Informazioni e Tendenze Immobiliari

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Informazioni e Tendenze Immobiliari
MAGGIO 2012 NUMERO 14
Informazioni e Tendenze Immobiliari
In questo numero
1
2
Introduzione
Proposte
3
• Borsa Immobiliare
di Roma
Le compravendite
• Banca d’Italia,
- Tecnoborsa,
- Agenzia del Territorio
• Agenzia del Territorio
- Abi
• Istat
• Findomestic
• Spi e Cgil
4
• Jones Lang LaSalle
Le locazioni
• Solo Affitti
5
• Tecnocasa
I mutui
• Banca d’Italia
• Abi
• Istat
• Crif
• MutuiOnline.it
1. Introduzione
C’è una novità editoriale da parte della Borsa Immobiliare di Roma:
a maggio hanno ripreso le pubblicazioni di “Proposte”, il magazine
della BIR, ricco di annunci immobiliari offerti dagli Agenti Accreditati
alla Borsa stessa, disponibile sia in versione sfogliabile on-line che in
versione cartacea.
Per quanto riguarda, invece, l’andamento delle compravendite
immobiliari così come rilevate dal Sondaggio trimestrale di Banca
d’Italia, Tecnoborsa e Agenzia del Territorio – e riferito al 1° trimestre
2012 – le prospettive di medio periodo vedono un accentuarsi del
pessimismo da parte dei circa 1.000 agenti intervistati.
Di fatto, secondo l’Istat, considerando l’intero 2011 si registra una
lieve
diminuzione
delle
compravendite
rispetto
all’anno
precedente.
Viceversa, l’indice di affordability dell’Abi – ovvero di accessibilità
delle famiglie italiane verso il mercato immobiliare – sembra
indicare positivamente quanto queste siano in grado di accedere
all’acquisto di una casa media, anche grazie all’ausilio dei mutui
bancari.
Complessivamente, fra i tanti fattori che influenzano il mercato
immobiliare in questo periodo, l’aspetto fiscale è quello che più
colpisce le famiglie italiane, mentre la novità più rilevante sembra
essere l’incremento delle vendite in nuda proprietà.
E sulle locazioni l’effetto dell’Imu entrata recentemente in vigore fa
già registrare segnali di aumento dei canoni – che finora avevano
avuto una tendenza verso una diminuzione dei valori – poiché i
proprietari cercano di recuperare così le maggiori spese dovute
all’inasprimento fiscale.
Infine, i mutui vedono un continuo rallentamento delle richieste ma,
contemporaneamente, sono diminuite anche le sofferenze
bancarie e i tassi d’interesse.
2. Proposte
Borsa Immobiliare
di Roma
Il magazine della
Borsa Immobiliare
di Roma “Proposte”
riprende le sue
pubblicazioni a
partire da maggio
2012
Il magazine della Borsa Immobiliare di Roma “Proposte” riprende le sue
pubblicazioni a partire da maggio 2012; si tratta, infatti, di una testata ‘storica’ della
BIR che torna a gran richiesta con le sue uscite, sospese dal 2008. Questa iniziativa
editoriale giunge in una fase molto delicata dell’economia nazionale che investe
direttamente e su più fronti anche l’economia immobiliare; pertanto, proprio per
dare il proprio contributo in termini di un’informazione chiara e attendibile in un
momento congiunturale così denso di incognite, la Borsa Immobiliare di Roma ha
ritenuto opportuno promuovere “Proposte”. La rivista si pone al servizio degli Agenti
Accreditati BIR e del loro bacino di utenza, principalmente con le proposte (da cui il
titolo del periodico), delle offerte immobiliari – residenziali e non – organizzate per
zone e suddivise per: Rioni del Centro storico; Quartieri urbani e suburbani; Zone
dell’Agro romano e Quartieri marini; Comuni della Provincia e Fuori Roma. In
ottemperanza alle recenti disposizioni di legge, gli annunci sono corredati dalla
necessaria Classe energetica o Ace, la cui classificazione-base parte dalla lettera G- per risalire fino alle prime lettere dell’alfabeto. Inoltre, ogni numero del magazine
avrà una rubrica periodica intitolata “Informazioni e Tendenze”, che offrirà un
panorama sintetico e aggiornato di quanto i principali osservatori del mondo
immobiliare italiano avranno registrato nel periodo precedente l’uscita di
“Proposte”, in tema di compravendite, locazioni, mutui e novità del settore. A
garanzia dei Lettori, siano essi privati cittadini o altri soggetti coinvolti direttamente o
indirettamente nel mercato immobiliare, “Proposte” pubblica nelle pagine iniziali
l’elenco delle Agenzie accreditate della Borsa Immobiliare di Roma, complete di
logo e loro ubicazione sulle relative cartine zonali.
