Attività di ARPA Umbria per la gestione e utilizzazione agronomica

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Attività di ARPA Umbria per la gestione e utilizzazione agronomica
Attività di ARPA Umbria per la gestione e utilizzazione dei reflui zootecninci
Attività di ARPA Umbria per la gestione
e utilizzazione agronomica dei reflui
Laura Beneventi, Giacomo Bodo, Linda Cingolani, Luca Proietti
Nell’ambito delle attività svolte dalla Direzione Generale e dalle Sezioni territoriali di
Perugia, Terni, Foligno e Gubbio, quella relativa al controllo sull’utilizzazione agronomica
dei reflui zootecnici, richiede un notevole impegno.
L’elevata presenza, infatti, nella regione di allevamenti zootecnici a carattere intensivo, in particolare di suini, comporta la produzione di notevoli quantità di effluenti la cui
utilizzazione a fini fertirrigui sul suolo agricolo, se non correttamente eseguita, può portare ad una eccessiva distribuzione di sostanze azotate, con possibile inquinamento da nitrati nelle acque superficiali e profonde. A tal proposito è opportuno fare una premessa.
L’attuale normativa regionale (DGR n. 1577/2000), che detta direttive tecniche per la
corretta gestione ed utilizzazione agronomica dei reflui zootecnici consente, al di fuori
delle zone vulnerabili, l’applicazione di un carico di azoto pari a 400 kg per anno e per
ettaro su terreni destinati a colture da rinnovo o utilizzati con colture arboree specializzate.
Tale carico di azoto, alla luce delle attuali conoscenze e delle prescrizioni riportate nel
Codice di Buona Pratica Agricola (CBPA) approvato con decreto del 19 aprile 1999, è da
ritenersi eccessivo per le esigenze agronomiche delle colture maggiormente rappresentate
in Umbria, tanto più che il CBPA nel riportare i fabbisogni azotati, prevede per la coltura
più esigente (mais irrigato) non più di 280 kg per ettaro e per anno.
Un’eccessiva distribuzione di sostanze azotate mediante la utilizzazione dei reflui
zootecnici può comportare un aumento del rischio di inquinamento da nitrati nelle acque
superficiali e profonde per ruscellamento e/o lisciviazione, a seguito delle precipitazioni e
delle acque di irrigazione.
Tale rischio, inoltre, si accentua quando gli apporti azotati derivanti dall’applicazione
dei reflui si aggiungono a quelli dei concimi di sintesi e quando gli effluenti vengono
distribuiti con notevole anticipo rispetto alla semina e alla crescita attiva della coltura,
aggravando così i problemi ambientali suindicati.
A tal proposito si fa presente che nella nostra regione sono già presenti situazioni di
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ARPA UMBRIA – Prima conferenza di produzione
degrado qualitativo delle acque sotterranee per la presenza di nitrati (NO3) che supera la
soglia dei 50 mg/l, limite previsto per le acque destinate al consumo umano ai sensi del
DPR 236/88 e del D.LGS. 31/2001.
Per questo, ARPA Umbria, ha sollecitato una revisione della normativa vigente volta ad
effettuare la fertirrigazione in funzione del reale contenuto di azoto nei liquami stoccati, del
fabbisogno fisiologico delle colture e delle epoche di utilizzo idonee, nonché garantire un
generale livello di protezione delle acque attraverso una più corretta gestione dell’azoto, così
come riportata nel CBPA, che tenga conto delle entrate e delle uscite secondo la seguente
relazione:
concimazione azotata = fabbisogni colturali – apporti naturali di N + immobilizzazioni e
lisciviazione di N
Apporti (da defalcare dal fabbisogno):
a) fornitura da parte del terreno: in una stagione di mineralizzazione (dalla primavera all’autunno) l’humus del terreno può mediamente contribuire alla nutrizione azotata delle
colture fornendo 30-35 kg/ha di azoto
b) Residui della coltura precedente: si elencano alcuni valori indicativi
1) dopo prato di erba medica
60-80 kg/ha di N
2) dopo leguminose da granella 30-40 kg/ha di N
3) dopo barbabietola
40-50 kg/ha di N
4) dopo frumento
tracce
c) Post-effetto di precedenti concimazioni organiche:
1) dopo letamazione (30 t/ha)
I anno 40-50 kg/ha di N
II anno 20-25 kg/ha di N
d) Azoto da deposizioni atmosferiche: 10-15 kg/ha anno
e) Azoto irriguo derivante dalla presenza di nitrati nelle acque:
1) irrigazioni pari a 3.000 m3 /ha con acque contenenti 60 mg/l di NO3 apportano 41
kg di N
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Immobilizzazioni e lisciviazione di azoto
(da aggiungere al fabbisogno)
1) Riorganicazione: dopo interramento di residui pagliosi considerare 8-10 kg di N/t.
