rassegna stampa Protezione civile 14 settembre

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rassegna stampa Protezione civile 14 settembre
RASSEGNA STAMPA
del
14/09/2010
Sommario Rassegna Stampa dal 13-09-2010 al 14-09-2010
Adnkronos: Precipita un aereo in Venezuela: 47 a bordo, alcuni sopravvissuti ............................................................... 1
Adnkronos: Terremoti: scossa di magnitudo 2.4 sull'Etna ................................................................................................ 2
Adnkronos: Roma: CasaPound Italia, superati i duemila iscritti un terzo sono studenti.................................................. 3
America oggi online: Venezuela. Precipita aereo. 14 morti .............................................................................................. 4
ApCOM: Ad Atrani ancora senza risultato ricerche ragazza scomparsa .......................................................................... 5
Asca: ABRUZZO/SCUOLA: 700 ISCRITTI IN MENO A L'AQUILA. NEI MUSP MA RESTA PAURA............................. 6
Asca: ABRUZZO: STATI, BERLUSCONI VENGA A CHIARIRE SU ABRUZZO ENGINEERING. .................................. 7
Asca: LOMBARDIA: COMM.AMBIENTE, BONIFICA LAMBRO E VALORIZZAZIONE BIODIVERSITA'..................... 8
Asca: ABRUZZO: STATI, DELUSA DAL PDL PASSO AL GRUPPO MISTO PER RIFLETTERE. .................................. 9
Asca: MALTEMPO: OGGI PERTURBAZIONE SU REGIONI NORD E ALTA TOSCANA............................................. 10
Asca: INCENDI: IERI DIVAMPATI TRE ROGHI, IMPIEGATI MEZZI AEREI.............................................................. 11
Il Giornale della Protezione Civile.it: Il Comitato SOS Dragone: "Una tragedia annunciata" Il Sindaco: "Ho la ...... 12
Il Giornale della Protezione Civile.it: Il presidente dei geologi campani: "Ci vogliono presidi territoriali"................ 14
Il Giornale della Protezione Civile.it: Abruzzo, le scuole riaprono regolarmente ......................................................... 16
Il Giornale della Protezione Civile.it: Lieve evento sismico in provincia di Isernia ...................................................... 17
Il Giornale dell'arte.com: Le frecce d'oro di Arcus ......................................................................................................... 18
Italia Oggi: È un vero guaio essere alluvionati se si è pakistani ...................................................................................... 20
Libero Notizie.it: Terremoto: scossa sull'Etna ................................................................................................................. 21
Il Mattino (Nazionale): L'INVIATO ATRANI. Quando la chiatta è arrivata da Napoli era già quasi l'ora di pr........... 22
Il Mattino (Nazionale): Arriviamo adesso perché il meccanismo dei soccorsi a livello locale ha funzionato come ...... 23
Il Mattino (Nazionale): 4)Frana ad Atrani dispersa una 25enne ATRANI (10 settembre) - Piove per un'ora in ........... 24
Il Mattino (Nazionale): Paola Perez Una giornata con la gente di Atrani: per pianificare gli interventi, raccogliere . 25
Il Mattino (Nazionale): Piera Carlomagno INVIATO ATRANI. Sporchi di fango e ficcati negli stivaloni di gomma,... 26
La Nuova Ecologia.it: Atrani, draghe al lavoro per cercare la ragazza dispersa ........................................................... 27
Il Nuovo.it: Scuola: una su 4 fuori norma......................................................................................................................... 28
Panorama.it: Bertolaso: la terra trema, io no. E di nulla mi pento ................................................................................. 29
Quotidiano.net: Aereo si schianta in Venezuela: 33 superstiti, 14 le vittime................................................................... 32
Rai News 24: Lo stato dell'arte dell'Aquila....................................................................................................................... 37
La Repubblica: sit-in e appelli delle associazioni "salviamo il prato del foro italico" ................................................... 38
La Repubblica: atrani, chiesto lo stato di emergenza ...................................................................................................... 40
La Repubblica: una politica contro le frane - ugo leone.................................................................................................. 41
La Repubblica: cattedre vacanti e presidi part-time "siamo diventati un vuoto a perdere" - salvo intravaia corrado .. 42
La Repubblica: i dubbi della madre di sarah "indagate pure sui familiari" - giovanni di meo ...................................... 43
Il Sole 24 Ore: Le Frecce tricolori vetrina hi-tech per il made in Italy............................................................................ 44
La Stampa: Una donna la causa della rissa al tempio ..................................................................................................... 45
TGCom: PRECIPITA AEREO .......................................................................................................................................... 46
Vita non profit online: . Bruciate le barche usate dai migranti....................................................................................... 47
marketpress.info: S.VIGILIO DI MAREBBE, NUOVI ARGINI PER LA SICUREZZA ................................................... 48
Data:
13-09-2010
Adnkronos
Precipita un aereo in Venezuela: 47 a bordo, alcuni sopravvissuti
ultimo aggiornamento: 13 settembre, ore 18:01
Caracas - (Adnkronos) - Si tratta di un ATR 42 della compagnia venezuelana Conviasa impegnato in un volo interno. Per
il direttore della protezione civile locale vi sarebbero sopravvissuti. Farnesina: ''Verifiche su italiani a bordo''. Esce di
pista mentre atterra in Cina e prende fuoco: 43 morti. Islamabad, cade velivolo con 150 persone. India, si incendia aereo
che esce di pista: 158 morti
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Caracas, 13 set. (Adnkronos) - Un aereo con 47 persone a bordo è precipitato in Venezuela. Il velivolo, un ATR 42 della
compagnia di Stato Conviasa, era decollato da Porlamar. Secondo il ministro delle Infrastrutture, Francisco Garces, l'aereo
diretto nell'isola Margarita è precipitato nei pressi di una fabbrica siderurgica della città meridionale di Puerto Ordaz, la
'Sideru'rgica del Orinoco' (Sidor). Nessuno a terra è rimasto ferito nell'impatto del velivolo, assicura Francisco Rangel,
governatore dello stato di Bolivar dove si trova la citta' di Puerto Ordaz.
Secondo il direttore della protezione civile locale, Jose' Zamora, vi sarebbero dei sopravvissuti tra le 47 persone a bordo 43 passeggeri e 4 membri dell'equipaggio - ma non si sa ancora quanti siano. Secondo quanto reso noto dal ministro della
Comunicazione, l'aereo è precipitato poco dopo il decollo dall'aeroporto Manuel Carlos Piar.
L'unità di crisi della Farnesina e l'ambasciata d'Italia a Caracas stanno verificando se a bordo dell'aereo vi fossero italiani.
Lo riferisce il ministesto degli Esteri precisando di non avere per ora alcuna informazione precisa in materia.
Argomento:
NAZIONALE
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1
Data:
Adnkronos
13-09-2010
Terremoti: scossa di magnitudo 2.4 sull'Etna
ultimo aggiornamento: 13 settembre, ore 13:37
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Catania, 13 set. - (Adnkronos)- Sull'Etna, alle 8.43, e' stato registrato un terremoto di magnitudo 2.4 sul versante sud
ovest. L'Ingv di Catania ha localizzato l'ipocentro a 3 chilometri a ovest dei crateri centrali a una profondita' di 13
chilometri.
Argomento:
NAZIONALE
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2
Data:
13-09-2010
Adnkronos
Roma: CasaPound Italia, superati i duemila iscritti un terzo sono studenti
ultimo aggiornamento: 13 settembre, ore 16:41
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Roma, 13 set. - (Adnkronos) - Duemiladuecento iscritti tra aderenti, militanti e websupporter. Cinque citta' che per la
prima volta hanno fatto tesserati, tre al nord (Trento, Brescia e Cuneo), due al sud (Caserta e Crotone). Quattordici sezioni
in 10 regioni, a cui si aggiungono 4 occupazioni a scopo abitativo (Roma, Latina, Colleverde, Lamezia Terme) e 4
occupazioni non conformi (Roma). Trentadue tra pub, librerie e altri spazi di aggregazione distribuiti in tredici regioni.
