17 01 11 Roma, l`Italia dei Diritti fare chiarezza sul servizio di
Transcript
17 01 11 Roma, l`Italia dei Diritti fare chiarezza sul servizio di
http://www.eccolanotiziaquotidiana.it/roma-l%e2%80%99italia-dei-diritti-vuole-chiarezza-sul-servizio-divigilanza-alle-aziende-sanitarie-della-regione-lazio/ ROMA 17 gennaio 2011 Roma, l’Italia dei Diritti; fare chiarezza sul servizio di vigilanza alle Aziende Sanitarie Regionali Alla fine del 2009 è stato indetto un bando di gara a procedura ristretta per l’affidamento del servizio di vigilanza e fornitura di impianti tecnologici occorrente alle Aziende Sanitarie della Regione Lazio. I vincitori, manco a dirlo, sono gli stessi di sempre. Secondo indiscrezioni molto probabili l’Italpol si sarebbe aggiudicata 5 lotti su 7, mentre gli altri due dovrebbero finire all’Ati formata dalla Nuova Città di Roma e dalla Roma Union Security. La questione è che i tre istituti di vigilanza citati appartengono o sono vicini a personaggi di cui le vicende giudiziarie sono più che note. La Italpol, di cui è proprietario Domenico Gravina, notoriamente amico intimo di Gianfranco Fini, è attualmente nel mirino della Procura di Roma, poiché era a capo dell’Ati che nella prima parte del 2010 si è aggiudicata l’appalto dell’Atac per la vigilanza nelle stazioni della metropolitana. Una commissione di oltre 100 milioni di euro in un quadriennio che, secondo gli inquirenti, è stata vinta da questa associazione temporanea d’impresa nonostante il servizio non fosse assicurato secondo i termini stabiliti dall’appalto. Di questa stessa Ati faceva parte l’istituto Nuova Città di Roma, di cui il Responsabile Sviluppo Partecipazioni e Controllo Gestione è Fabrizio Montali. Quest’ultimo, figlio dell’ex sottosegretario socialista Sebastiano, è presidente del consorzio Pegaso e consigliere della Sicurezza del Consiglio Nazionale della Confcooperative Federlavoro e Servizi. Soprattutto, il Montali figlio è conosciuto ai più perché è stato indagato nel 2003 per corruzione nell’ambito del “Vip-Gate” e nel 2006 per tentata estorsione, riciclaggio, corruzione e intestazione fittizia di beni con l’aggravante di mafia, poiché presunto prestanome di Enrico Nicoletti, cassiere della Banda della Magliana. Infine, nell’agosto dello scorso anno, Montali è stato oggetto di una denuncia del Segretario Territoriale della Fisascat Cisl di Roma Mauro Brinati per tentata corruzione, poiché nel Marzo del 2009 avrebbe proposto a quest’ultimo un falso in bilancio della Nuova Città di Roma che gli avrebbe fruttato 32 milioni di euro. In ultimo, la Roma Union Service che appartiene a Claudio Lotito. Il patron della S. S. Lazio che ha beneficiato di una prescrizione in primo grado per turbativa d’asta nell’ambito delle inchieste di Mani Pulite ed è stato condannato in primo grado nel 2009 a due anni di reclusione e al pagamento di una multa molto salata con l’accusa di aggiotaggio manipolativo e informativo e di ostacolo all’attività agli organi di vigilanza. Inoltre, le sue due imprese di pulizia Linda e Bonadea fornirebbero i loro servizi in tutte le 8 Asl capitoline e in 28 tra ospedali e policlinici. Il commento all’articolata denuncia dell’Italia dei Diritti è affidato a Carmine Celardo, viceresponsabile per il Lazio del movimento: “Quest’assegnazione potrebbe creare un enorme sospetto, se si tiene presente l’orientamento politico dei personaggi succitati, palesemente attiguo a quello delle amministrazioni della regione Lazio e del comune di Roma. Dunque, ci auguriamo che chi di dovere si muova quanto prima per constatare innanzitutto la legittimità dell’assegnazione”. “Nel caso in cui le indiscrezioni avessero ragione, non ci sarebbe scampo né per la Polverini, né per Alemanno – continua Celardo -. È allarmante che sia l’Italpol che le persone a capo degli istituti di vigilanza che formano l’Ati abbiano qualche problema con la legge. Mi chiedo perché i questori non hanno comunicato al prefetto le vicissitudini