2) Lisciviazione: l’azoto di cui alle voci a) e b) può essere totalmente o parzialmente dilavato
durante la stagione piovosa. Nei piani di fertilizzazione delle colture a semina primaverile può essere stimato, grossolanamente, se e quante volte le piogge autunno-invernali hanno superato la capacità di ritenzione idrica dei terreni provocando dilavamento
dei nitrati. Si considera che ogni saturazione idrica di un suolo seguita da sgrondo
dell’acqua gravitazionale riduce a metà la quantità di sali solubili.
Tabella 1 allegata al CBPA relativa ai fabbisogni azotati, per produzioni medio-alte,
di alcune specie agrarie
Frumento tenero (centro-nord)
Frumento duro (sud)
Orzo
Avena
Segale
Riso
Mais (irrigato)
Fava
Fagiolo
Pisello
Patata
Barbabietola da zucchero
Colza
Girasole
Soia
Fabbisogno di azoto kg/ha
180
140
120
100
80
160
280
20
20
20
150
150
180
100
20
Resa ipotizzata t/ha
6
4
5
4,5
4
7
10
3
3
3,5
30
4,5
3,5
3
3
La riduzione delle quantità di azoto per ettaro prospettata richiede, ovviamente, una
maggiore superficie utile alla fertirrigazione che potrebbe derivare da una estensione dell’utilizzo dei reflui su colture perenni (prati, pascoli, arboreti) e colture a ciclo autunnoprimaverile (frumento e cereali affini, colza, erbai di graminacee), non previsto dalla attuale
normativa, aumentando di fatto la superficie regionale disponibile in aggiunta a quella
destinata a colture da rinnovo (mais, barbabietola, girasole, sorgo etc.), fin qui autorizzata.
Le proposte di ARPA sono in discussione in un apposito gruppo di lavoro, costituito
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ARPA UMBRIA – Prima conferenza di produzione
presso la Giunta Regionale, con l’intento proprio di rivedere gli aspetti suindicati alla luce,
tra l’altro, delle indicazioni riportate nel CBPA.
In funzione di un migliore utilizzo dei reflui, ARPA Umbria sta seguendo con molta
attenzione altre tipologie di allevamento dei suini come quella su lettiera permanente
(paglia), per la produzione di letame, materiale palabile più facilmente gestibile rispetto al
liquame tal quale, con buoni risultati nelle aziende che adottano tale sistema.
Interessante anche la tecnica del compostaggio, pratica che prevede la miscelazione
degli effluenti a residui lignocellulosici (paglia, segatura, stocchi di mais, residui di potatura)
che porta alla produzione di un ammendante, ricco di sostanza organica, da distribuire sui
terreni agrari sempre più poveri di tale sostanza.
ARPA Umbria è particolarmente attenta alle tecniche alternative sopracitate in quanto
comportano, tra l’altro, una riduzione delle emissioni odorose, in particolare ammoniaca,
sempre meno tollerate dalla popolazione che risiede nelle vicinanze di tali insediamenti
zootecnici.