Sette gruppi sportivi, di cui quattro costituiti nell'ultimo anno, la nascita di un nucleo di Protezione civile: sono le cifre
rese note da CasaPound Italia, che nei giorni scorsi si e' riunita ad Area 19.
"Dibattiti, mostre e concerti - si legge in una nota - hanno fatto da sfondo alla tre giorni. Secondo i dati del 2010, il Lazio
resta la regione con piu' tesserati, seguito, nell'ordine, da Piemonte, Lombardia, Marche, Abruzzo, Liguria, Veneto,
Toscana, Puglia, Emilia Romagna, Umbria, Campania, Trentino Alto Adige, Sicilia, Friuli Venezia Giulia, Calabria,
Sardegna, Basilicata e Valle d'Aosta. Tra gli 'aderenti', il 31% sono studenti, il 15% ha meno di 20 anni; il 39% ha tra i 20
e i 29 anni; il 21% tra i 30 e i 39; l'11% tra i 40 e i 49; il 9% tra i 50 e i 59; il 3% tra i 60 e i 69; il 2% tra i 70 e gli 80. Tra
i militanti il 38% e' rappresentato da studenti; il 15% ha meno di 20 anni; il 53% ha tra i 20 e i 29 anni; il 23% tra i 30 e i
39; il 6% tra i 40 e i 49; il 2% tra i 50 e i 59; l'1% tra i 60 e i 70 e gli 80".
''Nel 2009 l'azione di CasaPound Italia si e' mossa lungo due binari paralleli - spiega Gianluca Iannone, presidente di Cpi Da un lato le azioni 'choc' per risvegliare le coscienze, dall'altro l'impegno costante finalizzato alla costruzione di strutture
autonome, aperte a tutti e che operino in tutti i campi della societa' sulla base di principi differenti da quelli che
normalmente regolano il mercato".
Argomento:
NAZIONALE
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3
Data:
14-09-2010
America oggi online
Venezuela. Precipita aereo. 14 morti
14-09-2010
CARACAS. Almeno 14 morti, quattro dispersi e anche molti superstiti, 33, alcuni gravemente feriti: è il bilancio dello
schianto ieri in Venezuela di un aereo con 51 persone a bordo, precipitato vicino alla città di Puerto Ordaz, forse a causa
di un errore del pilota. Una parte consistente del velivolo è andata distrutta a causa delle fiamme, hanno rilevato gli
uomini della protezione civile accorsi sul posto. La tragedia, hanno aggiunto i media di Caracas, è avvenuta ieri mattina
mentre l'aereo - un Atr-42 della compagnia statale Conviasa - proveniente dalla località turistica dell'Isola della Margarita,
era in fase di atterraggio a una decina di chilometri dall'aeroporto ‘Manuel Carlos Piar' di Puerto Ordaz.
A bordo dell'aereo c'erano 51 persone (47 passeggeri, 4 membri d'equipaggio), ha precisato il governatore dello stato di
Bolivar, Francisco Rangel Gomez, che ha coordinato le operazioni di soccorso, mentre per molte ore dopo l'incidente le
fonti del governo avevano riferito di un totale di 47 persone a bordo. I 33 superstiti sono ricoverati negli ospedali della
zona, ha aggiunto Rangel Gomez, ricordando che i morti sono 14 e che ci sono 4 dispersi: "Li stiamo cercando" nel luogo
dove è avvenuto l'incidente, ha precisato il governatore. Anche se gli inquirenti stanno ancora cercando di capire le cause
dell'incidente, a quanto pare la responsabilità è del pilota, Ramiro Caceres, il quale poco prima dello schianto ha avvertito
via radio lo scalo di Puerto Ordaz che aveva perso "il controllo" del velivolo. Ma altre fonti citate da media locali
riferiscono di problemi meccanici dell'aereo subito dopo la partenza dalla Margarita, rilevando inoltre che il pilota
avrebbe tentato l'ammaraggio nelle acque del fiume Orinoco, per poi decidere invece di provare l'atterraggio a Ordaz. Il
velivolo si è schiantato in un'area industriale, a due passi dagli stabilimenti del gruppo Sidor (Siderurgia de Orinoco) che,
fino alla sua nazionalizzazione qualche mese fa da parte del governo di Hugo Chavez, apparteneva al gruppo
italo-argentino Techint. Per fortuna - ha aggiunto Rangel Gomez - nel punto in cui l'aereo si è schiantato non c'erano
impiegati né operai della Sidor, e anche i danni materiali sono stati molto limitati. I primi soccorsi - ha concluso - sono
giunti molto rapidamente, proprio per la vicinanza del luogo dell'incidente con lo stabilimento, che conta su una squadra
di pompieri.
Argomento:
NAZIONALE
Pag.
4
Data:
13-09-2010
ApCOM
Ad Atrani ancora senza risultato ricerche ragazza scomparsa
13:57 - CRONACA- 13 SET 2010
Paese ripulito dal fango, si continua censimento danni
Napoli, 13 set. (Apcom) - Ad Atrani continuano senza esito le ricerche di Francesca Mansi, la 25enne dispersa dallo
scorso giovedì quando un'ondata di fango provocata dall'esondazione del torrente Dragone ha distrutto gran parte del
paesino della Costiera Amalfitana. Oltre all'impiego di motovedette, elicotteri e sommozzatori della Guardia Costiera di
Salerno, è al lavoro anche un pontone specializzato che sta setacciando la massa di fango in mare. Le ricerche della
giovane barista, non sono affidate solo ai vigili del fuoco e alla Protezione civile, ma anche ai mezzi della Guardia di
Finanza e della polizia. Intanto ieri si è svolto un lungo sopralluogo della zona colpita dall'esondazione a cui è seguita una
riunione a cui hanno preso parte anche la responsabile della Sala operativa del Dipartimento nazionale di Protezione
civile, Titti Postiglione, e il vicecapo della Protezione civile, Bernardo Deberardinis, responsabili della Provincia di
Salerno, gli assessori competenti, i vertici di vigili del fuoco, Capitaneria di Porto, Comunità montana e Autorità di bacino
Destra Sele. L'assessore alla Protezione civile e ai Lavori pubblici della Regione Campania, Edoardo Cosenza, ha
garantito che si interverrà nella zona colpita con "urgenza" per rimuovere dagli alvei gli ostacoli, costituiti da detriti e
tronchi, per ripristinare il sistema fognario e la copertura dell'alveo per permettere "piena transitabilità ai cittadini". Da
alcune ore, piazza Umberto I, dove si affaccia il bar 'La Risacca' nel quale lavorava Francesca, è stata ripulita dal fango
così come le strade limitrofe. Prosegue anche il censimento di tutti i danni subiti dai locali pubblici e privati e sono state
recuperate anche alcune carcasse di auto, scooter e barche finite in mare a causa della violenta furia dell'acqua.
Argomento:
NAZIONALE
Pag.
5
Data:
13-09-2010
Asca
ABRUZZO/SCUOLA: 700 ISCRITTI IN MENO A L'AQUILA. NEI MUSP MA RE
STA PAURA.
ABRUZZO/SCUOLA: 700 ISCRITTI IN MENO A L'AQUILA. NEI MUSP MA RESTA PAURA
(ASCA) - L'Aquila, 13 set - La campanella suonera' ufficialmente lunedi' prossimo, 20 settembre, ma molti studenti
abruzzesi sono rientrati in classe gia' stamane. Un esercito di 180.950 iscritti, ripartiti in 274 istituti.
L'anno scorso gli alunni erano di piu', 181.746. Un calo, pari a 796 unita', giustificato sia a livello demografico che di
esodo post sisma. Non a caso, la provincia abruzzese che ne ha risentito di piu' e' proprio L'Aquila, con meno 700 iscritti;
paura del terremoto tout court, che in questo fine estate sembra essersi risvegliato, soprattutto nell'Alto Aterno; sfiducia
nella ripresa, anche economica e sociale, della citta'. L'anno passato, l'annus horribilis per L'Aquila si grido' al miracolo.