3. Le Compravendite
Banca d’Italia,
Tecnoborsa,
Agenzia del Territorio
Nel I° trimestre 2012
il mercato
immobiliare
è rimasto debole
Secondo il Sondaggio Banca d’Italia, Tecnoborsa, Agenzia del Territorio relativo al I°
trimestre 2012, il mercato immobiliare è rimasto debole: a fronte di un aumento degli
incarichi a vendere, nelle valutazioni degli agenti intervistati si sono allungati i tempi
di vendita e si sono ridotti i prezzi di mercato; inoltre, sono aumentati ancora i
margini di sconto rispetto alle richieste iniziali dei venditori, mentre – sia pur in lieve
miglioramento – rimangono sfavorevoli le aspettative a breve termine (cioè nel
trimestre in corso), sulle condizioni del mercato di riferimento degli agenti e di quello
nazionale; per quest’ultimo, si è accentuato il pessimismo sulle prospettive di medio
periodo.
Agenzia del Territorio
Abi
Lo studio, realizzato dall’Agenzia del Territorio in collaborazione con l’Abi, evidenzia
per il mercato delle abitazioni nel 2011:
• una riduzione dei volumi di compravendita delle abitazioni, 603.176 NTN (numero
delle transazioni normalizzato), -2,3% rispetto al 2010, con un calo inferiore per i
capoluoghi (-0,6%), maggiore nei comuni non capoluoghi (-3,1%);
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Quanto allo studio
sull’accessibilità
all’acquisto
dell’abitazione,
l’analisi individua
i vari fattori che
influenzano la
possibilità per le
famiglie di comprare
casa indebitandosi
e ne descrive
l’andamento tramite
un “indice di
affordability”
(letteralmente “indice
di accessibilità”)
• si sono vendute abitazioni per un totale di circa 62 milioni di metri quadrati, -1,5%
rispetto al 2010, con una superficie media per unità abitativa compravenduta pari a
103 mq circa;
• la quotazione media risulta pari a 1.584 €/mq, in leggero aumento rispetto al 2010,
+0,7%, e di simile entità sia nei capoluoghi sia nei comuni minori;
• il valore di scambio complessivo stimato nel 2011 è sostanzialmente stabile (-0,4%)
rispetto al 2010 ed è pari a circa 101,8 miliardi di euro; è in aumento nei capoluoghi,
+0,9%, e in calo nei comuni minori, -1,4%;
• è positivo l’andamento del mercato residenziale nelle otto principali città italiane
(Roma, Milano, Napoli, Torino, Palermo, Genova, Bologna, Firenze), con un rialzo
delle compravendite del +2,4% nel 2011; il “fatturato” stimato è pari a circa 25,2
miliardi di euro, con un aumento del +3,2% rispetto al 2010.
Quanto allo studio sull’accessibilità all’acquisto dell’abitazione, l’analisi individua i
vari fattori che influenzano la possibilità per le famiglie di comprare casa
indebitandosi e ne descrive l’andamento tramite un “indice di affordability”
(letteralmente “indice di accessibilità”), elaborato secondo le prassi metodologiche
e le esperienze di matrice anglosassone. La collaborazione instaurata tra l’Abi e
l’Agenzia del Territorio viene rinsaldata con questa iniziativa, grazie al concreto
conseguimento di uno degli obiettivi stabiliti nell’intesa siglata a fine 2009, finalizzata
ad accrescere trasparenza ed efficacia delle informazioni sul mercato immobiliare.
L’indice di affordability viene offerto in primo luogo all’attenzione di analisti e
operatori di mercato (costruttori, reti di vendita, industria bancaria), ma guarda
idealmente anche ai policy maker, cui offre un set di informazioni per orientare in
modo più consapevole le scelte in materia di politiche per la casa.
Secondo le elaborazioni dell’ufficio studi Abi, l’indice di affordability continua a
stazionare in territorio positivo, a indicare che la famiglia media italiana è in grado,
grazie all’ausilio del mutuo bancario, di accedere all’acquisto di una casa media.
Tale possibilità si riduce solo lievemente nel 2011 rispetto al 2010.
