AFRODITE, ACHILLE, SANSONE, ASTERIX... la lunga storia del

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AFRODITE, ACHILLE, SANSONE, ASTERIX... la lunga storia del
AFRODITE, ACHILLE, SANSONE, ASTERIX...
la lunga storia del “doping” naturale.
Fulvio Moramarco
Direttore U.O. di Pediatria – Ospedale Perrino - Brindisi
Congresso AFADOC 12 giugno 2011 – Cellino San Marco
"L'importante non è vincere ma partecipare" è la
famosa frase attribuita al barone de Coubertin per
pubblicizzare lo spirito delle Olimpiadi. Un pronipote
del barone, il signor Geoffrey de Navicelle, rivelò che
la frase non fu mai pronunciata dal suo antenato, ma
era stata di un vescovo britannico nel corso di una
cerimonia religiosa celebrata durante i Giochi di
Londra 1908.
Non sempre questo motto ha ispirato i partecipanti
alle Olimpiadi o a tutte le gare o competizioni; l‟uomo
da sempre ha cercato di superare l‟altro. Vincere,
imperativo, che non porta molto bene, è stato il motto
che ha guidato l‟uomo sin da suoi albori.
Già nella genesi sono presenti i primi segnali della
necessità dell‟uomo di raggiungere le massime vette
utilizzando stratagemmi che gli consentissero di
avvicinarsi a Dio. La famosa mela di Eva altro non era
che il primo doping dell‟uomo. Il serpente che invita
Eva a mangiare il frutto proibito: quello che „quando
voi ne mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e
diventereste come Dio, conoscendo il bene e il male‟
La mitologia ci ha trasmesso numerosi esempi di
ricerca di sostanze o stratagemmi che davano all‟uomo
la capacità di superare i limiti imposti dalla natura
stessa.
La ninfa Teti era una delle 50 Nereidi; ma era la più
bella. Poseidone e Zeus ed anche Apollo se la
contendevano. Le Moire pero‟ profetizzarono che il
figlio di Teti sarebbe diventato più famoso del padre.
Preferirono pertanto interessarsi ad altre donne. Zeus
(o Poseidone) impose a Teti di sposare Peleo ( un
uomo nobile quasi sconosciuto). La profezia diceva
che Achille sarebbe andato incontro a morte precoce.
Per scongiurare il fato, Teti aveva immerso il bimbo,
appena nato, nelle acque del fiume sotterraneo Stige,
le quali avevano la virtù di rendere invulnerabili i
corpi a ogni arma nemica. Ma per immergerlo lo
teneva per il tallone. Poi per dissidi familari,
probabilmente, il piccolo Achille, chiamato cosi
perché non aveva posato le labbra sul seno materno,
fu affidato alle cure del centauro Chirone che gli aveva
insegnato l'arte della guerra e l'aveva nutrito di
midollo di leone.
Da questa storia poi nasce il famoso fumetto
disegnato da Albert Uderzo ispirato agli scritti di René
Gosninny. Panoramix druido Gallico crea pozioni
magiche che rendono qualsiasi uomo invincibile. Da
piccolo Obelix cade nella botte piena di pozione.
Asterix e i suoi concittadini, utilizzano la pozione
magica di Panoramix per vincere sui Romani.
La mitologia descrive l‟utilizzo di tutti i mezzi, leciti
ed illeciti per superare le prove della vita. Certo nella
storia le donne ci hanno messo il proprio impegno.
Atalanta, era una ninfa; per accontentare il padre,
promise di sposarsi solo con chi l'avesse battuta in una
gara di corsa: ciascun pretendente che non ne fosse
riuscito a vincere, sarebbe stato ucciso.
Ma
Melanione, si innamorò di Atalanta e chiese aiuto ad
Afrodite che gli diede tre mele d'oro. Per tre volte
Melanione ne fece cadere una durante la corsa e ogni
volta Atalanta si fermò per raccoglierle; ciò permise a
Melanione di vincere e sposare Atalanta. Dalla loro
unione nacque Partenopeo.