Tutte le scuole, nonostante il sisma ed i plessi distrutti, riaprirono regolarmente, per lo piu' in Musp (Moduli ad uso
scolastico provvisorio), approntati a tempo record dalla Protezione civile, o in edifici in muratura ''passati'' a severe prove
di stabilita' ed agibilita'. Quest'anno si replica. Il direttore dell'Ufficio scolastico regionale, Carlo Petracca, ha assicurato in
questi giorni un avvio nella norma, almeno sul fronte degli organici docenti. Al 31 agosto e' stata completata la nomina
del personale di ruolo e la settimana passata quella annuale del personale precario. Restano le difficolta' legate all'entrata
in vigore della riforma Gelmini ed al taglio del personale.
L'anno scorso la ''violenza della scure'' fu attenuata in parte dai benefici riconosciuti per l'effetto sisma.
Attualmente si chiede all'Abruzzo un ridimensionamento di 1.112 posti lavoro. Il direttore Petracca ha avanzato una
richiesta di 5 milioni di euro per salvare didattica e cattedre, ma la Regione Abruzzo ha risposto di non avere fondi a
disposizione ed anche la carta Tremonti e' fallita.
Petracca, grazie ad un intenso lavoro, e' riuscito a strappare 330 posti in piu' che consentiranno di sdoppiare aule e
migliorare l'offerta formativa. E' molto ma non certo la soluzione ottimale. Le Province ed i Comuni si stanno muovendo
per l'adegaumento edilizio degli edifici, ma di certo la paura, in un territorio tra i piu' sismici d'Italia e' tanta.
Ecco perche', all'Aquila si da' piu' fiducia alle strutture antisimiche che non agli stabili, sia pur testati. Ricordiamo che nel
2009 fu proprio un edificio scolastico, la Casa dello Studente, il primo a non aver retto alla furia del terremoto; 9
universitari rimasero sotto le macerie. Ma anche il Convitto nazionale conto' tre giovani vittime. Per cui, in Abruzzo, c'e'
preoccupazione per le innovazioni del ministro Gelmini, ma ancor piu' apprensione c'e' per la sicurezza dei plessi.
Discorso a parte merita l'Universita' che dara' avvio all'anno accademico, piu' in la', tra sedi delocalizzate e problemi
alloggi, mense, servizi e trasporto non ancora risolti.
iso/rg/bra
(Asca)
Argomento:
NAZIONALE
Pag.
6
Data:
13-09-2010
Asca
ABRUZZO: STATI, BERLUSCONI VENGA A CHIARIRE SU ABRUZZO ENGIN
EERING.
ABRUZZO: STATI, BERLUSCONI VENGA A CHIARIRE SU ABRUZZO ENGINEERING
(ASCA) - L'Aquila, 13 set - ''Presidente Berlusconi, la prego ancora una volta di tornare a L'Aquila e venire qui a chiarire
che e' stato lei a firmare l'ordinanza per Abruzzo Engineering e a dire quale e' stato il mio impegno. Dica come e' nata
questa ordinanza e ridia dignita' ad una donna e a una mamma che ha certezza di essersi comportata sempre bene''. Questo
l'appello che l'ex assessore alla protezione civile della regione Abruzzo, indagata per tangenti nella ricostruzione post
terremoto, Daniela Stati, ha rivolto al premier. La Stati stamane ha tenuto una conferenza stampa per annunciare il suo
passaggio dal Pdl al gruppo misto e per esprimere tutta la sua solitudine e amarezza per la totale assenza di solidarieta' da
parte del suo partito.
iso/cam/rob
Argomento:
NAZIONALE
Pag.
7
Data:
13-09-2010
Asca
LOMBARDIA: COMM.AMBIENTE, BONIFICA LAMBRO E VALORIZZAZIONE
BIODIVERSITA'.
LOMBARDIA: COMM.AMBIENTE, BONIFICA LAMBRO E VALORIZZAZIONE BIODIVERSITA'
(ASCA) - Milano, 13 set - La bonifica del Lambro e l'introduzione di nuove politiche per la valorizzazione della
biodiversita' sono stati oggi al centro dei lavori della Commissione Ambiente e Protezione civile della Lombardia
presieduta da Giosue' Frosio (Lega Nord), che si e' aperta con un minuto di silenzio in ricordo di Riccardo Sarfatti e che
ha cominciato l'esame del Psr (Piano di Sviluppo Regionale) per i settori di propria competenza, incontrando l'assessore
regionale al Territorio, Daniele Belotti.
Il confronto e la discussione sul nuovo documento di programmazione regionale, spiega una nota di Regione Lombardia,
sono stati preceduti da una audizione con i responsabili delle associazioni di Legambiente, Comitato dei Cittadini del
Fiume e Wwf, rappresentati nell'occasione da Marzio Marzorati e Roberto Albanese.
Intervenendo sulla situazione verificatasi dopo il disastro ambientale del 22-23 febbraio a Villasanta nel deposito di
idrocarburi della Lombarda Petroli, Marzorati ha evidenziato come ''il risanamento del bacino del Lambro e dei suoi
affluenti Seveso e Olona debba rappresentare per la Regione un obiettivo imprescindibile e qualificante nel corso di
questa decima legislatura''. A tal proposito, le tre associazioni ambientaliste hanno presentato e depositato in
Commissione un emendamento al Prs, condiviso dai consiglieri, che chiede, tra l'altro, di adeguare, ammodernare e
completare il sistema dei depuratori lungo il Lambro e di attuare la bonifica delle aree industriali dismesse.
Ampia condivisione da parte dei consiglieri anche sull'emendamento presentato dal Wwf e illustrato da Roberto Albanese,
che ha chiesto a Regione Lombardia ''di collocarsi all'avanguardia nella pianificazione della tutela della biodiversita',
individuando una apposita politica per tale tematica, facendo leva anche sugli investimenti in sede nazionale e europea''.
res/sam/alf
(Asca)
Argomento:
NAZIONALE
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8
Data:
13-09-2010
Asca
ABRUZZO: STATI, DELUSA DAL PDL PASSO AL GRUPPO MISTO PER RIFLE
TTERE.
ABRUZZO: STATI, DELUSA DAL PDL PASSO AL GRUPPO MISTO PER RIFLETTERE
(ASCA) - L'Aquila, 13 set - ''In questa fase per me di profonda riflessione, lascio il PdL per entrare a far parte del Gruppo
Misto. Restero', comunque, fedele al programma di governo del centrodestra ed al mandato ricevuto dagli elettori. Dai
banchi del Consiglio regionale saro' sempre attenta alle scelte su tematiche riguardanti il mio territorio, la Marsica, la citta'
di Avezzano, l'intera provincia dell'Aquila''. ''Sola ed amareggiata'', Daniela Stati, ex assessore alla Protezione civile della
Regione Abruzzo, ha motivato cosi' il suo cambiamento di casacca. Ma non ha escluso nulla, qualora si aprisse un
confronto e ci fosse un chiarimento col partito di Berlusconi. ''La mia presenza nel Gruppo Misto - ha argomentato la
Stati, stamane - sara' dura e difficile, ma sono decisa ad andare avanti nell'impegno politico''. Confermando la fiducia
nella Magistratura, ha annunciato poi che si ''difendera' non dal processo ma nel processo'', essendo stata ''l'unico
Assessore a non aver affidato neanche un euro di lavoro ad Abruzzo Engineering'', ''braccio operativo non mio ma
dell'assessore Castiglione''. Quanto all'argomento della conferenza stampa, ''Abruzzo Engineering'', la Stati non e' entrata
nel merito della questione oggetto di indagine giudiziaria; si e' limitata a fare un excursus sulla vita della societa' in house
della Regione Abruzzo. Nata come ''Collabora Engineering'' (divenuta poi ''Collabora'' e ancora ''Sviluppo Lavoro'') da
un'idea dell'allora presidente di centrodestra della Provincia dell'Aquila, Palmiero Susi, AE e' stato un progetto condiviso
dal successivo governo di centrosinistra, con Stefania Pezzopane, aperto poi alla partecipazione privata ed alla Regione
Abruzzo, che ha fatto una sua societa' in house. Spaziando, infine, sullo sciame sismico in atto nell'Alta Valle dell'Aterno,
e sulle misure preventive adottate, la Stati si e' limitata a dire di ''pregare tutte le sere il buon Dio perche' vada bene''.
iso/rg/alf
(Asca)
Argomento:
NAZIONALE
Pag.
