Monica Fumagalli

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Monica Fumagalli
LE
monica
#2
CHI HA PAURA DELLE SECCHIONE?
colophon
indice
03
Le Maggiorate
a cura di:
OTAKU A CHI?
di claudia oldani
04
thestreamagazine.com
[email protected]
editor in chief:
claudia oldani
graphic & design:
andrea meloni
photo by:
andrea oldani
si ringrazia lo studio moviephoto
photo editor:
francesca iovene
editor di questo numero:
claudia braga
francesca la spada
claudia murtas
patrocinio di:
winner of:
INTERVISTA
> MONICA FUMAGALLI
di claudia braga
09
DONNE IN COSPLAY
di claudia murtas
10
SUPEREROINE:
UN’EVOLUZIONE DI GENERE
di francesca la spada
11
REAL NERD WOMEN
a cura di claudia braga
la femminilità
è complessità.
ve la spieghiamo
Leggere l’indice di questo
secondo numero di Le
#Maggiorate potrebbe, di
primo acchito, disorientarvi. Ci sono i nerd e c’è
il Giappone, ci sono le
donne delle STEM e poi
le supereroine. E si parla
pure di cosplay. Non
spaventatevi: tutto si
tiene in modo incredibilmente perfetto (non solo
nelle nostre teste).
Siate però pronti a
stupirvi e a imparare,
perché quello che
abbiamo preparato per
voi è un cocktail incandescente di storie, riflessioni, analisi e prospettive di
tante donne diverse. Un
percorso trasversale,
inclusivo ed eclettico che
attraversa la scienza e la
cultura. Una complessità
tutta da scoprire e pronta
ad appassionarvi.
Femminile, ma pronta
all’attacco. Come Miss
Jones quando solleva
Killgrave da terra e…
(spoiler).
partner:
Francesca Masoero
cofounder e managing editor
di STREAM!
OTAKU A CHI?
In questo mini-monografico #2 ci è sembrato
di parafrasare un racconto nel quale si dice: 1)
un vero otaku conosce la vita reale e la vita
fittizia che legge nei manga. A noi lo conferma Monica Fumagalli, la Onigiri Calibro 38 di
Orgoglio Nerd, che dialogando con Claudia
Braga ci ha raccontato il suo Giappone. 2) Un
vero otaku si rifugia nella vita fittizia perché la
vita reale non è poi così bella. In senso più
esteso abbiamo quindi parlato di cosplay con
la nipponista Claudia Murtas. 3) Una cosa in
particolare sa con certezza il vero otaku: che
vita reale e vita dei fumetti non si assomigliano per niente. Allargando il significato di
queste parole, ecco l’evoluzione delle supereroine nel pezzo di Francesca La Spada, mentre
nella vita reale le supereroine diventano le
maghe delle STEM della nostra infografica.
Insomma, otaku, nerd, secchione o quattrocchi:
chiamatele come vi pare, ma ricordatevi che
hanno già conquistato il mondo.
P.S. Il bellissimo racconto che citiamo è di
Olga Campofreda.
Claudia Oldani
editor in chief Le Maggiorate
monica
intervista
di claudia braga
caporedattrice STREAM! Magazine
Monica Fumagalli è una delle menti femminili nella
redazione di Orgoglio Nerd (da qui in avanti ON), il
primo magazine italiano per nerd che tratta di libri,
cinema, fumetti e tecnologia. É curatrice della rubrica
Onigiri Calibro 38 in cui, da vera otaku, racconta
tutte le influenze pop provenienti dal Giappone.
STREAM! l’ha scelta come nuova changemaker e ha
chiacchierato con lei di donne, di cultura orientale e
soprattutto dell’etichetta nerd applicata al genere
femminile.
Ciao Monica, benvenuta. La prima domanda è tratta
da Teoria N, il libro del tuo collega Daniele “Il
Rinoceronte” Daccò, in cui si legge la sintesi astratta
di ‘nerd’ ovvero “colui che ha una passione, ed è
disposto a essere emarginato pur di seguirla”. Qual
è la tua passione? Cosa ti porta a scrivere per ON?