La quota di famiglie che dispone di un reddito sufficiente a coprire almeno il 30% del
costo annuo del mutuo per l’acquisto di una casa è, infatti, di poco superiore al 50%
come per il primo semestre 2010 (13 milioni di famiglie circa, dopo aver toccato il
minimo nel 2008 quando la quota di famiglie in grado di acquistare una casa era
intorno al 46%). L’andamento del 2011 è la risultante di un lieve incremento del
costo del credito, conseguenza della crisi dei debiti sovrani, parzialmente
contrastato da un miglioramento, per la prima volta dal 2004, del prezzo relativo
delle case rispetto al reddito disponibile.
Viene fornita anche una disaggregazione territoriale dell’indice di affordability che
mostra una notevole variabilità di situazioni, in relazione principalmente al diverso
rapporto tra prezzo delle case e reddito disponibile delle famiglie. Delle 19 regioni
considerate, 4 presentano condizioni di minore accessibilità, ma a causa di fattori
quali la presenza di grossi agglomerati urbani, la notevole attrattività turistica e un
patrimonio residenziale di particolare pregio, elementi che esercitano tutti una
considerevole pressione sulle quotazioni delle case. Generalmente le regioni
meridionali presentano una più alta facilità di accesso all’acquisto di abitazioni.
In analogia con il settore residenziale, che registra un calo del -2,2% delle
compravendite rispetto al 2010, anche il settore non residenziale, con 61.845 unità
immobiliari scambiate nel 2011, mostra segnali di flessione con un calo medio del
2,1%. In particolare, il terziario segna una perdita delle transazioni del -5,1% e il
commerciale del -3,3%, rispetto al 2010. In controtendenza, il settore produttivo
mostra nel 2011 un rialzo dei volumi scambiati del +5,3%. È questo il settore in cui lo
strumento finanziario del leasing ha la sua massima penetrazione.
Non a caso, la maggiore vivacità del comparto è stata accompagnata nel 2011 da
un visibile aumento del numero di contratti di leasing immobiliare, seppure su importi
mediamente più contenuti rispetto al passato.
Informazioni e Tendenze Immobiliari
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Sempre rispetto al 2010, nel 2011 nelle principali aree territoriali risulta un generale
calo dei volumi di compravendita per uffici e negozi. L’unico segno positivo si
registra, come si è visto, per i capannoni, con un aumento più accentuato nel Sud
(+22,9%) e nelle Isole (+11,3%) ed andamenti comunque positivi in tutte le macroaree considerate.
Quasi in linea con l’anno precedente, risultano le quotazioni medie per i negozi
(+0,1%), per i quali si rileva un prezzo al mq di 1.848 euro, e per gli uffici (+0,3%), per i
quali il prezzo al mq si attesta su 1.564 euro. Risulta invece in lieve aumento - in linea
con la maggior dinamicità di questo comparto - il prezzo dei capannoni industriali
(+0,6%), con una quotazione media di 546 euro al mq.
Nel 2011, la stima del valore di scambio delle tipologie uffici, negozi e capannoni
ammonta complessivamente a circa 18,9 miliardi di euro. Rispetto al 2010, il valore
di scambio totale si è mantenuto sostanzialmente invariato nonostante il calo del
settore uffici, -7,9% e la lieve diminuzione del ‘fatturato’ dei negozi, -0,9%. Tale
risultato va imputato alle buone performance nel settore dei capannoni che mostra,
infatti, un aumento del valore di scambio del +4,9%.
Istat
Rispetto al 2006,
anno che precede la
fase di discesa,
le compravendite
in totale sono
diminuite del 26,6%,
quelle ad uso
residenziale del 26,3%
e quelle ad uso
economico del 28,3%
Findomestic
Il costante calo
sia delle richieste
dei mutui
sia delle concessioni
da parte delle
istituzioni bancarie,
è coerente
con la frenata
di ristrutturazioni e
acquisto di immobili
Secondo l’Istat nel quarto trimestre 2011 le compravendite di unità immobiliari
(234.985 in totale) sono aumentate dell'1,7% rispetto allo stesso periodo del 2010. Il
93,1% delle convenzioni ha riguardato immobili per abitazione, il 6,2% unità
immobiliari ad uso economico. Rispetto al quarto trimestre 2010, le compravendite
di immobili ad uso residenziale sono aumentate del 2,1%, quelle di immobili ad uso
economico sono diminuite del 4,8%. Considerando l'intero anno 2011 si registra una
lieve diminuzione delle compravendite (-0,1%) rispetto all'anno precedente. Rispetto
al 2006, anno che precede la fase di discesa, le compravendite in totale sono
diminuite del 26,6%, quelle ad uso residenziale del 26,3% e quelle ad uso economico
del 28,3%. Nel quarto trimestre del 2011 le compravendite ad uso residenziale sono
stabili al Nord-est, crescono in misura inferiore alla media nazionale nel Nord-ovest
(+1,7%) e in misura superiore al 3% nelle altre ripartizioni territoriali. Le compravendite
ad uso economico diminuiscono in tutte le ripartizioni territoriali ad eccezione del
Sud (+3,2%) e, soprattutto, delle Isole dove registrano un incremento del 20,4%. Per le
compravendite ad uso residenziale l'aumento tendenziale osservato nelle grandi
città (+2,2%) è lievemente superiore a quello delle altre città (+2,1%). Le
compravendite ad uso economico diminuiscono in egual misura (-4,8%) nelle grandi
città e negli altri centri.
