CSPComplessità e sostenibilità nel progetto
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CSPComplessità e sostenibilità nel progetto
ISSN: 2279-8749 CSP Complessità e sostenibilità nel progetto 2/2012 aprile-giugno 2012 Plasma Studio Beckmann-N’Thépé & TN+ Paysagistes Associés MONAD Studio Tom Wiscombe Design CSP Sommario Complessità e sostenibilità nel progetto Direttore Responsabile Gabriella Padovano 2/2012 aprile-giugno 2012 Vice Direttore Cesare Blasi Redattore Attilio Nebuloni Comitato Scientifico Herman Diaz Alonso Andreas Kipar Tarek Naga Tom Wiscombe Cesare Blasi Gabriella Padovano Progetto grafico Sergio Antonioli 3 6 3 | Editoriale Gabriella Padovano e Cesare Blasi 6 | Plasma Studio Fiera Orticolturale Internazionale, Xi’an / International Horticultural Expo, Xi’an 48 | Tom Wiscombe Design Semi-Rigid Car / Semi-Rigid Car Registrazione n. 14 /2008 del 1.8.2008 - Tribunale di Rimini Amministrazione e diffusione: Maggioli Editore presso c.p.o. Rimini via Coriano, 58 – 47924 Rimini tel. 0541 628111 fax 0541 622100 Maggioli Editore è un marchio Maggioli Spa 55 | Tom Wiscombe Design Centro per la musica pop, Kaohsiung / Pop Music Center, Kaohsiung 40 31 | Beckmann-N’Thépé & TN+ Paysagistes Associés Zoo Korkeasaari, Helsinki / Zoo Korkeasaari, Helsinki 40 | MONAD Studio Tandanor Performing Arts Center, Buenos Aires / Tandanor Performing Arts Center, Buenos Aires 31 È vietata la riproduzione, anche parziale, degli articoli pubblicati, senza l’autorizzazione dell’autore. Le opinioni espresse negli articoli appartengono ai singoli autori, dei quali si rispetta la libertà di giudizio, lasciandoli responsabili dei loro scritti. L’autore garantisce la paternità dei contenuti inviati all’editore manlevando quest’ultimo da ogni eventuale richiesta di risarcimento danni proveniente da terzi che dovessero rivendicare diritti sul tali contenuti. 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Diaz, 8 – 80134 Napoli tel. 081 5522271 fax 081 5516578 Maggioli Spa Azienda con Sistema Qualità certificato ISO 9001:2000 Iscritta al registro operatori della comunicazione Registrazione presso il Tribunale di Rimini 23 gennaio 2007, n. 2/2007 48 55 www.architetti.com - [email protected] editoriale Gabriella Padovano, Cesare Blasi I progetti pubblicati in questo numero cercano di mettere in discussione la subordinazione e l’integrazione della progettazione alla concezione dominante della produzione architettonica e hanno l’obiettivo di proporre strutture spaziali in disequilibrio, mostrando ricerche e sperimentazioni tese ad esprimere i mutamenti della società e le nuove aspirazioni delle persone. The projects published in this issue set out to question the subordination and integration of design to the dominant conception of architectural production, and aim to present spatial structures in disequilibrium, showing research and experiments aimed at expressing social changes and people’s new aspirations. Come scrive Derida: “La possibilità dell’impossibile. Non bisogna lasciarsi impressionare da ciò in cui i filosofi si sono sempre trovati d’accordo: che questa unione non è possibile. È la prima complicità da rompere e proprio ciò di cui bisogna cominciare a preoccuparsi, se si vuole pensare un poco. Bandire il sogno senza tradirlo è quello che occorre fare: risvegliarsi, coltivare la veglia e la vigilanza, pur restando attenti al senso, fedeli agli insegnamenti e alla lucidità di un sogno, avendo cura di quel che il sogno dà da pensare, soprattutto quando ci dà da pensare la possibilità dell’impossibile. La possibilità dell’impossibile può essere soltanto sognata, ma bisognerebbe, pur risvegliandosi, continuare a vegliare sul sogno. Da questa possibilità dell’impossibile, e da quel che occorrerebbe fare per tentare di pensarla altrimenti, di pensare altrimenti il pensiero, in una incondizionatezza senza sovranità indivisibile, al di fuori delle modalità che hanno dominato la nostra tradizione, nasce la capacità di pensare la mutazione”. As Derrida writes: “The possibility of the impossible. Don’t let yourself be put off by what philosophers have always agreed: that this union is not possible. This is the first complicity we need to break and precisely what we need to start worrying about, if we want to think a little. Banishing the dream without betraying it is what needs to be done: rousing oneself, encouraging consciousness and vigilance, while remaining attentive to the sense, faithful to the teachings and lucidity of a dream, paying attention to what the dream leads us to think about, especially when it makes us consider the possibility of the impossible. The possibility of the impossible may be just a dream, but when we wake up, we should continue to watch over this dream. It is from this possibility of the impossible, and from what we should do to try and conceive of it differently, to conceive thought differently, unconditionally without indivisible sovereignty, outside the modes that have dominated our tradition, that the ability to think about mutation comes”. L’apparizione di nuovi valori trova il suo fondamento nel “profondo mutamento che l’avvento della modernità fluida ha introdotto nella The emergence of new values is based on the “profound change that the advent of fluid modernity introduced into the human Jackson Pollock / Jackson Pollock 3 Editoriale condizione umana” (Bauman, 2000). La mutazione, che stiamo sperimentando, dalla modernità solida a quella liquida si riflette sulla concezione dello spazio: l’uscita da un orizzonte di pensiero, facendo un passo fuori dal mondo conosciuto, comporta la necessità di riflettere come la nostra comprensione dello spazio stia mutando e dato che l’architettura è l’arte il cui mezzo è lo spazio come si stia trasformando l’architettura stessa. condition” (Bauman, 2000). The mutation we are experiencing, from solid to liquid modernity, is reflected in the idea of space: departing from a horizon of thought, and stepping out of the known world, it involves the need to reflect how our understanding of space is changing and, since architecture is the art whose medium is space, how architecture itself is being transformed. Sono passati due secoli dal momento in cui Gaus ha messo in crisi la geometria euclidea: l’avvento di una geometria non euclidea ha portato a fondamentali ripensamenti sul significato dello spazio-tempo, della materia, dell’energia, dell’informazione. Il mondo newtoniano euclideo è stato rimpiazzato da uno post-euclideo, che si è espresso nella modernità, ma l’architettura non è riuscita a trovare una propria espressione spaziale che le consentisse di esplorare le innumerevoli concezioni dello spazio che l’avvento di una geometria non euclidea apriva. L’idea sistemica di gerarchia, che il dominio della razionalità ha reso dominante nella modernità solida, si definisce in termini da una parte di “dominio” e dall’altra di “integrazione/inglobamento”. Two centuries have passed since Gaus put Euclidean geometry in crisis: the advent of non-Euclidean geometry led to a fundamental rethinking of the meaning of space-time, matter, energy, and information. The EuclideanNewtonian world was replaced by a postEuclidean one, expressed in modernity, but architecture failed to find its own spatial expression that would allow it to explore the countless conceptions of space that the advent of non-Euclidean geometry opened up. The systemic idea of hierarchy, that the domain of rationality has made dominant in solid modernity, is defined in terms of a “domain” on the one hand and of “integration/incorporation” on the other. Centralismo, gerarchia, specializzazione si richiamano l’un l’altro: la centralizzazione e la gerarchia coinvolgono lo sviluppo della specializzazione, mentre la specializzazione, a sua volta, trascina l’incremento della gerarchia e della centralizzazione. Il centro è un principio organizzatore della realtà che sia nell’ambito sociale che in quello spaziale presiede alla dimensione gerarchica. Il centro è la sintesi del Centralism, hierarchy and specialization are inter-referential: centralization and hierarchy involve the development of