Relazione di B. - Associazione UmanaMente

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Relazione di B. - Associazione UmanaMente
Relazione di fine tirocinio curriculare: Laurea Magistrale in Psicologia Scolastica e di
Comunità
1) Caratteristiche generali del contesto ove si sono svolte le attività (ovvero
un’accurata descrizione organizzativa dell’ambito e istituzione/organizzazione
in cui si è stati);
Il tirocinio curriculare è stato svolto presso l’Associazione “Umanamente” di Bologna
la quale si occupa di salute mentale (psichiatria adulti) ed è iscritta nell’elenco delle
libere forme associative del comune di Bologna. Opera sul territorio bolognese con
iniziative di sensibilizzazione per il superamento del pregiudizio e progetti di
riabilitazione psicosociale (teatro, scrittura e cineforum) rivolti alle persone con
disagio psichico, formazione e sostegno alle famiglie.
Una volta presi contatti con l’associazione, la tirocinante ha potuto constatare che le
attività svolte da Umanamente integrano e completano molti argomenti studiati
durante il percorso universitario.
Infatti, l’associazione, in linea con le politiche di sanità europee, ritiene prioritaria la
promozione della salute mentale, la prevenzione, il trattamento, l’assistenza e la
riabilitazione dei problemi mentali:
1. Promuove e tutela il diritto alla salute mentale.
2. Lotta contro lo stigma, la discriminazione e l’esclusione sociale;
3. Contribuire alla ricerca e allo sviluppo di nuove metodologie e teorie
nell’ambito della cura e della prevenzione;
4. Crea e consolida la rete di solidarietà attorno alle persone con disagio psichico
insieme alle altre associazioni e agli Enti e alle Istituzioni del territorio;
5. Forma/informa operatori, familiari e utenti della salute mentale;
6. Realizza progetti ed interventi di riabilitazione psicosociale e di sostegno alle
persone con disagio psichico e alle loro famiglie;
7. Organizza eventi di sensibilizzazione e di socializzazione, integrazione e
reinserimento.
Sulla base di questi principi si è potuto vedere in concreto l’impegno attuato
per realizzare il benessere sociale degli utenti e dei loro familiari in genere.
L’associazione UmanaMente partecipa al C.U.F.O. (comitato utenti, famigliari
e operatori della Azienda USL di Bologna) che si riunisce presso la sede del
Dipartimento di Salute Mentale della Azienda USL di Bologna, in viale Pepoli n.
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Inoltre, l’associazione Umanamente partecipa al piano Attuativo Salute
Mentale 2009-2011della salute mentale Regione Emilia-Romagna.
Questo piano riunisce in un quadro organico di programmazione unitaria gli
attori, gli impegni, le azioni che concorrono a promuovere la salute e a
contrastare la malattia mentale e le dipendenze patologiche in tutte le età
della vita, secondo un approccio allargato di salute pubblica, in base al quale
la salute mentale è alla base della salute globale del cittadino e della
popolazione.
Seguendo quindi questi principi, l’Associazione svolge la maggior parte delle
sue attività presso i locali dell’azienda USL di Bologna e pertanto, il tirocinio
curriculare è stato svolto in parte presso i locali del Dipartimento di Salute
Mentale dell’azienda USL di Bologna di Via Pepoli n.5 e in parte presso la
struttura protetta di Villa Olga con sede in Via Francesco Dotti n. 2/2 Bologna
e presso la Casa degli svizzeri di via Terracini .
Sempre nell’ottica della promozione della salute mentale, l’Associazione
Umanamente partecipa al programma PRISMA (Promuovere Realizzare Insieme
Salute Mentale Attivamente) è un’iniziativa che nasce nel contesto del piano
attuativo salute mentale regionale.
Nella cornice di questa iniziativa sono stati individuati aree tematiche, criteri,
procedure, tempistiche e risorse per la presentazione, gestione e valutazione dei
progetti di sussidiarietà che coinvolgono utenti, familiari, operatori, associazioni e lo
stesso DSM-DP.
Lista dei progetti PRISMA del 2014 a cui partecipa l’Associazione Umanamente:
1. PROGETTO PIATTAFORMA COMUNICAZIONE ALLARGATA : questo progetto
intende realizzare una piattaforma di comunicazione a vari livelli: come primo
approccio per chi ha bisogno di aiuto (utenti, familiari), per chi si occupa di
salute mentale (operatori, professionisti), per chi vuole avvicinarsi alla
psichiatria (tirocinanti, università), per tutti i cittadini, ed eventualmente
anche verso i media.
2. FAMILIARI INFORMATI E SOSTENUTI : 6 associazioni componenti il CUFO
hanno deciso di collaborare tra loro e con il Dipartimento, per candidare e
successivamente gestire un progetto sperimentale biennale di informazione e
supporto ai familiari della Salute Mentale di Bologna, realizzando in modo
coordinato azioni rivolte all’area della Psichiatria Adulti, all’area della
Neuropsichiatria e della disabilità, all’area emergente del gioco d’azzardo
patologico.
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3. I LINGUAGGI DELLA CURA: ARTE IN SALUTE : questo progetto si occupa di
quelle forme di sviluppo personale e di miglioramento della propria salute e
benessere attraverso i diversi linguaggi dell’arte. Si prefigura come un
progetto biennale per la ricchezza e complessità della tematica e per le
prospettive di sviluppo. Partendo dai bisogni di salute che le associazioni
hanno rilevato sul territorio a partire dai propri soci, affiliati, amici e
simpatizzanti e dopo averli condivisi con il DSMDP nello specifico di alcuni
referenti si è arrivati a questa idea progettuale.
