Remunerazione del capitale e oneri finanziari nei

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Remunerazione del capitale e oneri finanziari nei
dicembre 2014
N°27
laboratorio
ricerche
Remunerazione del capitale e oneri
finanziari nei settori regolati: alla ricerca
di regole coerenti e stabili
Abstract
Il recente aggiornamento della remunerazione del capitale investito nelle attività di stoccaggio di gas naturale
suggerisce la necessità di affinare i criteri e i parametri utilizzati, al fine di assicurare una maggiore coerenza tra
aspettative di inflazione e tassi di riferimento, oltre che una maggiore coerenza tra i servizi regolati. L'apertura di
una procedura di riforma dei criteri di calcolo può essere l'occasione per allineare le tempistiche di aggiornamento
dei parametri tra i settori regolati, che tengano conto della specificità di ciascun settore e si estendano anche alla
determinazione degli oneri finanziari e fiscali del servizio idrico.
REF Ricerche srl, Via Aurelio Saffi, 12, 20123 - Milano (www.refricerche.it)
Il Laboratorio è un'iniziativa sostenuta da (in ordine di adesione): ACEA, Federutility - Utilitatis, SMAT, IREN, Confcommercio, CO.MO.I. Group,
Veolia, Acquedotto Pugliese, HERA, Metropolitana Milanese.
Gruppo di lavoro: Donato Berardi, Samir Traini
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Gli ultimi contributi del Laboratorio SPL
n.26 - Servizio Idrico Integrato: l'Agenda 2015
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del settore
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n.18 - Tariffe per gli usi industriali: le questioni in attesa di soluzione
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La missione del Laboratorio
Dal 1° dicembre 2013 ha iniziato la sua attività il Laboratorio Servizi Pubblici Locali (Lab SPL), un
forum di analisi e discussione che intende riunire selezionati rappresentanti del mondo dell´impresa,
delle istituzioni e della finanza al fine di rilanciare il dibattito sul futuro dei Servizi Pubblici Locali.
Molteplici tensioni sono presenti nel panorama economico italiano, quali la crisi delle finanze pubbliche nazionali e locali, la spinta comunitaria verso la concorrenza, la riduzione del potere d’acquisto
delle famiglie, il rapporto tra amministratori e cittadini, la tutela dell’ambiente.
Per esperienza, indipendenza e qualità nella ricerca economica REF Ricerche è il “luogo ideale” sia
per condurre il dibattito sui Servizi Pubblici Locali su binari di “razionalità economica”, sia per porlo
in relazione con il più ampio quadro delle compatibilità e delle tendenze macroeconomiche del Paese.
Donato Berardi
Direttore
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tel. 02 87078150
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Remunerazione del capitale e oneri finanziari nei settori
regolati: alla ricerca di regole coerenti e stabili
Un calo della
remunerazione del
capitale investito
che ha sorpreso
analisti finanziari e
mercati
AEEGSI ha
annunciato la
prossima apertura
di un procedimento
di riforma delle
modalità e dei
criteri
Un intervento di fine ottobre u.s.1, con il quale AEEGSI ha aggiornato il tasso di remunerazione del capitale investito nelle attività di stoccaggio di gas naturale, ha sorpreso la
comunità finanziaria.
Nelle valutazioni degli analisti finanziari AEEGSI avrebbe ridotto la remunerazione del
capitale impiegato nello stoccaggio di gas naturale di circa un punto percentuale (dal
6.7% al 6%), a causa dell’adeguamento al più basso livello del tasso di riferimento per
le attività “prive di rischio” (il BTP decennale) e della riconferma all’1.5% del tasso di
inflazione, così come riportato nei documenti programmatici governativi2: il cosiddetto
tasso di inflazione programmato.
AEEGSI ha indicato la prossima apertura di un procedimento di riforma dei criteri per la
fissazione del tasso di remunerazione nei servizi regolati, ad eccezione del servizio idrico integrato. Ciò al fine di verificarne la coerenza rispetto a cambiamenti dello scenario
di riferimento, in vista degli adeguamenti di fine 2015, a valere dal 20163.
