CSPComplessità e sostenibilità nel progetto

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CSPComplessità e sostenibilità nel progetto
ISSN: 2279-8749
CSP Complessità e sostenibilità nel progetto
2/2012 aprile-giugno 2012
Plasma Studio
Beckmann-N’Thépé & TN+ Paysagistes Associés
MONAD Studio
Tom Wiscombe Design
CSP
Sommario
Complessità e sostenibilità nel progetto
Direttore Responsabile
Gabriella Padovano
2/2012 aprile-giugno 2012
Vice Direttore
Cesare Blasi
Redattore
Attilio Nebuloni
Comitato Scientifico
Herman Diaz Alonso
Andreas Kipar
Tarek Naga
Tom Wiscombe
Cesare Blasi
Gabriella Padovano
Progetto grafico
Sergio Antonioli
3
6
3 | Editoriale
Gabriella Padovano e Cesare Blasi
6 | Plasma Studio
Fiera Orticolturale Internazionale, Xi’an /
International Horticultural Expo, Xi’an
48 | Tom Wiscombe Design
Semi-Rigid Car / Semi-Rigid Car
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Maggioli Editore
presso c.p.o. Rimini
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Maggioli Editore è un marchio Maggioli Spa
55 | Tom Wiscombe Design
Centro per la musica pop, Kaohsiung /
Pop Music Center, Kaohsiung
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31 | Beckmann-N’Thépé & TN+
Paysagistes Associés
Zoo Korkeasaari, Helsinki /
Zoo Korkeasaari, Helsinki
40 | MONAD Studio
Tandanor Performing Arts Center,
Buenos Aires / Tandanor Performing
Arts Center, Buenos Aires
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23 gennaio 2007, n. 2/2007
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55
www.architetti.com - [email protected]
editoriale
Gabriella Padovano, Cesare Blasi
I progetti pubblicati in questo numero cercano
di mettere in discussione la subordinazione e
l’integrazione della progettazione alla concezione
dominante della produzione architettonica
e hanno l’obiettivo di proporre strutture
spaziali in disequilibrio, mostrando ricerche e
sperimentazioni tese ad esprimere i mutamenti
della società e le nuove aspirazioni delle persone.
The projects published in this issue set out
to question the subordination and integration
of design to the dominant conception
of architectural production, and aim to
present spatial structures in disequilibrium,
showing research and experiments aimed at
expressing social changes and people’s new
aspirations.
Come scrive Derida: “La possibilità
dell’impossibile. Non bisogna lasciarsi
impressionare da ciò in cui i filosofi si sono
sempre trovati d’accordo: che questa unione
non è possibile. È la prima complicità da
rompere e proprio ciò di cui bisogna cominciare
a preoccuparsi, se si vuole pensare un poco.
Bandire il sogno senza tradirlo è quello che
occorre fare: risvegliarsi, coltivare la veglia e la
vigilanza, pur restando attenti al senso, fedeli
agli insegnamenti e alla lucidità di un sogno,
avendo cura di quel che il sogno dà da pensare,
soprattutto quando ci dà da pensare la possibilità
dell’impossibile. La possibilità dell’impossibile
può essere soltanto sognata, ma bisognerebbe,
pur risvegliandosi, continuare a vegliare sul
sogno. Da questa possibilità dell’impossibile,
e da quel che occorrerebbe fare per tentare
di pensarla altrimenti, di pensare altrimenti
il pensiero, in una incondizionatezza senza
sovranità indivisibile, al di fuori delle modalità che
hanno dominato la nostra tradizione, nasce la
capacità di pensare la mutazione”.
As Derrida writes: “The possibility of the
impossible. Don’t let yourself be put off by what
philosophers have always agreed: that this
union is not possible. This is the first complicity
we need to break and precisely what we need
to start worrying about, if we want to think a
little. Banishing the dream without betraying
it is what needs to be done: rousing oneself,
encouraging consciousness and vigilance, while
remaining attentive to the sense, faithful to
the teachings and lucidity of a dream, paying
attention to what the dream leads us to think
about, especially when it makes us consider the
possibility of the impossible. The possibility of
the impossible may be just a dream, but when
we wake up, we should continue to watch
over this dream. It is from this possibility of
the impossible, and from what we should do
to try and conceive of it differently, to conceive
thought differently, unconditionally without
indivisible sovereignty, outside the modes that
have dominated our tradition, that the ability to
think about mutation comes”.
L’apparizione di nuovi valori trova il suo
fondamento nel “profondo mutamento che
l’avvento della modernità fluida ha introdotto nella
The emergence of new values is based on
the “profound change that the advent of
fluid modernity introduced into the human
Jackson Pollock / Jackson Pollock
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Editoriale
condizione umana” (Bauman, 2000). La mutazione,
che stiamo sperimentando, dalla modernità
solida a quella liquida si riflette sulla concezione
dello spazio: l’uscita da un orizzonte di pensiero,
facendo un passo fuori dal mondo conosciuto,
comporta la necessità di riflettere come la nostra
comprensione dello spazio stia mutando e dato
che l’architettura è l’arte il cui mezzo è lo spazio
come si stia trasformando l’architettura stessa.
condition” (Bauman, 2000). The mutation we
are experiencing, from solid to liquid modernity,
is reflected in the idea of space: departing from
a horizon of thought, and stepping out of the
known world, it involves the need to reflect how
our understanding of space is changing and,
since architecture is the art whose medium
is space, how architecture itself is being
transformed.
Sono passati due secoli dal momento in cui Gaus
ha messo in crisi la geometria euclidea: l’avvento
di una geometria non euclidea ha portato a
fondamentali ripensamenti sul significato dello
spazio-tempo, della materia, dell’energia,
dell’informazione. Il mondo newtoniano euclideo
è stato rimpiazzato da uno post-euclideo, che si è
espresso nella modernità, ma l’architettura non è
riuscita a trovare una propria espressione spaziale
che le consentisse di esplorare le innumerevoli
concezioni dello spazio che l’avvento di una
geometria non euclidea apriva. L’idea sistemica di
gerarchia, che il dominio della razionalità ha reso
dominante nella modernità solida, si definisce in
termini da una parte di “dominio” e dall’altra di
“integrazione/inglobamento”.
Two centuries have passed since Gaus put
Euclidean geometry in crisis: the advent of
non-Euclidean geometry led to a fundamental
rethinking of the meaning of space-time,
matter, energy, and information. The EuclideanNewtonian world was replaced by a postEuclidean one, expressed in modernity, but
architecture failed to find its own spatial
expression that would allow it to explore the
countless conceptions of space that the advent
of non-Euclidean geometry opened up. The
systemic idea of hierarchy, that the domain
of rationality has made dominant in solid
modernity, is defined in terms of a “domain” on
the one hand and of “integration/incorporation”
on the other.
Centralismo, gerarchia, specializzazione si
richiamano l’un l’altro: la centralizzazione
e la gerarchia coinvolgono lo sviluppo della
specializzazione, mentre la specializzazione, a
sua volta, trascina l’incremento della gerarchia
e della centralizzazione. Il centro è un principio
organizzatore della realtà che sia nell’ambito
sociale che in quello spaziale presiede alla
dimensione gerarchica. Il centro è la sintesi del
Centralism, hierarchy and specialization are
inter-referential: centralization and hierarchy
involve the development of specialization, while
specialization, in turn, brings with it increased
hierarchy and centralization. The centre is
an organizing principle of reality that both in
the social and spatial sphere presides over
the hierarchical dimension. The centre is the
synthesis of the domain and like every domain
dominio e come ogni dominio si nutre dell’ambito
che sovrasta. In questo senso il centro non
è totalmente estraneo alla periferia: da un
lato gerarchizza lo spazio di cui costituisce il
referente, dall’altro rende omogeneo e differenzia
simultaneamente lo spazio in rapporto a se stesso.
it is nourished by the sphere it dominates. In
this sense, the centre is not totally unrelated to
the periphery: on the one hand it hierarchizes
the space for which it is the referent, and on
the other it makes the space homogeneous and
simultaneously differentiates it in relation to itself.