Vado a descrivere meglio i progetti nelle loro attività e approfondimenti:
PROGETTO PIATTAFORMA COMUNICAZIONE ALLARGATA: l’Associazione Capofila è
Cercare Oltre, la Rete di Partnariato ( UmanaMente, L’Albero Insieme si può , Spazio
e Amicizia, AID – BO, Istituzione Minguzzi Provincia di BO, Psico-radio testata
radiofonica).
Questo progetto intende realizzare una piattaforma che svolga una attività di
comunicazione a vari livelli: come primo approccio per chi ha bisogno di aiuto
(utenti, familiari), per chi si occupa di salute mentale (operatori, professionisti), per
chi vuole avvicinarsi alla psichiatria (tirocinanti, università), per tutti i cittadini, ed
eventualmente anche verso i media.
Gli obiettivi sono di:
- Realizzare una idea di Comunicazione Istituzionale allargata, mettendo in rete
soggetti diversi che si occupano a diverso titolo di Salute mentale (Istituzioni,
operatori e professionisti della psichiatria, associazioni, coop sociali ecc) e raccoglie
su una piattaforma unica il massimo delle informazioni già disponibili su siti o
strumenti informativi di singoli soggetti; integrare con informazioni utili attualmente
non reperibili sulla rete.
Potere raggiungere tutti gli utenti e tutte le famiglie della provincia di Bologna che
non sono ancora collegate ai Servizi di Salute Mentale, o che sono fuori dai circuiti
delle associazioni; rendere più visibili e facilmente accessibili i servizi del DSM, il
lavoro delle associazioni e di chi opera nella salute mentale, le informazioni sulle
opportunità e le risorse disponibili per gli utenti e i familiari, sulle leggi, i bandi, ecc.
fornendo anche indicazioni rispetto alle modalità di accesso; creare uno spazio di
dibattito culturale e dare visibilità, anche al di fuori di Bologna, ad opinioni, punti di
vista etc. sui temi che riguardano la salute mentale; sedimentare le iniziative più
rilevanti (convegni, seminari ecc.) attraverso un sistema di raccolta di materiali, per
rendere fruibili i contenuti anche a chi non ha potuto partecipare; creare uno spazio
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coordinato di risposte per le persone che scrivono chiedendo aiuto, e spazi di
interscambio.
Tale piattaforma dovrebbe permettere al cittadino di meglio conoscere i servizi e
diventare consapevole dei propri diritti. Essa può anche diventare un potente
strumento di lavoro per i professionisti ed operatori della sanità, per i servizi sociali
dei Comuni, per i medici di base.
Questa piattaforma utilizza strumenti diversi, dall’audiovisivo alle immagini ai testi
scritti, in sinergia anche con le iniziative già presenti (pubblicazioni a mezzo stampa,
radio ecc …).
Infine sarà prodotta una brouchour informatica con all’interno tutte le informazioni
utili descritte sopra.
FAMILIARI INFORMATI E SOSTENUTI:
il progetto è nato dall’esigenza di dare maggiori informazione e supporto ai familiari
che hanno in famiglia una persona che soffre di disturbi psichici perché nel
momento in cui entrano in contatto con la disabilità diventa un passaggio
fondamentale per essere in grado di fare fronte ai nuovi impegni e alle nuove
dinamiche che incombono sui membri della famiglia.
L’esigenza si fa sentire più forte al momento degli esordi psicotici, momenti di
estremo disorientamento che devono rappresentare un impegno prioritario.
L’esperienza ha evidenziato che questa esigenza di informazione e di supporto resta
molto forte ed evolve anche per i familiari “veterani” che dopo tante peregrinazioni,
tanta esasperazione o qualche volta anche tanta rassegnazione, hanno trovato
elementi di risposta, spesso attraverso il “passa parola”, attraverso una ricerca
personale, o attraverso il mutuo aiuto.
Ha come Associazione Capofila: Cercare Oltre, Rete di Partnariato ( UmanaMente,
L’Albero Insieme si può, Spazio e Amicizia, AID – BO, Istituzione Minguzzi Provincia
di BO, Psico-radio testata radiofonica).
Il progetto si articola in 4 aree, per 12 azioni, alcune delle quali vengono ripetute in
più edizioni sul territorio. Ciascuna azione e ciascuna edizione verrà attuata sotto la
responsabilità di una delle Associazioni della nostra rete di partenariato.
L’associazione Umanamente è referente: area psichiatrica adulti, gruppo di
Informazione/Formazione per familiari agli esordi, gruppo di sviluppo personale per
familiari veterani.
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La sede degli incontri è Via Pepoli n. 3, e la cadenza degli incontri è un giorno a
settimana.
Il programma si articola in diversi momenti: accoglienza e presentazione del corso,
organizzazione dei servizi DSM-DP, disturbi psichici ed elementi per comprendere,
relazioni e stili comunicativi all’interno della famiglia, psicofarmaci e sostanza
stupefacenti, progetto terapeutico personalizzato, la rete attorno alle persone del
paziente.
Ogni incontro è svolto alla presenza della dott.ssa Elena Pasquali psicoterapeuta,
dott.ssa Sofia Lopes, psicologa; dott. Lucio Mapelli psicoterapeuta.
Tra le attività svolte, nei momenti esclusivamente dedicati all’associazione, ci sono
state supervisioni tenute dalla dott.ssa Elena Pasquali, psicoterapeuta e dal dott.
Lucio Mapelli psicoterapeuta e riunioni di equipe.
I LINGUAGGI DELLA CURA: ARTE IN SALUTE:
La premessa teorica di questo progetto è che l’arte ha sempre risposto ai bisogni
dell’essere umano: di esprimersi, di comunicare e di dare forma alle proprie
emozioni. Il linguaggio simbolico dell’arte aiuta a rendere più accessibili quei vissuti
che la persona non riesce ad esprimere a livello verbale; esprimersi attraverso delle
produzioni creative può motivare e sostenere l’individuo nell’affrontare le difficoltà
della vita.
