The dressmaker

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The dressmaker
delll’XI rassegna del
Le schede del
Cineforum in lingua originale del CLA
A cura di Annamaria Lamarra e Fabrizia Venuta
Titolo originale:
originale: The Dressmaker
Titolo italiano film: The Dressmaker - Il diavolo è tornato
Regia:
Regia Jocelyn Moorhouse
Nazione:
Nazione Australia
Anno:
nno 2015
Durata:
Durata 1 ora e 58 minuti
Genere:
Genere Drammatico
Interpreti: Judy Davis, Liam Hemsworth, Hugo Weaving, Kate Winslet
Sito ufficiale:
ufficiale http://www.thedressmakermovie.com.au/
Trama:
Trama 1951. Tilly Dunnage, affascinante e talentuosa stilista, dopo aver lavorato per anni
per alcuni grandi atelier parigini di haute couture, decide di far ritorno a Dungatar, un
piccolo paesino nel sud est dell'Australia. Dopo quasi venti anni di assenza, Tilly, che
ancora bambina aveva dovuto abbandonare la città natale in seguito a un tragico evento,
torna per stare accanto all'eccentrica madre, Molly, e affrontare un passato doloroso. A
Dungatar tutti la conoscono e la reputano colpevole di un crimine mai davvero provato.
Ottusi, curiosi, scontrosi e poco socievoli, gli abitanti di Dungatar difendono un equilibrio
precario, che vacilla all’arrivo di Tilly. Gli abitanti di Dungatar, attratti dalle sue incredibili
abilità sartoriali, le si avvicineranno gradualmente e la condurranno alla scoperta della
verità…
Commenti:
Commenti: Angelo o diavolo? Ce lo chiediamo durante tutta la visione di “The Dressmaker”
di Jocelyn Moorhouse quando vediamo la splendida Kate Winslet ancheggiare in uno
strizzatissimo vestito rosso fuoco per le stradine polverose del paesino desolato di
Dungatar che per avventura è in Australia, ma che è un non luogo che potrebbe essere
ovunque. Perché Il paese con le sue meschinità e depravazioni, con i suoi desideri nascosti
e dolori soffocati è la summa di un ventaglio di sentimenti che vanno dalla felicità alla
disperazione. Felicità fatta di cose materiali come gli splendidi vestiti che Tilly cuce
addosso alle donne del paese trasformandole, da vera fata madrina, in principesse pronte
per andare al ballo o il bel Teddy, che incarna fisicamente e caratterialmente l’uomo che
tutte le donne vorrebbero incontrare almeno una volta nella vita. Ma la genialità del film è
nel suo andamento irregolare e spiazzante accompagnato dall’ironia pungente della regista
di cui si fa spesso portavoce l’ottima Judy Davis: la frustrazione che diventa gloria, l’attimo
di felicità che si trasforma in tragedia, l’atroce vendetta che diventa atto di giustizia. Non ci
aspettiamo quasi mai quello che ci viene mostrato e le immagini, i personaggi e le
situazioni ci si imprimono nella mente per giorni dopo la visione del film, come quel “I’m
back, bastards!” con cui inizia il film e che ci fornisce la chiave per comprendere il punto di
vista della protagonista.
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Recensione a cura di Fabrizia Venuta.
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