9
Data:
13-09-2010
Asca
MALTEMPO: OGGI PERTURBAZIONE SU REGIONI NORD E ALTA TOSCANA
.
MALTEMPO: OGGI PERTURBAZIONE SU REGIONI NORD E ALTA TOSCANA
(ASCA) - Roma, 13 set - Oggi, una nuova perturbazione atlantica sta interessando con fenomeni di spiccata instabilita' le
regioni settentrionali dell'Italia e l'alta Toscana. I fenomeni, nel corso della giornata, si trasferiranno in maniera meno
intensa al resto delle regioni centrali, con un miglioramento al nord-ovest.
Domani, il bel tempo tornera' al nord, mentre al centro-sud si avranno ancora condizioni di instabilita'.
Mercoledi', la perturbazione interessera' ancora l'estremo sud dell'Italia, mentre un'altra, centrata sull'Europa continentale,
influenzera' il tempo sulle zone alpine.
Sulla base delle informazioni disponibili, La Protezione Civile prevede pertanto, per oggi rovesci o temporali di forte
intensita' sul Triveneto, Piemonte, Lombardia, Liguria di Levante, Toscana, Emilia Romagna.
Precipitazioni si potranno avere sull' Umbria, le Marche, la Calabria centromeridionale e la Sicilia nord-orientale.
Dalla serata, rovesci anche sul Lazio orientale, Abruzzo e Molise.
I venti soffieranno forti da nord-ovest sulla Sicilia, con raffiche di burrasca sulla Sardegna e in serata da nord-est su settori
appenninici settentrionali, Golfo Ligure, settori tirrenici ed arcipelago della Toscana e zone dell'alto versante Adriatico.
Molto mossi, tendenti ad agitati, il Mare ed il Canale di Sardegna; tendente a molto mosso lo Stretto di Sicilia.
Domani, ancora rovesci o temporali su Emilia Romagna, Marche, Umbria, Lazio centro-meridionale, Abruzzo, Molise,
Sardegna orientale e regioni meridionali. Le precipitazioni potranno essere piu' intense sui settori adriatici, sulla Sicilia
orientale e sulla Calabria meridionale.
I venti soffieranno forti dai quadranti settentrionali sulle isole maggiori e localmente lungo l'Appennino settentrionale ed
umbro-marchigiano, sul Golfo Ligure e sui settori tirrenici ed arcipelago della Toscana; tendenti a forti nord-orientali in
serata sui settori tirrenici della Campania.
Per quanto riguarda i mari, saranno molto mossi o agitati il Mare ed il Canale di Sardegna e lo Stretto di Sicilia; molto
mosso il Tirreno centro-meridionale settore ovest.
res-mpd/sam/rob
Argomento:
NAZIONALE
Pag.
10
Data:
13-09-2010
Asca
INCENDI: IERI DIVAMPATI TRE ROGHI, IMPIEGATI MEZZI AEREI.
INCENDI: IERI DIVAMPATI TRE ROGHI, IMPIEGATI MEZZI AEREI
(ASCA) - Roma, 13 set - Sono stati tre gli incendi boschivi divampati ieri sul territorio nazionale che hanno richiesto
l'intervento della flotta aerea dello Stato.
Canadair, Fire Boss ed elicotteri S64 del Dipartimento della Protezione Civile sono entrati in azione in Sardegna,
nell'oristanese, dove nel Comune di Cabras e' andata a fuoco un'area di arbusti e macchia.
I mezzi aerei sono intervenuti anche in Abruzzo, nell'aquilano, su un bosco del Comune di Civita d'Antino e in Sicilia,
dove le fiamme si sono sviluppate in provincia di Agrigento in un bosco di Siculiana, mettendo a rischio 100 ettari di
vegetazione.
Particolarmente esteso quest'ultimo rogo, sul quale le squadre a terra, supportate da due Fire Boss e da un elicottero S64,
hanno operato lungo un fronte fuoco di 500 metri.
In serata tutti gli incendi erano stati spenti o messi sotto controllo.
res-mpd/sam/rob
Argomento:
NAZIONALE
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11
Data:
13-09-2010
Il Giornale della Protezione Civile.it
Il Comitato SOS Dragone: "Una tragedia annunciata" Il Sindaco: "Ho la
coscienza a posto"
Il Comitato SOS Dragone:
"Una tragedia annunciata"
Il Sindaco: "Ho la coscienza a posto"
Il Comitato SOS Dragone accusa: "Non è mai stato previsto un intervento strutturale lungo l'asse del torrente". Per il
Sindaco "quanto successo non si poteva evitare". Intanto continuano le ricerche della ragazza travolta dal fango
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Cinque giorni dopo l'esondazione del fiume Dragone ad Atrani risulta ancora dispersa Francesca Mansi, la ragazza
travolta dall'onda di fango che giovedì scorso si è abbattuta sul piccolo comune della costiera amalfitana. Mentre i
sommozzatori dei carabinieri scandagliano il piccolo golfo, i Vigili del Fuoco di Salerno continuano incessantemente a
setacciare le rive. La giovane barista potrebbe essere in mare sotto fango e automobili, che sono state individuate sotto il
livello dell'acqua; per aiutare nelle ricerche, da Ponza è arrivata una chiatta, che libererà la zona dalla coltre di fango dove
sono intrappolate le auto non ancora recuperate e sotto cui potrebbe trovarsi Francesca. Intanto per il Comune di Atrani è
stato chiesto lo stato di calamità naturale.
Per "supportare l'attività di ricerca della ragazza dispersa, di rimozione delle auto e di verifica dei danni", ieri è arrivata
anche la Protezione Civile Nazionale con il vice capo del Dipartimento Bernardo De Bernardinis, che in mattinata ha
effettuato un sopralluogo nell'area alluvionata insieme a Edoardo Cosenza, assessore regionale alla Protezione Civile, per
rendersi conto delle maggiori necessità e pianificare gli interventi da effettuare. Come ha spiegato Cosenza, "la Regione
finanzierà le opere necessarie, mentre il Comune di Atrani sta già coordinando il censimento dei danni subiti dai locali
pubblici e privati e seguirà le azioni intercomunali con le amministrazioni di Scala e Ravello". Secondo una prima stima,
si parla di danni per 20 milioni di euro. Cosenza ha fatto sapere che "si interverrà con urgenza per rimuovere dagli alvei
tutti gli ostacoli costituiti da detriti e tronchi, per ripristinare il sistema fognario e la copertura dell'alveo per permettere
piena transitabilità ai cittadini". L'arrivo della Protezione Civile nazionale al quarto giorno dal disastro ha dato il via ad un
polemico botta e risposta: da una parte Lella Di Leo, presidente di Italia Nostra, che ha reputato "molto grave" l'assenza
della "struttura di Bertolaso", perché anche se non va sottovalutata la mobilitazione locale che c'è stata, "solo a livello
nazionale hanno mezzi e fondi per proseguire le ricerche di Francesca Mansi e avviare la ricostruzione"; dall'altra parte, il
sindaco Nicola Carrano, secondo cui "non c'è bisogno della protezione civile nazionale, perché c'è quella regionale". Ed è
proprio la protezione civile regionale a coordinare le associazioni locali, che stanno lavorando per spalare fango e offrire
assistenza ai cittadini, fornendo coperte, acqua e cibo, mentre nella parte alta di Atrani, la Comunità montana e autorità di
Bacino sta lavorando per controllare i valloni del Dragone per verificarne le condizioni. Insieme ai volontari, gli stessi
abitanti del paese lavorano senza sosta per ripulire strade e piazze.