Essere creativi è infatti imparare ad utilizzare le proprie emozioni come risorse per
entrare in relazione sia con se stessi che con il mondo esterno, è imparare a vedere
le cose da diversi punti di vista, esplorare strade prima non considerate, sviluppare
fiducia nelle proprie potenzialità di potere incidere sull’ambiente e di effettuare
scelte.
Questo progetto si occupa di quelle forme di sviluppo personale e di miglioramento
della propria salute e benessere attraverso i diversi linguaggi dell’arte. Si prefigura
come un progetto biennale per la ricchezza e complessità della tematica e per le
prospettive di sviluppo.
Si vuole collocare attraverso la costituzione di un gruppo di lavoro composto da
associazioni e operatori del DSMDP all’interno di una ricca e complessa rete di
soggetti che sul territorio bolognese propongono attività riabilitative ed educative
attraverso le forme d’arte.
Tra le attività rientranti nei “linguaggi della cura: c’è il laboratorio espressivo
teatrale che viene svolto una volta a settimana presso la sala Cufo di Viale Pepoli ed
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è condotto da un’esperta di teatro in collaborazione con la dott.ssa Elena Pasquali,
psicoterapeuta.
Si propone come uno spazio di cura per stimolare le potenzialità creative e
relazionali dei partecipanti nel rispetto delle caratteristiche individuali. La persona
viene accompagnata in un percorso di sviluppo delle proprie capacità intuitive e
sensoriali, di consapevolezza di sé e dei propri limiti e potenzialità.
Il linguaggio teatrale contiene suoni, ritmi, colori, immagini, gesti, movimenti e
parole e narrazioni e funge da stimolo per comunicare emozioni e stati d’animo.
Appropriarsi di questi linguaggi significa migliorare il rapporto con se stessi e il
mondo reale.
L’attività teatrale è scandita da una successione di momenti: accoglienza in cerchio,
riscaldamento, esercizi e giochi teatrali, saluto finale e condivisione verbale.
Un'altra attività rientrante in questa area è il laboratorio di scrittura creativa: è uno
spazio di gruppo in cui le proprie esperienze, idee ed emozioni acquistano una forma
letteraria genuina e autentica. Non è solo raccontare e raccontarsi ma anche
riflettere e informarsi sui vari aspetti e tematiche che di volta in volta emergono dal
gruppo stesso o che vengono proposti come stimolo dalle riviste per cui si scrive.
La metodologia adottata è la seguente: scelta del tema, rilettura e selezione critica
delle idee più interessanti, creazione letteraria di gruppo, fase di brainstorming,
produzione individuale letterarie (il mio racconto/testimonianza), approfondimenti
con esperti che vengono invitati in base al tema trattato.
Il progetto di riabilitazione psicosociale, laboratorio espressivo, viene svolto una
volta a settimana presso la sala Cufo di Viale Pepoli ed è tenuto dalla Dott.ssa Elena
Pasquali, psicoterapeuta.
E’ rivolto a persone adulte che hanno attraversato o stanno attraversando un
disagio psichico.
Come ulteriore attività c’è il laboratorio di musicoterapia: attraverso l’utilizzo del
tramite sonoro-musicale è possibile entrare in contatto in modo immediato e
profondo con i propri vissuti interni, dare loro voce in un contesto libero e non
giudicante, riconoscerli, dare loro un nome e una dimensione sociale. Con tale
attività si cercano nuovi canali di comunicazione , si aiutano le persone a fare
attenzione al gruppo, al contesto, a fare “il silenzio” dentro di sé per accogliere gli
altri e (tornare) ad esprimersi.
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La proposta di uno spazio musicoterapico all'interno di un contesto relativo al
contenimento ed alla cura del disagio psichico nasce dal riconoscimento delle
potenzialità terapeutiche intrinseche nella musica, così connaturata alla persona,
anche solo nel suo contesto quotidiano.
Si offre l'opportunità all'interno del gruppo e attraverso la mediazione della musica
di sperimentare diverse letture emotive, risuonare con i vissuti altrui, scoprire altre
risorse e possibilità, attraverso l’ascolto di materiale preregistrato, ma soprattutto
attraverso la pratica vocale-strumentale, sia improvvisativa che più strutturata
(canzoni, ecc). Con tale attività si ricercano nuovi canali di comunicazione, si aiutano
le persone a fare attenzione al gruppo, al contesto, a far “silenzio” dentro di sé per
ascoltare gli altri e (tornare a) esprimersi.
La metodologia adottata è la seguente: scelta di uno strumento musicale da parte di
ogni partecipante, uso dei vari strumenti musicali sia individualmente sia in gruppo,
svolgimento di vari tipi di esercizi infine spazio dedicato alla verbalizzazione ed
elaborazione delle emozioni e sensazioni emerse.
Il laboratorio viene tenuto da Roberto Bolelli musicista e musicoterapeuta e dalla
psicoterapeuta dott.ssa Elena Pasquali, si svolge presso la Casa degli svizzeri di Via
Terracini n. 31 a Bologna.
Al di fuori del Progetto Prisma, l’Associazione organizza il laboratorio di Cineforum
una volta a settimana, presso Villa Olga (residenza protetta) in Via Carlo Dotti 2/2 a
Bologna ed è tenuto dalle dr.ssa Elena Pasquali, psicoterapeuta .
E’ una “relazione cinematografica”, un forum dove è possibile anche per persone
solitamente in difficoltà in contesti pubblici potersi incontrare ed esprimere.
Avviene in gruppo e utilizzando l’arte corale del cinema sia come mezzo di
intrattenimento e approfondimento culturale e sociologico che come strumento di
crescita personale. La visione di film funge da stimolo per la condivisione verbale, di
esperienze, riflessioni e vissuti e produce, attraverso il lavoro psicologico,
conoscenza, formazione e trasformazione personale.
