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Ciao Luigi, ciao. Oggi Genova ricorda
Tenco, il figlio acquisito. A 50 anni dalla
morte dell’artista, la città che lo accolse
celebra i suoni, le parole e la malinconia
di un autore mai compreso Ferrari P. 12
Fondata da
Antonio Gramsci
nel 1924
Questo giornale
ha rinunciato
al finanziamento
pubblico
l
€1,40
Anno 94 n. 5
Sabato, 7 Gennaio 2017
unita.tv
Nient’altro che la verità
l Saviano ricorda i guai di Napoli e De Magistris lo attacca come fecero i boss: speculi per arricchirti
l Il Cardinale Sepe ringrazia i migranti anti pizzo, e l’Europa elogia l’Italia per l’accoglienza P. 2-3
Se Camusso
dimentica
la nostra storia
Pd, i magnifici 4
(che devono
diventare uno)
La convitata di bronzo che fa litigare Corea del Sud e Giappone
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C
Sergio Staino
Claudio De Vincenti
ara Camusso, sì, lo so,
sono molto vecchio.
Sono talmente vecchio
da aver avuto la fortuna
di conoscere Luciano
Lama, uno dei più
importanti dirigenti del nostro
sindacato. L’ho conosciuto in situazioni
fortemente contrapposte quando io,
giovane e imbecille marxista-leninista,
condividevo con tutte le altre
organizzazioni studentesche extraparlamentari gli assalti ai comizi dello
stesso. «Traditore, venduto al
capitalismo, ingannatore della classe
operaia etc etc». Poi ho capito quanto
fossimo incolti, superficiali noi e
pericolose le nostre azioni, e quanto
fosse nel giusto lui e la stragrande
maggioranza della classe operaia che lo
affiancava.
Qualche anno dopo ho conosciuto
Bruno Trentin e da lui ho imparato
quanto sia deleterio e nefasto per le
sorti della democrazia il fatto che il
sindacato possa mettersi alla coda
delle più demagogiche manifestazioni
popolari. L’ho visto fischiato
terribilmente da gruppi di Cobas e da
larga parte della Cgil in piazza Santa
Croce a Firenze e lì ho capito quanto
sia difficile per un sindacalista
mantenere dritta la barra di fronte alle
focose rappresentazioni del
sindacalismo cosiddetto
rivoluzionario.
Penso sempre a questi due luminosi
personaggi ogniqualvolta inciampo in
una tua manifestazione estemporanea
e penso con molto dolore che tu ormai
non hai quasi più nulla da condividere
con loro. Sono parole forti, lo so,
sincere e poco diplomatiche, ma credo
che sia l’unico modo per far riflettere te
e i dirigenti sindacali che condividono
questa tua linea.
Lama e Trentin, come molti altri
sindacalisti del passato, hanno sempre
guardato ai lavoratori come
protagonisti della crescita sociale ed
economica del paese, li hanno sempre
individuati come potenziale classe
dirigente. Bisognava educarli, farli
crescere, dar loro la capacità di sentirsi
attori principi della costruzione della
democrazia, eliminando tutte quelle
forme di ribellismo sterile e fine a se
stesso che la lezione storica marxista
liquidava con l’aggettivo
«sottoproletario». Solo in questo senso
il sindacato avrebbe potuto svolgere il
suo ruolo di interlocutore del
Parlamento e del Governo, alternando
il dialogo alla lotta per i propri diritti.
Purtroppo nella tua azione e nel tuo
pensiero, Susanna, io non ritrovo
questo obiettivo così alto e così
doveroso per un sindacato che abbia la
voglia di migliorare la condizione del
mondo del lavoro in una democrazia
avanzata qual è la nostra.
Segue a pag. 7
ell’Assemblea del Partito
Democratico del 18
dicembre Gianni Cuperlo
ha posto un problema di
fondo quando, citando Norberto
Bobbio, ha sostenuto che il
destino del Pd dipende dalla
natura del Pd. E io credo che dare
risposta a questo problema sia
essenziale per tutti noi che ci
riconosciamo nel Partito
Democratico come partito nuovo
che deve assolvere alla funzione
nazionale di aprire una fase più
avanzata della democrazia italiana
e della costruzione europea. Per
fare questo dobbiamo innanzitutto
riflettere sulle differenti storie che
ognuno di noi ha portato nel Pd e
sull’esigenza di superarle: non di
rinnegarle ma di superarle
radicalmente sì.
Il fatto è che nel Partito
Democratico sono confluiti i
quattro grandi filoni della storia
della democrazia italiana, che in
parte sono andati ad alimentare
anche altre formazioni politiche sia
di centrodestra che di sinistra, ma
che indubbiamente caratterizzano
in modo forte con la loro
confluenza proprio il Pd. Sto
parlando dell’esperienza del
cattolicesimo democratico, di
quella peculiare del comunismo
italiano, di quella del movimento
socialista e infine del filone liberale.
Segue a pag. 4
N
Una, nessuna, duecentomila. È la statua di bronzo, seduta accanto a una sedia vuota, che ricorda il penoso destino delle confort women, le 200mila schiave
sessuali dei giapponesi durante la seconda guerra mondiale, quando il dominio del Sol Levante si estendeva anche alla penisola coreana.
Zambrano P. 9
Staino
La neve sui terremotati, Italia nel gelo
Temperature polari, bufere di neve e
vento su buona parte del centrosud,
collegamenti a singhiozzo con le isole e
circolazione ferroviaria in difficoltà, disagi e mezzi bloccati sulle strade. La Befana ha portato un’ondata di neve e gelo su mezza Italia facendo anche cinque
vittime, quattro di loro sono senza tetto.
Insostenibile la situazione nelle zone di
Umbria e Marche colpite dal terremoto.
Centinaia le persone che hanno deciso
di sfidare anche la neve e il gelo pur di
non lasciare ciò che resta delle proprie
case. E agli “irriducibili” di Norcia l’ennesimo appello della Protezione Civile:
«Le temperature scenderanno fino a 17
gradi sotto lo zero, venite negli alberghi
almeno per le prossime 48 ore». P. 5
Che sciagura
Grillo al governo
I genitori
dei bufalari
Carlo Troilo
Marco Bentivogli
P. 10
Canto della vita
indistruttibile
P. 10
Giuliano Scabia
P. 11
Radar Tra Medioevo e meraviglia quest’anno si festeggia Tolkien, il signore che non smette di incantarci Arduini P. 15