Le Cronache - Online-News
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IN VIAGGIO Con Vistaterra rivive il sogno di Olivetti A PAG.3 Le Cronache anno I numero 39 Perché Renzi spinge il Pd e il Paese verso un binario morto Nazionali SOCIETÀ Niente cassonetto, i rifiuti meglio al mercatino delle pulci A PAGINA 2 Porti più belli d’Europa, vince Trieste A PAG.3 PRIMO PIANO Pd a pezzi sulla via del referendum Un tempo era il pifferaio D’Alema, ora lo strappo di Bersani è consumato. Ed altri lo seguono, con Cuperlo e Speranza. In direzione Renzi ha proposto modifiche all’Italicum, ma dopo il referendum. E la minoranza non ha votato. E la strada del premier è sempre più in salita P d a pezzi sulla via del referendum, Un tempo era il pifferaio D’Alema, ora lo strappo di Bersani è consumato. Ed altri lo seguono, Cuperlo, Speranza. E la strada di Renzi è sempre più in salita. “ Non possiamo tenere fermo il Paese per tenere unito il partito, io so qual è la mia responsabilità, la riforma costituzionale non è un giocattolino per addetti ai lavori. Per i miei figli, per i nostri figli, non ci fermeremo». Renzi la mette così, e la minoranza Pd sorride ironica. Si arriva ad un voto al quale i dissidenti non partecipano. E' il caos, il Pd è diviso come non lo era da tempo, le prospettive sono incerte, incertissime. Cuperlo guida la rivolta, pronto al no e alle dimissioni da deputato, sopratutto dopo aver sentito la proposta del segretario, una proposta, dice. anche per «smontare qualsiasi alibi», ovvero quello di cominciare un attimo dopo il referendum, in Commissione alla Camera, una discussione nel merito sull’Italicum che preveda quattro possibili punti di cambiamento: sul ballottaggio, sul premio di lista o di coalizione, sul modo di eleggere i deputati, e sul modo di scegliere di senatori del nuovo Senato. Un’apertura articolata, per alcuni debole nel metodo e nei tempi, ma per la quale Renzi indica anche la squadra del partito che dovrebbe occuparsene. Sembra il gioco delle tre carte e la minoranza non ci sta. Come se ne uscirà? Matteo Renzi ha affrontato una delle direzioni più difficili degli ultimi tempi, con lo spettro della scissione ormai più che latente, facendo un passo avanti, ma non rinunciando alle sue idee. Ha definito le polemiche ricevute, anche dal suo partito, «autoreferenziali». Ha giudicato «surreale» un dibattito sulla legge elettorale che ignora gli appuntamenti che l’Italia ha davanti a sè, rimarca che i tratti dell’Italicum «sono nella cornice culturale del nostro dibattito degli ultimi 25 anni». Non ha citato mai Bersani, nè Speranza, si è soffermato per un attimo sulla «girandola di interviste» che ha preceduto questa discussione, sul comportamento di coloro che dicono «no senza aspettare la domanda, che ci hanno chiesto un’apertura, l’hanno ottenuta, e poi ci hanno chiesto anche di chiedere scusa per aver posto la fiducia sulle norme elettorali: siamo alle allucinazioni. A questo punto chi vuole un compromesso deve anche rinunciare a qualche cosa, se no si cede al contrario del compromesso, al fanatismo, che è il contrario della democrazia». Intanto a Roma, nella storica sede del Pd di Testaccio, sono nati i Democratici per il no. Alla prima riunione hanno partecipato un gruppo di iscritti, militanti ed elettori del Pd e del centrosinistra. Tra i promotori il consigliere regionale del Pd del Lazio Riccardo Agostini e l’ex responsabile comunicazione del Pd, nonchè ex portavoce di Pier Luigi Bersani Stefano Di Traglia. M a Renzi, dove vuole andare a parare? Non lo