A tale modernità solida corrispondono modalità
architettoniche che hanno privilegiato lo spazio
rispetto al tempo e la storia dell’architettura fa
riferimento alle morfologie spaziali più che a
quelle temporali.
Nella modernità liquida, viceversa, si afferma
una dinamica del non equilibrio, che ci rivela
il vero volto della razionalità complessa che
lavora e combina al contempo irrazionalità e
ultra-razionalità.
This solid modernity corresponds to
architectural modes that have given priority to
space over time, and the history of architecture
is a story of spatial rather than temporal
morphologies.
In liquid modernity, conversely, we see the
dynamics of non-equilibrium, which reveals
the true face of the complex rationality that
works and combines both ultra-rationality and
irrationality.
Il diverso modo di guardare e definire la relazione
tra realtà e soggetto osservante, moltiplicando,
ribaltando e alterando le dimensioni e la
compattezza oggettiva dell’osservabile, implica
un diverso modo di organizzare lo spazio e gli
elementi dello spazio stesso.
La moltiplicazione dei livelli di osservazione e
il multicentrismo dell’osservatore determinano
l’aggiramento e il rovesciamento della consistenza
e definizione della costruzione architettonica.
The different way of looking at and defining the
relationship between reality and observer, by
multiplying, overturning and altering the size
and objective compactness of the observable,
implies a different way of organizing space and
the elements of space itself.
The multiplication of the levels of observation
and the multicentrism of the observer cause
the texture and definition of the architectural
construction to be bypassed and overturned.
Si possono osservare ri-concettualizzazioni e
ri-sistematizzazioni dei saperi che liberano,
via via, dalle inibizioni e dai timori indotti
da una disciplina, che si è travestita da
sapere acquisito, e ha stabilito veri e propri
“impedimenti epistemologici” per la libera
avventura della ricerca.
We can see the reconceptualization and
reorganization of knowledge that gradually
release us from the inhibitions and fears
induced by a discipline, which has taken on
the guise of an acquired knowledge, and has
established “epistemological obstacles” to the
boundless adventure of research.
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Editoriale
Tale insieme di valori e principi viene a
costituire l’orizzonte di indagine conoscitiva
e consente di comprendere come il termine
“complessità sostenibile” non costituisca un
corollario della progettazione (nei suoi codici e
strumentazioni disciplinari), bensì l’apertura al
divenire e alla trasformazione.
La ricerca effettua una svolta decisiva, che
porta la progettazione a costituirsi come
processo di conoscenza per la trasformazione,
mentre i concetti di complessità, innovazione e
sostenibilità sostituiscono quelli di adattamento,
di somiglianza, di ottimizzazione.
This set of values and principles constitutes
the horizon of cognitive investigation and
allows us to understand how the term
“sustainable complexity”, is not a corollary
of design (in its disciplinary codes and
tools), but an openness to becoming and
transformation.
Research establishes a turning point,
that leads design to become a process of
knowledge aimed at transformation, while
the concepts of complexity, innovation and
sustainability replace those of adaptation,
similarity and optimization.
In questa esplorazione dell’orizzonte culturale,
può essere utile richiamare quanto scrive Peter
Eisenman: “Bisogna ricondurre l’architettura
al livello zero per trovare un cammino verso
un’architettura che si adatti alla condizione
attuale dell’uomo. Qui l’architettura non
chiude, non unifica: piuttosto apre, disperde,
frammenta, destabilizza non soltanto in quanto
condizione del suo proprio essere, ma anche
in quanto esplorazione della sua risonanza con
questo concetto sempre cangiante della natura
e delle imprese umane”.
In this exploration of the cultural horizon, it
may be useful to recall the words of Peter
Eisenman: “We must take architecture back
down to the zero-level to find a path towards
an architecture that adapts to the current
condition of man. Here architecture does
not close or unify: rather it opens, scatters,
fragments and destabilizes, not only insofar
as this is a condition of its own being, but also
as an exploration of its resonance with this
ever changing concept of nature and of human
undertakings.”
Lo spazio architettonico dell’indeterminatezza è,
in tal modo, lo spazio e la forma corrispondenti
alla molteplicità di presenze e alla complessità
e sostenibilità dei rapporti che generano
incertezza, mutazioni e innovazioni, elementi
centrali di un linguaggio architettonico
innovativo e di spazi adeguati alla nuova società
delle trasformazioni.
Un pensiero libero non dovrebbe conoscere
The architectural space of indeterminacy is, in
this way, the space and form corresponding
to the multiplicity of presences and to the
complexity and sustainability of the relationships
that generate uncertainty, mutations and
innovations, central elements of an innovative
architectural language and of spaces in tune with
the new society of transformations.
Free thinking should not be based on either
centralità geometriche né razionalità totalizzanti,
per costruire se stesso in modo eccentrico,
sgusciando dalla vischiosità del centro
attraverso l’aggiramento e il rovesciamento
della forma del pensare centrato, ri-pensare per
fluidità anziché per cerchi o per reticoli, aprire
processi invece che chiudere soluzioni.
geometric centrality or totalizing rationality,
but should be built on eccentricity, escaping
the viscosity of the centre, bypassing and
overturning centred thought, re-thinking in
terms of fluidity rather than circles or networks,
starting processes rather than clinching
solutions.
Frattale Bleu / Frattale Bleu
5
Plasma Studio
Unit 51 - Regents Studios
8 Andrews Road London E8 4QN - UK
www.plasmastudio.com
Fiera Orticolturale
Internazionale, Xi’an
International Horticultural
Expo, Xi’an
Plasma Studio è uno dei principali Studi di architettura emergenti, conosciuto e apprezzato a livello
internazionale. Fondato a Londra nel 1999 da Eva Castro e Holger Kehne, lo Studio ha ottenuto velocemente una
forte visibilità, grazie ad una serie di piccoli interventi residenziali e di riqualificazione commerciale a Londra.
Con il progetto di un piano per l’Hotel Puerta America a Madrid, nel 2005, per lo Studio è arrivata la notorietà
internazionale e l’intervento è stato ampiamente pubblicato, tanto da diventare riferimento per la progettazione
degli hotel. Da allora, lo Studio è diventato sempre più internazionale, con progetti in Europa, Africa, Medio
Oriente e Cina (nel 2008 la vittoria per l’EXPO Orticolturale del 2011). Lo Studio è conosciuto principalmente
per il suo uso di forma e geometria, con variazioni, pieghe e curvature che creano continuità superficiali, mai
arbitrarie, ma sempre parte di un’organizzazione spaziale e strutturale. Lo spirito e le tecniche di inclusività,
collaborazione, ingegnerizzazione del ciclo di vita e di piena sostenibilità derivano dalla ricerca accademica dei
due partner alla Architectural Association e dalla collaborazione con Buro Happold.
Plasma Studio is one of the leading emergent architectural studios with a worldwide recognition and scope.
Founded by Eva Castro and Holger Kehne in London in 1999, the firm quickly came to recognition through
a range of small innovative residential and commercial refurbishment projects in London. Plasma came to
worldwide recognition with its floor for Hotel Puerta America, Madrid in 2005. The project was published
widely and became a benchmark for experimental hotel design. Since then the studio has become increasingly
global, working on projects in Europe, Africa, The Middle East and China. In 2008 it won the competition for
the International Horticultural Expo 2011. Plasma has just opened a new office in Beijing. The studio is best
known for its architectural use of form and geometry. Shifts, folds and bends create surface continuities that
are never arbitrary but part of the spatial and structural organisation. The spirit and techniques of inclusiveness,
collaboration, life-cycle engineering and full sustainability are guided by the academic research of both partners
at the Architectural Association and its collaboration with leading consultants such as Buro Happold.