specialization, while specialization, in turn, brings with it increased hierarchy and centralization. The centre is an organizing principle of reality that both in the social and spatial sphere presides over the hierarchical dimension. The centre is the synthesis of the domain and like every domain dominio e come ogni dominio si nutre dell’ambito che sovrasta. In questo senso il centro non è totalmente estraneo alla periferia: da un lato gerarchizza lo spazio di cui costituisce il referente, dall’altro rende omogeneo e differenzia simultaneamente lo spazio in rapporto a se stesso. it is nourished by the sphere it dominates. In this sense, the centre is not totally unrelated to the periphery: on the one hand it hierarchizes the space for which it is the referent, and on the other it makes the space homogeneous and simultaneously differentiates it in relation to itself. A tale modernità solida corrispondono modalità architettoniche che hanno privilegiato lo spazio rispetto al tempo e la storia dell’architettura fa riferimento alle morfologie spaziali più che a quelle temporali. Nella modernità liquida, viceversa, si afferma una dinamica del non equilibrio, che ci rivela il vero volto della razionalità complessa che lavora e combina al contempo irrazionalità e ultra-razionalità. This solid modernity corresponds to architectural modes that have given priority to space over time, and the history of architecture is a story of spatial rather than temporal morphologies. In liquid modernity, conversely, we see the dynamics of non-equilibrium, which reveals the true face of the complex rationality that works and combines both ultra-rationality and irrationality. Il diverso modo di guardare e definire la relazione tra realtà e soggetto osservante, moltiplicando, ribaltando e alterando le dimensioni e la compattezza oggettiva dell’osservabile, implica un diverso modo di organizzare lo spazio e gli elementi dello spazio stesso. La moltiplicazione dei livelli di osservazione e il multicentrismo dell’osservatore determinano l’aggiramento e il rovesciamento della consistenza e definizione della costruzione architettonica. The different way of looking at and defining the relationship between reality and observer, by multiplying, overturning and altering the size and objective compactness of the observable, implies a different way of organizing space and the elements of space itself. The multiplication of the levels of observation and the multicentrism of the observer cause the texture and definition of the architectural construction to be bypassed and overturned. Si possono osservare ri-concettualizzazioni e ri-sistematizzazioni dei saperi che liberano, via via, dalle inibizioni e dai timori indotti da una disciplina, che si è travestita da sapere acquisito, e ha stabilito veri e propri “impedimenti epistemologici” per la libera avventura della ricerca. We can see the reconceptualization and reorganization of knowledge that gradually release us from the inhibitions and fears induced by a discipline, which has taken on the guise of an acquired knowledge, and has established “epistemological obstacles” to the boundless adventure of research. 4 Editoriale Tale insieme di valori e principi viene a costituire l’orizzonte di indagine conoscitiva e consente di comprendere come il termine “complessità sostenibile” non costituisca un corollario della progettazione (nei suoi codici e strumentazioni disciplinari), bensì l’apertura al divenire e alla trasformazione. La ricerca effettua una svolta decisiva, che porta la progettazione a costituirsi come processo di conoscenza per la trasformazione, mentre i concetti di complessità, innovazione e sostenibilità sostituiscono quelli di adattamento, di somiglianza, di ottimizzazione. This set of values and principles constitutes the horizon of cognitive investigation and allows us to understand how the term “sustainable complexity”, is not a corollary of design (in its disciplinary codes and tools), but an openness to becoming and transformation. Research establishes a turning point, that leads design to become a process of knowledge aimed at transformation, while the concepts of complexity, innovation and sustainability replace those of adaptation, similarity and optimization. In questa esplorazione dell’orizzonte culturale, può essere utile richiamare quanto scrive Peter Eisenman: “Bisogna ricondurre l’architettura al livello zero per trovare un cammino verso un’architettura che si adatti alla condizione attuale dell’uomo. Qui l’architettura non chiude, non unifica: piuttosto apre, disperde, frammenta, destabilizza non soltanto in quanto condizione del suo proprio essere, ma anche in quanto esplorazione della sua risonanza con questo concetto sempre cangiante della natura e delle imprese umane”. In this exploration of the cultural horizon, it may be useful to recall the words of Peter Eisenman: “We must take architecture back down to the zero-level to find a path towards an architecture that adapts to the current condition of man. Here architecture does not close or unify: rather it opens, scatters, fragments and destabilizes, not only insofar as this is a condition of its own being, but also as an exploration of its resonance with this ever changing concept of nature and of human undertakings.” Lo spazio architettonico dell’indeterminatezza è, in tal modo, lo spazio e la forma corrispondenti alla molteplicità di presenze e alla complessità e sostenibilità dei rapporti che generano incertezza, mutazioni e innovazioni, elementi centrali di un linguaggio architettonico innovativo e di spazi adeguati alla nuova società delle trasformazioni. Un pensiero libero non dovrebbe conoscere The architectural space of indeterminacy is, in this way, the space and form corresponding to the multiplicity of presences and to the complexity and sustainability of the relationships that generate uncertainty, mutations and innovations, central elements of an innovative architectural language and of spaces in tune with the new society of transformations. Free thinking should not be based on either centralità geometriche né razionalità totalizzanti, per costruire se stesso in modo eccentrico, sgusciando dalla vischiosità del centro attraverso l’aggiramento e il rovesciamento della forma del pensare centrato, ri-pensare per fluidità anziché per cerchi o per reticoli, aprire processi invece che chiudere soluzioni. geometric centrality or totalizing rationality, but should be built on eccentricity, escaping the viscosity of the centre, bypassing and overturning centred thought, re-thinking in terms of fluidity rather than circles or networks, starting processes rather than clinching solutions. Frattale Bleu / Frattale Bleu 5 Plasma Studio Unit 51 - Regents Studios 8 Andrews Road London E8 4QN - UK www.plasmastudio.com Fiera Orticolturale Internazionale, Xi’an International Horticultural Expo, Xi’an Plasma Studio è uno dei principali Studi di architettura emergenti, conosciuto e apprezzato a livello internazionale. Fondato a Londra nel 1999 da Eva Castro e Holger Kehne, lo Studio ha ottenuto velocemente una forte visibilità, grazie ad una serie di piccoli interventi residenziali e di riqualificazione commerciale a Londra. Con il progetto di un piano per l’Hotel Puerta America a Madrid, nel 2005, per lo Studio è arrivata la notorietà internazionale e l’intervento è stato ampiamente pubblicato, tanto da diventare riferimento per la progettazione degli hotel. Da allora, lo Studio è diventato sempre più internazionale, con progetti in Europa, Africa, Medio Oriente e Cina (nel 2008 la vittoria per l’EXPO Orticolturale del 2011). Lo Studio è conosciuto principalmente per il suo uso di forma e geometria, con variazioni, pieghe e curvature che creano continuità superficiali, mai arbitrarie, ma sempre parte di un’organizzazione spaziale e strutturale. Lo spirito e le tecniche di inclusività, collaborazione, ingegnerizzazione del ciclo di vita e di piena sostenibilità derivano dalla ricerca accademica dei due partner alla Architectural Association e dalla collaborazione con Buro Happold. Plasma Studio is one of the leading emergent architectural studios with a worldwide recognition and scope. Founded by Eva Castro and Holger Kehne in London in 1999, the firm quickly came to recognition through a range of small innovative residential and commercial refurbishment projects in London. Plasma came to worldwide recognition with its floor for Hotel Puerta America, Madrid in 2005. The project was published widely and became a benchmark for experimental hotel design. Since then the studio has become increasingly global, working on projects in Europe, Africa, The Middle East and China. In 2008 it won the competition for the International Horticultural Expo 2011. Plasma has just opened a new office in Beijing. The studio is best known for its architectural use of form and geometry. Shifts, folds and bends create surface continuities that are never arbitrary but part of the spatial and structural organisation. The spirit and techniques of inclusiveness, collaboration, life-cycle engineering and full sustainability are guided by the academic research of both partners at the Architectural Association and its collaboration with leading consultants such as Buro Happold. 