Anche il mercato immobiliare non sembra sottrarsi alla spirale negativa che tange
l'intera economia italiana: sia i dati campionari dell'osservatorio mensile Findomestic
sia quelli più 'strutturali' lo descrivono come statico per alcuni versi e in netto
peggioramento per molti altri: il costante calo sia delle richieste dei mutui sia delle
concessioni da parte delle istituzioni bancarie, è coerente con la frenata di
ristrutturazioni e acquisto di immobili.
• Coloro che hanno acquistato mobili nel mese precedente passano dal 9%
dell'osservatorio di marzo a un minore 7%; si riducono anche il prezzo medio speso
per l'acquisto della mobilia nei trenta gironi precedenti (seppur di pochissimo), e il
prezzo medio che si prevede di spendere nei prossimi tre mesi (in questo caso in
modo più consistente).
• Le previsioni di acquisto di una nuova casa, dei mobili e le previsioni di
ristrutturazione sono in linea con una situazione negativa e pessimistica, dato che si
contraggono ulteriormente rispetto al mese precedente.
Tra i tanti fattori che determinano questo mercato (andamento dei prezzi, per tanti
anni in crescita ma difficilmente sostenibili da una classe media in difficoltà e, in
particolare, dai giovani precari o senza lavoro, che per fase di vita attraversata
dovrebbero essere tra i maggiori destinatari; prospettive incerte sui tassi di interesse,
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Spi-Cgil
Nei primi mesi del 2012
si è registrato un vero
e proprio boom della
vendita di immobili
in nuda proprietà
con un aumento
del 10% rispetto allo
stesso periodo
dell’anno precedente
stretta creditizia, ecc.), quello che più di tutti in questo momento sembra avere un
peso rilevante sull'atteggiamento dei portatori d'interesse, è il nuovo regime di
tassazione: le rivalutazioni catastali, l'IMU e le addizionali locali sono sempre più
vicine e non potranno che influire negativamente sul reddito delle persone,
riducendo ulteriormente potere di acquisto, reddito disponibile, quota di reddito
destinata al consumo, e quota di reddito destinata al risparmio, tutte variabili
cruciali per l'economa italiana.
Nei primi mesi del 2012 si è registrato un vero e proprio boom della vendita di
immobili in nuda proprietà con un aumento del 10% rispetto allo stesso periodo
dell’anno precedente. Sono ben 80mila gli anziani che hanno scelto questa
particolare formula, soprattutto nelle grandi città. E’ quanto emerge da un’analisi
realizzata dallo Spi-Cgil sull’andamento del mercato immobiliare.
Il fenomeno della nuda proprietà rappresenta il segno tangibile di una crisi che
avanza sempre di più e che porta gli over 65 anni a dover ‘sacrificare’ la propria
casa pur di avere una liquidità che gli possa garantire il proprio mantenimento a
fronte di un potere d’acquisto delle pensioni drasticamente in calo e del costante
aumento del costo della vita, dei servizi, dei prezzi e delle tariffe. Altrettanto
determinante nella decisione dell’anziano di vendere il proprio immobile in nuda
proprietà è la possibilità di avere le risorse con le quali aiutare figli e nipoti alle prese
con la crisi occupazionale o con le difficoltà ad accedere al mercato del lavoro.
Il primato del ricorso degli anziani alla vendita in nuda proprietà spetta al Lazio, con
oltre il 40%. Il 36% è stato registrato nella sola città di Roma dove gli annunci di
vendita con questa formula erano 2.300 nel 2008, 3.100 nel 2009, 5.100 nel 2010 fino
ad arrivare ad 8.700 nel 2011. Seguono la Lombardia con il 14%, la Toscana con il
12%, la Liguria con l’11%, il Piemonte con il 9% e l’Emilia-Romagna con il 5%.