giudiziarie legate a queste persone. Se le voci venissero confermate, avremmo affidato le attività di sorveglianza a possibili pregiudicati. La presunzione di innocenza ci obbliga a parlare in questi termini fino alle condanne definitive dei personaggi menzionati. Tuttavia, da parte nostra vi è forte opposizione a chi è anche solo sospettato. Dunque, sollecitiamo la Polverini a verificare se vi siano i presupposti per inibire questa assegnazione che, nel caso in cui vi fosse la conferma di certe rivelazioni, trovano la nostra ferma opposizione. Le imprese di vigilanza devono essere limpide, cristalline, senza macchia. Altrimenti si finisce col mettere il lupo a guardia del gregge”. L’esponente regionale del movimento guidato da Antonello De Pierro conclude il suo intervento riflettendo: “Se venissero confermate le condanne rivolte alle persone menzionate e le voci sull’assegnazione per l’affidamento del servizio di vigilanza, come intende intervenire la Polverini? Sarebbe questa la destra di ordine e legalità di cui tanto si parla durante le campagne elettorali?”. http://www.montegargano.it/extra-gargano/Italia-dei-Diritti-denuncia-appalti-vigilanza-Lazio-vinti-dasoliti-noti_17918.html Italia dei Diritti denuncia appalti vigilanza Lazio vinti da soliti noti Carmine Celardo, viceresponsabile per il Lazio del movimento: “Nel caso in cui le indiscrezioni venissero confermate, non ci sarebbe scampo né per la Polverini, né per Alemanno” Altro giro altra corsa. E la giostra ricomincia a fare il suo dovere. Alla fine del 2009 è stato indetto un bando di gara a procedura ristretta per l’affidamento del servizio di vigilanza e fornitura di impianti tecnologici occorrente alle Aziende Sanitarie della Regione Lazio. I vincitori, manco a dirlo, sono gli stessi di sempre. Secondo indiscrezioni molto probabili l’Italpol si sarebbe aggiudicata 5 lotti su 7, mentre gli altri due dovrebbero finire all’Ati formata dalla Nuova Città di Roma e dalla Roma Union Security. La questione è che i tre istituti di vigilanza citati appartengono o sono vicini a personaggi di cui le vicende giudiziarie sono più che note. La Italpol, di cui è proprietario Domenico Gravina, notoriamente amico intimo di Gianfranco Fini, è attualmente nel mirino della Procura di Roma, poiché era a capo dell’Ati che nella prima parte del 2010 si è aggiudicata l’appalto dell’Atac per la vigilanza nelle stazioni della metropolitana. Una commissione di oltre 100 milioni di euro in un quadriennio che, secondo gli inquirenti, è stata vinta da questa associazione temporanea d’impresa nonostante il servizio non fosse assicurato secondo i termini stabiliti dall’appalto. Di questa stessa Ati faceva parte l’istituto Nuova Città di Roma, di cui il Responsabile Sviluppo Partecipazioni e Controllo Gestione è Fabrizio Montali. Quest’ultimo, figlio dell’ex sottosegretario socialista Sebastiano, è presidente del consorzio Pegaso e consigliere della Sicurezza del Consiglio Nazionale della Confcooperative Federlavoro e Servizi. Soprattutto, il Montali figlio è conosciuto ai più perché è stato indagato nel 2003 per corruzione nell’ambito del “Vip-Gate” e nel 2006 per tentata estorsione, riciclaggio, corruzione e intestazione fittizia di beni con l’aggravante di mafia, poiché presunto prestanome di Enrico Nicoletti, cassiere della Banda della Magliana. Infine, nell’agosto dello scorso anno, Montali è stato oggetto di una denuncia del Segretario Territoriale della Fisascat Cisl di Roma Mauro Brinati per tentata corruzione, poiché nel Marzo del 2009 avrebbe proposto a quest’ultimo un falso in bilancio della Nuova Città di Roma che gli avrebbe fruttato 32 milioni di euro.In ultimo, la Roma Union Service che appartiene a Claudio Lotito. Il patron della S. S. Lazio che ha beneficiato di una prescrizione in primo grado per turbativa d’asta nell’ambito delle inchieste di Mani Pulite ed è stato condannato in primo grado nel 2009 a due anni di reclusione e al pagamento di una multa