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Plasma Studio
Fiera Orticolturale Internazionale, Xi’an
Cliente: Chan Ba Ecological District
Luogo: Xi’an
Progetto: © Plasma Studio, 2009 _ Eva
Castro, Holger Kehne, Ulla Hell
Plasma Studio Team: Eva Castro, Holger
Kehne, Mehran Gharleghi, Evan Greenberg,
Xiaowei Tong con Tom Lea, Ying Wang,
Nicoletta Gerevini, Peter Pichler, Benedikt
Schleicher, Katy Barkan, Danai Sage,
Federico Ruberto
Landscape: Groundlab, 2009
Groundlab Team: Eva Castro, Alfredo
Ramirez, Eduardo Rico, Jorge Ayala, Hossein
Kachabi con Nadia Kloster, Steve De Micoli,
Elisa Kim, Filipo Nassetti, Rui Liu, Kezhou
Chen, Clara Oloriz,
Consulenti: Beijing Institute of Architectural
Design (Design and construction phase
lead designers), ARUP London (Structural
engineering)
Fotografie: Cristobal Palma and Plasma Studio
Relazione
La Fiera Orticulturale Internazionale è il centro
della riqualificazione di una vasta area tra
l’aeroporto e il centro storico della città di
Xi’an. Plasma Studio, con la collaborazione di
Groundlab e LAUR Studio, ha vinto il concorso
internazionale ad inviti, con una visione di
auto-sostenibilità radicale: il progetto, intitolato
Giardini Fluttuanti, crea, in un sistema unico,
un’armonica funzionalità di acqua, vegetazione,
circolazione e architettura.
International Horticultural Expo, Xi’an
Client: Chan Ba Ecological District
Location: Xi’an
Design: © Plasma Studio, 2009 _ Eva
Castro, Holger Kehne, Ulla Hell
Plasma Studio Team: Eva Castro, Holger
Kehne, Mehran Gharleghi, Evan Greenberg,
Xiaowei Tong with Tom Lea, Ying Wang,
Nicoletta Gerevini, Peter Pichler, Benedikt
Schleicher, Katy Barkan, Danai Sage,
Federico Ruberto
Landscape: Groundlab, 2009
Groundlab Team: Eva Castro, Alfredo
Ramirez, Eduardo Rico, Jorge Ayala, Hossein
Kachabi with Nadia Kloster, Steve De Micoli,
Elisa Kim, Filipo Nassetti, Rui Liu, Kezhou
Chen, Clara Oloriz,
Consultants: Beijing Institute of
Architectural Design (Design and
construction phase lead designers), ARUP
London (Structural engineering)
Photo: Cristobal Palma and Plasma Studio
Description
The International Horticultural Expo becomes
core for the redevelopment of a large area
between the airport and the ancient city center
of Xi’an. Plasma Studio with collaborators
GroundLab and LAUR Studio won this
international competition with a radical selfsustainable vision for the future: the project,
titled Flowing Gardens, creates a consonant
functionality of water, planting, circulation and
architecture into one seamless system.
Progetto: Guangyun Entrance, vista d’insieme / Design: Guangyun Entrance, overview
Progetto: Centro espositivo, vista d’insieme / Design: Exhibition centre, overview
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Plasma Studio
Progetto: Centro espositivo, vista d’insieme / Design: Exhibition centre, overview
Il progetto si compone di 5.000 mq. di spazi
espositivi (Creativity Center), 4.000 mq. di serre
e 3.500 mq. dell’edificio di accesso (Guangyun
Entrance), su un’area di trentasette ettari, che
ha lasciato come eredità dell’esposizione un
parco per la città di Xi’an. L’Expo ha aperto il 28
aprile 2011.
I giardini fluttuanti danno vita ad una relazione
armonica tra acqua, vegetazione, circolazione e
architettura, come se fossero un unico sistema.
Lungo gli incroci principali dei percorsi si
trovano tre edifici. L’architettura si presenta
come un’intensificazione delle condizioni del
The proposal comprises a 5000 sqm Creativity
Centre (exhibition hall), a 4000 sqm Greenhouse
and the 3500 sqm Guangyun Entrance bridge
(gate building), sitting in a 37 ha landscape that
hosts the International Horticultural Expo and a
park for Xi’an City as legacy. The Expo opened on
the 28th of April 2011.
Flowing Gardens creates a consonant
functionality of water, planting, circulation, and
architecture as one seamless system. At the
major intersections of the pathways lie three
buildings; the architecture is an intensification
of the ground condition, where each building
Progetto: Serra, vista d’insieme / Design: Greenhouse, overview
suolo e ogni edificio dialoga e si interconnette
con il paesaggio.
stands alone as an object yet speaks of the
interconnectivity of the landscape.
Paesaggio
Il progetto nasce come sintesi di orticoltura
e tecnologia, dove l’architettura e il
paesaggio convergono per generare una
visione sostenibile e integrata. Il progetto
propone un’ibridazione dei sistemi naturale
e artificiale, in sinergia con un paesaggio
d’acqua. Considerando la quantità d’acqua
richiesta per l’irrigazione, il progetto cerca di
introdurre varie tecnologie e progetti fondati
Landscape
The project was generated as a synthesis of
horticulture and technology where landscape
and architecture converge at a sustainable and
integral vision. The project proposes a hybrid
of both natural and artificial systems, brought
together as a synergy of waterscapes. With
consideration to the amount of water required
for irrigation, the project seeks to introduce
various technologies and designs found in nature,
8
Plasma Studio
Schema, dall’alto: Guangyun Entrance, Centro espositivo, Serra / Diagram, from top: Guangyun Entrance, Exhibition centre, Greenhouse
nella natura, ma potenziata per rispondere
ai bisogni della nuova popolazione. L’acqua
piovana è raccolta e incanalata in aree
umide, dove piante naturali puliscono e
immagazzinano l’acqua, utilizzata poi per
l’irrigazione. Questi spazi d’acqua e aree
umide diventano delle oasi e dei punti di
riposo per i visitatori.
Obiettivo di progetto è quello di fare uso
dell’investimento iniziale e dell’organizzazione
nel corso dell’evento, per dare forma ad un
ambiente che diventi autonomo per funzione
e carattere. I giardini trasformano le esistenti
condizioni naturali e artificiali dell’area
in un sistema sostenibile, che al termine
dell’esposizione non richiede manutenzione,
permettendo al parco stesso di svilupparsi in
un nuovo modello, o paradigma, dell’industria
orticulturale. L’area del parco propone una
molteplicità di scale, in relazione alle specifiche
piantagioni, superfici e illuminazioni, dando vita
ad un pacchetto di esperienze che spaziano da
una condizione intima di semi-chiusura e riparo,
con spazi auto contenuti da vivere di persona,
ad una più ampia dimensione pubblica delle
piazze formate dagli ampi percorsi pedonali,
completamente esposti al sole, con viste
ininterrotte sui principali scorci dell’area.
“Il masterplan concettuale è sorprendentemente
simile a un estuario. Il flusso d’acqua inizia
come un piccolo ruscello, quindi si amplia,
ed espandendosi forma i confini degli spazi
del giardino … la circolazione influenza con
forza l’edificazione nella fase concettuale. Non
avviene spesso che la forma dell’edificio nasca
dalla volontà di un progetto paesaggistico,
ma, in questo caso, avviene che le forme della
costruzione si mimetizzano davvero con il
but it is enhanced to meet the specific needs
of the new population. Rainwater is collected
and channelled into the wetland areas, where
natural plants and reed beds clean and store the
water, which is then later dispersed and used for
irrigation. These integrated wetlands and ponds
are also to be enjoyed by the visitors as oasis and
points of personal tranquillity.
The proposal aims to make use of the initial
investment and organisation during the
exhibition, to set up an environment, which
becomes autonomous in function and character.