A causa dei loro peccati, gli Israeliti restano in balia
dei Filistei per quarant'anni. Dio per salvali mando‟
loro Sansone. L‟angelo che ne annunciò la nascita le
impose alla mamma di astenersi da cibi impuri e
bevande inebrianti e di non tagliare i capelli del
bambino, da cui scaturiva tutta la sua forza. Ma
Sansone si innamora di Dalila, cui rivela il suo segreto:
se il suo capo fosse rasato, perderebbe tutta la forza.
Dalila lo tradisce e gli fa radere le sette trecce. Persa la
forza, Sansone viene sopraffatto dai Filistei: gli cavano
gli occhi e non solo. Allora Sansone invoca il Signore
per vendicarsi dei suoi occhi, si mette tra le due
colonne portanti del palazzo reale e gridando «Che io
muoia insieme con i Filistei!» con tutta la forza fa
crollare la casa.
Atleti scorretti, vittorie truccate e giudici corrotti
nacquero con le Olimpiadi. Le vittorie valevano molto
e più d'uno sforzo. Un vincitore olimpico era sistemato
per sempre: due sontuosi pasti al giorno, niente tasse,
posto fisso nel sinedrio dei potenti, onori e denaro per
tutta la vita, il diritto a farsi immortalare dagli scultori
più celebri. Era veramente tanto per resistere alla
tentazione di farcela ad ogni costo, non escluse
particolari diete. Il velocista spartano Charmis (668
a.C.) si nutriva di fichi secchi e formaggio per
ricavarne un alto potere energetico. Per centotrenta
anni, la dieta di Charmis fece testo. Ma poi il lottatore
Eurymenes di Samo dimostrò che l'alimentazione a
base di carne, uova e miele, suggeritagli da Pitagora,
era più redditizia.
Milon di Kroton era il lottatore più famoso del
mondo antico. Anche lui allievo di Pitagora. Viene
descritto come un gigante dalla fame spropositata,
tanto da uccidere e mangiare il torello che usava
caricarsi in spalla per l'allenamento. Ma anche gli
atleti di Taranto furono rinomati della Magna Grecia.
Tra i vincitori alle Olimpiadi provenienti da Taranto,
dal VI sec. a.C. in poi, si possono ricordare nomi come
Anoco, Adamanto, Zopiro, Epicratide, Icco, Ippozione,
Dionisodoro, Mys, Timante. La loro forza era dovuta,
tra l‟altro alla dieta, tipicamente mediterranea con
un‟accentuazione di apporto proteico derivante dal
consumo di pesce azzurro e frutti di mare.
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Come abbiamo visto nello sport saranno prima i
Greci olimpici e poi i Romani ad introdurre diete
particolari. Un altro intruglio utilizzato per rendere più
forti era l‟idromele. L'idromele è la più antica bevanda
alcolica prodotta dall'uomo, Egizi, Celti, Greci,
Romani e Germani ne fecero molto uso anche durante
le gare o le guerre o le cerimonie sacre. Nella mitologia
indoeuropea è la bevanda tipica dell'immortalità, il
mondo Celtico come quello Germanico, la definisce
"bevanda degli Dei".
Celebri autori antichi, come Ippocrate, Galeno,
Filostrato e Plinio il Vecchio riportano l‟uso di erbe,
di funghi e di testicoli di toro per aumentare la forza tra
gli atleti greci e romani. Plinio il Vecchio, raccontava
che gli atleti romani cercavano di aumentare le loro
prestazioni digiunando per 24 ore e quindi bevendo per
i tre giorni precedenti la gara decotto di asperella, una
pianta della famiglia delle Rubiacee usata per
coagulare il latte.