La scelta dei film avviene nel forum, la stanza centrale di Villa Olga, a partire dalla
condivisione di un tema comune di interesse (alcuni temi negli anni sono stati:
l’integrazione razziale, l’omosessualità, la famiglia, le relazioni di coppia, i bambini,
l’amicizia, la politica, l’estate, il Sud America); il lavoro successivo alla visione verte
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sull’approfondimento, la comprensione, il confronto e la condivisione creativa
dell’esperienza emozionale.
Vengono utilizzate tecniche educative e psicologiche che integrano la competenza
cinematografica con altre arti quali la musica ed il teatro.
2) Descrizione
dettagliata
del
tipo
concrete/metodi/strumenti adottati;
di
ruolo
svolto:
attività
Le attività assegnate al tirocinante sono state:
1. Affiancamento nelle attività di pre-progettazione (incontri con i soggetti della
rete) – progettazione e coordinamento dei progetti associativi nell’ambito
della salute mentale: partecipazione alle riunioni CUFO, riunioni di equipe atte
ad approfondire i temi da trattare ed organizzare il lavoro, conoscenza della
struttura Associativa e dell’organizzazione dei rapporti con il Dipartimento di
Salute Mentale e gli altri soggetti della rete).
2-Osservatore verbalizzante a riunioni, incontri ed eventi formativi attinenti alle
attività associative: il tirocinante partecipando a tali momenti ha potuto
conoscere ulteriormente la psicopatologia, le tecniche psicologiche e degli
approcci di riabilitazione psicosociale maggiormente utilizzati nell’ambito della
Salute Mentale.
3-Partecipazione attiva (lavorare insieme agli utenti dei gruppi incoraggiando lo
scambio) all’interno dei gruppi terapeutici-riabilitativi: laboratori di cineforum,
teatro terapia e scrittura creativa. Durante il laboratorio di cineforum, il tirocinante
ha partecipato attivamente prendendo appunti e osservando la conduzione della
discussione di gruppo successiva alla visione del film, ha altresì, sempre supportata
dalla psicoterapeuta presente, incoraggiato la partecipazione e lo scambio tra tutti
gli utenti presenti al fine di rendere l’attività utile per tutti coloro interessati.
Nel gruppo di teatro terapia il tirocinante ha preso parte attivamente tramite la
partecipazione alle attività proposte e alla discussione di gruppo successiva
prendendo altresì appunti.
Ha altresì, sempre supportata dalla psicoterapeuta presente, incoraggiato la
partecipazione e lo scambio tra tutti gli utenti presenti al fine di rendere l’attività
utile per tutti i partecipanti.
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Nel gruppo di scrittura creativa, il tirocinante ha preso parte attivamente tramite la
partecipazione al brainstorming, all’approfondimento di temi scelti e alla stesura di
appunti.
Ha osservato la conduzione e quindi l’utilizzo dello strumento del focus group, del
brainstorming e del role playing.
4-Partecipazione ai momenti di definizione di progetti psico-sociali: il tirocinante ha
osservato i vari momenti e fasi della progettazione tramite anche domande e
stesura di appunti.
5- Approfondimento di problematiche cliniche individuali e di gruppo con la tutor e il
gruppo di lavoro: il tirocinante ha dedicato molto tempo anche allo studio
individuale sui temi clinici emersi durante le attività o gli incontri di gruppo. Ha
partecipato agli approfondimenti di gruppo, osservando, partecipando attivamente
tramite domande e riflessioni e prendendo appunti.
Tra gli argomenti approfonditi e trattati anche al gruppo di scrittura creativa:
la colpa, il rapporto genitori-figli.
Inoltre il tirocinante ha approfondito individualmente i seguenti temi: la
psicosi, gli psicofarmaci, gli anti-psicotici,
Metodologie utilizzate:

Studio individuale

Lavoro di gruppo (focus group e gruppi di discussione)

Supervisione con il tutor
3) Espliciti richiami a riferimenti teorici, di rilevanza psicosociale, utilizzati per
svolgere l’attività o collegabili all’attività svolta.
Il principale riferimento teorico collegabile all’attività svolta è la Teoria
Fenomenologica, la Teoria Psicodinamica e la Psicologia di Comunità, sono stati
presi anche concetti dalla Promozione ed educazione della Salute, Teoria della
Recovery.
In generale ho avuto l’opportunità di osservare e approfondire, tramite studio, i
riferimenti teorici inerenti le psicoterapie per pazienti gravi.
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Le tecniche utilizzate riguardano la psicoterapia di gruppo all’interno di contesti
istituzionali.
Le attività svolte hanno utilizzato strumenti quali: brainstorming, focus group,
role playing, gruppi di discussione, letture.
Tutte le attività hanno avuto come obiettivo lo sviluppo dell’ empowerment
individuale e di gruppo all’interno del modello improntato alla recovery, la
creazione collaborativa di conoscenza, la partecipazione, sviluppo della capacità
di lavorare in gruppo, la capacità di inserirsi nell’equipe di lavoro e socializzare
all’interno dei contesti di attività.
4) Interazioni con il coordinatore/supervisore delle attività svolte e tipo di
scambi;
Durante la messa in atto del progetto “sogni e bisogni”, rientrante nel Progetto
PRISMA Comunicazione allargata, il supervisore si è sempre premurato di spigare
dettagliatamente l’attività e lo scopo della stessa. Ha affiancato il tirocinante nel
lavoro di ricerca e di messa in contatto con le varie strutture identificate,
indirizzandolo nella scelta dei tanti soggetti che si occupano a diverso titolo di
Salute mentale (Istituzioni, operatori e professionisti della psichiatria, associazioni,
cooperative sociali ecc) al fine di raccoglie su una piattaforma unica il massimo delle
informazioni già disponibili su siti o strumenti informativi di singoli soggetti e di
integrare tutto con informazioni utili attualmente non reperibili sulla rete.