6 Plasma Studio Fiera Orticolturale Internazionale, Xi’an Cliente: Chan Ba Ecological District Luogo: Xi’an Progetto: © Plasma Studio, 2009 _ Eva Castro, Holger Kehne, Ulla Hell Plasma Studio Team: Eva Castro, Holger Kehne, Mehran Gharleghi, Evan Greenberg, Xiaowei Tong con Tom Lea, Ying Wang, Nicoletta Gerevini, Peter Pichler, Benedikt Schleicher, Katy Barkan, Danai Sage, Federico Ruberto Landscape: Groundlab, 2009 Groundlab Team: Eva Castro, Alfredo Ramirez, Eduardo Rico, Jorge Ayala, Hossein Kachabi con Nadia Kloster, Steve De Micoli, Elisa Kim, Filipo Nassetti, Rui Liu, Kezhou Chen, Clara Oloriz, Consulenti: Beijing Institute of Architectural Design (Design and construction phase lead designers), ARUP London (Structural engineering) Fotografie: Cristobal Palma and Plasma Studio Relazione La Fiera Orticulturale Internazionale è il centro della riqualificazione di una vasta area tra l’aeroporto e il centro storico della città di Xi’an. Plasma Studio, con la collaborazione di Groundlab e LAUR Studio, ha vinto il concorso internazionale ad inviti, con una visione di auto-sostenibilità radicale: il progetto, intitolato Giardini Fluttuanti, crea, in un sistema unico, un’armonica funzionalità di acqua, vegetazione, circolazione e architettura. International Horticultural Expo, Xi’an Client: Chan Ba Ecological District Location: Xi’an Design: © Plasma Studio, 2009 _ Eva Castro, Holger Kehne, Ulla Hell Plasma Studio Team: Eva Castro, Holger Kehne, Mehran Gharleghi, Evan Greenberg, Xiaowei Tong with Tom Lea, Ying Wang, Nicoletta Gerevini, Peter Pichler, Benedikt Schleicher, Katy Barkan, Danai Sage, Federico Ruberto Landscape: Groundlab, 2009 Groundlab Team: Eva Castro, Alfredo Ramirez, Eduardo Rico, Jorge Ayala, Hossein Kachabi with Nadia Kloster, Steve De Micoli, Elisa Kim, Filipo Nassetti, Rui Liu, Kezhou Chen, Clara Oloriz, Consultants: Beijing Institute of Architectural Design (Design and construction phase lead designers), ARUP London (Structural engineering) Photo: Cristobal Palma and Plasma Studio Description The International Horticultural Expo becomes core for the redevelopment of a large area between the airport and the ancient city center of Xi’an. Plasma Studio with collaborators GroundLab and LAUR Studio won this international competition with a radical selfsustainable vision for the future: the project, titled Flowing Gardens, creates a consonant functionality of water, planting, circulation and architecture into one seamless system. Progetto: Guangyun Entrance, vista d’insieme / Design: Guangyun Entrance, overview Progetto: Centro espositivo, vista d’insieme / Design: Exhibition centre, overview 7 Plasma Studio Progetto: Centro espositivo, vista d’insieme / Design: Exhibition centre, overview Il progetto si compone di 5.000 mq. di spazi espositivi (Creativity Center), 4.000 mq. di serre e 3.500 mq. dell’edificio di accesso (Guangyun Entrance), su un’area di trentasette ettari, che ha lasciato come eredità dell’esposizione un parco per la città di Xi’an. L’Expo ha aperto il 28 aprile 2011. I giardini fluttuanti danno vita ad una relazione armonica tra acqua, vegetazione, circolazione e architettura, come se fossero un unico sistema. Lungo gli incroci principali dei percorsi si trovano tre edifici. L’architettura si presenta come un’intensificazione delle condizioni del The proposal comprises a 5000 sqm Creativity Centre (exhibition hall), a 4000 sqm Greenhouse and the 3500 sqm Guangyun Entrance bridge (gate building), sitting in a 37 ha landscape that hosts the International Horticultural Expo and a park for Xi’an City as legacy. The Expo opened on the 28th of April 2011. Flowing Gardens creates a consonant functionality of water, planting, circulation, and architecture as one seamless system. At the major intersections of the pathways lie three buildings; the architecture is an intensification of the ground condition, where each building Progetto: Serra, vista d’insieme / Design: Greenhouse, overview suolo e ogni edificio dialoga e si interconnette con il paesaggio. stands alone as an object yet speaks of the interconnectivity of the landscape. Paesaggio Il progetto nasce come sintesi di orticoltura e tecnologia, dove l’architettura e il paesaggio convergono per generare una visione sostenibile e integrata. Il progetto propone un’ibridazione dei sistemi naturale e artificiale, in sinergia con un paesaggio d’acqua. Considerando la quantità d’acqua richiesta per l’irrigazione, il progetto cerca di introdurre varie tecnologie e progetti fondati Landscape The project was generated as a synthesis of horticulture and technology where landscape and architecture converge at a sustainable and integral vision. The project proposes a hybrid of both natural and artificial systems, brought together as a synergy of waterscapes. With consideration to the amount of water required for irrigation, the project seeks to introduce various technologies and designs found in nature, 8 Plasma Studio Schema, dall’alto: Guangyun Entrance, Centro espositivo, Serra / Diagram, from top: Guangyun Entrance, Exhibition centre, Greenhouse nella natura, ma potenziata per rispondere ai bisogni della nuova popolazione. L’acqua piovana è raccolta e incanalata in aree umide, dove piante naturali puliscono e immagazzinano l’acqua, utilizzata poi per l’irrigazione. Questi spazi d’acqua e aree umide diventano delle oasi e dei punti di riposo per i visitatori. Obiettivo di progetto è quello di fare uso dell’investimento iniziale e dell’organizzazione nel corso dell’evento, per dare forma ad un ambiente che diventi autonomo per funzione e carattere. I giardini trasformano le esistenti condizioni naturali e artificiali dell’area in un sistema sostenibile, che al termine dell’esposizione non richiede manutenzione, permettendo al parco stesso di svilupparsi in un nuovo modello, o paradigma, dell’industria orticulturale. L’area del parco propone una molteplicità di scale, in relazione alle specifiche piantagioni, superfici e illuminazioni, dando vita ad un pacchetto di esperienze che spaziano da una condizione intima di semi-chiusura e riparo, con spazi auto contenuti da vivere di persona, ad una più ampia dimensione pubblica delle piazze formate dagli ampi percorsi pedonali, completamente esposti al sole, con viste ininterrotte sui principali scorci dell’area. “Il masterplan concettuale è sorprendentemente simile a un estuario. Il flusso d’acqua inizia come un piccolo ruscello, quindi si amplia, ed espandendosi forma i confini degli spazi del giardino … la circolazione influenza con forza l’edificazione nella fase concettuale. Non avviene spesso che la forma dell’edificio nasca dalla volontà di un progetto paesaggistico, ma, in questo caso, avviene che le forme della costruzione si mimetizzano davvero con il but it is enhanced to meet the specific needs of the new population. Rainwater is collected and channelled into the wetland areas, where natural plants and reed beds clean and store the water, which is then later dispersed