Per contenere il fenomeno si ricorda che il D.LGS. 372/99 sull’autorizzazione integrata ambientale per allevamenti suinicoli intensivi (2.000 posti a ingrasso di oltre 30 kg o
750 posti scrofe), di recepimento della Direttiva 96/61 CE (IPPC), comporterà l’obbligo
della adozione delle MTD (migliori tecniche disponibili), ovvero le tecniche che a parità di
sostenibilità economica assicurano il più elevato livello di protezione dell’ambiente.
Gran parte dell’attività nel settore zootecnico si esplica con sopralluoghi dei tecnici
dell’ambiente i quali utilizzano apposite schede come quella sotto riportata, per ogni
tipologia di allevamento. Attualmente, ARPA Umbria sta costituendo una banca dati regionale nel settore suinicolo relativamente al numero di aziende, ai capi allevati, alle superfici adibite alla fertirrigazione, al titolo di possesso dei terreni interessati.
Ditta
Via
Comune
(insediamento di
Responsabile legale
nat_ a
il
e residente a
via
localizzazione:
Autorizzazione edilizia
202
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Concessione
Agibilità
si
si
no
no
N. CAPI
Bovini
Presenti N.
Potenzialità allevamento
capi adulti da latte e rimonta
allievi
vitelloni
vitelli da carne
SUPERFICIE COPERTA LORDA MQ
SUPERFICIE PADDOK SCOPERTA MQ
Suini
scrofe
verri
ingrasso
suini leggeri
Presenti N.
Potenzialità allevamento
SUPERFICIE COPERTA LORDA MQ
SUPERFICIE PADDOK SCOPERTA MQ
Presenti N.
Avicoli
Equini
Ovi-caprini
Potenzialità allevamento
Cunicoli
SUPERFICIE COPERTA LORDA MQ
SUPERFICIE PADDOK SCOPERTA MQ
APPROVVIGIONAMENTO IDRICO
acquedotto
pozzo con prof.
sorgente
Regimazione acque meteoriche
Sistema di pulizia:
Pulizia a secco
Pavimento fessurato in corsia esterna
Lavaggio manuale ad bassa pressione
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Pavimento fessurato in tutta la pavimentazione
Lavaggio manuale ad alta pressione
Raschiatori meccanici in corsia interna
Vasche ribaltabili in corsia esterna di defecazione
Raschiatori meccanici in corsia esterna
Pavimento fessurato in corsia interna
ALIMENTAZIONE
a secco
liquida
altre
DEIEZIONI SOLIDE
Concimaia mq
con muretto di contenimento
volume pozzetto colaticcio
SI
NO
REFLUI ZOOTECNICI
Quantità
Quantità reflui prodotti mc/anno
Quantità fanghi prodotti q/anno
Modalità di stoccaggio
pozzi neri n.
vasche di cemento n.
fosse di lagunaggio n.
tipo impermeabilizzazione
presenza di recinzione
presenza di fosso di guardia
Destinazione
terreno agricolo
fognatura
acque superficiali
impianto di depurazione
tipo impianto
Spandimento
Terreno disponibile
204
Destinazione
Destinazione
capacità mc
capacità mc
capacità mc
SI
SI
NO
NO
autorizzazione n.
autorizzazione n.
SI
ha
recettore
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- in terreno di proprietà
- in terreno in affitto
- in terreno concesso da terzi
ha
ha
ha
Modalità di spandimento
in superficie
interrato
Trasporto liquami
carribotte di proprietà
carribotte di terzi
carribotte del conduttore terreno
condotta mobile
condotta fissa
UTILIZZAZIONE AGRONOMICA
Comunicazione del
Comune
Foglio
Particelle
Superficie catastale
Superficie utilizzata
OSSERVAZIONI
GIUDIZIO (Sistemi di pulizia, emissioni odorose, conduzione allevamento, sistemi stoccaggio,
destinazione e spandimento reflui)
PROVVEDIMENTI ADOTTATI
Data
Verbalizzanti
In questo settore, inoltre, ARPA Umbria, con la collaborazione dell’Ufficio zootecnia
e l’Ufficio elaborazione dati di ARUSIA, fornisce un supporto tecnico per l’emissione di
pareri di competenza ai Comuni, per la predisposizione di apposite ordinanze riguardanti
gli insediamenti suinicoli, avicoli, bovini.