Il supervisore ha altresì motivato gli utenti facente parte operativa del progetto
a contribuire in maniera attiva e gratificante, pertanto, per il tirocinante
l’osservazione di questa modalità è stata di utilità per apprendere anche
tecniche inerenti la motivazione.
Durante i gruppi dei familiari nel progetto familiari informati e sostenuti, il
supervisore si rivolto al tirocinante in modo molto coinvolgente in quanto oltre a
farlo partecipare al gruppo ha sempre dedicato spazio, dopo l’incontro, a
discutere quanto era accaduto e ad approfondire eventuali momenti di criticità.
Inoltre ha dedicato giornate in cui ha svolto una supervisione, a volte anche insieme
al collega, dei casi più importanti che si sono presentati ai gruppi.
Il supervisore, quindi, ha dato l’opportunità di osservare gli incontri stimolando il
tirocinante alla massima osservazione, ha permesso al tirocinante di capire come
deve essere condotto un gruppo e pertanto di potere identificare le differenze che
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avvengono in un gruppo di sostegno alla presenza di un conduttore rispetto ad un
gruppo di auto mutuo aiuto.
Ha spiegato come deve essere gestito un gruppo, i tempi, le modalità di relazione e
anche le regole.
Quanto alle attività dei laboratori, il supervisore, preliminarmente ha dato nozioni
sull’importanza delle arti visive, il cinema, la danza, la musica, l'attività teatrale, il
raccontare storie, lo scrivere storie. Ha precisato che l’utilizzo di tali arti è un
approccio molto stimolante per progetti educativi e riabilitativi con persone che
presentano disabilità fisiche, ritardo mentale o difficoltà emotive, comportamentali
e relazionali.
Ha Inoltre spiegato l’importanza dell’esperienza in gruppo e il fatto che consente lo
sviluppo di risorse non solo espressive ma anche relazionali, in un percorso fatto
insieme ad altri col corpo e con la mente.
Il supervisore ha quindi concluso la sua premessa all’inserimento del tirocinante a
tutte le attività di laboratorio, sottolineando che la partecipazione a un'attività
creativa per molte persone con disturbi mentali o fisici è servita a fare sì’ che le
stesse abbiano ripreso a parlare, a muoversi più liberamente e ad acquisire
maggiore fiducia in se stesse e nei rapporti con gli altri.
Il supervisore si è quindi premurato di introdurre il tirocinante nei gruppi, solo dopo
avergli spigato la funzione di ogni attività.
Per l’attività di teatro-terapia il supervisore ha accompagnato il tirocinante durante
tutta l’attività guidandolo nel percorso effettuato, spiegandone i fini e stimolandolo
all’osservazione.
Gli incontri di teatro terapia hanno seguito un percorso di evoluzione al fine di
portare il gruppo alla massima consapevolezza dei propri sensi e delle proprie
capacità relazionali e simboliche.
Il supervisore ha aiutato il gruppo ad avere maggiore consapevolezza delle proprie
risorse e così facendo ha inserito il tirocinante in un contesto di osservazione
partecipante utile per il tirocinante ad osservare le dinamiche di gruppo e
l’evoluzione delle capacità di ogni partecipante.
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Il tirocinante oltre l’apporto del supervisore ha avuto l’opportunità di assistere al
lavoro del professionista di teatro terapia il quale dopo la conclusione di ogni
incontro, insieme al supervisore, ha riassunto le dinamiche emerse, ha dato spunti di
riflessioni al gruppo al fine di rendere tutti i partecipanti consapevoli
dell’andamento dell’incontro. In questo modo, il supporto del supervisore ha dato
consapevolezza del tipo di lavoro messo in campo, evidenziando i momenti di
grande coinvolgimento e momenti di difficoltà.
Questo tipo di lavoro è stato svolto tramite il massimo coinvolgimento del
tirocinante attraverso domande, osservazioni, pareri e partecipazione alla
discussione di gruppo.
Per l’attività di scrittura creativa:
il supervisore ha coinvolto al massimo il tirocinante spiegando ogni passaggio del
brainstorming e dedicando allo stesso momenti di approfondimento dei temi
lasciando poi lo studio approfondito da svolgere individualmente. Anche se lo
studio alle tematiche è stato fatto individualmente, il supervisore si è sempre
accertato della comprensione della tematica e reso disponibile al confronto e alla
eventuale risoluzione di dubbi.
In alcune occasioni, il supervisore ha svolto, con il gruppo, l’attività di role playng
dando così l’opportunità al tirocinante di osservare la messa in atto di ulteriori
tecniche e dinamiche emergenti.
Ogni momento è stato rivisto separatamente con il supervisore creando così per il
tirocinante un’occasione di scambio e di accrescimento di competenze.
Alcuni temi sono stati trattati anche approfondendo il punto di vista di un esperto
chiamato appositamente al gruppo e anche in questa occasione il supervisore ha
coinvolto il tirocinante chiedendo la sua opinione per la scelta del tipo di esperto e
degli argomenti da approfondire.
Il lavoro di studio individuale è stato estremamente utile per studiare o
approfondire temi svolti durante il percorso universitario.
Tra i vari temi trattati durante il gruppo di scrittura creativa, ciò che ha interessato
maggiormente il tirocinante, sono stati i seguenti: la guarigione, la colpa, il rapporto
genitore e i figli.
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E’ stato approfondito il tema della guarigione, sia da un punto di vista psicologico
andando ad approfondire l’argomento trattato da Galimberti sia da un punto di vista
di altri autori i quali considerano, la guarigione terapeutica come ri-acquisizione di
una identità diversa da quella intrisa di patologia.
La centralità della persona del terapeuta nell'interazione con la persona del cliente,
e di questa interazione come mezzo per realizzare il cambiamento.
