zoom monografico - Save the Children

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zoom monografico - Save the Children
ZOOM
MONOGRAFICO
Il minore esposto
alla pedo-pornografia
su Internet
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ZOOM
MONOGRAFICO
IL MINORE ESPOSTO ALLA PEDO-PORNOGRAFIA SU INTERNET
Premessa
egli anni passati abbiamo puntato la nostra attenzione sulle
vittime di pedo-pornografia, cioè sui minori oggetto di
immagini, sia rispetto alla loro identificazione in termini
investigativi, sia rispetto alle conseguenze dell’abuso subito. Abbiamo
inoltre provato a riflettere sulla fruizione sicura delle nuove
tecnologie da parte dei minori.
Quest’anno vorremo concentrarci sul minore a casa, davanti al
proprio PC e provare a riflettere sul perché egli, bambino o ragazzo1,
potrebbe intrattenersi con immagini pedo-pornografiche o con
potenziali abusanti e su quali effetti l’esposizione a tali immagini o a
tali contatti potrebbe comportare. Riteniamo importante, per
comprendere i rischi dell’esposizione a stimoli pornografici e pedopornografici, interrogarci su cos’è più in generale la sessualità nell’età
dello sviluppo, cosa rappresenta e, nell’ottica di un percorso di
supporto alla genitorialità, capire come il genitore e l’educatore
possono accompagnare il minore nella sua crescita psicosessuale.
Abbiamo, in tal senso, fatto riferimento al modello psicoanalitico
sviluppato da Freud e dai suoi seguaci.
Lo spirito che ci guida, inoltre, vuole essere quello di offrire spunti di
riflessione in materia e non di affrontare l’argomento in modo
esaustivo.
N
Abbiamo suddiviso il seguente lavoro in 3 parti:
PARTE PRIMA
Le caratteristiche di Internet, la funzione che esso oggi può assumere
nella vita di un bambino o di un ragazzo ed i meccanismi di
adescamento in Internet da parte di potenziali abusanti.
PARTE SECONDA
Lo sviluppo psicosessuale nel minore: cosa rappresenta la sessualità
nell’età evolutiva, dal bambino piccolo all’adolescente. Quali sono i
rischi dell’esposizione a immagini e stimoli pornografici e pedopornografici nel minore, nelle diverse età.
Con i termini
bambino e ragazzo
intendiamo ogni
volta riferirci anche
alle bambine e alle
ragazze.
1
PARTE TERZA
Consigli per i genitori e gli educatori, sia nell’ottica di una
prevenzione generale, sia in caso il minore sia effettivamente entrato
in contatto con immagini pornografiche o pedo-pornografiche, o con
potenziali abusanti via Internet.
PRIMA
PARTE
COSA
RAPPRESENTA
INTERNET OGGI
NELLA VITA DI UN
BAMBINO E DI UN
RAGAZZO?
on è utile né corretto
pensare che Internet svolga
una funzione isolata rispetto
al contesto in cui è inserito. Esso è
un canale comunicativo come altri,
dalle eccezionali caratteristiche, ma
la sua accezione, positiva o negativa,
dipende dall’utilizzo che se ne fa,
dalla funzione che esso svolge
all’interno del sistema di relazioni in
cui si muove. Se questo è vero, è
altrettanto vero, tuttavia, che
Internet ha delle peculiarità
specifiche che ne giustificano la
rapidissima diffusione ed il ruolo
che esso oggi assume nella vita di
molte persone.
Con l’avvento di Internet il rapporto
con il mezzo di comunicazione
cambia totalmente: Internet implica
interazione e al tempo stesso la
possibilità di essere “sempre e
comunque connesso”, soprattutto
attraverso i telefonini cellulari, oggi
in grado di ricevere contenuti dal
web e di assicurare la costante
reperibilità del suo proprietario.2
Oggi attraverso Internet si può
giocare, ci si può informare, si può
imparare, ci si può confrontare su
tematiche d’interesse comune, si
possono gestire i contatti, si
possono conoscere persone, si
possono creare amicizie e legami
affettivi, ci si può emozionare.
Internet consente, proprio in virtù
della sua rapidità, del suo annullare
le distanze, della sua anonimia, di
sperimentare una condizione
virtuale di onnipotenza, legata sia al
N
Il rapporto con la Tv,
invece, (soprattutto
quella tradizionale e
“generalista”) si basa
su una ricezione
essenzialmente
passiva di
informazioni
massificate, ma al
tempo stesso su un
modello del tipo
”accendi-ricevispegni”, ovvero sulla
possibilità di
interrompere la
ricezione a richiesta e
soprattutto sul difficile
trasporto della
macchina televisiva,
che obbliga pertanto
ad una certa
stanzialità (vedi il
secondo Rapporto
Annuale di Stop-It –
Chi sono le vittime
e quali i rischi su
Internet).