capisce più nessuno. Non avrà la statura del grande statista, ma non è uno sprovveduto, e non si può davvero pensare che per puntiglio spinga se stesso, il suo governo, il suo paese a tutta velocità come un binario morto. A Renzi autolesionista non ci crede nessuno. E però come spiegare il pervicace atteggiamento che lo porta verso un unico vicolo cieco? Ha sposato, difeso, sostenuto, si è identificato con un progetto politico senza senso e del quale il paese obiettivamente non ha bisogno. Un progetto che non è poi così rivoluzionario da giustificare sacrifici in termini di vite umane (metaforicamente parlando) così elevati. La riforma costituzionale è un pasticcio, buone magari alcune idee, ma non risolutive nel complesso. Non porta lavoro, questa riforma, non porta ricchezza, divide il paese in due e divide perfino il partito guida. Se pensava che con quelle modifiche costituzionali il suo futuro politico fosse blindato avrebbe dovuto anche mettere in corso che qualcuno avrebbe messo a ferro e a fuoco il paese per impedirgli di portarlo a termine. Ha peccato di orgoglio, di superbia, ha pensato di poter fare e disfare a suo piacimento e non si è reso conto che stava invece da tempo perdendo la presa. All’estero potrà ottenere l’aiuto distratto di Obama, ma in patria il consenso sta franando. Nonostante abbia dato il via ad una campagna per l’occupazione del potere mediatico senza precedenti. Torniamo alla domanda iniziale. Qual è il fine ultimo della strategia di Renzi? E se avesse sbagliato in ogni caso i suoi calcoli? E se facesse pagare il prezzo dei suoi errori agli italiani? 11 ottobre 2016 IN VIAGGIO EDITORIA Corriere batte Repubblica Ma i quotidiani sono in picchiata I l Corriere della Sera è il quotidiano più diffuso in Italia. Precede La Repubblica e La Gazzetta dello Sport. Quarto Il Sole 24 Ore. E qui finisce la lista delle testate che, tra cartaceo e digitale, superano le 200 mila copie. Seguono La Stampa e Il Messaggero. Nessuno però può permettersi di festeggiare. Tra i primi 15 quotidiani italiano, solo Avvenire è cresciuto rispetto allo scorso agosto. Tutti gli altri registrano segno meno. Con il Corriere che cede il 16,26% e repubblica il 21,1%. In pratica un lettore su cinque ha abbandonato il giornale romano. Non certo un incoraggiamento per la direzione Calabresi. ECONOMIA Nessuno vuole più fare l’artigiano A PAGINA 2 ECONOMIA Crolla ai minimi il prezzo del pesce, fino a 0,1 euro al kg A PAGINA 2 ECONOMIA/SOCIETÀ martedì 11 ottobre 2016 pagina 2 CROLLA AI MINIMI IL PREZZO DEL PESCE, FINO A 0,1 EURO AL KG Crollano ai minimi storici i prezzi pagati ai pescatori italiani con quotazioni sui livelli di trent’anni fa, addirittura fino a 0,1 euro al chilo, per alcune delle specie più tipiche del periodo in Adriatico. A denunciarlo è la Coldiretti Impresapesca dopo che la fine del fermo pesca in Adriatico ha portato sul mercato una grande quantità di prodotto proprio nel momento in cui i consumi calano, con il termine del periodo estivo. Il risultato, sostiene Coldiretti in una nota, e’ che i prezzi pagati ai pescatori sono crollati ai livelli insostenibili mentre il pesce resta sui banchi. Basti pensare al caso delle triglie, le cui quotazioni sono crollate anche fino a 0,1 euro al chilo, mentre le gallinelle vengono pagate anche a 0,5 euro al chilo. E ciò nonostante si tratti di prodotti di qualità e dalle importanti proprietà nutrizionali, essendo ricchi, tra l’altro di Omega3. Con il crollo dei prezzi, continua Coldiretti, la marineria italiana è a rischio crack dopo che