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ARPA UMBRIA – Prima conferenza di produzione
Verifica on-line adeguamento normativa ambientale per aziende
zootecniche
Nell’ambito di una convenzione tra ARUSIA e ARPA Umbria è stata realizzata una procedura di consultazione informatizzata e fruibile via internet a disposizione delle aziende
zootecniche, finalizzata a verificare la loro conformità rispetto alle normative regionali,
nazionali ed europee in campo ambientale. La consultazione on-line consente agli utenti
di visionare le modalità di gestione dell’allevamento, delle strutture, dei ricoveri e dei sistemi di allevamento, trattamento e recupero delle deiezioni. Essendo la materia in continua
evoluzione, ARPA Umbria curerà l’aggiornamento in tempo reale, fornendo tutte le informazioni tecniche e normative alle aziende interessate. Per la consultazione delle pagine è
necessario collegarsi al seguente sito internet: http://www.arusia.umbria.it/idra/home.htm
PARTE GENERALE
1) Fonti di approvigionamento idrico
Le forme di approvvigionamento idrico possono essere così riassunte:
Pubblico Acquedotto.
Pozzo, sorgente, attingimento da corso d’acqua.
* Se la fonte di approvvigionamento idrico È diversa dal pubblico acquedotto, va
presentata richiesta di concessione all’autorità competente.
La richiesta di concessione va presentata al Comune alla Regione o allo Stato, a seconda che si tratti di un attingimento inferiore o superiore a 100 l/sec, art. 7, RD 1775/
33 (come sostituito dal D.LGS. 152/99).
Le opere di raccolta, derivazione e restituzione delle acque devono essere sottoposte a
regolare manutenzione.
N.B. Le acque reflue possono venire riutilizzate nel ciclo produttivo, dopo opportuni
trattamenti.
2) Rifiuti caratteristici delle attività zootecniche
I rifiuti prodotti dalle attività zootecniche possono essere così riassunti:
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Attività di ARPA Umbria per la gestione e utilizzazione dei reflui zootecninci
Speciali
Sono rifiuti speciali quelli elencati all’art. 7 comma 3 DL 22/97 tra i quali sono riportati
anche:
- rifiuti da attività agricole e agro-industriali;
- rifiuti da attività artigianali;
- macchinari ed apparecchiature deteriorati ed obsoleti, veicoli a motore, rimorchi e
simili fuori uso e loro parti.
Alcuni rifiuti speciali vengono assimilati agli urbani, in base a tipologia e quantità, secondo specifico regolamento dell’Amministrazione comunale. Si tratta di imballaggi, sacchi e
fogli di carta o plastica, scarti vegetali, ecc.. Per l’elenco completo di tali rifiuti, con le
relative quantità ammesse, ci si riferisca ai singoli Regolamenti comunali.
I rifiuti assimilati agli urbani vanno conferiti al servizio pubblico o avviati ad operazioni di recupero. Sono esclusi i rifiuti di cui all’art. 8 comma 1 lett. C del DL 22/97.
Pericolosi
Sono pericolosi i rifiuti non domestici precisati nell’elenco di cui all’allegato D - DL 22/
97*.
Per coloro che producono rifiuti pericolosi occorre eventualmente tenere un registro
di carico/scarico:
(*) Tale obbligo sussiste, limitatamente ai rifiuti pericolosi, solo per le imprese agricole con un volume d’affari annuo superiore a 15 milioni.
Le imprese, la cui produzione annua non supera 1 t rifiuti pericolosi
possono adempiere a questo obbligo anche tramite le organizzazioni di categoria interessate o loro società di servizi che provvedono ad annotare i dati previsti con cadenza
mensile, mantenendo presso la sede dell’impresa copia dei dati trasmessi.
(Art. 12 comma 4, DL 22/97)
Le tipologie e i quantitativi di rifiuti pericolosi vanno denunciati entro il 30 aprile di
ogni anno attraverso il MUD (Modello unico di dichiarazione).