Aldilà della situazione specifica, i cui riflessi investono invero tutti i settori regolati, sembra importante capire come il meccanismo regolatorio funziona, analisi propedeutica
alla individuazione dei possibili accorgimenti del caso.
1 Deliberazione 531/2014/R/GAS.
2 Documento di Economia e Finanza 2014 - Sezione III, Parte I (pag.68), 8 aprile 2014.
3 AEEGSI aveva già da tempo indicato la volontà di procedere ad una revisione biennale del WACC al fine di tenere conto della volatilità degli
indicatori macroeconomici derivante dalla congiuntura economica e finanziaria (delibera 514/2013/R/GAS). In particolare, si indicava che il
valore del tasso di remunerazione sarebbe stato aggiornato entro il 15 settembre 2015, ai fini della sua applicazione a valere dal 1° gennaio
2016 fino al 31 dicembre 2017, mantenendo fissi tutti i parametri rilevanti per il calcolo del WACC ad eccezione del tasso di rendimento delle
attività prive di rischio, fissato pari alla media del periodo settembre 2014 agosto 2015 del rendimento lordo del BTP decennale benchmark
rilevato dalla Banca d’Italia.
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I tassi di
remunerazione
sono disallineati
Può essere opportuno considerare anche il fatto che fino ad oggi i tassi di remunerazione
tra i vari settori risultano disallineati tra loro, non solo per via di specificità industriali e
differenti profili di rischio, ma anche della sfasatura temporale con cui vengono aggiornati i relativi parametri.
Questa circostanza può influenzare le valutazioni degli investitori, che possono ritenere
più remunerativi settori che beneficiano di quantificazioni fissate in momenti storici in
cui, ad esempio, il rendimento del benchmark è risultato più elevato.
Tasso di rendimento attività prove di rischio e tasso di inflazione per il calcolo del WACC
Trasporto e
Dispacciamento gas
2014-2017
(delib 517/13)
Trasporto e
Dispacciamento gas
2014-2017
(delib 517/13)
Trasporto e
Dispacciamento gas
2014-2017
(delib 517/13)
Distribuzione
gas 2014 - 2015
(673/13)
2014
lug 2009 giu 2010
2014
nov. 2012 ott. 2013
2014
nov. 2012 ott. 2013
2014
nov. 2012 ott. 2013
Tasso risk free deliberato (a)
4.08 %
4.41 %
4.41%
4.41 %
Tasso risk free effetivo (b)
3.04 %*
3.04 %*
3.04 %*
3.04 %*
Differenziale (b-a)
-1.04 %
-1.37 %
-1.37 %
-1.37 %
Inflazione deliberata (c)
1.50 %
1.80 %
1.8 %
1.8 %
Inflazione effettiva (CPI) (d)
0.28 %
0.28 %
0.3 %
0.3 %
Differenziale (d-c)
1.22 %
-1.52 %
-1.5 %
-1.5 %
Periodo calcolo risk free
* Media mensile gennaio-ottobre
Fonte: elaborazioni REF Ricerche su dati AEEGSI ISTAT, Banca Italia
Inflazione e regolazione: quali implicazioni?
Diverse misure
di inflazione in
ragione di differenti
obiettivi
dicembre 2014
AEEGSI è chiamata ad aggiornare periodicamente i parametri che definiscono la misura
del riconoscimento in tariffa dei costi operativi e di capitale dei gestori. Tra questi vi è il
tasso di inflazione utilizzato per la quantificazione dei costi riconosciuti nel vincolo dei
ricavi del gestore. Nello specifico, l’inflazione influisce sul processo di aggiornamento
delle tariffe attraverso tre canali:
1. la quantificazione del capitale investito riconosciuto a fini regolatori;
2. le determinazione del tasso “reale” di remunerazione del capitale investito;
3. l’adeguamento dei costi operativi del gestore.