negli ultimi 30 anni ha perso il 35 per cento delle imbarcazioni e 18.000 posti di lavoro, mentre si è progressivamente ridotto il grado di autoapprovvigionamento del pescato: due pesci su tre ormai che vengono dall’estero. Dal pangasio del Mekong venduto come cernia al filetto di brosme spacciato per baccalà, fino all’halibut o la lenguata senegalese commercializzati come sogliola, la frode è in agguato sui banchi di vendita, anche perché al ristorante non è obbligatorio indicare la provenienza. SCENARI Nessuno vuole più fare l’artigiano N essuno vuole più fare l’artigiano. Uno studio della Cgia di Mestre mostrra come il numero degli apprendisti di bottega sia crollato del 43% in 45 anni. Una perdita netta di oltre 300mila posti di lavoro in un settore in cui un tempo l’Italia eccelleva. Se in pieno boom economico il numero degli apprendisti era più di 721mila, l’anno scorso il settore si è contratto a quasi 410mila occupati. Dal 1970 al 2015 il trend è stato altalenante e, in linea generale, condizionato dalle crisi economiche (quelle della metà degli anni ’70 e all’inizio degli anni ’80 e ’90 e quella iniziata nel 2008) e dalle novità legislative (in particolare la riforma Treu del 1997 – che ha elevato l’età per utilizzare questa tipologia contrattuale estendendola anche ad altri settori produttivi – e il bonus assunzioni introdotto da Renzi). Tuttavia, l’andamento sul lungo periodo evidenzia il deciso calo dei contratti di apprendistato. Altrettanto pesante e’ stata la contrazione del numero degli apprendisti occupati nel settore dell’artigianato che, a partire dalla metà degli anni ’50, ha formato professionalmente intere generazioni di giovani operai; molti di questi sono diventati artigiani o piccoli imprenditori di successo. Dall’inizio della crisi (2009) al 2015, ad esempio, gli apprendisti occupati nelle aziende artigiane sono diminuiti del 45 per cento. La ripartizione geografica più colpita da questa moria è stata il Mezzogiorno (61 per cento), seguono il Centro (-44 per cento), il Nordovest (43 per cento) e il Nordest (-33 per cento). Nell’ultima crisi che ha colpito il Paese, il calo, seppur più contenuto, ha riguardato tutti i settori. Sempre tra il 2009 e il 2015, infatti, la contrazione media a livello nazionale è stata del 31 per cento. Secondo il coordinatore dell’Ufficio studi della CGIA, Paolo Zabeo, “Al di là della necessità di rilanciare la crescita e conseguentemente anche l’occupazione, è necessario recuperare la svalutazione culturale che ha subito in questi ultimi decenni il lavoro artigiano”. Secondo Zabeo molto è stato fatto con le riforme della scuola, il nuovo Testo unico sull’apprendistato del 2011 e le novità introdotte con il Jobs act, “ma purtroppo, tutto cio’ non basta. L’occupazione in un’azienda artigiana e’ spesso vissuta dai giovani come un ripiego”. “E’ necessario, tra le altre cose, ridare dignità, valore sociale e un giusto riconoscimento economico a tutte quelle professioni dove il saper fare e la manualità costituiscono quel valore aggiunto invidiatoci in tutto il mondo che, purtroppo, rischiamo colpevolmente di perdere”. Per quanto riguarda i settori produttivi, infine, la riduzione più importante degli apprendisti è avvenuta nelle costruzioni. Tra il 2009 e il 2015 la contrazione in questo settore è stata del 65 per cento. Pesante anche la riduzione registrata nelle attività finanziarie (-54 per cento), nel commercio (-34 per cento) e nei trasporti (-33 per cento). LE CRONACHE NAZIONALI Avvisi Legali di Pubblici Contratti Bandi di Gara Esiti di