2
superamento dei normali vincoli
spazio-temporali sia, e soprattutto,
alla possibilità di esplorare differenti
aspetti della propria persona.
Più che mai, oggi l’utilizzo di
Internet presuppone una
dimensione affettiva, emotiva e
relazionale.
Internet inoltre richiede capacità di
reazioni molto veloci e questo,
pertanto, non consente processi di
elaborazione adeguata. Ciò è
l’esatto contrario di quello che serve
nell’età evolutiva, durante la quale,
più che mai, i percorsi educativi
sono efficaci se graduali e tarati sui
bisogni dei giovani.
E’ importante che i genitori e gli
educatori conoscano il mezzo
comunicativo, affrontino cioè un
percorso di alfabetizzazione
informatica che consenta loro prima
di tutto di comprendere come si
usano il computer ed Internet, quali
sono le potenzialità ed i rischi, e
permetta poi di orientare il bambino
o il ragazzo all’utilizzo del mezzo.
E’ importante tuttavia abbandonare
l’idea del minore esposto
passivamente ad Internet, in balia
dei suoi meccanismi: il giovane
conosce tecnicamente il mezzo e va
piuttosto educato ad un suo utilizzo
critico.
I giovani di oggi sono competenti
nell’utilizzare Internet, sanno
perfettamente destreggiarsi nella
tecnologia, nel soddisfare i propri
bisogni: utilizzano il telefonino per
inviare sms e foto, per ricevere
contenuti on demand provenienti
dalla rete, chattano con il PC dalla
propria camera, conoscono e
frequentano le communities a loro
dedicate e si incontrano
quotidianamente sul web,
depositando i propri dati personali,
spesso fotografie, e intrattengono
relazioni, talvolta amicali e non di
rado flirt in senso stretto.
IL MINORE ESPOSTO ALLA PEDO-PORNOGRAFIA SU INTERNET
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PRIMA
PARTE
IL MINORE ESPOSTO ALLA PEDO-PORNOGRAFIA SU INTERNET
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Ciò però in termini educativi lancia
una sfida ancora maggiore,
soprattutto quando i bisogni sottesi
all’utilizzo di Internet da parte del
minore esprimono dei disagi; infatti
è in questa fitta rete di scambi che si
può inserire l’abusante il quale
cercherà di mettersi in contatto col
minore, quello fragile
psicologicamente, quello sprovvisto
di strumenti di conoscenza critica, di
supervisione da parte degli adulti,
quello non adeguatamente
informato su come essere sicuro
quando è in rete3.
COME SI RISCHIA
DI ENTRARE IN
CONTATTO
CON POTENZIALI
ABUSANTI O CON
MATERIALE PEDOPORNOGRAFICO?
ell’approcciare il minore, il
potenziale abusante si
informa dove è situato il PC
del minore, se i genitori o i fratelli
sono presenti e cerca di isolare il
bambino dal resto delle relazioni,
diventando un amico a cui
confessare i propri sentimenti e
segreti.
Abusante e vittima cominciano a
condividere interessi comuni come
la musica, poi possono seguire
dichiarazioni d’affetto dell’adulto e
lo scambio di fotografie innocue
(non esplicitamente sessuali, non
subito almeno) e la manipolazione
psicologica diventa molto efficace.
Quando l’adulto è certo di non
correre il rischio di essere scoperto,
inizia la fase dell’esclusività che
rende impenetrabile la relazione ad
N
3
Benchè la maggior
parte degli studi
dimostrino che la
produzione di
pedopornografia si
realizzi tra le pareti
domestiche, ad opera
di abusanti conosciuti
dalla vittima, si stanno
diffondendo anche
altre forme, più
tipicamente
commerciali di
sfruttamento sessuale
del minore,
riconducibili ad
organizzazioni
criminali che vendono
video
pedopornografici
attraverso Internet.
esterni. Qui può collocarsi
l’invio/scambio di fotografie dal
contenuto sessuale esplicito e la
richiesta di incontro. Al rifiuto del
minore, durante l’incontro, di avere
un rapporto sessuale l’adulto può
rispondere con il ricatto di mostrare
a genitori o amici le foto scambiate,
oppure i testi inviati dal bambino. In
questa fase avanzata
dell’adescamento (detto
“grooming”) può entrare in gioco il
cellulare, uno strumento “più sicuro”
del PC perché consente al bambino
di nascondersi a genitori, fratelli o
amici.
SECONDA
PARTE
LO SVILUPPO
PSICOSESSUALE:
COSA SIGNIFICA
PARLARE DI
SESSUALITÀ
RIFERENDOSI AD
UN MINORE?
Seguiamo lo sviluppo della sessualità
nelle differenti fasi dell’età evolutiva
del minore:
1. Il bambino (3-6 anni)
on deve sorprendere, né
scandalizzare, o spaventare,
il fatto che ogni bambino
abbia dei desideri sessuali.