(*) Tale obbligo sussiste, limitatamente ai rifiuti pericolosi, solo per le imprese agricole con un volume d’affari annuo superiore a 15 milioni.
Se i rifiuti vengono consegnati a imprese o ad enti di trasporto/smaltimento, deve
essere verificata l’iscrizione del trasportatore all’Albo gestori rifiuti.
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ARPA UMBRIA – Prima conferenza di produzione
In tal caso deve essere compilato, datato e firmato in 4 esemplari il formulario di
identificazione, indipendentemente dalla quantità dei rifiuti conferiti.
L’azienda agricola può trasportare in proprio rifiuti non pericolosi e rifiuti pericolosi
(questi ultimi in quantità non superiore a 30 Kg/giorno o 30 litri/giorno) senza essere
iscritta all’Albo gestori rifiuti.
Il trasporto in proprio di rifiuti pericolosi e non pericolosi che eccedano il limite di 30
kg o 30 litri al giorno deve essere accompagnato dalla compilazione del formulario di
identificazione.
Le carcasse di bovini e ovini, morti per cause patologiche o accidentali, devono essere
regolarmente inviate ai centri di trattamento materiali a rischio specifico (DL 1 dell’11/1/2001).
Se l’azienda ha interesse ad avere informazioni sulle Certificazioni Aziendali ISO 14000
e/o EMAS, rivolgersi:
ARPA Umbria: Direzione Generale - Via Pievaiola San Sisto 06132 Perugia, telefono 075/515961;
ARUSIA: Via Mario Angeloni n. 63 - 06124 Perugia , telefono 075/5031356-5031360.
CENTRO ZOOTECNICO
Dimensioni concimaia
Le dimensioni della concimaia e le distanze da fonti di approvvigionamento idrico devono
rispondere alle direttive tecniche riportate nel Regolamento comunale di igiene.
Reflui zootecnici
Attenersi a quanto previsto dalla Delibera di Giunte Regionale n. 1577 del 22/12/2000.
Utilizzo agronomico dei reflui
L’utilizzazione agronomica dei reflui deve essere comunicata preventivamente (almeno 30
giorni prima) al Sindaco del Comune ove sono ubicati i terreni.
(*) DGR dell’Umbria n.1577 del 22.12.00.
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Attività di ARPA Umbria per la gestione e utilizzazione dei reflui zootecninci
La comunicazione dovrà essere corredata da: 1) relazione idrogeologica redatta da
un geologo iscritto all’Albo Professionale 2) relazione sull’assetto pedogeomorfologico redatto da un agronomo o perito agrario, iscritti ai rispettivi Albi Professionali.
Reflui domestici
Lo scarico delle acque reflue domestiche può avvenire:
a) Sul suolo (autorizzazione comunale) (art. 29 comma 1 p.c. DL 152/99: rispetto dei
limiti tab. 4 all. 5);
b) In pubblica fognatura (sempre ammessi purché osservino i regolamenti emanati dal
gestore del servizio idrico integrato);
c) In un corpo idrico superficiale (previa depurazione – autorizzazione comunale) (art.
28 DL 152/99 rispetto tab. 1);
d) Viene effettuata la fitodepurazione (autorizzazione comunale) (la fitodepurazione è un
processo naturale volto a rimuovere gli inquinainquinanti presenti nelle acque reflue
mediante processi fisici, chimici, biologibiologici tra i quali sedimentazione,
adsorbimento, assimilazione da parte delle pdelle piante e attività microbica).
INFRASTRUTTURE PER LA MUNGITURA
Sala di mungitura
La sala di mungitura deve essere regolarmente lavata. Le acque di lavaggio della sala di
mungitura (pavimenti, mura, ecc.) possono essere inviate:
a) vasca liquami;
b) concimaia;
c) trattamenti (separatore)
Importante: ridurre al massimo il quantitativo di acqua impiegata prevedendo eventualmente
l’utilizzo delle idropulitrici. Devono essere usati detersivi con biodegradabilità minima del 90%.