Stefania Prestigiacomo, ministro dell'Ambiente, si è riferita alla tragedia di Atrani come ad "un episodio gravissimo
causato dall'uso dissennato del territorio. Andiamo verso la stagione delle piogge e temo che ci saranno tanti altri incidenti
nel nostro Paese come questo". Un disastro che poteva essere probabilmente evitato, anche se il Sindaco ha dichiarato di
avere "la coscienza a posto. Quanto successo non si poteva evitare"; e riferendosi a chi dice che nell'alveo venivano gettati
rifiuti anche grossi - qualcuno ha parlato di vecchi frigoriferi - il Sindaco ha affermato convinto che "da anni non accade
più". E respinge le accuse del comitato SOS Torrente Dragone: un centinaio di cittadini e alcuni membri del Comitato
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12
Data:
13-09-2010
Il Giornale della Protezione Civile.it
Il Comitato SOS Dragone: "Una tragedia annunciata" Il Sindaco: "Ho la
coscienza a posto"
hanno convocato una conferenza stampa nel tardo pomeriggio di ieri per parlare di questa "tragedia annunciata" - come
l'hanno definita - che potrebbe ripetersi: le future piogge potrebbero infatti portare a valle ulteriore materiale franoso
proveniente dalle colline che circondano il piccolo comune. Durante la conferenza, Gino Amato, membro del comitato, e
Luciano De Rosa, consigliere comunale di minoranza del gruppo Atrani Futura, hanno esposto tutte le denunce fatte nel
corso dei sette anni dalla costituzione del Comitato, per lo più ignorate dalle Istituzioni: non è infatti la prima volta che ad
Atrani si sfiora un disastro di questa portata. "Sono stati effettuati sopralluoghi tecnici" - ha spiegato Luciano De Rosa
"che hanno prodotto ben poca cosa. Non è mai stato previsto un intervento strutturale lungo l'asse del torrente". Di capire
le cause dell'esondazione se ne occuperà ora la Procura di Salerno, che ha avviato un'inchiesta per stabilire anche se sono
stati predisposti dei finanziamenti dopo le precedenti esondazioni e - nel caso - come sono stati spesi quei soldi.
Elisabetta Bosi
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13-09-2010
Il Giornale della Protezione Civile.it
Il presidente dei geologi campani: "Ci vogliono presidi territoriali"
Il presidente
dei geologi campani:
"Ci vogliono presidi territoriali"
474 i comuni campani ad alto rischio idrogeologico; in Campania 'abuso smisurato' del territorio
Lunedi 13 Settembre 2010 - Dal territorio
Il Presidente dell'Ordine dei Geologi della Campania, Dott. Russo, contattato telefonicamente riguardo quanto accaduto
ad Atrani, ci spiega come sia impossibile avere 'la sfera di cristallo' per poter prevedere tutte quelle che vengono poi
definite 'tragedie annunciate', in quanto tecnicamente impossibile, ma si deve fare un discorso che vada oltre la
prevenzione. I problemi connessi al dissesto idrogeologico, son ben altri e vanno ricercati insieme agli amministratori che
a livello comunale, provinciale e regionale, che si devono attivare per quello che oramai è diventato uno slogan, " la
prevenzione". Il primo passo da compiere è l'istituzione di presidi territoriali e in questo senso è stata istituita una
convenzione tra la Protezione Civile e la Regione Campania, per avere dei volontari che sono tutti tecnici competenti. E'
quindi necessario cartografare i punti critici, da parte delle autorità di Bacino e poi porre l'accento sulle zone più critiche.
Il Dott.Russo prosegue affermando che sia normale, in seguito a forti piogge, un' innalzamento dei livelli dei corsi
d'acqua, e su questo non si possa intervenire, ma bisogna lavorare sugli aspetti non direttamente legati alle caratteristiche
del territorio, le 'variabili dipendenti', come ad esempio la non manutenzione degli alvei naturali perchè abbandonati o
trasformati in discariche abusive. Bisogna giungere ad una maturità culturale oltre che fare una manutenzione naturale:
bisogna passare ai cittadini una cultura che impedisca, ad esempio, di gettare il vecchio frigorifero nell'alveo del fiume,
invece che trasferirlo ai punti di raccolta appositi.
A questo proposito,il Presidente dell'Ordine dei Geologi della Campania, sottolinea il valore del territorio che è una
'risorsa incommensurabile', su cui purtroppo, si è commesso 'un'abuso smisurato', senza riflettere sul fatto che un territorio
sano, integro oltre che essere più sicuro, è anche attrattivo per degli investimenti, mentre un 'territorio prossimo al
collasso' come quello campano, non è attrattore di niente, entra in gioco anche l'economia di un territorio. Per quanto
riguarda la situazione ad Atrani, il Dott. Russo ci informa che stamattina sono presenti sul posto il vicepresidente
dell'ordine dei geologi Campania, Francesco Perduto, con due squadre di rilevatori e col la dott.sa Nocera, in doppia veste
di rappresentante sia delConsiglio dell'ordine sia di Arcadis (agenzia regionale campana difesa suolo), sul posto per
cartografare la zona, in collaborazione con la Protezione Civile e la Regione. L'aspetto fondamentale, per il Dott.Russo, è
quello di salvare vite umane, poi sugli interventi, si può lavorare, ma quello che è successo ad Atrani non si deve più
ripetere.
La vicenda di Atrani, che vede un paese devastato ed in ginocchio in seguito all'esondazione del torrente Dragone, che ha
invaso le strade con un fiume di fango che ha travolto tutto ciò che ha trovato sul suo cammino, ripropone per l'ennesima
volta il problema del dissesto idrogeologico e della cura del territorio. Come spesso succede in Italia, i ragionamenti
arrivano dopo le catastrofi. Negli ultimi decenni, nella costiera amalfitana, si sono verificati una serie smottamenti ed
esondazioni ed evidentemente, come afferma presidente di Legambiente Campania Michele Buonomo "la manutenzione e
la messa in sicurezza di questo delicato gioiello italiano sono andati poco oltre alle parole e alle promesse''. E aggiunge:
'era noto a tutti che quella zona fosse fortemente a rischio ma come sempre si e' fatto poco e male per prevenire il
disastro". Il problema non riguarda solo la costiera: i comuni campani in cui sono presenti aree ad alto rischio
idrogeologico sono 474, l'86% del totale, di cui 193 a rischio frana, 67 a rischio alluvione e 214 comuni esposti a pericolo
sia di frane che di alluvioni.
In particolare, a proposito dei corsi d'acqua, che, anche nel caso di Atrani sono spesso i responsabili dei danni, interviene
anche il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza: "Un fiume di fango che travolge un intero paese e porta via
tutto e' una scena che ricorda Sarno e che non vorremmo più vedere. Da Giampilieri ad Ischia, sino a quest'ultima
tragedia, sono torrenti e corsi d'acqua minori il tallone d'Achille italiano. Interventi errati di messa in sicurezza che hanno
aumentato il rischio invece di mitigarlo, rettificazioni, intubazioni, abusivismo e mancata manutenzione sono le
conseguenze di una gestione del territorio sciagurata, dove la prevenzione rimane troppo spesso un proclama disatteso e
l'allarme resta inascoltato fino a quando il rischio si trasforma in tragedia. Il Governo continua a parlare di ''grandi opere''
inutili, mentre con la finanziaria 2010 ha drasticamente tagliato sulla tutela del territorio e la difesa del suolo. Azioni che
dovrebbero essere prioritarie e che possono coniugare la sicurezza dei cittadini con il rispetto dell'ambiente. Questa e' la
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14
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13-09-2010
Il Giornale della Protezione Civile.it
Il presidente dei geologi campani: "Ci vogliono presidi territoriali"
vera sfida per rendere davvero moderno il nostro Paese'' Eppure lo splendido borgo di Atrani, nelle relazioni tecniche, era
inserito tra le zone da allerta: era in zona rossa, in sigla tecnica 'R4', il che significa che è in zona ad alto rischio, con
pericolo di frane e alluvioni. E il torrente Dragone, artefice della devastazione di Atrani, porta quel nome perché nella
parte dell'alveo vicino ad un vecchio mulino sputa acqua ad una velocità così forte da sembrare fiamme di un drago.