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Il primo aspetto riguarda l’attualizzazione del valore dei cespiti iscritti a costo storico ai
fini del calcolo della RAB (Regulatory Asset Base) sulla quale viene poi calcolata la remunerazione del capitale o gli oneri finanziari e fiscali (nel caso del servizio idrico).
Nel secondo caso l’inflazione misura la perdita di potere d’acquisto della moneta nella
quantificazione del costo medio ponderato del capitale (Weighted Average Cost of Capital, WACC), cioè del tasso reale di remunerazione del capitale investito (o degli oneri
finanziari nel caso del servizio idrico).
Si utilizza la
misura più vicina
alla natura del
fenomeno
Nel terzo caso, infine, l’inflazione rappresenta il parametro utilizzato per aggiornare annualmente i costi operativi rilevati dall’ultimo bilancio approvato immediatamente precedente all’avvio di ciascun periodo regolatorio.
Il tasso di inflazione utilizzato non è sempre il medesimo, in quanto si utilizza la misura
più vicina alla natura del fenomeno inflazionistico che si intende quantificare (rivalutazione monetaria di cespiti, adeguamento di costi, quantificazione di un tasso reale).
Così, ad esempio, nel settore idrico:
nel caso dell’aggiornamento del valore dei cespiti iscritti a bilancio al costo
storico si utilizza un deflatore degli investimenti fissi lordi;
per l’aggiornamento dei costi operativi il riferimento è l’indice Istat per le
Famiglie di Operai e Impiegati (FOI, al netto dei tabacchi)1;
la misura utilizzata per l’aggiornamento della componente degli oneri finanziari
e fiscali2 è l’inflazione programmata riportata nel Documento di Economia e
Finanza.
Se l’utilizzo di un deflatore degli investimenti appare coerente con le esigenze di attualizzare il valore dei cespiti, l’utilizzo dell’indice FOI e dell’inflazione programmata paiono
meritevoli di alcune ulteriori considerazioni.
Inflazione programmata e WACC
La quantificazione
del costo d’uso del
capitale: il WACC
La metodologia WACC è come noto finalizzata ad assicurare alle imprese regolate il riconoscimento di un rendimento sul capitale investito, necessario alla copertura degli oneri che
originano dalle diverse modalità di finanziamento, capitale di rischio o di debito. L’idea sottostante la metodologia WACC è quella secondo cui il costo d’uso del capitale deve tenere
conto di una serie di parametri quali: il rapporto tra il capitale di rischio e quello di debito,
il rendimento delle attività prive di rischio, un premio al rischio specifico del business regolato e del rischio sistemico, l’inflazione attesa e sottesa ai tassi nominali, la tassazione.
Nel caso dei servizi regolati da AEEGSI il tasso di inflazione utilizzato è l’inflazione programma, desumibile dai documenti ufficiali di finanza pubblica. Quest’ultima deve essere
distinta dall’inflazione attesa, in quanto nasce con la politica dei redditi, come strumento
per guidare le dinamiche inflazionistiche, orientando le richieste salariali e limiti alla crescita delle tariffe pubbliche.
1 L’utilizzo dell’indice FOI al netto dei tabacchi per la determinazione della tariffa con il metodo del price-cap trova un suo fondamento nella
Legge istitutiva della stessa Autorità (art. 2, comma 18, Legge 481/95).
2 Articolo 19.2 della delibera 643/2013 (Allegato A).
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L’inflazione
programmata è
risultata negli anni
un previsore poco
affidabile
La problematica è
nota al regolatore
Servizio idrico: un
calo delle tariffe di
1.5 euro procapite
all’anno e un crollo
degli investimenti
Per queste ragioni l’inflazione programmata è risultata negli anni un previsore poco affidabile, sia perché il sistema economico è stato sottoposto a pressioni esterne difficilmente prevedibili e controllabili (l’oscillazione delle quotazioni del petrolio, le avversità
climatiche, la pressione competitiva dei Paesi emergenti, la crisi dei debiti sovrani, ecc.),
sia perché la stessa capacità dell’inflazione programmata di guidare il sistema, attraverso
l’ancoraggio delle dinamiche salariali, è stata messa in discussione e per molti versi anche
superata6.