Contemporaneamente è stato trattato anche il concetto di RECOVERY.
Il tirocinante ha avuto quindi l’occasione di studiare questo concetto estremamente
utile per capire l’essenza della guarigione.
Si è studiato quindi che il termine, preso a prestito dalla lingua inglese significa
«riaversi», «riprendersi», ripristinare una condizione di appartenenza a se stessi che
contraddice drasticamente un semplice farsi «paziente», attendendo passivamente
che qualcuno, dall'esterno, dispensi per noi la salute.
Si è appreso che assumendo come propri il concetto di recovery, la psichiatria lascia
al paziente maggiore potere e la possibilità di sfidare la propria disabilità, aiutandolo
a ricostruire un’aspirazione all’interno di una comunità nella quale egli stesso è
parte attiva.
Un altro tema studiato è stato il tema della colpa, questo argomento è stato
sviluppato da più punti di vista: sia “fisico” (l’emozione di colpa è definita come una
risposta spiacevole anche con effetti fisiologici percepibili, come un nodo alla gola,
una morsa allo stomaco, il rimorso), sia da un punto di vista sociale. Infatti
l’emozione della colpa è un’emozione sociale in quanto richiede qualcuno verso cui
sentirsi in colpa; è intrinsecamente necessario il riferimento all’altro e attiva
comportamenti riparatori volti ad alleviare il danno arrecato a qualcuno.
Interessante è stato confrontare questi aspetti con quanto afferma la psicoanalisi,
per la psicanalisi, infatti, non si parla di colpa ma di senso di colpa cioè dell'emozione
che segue la violazione di un precetto o di una norma.
E’ stato approfondito quindi, l’orientamento psicoanalitico di Freud che rappresenta
il primo grande contributo teorico sul senso di colpa, spiegando l’esperienza
emotiva e morale secondo una visione intrapsichica. Si è ripreso lo studio fatto da
Freud sia nella prima fase in cui l’autore ha suggerito che il senso di colpa è legato al
Complesso di Edipo sia nella successiva fase in cui Freud (1923/1959) propone che
questa emozione non è solo legata alla paura della punizione di una autorità
genitoriale esterna ma dall’ansia di persecuzione da parte dell’autorità intrapsichica
rappresentata dal Super-Io.
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E’ stato approfondito anche lo studio che l’autore Rank ha fatto in merito
all’argomento sopra citato. Anche questo confronto di teorie è stata occasione di
riflessione in quanto quest’ultimo ha suggerito che il senso di colpa si sviluppa più
precocemente rispetto a quanto proposto dalla psicoanalisi classica, ovvero nel
periodo pre-edipico a causa dell’ansia di separazione dalla figura materna all’inizio
del processo di individuazione.
Questi diversi punti di vista hanno stimolato il tirocinante a porre domande sul tema
al supervisore e quindi ad avere ulteriori pareri.
Dopo lo studio individuale del tema, il supervisore per approfondire ulteriormente il
tema e affrontare vari punti di vista ha invitato al gruppo di scrittura creativa Don
Nildo Pirani il quale come uomo di Chiesa ha potuto portare nuovi spunti di
riflessione.
Successivamente si è studiato il tema della relazioni e figli, in questo caso il
supervisore ha chiamato un esperto, una educatrice che ha offerto molti nuovi punti
di riflessione. Il tirocinante ha avuto quindi l’opportunità di conoscere nuove
prospettive e facendo parte al gruppo ha potuto osservare le dinamiche di gruppo
che man mano emergevano durante il gruppo di scrittura creativa.
Ogni tema è stato prima scelto e discusso con il supervisore, poi studiato
individualmente dal tirocinante e trattato con il gruppo di scrittura creativa
attraverso la tecnica del brainstorming, infine discusso e approfondito con il
supervisore.
Sono stati poi studiati individualmente argomenti inerenti la malattia psichiatrica:
studio dei vari psicofarmaci, della patologia della psicosi, delle teorie di riferimento.
Durante il laboratorio della musica, il supervisore ha stimolato il tirocinante
all’osservazione, alla partecipazione in prima persona per poi spigare in maniera più
pratica cosa significhi l'utilizzo del tramite sonoro – musicale (meno connotante
rispetto al linguaggio verbale) è possibile entrare in contatto in modo immediato e
profondo con i propri vissuti interni, riconoscerli, dare loro un nome ed una
dimensione sociale.
In questo modo si è avuta l'opportunità, tramite l’osservazione partecipata
all'interno del gruppo e attraverso la mediazione della musica e le diverse letture
emotive, scoprire altre risorse e possibilità da parte degli utenti.
Per l’attività del cineforum, il supervisore ha coinvolto il tirocinante nei momenti di
scelta del tema previsto per i film da visionare e nelle ricerche inerenti le tematiche
dei film.
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Ha fatto riflettere il tirocinante sull’importanza del setting in cui si svolgono le
attività, soprattutto con pazienti psichiatrici gravi.
Ha affiancato il tirocinante in ogni momento dell’attività spiegando e gestendo le
varie situazioni emerse nei diversi momenti di visione, dall’inizio della visione al
momento della pausa dovuta alla somministrazione della terapia fino al momento
del dibattito finale inerente le tematiche emerse.
Il supervisore ha dedicato tempo, alla fine di ogni incontro di cineforum, alla
rielaborazione delle dinamiche che a volte sono emerse, all’elaborazione della
sofferenza che a volte è emersa dagli utenti, alla spiegazione della gestione di alcuni
momenti difficili e alla spiegazione dei progressi che si sono potuti constatare nel
corso del tempo.
Per le attività di progettazione dei progetti di salute mentale:
il supervisore ha fatto assistere il tirocinante alle riunioni del Cufo, spiegando il fine
e lo scopo di ogni incontro e consegnando materiale utile al fine di comprendere la
procedura per partecipare ai progetti delle AUSL.