Impianto di mungitura
L’impianto di mungitura deve essere regolarmente lavato con acqua potabile . Per
attingimento ed uso di acqua di pozzo fare riferimento al DL 152/99, DL 258/00.
Le acque di lavaggio impianto di mungitura possono essere inviate:
a) fognatura;
b) concimaia.
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ARPA UMBRIA – Prima conferenza di produzione
TRINCEE PER INSILATI
Le trincee per insilati
I liquidi di scolo delle trincee devono essere inviati alla vasca liquami o nella concimaia.
AZIENDE ZOOTECNICHE DI PARTICOLARI DIMENSIONI
D.LGS. 372/99
Allevamenti di pollame con più di 40.000 capi;
Allevamenti di suini con più di 2.000 posti a ingrasso (di oltre 30 kg) o più di 750 scrofe.
La direttiva 96/61 CE indicata come Direttiva “IPPC” (Integrated Pollution Prevention
and Control, cioè riduzione e prevenzione integrate dell’inquinamento), prevede il rilascio
di un’unica autorizzazione, l’autorizzazione integrata ambientale, che comprende le forme
di scarico in atmosfera, acqua, suolo e rifiuti solidi.
Con DM 26 aprile 2002 Il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del territorio, ha
apportato le seguenti modifiche al DM 23-11-01 in materia di dati, formato e modalità
della comunicazione di cui all’art.10 del D.LGS. 372/99.
a. “Autorità competenti in materia di comunicazione: per gli impianti sottoposti a procedura di VIA nazionale, la comunicazione è trasmessa al Ministero dell’Ambiente e
della Tutela del territorio – Servizio VIA – e all’Agenzia nazionale per la protezione
dell’ambiente; per gli altri impianti la comunicazione è trasmessa alla Regione interessata o alle province autonome di Trento e Bolzano e all’Agenzia Nazionale per la protezione ambientale”.
b. “Tutti i gestori dei complessi IPPC, che superano la soglia di cui alle tabelle 1.6.2 e
1.6.3 dell’allegato 1 del presente decreto, entro il 1 giugno 2002 devono comunicare
all’autorità competente di cui all’art. 2, comma 1, numero 8, del decreto legislativo n.
372/99 ed all’Agenzia nazionale per la protezione dell’ambiente solo i dati identificativi
dei complessi industriali, mentre entro il 30 aprile 2003 devono comunicare i dati sulle
emissioni relativi all’anno 2002”.
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Attività di ARPA Umbria per la gestione e utilizzazione dei reflui zootecninci
Tabella 1 – Inquinanti nelle emissioni in aria
INQUINANTI
IDENTIFICAZIONE
Metano (CH4)
Protossido d’azoto (N2O)
Ammoniaca (NH3)
PM 10
Totale
Totale
Totale
Totale materiale particolato
con diametro < 10 mm
SOGLIA - KG/ANNO
100.000
10.000
10.000
50.000
Tabella 2 – Inquinanti nelle emissioni in acqua
INQUINANTI
IDENTIFICAZIONE
Azoto
Fosforo
Rame (Cu) e composti
Espresso come N totale
Espresso come P totale
Totale (composti inorganici
e organici espressi come
Cu elementare)
Totale (composti inorganici
e organici espressi come
Zn elementare)
Espresso come C o COD/3
Zinco (Zn) e composti
Carbonio organico totale
50.000
SOGLIA - KG/ANNO
50.000
5.000
50
100
50.000
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ARPA UMBRIA – Prima conferenza di produzione
AZIENDE CON PRESENZA DI AMIANTO
Negli edifici dell’azienda se sono presenti strutture contenenti amianto come:
- rivestimenti di tubazioni, caldaie, ecc.
- rivestimenti a spruzzo di soffitti, pareti, strutture portanti metalliche
- cemento amianto (Eternit)
- altre strutture
deve esser fatta una regolare valutazione del rischio.
(*) I materiali contenenti amianto si classificano in:
- friabili: facilmente sbriciolabili con la pressione delle dita;
- compatti: duri, sbriciolabili solo con attrezzi meccanici.