Ce ne sono due principali: innanzitutto il Giappone,
una realtà lontana che ho imparato a conoscere e
amare. Si tratta di una cultura con principi diversi da
quella occidentale e che ha molto da insegnarci. Poi
la letteratura, che mi ha accompagnato sin dai
primissimi anni d’età plasmando il mio “io” nella
crescita. Recentemente ho avuto la possibilità di
unire queste due passioni in un unico elemento, il
mio primo libro La cerimonia del demone rosso.
Scrive il Rinoceronte: “Monica al liceo si trovava
meglio di me, anni di puntate di Buffy e Beverly
Hills 90210 l’avevano preparata al peggio”. Il
genere femminile ha forse a disposizione più
strumenti utili al confronto con gli altri? Credi che le
ragazze siano più pronte dei ragazzi ad evitare
l’emarginazione? A livello di strumenti forniti dalla
cultura pop, di esempi utili per una crescita integrata
ed equilibrata, vedo una parità tra maschi e femmine.
Credo però che, per certi versi, le ragazze siano più
portate all'empatia; ad esempio fanno ponte nelle
relazioni ed entrano a contatto con gli altri istintivamente. Ma manifestarsi comprensivo con chi ti è
vicino può renderti più vulnerabile. Comunque è
bene non generalizzare poiché ognuno, specie
nell’adolescenza, è un mondo a sé.
In Onigiri Calibro 38, oltre che di manga e anime,
parli anche di ricette e dell’universo kawaii, topic for
girls only. Trovi che sia aumentato negli ultimi anni
il pubblico femminile attratto da temi geek e otaku?
Per quanto riguarda i temi otaku, credo sia sempre
esistita una grande fetta di pubblico femminile: in
tante siamo cresciute con cartoni animati come
Sailor Moon, Candy Candy e Mila e Shiro. Forse
qualche anno fa ci si aspettava che fosse il genere
maschile a consumare fumetti, ma oggi tanto le
ragazze quanto i ragazzi si rivelano interessati al
mondo geek, poiché questi termini sono stati
sdoganati e hanno perso totalmente la loro iniziale
valenza discriminatoria.
Ma quindi bisogna distinguere tra un nerd “al
maschile” e uno “al femminile” o nerd è finalmente
un’etichetta trasversale che abbatte le barriere di
genere? È assolutamente trasversale soprattutto
tenendo conto della definizione di ON. Nerd non si
riferisce più soltanto al ragazzino occhialuto che sta
chiuso in camera a divorare fumetti, come poteva
essere anni fa negli Stati Uniti. Oggi non c’è più
differenza tra maschio e femmina e il concetto
abbraccia chiunque viva alla ricerca di ciò che lo
appassiona, di cui non può fare a meno. Soprattutto
l’avvento di internet ha aperto le barriere e ha
permesso di scoprire infiniti interessi e di condivider-
li.
Noi di STREAM definiamo #Maggiorate tutte le
donne evolute che sanno essere d’ispirazione per le
altre. Quali personaggi femminili, reali o immaginari, ti hanno più influenzato? Sicuramente Jane
Austen. Leggendo Orgoglio e pregiudizio, ho
scoperto un modello di scrittura che non avevo mai
trovato negli altri grandi autori, un universo fatto di
ironia velata e arguzia, una modalità di esprimersi
anche un po’ spregiudicata, che precorreva i tempi.
Poi c’è Ai Yazawa, una fumettista giapponese che ha
scritto Gokinjo monogatari (Cortili del cuore) il
manga che più mi ha influenzato, convincendomi a
scegliere il liceo artistico, e che mi ha avvicinata al
Giappone. Poi ovviamente tutte le Sailor perché sono
paladine della giustizia, soprattutto Sailor Jupiter, la
mia preferita.
Se dovessi consigliare tre anime con cui avvicinarsi
per la prima volta alla cultura giapponese, quali
sceglieresti? Sailor Moon, Cawboy Bebop e il film
d’animazione Byōsoku go senchimētoru (5 centimetri
al secondo) in cui i paesaggi sono disegnati talmen-
te bene che quasi ti materializzi in Giappone.
Il manga sul tuo comodino? Marine Blue - Accarezzati dal vento marino, lo sto rileggendo in giapponese.
