Progetto Inclusione alunni con Bisogni Educativi Speciali Gruppo di
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Progetto Inclusione alunni con Bisogni Educativi Speciali Gruppo di
Progetto Inclusione alunni con Bisogni Educativi Speciali Gruppo di lavoro per l’inclusività (G.L.I) Per favorire l’inclusione di alunni con difficoltà di apprendimento o più in generale con bisogni educativi speciali, la scuola costituisce un gruppo di lavoro presieduto da: - Coordinatore delle attività didattico educative o suo delegato - Coordinatori di classe - Responsabile Asl di Perugia - Specialista in neuropsicologia della terapia infantile - Docente di sostegno - Rappresentante dei genitori del Consiglio di Istituto. Tale gruppo di lavoro si riunisce due volte all’anno, nel mese di ottobre, per definire la situazione di partenza e le linee di intervento e nel mese di maggio, per stilare un consuntivo delle attività svolte. All’interno di tale gruppo di lavoro si individua comitato operativo composto da : Coordinatore delle attività didattico educative, i coordinatori delle classi, il docente di sostegno (se presente); tale comitato svolge le seguenti attività: Comitato operativo del G.L.I. • rilevazione dei BES presenti nella scuola • colloqui con la famiglia • contatti e colloqui con il personale e strutture competenti, per compilazione da parte dei docenti di questionari di rilevazione, per comunicazione diagnosi e rilascio di certificazioni • consulenza e supporto ai colleghi sulle strategie/metodologie di gestione delle classi • rilevazione, monitoraggio e valutazione del livello d’ inclusività della scuola Piano per l’inclusività Al fine di favorire l’inclusione degli allievi con bisogni educativi speciali, il Collegio docenti, coordinati e supportati dal gruppo di lavoro per l’inclusività, procede alla definizione di un protocollo di accoglienza o piano di inclusività che permetta di avere un quadro quanto più possibile esaustivo del tipo di difficoltà rilevata; in secondo luogo i docenti di sostegno elaboreranno il PEI (piano educativo individualizzato) e i coordinatori di classe proporranno il PDP (piano didattico personalizzato) al Consiglio di classe. Il protocollo di accoglienza prevede due fasi: 1) la prima fase vede il gruppo di lavoro impegnato nell’acquisizione di ogni informazione utile in grado di ricostruire il passato scolastico dell’alunno con difficoltà di apprendimento (certificata o meno), le tappe più significative e le problematiche emerse riguardo al suo processo di apprendimento e al suo stile cognitivo. A tal fine risulta determinante la collaborazione con le famiglie e con l’equipe medico/sanitaria preposta alla sua assistenza. 2) La seconda fase riguarda: a. un’osservazione diagnostica d’ingresso sulla base di una griglia di osservazione predisposta dalla scuola e che comprende la somministrazione di un test d’ingresso per tutta la classe, evitando in tal modo momenti di disagio per l’alunno. Tale test d’ingresso rileva i seguenti aspetti: descrizione del funzionamento delle abilità strumentali (lettura, scrittura, calcolo, altri disturbi associati), caratteristiche del processo di apprendimento (osservazione, memorizzazione delle procedure, recupero e organizzazione delle informazioni), strategie utilizzate dall’alunno nello studio, strumenti utilizzati. Per ciò che attiene il controllo della lettura ci si concentrerà sui seguenti aspetti: avviamento e prerequisiti della lettura, decodifica e abilità funzionali, riconoscimento di lettere e associazione grafema-fonema; riconoscimento globale di parole, lettura tramite decodifica, comprensione del testo. b. Compilazione da parte dei docenti di un modulo di rilevazione diagnostica basata sull’osservazione degli alunni in difficoltà PEI – piano educativo individualizzato per alunni con sostegno secondo le seguenti voci: - Valutazione diagnostica funzionale - Profilo dell’alunno: area affettivo relazionale; area dell’autonomia; area cognitiva, area