Jones Lang LaSalle
Il mercato
degli immobili
ad uso logistico
continua
la sua crescita,
tanto da aver
raggiunto nel 2011
il livello più alto
dal 2000
con un valore
nettamente
al di sopra della
media storica degli
ultimi dieci anni
Il mercato italiano degli immobili ad uso logistico continua la sua crescita, tanto da
aver raggiunto nel 2011, secondo Jones Lang LaSalle, un livello di assorbimento di
910,000 mq (+26% rispetto al 2010), il dato più alto da quando Jones Lang LaSalle
registra i dati sul settore.
Il dato è il più alto dal 2000 ed è nettamente al di sopra della media storica degli
ultimi dieci anni (+40%), pari a 644.000 mq. È opportuno sottolineare come questa
crescita non dipenda solo dall’incremento dell’attività di locazione, ma anche da
una progressiva, seppur lenta, tendenza del mercato immobiliare italiano verso una
maggiore trasparenza, che permette di raccogliere informazioni anche su regioni
tradizionalmente meno rilevanti dal punto di vista del mercato immobiliare logistico.
Si conferma la tendenza, registrata nel primo semestre del 2011, di un calo delle
operazioni di semplice locazione, pari al 30% del take-up complessivo dell’anno
(contro il 52% del 2010). La percentuale delle transazioni di tipo pre-let sul totale
delle superfici assorbite è in aumento e pari al 36% del totale nel 2011, a confronto
con il 25% registrato nel 2010. Si è verificato un incremento anche delle transazioni di
tipo owner-occupier, con una quota del 32% del take-up nel 2011 rispetto al 23% del
2010.
L’interesse degli utilizzatori per prodotti di grado A rimane elevato; questo trova
evidenza nel fatto che nella maggior parte dei casi i magazzini oggetto di
transazione sono immobili recenti o di nuova costruzione. I tempi di assorbimento per
immobili già edificati e/o di qualità minore, soprattutto se collocati in location
secondarie, restano più lunghi.
L’analisi dell’assorbimento a livello regionale evidenzia la crescita dell’Emilia
Romagna rispetto al 2010, con un incremento dal 19% al 28% del take-up nazionale.
Segue la Lombardia con il 23% del totale nazionale 2011. Per quanto riguarda le
altre regioni, si registra un sostanziale incremento dell’assorbimento in Lazio, con un
peso del 18% sul totale nazionale rispetto al 5% del 2010; seguono Piemonte (12%) e
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Veneto (7%) e le restanti regioni che pesano complessivamente per il 12% del totale
assorbimento di spazi.”
4. Le locazioni
Solo Affitti
L'effetto Imu
sui contratti di affitto
ha registrato aumenti
fra i 30 e i 100 euro
al mese
Tecnocasa
Nel secondo
semestre del 2011
i canoni di locazione
hanno registrato
una diminuzione
dei valori
per bilocali e trilocali
L'effetto Imu comincia a farsi sentire. E i primi ad accusare i colpi sono i contratti di
affitto l'11% dei quali, secondo un sondaggio effettuato da Solo Affitti, franchising
immobiliare specializzato nella locazione, ha registrato un aumento di oltre 100 euro
al mese. Nel 66% dei casi registriamo aumenti entro 50 euro al mese, nel 33%
compresi fra 50 e 100 euro. I rincari sono più contenuti nel nord-ovest, maggiori
(superiori a 50 euro) nel centro (35%) e nel sud Italia (43%) e soprattutto nelle grandi
città (63% dei rispondenti).
Punta massima per l'incremento degli affitti nel centro di Milano dove dall'inizio di
quest'anno nel 90% dei casi i canoni sono aumentati fino a 100 euro al mese
Nel secondo semestre del 2011 i canoni di locazione hanno registrato una
diminuzione dei valori dell’1,2% sui bilocali e dell’1,3% sui trilocali. Nelle grandi città la
contrazione è stata simile: -1,4% per i bilocali e -1,7% per i trilocali.
Per quanto riguarda i valori medi, quelli più elevati si registrano a Roma (860 € al
mese per un bilocale e 1020 € al mese per un trilocale) e a Milano (750 € al mese per
un bilocale e 1020 € al mese per un trilocale). I canoni di locazione non sono
aumentati a causa di una minore disponibilità di spesa dei potenziali affittuari e
della maggiore offerta di abitazioni sul mercato.