L’esperto di media Henry Jenkins, rispetto alle
tendenze otaku, parla di “cosmolitismo pop”,
definendole nuove forme di coscienza globale e
competenza culturale. Ti riconosci in questa definizione come portavoce di Onigiri Calibro 38? Quello
che mi propongo di fare con la mia rubrica è creare
un ponte verso il Giappone e la sua cultura rivolgendomi anche a chi non ha modo di conoscerla
direttamente, per offrirgli la possibilità di innamorarsene come è successo a me. Amo veicolare le
qualità positive di questo paese, come la cortesia, la
gentilezza e un nuovo concetto di ordine: molto zen,
che pulisce la mente e permette di vivere bene.
Nerd e body confidence: il fenomeno cosplay sta
ora spopolando in tutte le fiere del fumetto italiane.
Credi che sia una buona pratica per sperimentare la
libertà di interpretare chiunque si desideri, superan-
do discriminazioni e pregiudizi? Sei mai stata
cosplayer? Il cosplay è un modo per rompere le
barriere, ma credo che la propria personalità e la
propria individualità debbano venire prima di tutto,
ed essere rispettate. Non basta voler mettersi in
mostra, è possibile sperimentare la libertà di
interpretare, ma meglio farlo partendo da se stessi.
Io, al Lucca Comics & Games, un anno ho interpretato una yankee, una delle teste calde tra gli studenti
giapponesi, un altro anno Eric Draven, il protagonista
de Il Corvo.
Nel tuo primo libro, La cerimonia del demone rosso,
Mina, la protagonista, affronta tanti demoni della
tradizione giapponese in un viaggio che la cambierà
per sempre. Quali credi siano gli ostacoli che una
donna deve saper affrontare all’interno della propria
cultura? Al di là dell'apparente livello di parità tra
uomo e donna raggiunto in Occidente, credo che
persistano ancora grandi ostacoli; uno tra tutti è
trasversale al genere: la libertà di esprimere la
propria sessualità. E parlo anche dei pregiudizi verso
gli omosessuali.
E in Giappone com’è la situazione della donna? Lì le
cose stanno lentamente cambiando, inizia ad esserci
più emancipazione rispetto a qualche anno fa.
Tuttavia conosco una buona percentuale di donne
giapponesi che, una volta sposate, hanno lasciato il
proprio posto in azienda per diventare angeli del
focolare, dal mio punto di vista più un'imposizione
culturale che una scelta di vita.
La vicenda di Mina interseca il folklore nipponico e
la storia di Lady Murasaki, poetessa del XII secolo
cresciuta dal padre con un’educazione letteraria di
regola riservata unicamente ai maschi. Qual è il
potere della scrittura? È tuttora una forma di
indipendenza? Il potere della scrittura è immenso,
per me è stato fondamentale; la letteratura mi è
stata d’ispirazione molte volte durante la crescita, è
stato un appiglio nei momenti complicati. Spero
davvero che il mio libro possa avere questa stessa
funzione per i suoi lettori. La scrittura è indipendenza
perché permette di veicolare messaggi più profondi
rispetto alla comunicazione orale. Ha infatti la facoltà
di farti fermare, e farti riflettere su ciò che desideri
l’altro comprenda, senza filtri, usando solo le lettere
nero su bianco.
Per concludere, tre aggettivi per descrivere la
femminilità giapponese, tre parole potenti che
possono essere d’ispirazione per la donna occidentale. Come prima parola direi tenacia, ma non quella
a muso duro, piuttosto la capacità di cambiare una
situazione a proprio vantaggio senza necessariamente prenderla di petto. Le donne giapponesi
hanno quella testardaggine che muove le montagne,
ma senza essere troppo rumorose, lo fanno in
silenzio. Poi femminilità: ne hanno una particolare,
sembra un paragone scontato, ma assomigliano a
dei fiori, ordinati e naturalmente belli. Infine eleganza,
dai gesti quotidiani al modo di comunicare agli altri.
@Onigiri38mm | fb.com/onigiri_calibro_38
La cerimonia del demone rosso
Orgoglio Nerd
donne in cosplay
di claudia murtas
nipponista
Spesso immaginiamo le donne
giapponesi come remissive e
dedite solo alla famiglia. Chi le
vede così resterebbe sorpreso di
fronte ai personaggi femminili forti
e indipendenti dei film dello Studio
Ghibli. In Giappone convivono
rappresentazioni della femminilità
diverse e stratificate, anche a causa
di una produzione artisticoletteraria quasi frenetica.