Ha inoltre, discusso insieme al tirocinante, i temi ritenuti maggiormente utili per la
riabilitazione degli utenti.
Ha coinvolto il tirocinante nelle attività atte a strutturare un progetto in ogni fase
dello stesso: individuazione degli obiettivi, del target di riferimento, la cornice
teorica di riferimento, i tempi, il coinvolgimento di eventuali altri professionisti o
partner, l’individuazione dei modi di pubblicità degli stessi progetti.
Per le attività dei momenti di supervisione di gruppo:
il supervisore ha dedicato ampio tempo all’approfondimento delle problematiche
emerse durante i gruppi di sostegno dei familiari, i gruppi di cineforum e gli incontri
di scrittura creativa, di teatro e di musica.
Ha dato modo di riflettere sull’importanza del punto di vista dell’utente, sui bisogni
portati dai familiari o dagli utenti seguendo i principi della promozione della salute.
Per le riunioni di equipe:
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durante le riunioni di equipe, per il progetto sogni e bisogni è stato spiegato dal
supervisore, l’importanza di motivare gli utenti principali protagonisti operativi della
realizzazione di questo progetto.
Partecipazione alle riunioni CUFO, riunioni di equipe atte ad approfondire i temi da
trattare ed organizzare il lavoro, riunioni di equipe atte ad approfondire la
conoscenza della struttura Associativa e dell’organizzazione dei rapporti con il
Dipartimento di Salute Mentale e gli altri soggetti della rete.
Il tirocinante si è sempre sentito a proprio agio con il supervisore e con gli altri
professionisti che hanno accompagnato le tante e varie attività, si è sentito
coinvolto e ascoltato nonché stimolato nello studio di tematiche cliniche e non.
5) Bilancio sul tipo di competenze e abilità acquisite
Tra le competenze e abilità apprese dal tirocinante si sottolinea:
Il tirocinio svolto è stato sicuramente ricco di attività che hanno dato modo di
vedere applicati gli studi effettuati e hanno altresì ampliato le conoscenze e le
competenze del tirocinante.
Il progetto “sogni e bisogni” è stato utile per comprendere la situazione dell’offerta
dei servizi a favore degli utenti psichiatrici e dei loro familiari, pertanto il tirocinante
ha avuto l’opportunità di conoscere nuove realtà e nuovi metodi riabilitativi di cui
non si era mai occupato.
Ha potuto riflettere sull’importanza del lavoro di rete e della comunicazione efficace
tra chi ha bisogno di aiuto, sentendo i punti di vista degli utenti che collaboravano
alla realizzazione della piattaforma di comunicazione e chi si occupa di salute
mentale a vari livelli.
Il progetto “familiari informati e sostenuti” ha sicuramente avuto un filo di
congiunzione con quanto è avvenuto nel progetto ”sogni bisogni” nel senso che ha
dato l’occasione, al tirocinante, di venire a conoscenza in maniera ancora più
approfondita dei bisogni di chi soffre di salute mentale e soprattutto dei bisogni dei
familiari che assistono queste persone.
E’ stato utile potere ascoltare il loro punto di vista che spesso si è verbalizzato anche
in frustrazione ma che grazie allo scambio nel gruppo e al supporto avuto dagli
specialisti, ha portato gli stessi partecipanti a una riscoperta delle risorse da mettere
in campo. Tutto questo mi ha fatto riflettere su ciò che ho studiato nel settore della
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Promozione della salute in cui viene più volte sottolineato l’importanza del punto di
vista dell’utente.
Durante questi incontri, il tirocinante ha appreso delle tecniche di conduzione di
gruppi terapeutico-riabilitativi attraverso l’osservazione e la rielaborazione degli
appunti successivamente discussi con il supervisore e in equipe.
Il laboratorio di teatro è stato utile per capire quanto l’arte sia un mezzo importante
e potente per fare esprimere emozioni e rielaborarle, l’osservazione e la
partecipazione hanno sicuramente fatto apprendere delle tecniche di conduzione di
gruppi terapeutico-riabilitative, oltre che avere affinato le capacità osservative. Si
ritiene di avere lavorato molto sulle capacità osservative grazie allo spazio dedicato
alla fine di ogni incontro e condotto dalle esperte che hanno sempre approfondito le
dinamiche emerse e il clima di gruppo.
La partecipazione al laboratorio di teatro, al laboratorio di musica e al laboratorio di
scrittura creativa sono stati utili anche per assistere a come lavora un gruppo e
quindi per constatare concretamente la differenza tra un gruppo guidato e un
gruppo di auto mutuo aiuto.
Inoltre negli incontri di scrittura creativa è stato molto utile il lavoro di
brainstorming in quanto ha dato la possibilità anche al tirocinante di allenarsi in
prima persona ad un tipo di pensiero divergente. Oltre a ciò, attraverso l’ascolto
delle storie dei partecipanti al gruppo di scrittura creativa, il tirocinante ha potuto
constatare le capacità di coping e di resiliencia degli stessi.
E’ stato altresì spunto per l’approfondimento individuale di interessanti temi clinici,
quindi si è affinata la capacità anche di ricerche bibliografiche.
Assistere alle riunioni Cufo e alla progettazione di attività è stato utile per
consolidare le conoscenze di progettazione di interventi nonché per acquisire
maggiori capacità di lavoro in equipe.
Anche le riunioni di equipe svolte tra i vari professionisti che collaborano con
l’associazione sono servite ad affinare capacità di ascolto, di comunicazione, di
elaborazione di nuovi e diversi punti di vista.
Durante le riunioni si è rafforzata la capacità di lavorare in gruppo, inserirsi
nell’equipe di lavoro e socializzare all’interno dei contesti di attività.
Sicuramente si sono acquisite capacità di progettazione di attività di prevenzione in
rete del disagio e di promozione della salute nell’ambito della Salute Mentale.
