando allo stesso tempo le spalle ad anticipare la direzione di uscita dalla curva verso quella successiva I CHECK POINT I tecnica verso la sponda successiva, allentando la tensione muscolare e «sentendo» i piedi che annullano gradualmente la presa di spigolo per andare con continuità a cercare l’aggancio alla curva successiva. La traiettoria del tronco incrocerà così quella degli sci e passerà oltre, il nostro corpo sarà ribaltato dolcemente (non è necessario distendere, anzi, dovremo contenere la tendenza ad una eccessiva estensione) in un'inclinazione opposta alla precedente, pronto ad affrontare e a gestire in massima solidità e compattezza lo scorrevole appoggio sulla nuova sponda. Durante questa fase di cambio, il visualizzare sul terreno la virtuale parabolica successiva ci indurrà a «travasare» l'azione muscolare dal lato esterno della curva appena finita a quello esterno della nuova curva, per prendere nuovamente un appoggio solido sulla sponda. Dato che verrà abbastanza istintivo il creare la sponda con il piede, l’inclinare il corpo e contrastare con la «gamba tosta» le forze che tenderebbero a sbalzarci fuori dalla curva, avremo ottenuto un gesto già ben coordinato. È ora di farsi riprendere al video e di andare a verificare se l'azione risulta veramente spontanea o ancora un po’ forzata, con equilibri non proprio ottimali. Senza troppo cavillare sul comportamento delle singole parti del corpo diamoci il compito, una volta tornati in pista, di rispettare una certa cadenza e proviamo diverse discese con un ritmo costante in successioni di curve di ampiezza media, non lunghe _142_SCIARE_624 I da rischiare di perdere i riferimenti di tempo e di spazio, non troppo ravvicinate da creare rimbalzi. Durante lo sviluppo della traiettoria dobbiamo poterci gustare quell'incremento di azione che ci dà quella bella sensazione di dinamicità e di accelerazione in curva. Altro video per analizzare la corretta esecuzione dei fondamentali nel tempo e nello spazio chiedendoci sempre se esprimiamo naturalezza (positivo) o se siamo imbalsamati e troppo preoccupati di far bene (negativo): verifichiamo inclinazione/angolazione, centralità, gestione e controllo delle rotazioni, gestione e controllo dei movimenti alto-basso, gestione dei carichi. Ancora qualche discesa per coordinare meglio il tutto, ancora un video per controllare la fluidità dell'azione e questa volta per individuare eventuali impulsi non proprio ortodossi che richiederanno esercizi specifici per riprendere in modo analitico alcune mobilità di base: l’azione dei piedi nella ricerca dello spigolo, lo schema di equilibrio del corpo sullo sci tenuto di spigolo, la fluidità nello sviluppo dell'inclinazione verso l’interno della curva, la percezione del lavoro muscolare sul lato esterno ed interno, la percezione del lavoro laterale del busto per l’ottimizzazione dell’equilibrio.... e tante altre cose tecniche alla ricerca di quelle sensazioni fini che ci aiuteranno a calibrare il gesto in situazioni diverse. Gustandoci al massimo il piacere di imparare e di sviluppare nuove e più grandi abilità. III La sequenza può essere vista come il passaggio da una sponda alla successiva: corpo che si oppone alle forze con appoggio solido e non cedevole sul lato sinistro del corpo, fase di relax per l'inversione dell'angolazione ed il travaso dell'azione sul lato destro. La fase di ingresso in curva prepara quell'inclinazione che sarà necessaria per predisporre il corpo ad impattare la sponda in equilibrio senza essere sbalzati fuori dalla curva; un buon vincolo sul terreno ed il crescendo di intensità dello sforzo muscolare nel secondo terzo di curva generano la reazione del terreno che deforma lo sci e fa deviare lo sciatore, la curva si risolve con il giusto tempismo e lo sciatore è pronto a svincolarsi dalla traiettoria Jam Session rganizzazione al 100% italiana, Jam Session svolge la sua attività a Les 2 Alpes (Francia), in estate come in inverno. Scelta da Sciare Magazine per parlarvi di tecnica, è il punto di riferimento per i moltissimi sciatori italiani che frequentano la nota località francese. Specialità della casa sono i corsi di sci in formula «Full Immersion», programmi intensivi e molto ben strutturati dedicati agli sciatori decisi a migliorare in modo significativo la propria tecnica. Il gruppo tecnico Jam Session di maestri italiani, allenatori federali, istruttori nazionali, sviluppa ogni anno i propri programmi introducendo le ultime novità tecniche e innovando costantemente la didattica. Jam Session propone agli appassionati anche la sistemazione alberghiera alle 2 Alpes in hotel a gestione diretta, con cucina italiana e personale italiano. O Programmi Jam autunno-inverno 2009/10 - Ponti, Settimane bianche, Corsi Full immersion: Ghiacciaio dello Stelvio 7-18 ottobre - Ghiacciaio dello Stubai (Austria) dal 28/10 al 1/11; Les 2 Alpes Ponte di S. Ambrogio dal 4 all'8 dicembre; Les 2 Alpes dal 20 dicembre 2009 al 24 aprile 2010 Informazioni e prenotazioni: [email protected] - T 0033 6 744 55211 I Potete richiedere l’invio gratuito in formato pdf degli articoli Check Point all’indirizzo [email protected] 624_SCIARE_143_