Il riferimento delle attività prive di rischio è invece dato dalla media degli ultimi 12
mesi antecedenti l’avvio del periodo regolatorio7 dei rendimenti lordi del BTP decennale
benchmark (fonte Banca d’Italia).
Negli ultimi periodi regolatori (trasporto gas, trasmissione elettrica) tale tasso di riferimento è stato aggiornato anche in corso di periodo, tendenzialmente con frequenza
biennale, al fine di sterilizzare gli effetti congiunturali connessi al rischio Paese e al cambiamento delle aspettative di inflazione8. Un’attenzione che consegue alle turbolenze finanziarie cui il debito sovrano italiano è stato esposto negli ultimi anni, e all’accresciuta
instabilità dei rendimenti lordi. La problematica della divergenza che si può venire a
creare tra i valori definiti in sede di aggiornamento e l’evoluzione effettiva delle varabili
interessate è dunque nota al regolatore.
L’estensione dei medesimi orientamenti al servizio idrico potrebbe comportare un taglio
di circa 100 punti base (1%) del rendimento del BTP benchmark e un calo dell’onere
finanziario e fiscale riconosciuto di circa 80 punti base (0.8%).
In termini monetari si tratterebbe di un minore onere per circa 100 milioni di euro all’anno a carico della tariffa, corrispondenti a circa 1.5 euro procapite: un beneficio poco significativo per la tariffa a fronte di ricadute assai più importanti sulla capacità del settore
di attrarre investimenti.
6. Negli anni recenti l’inflazione programmata ha perso rilevanza: nel 2009 gli accordi interconfederali siglati tra le rappresentanze datoriali e
quelle dei lavoratori hanno sancito che “per la dinamica degli effetti economici si individuerà un indicatore della crescita dei prezzi al consumo
assumendo per il triennio – in sostituzione del tasso di inflazione programmata – un nuovo indice previsionale costruito sulla base dell’IPCA,
depurato della dinamica dei prezzi dei beni energetici importati”: l’inflazione programmata è stata dunque abbandonata in favore dell’inflazione
prevista.
7. Poiché generalmente l’avvio di periodo regolatorio coincidono con il mese di gennaio di un determinato anno t, i valori dei tassi disponibili
vanno dal dicembre dell’anno t-2 al novembre dell’anno t.
8. Si veda, ad esempio, la deliberazione AEEGSI, 514/2013/R/GAS laddove per il periodo regolatorio 2014-2017 relativo alle tariffe dispacciamento del gas naturale AEEGSI ha definito il livello del tasso di inflazione pari al 1.8%, sulla base delle indicazioni contenute nel Documento di
Economia e Finanza 2013, nonché delle stime di breve-medio periodo pubblicate dalle principali istituzioni economiche nazionali ed internazionali, al fine di riflettere l’impatto della congiuntura economica sull’andamento del tasso di inflazione. Il tasso risk free utilizzato è la media degli
ultimi 12 mesi disponibili (novembre 2012 – ottobre 2013) dei rendimenti lordi del BTP decennale. Nella relazione tecnica AEEGSI ha sollevato
alcuni rilievi in merito all’aggiornamento di questi parametri. In primis, al fine di tenere conto della volatilità degli indicatori macroeconomici
derivante dalla congiuntura economico finanziaria, l’AEEGSI ha introdotto una revisione biennale del WACC. Nello specifico, il valore del tasso
di remunerazione è aggiornato entro il 15 settembre 2015, a valere per il biennio 2016-2017, mantenendo fissi tutti i parametri rilevanti per il
calcolo del WACC ad eccezione del tasso di rendimento delle attività prive di rischio, fissato pari alla media del periodo settembre 2014-agosto
2015 del rendimento lordo del BTP decennale.
settembre 2014-agosto 2015 del rendimento lordo del BTP decennale.
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In assenza di un adeguato sostegno finanziario infatti gli investimenti dovrebbero contare esclusivamente sul flusso di risorse assicurato dalle attuali tariffe, attraverso gli ammortamenti: un volume di non più di 600/700 milioni all’anno, a fronte di un fabbisogno
di investimento di sei/otto volte superiore.