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Durante gli incontri di cineforum, il tirocinante grazie ai dibattiti sulle tematiche dei
film, ha potuto approfondire tra i tanti, il tema della cultura tramite il punto di vista
degli utenti. E’ stato interessante verificare l’importanza della cultura di provenienza
di ogni partecipante e questo ha arricchito di nozioni e di stimoli l’attività del
tirocinante.
Questa attività mi ha “arricchito” molto, anche da un punto di vista umano, in
quanto avere preso parte a un gruppo di estrema sofferenza psichica ed essermi
avvicinata alla malattia psichiatrica con le sue tante sfaccettature ma con altrettante
risorse da potere fare emergere da ogni persona è sta un’esperienza molto
interessante. E’ stato bello e utile constatare come gli utenti, spesso inattivi, si
interessassero al film e partecipavano al dibattito finale. Non sempre il dibattito è
stato vivace ma la cosa bella è stato vedere che le persone rimanevano e che
aspettavano il giorno del cineforum con gioia.
Le tematiche trattate durante il tirocinio hanno dato l’opportunità di acquisire
maggiore conoscenza della psicopatologia, dei vari tipi di malattie mentali, delle
tecniche psicologiche e degli approcci di riabilitazione psicosociale maggiormente
utilizzati nell’ambito della Salute Mentale.
Si sono acquisite più competenze inerenti il disturbi mentali, il loro esordio, la loro
remissione, la prognosi, le conseguenze pratiche nella vita di tutti i giorni.
Competenze anche nel settore della psicofarmacologia in quanto l’esperienza degli
utenti e dei familiari, hanno permesso al tirocinante di apprendere la conoscenza,
dei vari tipi di Psicofarmaci utilizzati dagli utenti, il tirocinante ha potuto
approfondire la conoscenza delle varie categorie (antipsicotici, antidepressivi,
stabilizzatori dell’umore, ansiolitici).
Tutte le attività hanno portato a un cambiamento, seppur lento, quindi il tirocinante
ha potuto vedere concretamente cosa significa sviluppare l’epowerment individuale
e di gruppo e cosa sia concretamente lo sviluppo di comunità.
Molto interessante e utile è avere acquisito maggiore consapevolezza e
informazione sulle dimensioni della problematica della salute mentale nel territorio
di Bologna attraverso le informazioni ricevute e apprese ascoltando le esperienze di
vita degli stessi utenti e familiari e attraverso la partecipazione alla progettazione.
E’ stata una buona opportunità di riflessione anche venire a conoscenza dei dati
statistici in merito alla situazione del territorio in cui vivo, mi ha infatti sorpreso
constatare che a Bologna, dai dati forniti dal dipartimento di Salute Mentale, risulta
che 35000 persone si rivolgono annualmente ai servizi pubblici di salute mentale, tra
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i quali 18 000 circa per la psichiatria adulti, 8000 per la neuropsichiatria infantile e la
disabilità dei minori, 3000 per i servizi di tossicodipendenza e 5000 per visite
specialistiche varie.
Queste nozioni mi hanno fatto capire l’importanza del lavoro svolto
dall’associazione Umanamente e da tutti i servizi pubblici o privati che a vario titolo
si occupano di salute mentale. E’ stata quindi anche un’occasione per riflettere sugli
studi compiuti sul benessere psicologico.
Altrettanto interessante e utile è avere appreso conoscenza anche delle condizioni
di vita delle persone che fanno accesso ai servizi mentali nonché del cambiamento
dei servizi offerti in seguito alla crisi economica che ha colpito anche il nostro paese.
La maggior parte di questi pazienti, anche gravi, vive in famiglia - famiglia propria o
famiglia di origine, e sono accuditi quotidianamente dai propri genitori, fratelli o
sorelle, congiunti o altri familiari, sulla base della propria buona volontà, ma senza
avere ricevuto alcuna preparazione specifica, spesso senza sentirsi all’altezza di
questo difficile compito.
Mi ha fatto riflettere venire a conoscenza di quanto i familiari siano sprovvisti di
nozioni e suggerimenti utili per gestire la situazione con il proprio congiunto e di
quanto sia importante per i familiari avere l’opportunità di incontri informativiformativi oltre che di supporto e di confronto con persone che vivono la stessa
situazione e comprendono meglio le difficoltà vissute quotidianamente.
Certamente interessante è avere appreso come la crisi economica abbia portato a
una notevole riduzioni di risorse pubbliche per la sanità, e che a tali interventi non
è stata data la priorità. Ho appreso che in passato, i servizi sanitari riuscivano a
garantire una presa in carico, seppure molto leggera, dei familiari e ad offrire loro un
supporto psicologico e formativo all’epoca molto apprezzato. Con le riduzioni di
risorse pubbliche degli ultimi decenni per la sanità, a tali interventi non è stata data
la priorità.
Recentemente queste forme di supporto sono pertanto venute meno e si limitano
ormai a piccole iniziative che toccano una percentuale molto bassa dei familiari
interessati.
Partecipare a questi progetti mi ha anche fatto venire a conoscenza di nuove realtà
che si impegnano a favore della salute pubblica, infatti sono sorte varie iniziative del
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privato sociale che tentano di rispondere alle esigenze di informazione e supporto
per i familiari come ad esempio la rete dei gruppi AMA che sviluppa forme di automutuo- aiuto tra i familiari, oppure le iniziative promosse negli ultimi anni da
alcune associazioni con il CSM Mazzacurati di Bologna.
Tutte queste informazioni mi hanno dato un’idea di com’è la situazione inerente la
salute mentale sia a Bologna sia in Italia in generale.
In ultimo, questi mesi sono serviti anche al tirocinante come opportunità di mettersi
in gioco al fine di potere identificare anche le proprie caratteristiche relazionali e di
osservatore.
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