Curiosa era la divisione del tipo di carne da
assumere, in base alla disciplina atletica che veniva
svolta: carne di capra per i saltatori, carne di toro per
pugili e lanciatori ed infine carni grasse di maiale per i
lottatori. Plinio il giovane ci porterà testimonianza che i
corridori di fondo greci usavano decotti di Equisetum
per combattere la fatica ed evitare gli abbandoni.
Con molta probabilità, i
gladiatori Romani
assumevano anche estratti di amanita muscaria, una
pratica mutuata dai guerrieri Germani. Sia nello sport
greco che nei giochi romani, la preparazione atletica e
soprattutto la concentrazione prima della competizione
o dei combattimenti prevedeva anche forme di
suggestione, l‟applicazione di metodi simili all‟ipnosi e
all‟autoipnosi, attraverso cui talora gli atleti
raggiungevano uno stato di trance.
Ma le gare olimpiche erano deplorate da Socrate,
schernite da Aristofane e Platone che ironizzavano su
una società che delirava per le imprese muscolari.
L‟avvento del cristianesimo determinò la fine di molti
dei giochi sportivi, soprattutto gli spettacoli dei
gladiatori. Prima Costantino decretò il divieto di
uccidere nei combattimenti tra gladiatori e quindi il
vescovo di Milano Ambrogio impose all'imperatore
bizantino Teodosio nel 396 di emanare un editto per
sopprimerle.
Ma anche nell‟antica mitologia nordica si possono
trovare dei casi sospetti di tentativo di migliorare le
performance dell‟uomo. In particolare quello dei
Berserker: feroci guerrieri che passavano la maggior
parte della loro vita in guerra con le altre nazioni nel
mondo. La "furia dei berserker" incominciava con un
tremolio, il battere dei denti e una sensazione di freddo
nel corpo. La faccia si gonfiava e cambiava colore.
Seguiva una grande rabbia, ululavano ed avevano
propensione alla rissa. Quando la rabbia si esauriva, il
berserker era completamente stremato, anche per
diversi giorni e molti dei loro nemici ne approfittavano
per ucciderli in questi momenti di debolezza. Non si
esclude che andassero in guerra in stato di ebbrezza
alcolica ed è anche possibile che i Berserker entrassero
in questa furia tramite particolari processi psicologici rituali e danze, per esempio. Secondo alcuni inoltre
bevevano sangue di orso o lupo. Altri hanno sostenuto
che i temuti Berserker si eccitassero con un infuso di
funghi allucinogeni del tipo Amanita muscaria che
oltre alla muscarina contiene anche la bufotenina.
La bufotenina è un alcaloide estratto dal liquido
delle ghiandole cutanee e paratiroidee del rospo Bufo
(Bufo alvaro). E‟un allucinogeno che provoca effetti
eccitanti simili a quelli dell'anfetamina.
Molti conoscono le usanze dei popoli andini nel
consumo di foglie di coca o quelle dei cinesi del
consumo di Ephedra, un composto stupefacente
chiamato Ma Huang. Le piante del genere Éfedra
contengono gli alcaloidi efedrina e pseudo efedrina
che, tradizionalmente, state usate dai popoli indigeni
per scopi medicinali.
Un chimico corso, Mariani, verso la fine dell‟800
inventò una bevanda a base di foglie di coca fatte
macerare nel vino Bordeaux che ebbe un successo
clamoroso. I sovrani scandinavi, il papa Leone XIII,
ma anche Ibsen e Zola, Verne e Rodin, Eleonora Duse
e Sarah Bernhardt furono grandi consumatori del “Vin
Mariani” premiato dall‟Accademia medica francese e
omaggiato di una medaglia ad honorem dal papa. Il
Vin Mariani fu chiamato anche il „vino degli atleti‟ ed
utilizzato da numerosi sportivi del tempo perché
toglieva il senso di stanchezza e di fame.
In quasi tutte le culture vi era l‟usanza di cibarsi di
parti del corpo del nemico per acquisire poteri
particolari: cervello, fegato, cuore e altre parti del
corpo.