Inflazione e costi operativi
E’ un tema che
investe anche i
settori non regolati
da AEEGSI
Inflazione
programmata:
un riferimento
inadeguato e da
superare
Nella prassi della regolazione price-cap o revenue-cap i costi operativi riconosciuti
all’avvio di ciascun periodo regolatorio sono quelli risultanti dall’ultimo bilancio approvato dal gestore. In linea generale, nella prassi i costi operativi riconosciuti vengono aggiornati annualmente sulla base dell’indice dei prezzi al consumo, al netto di un recupero di efficienza stabilito da AEEGSI per ciascun periodo regolatorio9. In questo modo, il
gestore trattiene l’eventuale differenza tra il ricavo riconosciuto e i costi effettivamente
sostenuti come incentivo all’abbattimento dei costi. La peculiarità rispetto al caso dei
costi di capitale, riguarda il fatto che il tasso di inflazione utilizzato non è in questo caso
programmatico ma riferito ad un periodo temporale già trascorso, generalmente l’anno
che precede il momento dell’aggiornamento.
E’ un tema quello dell’aggiornamento dei costi operativi che coinvolge non solo i settori
che ricadono nel perimetro di regolazione di AEEGSI, ma anche quelli soggetti al controllo degli Enti locali, come ad esempio la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti solidi
urbani (ma anche i trasporti e le concessioni autostradali, con l’eccezione di Autostrade
Spa, laddove si utilizza l’inflazione effettiva): in questi casi, i costi operativi efficientabili
ammessi nel vincolo dei ricavi ed esposti nel piano economico-finanziario vengono generalmente aggiornati sulla base dell’inflazione attesa, al netto di un obiettivo di efficientamento richiesto al gestore. Anche in questo caso per prassi il tasso preso a riferimento è
quello programmatico, desumibile dai documenti di finanza pubblica del Governo10.
Considerata la natura programmatica degli obiettivi governativi, nel caso assai frequente
in cui gli “auspici” divergano dalle realizzazioni, l’utilizzo dell’inflazione programmata
comporta una proiezione di costi non coerente sia con l’inflazione effettiva sia con le dinamiche di mercato sottese ai costi operativi. Una situazione che se in presenza di servizi
gestiti in economia o da aziende pubbliche si può giustificare con la volontà di rendere
partecipi tutti i soggetti della pubblica amministrazione allargata agli obiettivi di contenimento dell’inflazione e delle tariffe, difficilmente si presta ad essere mutuata in un
contesto di regolazione indipendente, laddove le differenze tra l’inflazione programmata
e l’evoluzione dei costi vanno a minare l’equilibrio economico-finanziario delle gestioni.
9. Nel caso del servizio idrico sia il metodo tariffario non riconosce a piè di lista i costi di bilancio ma stabilisce un meccanismo di gradualità tra
questi e i costi programmati nei Piani d’ambito.