Anche in questo semestre tra coloro che alimentano la domanda di immobili in
affitto si registrano numerosi casi di persone che non riescono ad accedere al
mercato del credito, primi fra tutti i giovani, i monoreddito e gli immigrati. A questi si
aggiungono poi gli studenti e i lavoratori fuori sede.
L’analisi demografica di coloro che cercano casa in affitto ha evidenziato che nel
secondo semestre del 2011 il 49,3% è rappresentato da single, il 37,0 % da coniugati,
il 10,9% da separati. Per quanto riguarda le fasce di età il 45,7% di coloro che
cercano casa in affitto ha un’età compresa tra 18 e 34 anni, il 29,5% ha un’età
compresa tra 35 e 44 anni. Il 51,2% di chi cerca in affitto lo fa per trovare l’abitazione
principale, seguono coloro che cercano casa in affitto per motivi legati a
trasferimenti di lavoro e quindi una motivazione di tipo professionale (37,3%) ed,
infine, ci sono coloro che si trasferiscono per motivi di studio (11,5%).
Quanto alle tipologie di contratto di locazione, quello più praticato è il canone
libero (4+4), seguito da quello ad uso transitorio e infine da quello concordato. La
domanda di abitazioni in affitto si concentra in particolare sui bilocali (40,1%), a
seguire il trilocale (34,3%).
In questo semestre non sono emerse particolari novità. Infatti resta la maggiore
rigidità da parte dei proprietari ad affittare l’immobile. Si desiderano sempre
maggiori garanzie sull’affidabilità dell’inquilino e la continuità dei pagamenti dei
canoni di locazione. Anche i potenziali locatari sono sempre più esigenti nella
ricerca dell’immobile e si evidenzia una maggiore facilità di affitto per le soluzioni di
“qualità”, dove per qualità si intende non solo lo stato di conservazione
dell’immobile ma anche la qualità dell’arredamento, la presenza di ambienti
luminosi e di servizi in zona. La presenza del riscaldamento autonomo è apprezzata
perché consente una riduzione dei costi condominiali. Si segnala una buona
adesione da parte dei proprietari rispetto all’applicazione della cedolare secca.
L’introduzione dell’Imu sta determinando dei timori nei proprietari che appaiono
disorientati e cercano più informazioni possibili sull’impatto che potrà avere la nuova
tassa sulla redditività del loro investimento. Al momento c’è ancora incertezza e non
si sa bene quali potranno essere le decisioni che saranno prese dai proprietari.
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5. I Mutui
Banca d’Italia
Segnali positivi
sul fronte dei tassi
sui mutui
per l'acquisto di case
che sono calati al 4,54
dal 4,61 per cento
del mese precedente
Abi
La dinamica
dei prestiti bancari
ha manifestato,
alla fine del
primo quadrimestre
del 2012,
una lieve ripresa
Secondo Bankitalia la crisi colpisce le famiglie che registrano un continuo
rallentamento nella dinamica dei prestiti bancari. A marzo il tasso di crescita sui
dodici mesi dei prestiti alle famiglie si è attestato al 2,2 per cento (2,7 per cento a
febbraio), quello dei prestiti alle società non finanziarie ha registrato un valore nullo
(0,9 per cento a febbraio), quello al settore privato è stato pari all'1,2 per cento,
pressoché invariato rispetto a febbraio.
Contestualmente, il tasso di crescita sui dodici mesi delle sofferenze è diminuito al
14,6 per cento rispetto al 16,6 per cento del mese precedente. Nello stesso mese è
cresciuta la raccolta, con il tasso di crescita annuale dei depositi del settore privato
è cresciuto al 2,4 per cento rispetto allo 0,5 per cento registrato a febbraio. Il tasso di
crescita sui dodici mesi della raccolta obbligazionaria è stato pari al 15,3 per cento
(17,7 per cento nel mese precedente).
Segnali positivi, invece, sul fronte dei tassi sui mutui per l'acquisto di case che sono
calati al 4,54 dal 4,61 per cento del mese precedente; quelli sulle nuove erogazioni
di credito al consumo sono scesi al 9,99 dal 10,10 per cento di febbraio. I tassi passivi
sul complesso dei depositi in essere sono stati pari all'1,24 per cento (1,19 per cento
a febbraio). A marzo i tassi d'interesse sui nuovi prestiti erogati alle società non
finanziarie sono diminuiti al 3,59 per cento (3,79 a febbraio).