Affermazioni del genere spesso
vengono strumentalizzate da
associazioni di pedofili per
legittimare il loro comportamento
deviante. Noi intendiamo
ovviamente sgomberare il campo da
qualsiasi interpretazione
tendenziosa riguardante la
sessualità del bambino: i desideri
sessuali esistono già fin da quando
si è piccoli, ma il bambino non è
assolutamente in grado di
sperimentare attivamente la
sessualità, per una serie di motivi
che svilupperemo ampiamente nel
lavoro che segue. Essi sono istintivi,
cioè non frutto di apprendimento, e
hanno per oggetto esclusivamente
le figure di attaccamento, cioè i
genitori, configurando quello che
oggi è noto come complesso di
Edipo. Nel mito, Laio, re di Tebe,
affida il figlio Edipo neonato ad un
pastore, affinché lo elimini, perché
secondo una profezia egli avrebbe
in futuro ucciso il proprio padre e
sposato la propria madre. Edipo
tuttavia non muore e cresce a
N
Stiamo parlando di
famiglie composte da
una coppia genitoriale
e dalla prole; nelle
altre tipologie
familiari o in altri
contesti di crescita, i
meccanismi descritti
sono più difficilmente
identificabili ma
comunque presenti.
4
Corinto, allevato da una famiglia
adottiva; seguendo una serie di
vicende, infine, il destino si avvera ed
egli effettivamente giungerà ad
assassinare Laio e a sposare la madre
Giocasta.
Perché questo mito greco è stato
scelto per descrivere una fase dello
sviluppo psicosessuale?
Il bambino maschio dai 3 ai 6 anni
sviluppa verso la mamma, in quanto
genitore di sesso opposto e
riferimento principale4 nella sfera
degli affetti, un’attrazione che non è
solamente affettiva in termini di
attaccamento, bensì appunto fisica. Al
contempo il bambino sente di entrare
in competizione con il proprio padre,
perchè coglie il rapporto psicofisico
che lega i suoi genitori, tanto più
quanto meglio la coppia genitoriale
cerca di proteggere la propria intimità
ed il proprio legame. Lo stesso
avviene per le bambine, in questo
caso però attratte dal loro papà ed in
competizione con la madre.
Come può il bambino affrontare e
superare questa situazione?
Il ruolo dei genitori è fondamentale:
sta a loro proteggere prima di tutto
l’intimità della coppia genitoriale,
ponendo limiti di accesso al figlio a
spazi e momenti privati ( è
importante per esempio non
mostrarsi nudi, perché così si
stimolerebbero inutilmente i desideri
sessuali del bambino).
Al genitore del sesso opposto,
oggetto di desideri sessuali da parte
del figlio, spetta il compito di non
colludere, di non diventare complice
del figlio, con effusioni e
atteggiamenti inadeguati; il
contributo dell’altro genitore, invece,
è fondamentale nel chiedere e
pretendere l’esclusività delle
attenzioni sessuali del partner.
Emerge in tal senso l’importanza
per una coppia genitoriale di sentirsi
effettivamente coppia unita e
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SECONDA
PARTE
IL MINORE ESPOSTO ALLA PEDO-PORNOGRAFIA SU INTERNET
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MONOGRAFICO
5
Cinquant’anni
dopo, nel 1949,
Claude Levi-Strauss,
osservando le
strutture elementari
della parentela da un
punto di vista diverso,
quello antropologico,
conferma la
teorizzazione di
Freud.
6
Esistono, tuttavia,
realtà locali in Italia in
cui l’incesto è
socialmente accettato
dalla comunità:
questo non vuol dire
che l’effetto sul
minore non sia
negativo. Si creerà nel
giovane un gap
interno fra le regole
sociali apprese dal
mondo esterno e ciò
che egli prova
interiormente rispetto
alla sua incapacità di
elaborare non solo la
sessualità adulta, ma il
tradimento del
genitore come adulto
di riferimento.
affiatata, emotivamente e
sessualmente, per riuscire a frenare i
tentativi d’intrusione del figlio
all’interno del triangolo edipico.
In questo modo il bambino impara la
prima e la più importante delle
regole, alla base non solo della sua
educazione sessuale, ma di tutta la
sua educazione, della sua capacità di
crescere e diventare col tempo un
adulto equilibrato: questa regola è il
tabù dell’incesto.
Mentre per gli storici l’inizio della
civiltà coincide via via con la scoperta
del fuoco, dell’agricoltura, della
scrittura, ecc., per Freud la civiltà
della società contemporanea si regge
sul tabù dell’incesto5. Questo vale
anche per il bambino: egli passa da
una dimensione in cui è
essenzialmente in balia dei propri
impulsi ad un’altra contraddistinta
dalla capacità di controllarsi e di
seguire regole e comportamenti
condivisi nel contesto in cui vive,
proprio facendo suo il divieto
dell’incesto.
Questa è solo la prima delle regole,
ne seguono tante altre, tutte quelle
che regolamentano un sistema di
convivenza democratico ove
appunto, sia sì possibile esprimersi
ma nel rispetto della libertà degli
altri.