molto salata con l’accusa di aggiotaggio manipolativo e informativo e di ostacolo all’attività agli organi di vigilanza. Inoltre, le sue due imprese di pulizia Linda e Bonadea fornirebbero i loro servizi in tutte le 8 Asl capitoline e in 28 tra ospedali e policlinici.Il commento all’articolata denuncia dell’Italia dei Diritti è affidato a Carmine Celardo, viceresponsabile per il Lazio del movimento: “Quest’assegnazione potrebbe creare un enorme sospetto, se si tiene presente l’orientamento politico dei personaggi succitati, palesemente attiguo a quello delle amministrazioni della regione Lazio e del comune di Roma. Dunque, ci auguriamo che chi di dovere si muova quanto prima per constatare innanzitutto la legittimità dell’assegnazione”. “Nel caso in cui le indiscrezioni avessero ragione, non ci sarebbe scampo né per la Polverini, né per Alemanno - continua Celardo -. È allarmante che sia l’Italpol che le persone a capo degli istituti di vigilanza che formano l’Ati abbiano qualche problema con la legge. Mi chiedo perché i questori non hanno comunicato al prefetto le vicissitudini giudiziarie legate a queste persone. Se le voci venissero confermate, avremmo affidato le attività di sorveglianza a possibili pregiudicati. La presunzione di innocenza ci obbliga a parlare in questi termini fino alle condanne definitive dei personaggi menzionati. Tuttavia, da parte nostra vi è forte opposizione a chi è anche solo sospettato. Dunque, sollecitiamo la Polverini a verificare se vi siano i presupposti per inibire questa assegnazione che, nel caso in cui vi fosse la conferma di certe rivelazioni, trovano la nostra ferma opposizione. Le imprese di vigilanza devono essere limpide, cristalline, senza macchia. Altrimenti si finisce col mettere il lupo a guardia del gregge”. L’esponente regionale del movimento guidato da Antonello De Pierro conclude il suo intervento riflettendo: "Se venissero confermate le condanne rivolte alle persone menzionate e le voci sull’assegnazione per l’affidamento del servizio di vigilanza, come intende intervenire la Polverini? Sarebbe questa la destra di ordine e legalità di cui tanto si parla durante le campagne elettorali?”. http://www.fainotizia.it/2010/12/29/gare-la-vigilanza-nella-sanit%C3%A0-del-laziovinte-dai-soliti-noti Gare per la vigilanza nella sanità del Lazio vinte dai soliti noti A fare la parte del leone è stata la Italpol, seguita a ruota dall’istituto del patron della Lazio Claudio Lotito e Fabrizio Montali Cambia la musica ma i musicanti sono sempre gli stessi. In Regione Lazio non c’è storia: le gare di appalto degli istituti di vigilanza sono vinte sempre dai soliti noti e sembra essere in regime di monopolio. La Italpol ha già avuto l’assegnazione degli appalti del Lotto 1, ovvero la Asl Rm C e G; il lotto 4 andrà alla Italpol ugualmente, Azienda Ospedaliera S. Camillo- Spallanzani e Ares 118; i lotti 2, 3 e 7 della provincia di Latina anche alla Italpol. Senza contare che un volantino che gira negli uffici comunali recita “la gara di vigilanza presso la Metro Soc. è stata svenduta alla Italpol della famiglia Gravina”. Ed alla Italpol in Associazione di impresa con Masterpolice è stata assegnata anche la sede del Consiglio Regionale. Invece il solo Lotto 5 (Ospedale Sant’Andrea e Policlinico Umberto 1) ancora da assegnare andrebbe ad un’ATI composta dalla Nuova Città di Roma di Lotito e Montali e alla Roma Union Security. Insomma la quasi totalità degli appalti sono assegnati o assegnandi alla famiglia Gravina il cui titolare, Domenico, è da anni legato da grande amicizia con Gianfranco Fini terza carica dello Stato e a Claudio Lotito presidente della Lazio e Fabrizio Montali figlio di un ex sottosegretario socialista. Nulla di scandaloso, se alcuni di questi personaggi (Montali e Lotito) non fossero coinvolti in varie situazioni di illegalità, procedimenti giudiziari e soggetti a disfunzioni nei vari servizi. Tra l’altro c'è un fascicolo che scotta e non poco alla procura