The gardens transform the artificial and natural
conditions of the site into a sustainable system
that becomes increasingly more maintenancefree once the exhibition is over, allowing the
park to develop into a new model, or paradigm,
within the horticultural industry. The park area
manifests a variety of scales in association with
very specific planting, surfacing and lighting,
thus providing a sandbox of experiences that
ranges from the very intimate with semienclosed, shaded, self contained, one-to-one
spaces, to the very public with communal
plazas formed by wider pedestrian paths
with full exposure to the sun and a direct,
uninterrupted visual link to the main hiatus on
the site.
“The conceptual masterplan is strikingly
similar to an estuary. The circulation
flow begins as a single stream, and then
broadens, branching out to form the borders
of garden spaces … the flowy circulation
heavily influenced the buildings in the
conceptual phase. It isn’t often that building
forms bend to the will of the landscape
design, but in this case it appears that the
building forms actually mimic those of the
9
Plasma Studio
progetto paesaggistico, quale sua estensione
nell’acqua.” (Olivia Chen)
landscape design as they extend out into the
water.” (Olivia Chen)
L’ingresso, Guangyun Entrance, si trova
all’intersezione tra lo spazio di aggregazione,
il paesaggio e il sistema di circolazione. Esso
si trova in corrispondenza dell’infrastruttura
e ha il compito di collegare le porzioni d’area
divise dall’infrastruttura stessa. Così, incanala
i visitatori dalla piazza d’ingresso dove si
The Guangyun Entrance, the gate building, is
created at the junction of public meeting space,
landscape, and circulation. It operates on the level
of infrastructure and fulfils the role of bridging
over the main road that dissects the site. Thus it
channels the visitors from the entry plaza, where
they congregate and orient themselves after having
raggruppano verso una direzione precisa. Da
un’altezza di sette metri, dal ponte si godono
punti di vista panoramici delle varie zone
dell’Expo.
A livello funzionale, il ponte necessita di due
flussi, uno per il traffico di ingresso, l’altro per
quello in uscita. Naturalmente, questi flussi
sono discontinui e cambiano enormemente tra
mattino e sera. Riprendendo l’idea dalle scale
mobili della metropolitana di Londra, il ponte
entered the Expo and sets them into a definite
direction. By bringing them up to +7.00 m the
bridge offers vantage points from where to gain an
overview of the different zones of the Expo ahead.
Functionally, the bridge needs to have two lanes
for incoming and outgoing traffic. Naturally,
these flows are very uneven and change greatly
between the beginning and end of the day.
Taking the idea from the London Underground
escalators we devised the bridge to have three
Progetto: Vista / Design: View
10
Plasma Studio
è diviso in tre linee, con quella centrale che
accoglie, a seconda delle ore del giorno, i flussi
in ingresso o in uscita.
Le tre fasce lette come trecce annodate, e
assieme alla struttura di copertura a pergolato,
appaiono come fasce di paesaggio strappate
e riportate nella struttura. Tra le tre fasce vi
sono aree verdi. Al di sopra una struttura a
pergolato di ombreggiamento, sulla quale
crescono piante rampicanti, forma una
copertura verde che da lontano suggerisce il
tema dell’Expo. Per questa copertura leggera,
e con la collaborazione di Arup, si è sviluppata
una innovativa struttura a tensegrità, che
appare come un insieme di travi a prima vista
fluttuanti nello spazio.
Il centro espositivo, il Creativity Pavilion, è
realizzato come un paesaggio di mobilità e
acqua, che si situa sul perimetro del lago come
punto terminale dell’asse centrale che parte
con l’edificio all’ingresso; inoltre, è il punto di
partenza per attraversare l’acqua via battello.
Esso si relaziona con una serie di moli, che
seguono il paesaggio proiettato sull’acqua.
Il volume costruito si intreccia con il suolo,
producendo una continuità a molteplici livelli,
che integra assieme paesaggio e costruito.
Da questi flussi l’organizzazione della
costruzione si presenta come tre volumi
paralleli che si muovono nel paesaggio,
e passando sottoterra portano ai moli,
proiettandosi a sbalzo sul lago. L’esperienza
fluida di passare attraverso il paesaggio
continua anche all’interno, dove tutte le zone
sono ampie e interconnesse. Qui, l’uso delle
rampe permette ai visitatori di salire prima al
mezzanino e poi in copertura.
Attraverso la sua materialità, l’edificio si
lanes, where the middle lane switches from the
incoming direction in the morning to outgoing
later in the day.
The three bands read as interwoven braids,
and together with a trellis roof structure give
the appearance of bands of landscape peeling
off and turning into structure. Between the
three bands are green areas. Above them an
open trellis steel structure forms a shading
device that becomes overgrown with climbing
plants forming a green roof, and suggesting to
distant onlookers the theme of the Expo. For
this lightweight roof, we developed together
with Arup an innovative tensegrity structure
that appears as beams seemingly free-floating
in space.
The Creativity Pavilion, the exhibition centre, is
formed at the seam of landscape, circulation
and water. It is located on the edge of the
lake as the endpoint to the central axis that
starts with the Gate Building, and is the
starting point for the water crossing by boat.
It ties in with a series of piers that follow the
landscape jutting out into the water. The built
volume is interwoven with the articulating
ground, producing continuities on many levels
integrating the landscape and building together.
From this flows the organization of the building
massed as three parallel volumes within the
landscape, flowing through and underneath,
leading to the piers, the volumes themselves
hover as cantilevers over the lake. The fluid
experience of passing through the landscape
continues inside, where all zones are generous
and interconnected. Inside, the use of ramps
enables visitors to move up to the mezzanine
level and out onto the roof of the building.
Through its materiality the building again
manifesta come estensione del suolo; i suoi
piani e muri interni sono fatti in calcestruzzo e
l’utilizzo del bronzo è espressione dell’identità
locale.
La serra è realizzata come un cristallo
prezioso, in parte interrata ed isolata in un
posto splendido si raggiunge via battello
attraversando il lago o seguendo un breve
percorso lungo la costa. La serra si fonde nella
collina ancora di più che le altre due strutture.
Nella costruzione si entra attraverso un’estesa
fenditura letteralmente scavata nel suolo, che
all’interno porta ad una luminosa hall incavata.
Da qui, attraverso un reticolo di percorsi, il
visitatore percorre tre diverse zone climatiche.
La serra ha una pianta a ferro di cavallo, un
anello che cambia radicalmente in sezione per
accogliere una serie di vegetazioni e condizioni
spaziali diverse. La forma a ferro di cavallo,
inoltre, genera una corte che porta lo spazio
esterno all’interno, facendola diventare il centro
naturale della costruzione.
manifests itself as an extension of the ground
with its floors and interior walls made from
concrete and bronze is used as expression of
local identity.
The Greenhouse is formed as a precious crystal,
semi-submerged in splendid isolation reached
by boat across the lake followed by a short
walk from the shore. The greenhouse blends
into the hillside even more so than the other
two structures. The building is entered through
a prolonged cut, literally scooped up from the
ground, emerging within a light-filled cavernous
reception space. From here the visitor passes
along a tessellated mesh of paths through three
different climatic zones.
The greenhouse has a horseshoe plan creating
a loop that changes radically in section to
accommodate a sequence of different planting
and spatial conditions. The horseshoe shape
also generates an inner courtyard of outside
space, making it the natural centre of the
building.