E’importante che il bambino senta
che il sistema normativo che gli viene
presentato e trasmesso, cioè l’insieme
delle regole di comportamento, fa
parte di un ordine molto al di sopra
di lui, un ordine che viene da lontano
ed appartiene ad un sistema sociale
Come può il bambino imparare e fare
proprio tale sistema di norme?
Ciò che consente al bambino di
interiorizzare questo insieme di
regole non è solo l’imitazione
dell’adulto, o il timore di una
punizione, bensì il fatto che il
genitore, o l’adulto di riferimento, si
ponga come modello carismatico,
autorevole e comprensivo al tempo
stesso (nel senso che comprende la
frustrazione del bambino, senza
cedere alla richiesta infantile).
Il bambino (di entrambi i sessi)
percepisce la forza e la potenza dei
propri genitori, sente di dipendere
totalmente da loro, ma ne percepisce
anche l’enorme affetto verso di lui e
la funzione di protezione e di guida
da loro svolta nei suoi confronti.
E’questo ciò che gli consente di
affrontare il divieto dell’incesto, di
elaborare le sue emozioni nei
confronti dei genitori e di accettare le
regole della famiglia e del contesto in
cui vive6.
E’inoltre assai importante che il
padre e la madre siano sì detentori
del potere, ma che essi per primi
rispettino in modo coerente e
convinto le stesse regole che
chiedono di rispettare al figlio, (lo
stesso genitore deve lavarsi le mani
prima di mangiare, non buttare
immondizia a terra per strada,
rispettare le file, mangiare le
minestre, ecc.).
Tutto ciò infine spiega anche perché,
quando viene violato il tabù
dell’incesto, il disorientamento è
totale, affettivo e cognitivo: viene
meno l’immagine dell’adulto preso
come riferimento, come modello
esemplare di comportamento nel
rispettare le regole (prima fra tutte,
l’incesto, appunto) e al tempo stesso
si è vittima di un tradimento, perché
il genitore incestuoso non svolge più
la sua funzione “sacra e naturale”di
proteggere e guidare il figlio nella e
verso la crescita.
2. Il bambino (6-10
anni)
urante la fase di latenza
(6-10 anni), se il periodo
precedente ha dato
effettivamente come risultato
D
SECONDA
PARTE
l’interiorizzazione dei tabù sociali e
delle norme di convivenza, la
sessualità non è più emotivamente
così forte come negli anni
precedenti e si esprime attraverso
sentimenti di tenerezza verso
coetanei del sesso opposto.
Il bambino ha ormai compreso e
fatto proprie le norme che il suo
contesto socio-culturale gli ha
trasmesso, prima fra tutte quelle
riguardanti la sessualità.
In questo periodo prevale il
desiderio di conoscenza ed il
bisogno di socializzazione; cioè
mentre prima il mondo del bambino
ruotava intorno alla sua famiglia,
adesso egli comincia ad estendere il
centro dei suoi interessi.
3. Il preadolescente
ella pre-adolescenza,
altrimenti detta pubertà,
(11-13 anni per le femmine,
13-15 anni per i maschi7) emergono
i caratteri sessuali secondari8, ed il
corpo subisce una serie di
mutamenti che rende il minore in
età puberale particolarmente
recettivo a stimoli interni ed esterni:
è un periodo di forte turbamento
proprio in termini di identità, perché
il giovane si ritrova un corpo e dei
desideri nuovi che lo spingono in
direzioni inesplorate. Mentre lo
sviluppo mentale9 è ormai
completato e quello fisico è in piena
evoluzione, dal punto di vista
affettivo il preadolescente non è
ancora pronto per sostenere una
sessualità matura.
Egli cercherà l’autonomia rispetto
alla famiglia, ma paradossalmente
più che mai in questa fase, egli ha
bisogno dell’adulto per staccarsi
dall’adulto stesso; ha cioè bisogno
di sentire che non solo il genitore è
presente, ma che questi è contento
che il figlio si renda autonomo.
N
Le femmine
raggiungono la
pubertà mediamente
1 o 2 anni prima dei
maschi
7
Nelle femmine
crescono seni e
peluria, nei maschi
cambia la voce,
compaiono barba e
peluria.
8
Secondo il modello
elaborato da Jean
Piaget e dai suoi
seguaci inerente lo
sviluppo cognitivo.
9
Se così non è egli potrebbe forse
sentirsi in colpa (per il suo desidero
di indipendenza) e/o assumere
comportamenti aggressivi.