della Repubblica di Roma. Porta il numero 3904 dell'anno 2010 ed è affidato a uno dei pubblici ministeri più abituati ad inchieste rilevanti: Francesco Minisci, il magistrato che ha riaperto l'inchiesta sulla morte di Pier Paolo Pasolini. il fascicolo è stato aperto dopo la presentazione di un esposto da parte di Adalberto Bertucci, amministratore delegato dell'Atac, l'azienda dei trasporti di Roma. La cui gara di aggiudicazione è stata vinta ad un prezzo superiore di gran lunga ai critrei stabiliti. In sé si tratta di una vicenda di mala gestione quotidiana: l'azienda ha affidato da poco il servizio di vigilanza nelle stazioni della metropolitana a un'associazione temporanea di imprese capeggiata da Italpol e di cui fanno parte anche Nuova città di Roma, Sicurglobal e Security service. Grazie a una clamorosa gaffe- da parte di uno dei dirigenti dell'Ati, (Fabrizio Montali) l'azienda di trasporti pubblica ha scoperto da una parte che il servizio non era assicurato secondo i termini stabiliti dall'appalto, e che i vincitori raccontavano dei manager pubblici- cose- ritenute di pura fantasia- da cui si sarebbero dovuti difendere in procura. Sono episodi spiacevoli, e non è certo per questo che scotta quel fascicolo. A creare imbarazzo è infatti proprio la natura dell'associazione temporanea di imprese. Quell'Italpol che la capeggia è guidata dalla famiglia Gravina, e il titolare, Domenico, è da anni è legato da grande amicizia con Gianfranco Fini. Tanto che nel palazzo l'Italpol viene addirittura soprannominata l'azienda di Fini, un modo di dire, naturalmente, perché il presidente della Camera non è azionista, ma sta a significare lo stretto rapporto esistente con gruppo Gravina, fra i leader della vigilanza privata in Italia anche con altri marchi noti, è a dire il vero sostenitore da anni della destra italiana. Vicinissimo al Movimento sociale - già nella prima Repubblica, quando ha potuto ha aiutato con servizi gratuiti o finanziariamente il partito del cuore. E’ accaduto con Alleanza Nazionale, e lo stretto rapporto con il suo leader è ben noto a chiunque sia stato dirigente invia della Scrofa. Invece il Presidente della Lazio Claudio Lotito è affiancato da tal Fabrizio Montali, figlio dell’ex sottosegretario Sebastiano ex deputato nonché sottosegretario socialista alle Partecipazioni statali durante il caso Enimont, poi toccato da alcune inchieste all' epoca di Tangentopoli e di recente approdato a Forza Italia. Il fabrizio sarebbe stato già coinvolto in situazioni di corruzioni e in affari con Enrico Nicoletti, tesoriere della banda della Magliana e procedimenti pendenti per grossi reati trattati dalla Direzione distrettuale antimafia, PM dorroressa Lotti. Tra l’altro il Montali (che opera nella Cooperativa Nuova Città di Roma il cui Presidente è Mita, associata alla confcooperativa dove è inserito come Consigliere per la vigilanza il Montali)è con la sua società a fare pressioni presso enti ed istituzioni pubbliche pur altamente discusso per i precedenti ed i coinvolgimentiin inchieste giudiziarie e in amicizia con la famiglia Nicoletti. Inquietante episodio che lo vede protagonista è accaduto qualche mese fa quando si è presentato alla sede della FAISCAT Cisl in cui tentava, il Montali, di coinvolgere e corrompere in un progetto criminoso che prevedeva la creazione di un buco economico di 6 milioni di euro nella Cooperativa Nuova Città di Roma al fine di creare i presupposti per un fallimento pilotato della stessa tramite ispezioni della confcooperativae riassunzione dei dipendenti con la procedura della mobilità con grave danno per l’erario e per la società. Con un guadagno personale per sé ed amici di 32.ooo.ooo di euro. Il progetto è andato a vuoto perché il responsabile ha messo alla porta il Montali, dopo essersi fatto spiegare con un appunto scritto e pertanto denunciato agli organi statutari ivi compreso il segretario generale confederale Raffaele Bonanni ed il Presidente delle Confcooperative