Gli Aztechi mangiavano il cuore delle vittime
sacrificali per assimilarne la forza e conoscevano le
proprietà di aumentare la resistenza allo sforzo fisico
possedute da una sostanza estratta da un cactus: il
peyote. Gli alcaloidi del peyote sono molto numerosi:
se ne conoscono oggi una trentina. Le visioni colorate
che si sperimentano per lo più nella seconda fase sono
dovute maggiormente alla mescalina. Il Peyote produce
euforia fisica e mentale, che dà conto del suo impiego
in occasione di corse pedestri, azioni di guerra e
pellegrinaggi a piedi.
Il tentativo di rendere più forti gli uomini non
riguardò soltanto le attività sportive ma, come abbiamo
visto, anche altri campi come la guerra: la prima
testimonianza di “eserciti” dopati si trova nella guerra
Norvegia-Svezia del 1718 in cui si dava la Bufotenina
estratta dalle Amanite Muscarie come nella tradizione
mitologica. Nella Guerra Civile americana nel 1863
si comincia a far conoscenza della morfina e nella
guerra Franco-Prussiana nel 1883 si trovano i primi
tentativi di utilizzo dell‟eroina.
Nella prima guerra mondiale si continuerà con
queste due sostanze, puntando di più sull‟alcool,
mentre con la Seconda Guerra Mondiale ci sarà un
massiccio investimento nella chimica: le forze armate
americane, britanniche, tedesche e giapponesi
distribuivano anfetamine ai loro soldati per contrastare
la stanchezza, sollevare l‟umore e aumentare la
resistenza. Secondo alcuni gli alleati consumarono 72
milioni di “Energy Tablets”.
I nazisti fecero molti test con gli steroidi
anabolizzanti sui prigionieri. I soldati tedeschi furono
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tutto il possibile dell‟epoca. Ma con una gran
predilezione per la stricnina e la nitroglicerina.
Nei primi decenni del secolo scorso le proprietà
dell‟alcool erano decantate sia per gli sportivi che non.
Basti dare uno sguardo ai vecchi posters pubblicitari
per capire che era ritenuto un toccasana.
Dall‟allattamento fino alla sponsorizzazione di squadre
ciclistiche che, garantito, vincevano a suon di birre.
Rinacquero le Olimpiadi. Volute dal barone parigino
Pierre de Coubertin. La prima dell'era moderna si
tennero ovviamente ad Atene, nel 1896.
Il trucco più incredibile è stato quello del maratoneta
americano Fred Lorz alle Olimpiadi 1904 a Saint
Louis: Lorz si fece in macchina metà percorso della
maratona e poi giunse primo al traguardo "fresco come
quando era apparso alla partenza due ore e mezzo
prima". Si sottrasse al linciaggio dicendo che aveva
voluto fare uno scherzo. Fu squalificato per un anno.
Thomas Hicks, invece utilizzando una miscela di
brandy e stricnina arrivò un quarto d'ora dopo il primo
atleta. Quando si scoprì che Lorz avere imbrogliato e fu
squalificato, la medaglia fu assegnata a Hicks che più
volte fu sul punto di ritirarsi, tanto che il suo allenatore
per farlo riprendere gli faceva iniezioni di stricnina.
Ma tornarono molti trucchi per vincerle. Con la truffa
di Ben Johnson a Seul, su vittorie, miti e campioni si
allungò l'ombra del dolo, del nandrolone e della
cocaina. Dopati eccellenti, alla fine di una lunga lista,
furono il saltatore cubano Javier Sotomayor, il
vecchio Linford Christie, uno dei tanti "figli del
vento", l'affascinante giamaicana Marlene Ottey, la
strepitosa californiana Marion Jones, donna bionica e
stupenda.
Una ampia risonanza ebbe il caso del ciclista danese
Jensen, che perse i sensi ai Giochi Olimpici nel 1960 a
Roma, dopo aver ricevuto dal suo allenatore una
mistura di anfetamina con l'acido nicotinico, che si è
rivelata fatale.