4. L’adolescente
ell’adolescenza la
dimensione sessuale,
affettiva e cognitiva si
coniugano ed il processo iniziato
nella pubertà si assesta: il giovane si
rende sempre più autonomo e si
avvia verso la possibilità di
sperimentare la sessualità con i
coetanei in modo attivo. Questo
avviene perché, oltre allo sviluppo
cognitivo e fisico, sta procedendo
anche quello affettivo, nel senso che
dentro di lui si riduce la distanza
con l’adulto, prima percepito come
diversissimo. L’adolescente
riconosce dentro di sé delle parti
meno infantili, è pronto pertanto a
far proprio e ad imitare il
comportamento dei genitori, in
quanto rappresentanti principali del
mondo degli adulti.
E’ importante che la famiglia accolga
questa nuova dimensione, rispetti e
accetti i nuovi interessi del figlio
adolescente per il sesso opposto,
consentendogli di coltivare amicizie
e affetti, rispettandone la privacy
senza tuttavia smettere di svolgere
la funzione di vigile protezione e di
riferimento adulto.
N
IL MINORE ESPOSTO ALLA PEDO-PORNOGRAFIA SU INTERNET
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CHE COSA
SUCCEDE SE
UN MINORE SI
IMBATTE IN
IMMAGINI
PORNOGRAFICHE
(CONCERNENTI
SESSUALITÀ
FRA ADULTI)?
SECONDA
PARTE
IL MINORE ESPOSTO ALLA PEDO-PORNOGRAFIA SU INTERNET
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1. Il bambino
gni bambino, nell’arco del
proprio sviluppo, nutre
fantasie e desideri sessuali,
talvolta incestuosi o aggressivi, ma
essi possono rimanere inconsci, cioè
il bambino può non esserne
consapevole, perché in lui nel
tempo (con la risoluzione del
complesso edipico, come abbiamo
già visto) si sviluppa e agisce una
sorta di censura interiore che gli
impedisce di prendere contatto con
contenuti contrari alle regole a lui
trasmesse e che egli ormai ha
interiorizzato.
Il problema insorge se, invece, a
causa di sollecitazioni esterne di
varia natura ed entità (esperienze
con pedofili, contatto con materiale
pornografico, ecc.) nel bambino
scompare il confine tra fantasia e
realtà.
La fase più critica in tal senso è
quella edipica (3-6 anni) in quanto
il bambino non ha ancora
interiorizzato i tabù sessuali e le
norme sociali; non si è ancora
formato, cioè, un sistema normativo
interno in grado di tenere a bada i
desideri sessuali
La visione di materiale pornografico
o il contatto con adulti che
O
propongono di “conversare”circa
tematiche sessuali, rappresentano
per il bambino esperienze
complesse, che possono generare
disagio, angoscia, preoccupazione e
al tempo stesso, tuttavia, curiosità.
La visione di immagini
pornografiche (che ritraggono solo
adulti) è di per sé inquietante
perché il bambino non è ancora
maturo (da nessun punto di vista:
cognitivo, fisico e affettivo) per
sperimentare e vivere la sessualità;
ma, se non altro, il bambino sa che
la sessualità riguarda il mondo degli
adulti e, in tal senso, le immagini in
questione confermano tale
rappresentazione.
La pornografia può inoltre dare al
minore informazioni sbagliate sulla
sessualità, tanto più quanto carenti
o inadeguate sono quelle che lui
riceve dalla famiglia e dagli
educatori.
2. Il preadolescente
una fase critica perché davanti
a stimolazioni pornografiche,
oltre alla curiosità cognitiva,
può comparire in questo periodo
anche l’eccitazione fisica ed una
certa tendenza a passare all’azione,
cioè a realizzare i propri desideri
sessuali. Tuttavia il turbamento
emotivo tipico del minore in fase di
latenza si ritrova anche nel
preadolescente, proprio perché egli
ancora non è emotivamente maturo.
È
3. L’adolescente
e l’adolescente ha avuto
un’educazione socio-affettiva
adeguata egli potrebbe non
trovare interessante intrattenersi in
visioni pornografiche; potrebbe
inizialmente provare curiosità e
piacere, ma è probabile che a
prevalere sia la spinta a cercare di
S
SECONDA
PARTE
rispondere alle proprie pulsioni
sessuali attraverso rapporti adeguati
con coetanei in carne ed ossa.
E’ inoltre probabile che in lui
prevalga il bisogno e la capacità di
confrontarsi con i genitori sul tema
(per quanto a quest’età la relazione
con il sistema degli adulti sia
complesso).
L’esposizione a materiale
pornografico ha effetti la cui
negatività aumenta in relazione alla
natura delle immagini, al livello di
perversione sotteso, alla frequenza e
all’intensità dell’esposizione stessa e
ovviamente alla fragilità psichica del
ragazzo.
CHE COSA
SUCCEDE SE
UN MINORE
SI IMBATTE IN
IMMAGINI PEDOPORNOGRAFICHE
(RIGUARDANTI
MINORI) O
“CHATTA”
CON ADULTI
POTENZIALI
ABUSANTI?