Gara Rettifiche Comunicati LA PROPOSTA Niente cassonetto, i rifiuti meglio al mercatino delle pulci Niente cassonetto, meglio il mercatino delle pulci o le fiere e botteghe dei rigattieri. E chi evita un rifiuto per offrirgli una ‘seconda vita’, non solo fa prevenzione ma abbatte anche l’impronta ecologica. Con il risultato che i cittadini virtuosi, bravi cioè a ‘regalare’ una seconda vita agli oggetti, potranno anche avere una riduzione della tariffa sui rifiuti (Tari). Questo lo spirito alla base di una proposta di legge dedicata alla prevenzione della produzione di rifiuti, presentata dal deputato del Pd, Piergiorgio Carrescia, alla Camera. Il testo di legge, spiega proprio Carrescia, ”ha l’obiettivo di coniugare la riduzione dei rifiuti, stimolare gli operatori del settore dell’usato e muovere l’interesse dei comuni che avranno meno rifiuti da smaltire. Al rifiuto che viene così sottratto allo smaltimento sarà conferito un’impronta di carbonio pari ad un valore economico che porterà poi alla riduzione della Tari”. Un concetto, quello espresso in questa pdl, che parte dal Collegato Ambientale, cioè dal fatto che è possibile ora prevedere delle riduzioni tariffarie anche nel caso di ”attività di prevenzione di rifiuti”, e questo in proporzione alla quantità di rifiuti non prodotti. La pdl tiene perciò insieme i concetti di riduzione di rifiuti, decarbonizzazione, integrazione tra cittadini, aziende del recupero e soggetto pubblico. Il testo si poggia su quattro articoli: l’istituzione del registro nazionale delle reti del riuso, con due sezioni (operatori privati e centri pubblici); la gestione è affidata al ministero dell’Ambiente. Vengono descritti i requisiti che deve possedere la rete per l’iscrizione al registro, oltre agli obblighi degli iscritti. Infine viene stabilito il modo con cui il contribuente, che ha sottratto il rifiuto al ciclo abituale, può ottenere la riduzione della Tari. ”Il testo ha un valore simbolico molto significativo – osserva il direttore di Legambiente Stefano Ciafani – tra i motivi principali, oltre alla prevenzione e al tema del ‘riuso’, quello che incrocia la tariffazione puntuale che, quando tutti i Comuni riusciranno ad avere, sarà la svolta definitiva per il nostro Paese”. martedì 11 ottobre 2016 pagina 3 IN VIAGGIO SCELTI PER VOI Castello, orti, vivai, con Vistaterra rivive il sogno di Olivetti U n poderoso maniero secentesco che rispolvera il suo fascino di origine tardo medievale e torna a rivivere, con 8 mila metri quadrati di saloni affrescati, stanze, cucine, una corte animata da botteghe artigiane con le eccellenze del territorio, caffetteria, ristorante gourmet. Ma anche un grande parco agricolo che riporta in vita la storica vigna del Castello e i Vivai Canavesani, lungimirante creatura Anni ’50 di Adriano Olivetti. E persino un lago balneabile, rigorosamente fitodepurato. Presentato nei giorni scorsi al Salone del Gusto, si prepara ad aprire le porte al pubblico, in Piemonte, “Vistaterra”, un progetto che ha l’ambizione di andare oltre l’offerta di residenza di charme e di fare da volano per una nuova economia di filiera puntando tutto sulla sostenibilità. Un “turismo etico che riqualifica beni e territori”. Ma che nello stesso tempo si promuove come modello privato di recupero per i beni storici dimenticati. “L’Italia ne è ricca, anche se troppo spesso non si sa come intervenire per ridare un’anima economica e sostenibile a questi beni”, sottolinea Graziano Cimadon, patron della Manital, il gruppo che nel 2011 ha comprato all’asta (1,2 