Ma come è rappresentata la
donna nelle culture pop, in cui il
pubblico, anche quello femminile, è
sia fruitore che produttore
(prosumer)? Un esempio su tutti è
quello del cosplay. Infatti, in base ai
dati del sito Cosplayers' Cure, il
90% dei cosplayer giapponesi
sono donne, contrariamente all'Italia e altri paesi in cui il cosplay è
praticato anche da uomini.
Per capire che tipo di femminilità
presentino le cosplayer giapponesi
bisogna innanzitutto chiedersi a chi
è indirizzata la loro performance.
La fama di alcune cosplayer,
fotografate seminude o in pose
provocanti, potrebbe far pensare a
un pubblico di uomini eterosessuali
(male gaze). Tuttavia, da studi
recenti (Okabe), emerge che le
cosplayer giapponesi vogliono
essere valutate da altri cosplayer,
quindi spesso da altre donne,
secondo i parametri della loro
comunità (ovvero la rappresentazione autentica del personaggio) e
non da autorità esterne. Anche la
seminudità o una posa sexy vengono quindi interpretate come parte
di esso, e sono valutate negativamente se non erano presenti nel
personaggio originale; mentre chi
esagera questi elementi per attirare le attenzioni dei fotografi è
fortemente malvisto. Anche grazie
a ciò, il cosplay ha sempre dato
spazio a identità e performance di
genere non ortodosse, come
testimonia l'apprezzamento verso
chi riesce a impersonare ruoli
maschili.
Di recente il cosplay è stato
sfruttato anche a scopo di lucro.
Una rappresentazione sessualizzata delle donne ha sicuramente un
ruolo in queste strategie, poco
apprezzate da chi pratica il cosplay
fine a sé. Sebbene quindi il cosplay
produca in Giappone anche delle
femminilità sessualizzate, ha
permesso a molte donne di rinegoziare l'immagine femminile e le
proprie performance, a volte in
contrasto con rappresentazioni
della donna più tradizionali. •
supereroine: un’evoluzione di genere
di francesca la spada
media editor di STREAM! Magazine
Wonder Woman è la capostipite.
Appare per la prima volta (nei
fumetti DC) nel 1941 avvolta in una
bandiera a stelle e strisce. Suffragetta e modello di emancipazione,
motiva le lettrici verso un avanzamento della loro condizione. Dopo
la forte censura degli anni ’50,
torna alla sua rappresentazione
originaria negli anni ‘60 e approda
in tv interpretata da Lynda Carter.
Un successo assoluto, che non solo
influenza il second wave feminism,
ma dà anche vita a una serie
pressoché infinita di epigone,
pronte a usare i loro poteri per
salvare il mondo.
Nel 1974 arriva Jaime Sommers,
la donna bionica. Jamie trova nei
suoi arti sintetici una seconda identità come paladina della giustizia: sono
gli anni del cyberpunk, del fascino
per la fusione uomo-macchina e
della rivoluzione sessuale. L’84 è
invece il momento di Supergirl,
spin-off di Superman, interessante
per l’attenzione al girl empowerment tipico di quegli anni, ma
destinato al flop per la mescolanza
di generi e per il tono melodrammatico. Negli anni ’90 le supereroine tornano alla carica. Personaggi
come Sailor Moon e Buffy seducono con le loro battaglie le spettatrici più giovani. Se la prima resta una
supereroina un po’ naif, dotata di
poteri magici, Buffy si impone
nell’immaginario rompendo gli
stereotipi di genere. La “bella
ragazza bionda” non è più una
vittima da difendere, anzi: è una
donna emancipata, progressista e
proto-femminista che si sa salvare
da sola. Una svolta verso un nuovo
prototipo di superdonna, meno
perfetta e più umana, alle prese
con problematiche contemporanee e reali. Nascono così Kamala
Khan, personaggio Marvel di
origine pakistana che combatte i
criminali e i conflitti legati alla sua
fede; e Qahera, supereroina egiziana in hijab che rivendica i diritti
delle donne musulmane. Più mainstream, ma non per questo meno
interessante, è Jessica Jones. Nella
trasposizione di JJ fatta da Netflix
sparisce il costume provocante e
fanno il capolino jeans e camicie a
quadri: outfit perfetto per una
supereroina iper normalizzata,
complicata e carica di dubbi. Una
come tante, solo un po’ più forte. •
REAL NERD WOMEN:
LE DONNE CHE HANNO CONQUISTATO LE STEM*
Questo è un percorso di circa tre secoli tra alcune delle #Maggiorate che con il loro lavoro, ricerca, invenzioni, innovazioni hanno lasciato
un segno nella scienza e nella tecnica. Otto donne (tante italiane) che abbiamo deciso di eleggere a simbolo di tutto il potenziale
femminile che ci guida ogni giorno verso un futuro più intelligente ed evoluto.