and used for irrigation. These integrated wetlands and ponds are also to be enjoyed by the visitors as oasis and points of personal tranquillity. The proposal aims to make use of the initial investment and organisation during the exhibition, to set up an environment, which becomes autonomous in function and character. The gardens transform the artificial and natural conditions of the site into a sustainable system that becomes increasingly more maintenancefree once the exhibition is over, allowing the park to develop into a new model, or paradigm, within the horticultural industry. The park area manifests a variety of scales in association with very specific planting, surfacing and lighting, thus providing a sandbox of experiences that ranges from the very intimate with semienclosed, shaded, self contained, one-to-one spaces, to the very public with communal plazas formed by wider pedestrian paths with full exposure to the sun and a direct, uninterrupted visual link to the main hiatus on the site. “The conceptual masterplan is strikingly similar to an estuary. The circulation flow begins as a single stream, and then broadens, branching out to form the borders of garden spaces … the flowy circulation heavily influenced the buildings in the conceptual phase. It isn’t often that building forms bend to the will of the landscape design, but in this case it appears that the building forms actually mimic those of the 9 Plasma Studio progetto paesaggistico, quale sua estensione nell’acqua.” (Olivia Chen) landscape design as they extend out into the water.” (Olivia Chen) L’ingresso, Guangyun Entrance, si trova all’intersezione tra lo spazio di aggregazione, il paesaggio e il sistema di circolazione. Esso si trova in corrispondenza dell’infrastruttura e ha il compito di collegare le porzioni d’area divise dall’infrastruttura stessa. Così, incanala i visitatori dalla piazza d’ingresso dove si The Guangyun Entrance, the gate building, is created at the junction of public meeting space, landscape, and circulation. It operates on the level of infrastructure and fulfils the role of bridging over the main road that dissects the site. Thus it channels the visitors from the entry plaza, where they congregate and orient themselves after having raggruppano verso una direzione precisa. Da un’altezza di sette metri, dal ponte si godono punti di vista panoramici delle varie zone dell’Expo. A livello funzionale, il ponte necessita di due flussi, uno per il traffico di ingresso, l’altro per quello in uscita. Naturalmente, questi flussi sono discontinui e cambiano enormemente tra mattino e sera. Riprendendo l’idea dalle scale mobili della metropolitana di Londra, il ponte entered the Expo and sets them into a definite direction. By bringing them up to +7.00 m the bridge offers vantage points from where to gain an overview of the different zones of the Expo ahead. Functionally, the bridge needs to have two lanes for incoming and outgoing traffic. Naturally, these flows are very uneven and change greatly between the beginning and end of the day. Taking the idea from the London Underground escalators we devised the bridge to have three Progetto: Vista / Design: View 10 Plasma Studio è diviso in tre linee, con quella centrale che accoglie, a seconda delle ore del giorno, i flussi in ingresso o in uscita. Le tre fasce lette come trecce annodate, e assieme alla struttura di copertura a pergolato, appaiono come fasce di paesaggio strappate e riportate nella struttura. Tra le tre fasce vi sono aree verdi. Al di sopra una struttura a pergolato di ombreggiamento, sulla quale crescono piante rampicanti, forma una copertura verde che da lontano suggerisce il tema dell’Expo. Per questa copertura leggera, e con la collaborazione di Arup, si è sviluppata una innovativa struttura a tensegrità, che appare come un insieme di travi a prima vista fluttuanti nello spazio. Il centro espositivo, il Creativity Pavilion, è realizzato come un paesaggio di mobilità e acqua, che si situa sul perimetro del lago come punto terminale dell’asse centrale che parte con l’edificio all’ingresso; inoltre, è il punto di partenza per attraversare l’acqua via battello. Esso si relaziona con una serie di moli, che seguono il paesaggio proiettato sull’acqua. Il volume costruito si intreccia con il suolo, producendo una continuità a molteplici livelli, che integra assieme paesaggio e costruito. Da questi flussi l’organizzazione della costruzione si presenta come tre volumi paralleli che si muovono nel paesaggio, e passando sottoterra portano ai moli, proiettandosi a sbalzo sul lago. L’esperienza fluida di passare attraverso il paesaggio continua anche all’interno, dove tutte le zone sono ampie e interconnesse. Qui, l’uso delle rampe permette ai visitatori di salire prima al mezzanino e poi in copertura. Attraverso la sua materialità, l’edificio si lanes, where the middle lane switches from the incoming direction in the morning to outgoing later in the day. The three bands read as interwoven braids, and together with a trellis roof structure give the appearance of bands of landscape peeling off and turning into structure. Between the three bands are green areas. Above them an open trellis steel structure forms a shading device that becomes overgrown with climbing plants forming a green roof, and suggesting to distant onlookers the theme of the Expo. For this lightweight roof, we developed together with Arup an innovative tensegrity structure that appears as beams seemingly free-floating in space. The Creativity Pavilion, the exhibition centre, is formed at the seam of landscape, circulation and water. It is located on the edge of the lake as the endpoint to the central axis that starts with the Gate Building, and is the starting point for the water crossing by boat. It ties in with a series of piers that follow the landscape jutting out into the water. The built volume is interwoven with the articulating ground, producing continuities on many levels integrating the landscape and building together. From this flows the organization of the building massed as three parallel volumes within the landscape, flowing through and underneath, leading to the piers, the volumes themselves hover as cantilevers over the lake. The fluid experience of passing through the landscape continues inside, where all zones are generous and interconnected. Inside, the use of ramps enables visitors to move up to the mezzanine level and out onto the roof of the building. Through its materiality the building again manifesta come estensione del suolo; i suoi piani e muri interni sono fatti in calcestruzzo e l’utilizzo del bronzo è espressione dell’identità locale. La serra è realizzata come un cristallo prezioso, in parte interrata ed isolata in un posto splendido si raggiunge via battello attraversando il lago o seguendo un breve percorso lungo la costa. La serra si fonde nella collina ancora di più che le altre due strutture. Nella costruzione si entra attraverso un’estesa fenditura letteralmente scavata nel suolo, che all’interno porta ad una luminosa hall incavata. Da qui, attraverso un reticolo di percorsi, il visitatore percorre tre diverse zone climatiche. La serra ha una pianta a ferro di cavallo, un anello che cambia radicalmente in sezione per accogliere una serie di vegetazioni e condizioni spaziali diverse. La forma a ferro di cavallo, inoltre, genera una corte che porta lo spazio esterno all’interno, facendola diventare il centro naturale della costruzione. manifests itself as an extension of the ground with its floors and interior walls made from concrete and bronze is used as expression of local identity. The Greenhouse is formed as a precious crystal, semi-submerged in splendid isolation reached by boat across the lake followed by a short walk from the shore. The greenhouse blends into the hillside even more so than the other two structures. The building is entered through a prolonged cut, literally scooped up from the ground, emerging within a light-filled cavernous reception space. From here the visitor passes along a tessellated mesh of paths through three different climatic zones. The greenhouse has a horseshoe plan creating a loop that changes radically in section to accommodate a sequence of different planting and spatial conditions. The horseshoe shape also generates an inner courtyard of outside space, making it the natural centre of the building. 