Luigi Marini. Invece Claudio Lotito (in stretti rapporti con il Montali) nei vari appalti già vinti con le asl non ha mai fatto i lavori previsti dalle offerte economiche e dai progetti tecnici della gara frodando gli enti appaltatori. http://www.julienews.it/notizia/politica/italia-dei-diritti-denuncia-appalti-vigilanza-lazio-vinti-dasoliti-noti/63656_politica_0.html Italia dei Diritti denuncia appalti vigilanza Lazio vinti da soliti noti 17/01/2011 Carmine Celardo, viceresponsabile per il Lazio del movimento: “Nel caso in cui le indiscrezioni venissero confermate, non ci sarebbe scampo né per la Polverini, né per Alemanno” Roma, 17 gennaio 2011 - Altro giro altra corsa. E la giostra ricomincia a fare il suo dovere. Alla fine del 2009 è stato indetto un bando di gara a procedura ristretta per l’affidamento del servizio di vigilanza e fornitura di impianti tecnologici occorrente alle Aziende Sanitarie della Regione Lazio. I vincitori, manco a dirlo, sono gli stessi di sempre. Secondo indiscrezioni molto probabili l’Italpol si sarebbe aggiudicata 5 lotti su 7, mentre gli altri due dovrebbero finire all’Ati formata dalla Nuova Città di Roma e dalla Roma Union Security. La questione è che i tre istituti di vigilanza citati appartengono o sono vicini a personaggi di cui le vicende giudiziarie sono più che note. La Italpol, di cui è proprietario Domenico Gravina, notoriamente amico intimo di Gianfranco Fini, è attualmente nel mirino della Procura di Roma, poiché era a capo dell’Ati che nella prima parte del 2010 si è aggiudicata l’appalto dell’Atac per la vigilanza nelle stazioni della metropolitana. Una commissione di oltre 100 milioni di euro in un quadriennio che, secondo gli inquirenti, è stata vinta da questa associazione temporanea d’impresa nonostante il servizio non fosse assicurato secondo i termini stabiliti dall’appalto. Di questa stessa Ati faceva parte l’istituto Nuova Città di Roma, di cui il Responsabile Sviluppo Partecipazioni e Controllo Gestione è Fabrizio Montali. Quest’ultimo, figlio dell’ex sottosegretario socialista Sebastiano, è presidente del consorzio Pegaso e consigliere della Sicurezza del Consiglio Nazionale della Confcooperative Federlavoro e Servizi. Soprattutto, il Montali figlio è conosciuto ai più perché è stato indagato nel 2003 per corruzione nell’ambito del “Vip-Gate” e nel 2006 per tentata estorsione, riciclaggio, corruzione e intestazione fittizia di beni con l’aggravante di mafia, poiché presunto prestanome di Enrico Nicoletti, cassiere della Banda della Magliana. Infine, nell’agosto dello scorso anno, Montali è stato oggetto di una denuncia del Segretario Territoriale della Fisascat Cisl di Roma Mauro Brinati per tentata corruzione, poiché nel Marzo del 2009 avrebbe proposto a quest’ultimo un falso in bilancio della Nuova Città di Roma che gli avrebbe fruttato 32 milioni di euro. In ultimo, la Roma Union Service che appartiene a Claudio Lotito. Il patron della S. S. Lazio che ha beneficiato di una prescrizione in primo grado per turbativa d’asta nell’ambito delle inchieste di Mani Pulite ed è stato condannato in primo grado nel 2009 a due anni di reclusione e al pagamento di una multa molto salata con l’accusa di aggiotaggio manipolativo e informativo e di ostacolo all’attività agli organi di vigilanza. Inoltre, le sue due imprese di pulizia Linda e Bonadea fornirebbero i loro servizi in tutte le 8 Asl capitoline e in 28 tra ospedali e policlinici. Il commento all’articolata denuncia dell’Italia dei Diritti è affidato a Carmine Celardo, viceresponsabile per il Lazio del movimento: “Quest’assegnazione potrebbe creare un enorme sospetto, se si tiene presente l’orientamento politico dei personaggi succitati, palesemente attiguo a quello delle amministrazioni della regione Lazio e del comune di Roma. Dunque, ci auguriamo che chi di dovere si muova quanto prima per constatare innanzitutto la legittimità dell’assegnazione”. “Nel caso in cui le indiscrezioni avessero