Nel 1957, l'American Medical Association ha
rilevato che le compresse di anfetamine usate spesso
dagli studenti prima degli esami erano molto usate
nello sport. Un sondaggio degli allenatori e dei loro
assistenti (441 persone), condotto dall‟American
College of Sports Medicine, ha mostrato che il 35%
degli intervistati ha avuto esperienze personali con la
benzidrina o sa come usarlo. Secondo il medico
Procope austriaco, nel 1952 ai Giochi Olimpici di Oslo
nella camera dei pattinatori furono trovate siringhe e
fiale di stimolanti.
Nel 1961, la Federazione Italiana Gioco Calcio ha
rilevato che il 17% dei giocatori faceva uso di
amfetamine e il 22% di psicotonici.
Attraverso il doping ci sono passati anche dei
grandissimi campioni: Eddy Merckx il cannibale,
forse il più grande di tutti i tempi, escluso dal Giro
d‟Italia del 1969, mentre era maglia rosa, per aver
assunto amfetamine. Marco Pantani, la cui carriera fu
distrutta a Madonna di Campiglio, mentre, anch‟egli in
maglia rosa, si apprestava a trionfare nel giro d‟Italia
del 1999. Ma la lista di ciclisti famosi e non è
lunghissima.
imbottiti di Efedrine (Pervitin), Testosterone e dei suoi
analoghi per aumentarne l'aggressività e la forza fisica.
I tedeschi introdurranno anche una pratica che in futuro
vedrà numerose applicazioni: trasfusioni di sangue per
i piloti di aerei per farli adattare meglio alle alte quote.
La parola doping ha numerose origini. Una di queste
è “dop”, bevanda alcolica usata come stimolante nelle
danze cerimoniali del sud Africa nel XVIII secolo.
Un'altra è che il termine derivi dalla parola olandese
“doop” (una salsa densa) che entrò nello slang
americano per descrivere come i rapinatori drogassero
le proprie vittime mescolando tabacco e semi del
Datura stramonium, conosciuto come stramonio, che
contiene una quantità di alcaloidi, causando sedazione,
allucinazioni e smarrimento. Fino al 1889, la parola
“dope” era usata per indicare la preparazione di un
prodotto viscoso e denso di oppio da fumare, e durante
gli anni '90 si estese a qualsiasi droga narcoticastupefacente. In un fascicoletto del 1931, promosso e
diffuso dalla Bayer, dal titolo Sport e salute, Raccolta
delle voci sportive d’uso comune compare la parola
Duping,
che
proverrebbe
dall‟inglese
dupe
(ingannare), simile al francese duper, riferita alle
pratiche tese ad aumentare il rendimento di un cavallo
nelle corse.
La sperimentazione di sostanze dopanti ha riguardato
quindi anche gli animali e soprattutto i cavalli. Nella
seconda metà del VI in Inghilterra erano utilizzati
stimolanti per i cavalli da corsa, tanto che fu necessario
un decreto che ne vietava l‟uso. Solo nel 1910 il
chimico russo Bukovskij dimostrò che era possibile
dimostrare la presenza di alcaloidi nella saliva dei
cavalli.
Nel 1865 viene riportato per la prima volta in una
rivista scientifica (BMJ) un caso di doping (un
nuotatore espulso da una gara ad Amsterdam).
Nello ciclismo il doping e gli aiutini hanno fatto
capolino molto tempo fa. Frederic De Civry, corridore
francese è noto per essere il primo “campione del
mondo” del ciclismo. Infatti nel 1883 vinse ad
Aylestone Roads, presso Leicester, nel Regno Unito, il
primo campionato del mondo su pista coperta sulla
distanza di 50 miglia (80,4 km). Ebbene Frederic corse
la prova completamente ubriaco.
