Collaborazione al PROGETTO DI RIORGANIZZAZIONE DELLO
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Collaborazione al PROGETTO DI RIORGANIZZAZIONE DELLO
Collaborazione al PROGETTO DI RIORGANIZZAZIONE DELLO SCREENING DEL LINGUAGGIO NELLA PROVINCIA DI MANTOVA Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione CNR-Dott.ssa Maria Cristina Caselli PREMESSA L'acquisizione del linguaggio è un processo caratterizzato da una forte variabilità individuale che riguarda i tempi, i modi e le strategie di apprendimento. E' tuttavia possibile, all' interno di tale variabilità, delineare delle tendenze generali di sviluppo condivise da molti bambini di lingue e culture diverse e riconoscere bambini a rischio per un ritardo nell'emergere e nello sviluppo del linguaggio. Sono stati definiti per convenzione "parlatori tardivi" quei bambini che hanno un vocabolario espressivo inferiore o uguale al 5°-10° percentile (ai questionari compilati dai genitori) a 24 mesi e/o assenza di linguaggio combinatorio a 30 mesi (Thal & Bates 1988; Thal et al. 1997; Caselli et al., 2007). Il ritardo del linguaggio rappresenta uno tra i motivi più frequenti di consultazione clinica in età precoce, ma ancora oggi è considerato una condizione transitoria e a prognosi sempre favorevole (Chilosi et al., in stampa). E' invece ormai dimostrato che uno sviluppo linguistico ritardato può precedere un disturbo persistente del linguaggio oppure essere il segnale di problemi di natura diversa, ad esempio cognitivi e comunicativo-relazionali (Bishop et al., 2003; Buschmann et al., 2008). Da un punto di vista epidemiologico, l’incidenza di un ritardo/disturbo di linguaggio sembra collegata all'età: alcuni autori riportano che il problema interessa circa il 15% dei bambini di 2 anni, ma la percentuale scende al 3% per i bambini di 5 anni (DSM-IV, 1994). In Italia gli studi epidemiologici sono molto limitati e riportano che nella popolazione al di sotto dei 5 anni la prevalenza di Disturbo Specifico del Linguaggio (DSL) varia dal 3 al 6% (Cipriani et al., 2002). Numerose ricerche hanno ormai ampiamente dimostrato che i bambini con Disturbo Specifico di Linguaggio (DSL) sono a rischio per successivi problemi di apprendimento scolastico, ed in particolare possono evidenziare problemi di lettura e abilità inferiori alla norma in compiti linguistici strutturati sia in comprensione che in produzione. Inoltre, nei casi più gravi, possono mostrare difficoltà grammaticali, pragmatiche e comunicative di varia entità ancora in adolescenza e in età adulta. Le conseguenze di tutto questo possono inoltre andare oltre l'area del linguaggio ed avere ampie ricadute sul piano sociale: gli adulti con una storia pregressa di DSL tendono a non completare gli studi e di conseguenza ad avere posizioni lavorative di basso profilo (Leonard, 1998). E’ dunque di cruciale importanza, per la ricerca e per la clinica, individuare criteri più precisi utilizzabili nella fascia di età tra 24 e 36 mesi, che siano in grado di identificare con criteri e strumenti affidabili e condivisi, bambini con un ritardo nell'emergenza e nello sviluppo della comunicazione e del linguaggio e, all'interno di questa casistica, definire quei "tratti clinici distintivi" attraverso cui prevedere l’evolvere di un profilo comunicativo e linguistico atipico in "Ritardo transitorio" o in un "Disturbo persistente" della comunicazione e/o del linguaggio" (Chilosi et al., in stampa). Recentemente anche in Italia sono state condotte ricerche ed esperienze volte ad approfondire queste tematiche. Ad esempio, negli anni 2000 e 2001, in una parte del territorio romano; e stato realizzato il progetto "Giochiamo a Parlare" (resp. M. Cristina Caselli, 1STC -CNR) che ha avuto come obiettivi generali la prevenzione e il riconoscimento di ritardi e disturbi della comunicazione e del linguaggio nei bambini frequentanti gli asili nido di quattro circoscrizioni. Un progetto analogo ("Alla scoperta delle prime parole") è stato realizzato tra il 2003 e il 2006 nei Comuni di Parma e di Fidenza, finalizzato in modo specifico alla formazione del personale degli asili nido dei territori interessati. All'interno di un'ottica generale di prevenzione, si è evidenziata la necessità di coinvolgere anche i medici pediatri di famiglia, i consultori e gli asili nido e, in continuità con le esperienze già descritte, nel 2005 si è attuato un progetto dal titolo "Conoscere e sostenere lo sviluppo comunicativo e linguistico per prevenire ritardi e disturbi del linguaggio", ideato e realizzato dall'ISTC del CNR ( resp. M. Cristina Caselli ) e dall'ASL RMC di Roma. La novità di questa iniziativa stata proprio il coinvolgimento dei pediatri di famiglia che svolgono un ruolo fondamentale per il monitoraggio dello sviluppo del bambino e che, in particolare nei primi anni di vita, costituiscono un punto di riferimento fondamentale per le famiglie. Il presente progetto, in continuità con i precedenti, ha lo scopo di offrire una consulenza e un contributo metodologico all'attuazione delta "Riorganizzazione dello screening del linguaggio nella Provincia di MANTOVA", ed e finalizzato a promuovere presso le famiglie, e i medici pediatri della ASL della Provincia di Mantova, con approccio preventivo, sostegno e riabilitazione per i bambini con problemi di comunicazione e di linguaggio. Obiettivi Formazione e Aggiornamento • Promuovere e affinare le abilità osservative dei genitori e dei pediatri coinvolti nel progetto anche attraverso l'acquisizione di nuove conoscenze relative allo sviluppo della comunicazione e del linguaggio nella fascia di età 1-3 anni e la familiarizzazione con uno strumento di osservazione indiretta (Questionario "IL PRIMO VOCABOLARIO DEL BAMBINO"- Scheda Parole e Frasi, forma breve). • Favorire il confronto fra i pediatri e i genitori in relazione alle abilità comunicativo-linguistiche dei bambini, ed in particolare in caso di sospetto di ritardi o disturbi comunicativi e linguistici nel bambino. • Favorire nelle famiglie la conoscenza del ruolo e delle competenze presenti nelle strutture sanitarie del territorio preposte alla prevenzione, valutazione e intervento precoce di ritardi e disturbi di linguaggio nei bambini. • Aggiornare i pediatri di famiglia del territorio e il personale sanitario coinvolto nel progetto (neuropsichiatri, psicologi e logopedisti) su nuove metodologie, nuovi strumenti e criteri per l'identificazione, la valutazione e la presa in carico di bambini Ritardo di Linguaggio e di Disturbo Specifico di Linguaggio in età precoce • Promuovere la collaborazione tra le famiglie, i pediatri e il servizio di Neuropsichiatria Infantile del territorio che si farà carico del secondo livello e del trattamento terapeutico. Prevenzione • Effettuare, attraverso la partecipazione attiva dei pediatri di famiglia, uno screening del linguaggio sulla popolazione di bambini residenti nel territorio della ASL di Mantova delta fascia di età 28-30 mesi attraverso l’utilizzo di un questionario. (compilato dai genitori) per 1'osservazione e la valutazione della comunicazione e del linguaggio nei primi anni di vita. • Individuare, attraverso i dati emersi dai questionari e/o le segnalazioni dei genitori o dei pediatri, i bambini a rischio per problemi di comunicazione e di linguaggio • Progettare e sperimentare nella ASL di Mantova nuove metodologie per l’accoglienza, la valutazione con strumenti diretti, il follow-up e/o l'intervento indirizzato a bambini in età precoce, in situazione di rischio per la comunicazione e il linguaggio. Ricerca • Studio epidemiologico sull'incidenza del ritardo di linguaggio nei bambini di 2830 mesi del territorio di Mantova • Analisi dell'incidenza di eventuali difficoltà (cognitive, sensoriali, comunicativorelazionali, comportamentali) associate al ritardo di linguaggio attraverso l'osservazione diretta dei bambini identificati.