Nell’ambito di tale valutazione si deve tenere conto dello stato di tali materiali. Si possono
distinguere:
- materiali integri non suscettibili di danneggiamento,
- materiali integri suscettibili di danneggiamento,
- materiali danneggiati.
punto 2, Dm 06.09.1994
Per i materiali contenenti amianto anche se risultano integri e non suscettibili di
danneggiamento,devono essere programmate le attività di controllo, manutenzione e custodia.
Anche per i materiali contenenti amianto integri ma suscettibili di danneggiamento,
devono essere eliminate le cause di tale danneggiamento e programmate le attività di controllo, manutenzione e custodia.
(*) Ai sensi del punto 4, DM 06.09.1994
Se i materiali contenenti amianto risultano danneggiati su aree estese, si deve procedere alla bonifica con i metodi previsti dalla normativa vigente.
(*) - rimozione dei materiali di amianto,
- incapsulamento,
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Attività di ARPA Umbria per la gestione e utilizzazione dei reflui zootecninci
- confinamento,
punto 3, DM 06.09.1994.
Per la bonifica deve essere incaricata una impresa specializzata e almeno 90 giorni
prima dell’inizio dei lavori deve essere redatto un Piano di Lavoro ed inviato alla ASL di
competenza.
(*) Il piano di lavoro deve contenere le misure necessarie per garantire la sicurezza e
la salute dei lavoratori e la protezione dell’ambiente esterno.
Il contenuto del piano di lavoro è specificato all’art. 34, comma 3 del D.LGS. 277/91.
L’organo di vigilanza ha 90 giorni di tempo dall’invio della documentazione per prescrivere ulteriori misure.
Per quanto riguarda le coperture in cemento-amianto devono essere rispettate specifiche prescrizioni.
(*) PUNTO 7, DM 06.09.1994
Infine devono essere rispettate le norme tecniche specifiche per ogni tipologia di intervento.
-
(*) Tali norme sono contenute nel DM 14.05.1996 e nel DM 20.08.1999.
Possono essere d’interesse:
manutenzione e bonifica di unità prefabbricate: Allegato 2, DM 14.05.1996;
bonifica di manufatti in cemento amianto: Allegato 2, DM 20/08/1999.
Attività di controllo presso i frantoi oleari
Come per i reflui zootecnici, ARPA Umbria effettua controlli presso i frantoi oleari al fine
di verificare il corretto utilizzo agronomico delle acque di vegetazione e delle sanse umide,
residuate dalla lavorazione delle olive. Pur apportando elementi nutritivi utili alle colture
(40 m3/ha apportano mediamente 22 kg di azoto e 8 kg di fosforo), tali reflui per il loro
contenuto di alcuni componenti organici, in particolare i polifenoli lentamente biodegra-
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ARPA UMBRIA – Prima conferenza di produzione
dabili e con azione batteriostatica, possono essere utilizzati a fini agronomici in quantità
limitate. La attuale normativa, DGR dell’Umbria n. 1577/2000 di recepimento della L.
574/96, consente il loro utilizzo sul suolo adibito ad uso agricolo prevedendo quantitativi
massimi pari a 80 m3/ha per anno per i frantoi con impianti ad estrazione continua e 50
m3/ha per anno per quelli ad estrazione discontinua. Il controllo presso i 258 frantoi regionali (176 in provincia di Perugia e 82 in provincia di Terni, campagna olearia 20012002), viene effettuato utilizzando la scheda sottoriportata.
Ditta
Via
Comune
insediamento di
Resp. Legale
nat_ a
il
e residente a
via
localizzazione
sigla
Autorizzazione edilizia n.
rilasciata da
del
SI
NO
Concessione
Agibilità
SI
NO
APPROVVIGIONAMENTO IDRICO
acquedotto
pozzo con prof._________
sorgente
Impianto ad estrazione continua
Impianto ad estrazione discontinua
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Attività di ARPA Umbria per la gestione e utilizzazione dei reflui zootecninci
REFLUI OLEARI
Quantità
Quantità reflui prodotti mc/anno
Quantità fanghi prodotti qi/anno
Autorizzazione n.