sensoriale - Organizzazione delle attività e piano orario: funzioni dell’eventuale gruppo di lavoro per il sostegno - Programmazione educativo – didattica individualizzata: Piano di lavoro: obiettivi trasversali, sulla base del profilo dello studente; obiettivi didattici per aree disciplinari; modalità didattiche e strumenti; verifiche e valutazione PDP - Piano didattico personalizzato Si passa a questo punto alla definizione di un piano didattico personalizzato per alunni con disturbi dell’apprendimento, ad opera del Consiglio di classe con le seguenti parti: - Rilevazione del funzionamento delle abilità di lettura, scrittura e calcolo - Rilevazione delle caratteristiche comportamentali dell’alunno - Didattica personalizzata: strategie e metodi di insegnamento individualizzati - Strumenti compensativi - Misure dispensative - Modalità di verifica e di valutazione Metodologia didattica per alunni con BES Convinti che un ambiente di apprendimento significativo trovi nella qualità delle relazioni didattico/educative il proprio fondamento, la Scuola risponde alle particolari esigenze di alunni con bisogni educativi speciali attraverso la Didattica narrativa. Un bambino al momento dell’ingresso nella scuola è portatore di una propria storia formativa, frutto di molteplici ambienti di apprendimento (formali, informali e non formali); partire dal suo vissuto, attraverso la tecnica della narrazione, diventa allora condizione necessaria per considerare la possibilità di nuovi apprendimenti e di inserimento in nuovi contesti del sapere, soprattutto per allievi con difficoltà di apprendimento. La riduzione della storia formativa degli alunni alle sole esigenze legate alla trasmissione del sapere, può diventare la principale causa dell’insuccesso a scuola, soprattutto per gli alunni con disturbi specifici di apprendimento. La finalità della didattica narrativa concepisce l'educazione non solo come tempo e luogo delle spiegazioni, della trasmissione del conoscere, ma anche come ascolto reciproco tra soggetti narranti, e diventa ancora più incisiva ed efficace proprio nel caso di alunni con difficoltà di apprendimento. Tale metodologia richiama l’utilizzo di tutti i mediatori didattici – Attivi, Iconici, Analogici, Simbolici - per poter scegliere quelli maggiormente efficaci allo stile cognitivo degli alunni, soprattutto di quelli con difficoltà di apprendimento. I mediatori didattici si propongono quindi come strumenti che permettono di trasferire la realtà dentro la scuola, quella realtà talvolta maggiormente incomprensibile per coloro che si trovano più in difficoltà. Naturalmente gli strumenti maggiormente operativi, come ad es. i mediatori attivi, risultano particolarmente efficaci perché privilegiano l’apprendimento attraverso il contatto o il riferimento diretto alla realtà ( es. uscite didattiche, attività laboratoriali con esperimenti e osservazioni…). Tali mediatori oltre a motivare l’apprendimento di tutti gli alunni, svolgono una funzione compensativa soprattutto per quelli che incontrano maggiori difficoltà di astrazione. Tali mediatori trovano poi una naturale complementarietà con quelli analogici (simulazioni, drammatizzazioni, comprendere meglio giochi di ruolo) che aiutano l’alunno a e quindi rendono più agevole la successiva fase di sistematizzazione e formalizzazione dei concetti appresi. L’esperienza ha dimostrato inoltre che la musica e l’apprendimento dell’uso di uno strumento musicale (chitarra) da parte di alunni con BES, permettono di promuovere lo sviluppo di competenze trasversali. Si è visto infatti che saper suonare uno strumento musicale sviluppa nell’alunno abilità (es. coordinamento dei movimenti, riconoscimento di suoni, autonomia nell’apprendimento…), che hanno una ricaduta positiva anche in altre discipline ( es. maggiore velocità nel recupero delle informazioni, potenziamento del metodo di studio, collaborazione e cooperazione con i compagni…) fiducia e la sua autostima. migliorando la sua