10
Alcuni studi
evidenziano inoltre
che la visione di
immagini
pedopornografiche
riduce le inibizioni
interne di pedofili e
potenziali abusanti; lo
scambio di immagini
può rappresentare un
lasciapassare per
accedere a comunità
on line accomunate
da questo tipo di
interesse.
a visione di immagini in cui è
rappresentato un minore in
atteggiamenti sessuali, può
turbare il bambino ancor di più che
le immagini pornografiche aventi
per soggetti gli adulti: il minore che
ha acquisito i tabù sociali coglierà
che c’è qualcosa che non va, che
non è “normale”per un bambino
intrattenere con se stesso, con altri
coetanei, o addirittura con adulti,
L
rapporti di quel tipo. E’ soprattutto
inquietante il fatto che un adulto,
vissuto come esempio, come
modello, come riferimento, sia il
primo a trasgredire le regole.
Spesso, parlando di abusi sessuali
sui minori, le immagini pedopornografiche vengono mostrate e
utilizzate dagli abusanti nel
processo di adescamento per
abbassare le resistenze delle vittime
grazie proprio ad un effetto
normalizzante dell’esposizione, nel
senso che il minore cui vengono
presentati stimoli pedo-pornografici
è indotto a pensare che sia comune
e quindi socialmente accettabile che
i bambini abbiano una loro
sessualità e che questa possa essere
sperimentata realmente ed in modo
soddisfacente con altri bambini o
con adulti.10
IL MINORE ESPOSTO ALLA PEDO-PORNOGRAFIA SU INTERNET
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CONSIGLI PER
I GENITORI E GLI
EDUCATORI
TERZA
PARTE
IL MINORE ESPOSTO ALLA PEDO-PORNOGRAFIA SU INTERNET
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Cosa può fare l’adulto, per
accompagnare il minore nella sua
crescita psicosessuale ed evitare, in
un’ottica di prevenzione generale,
che egli o ella s’imbatta in immagini
pedo-pornografiche ed entri in
contatto con potenziali abusanti?
• Considerare che anche in età
evolutiva esistano dei desideri
sessuali; per quanto, forse,
imbarazzante e difficile, è
importante non negare tali
pulsioni e permettere al minore di
esprimere domande su tale
argomento. E’importante che i figli
ricevano un’educazione sessuale,
intesa come un percorso per
affrontare la sessualità secondo
tempi e modi adeguati all’età.
• Educare alla sessualità significa
prima di tutto trasmettere alcune
regole fondamentali: il divieto
dell’incesto, il divieto della
sessualità fra consanguinei, il
divieto della sessualità fra non
coetanei, il rispetto delle modalità
sessuali in base all’età e alla
maturità, la reciprocità del
consenso.
• Trasmettere i tabù sessuali (primi
fra tutti il divieto dell’incesto e la
sessualità fra consanguinei
all’interno del nucleo familiare)
non vuol dire rendere tutta la
sessualità un tabù (come accadeva
fino a qualche decennio fa) e
comportarsi come se fosse
scandaloso parlarne. Al contrario, è
importante dar modo al minore di
esprimere curiosità su tale
argomento, di entrare in contatto
con le proprie emozioni, di
scambiare effusioni con coetanei
consenzienti secondo forme
rigorosamente adeguate all’età.
• Lasciare ai figli la possibilità di
esplorare il proprio corpo, di
conoscere le proprie sensazioni,
insegnando loro però che tutto ciò
riguarda una sfera privata (come il
fare l’amore per i genitori o il
denudarsi), e al tempo stesso una
sfera personale che sempre più il
minore, crescendo, dovrebbe
imparare a gestire in autonomia
(per esempio, nell’igiene intima).
• E’normale che il bambino o
ragazzo abbia un interesse per i
coetanei e che ci possa essere uno
scambio di effusioni adeguato
all’età, a patto che si tratti appunto
di coetanei e che siano entrambi
consenzienti. Se invece ad
avvicinarsi al bambino, per
esempio di 4-5 anni, è un
ragazzino di 11-12, la differenza di
età è già eccessiva ed è opportuno
intervenire. Questo è il confine che
il genitore o l’educatore è
importante facciano rispettare per
educare correttamente il minore ed
allo stesso tempo proteggerlo.
• Affinché qualsiasi processo
educativo funzioni, le frustrazioni
dovute alle proibizioni devono
essere inferiori alle gratificazioni; il
genitore o l’educatore che pone dei
confini, nella propria funzione di
orientamento e guida del minore, è
opportuno che offra soluzioni
alternative ai dinieghi. Questo vale
sia per il bambino di un anno, cui
la madre sottrae dalla manina i
propri occhiali, in serio pericolo di
rottura, ma a cui viene reso, a mo’
di scambio, un giochino qualsiasi,
sia per la bambina di 5 anni che
vuole sposare il papà e che si sente
rispondere che non è possibile,
perché papà è già sposato con
mamma, ma che anche lei, se
vorrà, da grande avrà uno sposo, o
che, se lo desidera, al momento
TERZA
PARTE
•
•
•
•
•
può avere un fidanzatino scelto tra
i suoi amichetti.