11 Plasma Studio Progetto: Vista / Design: View 12 Plasma Studio Planimetria / Plan 13 Plasma Studio Schema: distribuzione / Diagram: distribution Schema: suoli e vegetazione / Diagram: land and vegetation Schema: attività / Diagram: activity Schema: acqua / Diagram: water 14 Plasma Studio Serra: pianta e attività / Greenhouse: plan and program 15 Plasma Studio Serra: piante e sezione / Greenhouse: plans and section 16 Plasma Studio Serra: sezioni / Greenhouse: sections 17 Plasma Studio Serra: sezioni / Greenhouse: sections 18 Plasma Studio Serra: vista / Greenhouse: view Serra: vista / Greenhouse: view 19 Plasma Studio Serra: vista / Greenhouse: view 20 Plasma Studio Guangyun Entrance, modello di studio / Guangyun Entrance, design’s mock-up 21 Plasma Studio Centro espositivo: planimetria e piante / Exhibition centre: plans 22 Plasma Studio Centro espositivo: prospetto / Exhibition centre: elevation Centro espositivo: prospetto / Exhibition centre: elevation Centro espositivo: vista / Exhibition centre: view Centro espositivo: vista / Exhibition centre: view 23 Plasma Studio Paesaggio: pianta dei giardini, dettaglio e sezione / Landscape: gardens plan, detail and section 24 Plasma Studio Paesaggio: dettaglio della vegetazione dei giardini / Landscape: gardens vegetation detail 25 Plasma Studio Paesaggio: vista dei giardini / Landscape: gardens view 26 Plasma Studio Vista d’insieme / Overview 27 Plasma Studio Serra: vista / Greenhouse: view 28 Plasma Studio Serra: vista / Greenhouse: view 29 Plasma Studio Serra: vista dello spazio interno / Greenhouse: internal view 30 Beckmann-N’Thépé & TN+ Paysagistes Associés Beckmann-N’Thépé 5 Rue D’hauteville, 75010 Paris www.b-nt.biz TN+ 30, Bvd Lenoir, 75011 Paris www.tnplus.fr Zoo Korkeasaari, Helsinki Zoo Korkeasaari, Helsinki L’agenzia Beckmann-N’Thépé, fondata nel 2002 a Parigi dai due partner Aldric Beckmann e Françoise N’Thépé, è un giovane Studio francese di architettura, che opera nei campi della progettazione, dell’urbanistica e della scenografia. Negli anni, lo Studio ha costruito un solido know-how per affrontare un’ampia serie di programmi, nella riqualificazione e nelle nuove costruzioni (con strutture culturali, sociali e amministrative, residenze). Accanto all’attività professionale, Beckmann e N’Thépé partecipano a conferenze e tavole rotonde e sono impegnati in workshop progettuali. TN Plus Paysagistes Associés è uno studio nato nel 2002 dall’incontro tra Bruno Tanant e Jean-Christophe Nani. Dagli studi urbani alle aree pubbliche, dai giardini ai parchi zoologici, TN+ è impegnato a trasmettere quanto più possibile nei suoi progetti una consapevolezza ambientale. Dopo aver gestito la riorganizzazione degli zoo di Chizé (Francia), Wuhan (Cina) e Rabat (Marocco), TN+ ora collabora con lo Studio Beckman N’Thépé con il quale ha vinto i concorsi per gli zoo di Vincennes, Helsinki e San Pietroburgo. Established in 2002 in Paris by partners Aldrich Beckmann and Françoise N’Thépé, Beckman-N’Thépé, is a young French practice, operating in the fields of design, planning and design. Over the years the agency has built strong know-how to tackle a wide range of programmes, in both renovation and new buildings (cultural, social and administrative structures, housing). In addition to their responsibilities as architects, Beckmann and N’Thépé also participate in numerous conferences and round tables. They are also involved in the teaching of architecture, especially through workshops. The TN Plus Paysagistes Associés agency was born in 2002 from the encounter of Bruno Tanant and JeanChristophe Nani. From urban studies to public areas, from gardens to zoological parks, TN+ is dedicated to convey to the largest number, through their projects, an environmental awareness. After managing the reorganization of the zoos of Chizé (France), Wuhan (China) and Rabat (Morrocco), TN+ now collaborate with the Firm Beckman N’Thépé with whom it has won the competition for the zoos of Vincennes, Helsinki and Saint-Petersburg. 31 Beckmann-N’Thépé & TN+ Paysagistes Associés Zoo Korkeasaari, Helsinki Cliente: Municipalità di Helsinki Luogo: Helsinki Progetto: © Beckmann-N’Thépé & TN+ Paysagistes Associés, 2008 Team: Wilfried Daufy (Project manager), Anne-Catherine Dufros (Architects), Constance Héau, Jessica Pallatier (Assistant architects), Landscape design: Guillaume Derrien, Agathe Turmel, Jean Marc Lernould (zoo expert) Relazione Programma: riqualificazione dello zoo di Helsinki, paesaggio e serre, auditorium, nocturama, reception, negozio, stanza tecnica, ristorante. L’isola zoologica di Korkeasaari sarà nuovamente sospesa. I suoi interventi architettonici saranno tesi a renderla ancora più selvaggia e misteriosa: un parco/giardino quale luogo di un popolo privilegiato, la nobiltà della futura città. L’architettura scompare in favore di una geografia controllata, come la rinascita paesaggistica di un quartiere. L’ingresso raccoglie una serie di servizi cruciali per il funzionamento dello zoo, diventando l’obiettivo della sua immagine, un qualcosa a cavallo tra forma e assenza di modello, perforato da cavità. Come strati di pelle spogliati per ricevere un impianto, c’è un sotto e un sopra che dialogano e sono in relazione tra loro. Aree di luce, incertezza, riflessioni e profondità, verranno realizzate per offrire l’emozione di una visita Korkeasaari Zoo, Helsinki Client: City of Helsinki Location: Helsinki Design: © Beckmann-N’Thépé & TN+ Paysagistes Associés, 2008 Team: Wilfried Daufy (Project manager), Anne-Catherine Dufros (Architects), Constance Héau, Jessica Pallatier (Assistant architects), Landscape design: Guillaume Derrien, Agathe Turmel, Jean Marc Lernould (zoo expert) Description Programme: Redevelopment of Helsinki Zoo, landscape, greenhouses, auditorium, nocturama, reception office, souvenir shop, technical room, restaurant. The zoological island of Korkeasaari will be cut off again. Its architectural interventions will be concentrated to make it wild and mysterious once more – a park/garden as a place of popular privilege, the nobility of the future city. Architecture disappears in favour of controlled geography, like the resurgence of a neighbouring landscape. The entrance grouping the set of utilities crucial to the running of the zoo becomes a focus of visual identity, somewhere between form and shapelessness, pierced with cavities. Like layers of skin peeled back to receive an implant, there will be an above and a below that dialogue and interpenetrate one another. Areas of light, uncertainty, reflections and depths will be developed, offering the first emotions of che giocherà sul tempo e le stagioni delle quattro bio-zone: - Steppa dell’Asia Centrale; - Polo Nord; - Foresta Temperata asiatica; - Montagna dell’Asia Centrale. a visit that will play on time and the seasons through four biozones: - Central Asian Steppe; - Arctic Pole; - Asian Temperate Forest; - Central Asian Mountain. Planimetria / Site plan 32 Beckmann-N’Thépé & TN+ Paysagistes Associés Pianta livello inferiore / Lower level plan 33 Beckmann-N’Thépé & TN+ Paysagistes Associés Pianta livello superiore / Upper level plan 34 Beckmann-N’Thépé & TN+ Paysagistes Associés Sezione / Section 35 Beckmann-N’Thépé & TN+ Paysagistes Associés Vista del modello di studio / Design’s mock-up view Vista del modello di studio / Design’s mock-up view Vista del modello di studio / Design’s mock-up view 36 Beckmann-N’Thépé & TN+ Paysagistes Associés Vista d’insieme / Overview Vista / View Vista dello spazio interno / Internal view 37 Beckmann-N’Thépé & TN+ Paysagistes Associés Vista / View Vista / View Vista / View 38 Beckmann-N’Thépé & TN+ Paysagistes Associés Vista / View 39 MONAD Studio 1935 NE 147th Terrace North Miami Beach, Fl 33181 www.monadstudio.net Tandanor Performing Arts Center, Buenos Aires Tandanor Performing Arts Center, Buenos Aires