milioni) il Castello di San Martino di Parella e che ne ha sostenuto il rilancio con un investimento di 40 milioni di euro. Nata nel 1993 come società di facility management, ovvero società di manutenzione e servizi per le imprese, la Manital è oggi un colosso del settore con 11 sedi, quasi 5 mila dipendenti diretti, un vasto parco clienti (per il 95% pubblici), 10.755 edifici in gestione, 1.450 cantieri attivi e un portafoglio di ordini che conta 1.700 commesse. Quello sul Castello di Parrella è il primo intervento di recupero di un bene culturale. “E’ stata una sfida ambiziosa e costosa, che abbiamo portato avanti in costante sintonia con la direttore responsabile Giovanni Tagliapietra redazione via Boezio, 6 00193 ROMA tel. 06 32 80 34 81 - fax 06 32 80 34 00 [email protected] www.corrierediroma-news.it editore IL NUOVO CORRIERE EDITORIALE SRL INCE SRL Distribuzione Emilianpress s.c.r.l. via del Maggiolino, 168 - 00155 Roma Pubblicità Commerciale INCE Srl - via Boezio n. 6 - 00193 Roma Tel. 0632803481 – email: [email protected] iscritta al Registro degli Operatori di Comunicazione (ROC) al numero 25423 stampa Arti grafiche Boccia spa via Tiberio Claudio Felice, 7 84131 Salerno P. Iva e Codice Fiscale 9713300584 Registrazione Tribunale di Roma n. 78 del 5 aprile 2016 soprintendenza”, spiega Cimadon, “ma anche un’esperienza preziosa che abbiamo messo a frutto e che ora può essere messa in pratica in altre situazioni”. Tanto che la Manital, anticipa, ha appena presentato un suo progetto per Villa della Regina a Torino. Quando è stato acquistato, il Castello era ridotto malissimo. “I tetti erano sfondati, rampicanti e acqua stavano distruggendo la struttura”, racconta Cimadon. Cinque anni di lavori hanno riportato in luce l’antica dimora nobiliare, restaurato 10 mila metri quadrati di facciate e 3.500 mq di tetti alla piemontese, ripulito gli affreschi del XVII secolo. Un recupero filogico, sottolinea l’imprenditore, “abbiamo salvato tutto quello che si poteva salvare della vecchia struttura, che è stata anche messa in sicurezza con una serie di interventi strutturali”. All’esterno intanto veniva ripristinata la vigna storica, con un ettaro di terrazzamenti e barbatelle di Erbaluce, vitigno autocnono piemontese caratteristico del Canavese. E ora si sta lavorando al ripristino del grande agriparco (oltre 37 mila mq) che dovrà diventare entro gli inizi del 2018 un polo agricolo e produttivo “esperenziale”, riunito ai Vivai progettati per Olivetti dal grande maestro del verde Pietro Porcinai. Un investimento destinato a rendere, sottolinea Cimadon, e che nel 2019 dovrebbe garantire nel complesso un fatturato di 17 milioni di euro. Intitolato “Un parco che abbraccia il Castello”, il progetto prevede una lunga lista di servizi turistici, che vanno dalla residenza di charme al ristorante, dalla spa dove, in sintonia con il carattere bio del progetto, si promet- D Porti più belli d’Europa, vince Trieste L e poderose gru di Amburgo in fila al tramonto, i colori della Londra vista dall’acqua, il mare in tempesta nel blu cobalto di Zadar (Croazia), la malinconica Venezia e, soprattutto, la bella Trieste. Nel concorso di foto bandito dall’Ue in cui i cittadini dovevano immortalare a scelta uno dei 3.000 porti dell’Ue, Trieste ha vantato il più alto numero di scatti. Tra le 50 foto selezionate, è stata la città più rappresentata (6 volte). Per la Giornata europea del mare, la Commissione Ue, per far conoscere i porti che puntellano le coste europee, ha lanciato #myportforTurku, dal nome della città finlandese