Comportarsi in modo coerente
con i divieti e le regole poste alla
base dell’educazione dei figli. Fare
in modo che nella coppia
genitoriale vi sia coerenza
educativa.
Porsi in maniera carismatica nel
fare rispettare le regole, con
fermezza e coerenza ma
soprattutto con molto amore e
comprensione nei confronti della
frustrazione generata nel figlio dal
divieto (utilizzare frasi del tipo
“…lo so che non vuoi, capisco
come sia difficile accettarlo,
ma…”).
Svolgere la funzione dell’adulto,
quella di chi sa prima di tutto
disciplinare i propri impulsi e di
chi rappresenta, con la propria
persona e con il proprio esempio,
le regole e i divieti. Il figlio di un
genitore che non sa far rispettare
regole e divieti, proverà angoscia,
si sentirà in balia di se stesso,
senza contenimento e riferimento.
Soprattutto non riuscirà ad
interiorizzare le norme sociali e,
nella misura in cui il tabù
dell’incesto è il principale divieto,
anche la sua sessualità ne risentirà
fortemente.
Accogliere i bisogni e i sentimenti
dei figli, anche quelli più
antisociali (rabbia, invidia, gelosia,
ecc.); permettere al minore di dire,
per esempio,“sono arrabbiato,
furioso, depresso, confuso,
deluso,…felice, ecc. …perché…”.
Dare modo al bambino o al
ragazzo di esprimere tali
sentimenti non vuol dire
alimentarli bensì, al contrario,
aiutare il proprio figlio a
comprendere se stesso e a gestire
meglio le proprie emozioni.
Spiegare al bambino o ragazzo,
con parole e rappresentazioni
adeguate all’età, i comportamenti
sessuali che egli osserva nella
quotidianità, anche
accidentalmente, e su cui si
interroga (immagini di sesso in Tv,
prostitute per strada, effusioni tra
passanti al parco, ecc.) e
sottolineare, soprattutto, che l’atto
sessuale deve essere di
gradimento per gli individui
coinvolti e deve rispettare la
persona.
• Aiutare il proprio figlio ad entrare
in contatto con i propri sentimenti
e ad esprimerli: se il rapporto con i
genitori è sano, in caso di
difficoltà, è probabile che il minore
per prima cosa si rivolga alla
famiglia, cui si chiede di prestare
attenzione ed ascolto a tutti i segni
di disagio.
• Vigilare, con attenzione e
discrezione al tempo stesso, su
come il minore trascorre il proprio
tempo, su cosa fa, chi incontra,
qual è il centro dei suoi interessi
del momento (secondo modalità
adeguate all’età del figlio,
ovviamente).
• Supportare il minore nell’utilizzo
sicuro di Internet e delle nuove
tecnologie. In particolare:
1 Insegnare il valore della privacy
2 Assistere i bambini nella
navigazione
3 Non collocare il PC nella stanza
dei bambini
4 Incrementare le proprie
competenze tecniche
5 Non lasciare il bambino solo
davanti al PC
6 Individuare siti e chatroom
garantiti
7 Spiegare ai bambini sia le
potenzialità che i rischi di Internet,
vale a dire che si possono fare cose
assai divertenti ed educative ma
anche, purtroppo, incorrere in
brutte esperienze.
IL MINORE ESPOSTO ALLA PEDO-PORNOGRAFIA SU INTERNET
ZOOM
MONOGRAFICO
COSA PUÒ FARE
L’ADULTO SE IL
MINORE SI IMBATTE
IN IMMAGINI
PORNOGRAFICHE,
PEDOPORNOGRAFICHE,
O ENTRA IN
CONTATTO VIA
INTERNET CON
ADULTI FRUITORI
DI PEDOPORNOGRAFIA O
IPOTETICI
ABUSANTI?
TERZA
PARTE
IL MINORE ESPOSTO ALLA PEDO-PORNOGRAFIA SU INTERNET
ZOOM
MONOGRAFICO
•
•
Non fare finta di niente se il proprio
figlio ha un contatto con immagini
pornografiche (o pedo-pornografiche)
e intraprendere, al contrario, una
serie di azioni:
• Fare domande, cercando di
mantenere la calma, per
individuare il canale attraverso cui
l’esposizione od il contatto sono
avvenuti e tempestivamente
interromperlo (evitando che
materialmente il minore acceda a
certi siti, o comunities, o incontri
certe persone).
• In un secondo tempo, affrontare
l’eventuale imbarazzo e cercare
invece di utilizzare parole e
immagini adatte all’età del
minore, spiegandogli che quelle
rappresentazioni ritraggono
alcune fra le tante modalità della
sessualità fra adulti; e che egli,
ancora piccolo, tuttavia deve
•
•
•
sapere pazientare, deve aspettare
di crescere per accedere a quelle
modalità e che nel frattempo i
bambini o i ragazzi ne hanno
altre per esprimere e ricevere
affetto e tenerezza (baci, parole,
gesti, abbracci …).