Fondato nel 2002 da Eric Goldemberg e Veronica Zalcberg, MONAD Studio è una realtà di studio e progettazione, interessata alla percezione spaziale in relazione all’influenza ritmica, con ricerche che spaziano dalla scala urbana agli edifici, dal paesaggio alle installazioni e al design. I progetti di MONAD Studio evidenziano la gamma e la complessità delle sensazioni coinvolte nella costruzione di insiemi ritmici. L’attività che risulta da un’intensa progettazione digitale non si rivela solo nei vincoli strutturali o programmatici, ma acquista una maggiore presenza nell’articolazione della topologia delle costruzioni. Il lavoro dello Studio è stato ampiamente pubblicato ed esposto. Eric Goldemberg è attualmente Digital Design Coordinatore e professore alla Florida International University. Veronica Zalcberg insegna progettazione nei laboratori alla Columbia University e al New Jersey Institute of Technology. Founded in 2002 by Eric Goldemberg and Veronica Zalcberg, MONAD Studio is a design research practice with focus on spatial perception related to rhythmic affect, with explorations ranging from the scale of urban plans to buildings, and from landscape to installations and product design. MONAD Studio’s designs highlight the range and complexity of sensations involved in constructing rhythmic ensembles. The activity that results from intense digital design is not only revealed through structural or programmatic constraints, but takes, a much more important presence in the articulation of the topology of buildings. The work of MONAD Studio has been published and exhibited. Eric Goldemberg is currently the Digital Design Coordinator and Full-Time Professor at Florida International University. Veronica Zalcberg taught design studios at Columbia University and the New Jersey Institute of Technology. 40 MONAD Studio Tandanor Performing Arts Center, Buenos Aires Cliente: Municipalità della Città di Buenos Aires Luogo: Buenos Aires Progetto: © Monad, 2009 Team: Eric Goldemberg, Veronica Zalcberg (Principals) - Ivan Bernal, Alex Lozano, Ali Qureshi Relazione A livello urbano, la portata di una serie di sale e spazi per la musica al porto di Buenos Aires è decisamente incrementata con la realizzazione di un “nuovo orizzonte” in un sito carico di storia, un ex cantiere navale vicino al Museo dell’Immigrazione. Il carattere del progetto deriva dalla peculiarità poetica del waterfront urbano ed incrementandola costruisce una nuova linea di orizzonte, leggermente proiettata dalla costa per attivare una serie di condizioni estetiche e programmatiche. Allo stesso tempo, il progetto è un sistema di circolazione che assorbe tutti i tipi e le condizioni di accessibilità ed attraverso l’intrico dei suoi componenti reintroduce, a scala urbana, una distribuzione settoriale della circolazione. Il Performing Art Center presenta una successione lineare di sale e spazi aggregativi pubblici lungo il corpo principale del complesso, ai quali si arriva attraverso una intricata rete di percorsi pedonali da Antartida Argentina Avenue, un’importante arteria lungo il waterfront. Questa rete filtra la relazione del progetto con la città, facendo sperimentare il passaggio Tandanor Performing Arts Center, Buenos Aires Client: Municipalidad de la Ciudad de Buenos Aires Location: Buenos Aires Design: © Monad, 2009 Team: Eric Goldemberg, Veronica Zalcberg (Principals) - Ivan Bernal, Alex Lozano, Ali Qureshi Description The urban unit of measure for an array of auditoriums and music halls at the Port of Buenos Aires is critically heightened by means of the creation of a “new horizon” in a historically charged site, a former shipyard adjacent to the Museum of Immigration. The character of the project stems from a poetic condition of the urban waterfront and it sets to construct a new line of augmented horizon, slightly set-off from the coast to activate a number of programmatic and aesthetic conditions. It is at the same time a circulatory system that absorbs all sorts of access conditions and re-introduces a sectional distribution of circulation via the intricacy of its components at an urban scale. The Performing Arts Center presents a linear succession of halls and public assembly spaces along the main body of the ensemble, arriving at it through an intricate web of pedestrian ways from Antartida Argentina Avenue, an important artery along the waterfront. This network filters the relation of the project with the city, providing a transitional experience Vista del modello di studio / Design’s mock-up view dall’uniformità della linea d’orizzonte della costa ed in contrasto offre una organizzazione preminentemente orizzontale, caratterizzata dalle connessioni oblique tra le attività pubbliche. Queste connessioni sono attivate dalle traiettorie spaziali lungo le superfici inclinate degli spazi urbani di mediazione. L’organizzazione ha inteso consolidare una serie di sale e grandi ambienti pubblici per esibizioni musicali, operando per articolare le relazioni interne e spostando l’attenzione verso le estensioni orizzontali e pubbliche from the uniformity of the coastal skyline, and offering in contrast a predominantly horizontal organization characterized by oblique connections between public programs. These connections are activated by spatial trajectories along gradient surfaces of urban mediation. The organization is meant to consolidate a series of auditoriums and large public venues for music performances, operating to articulate the internal relationships and providing a shift of attention towards horizontal, public, coastal developments. This new rhythm performs as 41 MONAD Studio Vista del modello di studio / Design’s mock-up view della costa. Questo nuovo ritmo risulta come contrappunto al prevedibile skyline di Buenos Aires, punteggiato da figure verticali che sono al contrario estranee al pubblico dominio. Dopo l’attraversamento del primo livello di connessione urbana, la striscia centrale di programmi culturali alterna una sequenza di atri pubblici e ampie sale, con molteplici opportunità di accesso alla grande piazzacopertura, dove il progetto, nella relazione diretta con il fiume, raggiunge il suo carattere più alto. Lo strato di attività più esterne counterpoint to the very predictable skyline of Buenos Aires, which is punctuated by vertical icons that are rather disengaged from the public realm. After traversing the first layer of urban connectivity, the central swath of cultural programs alternates a sequence of public foyers and great halls with multiple opportunities to access a large roof-plaza where the project reaches its most sublime character in direct relation with the river. The outermost layer of program contains the ospita le sale prova e le aree per workshop, unitamente ad un percorso perimetrale con ristoranti, negozi e vari programmi per il tempo libero, interconnessi da una serie di moduli spaziali aggregati e modellati dolcemente lungo il filo dell’acqua. Il progetto è innestato sulla struttura di un vecchio cantiere navale, traendo vantaggio dalle insenature e dentellature del suolo. Assorbendo le relazioni esistenti e reintroducendo nuove immagini, il progetto, attraverso l’effetto della sua geometria morbida e flessibile, accetta le condizioni delle connessioni esistenti sull’area e le introietta come vincoli produttivi e attivatori per generare differenze interne al sistema spaziale proposto. Ci sono importanti temi storici e funzionali che operano al livello di questa scala urbana; il materiale di base consiste nell’assortimento esistente di relazioni urbane nel sito stesso, cosicché il nuovo Centro opera direttamente dall’interno delle condizioni del paesaggio per attivare nuove relazioni tridimensionali, integrando e rinvigorendo quelle esistenti per plasmare una rete di forme costruite che pulsano con una sequenza di ritmi e successioni particolari. In quanto materia generativa, il sito è de-oggettivato e re-mixato per scoprire relazioni locali latenti che possono aiutare a fissare delle forme che altrimenti potrebbero essere percepite come estranee. La solida rete di relazioni cerca di articolare il progetto