10. Lo stesso meccanismo era impiegato nel settore idrico quando era in vigore il Metodo normalizzato.
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Tasso d'inflazione programmato e prezzi al consumo famiglie di operai ed impiegati
(F.o.1. esclusi i tabacchi)
Tasso di inflazione
programmato
Tasso di inflazione
programmato
(variazioni percentuali in media d'anno)
Tasso di inflazione
programmato
(punti percentuali)
1982
16,0
16,0
16,0
1983
13,0
13,0
13,0
1984
10,0
10,0
10,0
1985
7,0
7,0
7,0
1986
6,0
6,0
6,0
1987
4,0
4,0
4,0
1988
4,5
4,5
4,5
1989
5,8
5,8
5,8
1990
5,0
5,0
5,0
1991
5,8
5,8
5,8
1992
4,5
4,5
4,5
1993
3,5
3,5
3,5
1994
3,5
3,5
3,5
1995
4,2
4,2
4,2
1996
3,5
3,5
3,5
1997
2,5
2,5
2,5
1998
1,8
1,8
1,8
1999
1,3
(b)
1,3
1,3
2000
2,3
(c)
2,3
2,3
2001
1,7
1,7
1,7
2002
1,7
1,7
1,7
2003
1,4
1,4
1,4
2004
1,7
1,7
1,7
2005
1,6
1,6
1,6
2006
1,7
1,7
1,7
2007
2,0
2,0
2,0
2008
1,7
1,7
1,7
2009
0,7
0,7
0,7
2010
1,5
1,5
1,5
2011
2,0
2,0
2,0
2012
1,5
1,5
1,5
2013
1,5
1,5
1,5
2014
1,5
1,5
1,5
2015
1,5
1,5
1,5
(a)
(d)
(e)
(a) Il tasso di inflazione programmato per il 1995 è stato modificato in sede di "Relazione sull'andamento dell'economia del 1994 e aggiornamento
per le previsione del 1995".
(b) Il tasso di inflazione programmato per il 1999 è stato modificato in sede di "Relazione sull'andamento dell'economia nel 1998 e aggiornamento
per le previsioni del 1999"
(c) Il tasso di inflazione programmato per il 2000 è stato modificato dall'1,2% al 2,3% in sede di "Documento di Programmazione economicofinanziaria per gli anni 2001-2004" (giugno 2000).
(d) I tassi programmati di inflazioni per il periodo 2009-2010 sono stati rivisti in sede di "Relazione Unificata sull'economia e la Finanza Pubblica"
(aprile 2009).
(e) Il tasso di inflazione programmato per il 2011 è stato modificato dall'1,5% al 2,0% in sede di presentazione della "Nota di aggiornamento al
Documento di Economia e Finanza - DEF 2011" (settembre 2011).
Fonte: per i tassi: elaborazione su dati ISTAT. Per i tassi programmati: documenti programmatici (R.P.P., RUEF, D.P.E.F, D.E.F. e Nota di aggiornamento al D.E.F.).
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Nel servizio idrico
i costi operativi
efficientabili
rappresentano
il 50% dei ricavi
riconosciuti
Una tipica impresa attiva nei settori regolati presenta costi operativi così declinabili:
costo del personale;
costo dell’energia;
costo per acquisto di materie prime;
costo per acquisto di servizi.
Tali costi possono rappresentate quote più o meno elevate rispetto al complesso dei
costi riconosciuti nei diversi settori. Si pensi ad esempio al settore idrico in Italia per il
quale attualmente i costi operativi efficientabili rappresentano quasi il 50% del vincolo
dei ricavi riconosciuti11, mentre per gli altri settori, i costi di capitale costituiscono la
parte preponderante12. Come si osserva nella tavola allegata, le principali voci di costo
della produzione di un tipico gestore del servizio idrico integrato sono rappresentate
dalle spese per servizi, da quelle per il personale e da quelle dell’energia elettrica. Per il
caso del servizio idrico la regolazione indica i costi operativi efficientabili, ovvero i costi
della produzione al netto dei costi passanti (energia elettrica, canoni uso, oneri locali) e
di una serie di altri costi non riconosciuti (poste rettificative).
Nel servizio idrico i costi operativi efficientabili rappresentano il 50% dei ricavi riconosciuti (poste rettificative).
Gestione servizio idrico integrato: costi operativi
Peso % sul totale costi
Materie prime
7%
Energia elettrica
14 %
Servizio
35 %
Godimento beni di terzi
10 %
Personale
29 %
Variazione delle rimanenze
0%
Accantonamenti per rischi
0%
Altri accantonamenti
3%
Oneri diversi di gestione
2%
Totale costi
1%
Costi della produzione
IRAP
Poste rettificative *
Costi esogeni e altri
Costi operativi efficientabili
*Includono rimborsi/indennizzi, lavori conto terzi, Var. rimanenze prodotti in lavorazione, semilavorati e finiti, Var.
