actualización informe sobre libertad religiosa
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COSTA RICA Nonostante discussioni e proposte di modifica da apportare alla Costituzione, al momento il Paese mantiene la sua natura di Stato confessionale come dichiarato nella stessa Carta costituzionale all’articolo 75: «La religione cattolica, apostolica e romana, è la religione dello Stato, il quale contribuisce al suo mantenimento, senza ostacolare il libero esercizio nella Repubblica di altri culti che non si oppongano alla morale universale né ai buoni costumi». La questione di una possibile riforma costituzionale che modifichi tale disposizione ponendo fine alla confessionalità dello Stato, si ripropone ogni volta che nel dibattito politico si discute di quei principi che la Chiesa cattolica considera “non negoziabili” e che, sostanzialmente, sono quelli attinenti ai temi della famiglia e della vita1. Così è accaduto per la discussione parlamentare riguardante diversi progetti di legge sulla possibilità della fecondazione in vitro. Dopo che la Corte Costituzionale si è pronunciata contro tale eventualità, alcune coppie hanno denunciato lo Stato di fronte alla Corte Inter-americana dei Diritti Umani. Il 29 luglio 2011 è stato sottoposto ad essa il caso N. 12.361 (Grettel Artavia Murillo ed altri - Fecondazione in vitro) nei confronti dello Stato del Costa Rica, conformemente agli articoli 51.1 della Convenzione e 45 del Regolamento della Commissione Inter-americana. Il 16 febbraio 2012, il vescovo di Cartago, monsignor José Francisco Ulloa, ha sottolineato che la Corte Inter-americana dei Diritti Umani non può imporre allo Stato la fecondazione in vitro; il vescovo, già presidente della Conferenza episcopale del Paese, ha spiegato come i vescovi abbiano richiesto al Presidente della Repubblica, Laura Chinchilla, che la Repubblica di Costa Rica riconosca l’incompetenza della Corte circa questa tematica2. Il 21 novembre 2011, in una nota pubblica, i vescovi si sono dichiarati contrari al progetto di legge N. 17.668 - “Società di Convivenza”, nel quale si propone di riconoscere uno status giuridico e sociale alle unioni di persone dello stesso sesso3. Nell’agosto del 2011 si è svolta una manifestazione contraria alla dottrina cattolica nei confronti dei cosidetti diritti della donna, ritenuta irrispettosa da parte della Conferenza episcopale per il fatto che fu utilizzata un’immagine che rappresentava in modo irriverente la patrona del Costa Rica, Nostra Signora degli Angeli4. In occasione dei finanziamenti concessi tramite fondi del Bilancio Nazionale e attraverso contributi di imprese private (Legge 7.266) e destinati, per esempio, alla Fondazione per il restauro della cattedrale metropolitana e ad altre chiese cattoliche, si è svolto un pubblico dibattito sulla opportunità della iniziativa5. 1 www.nacion.com/2011-07-13/Opinion/el-estado-laico.aspx www.aciprensa.com, 16 febbraio 2012 3 Agenzia Zenit, 21 novembre 2011 4 www.iglesiacr.org/2011/documentos/comunicados/447-comunicado-a-la-opinion-publica.html 5 www.diocesissanisidro.org/esp/noticias.php?id_n=59¬icia=not_ver 2 Dopo anni di studio, nel 2011 il Programma latino-americano di studi socio-religiosi (PROLADES) ha pubblicato il Direttorio dei Gruppi Religiosi in Costa Rica che ha come scopo il mostrare la diversità religiosa presente nel Paese6. 6 www.prolades.com/cra/regions/cam/cri/cri-relspn-latest.pdf