Dai dati resi noti dall’Abi emerge che la dinamica dei prestiti bancari ha
manifestato, alla fine del primo quadrimestre del 2012, una lieve ripresa; sulla base di
prime stime il totale prestiti a residenti in Italia si colloca a 1.949,4 miliardi di euro,
segnando un incremento annuo di +1,2% (+0,9% il mese precedente). Di circa +1,2%
sono aumentati i prestiti a residenti in Italia nel settore privato (+0,7% a marzo 2012);
alla fine di aprile 2012 risultano pari a 1.682 miliardi di euro. Rispetto ad aprile 2011 il
flusso netto di nuovi prestiti è stato di quasi 20 miliardi di euro. I prestiti a famiglie e
società non finanziarie ammontano, sempre ad aprile 2012, a 1.504 miliardi di euro,
in crescita tendenziale del +0,9% (+0,4% a marzo 2012; +0,1% nella media Area Euro
a febbraio 2012). Ove si consideri la disaggregazione per durata, si rileva come il
segmento a medio e lungo termine (oltre 1 anno), abbia segnato un ritmo di
crescita tendenziale del +0,2% (+0,8% a marzo 2012), mentre quello a breve termine
(fino a 1 anno), ha segnato una crescita di +3% (-0,9% a marzo 2012). A fine marzo
2012 la dinamica dei finanziamenti destinati alle imprese non finanziarie è risultata
pari a -0,7% (+0,2% il mese precedente; +4,7% un anno prima). In decelerazione
anche la dinamica tendenziale del totale prestiti alle famiglie (+2% a fine marzo
2012, +2,7% il mese precedente; +8,2% a marzo 2011). Comparativamente di poco
superiore è stata la crescita dei finanziamenti per l’acquisto di immobili, risultata a
fine marzo 2012 pari al +3% (+3,7% il mese precedente e +8,1% a fine marzo 2011).
Dalle segnalazioni del Si-Abi si rileva che ad aprile 2012 il tasso medio ponderato sul
totale dei prestiti a famiglie e società non finanziarie è risultato pari al 4,06%. In lieve
flessione e sempre su livelli contenuti, i tassi praticati sulle nuove operazioni alle
imprese e alle famiglie: ad aprile 2012 il tasso sui prestiti in euro alle società non
finanziarie si è posizionato al 3,50% (3,59% a marzo 2012), mentre il tasso sui prestiti in
euro alle famiglie per l’acquisto di abitazioni – che sintetizza l’andamento dei tassi
fissi e variabili ed è influenzato anche dalla variazione della composizione fra le
erogazioni in base alla tipologia di mutuo – è risultato pari al 4,15% (4,27% il mese
precedente). Nell’ultimo mese la quota del flusso di finanziamenti a tasso fisso è
risultata pari al 30,2% (32,7% il mese precedente; era 36,6% a febbraio 2012).
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Istat
Considerando
l'intero anno 2011,
rispetto al 2010
si registra
una diminuzione
del 14,3% per
i mutui in totale
Crif
Per i mutui
ipotecari,
il singolo mese
di aprile ha
fatto registrare
un -45%
MutuiOnline.it
Le uniche quote
che sono
aumentate
rispetto al mese
precedente
sono quelle dei
lavoratori a
tempo
indeterminato
Secondo l’Istat nel quarto trimestre 2011 i mutui (144.709 in totale) sono diminuiti del
31,3% rispetto al quarto trimestre 2010. In particolare, quelli con costituzione di
ipoteca immobiliare (100.022) sono diminuiti del 19,6%, mentre i mutui non garantiti
da ipoteca immobiliare (44.687) si sono ridotti del 48,2%. Considerando l'intero anno
2011, rispetto al 2010 si registra una diminuzione del 14,3% per i mutui in totale e
dell'8,4% e del 22,9%, rispettivamente, per quelli con e senza costituzione di ipoteca
immobiliare. Rispetto al 2006, i mutui in totale registrano una flessione del 29,0%;
quelli con garanzia di ipoteca immobiliare sono diminuiti del 27,6% e quelli non
garantiti da ipoteca immobiliare del 31,3%. Tutte le ripartizioni territoriali mostrano
variazioni tendenziali negative per entrambe le tipologie di mutuo. I mutui garantiti
da ipoteca immobiliare diminuiscono in misura maggiore nelle Isole (-27,9%), mentre
quelli non garantiti da ipoteca immobiliare, con una diminuzione tendenziale del
62,7%, sono in calo soprattutto al Centro. Per i mutui garantiti da ipoteca
immobiliare il calo registrato nelle grandi città (-17,3%) è minore di quello osservato
negli altri centri (-21,2%). I mutui senza costituzione di ipoteca immobiliare registrano
una diminuzione maggiore nelle grandi città (-51,1%) rispetto alle altre (-46,3%).