lavori in corso, Incrementi
**Energia elettrica, canoni uso infrastrutture di terzi, oneri locali, spese funzionamento ATO
Fonte elaborazioni REF Ricerche
11. Si veda Contributo n.20 “Investimenti 2014-2017: in Europa si investe tre volte tanto”, luglio 2014.
12. Anche il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani, attualmente al di fuori del perimetro regolatorio di AEEGSI, si presenta
come un settore a
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In dieci anni i
contratti sono
cresciuti ad
una velocità
superiore a quella
dell’inflazione
Nel processo di aggiornamento dei costi operativi l’utilizzo di un indice di prezzo può
comportare un disallineamento anche significativo rispetto alla reale dinamica di costo,
e incidere in maniera più o meno importante sulla redditività aziendale. In tal senso,
appare utile mettere a confronto la dinamica mostrata negli ultimi anni dall’indice FOI
al netto dei tabacchi, rispetto all’evoluzione di alcuni indici che misurano le pressioni
di costo, quali l’indice delle retribuzioni contrattuali per l’industria in senso stretto, e
quello per i settori energia, gas e acqua, edilizia e commercio.
Dalle Figure allegate si osserva come in un arco temporale di 10 anni, dal 2002 al 2013,
l’indice che misura la crescita dei prezzi al consumo è cresciuto a velocità inferiore a
quella degli indici che misurano gli adeguamenti contrattuali: nello specifico, se il FOI è
cresciuto del 26% in dieci anni, le retribuzioni dell’industria in senso stretto e del settore del commercio hanno registrato un aumento di circa il 35%, mentre quelle del settore
energia, gas e acqua sono aumentate del 30%.
Si evince dunque come l’indice dei prezzi al consumo tenda a sotto stimare la dinamica
inflativa sottesa alle principali componenti di costo operativo a suggerire come la scelte
di utilizzare un indice di prezzo in luogo di un indice di costo comporti tipicamente una
forma di efficientamento implicito, un guadagno di produttività trasferito alla tariffa.
Indici di inflazione dei prezzi e dei costi alla produzione nel periodo 2002-2013
dicembre 2014
Pagina 10
Remunerazione del capitale e oneri finanziari
laboratorio
N°27
ricerche
Remunerazione del capitale e oneri finanziari nei settori regolati:
alla ricerca di regole coerenti e stabili
Conclusioni
Affinare i criteri
e i parametri
per assicurare
stabilità al quadro
regolatorio
Il recente aggiornamento della remunerazione del capitale per le attività di stoccaggio
del gas naturale ha suggerito la necessità di affinare i criteri e i parametri utilizzati, al
fine di assicurare una maggiore coerenza interna tra aspettative di inflazione e tassi di
riferimento, oltre che una maggiore coerenza tra i servizi regolati, affinché la capacità
di attrarre risorse per finanziare gli investimenti rimanga guidata dai fondamentali di
rischio e rendimento specifici di ciascun servizio piuttosto che dalle peculiarità e dalle
tempistiche con cui la regolazione recepisce i mutamenti nel contesto esogeno di riferimento.
L’inflazione programmata si è rivelata in questo senso un riferimento superato, perché condizionato dal momento in cui maturano gli obiettivi di finanza pubblica, perché
orientato ad un governo dell’inflazione piuttosto che ad una sua previsione, perché incapace di riflettere l’evoluzione delle determinanti di costo dei servizi, contratti di lavoro
in primis.
Le opzioni in campo sono di due tipi: la conferma di logiche backward looking, laddove
la remunerazione è basata su misurazioni coerenti, riferite ad un qualche momento del
passato; in questo scenario, il rischio, costoso ma finanziariamente “immunizzabile”, di
mutamenti del contesto esogeno rimane in capo agli operatori. Una alternativa è quella
di abbracciare logiche forward looking, laddove il regolatore utilizza tutta l’informazione
disponibile e gode di una qualche discrezionalità di intervento per tenere conto di repentini mutamenti del contesto di riferimento e/o della necessità di assicurare un flusso
di risorse finanziare coerente con il fabbisogno dei settori regolati.
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Remunerazione del capitale e oneri finanziari