Per la geologa Nicoletta Santangelo, del dipartimento di Scienze della Terra dell'universita' di Napoli Federico II, quella
di Atrani è stata una tragedia annunciata: l'enorme massa d'acqua che in poco tempo ha gonfiato il torrente Dragone ha
raggiunto la zona del bacino idrografico dove avrebbe dovuto normalmente defluire, ma 'il letto del fiume e' stato coperto
con una strada e la parte finale del fiume e' stata completamente edificata'', nonostante fosse noto che questa zona venga
periodicamente colpita da alluvioni. E la Dott.ssa Santangelo prosegue: "Dalle nostre ricerche, emerge che il 50% dei
bacini idrografici della Campania presentano una pericolosità. Di questi, il 10% sono aree ad alto rischio e il 20-30% sono
a media e bassa pericolosita'''.
Un mese fa il nucleo sommozzatori dei carabinieri di Napoli ha effettuato un controllo nell'alveo cittadino di Atrani, per
cercare di individuare eventuali allacci abusivi alle condotte fognarie, ma lo ha trovato libero da ostruzioni. La circostanza
fa capire che se problemi ci sono stati, le cause sarebbero da ricercare a monte dell'alveo, nella parte sovrastante il paese.
Nel 1998, il decreto approvato dopo la tragedia di Sarno istituì i Bacini regionali, con il compito di preparare piani di
prevenzione, monitorare il territorio a rischio frane e alluvioni, proporre interventi. A vigilare sulla costiera amalfitana, c'è
il 'Bacino regionale Destra Sele'. Sei anni fa, divenne operativo il 'piano stralcio per l'assetto idrogeologico' che diceva:
"In costiera il pericolo di esondazione interessa per lo più aree di estensione ridotta". Ma una di quelle zone di limitate
dimensioni è proprio Atrani, il più piccolo comune del sud incastrato sotto le rocce della costiera.
Il segretario generale dell'autorità di Bacino Destra Sele, Stefano Sorvino, spiega: "I nostri compiti istituzionali sono di
studi costanti e monitoraggi aggiornati delle zone a rischio. Lo abbiamo fatto e, di recente, abbiamo anche approvato una
variante che dovrà essere discussa con i 13 comuni della costiera. Sono richiami a soglie di attenzione, con catalogazioni
di criticità. Previsioni, non misure di prevenzione che spettano ad altri enti". Il 29 settembre le varianti saranno discusse
con i Comuni della costiera amalfitana. La struttura della costiera, non consente interventi di ingegneria radicale, come
ampie strutture di drenaggio, o canaloni; inoltre mancano i fondi e ne risentono i progetti di prevenzione. Edoardo
Cosenza, assessore alla protezione civile, ha spiegato : "Si possono realizzare piccoli progetti. Con il governo firmeremo
tra due settimane un protocollo d'intesa per stanziare 170 milioni di euro. La Regione ne darà 70".
Il segretario generale dell'Autorità di bacino, Stefano Sorvino avverte: "Bisogna però sfuggire ai luoghi comuni delle
sciagure annunciate. Abbiamo un sistema aggiornato di conoscenze del territorio. Che un evento sia prevedibile e
catalogato non significa che si possa prevenirlo. La costiera è in gran parte in zona rossa. Ma non possiamo certo
abbattere il duomo di Amalfi che è in un'area R4". Il torrente Dragone ha origine a Scala, che è un paese arroccato sulla
parte più alta della Costiera, scorre tra le rocce e all'ingresso di Atrani si infila sotto il livello stradale: in paese, già nel
1987 si verificò una frana e nel 2007 un'alluvione. Appena nove mesi fa, il 2 gennaio, ci fu anche una vittima: lo chef del
ristorante "Zaccaria" venne colpito da un masso che si era staccato dal costone precipitando sul locale, a causa sempre di
forti piogge che causarono lo smottamento. Ma il precedente più grave risale a 56 anni fa, quando Atrani venne colpita
dalla violenta alluvione che investì la costiera amalfitana e Salerno, con un bilancio superiore alle trecento vittime.
Alla luce di questo drammatico ricordo i geologi della Campania si sono offerti di dare vita ad una task-force "per
monitorare il territorio e il post-evento ad Atrani", come rileva in una nota il vicepresidente dell'Ordine dei geologi della
Campania, Francesco Peduto. Atrani, spiega il geologo, "è uno dei comuni interessati dalla tragica alluvione del 1954 che
colpì la costiera Amalfitana e Salerno con oltre trecento morti" e "la dinamica di quanto accaduto nelle ultime ore è
identica a quella del 1954".
Julia Gelodi
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13-09-2010
Il Giornale della Protezione Civile.it
Abruzzo, le scuole riaprono regolarmente
Abruzzo, le scuole
riaprono regolarmente
Nota del Dipartimento. Le lezioni si terranno nelle 32 nuove scuole costruite lo scorso anno
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Da domani rientreranno in classe la gran parte degli studenti residenti nelle zone colpite dal terremoto del 6 aprile 2009.
Così come per lo scorso anno anche per quello che si apre in questi giorni (i rientri saranno scaglionati nei diversi distretti
scolastici fino al 16 settembre) , tutti gli studenti abruzzesi delle scuole dell'obbligo potranno cominciare regolarmente gli
studi grazie al tempestivo lavoro della Protezione civile nazionale nei mesi immediatamente successivi al terremoto.
Lo comunica in una nota il Dipartimento nazionale della Protezione civile, sottolineando che l'intervento sulle scuole, uno
sforzo senza precedenti nella storia del nostro paese, rappresenta infatti un segno straordinario nell'ottica del
rafforzamento dell'appartenenza al territorio e del proseguimento nel percorso verso la normalità per i bambini e i ragazzi
aquilani e degli altri comuni colpiti dal sisma. Un impegno che ha portato i suoi frutti soprattutto grazie alla stretta e
proficua collaborazione con l'Ufficio scolastico regionale i dirigenti scolastici e i numerosi insegnanti e personali non
docenti che vivono costantemente a contatto con gli studenti.
Le lezioni - prosegue la nota - si terranno nelle 32 nuove scuole (i M.U.S.P., Moduli ad uso scolastico provvisorio)
costruite dalla Protezione civile nazionale a tempo di record nel 2009 laddove gli stabili originari risultano inagibili, e
negli edifici esistenti prima del sisma che hanno superato le analisi di agibilità e su cui sono stati effettuati tutti gli
interventi utili a garantirne la piena fruibilità da parte degli studenti in piena sicurezza. In particolare, già dallo scorso
anno, prima di accogliere gli studenti, ogni scuola è stata sottoposta a severi test di agibilità: dal collaudo statico degli
edifici, alle prove necessarie per il rilascio delle certificazioni igienico-sanitarie, di conformità degli impianti e di
prevenzione degli incendi.
Lo scorso anno aveva visto lo svolgimento regolare delle attività scolastiche per tutti i circa 17.000 studenti delle scuole,
statali e paritarie, del "cratere sismico", garantito grazie ai nuovi edifici e alla ristrutturazione di altri 59 che hanno avuto
bisognoto di interventi di ristrutturazione. Gli stessi edifici che anche quest'anno saranno utilizzati dagli studenti per
l'anno scolastico che sta per iniziare.