11
Plasma Studio
Progetto: Vista / Design: View
12
Plasma Studio
Planimetria / Plan
13
Plasma Studio
Schema: distribuzione / Diagram: distribution
Schema: suoli e vegetazione / Diagram: land and vegetation
Schema: attività / Diagram: activity
Schema: acqua / Diagram: water
14
Plasma Studio
Serra: pianta e attività / Greenhouse: plan and program
15
Plasma Studio
Serra: piante e sezione /
Greenhouse: plans and section
16
Plasma Studio
Serra: sezioni / Greenhouse: sections
17
Plasma Studio
Serra: sezioni / Greenhouse: sections
18
Plasma Studio
Serra: vista / Greenhouse: view
Serra: vista / Greenhouse: view
19
Plasma Studio
Serra: vista / Greenhouse: view
20
Plasma Studio
Guangyun Entrance, modello di studio / Guangyun Entrance, design’s mock-up
21
Plasma Studio
Centro espositivo: planimetria e piante / Exhibition centre: plans
22
Plasma Studio
Centro espositivo: prospetto / Exhibition centre: elevation
Centro espositivo: prospetto / Exhibition centre: elevation
Centro espositivo: vista / Exhibition centre: view
Centro espositivo: vista / Exhibition centre: view
23
Plasma Studio
Paesaggio: pianta dei giardini, dettaglio e sezione / Landscape: gardens plan, detail and section
24
Plasma Studio
Paesaggio: dettaglio della vegetazione dei giardini / Landscape: gardens vegetation detail
25
Plasma Studio
Paesaggio: vista dei giardini / Landscape: gardens view
26
Plasma Studio
Vista d’insieme / Overview
27
Plasma Studio
Serra: vista / Greenhouse: view
28
Plasma Studio
Serra: vista / Greenhouse: view
29
Plasma Studio
Serra: vista dello spazio interno / Greenhouse: internal view
30
Beckmann-N’Thépé & TN+ Paysagistes Associés
Beckmann-N’Thépé
5 Rue D’hauteville, 75010 Paris
www.b-nt.biz
TN+
30, Bvd Lenoir, 75011 Paris
www.tnplus.fr
Zoo Korkeasaari, Helsinki
Zoo Korkeasaari, Helsinki
L’agenzia Beckmann-N’Thépé, fondata nel 2002 a Parigi dai due partner Aldric Beckmann e Françoise
N’Thépé, è un giovane Studio francese di architettura, che opera nei campi della progettazione,
dell’urbanistica e della scenografia. Negli anni, lo Studio ha costruito un solido know-how per affrontare
un’ampia serie di programmi, nella riqualificazione e nelle nuove costruzioni (con strutture culturali, sociali e
amministrative, residenze). Accanto all’attività professionale, Beckmann e N’Thépé partecipano a conferenze
e tavole rotonde e sono impegnati in workshop progettuali.
TN Plus Paysagistes Associés è uno studio nato nel 2002 dall’incontro tra Bruno Tanant e Jean-Christophe
Nani. Dagli studi urbani alle aree pubbliche, dai giardini ai parchi zoologici, TN+ è impegnato a trasmettere
quanto più possibile nei suoi progetti una consapevolezza ambientale. Dopo aver gestito la riorganizzazione
degli zoo di Chizé (Francia), Wuhan (Cina) e Rabat (Marocco), TN+ ora collabora con lo Studio Beckman
N’Thépé con il quale ha vinto i concorsi per gli zoo di Vincennes, Helsinki e San Pietroburgo.
Established in 2002 in Paris by partners Aldrich Beckmann and Françoise N’Thépé, Beckman-N’Thépé, is a
young French practice, operating in the fields of design, planning and design. Over the years the agency has
built strong know-how to tackle a wide range of programmes, in both renovation and new buildings (cultural,
social and administrative structures, housing). In addition to their responsibilities as architects, Beckmann and
N’Thépé also participate in numerous conferences and round tables. They are also involved in the teaching of
architecture, especially through workshops.
The TN Plus Paysagistes Associés agency was born in 2002 from the encounter of Bruno Tanant and JeanChristophe Nani. From urban studies to public areas, from gardens to zoological parks, TN+ is dedicated
to convey to the largest number, through their projects, an environmental awareness. After managing the
reorganization of the zoos of Chizé (France), Wuhan (China) and Rabat (Morrocco), TN+ now collaborate with
the Firm Beckman N’Thépé with whom it has won the competition for the zoos of Vincennes, Helsinki and
Saint-Petersburg.
31
Beckmann-N’Thépé & TN+ Paysagistes Associés
Zoo Korkeasaari, Helsinki
Cliente: Municipalità di Helsinki
Luogo: Helsinki
Progetto: © Beckmann-N’Thépé & TN+
Paysagistes Associés, 2008
Team: Wilfried Daufy (Project manager),
Anne-Catherine Dufros (Architects),
Constance Héau, Jessica Pallatier (Assistant
architects), Landscape design: Guillaume
Derrien, Agathe Turmel, Jean Marc Lernould
(zoo expert)
Relazione
Programma: riqualificazione dello zoo di
Helsinki, paesaggio e serre, auditorium,
nocturama, reception, negozio, stanza tecnica,
ristorante.
L’isola zoologica di Korkeasaari sarà nuovamente
sospesa. I suoi interventi architettonici saranno
tesi a renderla ancora più selvaggia e misteriosa:
un parco/giardino quale luogo di un popolo
privilegiato, la nobiltà della futura città.
L’architettura scompare in favore di una
geografia controllata, come la rinascita
paesaggistica di un quartiere. L’ingresso
raccoglie una serie di servizi cruciali per il
funzionamento dello zoo, diventando l’obiettivo
della sua immagine, un qualcosa a cavallo tra
forma e assenza di modello, perforato da cavità.
Come strati di pelle spogliati per ricevere un
impianto, c’è un sotto e un sopra che dialogano
e sono in relazione tra loro. Aree di luce,
incertezza, riflessioni e profondità, verranno
realizzate per offrire l’emozione di una visita
Korkeasaari Zoo, Helsinki
Client: City of Helsinki
Location: Helsinki
Design: © Beckmann-N’Thépé & TN+
Paysagistes Associés, 2008
Team: Wilfried Daufy (Project manager),
Anne-Catherine Dufros (Architects),
Constance Héau, Jessica Pallatier (Assistant
architects), Landscape design: Guillaume
Derrien, Agathe Turmel, Jean Marc Lernould
(zoo expert)
Description
Programme: Redevelopment of Helsinki
Zoo, landscape, greenhouses, auditorium,
nocturama, reception office, souvenir shop,
technical room, restaurant.
The zoological island of Korkeasaari will be cut
off again. Its architectural interventions will be
concentrated to make it wild and mysterious
once more – a park/garden as a place of
popular privilege, the nobility of the future city.
Architecture disappears in favour of
controlled geography, like the resurgence of a
neighbouring landscape. The entrance grouping
the set of utilities crucial to the running of
the zoo becomes a focus of visual identity,
somewhere between form and shapelessness,
pierced with cavities.
Like layers of skin peeled back to receive an
implant, there will be an above and a below that
dialogue and interpenetrate one another. Areas
of light, uncertainty, reflections and depths will
be developed, offering the first emotions of
che giocherà sul tempo e le stagioni delle
quattro bio-zone:
- Steppa dell’Asia Centrale;
- Polo Nord;
- Foresta Temperata asiatica;
- Montagna dell’Asia Centrale.
a visit that will play on time and the seasons
through four biozones:
- Central Asian Steppe;
- Arctic Pole;
- Asian Temperate Forest;
- Central Asian Mountain.
Planimetria / Site plan
32
Beckmann-N’Thépé & TN+ Paysagistes Associés
Pianta livello inferiore / Lower level plan
33
Beckmann-N’Thépé & TN+ Paysagistes Associés
Pianta livello superiore / Upper level plan
34
Beckmann-N’Thépé & TN+ Paysagistes Associés
Sezione / Section
35
Beckmann-N’Thépé & TN+ Paysagistes Associés
Vista del modello di studio / Design’s mock-up view
Vista del modello di studio / Design’s mock-up view
Vista del modello di studio / Design’s mock-up view
36
Beckmann-N’Thépé & TN+ Paysagistes Associés
Vista d’insieme / Overview
Vista / View
Vista dello spazio interno / Internal view
37
Beckmann-N’Thépé & TN+ Paysagistes Associés
Vista / View
Vista / View
Vista / View
38
Beckmann-N’Thépé & TN+ Paysagistes Associés
Vista / View
39
MONAD Studio
1935 NE 147th Terrace
North Miami Beach, Fl 33181
www.monadstudio.net
Tandanor Performing Arts
Center, Buenos Aires
Tandanor Performing Arts
Center, Buenos Aires
Fondato nel 2002 da Eric Goldemberg e Veronica Zalcberg, MONAD Studio è una realtà di studio e progettazione,
interessata alla percezione spaziale in relazione all’influenza ritmica, con ricerche che spaziano dalla scala
urbana agli edifici, dal paesaggio alle installazioni e al design. I progetti di MONAD Studio evidenziano la gamma
e la complessità delle sensazioni coinvolte nella costruzione di insiemi ritmici. L’attività che risulta da un’intensa
progettazione digitale non si rivela solo nei vincoli strutturali o programmatici, ma acquista una maggiore presenza
nell’articolazione della topologia delle costruzioni. Il lavoro dello Studio è stato ampiamente pubblicato ed esposto.