Qualcuno ne risenti‟ molto degli aiuti chimici. Basti
pensare al caso di Jimmy Michael. Gallese, campione
del mondo su pista (dietro motore), il quale in una
corsa a Berlino cadde in pista per aver alzato un po‟
troppo il gomito mentre filava a quasi 100km/h dietro
una moto. Si rialzo‟ e riprese a correre…ma nel senso
inverso a quello di corsa.
E come Arthur Linton, suo compagno di squadra
(furono immortalati in un poster pubblicitario dipinto
nientemeno che da Toulouse-Lautrec) che mori‟ dopo
la Parigi-Bordeaux del 1896 per una non meglio
precisata “febbre tifoide”.
In realtà tutti e due (e tutta la squadra) erano “curati”
dal primo “santone” riconosciuto del doping ciclistico:
James “Choppy” Warburton, a sua volta forte
corridore a piedi in gioventu‟ (si vede anche lui nel
poster pubblicitario dipinto da Toulouse-Lautrec). Il
quale dopava sistematicamente i suoi corridori con
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E il problema del doping è destinato a crescere; basti
pensare al futuro rappresentato dal doping genetico. In
quest'epoca di genetica e genomica, sarà possibile
individuare i geni che determinano la predisposizione
genetica di una persona per uno sport specifico.
Ma oggi il fenomeno che sta emergendo è il doping
fai da te. Frequentemente basta andare in farmacia,
anche senza ricetta e procurarsi integratori alimentari.
Questi si trovano anche presso palestre o altri ambienti
sportivi che non vengono controllati. Il fenomeno è
incontrollabile se si tiene conto che internet ha aperto
le vie del commercio. Basta digitare le parole “buy
steroids” su un motore di ricerca di uso comune come
Google che compaiono più di 10 milioni di voci. e
compare un elenco. Aprendo un sito a caso si possono
acquistare centinaia di prodotti senza ricetta medica,
recapitati direttamente a casa.
E il successo di queste sostanze è documentato da
una ricerca fatta da Sports Illustrated nel 1997; un
gruppo di atleti olimpici alla domande: "Se ti fosse dato
di migliorare le prestazioni assumendo una sostanza
dopante, senza essere scoperto, la prenderesti? ". Il
98% degli atleti ha risposto"Sì".
La domanda più agghiacciante è stata:"Se ti fosse
data una sostanza per migliorare le performance che ti
consentisse di vincere tutte le gare per 5 anni e poi
morire la prenderesti?". Oltre il 50% ha risposto "Sì".
Ma accanto ai farmaci fanno sempre più capolino gli
integratori. Sostanze innocue e largamente accessibili
che producono un fatturato superiore a 1.5 miliardi di
euro l‟anno. Ma abusarne può nuocere alla salute,
perché se non ci sono carenze, è un carico inutile per
l'organismo. Per sopperire al dispendio energetico di un
intenso allenamento basterebbero due forchettate di
pastasciutta in più”. Sull'efficacia degli integratori non
c'è nessun riscontro scientifico. Sono prodotti che,
rispetto a quanto promesso, non sono utili perché oggi
l'alimentazione è talmente varia che risponde
facilmente ai bisogni dell'organismo
Il doping è un delitto. Un delitto contro la persona
che, incapace di prendere atto che l‟uomo ha dei limiti,
cerca nella chimica, ciò che non può avere della natura.
E i risultati di questi atti criminali spesso sono fatali.
Un ronzino non diventerà mai un purosangue.
Questo è quanto bisogna inculcare nei giovani e non
solo. Lo sport deve seminare cultura sportiva, che
rappresenta un antidoto nei confronti della
contaminazione del doping e delle logiche del "vincere
ad ogni costo e sempre". Ma la storia recente ci insegna
che qualcosa sta cambiando. Si può anche drogare il
compagno per perdere una partita, specie se possiamo
scommettere su quella partita e vincere tanti soldi.
Ma questa è tutta un‟altra storia
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