Evitare, tuttavia, di soffermarsi
sulle immagini e sulle spiegazioni
per non invadere ulteriormente la
mente del figlio con contenuti,
riguardanti le modalità adulte del
comportamento sessuale (spesso
perverse quando si parla di
pornografia e di pedopornografia) che egli non è
assolutamente in grado di
comprendere ed elaborare.
Spiegare, secondo modalità
adeguate all’età del figlio, che
purtroppo “il male esiste e che
non tutte le persone sono buone,
ma che la funzione di mamma e
papà è quella di proteggere i
figli”. Il minore imparerà così a
porsi il problema della necessità
di selezionare le sue relazioni
interpersonali, imparerà a
discriminare di chi fidarsi.
E’ tuttavia importante rassicurarlo,
facendogli sentire che la famiglia
e gli educatori vigilano su di lui.
Aiutare il minore a raccontare
cosa ha visto e provato davanti
agli stimoli porno e pedopornografici e a rassicurarlo,
fornendogli delle chiavi di lettura
possibili, adeguate all’età.
Spiegare che l’importante, nella
sessualità, a qualsiasi età, è il
consenso reciproco (anche un
semplice bacio, se non desiderato,
può rappresentare una violenza)
ed il rispetto della persona.
Questo consente al bambino o
ragazzo di interpretare come
inadeguate molte immagini di
pornografia e soprattutto di
pedo-pornografia.
Spiegare che il sesso non è
IL MINORE ESPOSTO ALLA PEDO-PORNOGRAFIA SU INTERNET
TERZA
PARTE
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l’unico modo per entrare in
relazione affettivamente, che ci
sono tanti modi per volersi bene
e per comunicarselo11.
• Chiedere aiuto ai professionisti
dell’infanzia quando ci si trova in
difficoltà, per farsi aiutare nel
ruolo di genitore/educatore o per
supportare eventualmente il
minore.
Spesso pedofili o
potenziali abusanti,
che hanno con la
vittima un rapporto
affettivo, utilizzano
l’affetto come ricatto
per minare le
resistenze del minore.
11
In sintesi, la reazione del minore e
l’effettivo rischio di essere adescato
dipendono dall’equilibrio psichico
del soggetto, dal suo rapporto con la
famiglia, dal contesto sociale più o
meno protettivo, da quanto cioè egli
cercherà di soddisfare virtualmente
bisogni che dovrebbero invece
ricevere adeguata risposta nella vita
reale e da quanto egli riuscirà a
rivolgersi ai genitori o agli educatori
per chiedere conforto e chiarimento.
Il minore risulterà fragile e sensibile
all’offerta di ascolto e amicizia del
potenziale abusante tanto più
quanto più il mondo degli adulti
che lo guidano in termini affettivi ed
educativi sarà assente o carente.
Questo vale anche per
l’adolescente, sebbene il rapporto
con la famiglia si basi più sul
dialogo e sulla fiducia e meno, come
per il bambino, sulla protezione in
senso stretto.
L’importante è che la famiglia e la
scuola svolgano la loro primaria
funzione di agenzie educative, di
questi tempi in difficoltà, soprattutto
di fronte alla TV che oggi non si
limita più ad amplificare i fatti che
accadono nel mondo, bensì propone
valori e modelli di comportamento.
Sosteniamo un approccio
multidisciplinare, che trova la sua
base nell’educazione socioaffetiva
del minore da parte della famiglia e
della scuola, nell’alfabetizzazione
informatica dei genitori e degli
educatori, nella sollecitazione nel
minore di capacità critiche
nell’utilizzo di Internet, nello
sviluppo di nuove tecnologie atte a
regolamentare il web, nell’impegno
delle istituzioni per la tutela e la
promozione dei diritti dei minori.
ZOOM
MONOGRAFICO
IL MINORE ESPOSTO ALLA PEDO-PORNOGRAFIA SU INTERNET
Bibliografia
Freud Sigmund (1905),
Tre saggi sulla teoria sessuale, OSF vol.
4, Boringhieri Torino (1970).
Freud Sigmund (1922),
L’Io e l’Es, OSF vol.9.
Boringhieri Torino (1977).
Levi-Strauss Claude (1949),
Le strutture elementari della parentela,
Feltrinelli (1984).
Il bambino virtuale, Atti della Giornata
di studio promossa dalla Commissione
parlamentare per l’infanzia, in vista
della Sessione speciale dell’Assemblea
generale delle Nazioni Unite dedicata
all’infanzia. Roma, (15/4/2002).
Il Telefono Azzurro (a cura di)
So dire di sì, so dire di no, Fabbri
Editori (1999).
Montecchi Francesco (2005),
Dal bambino minaccioso al bambino
minacciato, Franco Angeli.