Eric Goldemberg è attualmente Digital Design Coordinatore e professore alla Florida International University. Veronica
Zalcberg insegna progettazione nei laboratori alla Columbia University e al New Jersey Institute of Technology.
Founded in 2002 by Eric Goldemberg and Veronica Zalcberg, MONAD Studio is a design research practice with
focus on spatial perception related to rhythmic affect, with explorations ranging from the scale of urban plans
to buildings, and from landscape to installations and product design. MONAD Studio’s designs highlight the
range and complexity of sensations involved in constructing rhythmic ensembles. The activity that results from
intense digital design is not only revealed through structural or programmatic constraints, but takes, a much
more important presence in the articulation of the topology of buildings. The work of MONAD Studio has been
published and exhibited. Eric Goldemberg is currently the Digital Design Coordinator and Full-Time Professor
at Florida International University. Veronica Zalcberg taught design studios at Columbia University and the New
Jersey Institute of Technology.
40
MONAD Studio
Tandanor Performing Arts Center, Buenos
Aires
Cliente: Municipalità della Città di Buenos
Aires
Luogo: Buenos Aires
Progetto: © Monad, 2009
Team: Eric Goldemberg, Veronica Zalcberg
(Principals) - Ivan Bernal, Alex Lozano, Ali
Qureshi
Relazione
A livello urbano, la portata di una serie di sale
e spazi per la musica al porto di Buenos Aires è
decisamente incrementata con la realizzazione
di un “nuovo orizzonte” in un sito carico di
storia, un ex cantiere navale vicino al Museo
dell’Immigrazione.
Il carattere del progetto deriva dalla
peculiarità poetica del waterfront urbano ed
incrementandola costruisce una nuova linea di
orizzonte, leggermente proiettata dalla costa
per attivare una serie di condizioni estetiche e
programmatiche. Allo stesso tempo, il progetto è
un sistema di circolazione che assorbe tutti i tipi e
le condizioni di accessibilità ed attraverso l’intrico
dei suoi componenti reintroduce, a scala urbana,
una distribuzione settoriale della circolazione.
Il Performing Art Center presenta una
successione lineare di sale e spazi aggregativi
pubblici lungo il corpo principale del complesso,
ai quali si arriva attraverso una intricata rete di
percorsi pedonali da Antartida Argentina Avenue,
un’importante arteria lungo il waterfront.
Questa rete filtra la relazione del progetto con
la città, facendo sperimentare il passaggio
Tandanor Performing Arts Center, Buenos
Aires
Client: Municipalidad de la Ciudad de
Buenos Aires
Location: Buenos Aires
Design: © Monad, 2009
Team: Eric Goldemberg, Veronica Zalcberg
(Principals) - Ivan Bernal, Alex Lozano, Ali
Qureshi
Description
The urban unit of measure for an array of
auditoriums and music halls at the Port
of Buenos Aires is critically heightened by
means of the creation of a “new horizon” in
a historically charged site, a former shipyard
adjacent to the Museum of Immigration.
The character of the project stems from a
poetic condition of the urban waterfront and
it sets to construct a new line of augmented
horizon, slightly set-off from the coast to
activate a number of programmatic and
aesthetic conditions. It is at the same time a
circulatory system that absorbs all sorts of
access conditions and re-introduces a sectional
distribution of circulation via the intricacy of its
components at an urban scale.
The Performing Arts Center presents a linear
succession of halls and public assembly spaces
along the main body of the ensemble, arriving
at it through an intricate web of pedestrian
ways from Antartida Argentina Avenue, an
important artery along the waterfront. This
network filters the relation of the project with
the city, providing a transitional experience
Vista del modello di studio / Design’s mock-up view
dall’uniformità della linea d’orizzonte della
costa ed in contrasto offre una organizzazione
preminentemente orizzontale, caratterizzata
dalle connessioni oblique tra le attività
pubbliche. Queste connessioni sono attivate
dalle traiettorie spaziali lungo le superfici
inclinate degli spazi urbani di mediazione.
L’organizzazione ha inteso consolidare una
serie di sale e grandi ambienti pubblici per
esibizioni musicali, operando per articolare
le relazioni interne e spostando l’attenzione
verso le estensioni orizzontali e pubbliche
from the uniformity of the coastal skyline,
and offering in contrast a predominantly
horizontal organization characterized by oblique
connections between public programs. These
connections are activated by spatial trajectories
along gradient surfaces of urban mediation.
The organization is meant to consolidate a
series of auditoriums and large public venues
for music performances, operating to articulate
the internal relationships and providing a shift
of attention towards horizontal, public, coastal
developments. This new rhythm performs as
41
MONAD Studio
Vista del modello di studio / Design’s mock-up view
della costa. Questo nuovo ritmo risulta come
contrappunto al prevedibile skyline di Buenos
Aires, punteggiato da figure verticali che sono al
contrario estranee al pubblico dominio.
Dopo l’attraversamento del primo livello di
connessione urbana, la striscia centrale di
programmi culturali alterna una sequenza
di atri pubblici e ampie sale, con molteplici
opportunità di accesso alla grande piazzacopertura, dove il progetto, nella relazione
diretta con il fiume, raggiunge il suo carattere
più alto. Lo strato di attività più esterne
counterpoint to the very predictable skyline of
Buenos Aires, which is punctuated by vertical
icons that are rather disengaged from the public
realm.
After traversing the first layer of urban
connectivity, the central swath of cultural
programs alternates a sequence of public
foyers and great halls with multiple
opportunities to access a large roof-plaza
where the project reaches its most sublime
character in direct relation with the river.
The outermost layer of program contains the
ospita le sale prova e le aree per workshop,
unitamente ad un percorso perimetrale con
ristoranti, negozi e vari programmi per il tempo
libero, interconnessi da una serie di moduli
spaziali aggregati e modellati dolcemente
lungo il filo dell’acqua.
Il progetto è innestato sulla struttura
di un vecchio cantiere navale, traendo
vantaggio dalle insenature e dentellature
del suolo. Assorbendo le relazioni esistenti e
reintroducendo nuove immagini, il progetto,
attraverso l’effetto della sua geometria
morbida e flessibile, accetta le condizioni delle
connessioni esistenti sull’area e le introietta
come vincoli produttivi e attivatori per
generare differenze interne al sistema spaziale
proposto.
Ci sono importanti temi storici e funzionali
che operano al livello di questa scala
urbana; il materiale di base consiste
nell’assortimento esistente di relazioni
urbane nel sito stesso, cosicché il nuovo
Centro opera direttamente dall’interno
delle condizioni del paesaggio per attivare
nuove relazioni tridimensionali, integrando
e rinvigorendo quelle esistenti per plasmare
una rete di forme costruite che pulsano
con una sequenza di ritmi e successioni
particolari. In quanto materia generativa,
il sito è de-oggettivato e re-mixato per
scoprire relazioni locali latenti che possono
aiutare a fissare delle forme che altrimenti
potrebbero essere percepite come estranee.
La solida rete di relazioni cerca di articolare
il progetto con l’area e produrre un
significativo spostamento nella percezione
ritmica del waterfront, che è un marchio di
fabbrica dello storico skyline di Buenos Aires.
rehearsal rooms and workshop areas as well
as a boardwalk with restaurants, retail and
various leisure programs woven by a pattern
of spatial modules that aggregate and morph
along an attenuated scalar motion along the
water’s edge.