(red)
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Data:
13-09-2010
Il Giornale della Protezione Civile.it
Lieve evento sismico in provincia di Isernia
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in provincia di Isernia
Avvertito dalla popolazione, magnitudo, 2.8
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tutti gli articoli » Lunedi 13 Settembre 2010 - Dal territorio
Una lieve scossa sismica è stata registrata nel pomeriggio di oggi sui Monti della Meta in provincia di Isernia. L'evento è
stato lievemente avvertito dalla popolazione nei comuni di Castel S.Vincenzo, Pizzone e Scapoli.
Dalle verifiche effettuate dalla Sala Situazione Italia del Dipartimento della Protezione Civile non risultano danni a
persone o cose. Secondo i rilievi registrati dall'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia l'evento sismico si è
verificato alle ore 19.51 con magnitudo 2.8.
(red)
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13-09-2010
Il Giornale dell'arte.com
Le frecce d'oro di Arcus
Notizie
Polemiche
A chi, quanto e perché: tutti i progetti finanziati dal 2004 a oggi. Una lettura istruttiva Roma. In sei anni di vita la società
Arcus, nata per «sostenere e avviare progetti ambiziosi riguardanti i beni e le attività culturali», ha erogato soldi dello
Stato per 400 milioni di euro, 200 dei quali per il triennio 2010-12, distribuiti a iniziative di ogni tipo, soprattutto restauri
edilizi ma anche a teatri, collegi, fondazioni (compresa quella del Banco di Napoli, 500mila euro per il suo archivio
storico digitale), istituti, accademie, associazioni e poi mostre, festival, etc. L'assegnazione di questa considerevole
quantità di denaro avviene da sempre in modo giudicato poco trasparente attraverso Arcus, società formalmente privata,
ma di proprietà del Ministero dell'Economia, gestita da quello delle Infrastrutture in accordo con il Mibac. Nel depresso
panorama di tagli e risparmi all'osso imposti alla cultura, Arcus è una ricca anomalia: incassa infatti il 3 per cento delle
«grandi opere», i finanziamenti pubblici alle infrastrutture del Paese.
Funzionamento ed esistenza della società sono sotto accusa dalla nascita, nel 2004. Pesanti critiche sono arrivate dal
Consiglio Superiore per i Beni culturali, da associazioni come Italia Nostra e da ogni relazione annuale della Corte dei
Conti. Fino al 2008 la destinazione dei fondi veniva decisa direttamente dai Ministeri in modo del tutto discrezionale.
Arcus eseguiva. Poi il Mibac ha finalmente deciso che chi vuole i soldi di Arcus deve presentare una domanda motivata e
passare attraverso una istruttoria. Dovrebbe presto essere varato un vero «piano di indirizzi», sollecitato dal Consiglio
Superiore per i Beni culturali, per vincolare le scelte. Da notare che nessun atto della società è mai passato in Parlamento
negli ultimi due anni. È stato così anche per i 200 milioni dell'ultimo stanziamento triennale di Arcus (2010-12). Su circa
1.200 domande, sono stati finanziati 206 progetti: ragioni e criteri di scelte e bocciature restano vaghi, affidati a «estratti»
di poche righe. Ha suscitato scandalo il mancato finanziamento all'Abruzzo del terremoto. Tre i progetti approvati (un
convento a Tagliacozzo, archeologia al Fucino e ad Amiternum). Italia Nostra aveva proposto di destinare tutti i 200
milioni di Arcus al restauro del patrimonio artistico abruzzese. Pochissimi soldi alla Calabria (2 progetti: 1 milione), al
Friuli Venezia Giulia (3 progetti: 4,6 milioni), al Molise (3 progetti: per 2,6 milioni). Superfavorito il Lazio con 38
finanziamenti per 30,907 milioni di euro, oltre a ben 15,8 milioni per valorizzazione e rilancio di Cinecittà. Spiccano due
strutture romane: la Pontificia Università Gregoriana (1 milione e mezzo, oltre ai 2 milioni già stanziati da Arcus nel 2005
e ad altri 900mila sempre di fondi statali dell'8 per mille tra 2007 e 2008) e il Palazzo di Propaganda Fide (ristrutturazione
finanziata con 5 milioni nel 2005 e 2006 non ancora interamente versati), entrambi inseriti per il Concordato nell'elenco
degli edifici del Vaticano considerati territorio straniero in Italia.
A giugno il caso Arcus è esploso con fragore mediatico intrecciandosi agli scandali immobiliari legati alla Protezione
Civile (cfr. n. 300, lu.-ago. '10, p. 4) prendendo spunto proprio dal palazzo romano di Propaganda Fide. Secondo la
Procura di Perugia, la sua ristrutturazione è stata finanziata da Arcus con 5 milioni sulla base di uno scambio di «favori»
con l'allora ministro alle Infrastrutture Pietro Lunardi, cogestore di Arcus. Per avere quel finanziamento, afferma la
procura, il cardinale Crescenzio Sepe, prefetto di Propaganda Fide, ha venduto a Lunardi un edificio della Congregazione
a prezzo stracciato. Lunardi e Sepe sono ora indagati per corruzione.
Alla vicenda giudiziaria si è aggiunto l'intervento della Corte dei Conti. In giugno ha notificato ai vertici di Arcus la
richiesta di risarcimento del «danno erariale» per «finanziamento improprio» (lo Stato non poteva finanziare la
ristrutturazione di un palazzo all'estero). La decisione di quel finanziamento spettava ad Arcus. Ma lo stesso direttore
della società, Ettore Pietrabissa, ha chiarito che «i tecnici di Arcus non possono mettere in discussione le scelte dei
politici».
Dopo lo scandalo, Bondi ha bloccato l'ultima tranche di 500mila euro a Propaganda Fide almeno fino a quando nel
palazzo non sarà aperta al pubblico (pare a fine ottobre) la pinacoteca (prevista della convenzione del 2007 con Arcus), la
cappella dei Re Magi e la biblioteca di Borromini. Bloccata da Bondi anche l'erogazione del milione e mezzo di euro per
il rifacimento del cortile della Pontificia Università Gregoriana (anch'essa territorio estero).
L'esistenza di Arcus, ente pagatore senza potere, soggetto a decisioni discrezionali, appare sempre meno giustificata. Per
la Corte dei Conti si limita a distribuire denaro a pioggia, secondo la vecchia logica delle sovvenzioni statali, senza né
coordinamento né visione strategica. Intanto restano un rebus le verifiche e i controlli, soprattutto cartacei, sull'esito dei
finanziamenti e i risultati raggiunti. Arcus ha un organico molto ridotto e si fa aiutare sul campo dalle direzioni regionali
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18
Data:
13-09-2010
Il Giornale dell'arte.com
Le frecce d'oro di Arcus
del Mibac. «È un carrozzone da smantellare», dice Gianfranco Cerasoli, componente del Consiglio Superiore per i Beni
culturali, segretario Uil del settore: la gestione del denaro andrebbe trasferita al Mibac. Si risparmierebbero così anche il
costo della sede e gli stipendi: 2 milioni all'anno. Da luglio Arcus ha un nuovo presidente, l'ex ambasciatore Ludovico
Ortona, che sostituisce Salvatore Italia dimissionario a marzo, poco prima delle inchieste. Intanto il Governo non ha
ancora presentato la relazione sull'attività di Arcus nel 2009, come vuole la legge.
© Riproduzione riservata
Il reportage completo è pubblicato sul numero di settembre di «Il Giornale dell'Arte» ora in edicola
di Edek Osser, da Il Giornale dell'Arte numero 301, settembre 2010
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Data:
Italia Oggi
14-09-2010
È un vero guaio essere alluvionati se si è pakistani
Italiani cuore grande ma solo con appelli martellanti e se c'è chi decide se vanno fatti
Tutti zitti, guardando distrattamente il Tg della sera in attesa della partita o del film
Niente sms da un euro o chiamate da casa da due euro. Niente amici dei media, testate giornalistiche, telegiornali, amici
del mondo, vescovi (per quanto se ne sa), associazioni imprenditoriali, comunità di pie donne, organizzazioni di bravi
giovani. Niente di niente o quasi. L'Unicef, per obbligo ontologico e deontologico, diffonde radi annunci, l'informazione a
stampa e televisiva realizza servizi di vaste distese allagate in varie parti del mondo e discetta sui cambiamenti climatici.