1
2
3
Laura Bassi
1
7
4
Ada Lovelace
8
6
5
2
Marie Curie
3
ANNO DI NASCITA: 1711
PROFESSIONE: Fisica
VETTA: 1732
RISULTATI RAGGIUNTI: È stata la prima
donna al mondo a ottenere una cattedra
universitaria.
CURIOSITÀ: Per il suo corso di Fisica
sperimentale le fu assegnato uno stipendio
di 1000 lire, uno dei più alti dell'Università di
Bologna.
ANNO DI NASCITA: 1815
PROFESSIONE: Matematica
VETTA: 1843
RISULTATI RAGGIUNTI: Ha contributo alla
costruzione della macchina analitica ideata
da Charles Babbage, per questo è considerata la prima informatica della storia.
CURIOSITÀ: Era l’unica figlia legittima di
Lord Byron, e il linguaggio di programmazione Ada è così chiamato in suo onore.
ANNO DI NASCITA: 1867
PROFESSIONE: Chimica e Fisica
VETTA: 1903, 1911
RISULTATI RAGGIUNTI: È stata l’unica
donna ad avere vinto il Premio Nobel in due
aree distinte, per la Fisica e per la Chimica.
CURIOSITÀ: Negli anni ‘90 sono state
emesse una moneta da 100 franchi
francesi e una banconota da 20.000 złoty
polacchi che la raffigurano.
Rita Levi
Montalcini
Margaret Hamilton
Mae Jemison
4
ANNO DI NASCITA: 1909
PROFESSIONE: Neurologa
VETTA: 1986
RISULTATI RAGGIUNTI: Ha vinto il Premio
Nobel per la medicina dopo aver scoperto il
fattore di accrescimento della fibra nervosa
o NGF.
CURIOSITÀ: Ha detto: «L'umanità è fatta di
uomini e donne e deve essere rappresentata da entrambi i sessi».
Samantha
Cristoforetti
7
ANNO DI NASCITA: 1977
PROFESSIONE: Astronauta
VETTA: 2015
RISULTATI RAGGIUNTI: È l'astronauta
europeo che ha trascorso più tempo nello
spazio in un singolo volo.
CURIOSITÀ: L’ultimo tweet mandato dallo
spazio conteneva il messaggio “Addio, e
grazie per tutto il pesce”, citazione tratta dal
libro Guida Galattica per Autostoppisti.
5
ANNO DI NASCITA: 1936
PROFESSIONE: Informatica
VETTA: 1969
RISULTATI RAGGIUNTI: Con il suo team ha
risolto le complicazioni relative allo sbarco
dell'Apollo 11 sulla Luna, sistemando il
software di bordo e garantendo il successo
della missione.
CURIOSITÀ: Nel 1986, per le sue
straordinarie capacità di informatica, è stata
insignita del Premio Augusta Ada Lovelace.
Limor Fried
6
ANNO DI NASCITA: 1956
PROFESSIONE: Astronauta
VETTA: 1992
RISULTATI RAGGIUNTI: Ha partecipato alla
missione STS-47 a bordo dello Space
Shuttle Endeavour ed è stata la prima
donna afroamericana ad aver viaggiato
nello spazio.
CURIOSITÀ: È stata la prima vera
astronauta ad essere entrata nel cast di
Star Trek interpretando il ruolo del Tenente
JG Palmer.
8
ANNO DI NASCITA: ?
PROFESSIONE: Ingegnere
VETTA: 2005
RISULTATI RAGGIUNTI: Ha fondato la
Adafruit Industries l’azienda icona del
movimento hardware open-source.
CURIOSITÀ: È stata il primo ingegnere
donna a comparire su una copertina di
Wired, raffigurata in posa come “Rosie the
Riveter”.
* STEM è l’acronimo per
Science, Technology,
Engineering and Mathematics.
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E
eria aker.
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GGI di boo chang
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