con l’area e produrre un significativo spostamento nella percezione ritmica del waterfront, che è un marchio di fabbrica dello storico skyline di Buenos Aires. rehearsal rooms and workshop areas as well as a boardwalk with restaurants, retail and various leisure programs woven by a pattern of spatial modules that aggregate and morph along an attenuated scalar motion along the water’s edge. The project is grafted onto the figure of an old shipyard, taking advantage of the inlets and indentations of the land; it is absorbing existent relationships and re-introducing new scalar features by means of the effect of its supple and pliant geometry, which accepts the vicissitudes of existent networks on the site and internalizes them as productive constraints and triggers to produce internal differentiation of the proposed spatial system. There are important historical and functional issues operating at an urban scale of this magnitude; the base material consists of the existent set of urban relations at the site itself, so that the new Performing Arts Center operates directly from within the landscape conditions to activate new threedimensional relationships, integrating and re-invigorating existent ones in order to form a network of built form that pulsates with particular scalar rhythms and sequences. The site as generative material is deobjectified and re-mixed to uncover latent local relationships that can help to anchor what could otherwise be perceived as alien forms. The robust network of relationships seeks to articulate the project with the site, and to produce a significant shift in the rhythmic perception of the waterfront which is a trademark of the historical skyline of Buenos Aires. 42 MONAD Studio Vista del modello di studio / Design’s mock-up view Vista del modello di studio / Design’s mock-up view 43 MONAD Studio Sezioni / Sections 44 MONAD Studio Pianta coperture / Plan top overview 45 MONAD Studio Vista d’insieme / Overview 46 MONAD Studio Vista d’insieme / Overview 47 Tom Wiscombe Design 383 S. Westmoreland Ave. Los Angeles, CA 90020 www.tomwiscombe.com 1) Semi-Rigid Car/Semi-Rigid Car 2) Centro per la musica pop, Kaohsiung/Pop Music Center, Kaohsiung Studio di architettura con sede a Los Angeles, Tom Wiscombe Design, già EMERGENT, è una piattaforma per sperimentazioni che fanno leva su tecniche e logiche provenienti da ambiti esterni all’architettura, come la biologia, le scienze complesse, l’ingegneria aerospaziale e l’informatica. Il suo intento è quello di destrutturare l’architettura nella generazione di relazioni, coerenti e integrate, tra sistemi e componenti costruttive. Il lavoro fa parte di un più largo movimento dell’architettura contemporanea identificato da Detlef Mertins nel 2004 come “Biocostruttivismo”, dove biologia, matematica e ingegneria si fondono per produrre un’architettura caratterizzata dalle sue performance e variabilità; in queste organizzazioni le componenti sono sempre collegate e le informazioni condivise e gli insiemi architettonici superano la somma delle singole parti. Il lavoro dello Studio vanta la partecipazione a numerosi concorsi ed esposizioni, oltre ad essere nelle collezioni permanenti del FRAC di Parigi, dell’Art Institute di Chicago, del MoMA di San Francisco e del MoMA di New York. Tom Wiscombe è senior member della Faculty del Southern California Institute of Architecture. Architectural firm based in Los Angeles, Tom Wiscombe Design, formerly EMERGENT, is a platform for experimentation, leveraging techniques and logics from fields outside architecture including biology, complexity science, aerospace engineering, and computation. Its directive is to destratify architecture by generating coherent, integrated relationships between building systems and between building components. The work is part of a larger contemporary movement in architecture referred to by Detlef Mertins in 2004 as ‘Bioconstructivism’, where biology, mathematics, and engineering combine to produce an architecture characterized by its variability and performance. Through these organizations, the components are always linked and always exchanging information where architectural wholes exceed the sum of their parts. Their work boasts of many competitions, exhibitions and is part of the permanent collection of the FRAC Centre Paris, the Art Institute of Chicago, MoMA San Francisco, and MoMA New York. Tom Wiscombe is a senior faculty member at the Southern California Institute of Architecture. 48 Tom Wiscombe Design 1) Semi-Rigid Car Progetto: © Tom Wiscombe Design, 2011 Team: Tom Wiscombe, David Stamatis, Luis Quinones, Josh Moratto Relazione Multi-materialità. La Semi-Rigid Car (SRC) è un esperimento favorito dalla recente rivoluzione in ciò che chiamiamo “multi-materialità” nella prototipazione rapida. Con l’invenzione della stampante 3D, che non solo stampa contemporaneamente in molti materiali, ma in gradualità di questi, la prefabbricazione così come l’abbiamo concepita cambia. Non più basata sulla tettonica o l’assemblaggio di 1) Semi-Rigid Car Design: © Tom Wiscombe Design, 2011 Team: Tom Wiscombe, David Stamatis, Luis Quinones, Josh Moratto Description Multi-materiality. The Semi-Rigid Car (SRC) is an experiment underwritten by the recent revolution in what we call ‘multi-materiality’ in rapid prototyping. With the invention of 3D printers which not only print in multiple materials simultaneously, but in gradient mixtures of these materials, fabrication as we have understood it is transformed. No longer based on tectonics or assembly of parts, Vista del modello di studio / Design’s mock-up view Vista del modello di studio / Design’s mock-up view parti, la prefabbricazione è improvvisamente diventata una nuova forma di alchimia. Di colpo, opacità variabile, colore, duttilità e rigidità entrano in gioco, aprendo a possibilità radicali per legare struttura, sistemi di energia ed effetti visivi, in una matrice materiale in continua mutazione. L’aspetto meccanico e il comportamento di acciaio, vetro, fogli di metallo e giunzioni, sono replicati con un nuovo linguaggio basato sulla mescolanza di materiali compositi sintetici e biologici, non a strati, ma in nuove disposizioni molecolari. Il range di capacità associative ed estetiche di polimeri, resine, gomme, silicone, cartilagine e pelle rimette in questione lo stanco modello di fabrication has suddenly become a new form of alchemy. Variable opacity, color, ductility, and rigidity are all in play, all at once, opening up radical possibilities for embedding structure, energy systems, and visual effects across a continuously changing material matrix. The mechanical appearance and behavior of steel, glass, sheet metal, and fasteners is replaced with a new language of blending based on compositing synthetic and biological materials, not in layers, but in new molecular arrangements. The combinatorial range of capacities and aesthetics of polymers, resins, rubbers, silicone, cartilage, and cuticle puts into question the 49 Tom Wiscombe Design progetto, che si basa su un’estrema disparità delle capacità materiali nella gerarchia degli assemblaggi. In termini di progettazione strutturale di automobili, nell’ultimo secolo, ed alla sua oscillazione tra modelli a telaio vettore e a scocca, il paradigma della multi-materialità offre alternative distanti sia dalla logica minerale, che da quella meccanica. tired model of design, which is based on extreme disparity of material capacities within hierarchical assemblies. In terms of automobile structural design over the last century, and its oscillations between vector frame and unibody models, the paradigm of multi-materiality offers alternatives away from both mineral logic and machine logic. Cartilagine sintetica e pelle realizzata. L’estensione multi-materiale, da leggera a semi-rigida, rigida, è applicata al telaio discontinuo e attraverso la pelle dell’auto. Il materiale di base, un composto collageno a rade fibre ingegnerizzate in una matrice gelatinosa, varia nel corpo per spessore e densità, trasformandosi, a volte, in zone di cartilagine semi-rigida bio-ingegnerizzata. Come lo scheletro dello