quest’anno capitale della Giornata. I cittadini hanno immortalato con macchine fotografiche e cellulari il porto di maggior gradimento: in 234 di 24 paesi hanno postato 579 foto di 166 porti. Trieste è la città con più scatti, seguono Amburgo, Saint-Malo, Antwerpen. La mostra che è stata allestita ha aperto a Turku, poi a Bruxelles, Amburgo e ora Trieste, organizzata dall’Autorità Portuale. Trai fotografi amatoriali, professionisti, blogger, giornalisti e appassionati di mare, il risultato è una mappa colorata ed emozionante dove tra mare e imbarcazioni – unici elementi fissi per tutte le foto – si scoprono sconosciuti scorci di pescatori, distesa di alberi e vele; o si resta sgomenti davanti alla mole immensa delle navi da crociera o delle gigantesche por- Da Assisi a Greccio, ‘Giubileo della luce’ in 16 comuni tacontainer che oscurano qualunque panorama. Se Trieste è la città con il maggior numero di scatti, non scherzano nemmeno Amburgo, Saint-Malo, Antwerpen. I 50 scatti piu’ belli sono stati selezionati, stampati e ne e’ stata allestita una mostra, ovviamente, a Turku. Di lì le foto sono state messe in esposizione a Bruxelles, poi ad Amburgo e ora sono a Trieste. La Sottostazione elettrica del Porto Vecchio dunque, dove l’Autorita’ Portuale ha allestito la mostra, e’ frequentata da scolaresche e visitatori guidati giunti in citta’ anche in occasione della 48 Regata Velica Internazionale Barcolana. E di vela in vela, di onda in onda si solcano i mari che tengono uniti l’Unione, piu’ di quanto non riescano a fare gli uomini. al complesso di Greccio, famoso per il suo presepe, e la basilica di Anagni nel Lazio, al duomo di Colle Val d’Elsa in Toscana; da Piova’ Massaia, in Abruzzo, a Roccavivara in Molise: sono alcuni dei 16 luoghi di culto italiani che a breve, si stima entro Natale, si illumineranno in modo nuovo e ‘green’ grazie al progetto “Giubileo della Luce”. Lanciata dall’Anci e dal Ministero dell’Ambiente, l’iniziativa ha ricevuto 171 candidature da tutta Italia. Ora, nella fase operativa illustrata oggi a Roma, ci sono 66 progetti finanziabili e 16 già finanziati con le risorse a disposizione, pari a 1,6 milioni stanziati dal ministero. L’iniziativa è rivolta a siti ed edifici religiosi dei comuni italiani sotto i 30mila abitanti attraversati da una delle antiche vie dei pellegrini come la francigena, da illuminare con luci a basso consumo energetico. Ad aggiudicarsi il finanziamento anche Assisi, Ferentino e Ficulle in Umbria, Frassinoro in Emilia Romagna, Sessa Aurunca in Campania, Otranto in Puglia, Acerenza in Basilicata, Ronciglione nel Lazio, Caravaggio in Lombardia, Mendatica in Liguria, Fara San Martino in Abruzzo. “Mi auguro che questi 16 interventi siano soltanto i primi, e che altri potranno vedere realizzate le opere per valorizzare i luoghi e al contempo investire sulle tecnologie di risparmio energetico”, ha detto il presidente dell’Anci Piero Fassino. Disponibile a reperire le risorse necessarie – “farò di tutto per mettere nuovi fondi” – il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, che ha sottolineato l’importanza di legare il patrimonio artistico all’ambiente e ha definito l’enciclica “Laudato Si'” di papa Francesco come “documento propedeutico all’accordo di Parigi”. L’illuminazione sarà realizzata a Giubileo praticamente concluso e l’obiettivo, spiega l’Anci, è inaugurare almeno alcuni dei 16 progetti entro Natale. Le luci saranno tuttavia un intervento permanente nei comuni, volto a rendere più fruibili chiese, santuari, abbazie e monasteri.