The project is grafted onto the figure of an
old shipyard, taking advantage of the inlets
and indentations of the land; it is absorbing
existent relationships and re-introducing new
scalar features by means of the effect of its
supple and pliant geometry, which accepts
the vicissitudes of existent networks on the
site and internalizes them as productive
constraints and triggers to produce internal
differentiation of the proposed spatial
system.
There are important historical and functional
issues operating at an urban scale of this
magnitude; the base material consists of
the existent set of urban relations at the
site itself, so that the new Performing Arts
Center operates directly from within the
landscape conditions to activate new threedimensional relationships, integrating and
re-invigorating existent ones in order to form
a network of built form that pulsates with
particular scalar rhythms and sequences.
The site as generative material is deobjectified and re-mixed to uncover latent
local relationships that can help to anchor
what could otherwise be perceived as alien
forms. The robust network of relationships
seeks to articulate the project with the site,
and to produce a significant shift in the
rhythmic perception of the waterfront which
is a trademark of the historical skyline of
Buenos Aires.
42
MONAD Studio
Vista del modello di studio / Design’s mock-up view
Vista del modello di studio / Design’s mock-up view
43
MONAD Studio
Sezioni / Sections
44
MONAD Studio
Pianta coperture / Plan top overview
45
MONAD Studio
Vista d’insieme / Overview
46
MONAD Studio
Vista d’insieme / Overview
47
Tom Wiscombe Design
383 S. Westmoreland Ave.
Los Angeles, CA 90020
www.tomwiscombe.com
1) Semi-Rigid Car/Semi-Rigid Car
2) Centro per la musica pop,
Kaohsiung/Pop Music Center,
Kaohsiung
Studio di architettura con sede a Los Angeles, Tom Wiscombe Design, già EMERGENT, è una piattaforma per
sperimentazioni che fanno leva su tecniche e logiche provenienti da ambiti esterni all’architettura, come la
biologia, le scienze complesse, l’ingegneria aerospaziale e l’informatica. Il suo intento è quello di destrutturare
l’architettura nella generazione di relazioni, coerenti e integrate, tra sistemi e componenti costruttive. Il lavoro
fa parte di un più largo movimento dell’architettura contemporanea identificato da Detlef Mertins nel 2004
come “Biocostruttivismo”, dove biologia, matematica e ingegneria si fondono per produrre un’architettura
caratterizzata dalle sue performance e variabilità; in queste organizzazioni le componenti sono sempre collegate
e le informazioni condivise e gli insiemi architettonici superano la somma delle singole parti.
Il lavoro dello Studio vanta la partecipazione a numerosi concorsi ed esposizioni, oltre ad essere nelle collezioni
permanenti del FRAC di Parigi, dell’Art Institute di Chicago, del MoMA di San Francisco e del MoMA di New York.
Tom Wiscombe è senior member della Faculty del Southern California Institute of Architecture.
Architectural firm based in Los Angeles, Tom Wiscombe Design, formerly EMERGENT, is a platform for
experimentation, leveraging techniques and logics from fields outside architecture including biology,
complexity science, aerospace engineering, and computation. Its directive is to destratify architecture by
generating coherent, integrated relationships between building systems and between building components.
The work is part of a larger contemporary movement in architecture referred to by Detlef Mertins in 2004
as ‘Bioconstructivism’, where biology, mathematics, and engineering combine to produce an architecture
characterized by its variability and performance. Through these organizations, the components are always
linked and always exchanging information where architectural wholes exceed the sum of their parts.
Their work boasts of many competitions, exhibitions and is part of the permanent collection of the FRAC Centre
Paris, the Art Institute of Chicago, MoMA San Francisco, and MoMA New York. Tom Wiscombe is a senior faculty
member at the Southern California Institute of Architecture.
48
Tom Wiscombe Design
1) Semi-Rigid Car
Progetto: © Tom Wiscombe Design, 2011
Team: Tom Wiscombe, David Stamatis, Luis
Quinones, Josh Moratto
Relazione
Multi-materialità. La Semi-Rigid Car (SRC) è un
esperimento favorito dalla recente rivoluzione
in ciò che chiamiamo “multi-materialità”
nella prototipazione rapida. Con l’invenzione
della stampante 3D, che non solo stampa
contemporaneamente in molti materiali, ma
in gradualità di questi, la prefabbricazione
così come l’abbiamo concepita cambia. Non
più basata sulla tettonica o l’assemblaggio di
1) Semi-Rigid Car
Design: © Tom Wiscombe Design, 2011
Team: Tom Wiscombe, David Stamatis, Luis
Quinones, Josh Moratto
Description
Multi-materiality. The Semi-Rigid Car (SRC)
is an experiment underwritten by the recent
revolution in what we call ‘multi-materiality’
in rapid prototyping. With the invention of
3D printers which not only print in multiple
materials simultaneously, but in gradient
mixtures of these materials, fabrication as we
have understood it is transformed. No longer
based on tectonics or assembly of parts,
Vista del modello di studio / Design’s mock-up view
Vista del modello di studio / Design’s mock-up view
parti, la prefabbricazione è improvvisamente
diventata una nuova forma di alchimia.
Di colpo, opacità variabile, colore, duttilità e
rigidità entrano in gioco, aprendo a possibilità
radicali per legare struttura, sistemi di energia
ed effetti visivi, in una matrice materiale in
continua mutazione. L’aspetto meccanico e
il comportamento di acciaio, vetro, fogli di
metallo e giunzioni, sono replicati con un nuovo
linguaggio basato sulla mescolanza di materiali
compositi sintetici e biologici, non a strati, ma in
nuove disposizioni molecolari.
Il range di capacità associative ed estetiche di
polimeri, resine, gomme, silicone, cartilagine e
pelle rimette in questione lo stanco modello di
fabrication has suddenly become a new form of
alchemy.
Variable opacity, color, ductility, and rigidity
are all in play, all at once, opening up radical
possibilities for embedding structure, energy
systems, and visual effects across a continuously
changing material matrix. The mechanical
appearance and behavior of steel, glass, sheet
metal, and fasteners is replaced with a new
language of blending based on compositing
synthetic and biological materials, not in layers,
but in new molecular arrangements.
The combinatorial range of capacities and
aesthetics of polymers, resins, rubbers, silicone,
cartilage, and cuticle puts into question the
49
Tom Wiscombe Design
progetto, che si basa su un’estrema disparità
delle capacità materiali nella gerarchia degli
assemblaggi. In termini di progettazione
strutturale di automobili, nell’ultimo secolo, ed
alla sua oscillazione tra modelli a telaio vettore
e a scocca, il paradigma della multi-materialità
offre alternative distanti sia dalla logica
minerale, che da quella meccanica.
tired model of design, which is based on
extreme disparity of material capacities within
hierarchical assemblies. In terms of automobile
structural design over the last century, and its
oscillations between vector frame and unibody
models, the paradigm of multi-materiality offers
alternatives away from both mineral logic and
machine logic.
Cartilagine sintetica e pelle realizzata.
L’estensione multi-materiale, da leggera
a semi-rigida, rigida, è applicata al telaio
discontinuo e attraverso la pelle dell’auto. Il
materiale di base, un composto collageno
a rade fibre ingegnerizzate in una matrice
gelatinosa, varia nel corpo per spessore e
densità, trasformandosi, a volte, in zone di
cartilagine semi-rigida bio-ingegnerizzata.
Come lo scheletro dello squalo, che è tutto
di cartilagine, zone di semi-rigidità possono
presentarsi come armature o lamiere. Il modello
di sicurezza d’urto a “zone piegate” della
costruzione a scocca, dove le zone anteriori
e posteriori si auto-distruggono per assorbire
le forze dell’impatto, è sostituito dalla vivace
elasticità della costruzione semirigida.