Quantità sanse umide prodotte qi/anno
destinazione:
terreno agricolo
Modalità di stoccaggio
vasche di cemento n.
capacità mc
fosse di lagunaggio n.
capacità mc
tipo impermeabilizzazione
presenza di recinzione
presenza di fosso di guardia
SI
SI
sansificio
NO
NO
Destinazione
terreno agricolo
fognatura pubblica
autorizzazione n.
impianto di depurazione
tipo impianto
Spandimento
Terreno disponibile (ha)
- in terreno di proprietà (ha)
- in terreno in affitto (ha)
- in terreno concesso da terzi (ha)
Modalità di spandimento
in superficie
interrato
Trasporto reflui oleari
carribotte di proprietà
carribotte di terzi
carribotte del conduttore terreno
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ARPA UMBRIA – Prima conferenza di produzione
condotta mobile
condotta fissa
Utilizzazione agronomica
Comunicazione del
Comune
Foglio
Superficie catastale
Superficie utilizzata
OSSERVAZIONI
GIUDIZIO
PROVVEDIMENTI ADOTTATI
Data
Verbalizzanti
Ottimizzazione a fini irrigui della qualità delle acque reflue per la
salvaguardia della risorsa suolo e per l’utilizzo plurimo della risorsa
acqua
La richiesta crescente di acqua per scopi irrigui, aggravata da periodi di siccità sempre più
frequenti, impone in prospettiva il riutilizzo delle acque reflue da destinare all’agricoltura,
consentendo il recupero di risorse idriche da destinare ad altri usi civili o industriali,
qualitativamente più esigenti.
Il reimpiego di tali acque reflue in agricoltura, se da un lato può essere visto come un
ritorno al terreno delle sostanze fertilizzanti in esse contenute (azoto, fosforo, potassio,
sostanze organiche), dall’altro può alterare le caratteristiche fisiche, idropedologiche e
microbiologiche dei suoli per la presenza, tra l’altro, di metalli pesanti, solidi sospesi,
microrganismi patogeni.
In tale contesto si colloca il progetto, cui partecipa ARPA Umbria, che ha come obiettivo lo studio della interazione tra la tecnologia depurativa, nel caso specifico la
fitodepurazione, e le caratteristiche delle acque da queste ottenute.
Il progetto, coordinato dall’Istituto sperimentale per la nutrizione delle piante di Roma,
verrà attuato in collaborazione con il Centro sperimentale per lo studio e l’analisi del suolo
di Bologna, il Centro di ecologia teorica ed applicata di Trieste, unitamente ad altre Unità
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Attività di ARPA Umbria per la gestione e utilizzazione dei reflui zootecninci
di ricerca private. Si opererà a Passaggio di Bettona presso la CODEP dove è funzionante
un impianto di digestione anaerobica e processi ossidativi di reflui zootecnici provenienti
da 33 allevamenti suinicoli della zona che ospitano complessivamente circa 70.000 suini.
La ricerca, triennale, sarà volta a:
- valutare le caratteristiche qualitative delle acque reflue a seguito di trattamenti anaerobici
ed aerobici. L’effluente subirà un trattamento terziario di fitodepurazione intensiva a
flusso verticale utilizzando la canna comune, Arundo donax;
- determinare l’efficacia e l’efficienza del processo di fitodepurazione;
- eseguire prove di irrigazione su mais da insilato con acque di pozzo, acque reflue
provenienti dalla fitodepurazione intensiva e dall’impianto di depurazione di Bettona.
Allo scopo saranno allestite 4 parcelle sperimentali coltivate a mais da insilato, installati 4 lisimetri per il campionamento delle acque nel non saturo, effettuate analisi per la
valutazione delle caratteristiche qualitative delle acque reflue e non, analisi microbiologiche
sulle piante di mais volte a individuare eventuali presenze di microrganismi patogeni per
l’uomo. Si procederà, quindi, all’elaborazione dei risultati ottenuti nel triennio di
sperimentazione.
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