squalo, che è tutto di cartilagine, zone di semi-rigidità possono presentarsi come armature o lamiere. Il modello di sicurezza d’urto a “zone piegate” della costruzione a scocca, dove le zone anteriori e posteriori si auto-distruggono per assorbire le forze dell’impatto, è sostituito dalla vivace elasticità della costruzione semirigida. La variabilità dello spessore della matrice gelatinosa crea zone di opacità variabili, permettendo, a volte, di vedere in profondità gli ambienti interni dell’auto. Le zone più spesse, dove la superficie diventa volume, ospitano le riserve dei liquidi del sistema bireattore fotocatalitico ad alghe, che produce biocarburante a bordo. L’utilizzo dell’illuminazione a Led in queste riserve permette la produzione di biocarburante durante tutto il giorno e crea, di notte, una luminosità intensa nella matrice gelatinosa. Rispetto ai movimenti meccanici tradizionali Synthetic Cartilage and Actuated Skin. The multi-material range from soft to semi-rigid to rigid is applied across the discontinuous chassis and across the skin of the car. The base material, a composite of sparse engineered collagen fibers in a gel matrix, varies in thickness and density across the body, sometimes transforming into zones of semi-rigid bio-engineered cartilage. Similar to a shark skeleton, which is all cartilage, zones of semi-rigidity can occur as armatures or plate-like formations. The “crumple-zone” model of crash safety in unibody construction, where front and rear zones self-destruct in order to absorb impact forces, is replaced by the lively springiness of the semi-rigid construction. Thickness variability of the gel matrix creates variable opacity, sometimes allowing deep atmospheric views inside the body of the car. The thickest zones, where surface becomes volume, house fluid reservoirs for an algae photo-bioreactor system that produces biofuel on-board. The introduction of Led lighting into these reservoirs enables 24-hour biofuel production, and creates a deep glow through the gel matrix at night. In contrast to the conventional mechanical delle porte e dei portelloni, che coinvolgono cerniere e telai, le aperture nella Semi-Rigid Car sono senza struttura e cerniere. Le “porte” sono lastre di pelle sintetica, attivate da attuatori a tendina. Quando si aprono vibrano e si arricciano, mostrando un atteggiamento che non appartiene né al foglio di metallo, né alla componente ferrosa. Infine, le ruote fondono cerchio e pneumatico in un biopolimero rigido di gomma. Le sostituzioni possono ovviamente essere stampate in 3D. movements of doors and hoods, involving frames and hinges, openings in the Semi-Rigid Car are boneless and hinge-less. The ‘doors’ are slabs of synthetic skin, triggered by tendon-like actuators. When they open, they quiver and curl, exhibiting behaviors which could not possibly involve sheet metal and hardware. Finally, the wheels fuse rim and tire into a continuous gradient of rigid biopolymer to rubber. Replacements can of course be 3D printed. Vista notturna: matrice gelatinosa / Night view: gel matrix 50 Tom Wiscombe Design Modello di studio / Design’s mock-up 51 Tom Wiscombe Design Paradigmi della progettazione di automobili: da sovrapposta a multimateriale / Car’s design paradigms: from body-on-frame to multi-material 52 Tom Wiscombe Design Vista / View 53 Tom Wiscombe Design Vista / View 54 Tom Wiscombe Design 2) Centro per la musica pop, Kaohsiung Cliente: Città di Kaohsiung Luogo: Kaohsiung Progetto: © Tom Wiscombe Design, 2010 Team: Tom Wiscombe, David Stamatis, Paul Mecomber, Michael Gross, Dave Bantz, Bin Lu, Brent Lucy, Mitch Rocheleau, Tiffany Li, Liz von Hasseln, Kyle von Hasseln, Oscar Nino, Ulysses Carmona, Han-Yin Hsu Relazione Questo progetto si propone di rafforzare il Porto di Kaohsiung come destinazione culturale internazionale, attraverso attrazioni pubbliche di qualità, infrastrutture musicali d’avanguardia, tecnologie verdi ed un lussureggiante paesaggio. Il progetto si basa sulla creazione di due edifici localizzati ai punti nodali dell’area: uno che si eleva al cielo, l’altro incluso al suolo. Emergendo parzialmente dal suolo il Centro per la musica pop crea una vasta piazza pubblica coperta sotto la costruzione. Inoltre, crea uno spazio protetto con un anfiteatro da dodicimila posti, permettendo così di poter pianificare gli eventi durante tutto l’anno ed in varie condizioni atmosferiche. Le nove sale spettacoli sono organizzate all’interno di bolle poste tra le superfici di rivestimento. L’architettura è pensata come una spessa pelle, asportata in parte per mostrare i vari livelli e accogliere i volumi. Una molteplicità di livelli permette una complessa interazione di spazi pubblici e privati, all’opposto di quanto concesso da tipologie architettoniche a superficie singola. Un’immagine topografica tridimensionale è 2) Pop Music Center, Kaohsiung Client: Kaohsiung City Government Location: Kaohsiung Design: © Tom Wiscombe Design, 2010 Team: Tom Wiscombe, David Stamatis, Paul Mecomber, Michael Gross, Dave Bantz, Bin Lu, Brent Lucy, Mitch Rocheleau, Tiffany Li, Liz von Hasseln, Kyle von Hasseln, Oscar Nino, Ulysses Carmona, Han-Yin Hsu Description This design is intended to re-invigorate the Port of Kaohsiung as a cultural destination through world class public attractions, cutting edge music infrastructure, green energy technology, and lush landscaping. The design is based on creating two buildings located at anchor points on the site, one lifting into the air and the other embedded in the ground. By lifting partially off the ground, the Pop Music Center creates a huge shaded public plaza underneath the building. It also creates a protected space for the 12,000 seat public amphitheater, so that events can be planned year-round and in various weather conditions. The nine Performance Halls are organized inside bubbles nested between skin layers. The architecture is imagined as a thick skin which is sliced away to reveal different layers and nested volumes. Multiple layers allow for a complex interweaving of public and private spaces, as opposed to that allowed by singlesurface models of architecture. By glancing the skin with supple cutting surfaces, an effect Vista d'insieme / Overview ottenuta da ulteriori tagli obliqui sulla pelle della costruzione. La differenza tra i vari strati della superficie è enfatizzata dalla differenza di colorazione, materiale e tessitura. La superficie più esterna è caratterizzata da effetti di colore e tessitura che seguono una molteplicità di criteri non indicizzati. Lo spazio tra i livelli opera come un cuscinetto termico che isola e rinfresca l’edificio all’interno. Le pelli dell’edificio sono integrate con una sottile pellicola a tecnologia solare. L’energia elettrica è prodotta dal moto delle onde del mare attraverso la tecnologia BioWAVE. Il paesaggio risponderà per colore e morfologia alle strutture costruite sull’area e viceversa. of three-dimensional, figural topography is achieved. Difference between layers is emphasized by differences in color, material, and pattern. The outermost layer is characterized by the color and pattern effects which follow multiple criteria and are ultimately non-indexical. The space between layers operates as an environmental buffer zone which insulates and cools the building interiors. Building skins are embedded with thin-film solar technology. BioWAVE technology is proposed on the sea bed, which operates based on random, multidirectional movements of sea water. Landscaping will respond in color and morphology to built structures on the site and vice-versa. 55 Tom Wiscombe Design Schema: attività / Diagram: activity 56 Tom Wiscombe Design Vista del modello di studio / Design’s mock-up view Pianta / Plan Vista del modello di studio / Design’s mock-up view 57 Tom Wiscombe Design Diagramma: energia e tecnologie naturali / Diagram: energy and natural technologies 58 Tom Wiscombe Design Vista d’insieme / Overview 59 Tom Wiscombe Design Vista in dettaglio / Detailed view 60 Tom Wiscombe Design Vista dello spazio interno / Internal view 61
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