Un report si differenzia dal quaderno di laboratorio non tanto per i
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Un report si differenzia dal quaderno di laboratorio non tanto per i
Un report si differenzia dal quaderno di laboratorio non tanto per i contenuti ma per lo stile e l’organizzazione del testo. Il quaderno di laboratorio tiene traccia del lavoro scientifico svolto. Il quaderno ti permette di ripetere un esperimento. Contiene le procedure, problemi riscontrati, soluzioni trovate, nuove idee e soprattutto tiene traccia di tutto il materiale (campioni, nome dei files, dati, etc…). Il quaderno è qualcosa per te e per il tuo gruppo di lavoro. Per questo, anche se deve essere ben organizzato e chiaro, lo stile è informale e abbastanza libero. Il report invece serve a comunicare questa informazione a un’altra persona. Il tuo lavoro scientifico e le tue conclusioni devono essere “leggibili” per altri scienziati che potrebbero avere una formazione diversa. Riuscire a comunicare bene le tue idee dipende soprattutto dallo stile e dal formato che utilizzi per stendere il report. Per facilitare la lettura e la compressione del testo esiste un stile standard. CHE FORMATO USARE • • • Prendere come riferimento un lavoro su una rivista scientifica. Ad esempio il Journal of Organic Chemistry della ACS. http://pubs.acs.org/journal/joceah Il report può essere allegato al quaderno del laboratorio. Anche se è possibile scrivere a mano è gradito il formato pdf o word Il report non ha bisogno di essere lungo per essere ben articolato! COSA DEVE FARE • • • • • • Chiarire gli obbiettivi del lavoro Illustrare la base scientifica di partenza del problema Illustrare l’approccio scientifico alla risoluzione del problema Presentare le metodologie utilizzate Discutere le analisi condotte Mostrare i risultati raggiunti CONTENUTI • • • • TITOLO. Il titolo deve dire al lettore cosa aspettarsi, ma deve essere corto RIASSUNTO. Il riassunto serve al lettore per decidere se leggere o meno il lavoro, per cui è molto importante che sia ben scritto. Contiene in poche frasi lo scopo del lavoro, gli esperimenti, dati e risultati principali ed un schema. Non va scritto in prima persona. INTRODUZIONE. Obbiettivi e motivazione del lavoro, la rilevanza dello stesso rispetto alle conoscenze attuali. In questo caso devi fare capire al lettore cosa è la cumarina e illustrare brevemente le sue proprietà o applicazioni. Dove si trova in natura? Ha delle proprietà terapeutiche? Altre applicazioni (DSSC)?. Quali sono i tre metodi principali per la sintesi delle cumarine? Vedere: http://www.farmaciaeuropa.eu/wp-content/uploads/2011/03/Lecuminarie.pdf; http://www.organic-chemistry.org/namedreactions/pechmann-condensation.shtm, http://www.pjps.pk/CD-PJPS-23-4-10/Paper-16.pdf, http://chemistry.tutorvista.com/organicchemistry/coumarin-synthesis.html, http://pubs.acs.org/doi/pdf/10.1021/jp026963x. RISULTATI E DISCUSSIONE. Questa è la parte più estesa del report. Qui vengono riportati e discussi i risultati. Solitamente nel testo vengono introdotte tabelle, schemi o figure ai quali si fa riferimento durante la discussione. Puoi includere le copie degli spettri IR, NMR o GC alla fine del report assegnando ad ognuno un numero di figura progressivo. Per i report sintetici le principali domande • • a qui rispondere consistono in: sono riuscito a sintetizzare il composto desiderato? In che resa? Con che purezza? Che dati confermano le mie conclusioni? CONCLUSIONI. Qui vanno riassunti i risultati principali. Normalmente per una rivista scientifica si includono anche le future direzioni di ricerca. PARTE SPERIMENTALE. Il chimico organico usa questa parte per dettagliare la procedura sperimentale. Prima si scrive un paragrafo che illustra materiali e strumentazione generali. Ad esempio: “I solventi e i reagenti commerciali impiegati sono stati forniti dal docente e utilizzati senza ulteriore purificazione. Gli spettri 1H-NMR sono stati registrati con spettrometro Bruker AC200, operante a 200 MHz. Gli spettri 13C-NMR sono stati registrati con spettrometro Bruker AC-200 a 50 MHz. Gli spettri IR sono stati acquisiti nella regione 4000-600 cm-1, con uno spettrometro 5700 Nicolet FT-IR, etc…..” Nel seguente paragrafo scrivi il primo esperimento con un titolo in grassetto, se è un esperimento sintetico il titolo sarà il nome del composto sintetizzato. Dopo va descritta la procedura sperimentale (ricorda! non in prima persona). Includendo la massa o i volumi utilizzati e esplicitando le moli. Questa parte deve essere descritta in modo che un’altra persona può ripetere l’esperimento esattamente come lo avevi fatto te. Dopo vengono riportate la quantità di prodotto ottenuto, la resa e l’aspetto del composto. Alla fine si includono i dati di caratterizzazione (Rf nella TLC e eluente, IR, NMR, MS). Ad esempio: “In un pallone a tre colli da 250 ml, munito di agitatore magnetico e refrigerante a bolle, si sciolgono 5.64 g di 2-idrossi-3-terz-butilbenzaldeide (31.7 mmol, 1 eq.) in CH3CN anidro (66 ml) sotto flusso di N2. Si aggiungono alla miscela 17.50 g di K2CO3 (126.6 mmol, 4 eq) e 4,5 ml di benzilbromuro (38 mmol, 1.2 eq.) e si porta a riflusso per 15 ore. La reazione viene seguita tramite TLC (eluente Acetato di Etile : Etere di Petrolio = 1 : 30). Vista la scomparsa del reagente, si lascia la miscela a raffreddare. La miscela di reazione si filtra su celite e il solvente si rimuove all'evaporatore rotante. Il crudo di reazione si purifica mediante ricristallizzazione (52 ml di Etanolo e 8 ml di H2O deionizzata). Si ottengono 1,00 g (1,98 mmol, 64%) di tris-(2-idrossi-3-terz-butil-benzil) ammina, come solido bianco. 1H-NMR (CDCl3, 250 MHz) , δ 2.22 (s, 9H), 3.54 (s, 6H), 4.78 (s, 6H), 7.21-7.40 (m, 21H) ppm. 13C-NMR (CDCl3, 62.8 MHz) , δ 20.6, 52.3, 75.1, 117.1, 128.0, 128.2, 128.4, 129.9, 132.4, 134.0, 135.1, 136.8, 151.6 ppm. ESI-MS (m/z,%) = 886.10 (M+H), teorico 885.1 (M). IR (NaCl) ν (cm-1) = 1127, 1221, 1270, 1370, 1453, 1497, 2867, 2921, 3030, 3063. P.F. = 163 - 164°C”