tecniche di studio

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Istituto “Lorenzo Guetti” di Tione di Trento - Progetto “Motivazione e abilità di studio”
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Istituto “Lorenzo Guetti” di Tione di Trento - Progetto “Motivazione e abilità di studio”
La lettura attiva
La lettura è caratterizzata da fasi successive.
Conoscerle e padroneggiarle ti potrà aiutare moltissimo nel rendere efficace lo studio.
PRELEGGERE
Preleggere significa:
• sfogliare il testo,
• farsi un’idea generale,
• leggere silenziosamente titoli, sottotitoli,
didascalie, parole in grassetto, ecc.,
• porsi le domande:
di chi/cosa si parla nel testo?
che cosa se ne dice?
quanto tempo mi serve per studiarlo?
Preleggere è come sorvolare
un territorio dall’alto…
LEGGERE
Leggere significa:
• controllare la correttezza delle informazioni che hai recepito nella prelettura
• tenere d’occhio le parole chiave
• individuare la suddivisione in capitoli, paragrafi, capoversi
•
•
capitolo: ciascuna delle parti in cui è suddiviso un libro
paragrafo: ognuna delle sezioni in cui è suddiviso un capitolo
capoverso: parte del testo, dotata di significato, di uno o più periodi e conclusa dal punto e “a capo”.
comprendere il messaggio del testo
ricerca dell’esatto significato dei termini sconosciuti attraverso l’uso del vocabolario
RILEGGERE
Rileggere significa:
• verificare se si è capito
• evidenziare e chiarire le parole sconosciute
• dare la caccia alle parole/frasi chiave
• capire i legami/connettivi (espressioni che fanno da anello di congiunzione tra le
informazioni) e i riferimenti
Esempio di probabile lettura attiva
Esempio di probabile lettura NON attiva
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Sottolineare
(per comprendere e per ricordare)
Con la prelettura e la lettura approfondita hai posto le basi del lavoro successivo che consiste
nell’operare direttamente sul testo in modo attivo per far emergere quello che in definitiva devi
studiare.
definizione di sottolineare:
• dare risalto
• saper cogliere rapidamente le informazioni utili
quando?
• prima o dopo aver letto un testo ?
• dipende dagli scopi del lettore (es: per individuare sequenze, per rintracciare informazioni
utili per l’apprendimento, per ridurre la quantità,ecc..)
• meglio farlo dopo aver “pesato” l’importanza delle informazioni
quanto?
• quanto basta per soddisfare i propri scopi di apprendimento
cosa?
• informazioni
significative
• definizioni
• parole chiave
• dati
come?
• a colori
• con inquadrature
• cerchiature
• numerazioni a margine
perchè?
• per facilitare la
memoria visiva
• per sviluppare la
capacità di sintesi
• per non appesantire la
memoria
Mi raccomando !
Sottolinea con chiarezza ma anche con delicatezza !
Bisogna sottolineare in modo attivo, consapevole, originale
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Istituto “Lorenzo Guetti” di Tione di Trento - Progetto “Motivazione e abilità di studio”
Prendere appunti
Questa tecnica ti assicura una rielaborazione personale ed efficace dei contenuti che stai studiando;
oltre a ciò puoi ottenere una più veloce assimilazione e la possibilità di sistematizzare i concetti
all’interno di vari tipi di schemi.
Gli appunti sono annotazioni rapide, essenziali, dei “pro-memoria” brevi e schematici con la
funzione di raggruppare il massimo delle informazioni con il numero minimo delle parole, in vista
di una successiva rielaborazione.
Criteri generali per prendere appunti
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Selezionare le informazioni essenziali
Ridurre e sintetizzare
Organizzare e classificare gerarchicamente le informazioni
Come devono essere gli appunti?
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Sintetici: ridurre le informazioni al 10-20 %
Essenziali: cogliere il “succo” del brano
Concisi: usare il minimo numero di parole (si eliminano i
connettivi e le frasi di collegamento)
Personali: sono frutto del proprio apprendimento (raramente si
può studiare sugli appunti degli altri, ma si possono confrontare
con quelli degli altri!)
Leggibili: curare la grafia e la disposizione spaziale nel foglio
Ordinati: dare una forma, una struttura; un inizio e una fine
Fiuuuu ! Meno male che a lezione ho preso
appunti. Solo dal testo non avrei capito !!
Quando prendere appunti ?
A lezione:
Per cogliere i contenuti essenziali presentati dall’insegnante, in modo da
poterli riutilizzare a casa per ricostruire il senso della lezione
Durante lo studio:
Sono brevi annotazioni sintetiche o schematiche dei concetti o dei dati
importanti contenuti nel testo scritto, per confermare a se stessi la
comprensione ed anche in vista di un successivo ripasso.
Tipi di appunti
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•
E chi li capisce gli appunti di Gigi ?
Appunti per enumerazione. Sono i più semplici e diffusi.
Raggruppano in ordine una lista di caratteristiche. Esempi: da ciò che viene prima a ciò che viene
dopo, dalla causa all’effetto, dal più generale al più particolare, dal più al meno importante.
Appunti per idee chiave. Dai concetti più generali alle idee di dettaglio. Le parole chiave si pongono
sul lato sinistro del foglio e gli approfondimenti di dettaglio nel lato destro del foglio.
Appunti tramite categorie. Sono la rielaborazione delle informazioni attraverso una loro raccolta e
classificazione in categorie o “raccoglitori” formali, come le seguenti: definizioni, caratteristiche,
cause, conseguenze. Le categorie formali si pongono sul lato sinistro del foglio, le risposte nel lato
destro.