La variabilità dello spessore della matrice
gelatinosa crea zone di opacità variabili,
permettendo, a volte, di vedere in profondità gli
ambienti interni dell’auto. Le zone più spesse, dove
la superficie diventa volume, ospitano le riserve
dei liquidi del sistema bireattore fotocatalitico ad
alghe, che produce biocarburante a bordo.
L’utilizzo dell’illuminazione a Led in queste
riserve permette la produzione di biocarburante
durante tutto il giorno e crea, di notte, una
luminosità intensa nella matrice gelatinosa.
Rispetto ai movimenti meccanici tradizionali
Synthetic Cartilage and Actuated Skin. The
multi-material range from soft to semi-rigid
to rigid is applied across the discontinuous
chassis and across the skin of the car.
The base material, a composite of sparse
engineered collagen fibers in a gel matrix,
varies in thickness and density across the
body, sometimes transforming into zones of
semi-rigid bio-engineered cartilage. Similar
to a shark skeleton, which is all cartilage,
zones of semi-rigidity can occur as armatures
or plate-like formations. The “crumple-zone”
model of crash safety in unibody construction,
where front and rear zones self-destruct in
order to absorb impact forces, is replaced
by the lively springiness of the semi-rigid
construction.
Thickness variability of the gel matrix creates
variable opacity, sometimes allowing deep
atmospheric views inside the body of the car.
The thickest zones, where surface becomes
volume, house fluid reservoirs for an algae
photo-bioreactor system that produces biofuel
on-board.
The introduction of Led lighting into these
reservoirs enables 24-hour biofuel production,
and creates a deep glow through the gel matrix
at night.
In contrast to the conventional mechanical
delle porte e dei portelloni, che coinvolgono
cerniere e telai, le aperture nella Semi-Rigid
Car sono senza struttura e cerniere. Le “porte”
sono lastre di pelle sintetica, attivate da
attuatori a tendina. Quando si aprono vibrano e
si arricciano, mostrando un atteggiamento che
non appartiene né al foglio di metallo, né alla
componente ferrosa.
Infine, le ruote fondono cerchio e pneumatico in
un biopolimero rigido di gomma. Le sostituzioni
possono ovviamente essere stampate in 3D.
movements of doors and hoods, involving
frames and hinges, openings in the Semi-Rigid
Car are boneless and hinge-less. The ‘doors’ are
slabs of synthetic skin, triggered by tendon-like
actuators. When they open, they quiver and curl,
exhibiting behaviors which could not possibly
involve sheet metal and hardware.
Finally, the wheels fuse rim and tire into a
continuous gradient of rigid biopolymer to
rubber. Replacements can of course be 3D
printed.
Vista notturna: matrice gelatinosa / Night view: gel matrix
50
Tom Wiscombe Design
Modello di studio / Design’s mock-up
51
Tom Wiscombe Design
Paradigmi della progettazione di automobili: da sovrapposta a multimateriale / Car’s design paradigms: from body-on-frame to multi-material
52
Tom Wiscombe Design
Vista / View
53
Tom Wiscombe Design
Vista / View
54
Tom Wiscombe Design
2) Centro per la musica pop, Kaohsiung
Cliente: Città di Kaohsiung
Luogo: Kaohsiung
Progetto: © Tom Wiscombe Design, 2010
Team: Tom Wiscombe, David Stamatis, Paul
Mecomber, Michael Gross, Dave Bantz, Bin
Lu, Brent Lucy, Mitch Rocheleau, Tiffany Li,
Liz von Hasseln, Kyle von Hasseln, Oscar
Nino, Ulysses Carmona, Han-Yin Hsu
Relazione
Questo progetto si propone di rafforzare il Porto
di Kaohsiung come destinazione culturale
internazionale, attraverso attrazioni pubbliche
di qualità, infrastrutture musicali d’avanguardia,
tecnologie verdi ed un lussureggiante paesaggio.
Il progetto si basa sulla creazione di due edifici
localizzati ai punti nodali dell’area: uno che si
eleva al cielo, l’altro incluso al suolo. Emergendo
parzialmente dal suolo il Centro per la musica
pop crea una vasta piazza pubblica coperta
sotto la costruzione. Inoltre, crea uno spazio
protetto con un anfiteatro da dodicimila posti,
permettendo così di poter pianificare gli eventi
durante tutto l’anno ed in varie condizioni
atmosferiche. Le nove sale spettacoli sono
organizzate all’interno di bolle poste tra le
superfici di rivestimento.
L’architettura è pensata come una spessa pelle,
asportata in parte per mostrare i vari livelli e
accogliere i volumi. Una molteplicità di livelli
permette una complessa interazione di spazi
pubblici e privati, all’opposto di quanto concesso
da tipologie architettoniche a superficie singola.
Un’immagine topografica tridimensionale è
2) Pop Music Center, Kaohsiung
Client: Kaohsiung City Government
Location: Kaohsiung
Design: © Tom Wiscombe Design, 2010
Team: Tom Wiscombe, David Stamatis, Paul
Mecomber, Michael Gross, Dave Bantz, Bin
Lu, Brent Lucy, Mitch Rocheleau, Tiffany Li,
Liz von Hasseln, Kyle von Hasseln, Oscar
Nino, Ulysses Carmona, Han-Yin Hsu
Description
This design is intended to re-invigorate the
Port of Kaohsiung as a cultural destination
through world class public attractions, cutting
edge music infrastructure, green energy
technology, and lush landscaping. The design
is based on creating two buildings located at
anchor points on the site, one lifting into the
air and the other embedded in the ground.
By lifting partially off the ground, the Pop
Music Center creates a huge shaded public
plaza underneath the building. It also creates
a protected space for the 12,000 seat
public amphitheater, so that events can be
planned year-round and in various weather
conditions. The nine Performance Halls are
organized inside bubbles nested between
skin layers.
The architecture is imagined as a thick skin
which is sliced away to reveal different layers
and nested volumes. Multiple layers allow for
a complex interweaving of public and private
spaces, as opposed to that allowed by singlesurface models of architecture. By glancing
the skin with supple cutting surfaces, an effect
Vista d'insieme / Overview
ottenuta da ulteriori tagli obliqui sulla pelle della
costruzione.
La differenza tra i vari strati della superficie
è enfatizzata dalla differenza di colorazione,
materiale e tessitura. La superficie più esterna
è caratterizzata da effetti di colore e tessitura
che seguono una molteplicità di criteri non
indicizzati. Lo spazio tra i livelli opera come un
cuscinetto termico che isola e rinfresca l’edificio
all’interno.
Le pelli dell’edificio sono integrate con una
sottile pellicola a tecnologia solare. L’energia
elettrica è prodotta dal moto delle onde del
mare attraverso la tecnologia BioWAVE. Il
paesaggio risponderà per colore e morfologia
alle strutture costruite sull’area e viceversa.
of three-dimensional, figural topography is
achieved.
Difference between layers is emphasized by
differences in color, material, and pattern.
The outermost layer is characterized by the
color and pattern effects which follow multiple
criteria and are ultimately non-indexical.
The space between layers operates as an
environmental buffer zone which insulates and
cools the building interiors.
Building skins are embedded with thin-film solar
technology. BioWAVE technology is proposed on
the sea bed, which operates based on random,
multidirectional movements of sea water.
Landscaping will respond in color and morphology
to built structures on the site and vice-versa.
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Tom Wiscombe Design
Schema: attività / Diagram: activity
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Tom Wiscombe Design
Vista del modello di studio / Design’s mock-up view
Pianta / Plan
Vista del modello di studio / Design’s mock-up view
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Tom Wiscombe Design
Diagramma: energia e tecnologie naturali / Diagram: energy and natural technologies
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Tom Wiscombe Design
Vista d’insieme / Overview
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Tom Wiscombe Design
Vista in dettaglio / Detailed view
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Tom Wiscombe Design
Vista dello spazio interno / Internal view
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