Le evidenze dell’analisi del patrimonio informativo di Crif mostrano che per i mutui
ipotecari, il singolo mese di aprile ha fatto registrare un -45% ma analizzando
l’andamento della domanda aggregata emerge che nel primo quadrimestre
dell’anno in corso c’è stata una contrazione complessiva pari a -46% rispetto al
corrispondente periodo del 2011. Si evidenzia, invece, una dinamica
sostanzialmente differente nel confronto tra gli anni precedenti che avevano fatto
segnare andamenti poco distanti dallo zero, rispettivamente -4% per il 2011, 0% per il
2010 e +2% per il 2009. Confrontando il trend delle richieste di mutui nei primi quattro
mesi del 2012 con il corrispondente periodo degli anni precedenti, la contrazione
del numero delle richieste risulta, nella sua pesante dimensione negativa,
fondamentalmente costante. Nell’analizzare le richieste di mutui bisogna anche
considerare che, come emerso dalle ultime elaborazione prodotte da Crif, mutui di
sostituzione e surroghe nel I quadrimestre 2012 hanno rappresentato una quota di
poco superiore al 2% del totale (nel solo mese di aprile la percentuale è scesa
ulteriormente, attestandosi ad un ancor più contenuto 1,6%), ben distante rispetto al
9,7% registrato nel I quadrimestre 2011. Del resto, i mutui per surroga e sostituzione
sono giunti a una fase di maggiore maturità, non essendo più presenti le condizioni
di estremo favore che si erano verificate in passato. La cautela che sta
caratterizzando l’atteggiamento degli italiani nel richiedere nuovi finanziamenti per
l’acquisto dell’abitazione, trova riscontro anche nello spostamento verso le classi di
durata più lunghe e verso importi medi più contenuti rispetto al recente passato. Nel
dettaglio, per quanto riguarda i mutui nel quadrimestre 2012 la classe di durata
preferita è risultata essere quella compresa tra i 25 e i 30 anni, con una quota pari al
31% del totale, mentre le fasce di importo che aumentano sono proprio quelle fino
ai 100.000 euro, a scapito di quelle di entità superiore. Inoltre, a fine aprile 2012
l’importo medio dei mutui richiesti è ulteriormente sceso, assestandosi a 131.803
euro.
Secondo i dati forniti da MutuiOnline.it il mese di aprile ha registrato alcune novità
sulle erogazioni dei mutui che descrivono l’attuale momento del mercato. Partendo
dai dati relativi alle professioni, le uniche quote che sono aumentate rispetto al
mese precedente sono quelle dei lavoratori a tempo indeterminato (che si
consolida all’82,6%) e quella dei lavoratori atipici, che passa dallo 0,4% al 3,2% di
aprile. In netto aumento anche alcune quote significative dei dati di loan to value,
cioè il valore del mutuo rispetto al prezzo dell’immobile: la quota 51-60% fa un balzo
in avanti di 5,6 punti percentuali (ora si attesta al 19,2%), mentre quella 41-51%
cresce del 4,6% (17%). In aprile si conferma la stessa tendenza di questa prima parte
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del 2012 per i dati di finalità e tipo di tasso scelto dai mutuatari per il proprio
finanziamento: l’acquisto prima casa ha incrementato ulteriormente la propria
percentuale, passando da 81,7% a 85,2%. Tra le altre finalità è da segnalare il netto
calo della sostituzione e surroga, che passa da una quota del 4,3% all’attuale 1,3%.
Per quanto riguarda i tassi d’interesse, il variabile consolida la propria posizione di
tasso più erogato con il 47,6% (+6,7% sul mese precedente); in calo tutti gli altri tassi,
soprattutto quello fisso che ora è a 19,6% (-2,8%). Come a marzo, i mutui con durata
30-40 anni sono quelli che vanno per la maggiore (32,5% sul totale), ma aumentano
la propria quota anche le durate inferiori, in particolar modo i mutui con durata di
15 anni che passano da 13,4% a 18,9%. Si conferma in calo anche il trend
dell’importo medio che ad aprile scende a 124.133 euro.
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