ragione, non ci sarebbe scampo né per la Polverini, né per Alemanno - continua Celardo -. È allarmante che sia l’Italpol che le persone a capo degli istituti di vigilanza che formano l’Ati abbiano qualche problema con la legge. Mi chiedo perché i questori non hanno comunicato al prefetto le vicissitudini giudiziarie legate a queste persone. Se le voci venissero confermate, avremmo affidato le attività di sorveglianza a possibili pregiudicati. La presunzione di innocenza ci obbliga a parlare in questi termini fino alle condanne definitive dei personaggi menzionati. Tuttavia, da parte nostra vi è forte opposizione a chi è anche solo sospettato. Dunque, sollecitiamo la Polverini a verificare se vi siano i presupposti per inibire questa assegnazione che, nel caso in cui vi fosse la conferma di certe rivelazioni, trovano la nostra ferma opposizione. Le imprese di vigilanza devono essere limpide, cristalline, senza macchia. Altrimenti si finisce col mettere il lupo a guardia del gregge”. L’esponente regionale del movimento guidato da Antonello De Pierro conclude il suo intervento riflettendo: "Se venissero confermate le condanne rivolte alle persone menzionate e le voci sull’assegnazione per l’affidamento del servizio di vigilanza, come intende intervenire la Polverini? Sarebbe questa la destra di ordine e legalità di cui tanto si parla durante le campagne elettorali?”. http://www.rassegnastampa.comune.roma.it/View.aspx?ID=2010092316710968 Libero Quotidiano di giovedì 23 settembre 2010, pagina 1 L'inchiesta sul metrò arriva in Procura. E i finiani tremano... - Inchiesta sul metrò: i finiani tremano di Bechis Franco Lappalto per i vigìlantes L'inchiesta sul metrò arriva in Procura E i finiani tremano... Inchiesta sul metrò : i lìniani tremano Arrivano in Procura le carte sull'appalto per la gestione dei vigilantes dei trasporti sotterranei di Roma L'azienda pubblica della Capitale ha denunciato l'attività del manager molto vicino al presidente della Camera L'AZIENDA La società nel mirino è la Italpol guidata dt2lla famiglia Gravina, e il titolare, Domenico, è da anni legato da grande amicizia con la terza carica dello Stato di FRANCO BECIS C'è un fascicolo che scotta e non poco alla procura della Repubblica di Roma. Porta il numero 3904 dell'anno 2010 ed è affidato a uno dei pubblici ministeri pi abituati ad inchieste rilevanti: Francesco Minisci, il magistrato che ha riaperto l'inchiesta sulla morte di Pier Paolo Pasolini. il fascicolo è stato aperto dopo la presentazione di un esposto da parte di Adalberto Bertucci, amministratore delegato dell'Atac, l'azienda dei trasporti di Roma. In sé si tratta di una vicenda di mala gestionequotidiana: l'azienda ha affidato da poco il servizio (...) (...) di vigilanza nelle stazioni della metropolitana a un'associazione temporanea cli imprese capeggiata da Italpol e di cui fanno parte anche Nuova città cli Roma, Sicurglobal e Security service. Grazie a una clamorosa gaffe- da parte di uno dei dirigenti dell'Ati, l'azienda cli trasporti pubblica ha scoperto da una parte che il servizio non era assicurato secondo i termini stabiliti dall'appalto, e chè ivincitori raccontavano dei manager pubblici- cose- ritenute di pura fantasiada cui si sarebbero dovuti difendere in procura. Sono episodi spiacevoli, e non è certo per questo che scotta quel fascicolo. A creare imbarazzo è infatti proprio la natura dell'associazione temporanea di imprese. Quell'italpoi che la capeggia è guidata dalla famiglia Gravina, e il titolare, Domenico, è da amii legato da grande amicizia con Gianfranco Fini. Tanto che nel palazzo l'Italpol viène addirittura soprannominata l'azienda di Fini . - STRETTO RAPPORTO un modo di dire, naturalmente, perché il presidente della Camera non ne è azionista, ma sta a significare lo stretto rapporto esistente. il gruppo Gravina, fra i leader della vigilanza privata in Italia anche con altri marchi noti, è a dire il vero un sostenitore da anni della destra