Errori nel prendere appunti
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Copiare interi brani, senza selezionare
Trascrivere letteralmente parola per parola le spiegazioni dell’insegnante
Utilizzare gli appunti altrui, senza adattarli alle proprie caratteristiche e ai propri scopi.
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Istituto “Lorenzo Guetti” di Tione di Trento - Progetto “Motivazione e abilità di studio”
Schematizzare
Un’ulteriore tecnica del percorso di lettura-studio consiste nel collocare le parole o le frasi evidenziate in
precedenza (sottolineando o prendendo appunti) in schemi, per:
• visualizzare (e quindi memorizzare meglio)
• evidenziare i legami che ci sono tra le informazioni.
Gli schemi sono contenitori e organizzatori di informazioni, per facilitare l’apprendimento e il ricordo di
informazioni complesse.
Criteri generali per schematizzare
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Essere sintetici
Organizzare in maniera logica le informazioni (secondo gerarchie o categorie o nessi)
Collocare spazialmente le informazioni essenziali, in modo da sfruttare la memoria visiva
Non essere troppo complessi
Quando si usano gli schemi?
• Prima dello studio: per riattivare le preconoscenze
• Durante lo studio: per riorganizzare sinteticamente le informazioni
• Dopo aver studiato: per memorizzare, rielaborare e ripassare
Cosa schematizzare?
• Solo i dati e i concetti essenziali, ponendo però attenzione alle relazioni fra di essi
• Si deve schematizzare ciò che si è sottolineato e scelto come importante
Come schematizzare?
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n modo semplice e chiaro ed efficace
Procedendo da sinistra verso destra con ramificazioni semplici o a biforcazione
prevalentemente in senso orizzontale
Collocando l’idea principale al centro del foglio
Indicando il percorso, il flusso, la direzione e il raccordo dei concetti con linee e/o frecce di
collegamento
Tipi di schemi (i più comuni)
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Schema “elenco o lista”. E’ il modo più semplice per riassumere
per informazioni e concetti in relazione gerarchica o sequenziale
Schema a raggiera. Si pone al centro il concetto più importante ed
ad esso si collega le altre parole chiave usando le frecce come
indicatori
Schema ad albero. Può servire per rappresentare un concetto
principale complesso suddivisibile in concetti e sottoconcetti. Si
visualizza in tal modo la “ramificazione delle idee”
Schema a tavella. A righe e colonne, per collocare informazioni
strutturate ed evidenziarne analogie e differenze
Mappa concettuale. Rappresentazione grafica nella quale i
concetti sono collegati fra di loro, evidenziandone le relazioni.
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Ripetere
•
Non si può solo accumulare appunti e mappe, bisogna rileggerli e rielaborarli
sistematicamente (e non solo prima dell’interrogazione!)
•
Leggere, sottolineare, prendere appunti, schematizzare infatti non serve se poi tutte le
informazioni non vengono conservate nella memoria. Le tracce delle informazioni,
comprese e apprese con lo studio, per fissarsi nella memoria hanno bisogno di essere di
tempo in tempo richiamate. Fra la memoria e l’attività del “ripetere” (ri-petere = andare di
nuovo, domandare ancora) esiste infatti uno stretto legame.
MEMORIA A BREVE TERMINE
Visione lucida e completa dell’argomento
che si ricorderà con facilità nelle 24/48 ore
successive
•
RIPETIZIONE
MEMORIA A LUNGO TERMINE
Mantenimento del ricordo che previene
l’oblio delle informazioni acquisite
La ripetizione aiuta anche ad auto-valutarsi,
a confrontarsi con se stessi, a verificare quanto
si è compreso e ad essere quindi più sicuri.
Quando e come ripetere ?
•
Occorre dedicare ogni giorno un tempo definito alla
ripetizione di quanto si è studiato. Dunque: ripetere
con regolarità e metodicamente, anche se, ovviamente
l’efficacia di questo esercizio dipende anche dalla
bontà delle precedenti fasi di studio.
Ripetere aiuta anche ad autovalutarsi
... come confrontarsi con uno specchio
•
Come si è detto, la ripetizione permette alla nostra memoria di esercitarsi nel richiamare le
informazioni, consolidandone l’acquisizione. Questi richiami – che possono essere fatti in
tanti modi, come si dirà dopo – sono tanto più efficaci quanto più coinvolgono la nostra
parte affettiva (amiamo e vogliamo amare quell’oggetto dello studio) e la nostra parte
razionale (i corretti legami che stabiliamo fra quella data informazione e tutte le altre).
Diversamente la nostra ripetizione sarebbe “a pappagallo” , una ripetizione meccanica e non
“umana”, coinvolgente cioè tutte le nostre facoltà personali.
•
Ci sono molti modi di ripetere, ma la ripetizione è utile se fatta in modo attivo e creativo,
che renda vivi i contenuti. Abbiamo, in un crescendo di coinvolgimento:
o la replicazione immediata, a voce alta (memoria a breve termine),
o la reiterazione a bassa voce o silenziosa, per l’organizzazione del materiale,
o la recitazione come davanti ad un pubblico,
o la revisione o ripasso, dopo una sessione di studio, da soli o (meglio) con un
compagno,
o la meditazione, un amoroso ritorno alle cose già imparate per “rigustarle” ancora
I tempi necessari al ripetere, se questo interviene quanto il ricordo è ancora presente, si fanno via
via più rapidi. Se ripetiamo e lo facciamo bene, ne scopriremo l’importanza: ciò che richiamiamo
alla memoria ci apparirà nuovo e sempre meglio collegato al nostro sapere, lo capiremo più
profondamente, ne scopriremo altre sfumature, e ... diventerà “nostro”, parte di noi, e saremo –
come dice Dante nel Paradiso – gente di scienza: “Non fa scienza, senza lo ritenere, avere inteso”.
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