italiana. Vicinissimo al Movimento sociale - già nella prima Repubblica, quando ha potuto ha aiutato con servizi gratuiti o finanziariamente il partito del cuore. E accaduto con Alleanza Nazionale, e lo stretto rapporto con il suo leader è ben noto a chiunque sia stato dirigente invia della Scrofa. Anche per questo che sia finito nel mirino della procura di Roma quell'appalto crea pi di una chiacchiera e di un imbarazzo nella capitale. il raggruppamento di imprese guidato da Italpol ha infatti conquistato li la pi ricca commessa che il settore della vigilanza privata possa offrire in Italia: oltre 100 milioni di euro in un quadriennio. L'offerta che ha conquistato la commissione di assegnazione era perfino superiore alla base d'asta complessiva, e quella vinta da Italpol è stata una delle rarissime gare in Italia conquistate con offerte non al massimo ribasso. Almeno quattro milioni pi alta di quanto si pensasse in un primo momento. Il costo orario del servizio era superiore all'appalto precedente, e quindi deve essere contata assai la qualità dell'offerta. Valutazione difficile, tanto che la scelta del vincitore che doveva avvenire nella primavera del 2009 si è rivelata assai pi laboriosa delle previsioni, slittando alla prima parte di quest'anno. Proprio per questo i manager Atac si sono infuriati quando hanno compreso che proprio la qualità del servizio alla prima verifica presentava buchi larghi come nessuno avrebbe mai immaginato. La scoperta è avvenuta in modo assai semplice. Un giorno della scorsa primavera, a poche settimane dall'inizio ufficiale del *** gestione quotidiana: gaffe da pubblici cose ritenute fantasia da nuovo servizio di vigilanza, un dirigente del raggruppamento di imprese vincitrici, ha chiesto un colloquio al dirigente della sicurezza di Atac. IL PROBLEMA Durante l'incontro ottenuto il dirigente privato ha spiegato cli avere un problema con un maresciallo proprio dipendente che dirigeva il sérvizio di vigilanza in alcune stazioni della metropolitana. a spiegato che avrebbe voluto allontanarlo dal servizio, ma di non poterlo fare perché era un sindacalista e avrebbe avuto grandi guai con gli altri dipendenti e con la legge. Se per la richiesta- motivata in qualsiasi modo- fosse venuta da Atac, cioè dall'azienda per cui si stava svolgendo il servizio, la rimozione sarebbe stata pi che motivata e il maresciallo sarebbe finito ad altri impegni. Il dirigente Atac ha ascoltato un po'stupito e ha preso tempo per dare una risposta. Qualche giorno dopo è riuscito a contattare il maresciallo in questione e ha compreso perché fosse tanto inviso ai vincitori. Nei suoi rapporti di servizio il bravo maresciallo segnalava che dove erano assicurati dieci vigilantes in realtà erano presenti cinque. Richiesto di omettere questo particolare, lui si era rifiutato pi volte, finendo così nel mirino dei vincitori. Visto che ormai aveva confidato la sua nena. il maresciallo ha raccortato altro anche sulla organizzazione dell'Ati, sulle indiscrezioni raccolte all'interno dell'azienda a proposito della modalità con cui era stato ottenuto e gestito quel :maxi-appalto, sui costi extra sostenuti nell'occasione e sulla necessità di risparmiare per recuperarli. Tutto ora è finito in quel fascicolo della procura di Roma. Dove con passo felpato ci si sta muovendo sull'inchiesta che scorta. IARETE OGGI La metropolitana di Roma è composta di due linee (RA e B ) che hanno una lunghezza complessiva di 36,6 km. Ma la rete è anche integrata da alcuni servizi ferroviari urbani e suburbani: tra queste, la ferrovia Roma-Lido e la ferrovia Roma-Giardinetti. DOMANI Sono in costruzione una diramazione della linea B e un'altra linea metropolitana, la linea C, sulla quale per non mancano le polemiche. Secondo l'accusa, infatti, i costi iniziali di circa 3 miliardi di euro, in linea conio standard europeo di 175 milioni di euro a km, oggi sono lievitati a quota 5 miliardi con un percorso che si sarebbe ristretto da 42,2 a 25,5 km.