Si sa poco di missioni plurime di C 130 carichi di soccorsi, poco anche di ospedali da campo e crocerossine in missione.
Magari ci sono, ma non fanno notizia. Gli italiani, ma forse anche altri popoli occidentali, sembrano del tutto inerti
rispetto alle tragiche alluvioni che hanno devastato il Pakistan, ma è ancor più impressionante l'atteggiamento del mondo
dell'informazione. Come anche i bambini ormai sanno, sono le campagne di comunicazione quelle che richiamano
l'attenzione sul lancio di un nuovo prodotto come sulla raccolta fondi per sventure collettive. Quindi, questo è un fatto, in
questo caso niente campagne, niente risveglio delle coscienze e della solidarietà di massa. I Pakistani? Che sfiga,
poveretti. Ora, sembrerebbe utile interrogarsi sul perché di questo fenomeno. Le ipotesi potrebbero essere varie. Sul fronte
dei grandi media il timore di avere poca risposta (un flop sarebbe spiacevole) o la scelta di dedicarsi col massimo
entusiasmo e spazio a tutti i moti sussultori, ondulatori, squassatori, giudiziari e immobiliari che rendono le cronache
italiane effervescenti e di gran consumo. Sul fronte dei comuni cittadini: possibile saturazione da sventure e sottoscrizioni,
tra Haiti, Abruzzo, Telethon, incendi russi per cui il Premier spedisce Canadair e, ancora più lontano nel tempo, tsunami,
coi villaggi dei pescatori dello Sri Lanka prontamente ricostruiti. Oppure: un certo senso di fastidio per la Protezione
civile infangata da recenti inchieste, che induce ad una sfiducia generalizzata. O ancora: la diffidenza per le
amministrazioni locali di un paese in cui neanche l'inondazione di milioni di chilometri quadrati ferma i quotidiani
attentati degli estremisti pro Al Quaeda, anche contro i pochi volontari stranieri. O, forse, la debole presenza di
organizzazioni religiose in quel paese (dove anzi i cattolici sono sempre meno tollerati e talora ammazzati) che rende
problematico anche un efficace “traino” da parte della chiesa cattolica. O il fatto che i venti milioni di persone, tra cui
alcuni milioni di bambini, travolti dalle alluvioni appaiono troppi per concepire come li si possa aiutare. O un certo blando
egoismo, alimentato dalle difficoltà oggettive che tormentano bilanci e sicurezze occupazionali degli italiani e che induce
ciascuno a preoccuparsi prioritariamente della propria condizione. O il proliferare, ad ogni sventura, di nuove
organizzazioni caritatevoli e spesso molto insistenti, di molte delle quali non si riesce a conoscere il grado di affidabilità.
Trovate voi la risposta giusta (barrare la casella), ma forse dovremmo tutti un po' vergognarci e, forse, anche preoccuparci
perché in un mondo di globalizzazione, di informazione, di tensioni religiose, di emigrazione da e per ogni dove, tanta
aridità verrà notata, e ricordata. Nel nostro paese sono tanti i pachistani che lavorano nei giardini, nelle pizzerie, nelle
campagne, nelle nostre case. Così come sono tante le donne rumene che fanno le colf, il suicidio dei cui figli, bambini o
adolescenti, rimasti a casa sta diventando un dramma sociale in Romania. Tra una polemica leghista ed una buonista, tra i
rovelli di cittadinanze brevi o lunghe, tra auspici di accoglienze dell'universo mondo e espulsioni “etniche”, tra tutte le
parole di cui ogni giorno è infarcita la nostra politica come la nostra vita, guardiamoci un po' allo specchio: italiani cuore
grande, ma solo se gli appelli sono martellanti e soprattutto se c'è chi decide che è il caso di farli. Se c'è silenzio, tutti zitti,
guardando distrattamente il Tg della sera, in attesa della partita o del film.
Argomento:
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Data:
13-09-2010
Libero Notizie.it
Terremoto: scossa sull'Etna
Magnitudo 2. 4, a una profondita' di 13 chilometri
(ANSA) - CATANIA, 13 SET - Un terremoto di magnitudo 2.4 e' stato registrato sul versante sud-ovest dell'Etna
dall'Istituto nazionale di geofisica di Catania. L'ipocentro e' stato localizzato a 3 chilometri a ovest dei crateri centrali a
una profondita' di 13 chilometri. Secondo i rilievi eseguiti dall'Ingv, l'evento non sarebbe stato avvertito.
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21
Data:
13-09-2010
Il Mattino (Nazionale)
L'INVIATO ATRANI. Quando la chiatta è arrivata da Napoli era già quasi
l'ora di pr...
Mattino, Il (Nazionale)
""
Data: 13/09/2010
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13/09/2010
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L'INVIATO ATRANI. Quando la chiatta è arrivata da Napoli era già quasi l'ora di pranzo e in piazza il censimento delle
auto disperse e di quelle già ritrovate era terminato. Quando alle 14,45 la prima Peugout verde è stata tirata fuori
dall'acqua, sulla banchina e sul fango c'era un silenzio quasi assoluto. La gente, affacciata alle finestre e sulla balaustra
della statale amalfitana, ha tenuto il fiato sospeso. Il sindaco di Atrani Nicola Carrano era seduto proprio davanti al
pontone all'opera. È stato il secondo momento della giornata in cui si è sperato in una svolta nelle ricerche. Il primo, alle
13, ha coinciso con l'arrivo del prefetto Sabatino Marchione, accolto dal numero due della Protezione civile Bernardo De
Bernardinis. Dalla strada alla spiaggia tutti hanno corso, le ruspe si erano fermate. C'era qualcosa tra la melma, ma era
solo un falso allarme. Sotto, tra le macchine, un piccolo uomo con i capelli bianchi andava avanti e indietro
incessantemente srotolando un sondino che oscillava paurosamente, ma inevitabilmente si fermava. Lui non si arrendeva.
Provava e riprovava, cambiava posto, si chinava, si rialzava, scuoteva la testa. Giuseppe Torino si chiama l'uomo del
sondino, giunto da Santa Maria di Castellabate con una richiesta precisa per il sindaco: partecipare attivamente alle
ricerche. Per un po' di tempo si sono seguiti i suoi consigli. Mentre la draga sollevava automobili, moto e resti di barche
dall'acqua, proprio sotto la barriera frangiflutti, laddove si era spinta la fura del «Dragone», le ruspe scavavano nella
sabbia nei punti che lui indicava. A qualcuno è sembrato troppo: «Non hanno sentito niente 40 cani, come può sentire
qualcosa lui?». Ritto, con uno sguardo incredibile, restava il papà di Francesca. Per ore a guardare, a cercare in un punto
qualsiasi, col casco in mano, come se invece si trattasse di minuti. Fede incrollabile, non ha mai smesso di sorridere e di
essere gentile con tutti. Una cosa però l'ha detta: «Dalle parole, si passi ai fatti. Quello che è accaduto a mia figlia serva di
monito per il futuro. Non negherò mai, anche dopo, il mio aiuto, il mio contributo». E a sera, quando i sommozzatori sono
stati costretti a lasciare e l'elicottero è sparito dai cieli, mentre in piazza e nei negozi si continuava a spalare e a pulire
fango che sembrava non finire più, la chiatta è rimasta in mare, spostandosi lungo lo specchio d'acqua davanti a quella che
fu la spiaggia del Dragone, acqua che i dati Arpac non hanno mai trattato con favore - ombrelloni e sdraio accatastati
come se fosse solo finita l'estate. Quell'acqua dovrà essere completamente liberata dalla spessa coltre di fango nella quale
ci sono ancora alcune auto, meno di dieci si calcola, forse l'ultima speranza di ritrovare Francesca Mansi. Oggi sul posto
arriverà il sostituto procuratore della Repubblica Ernesto Sassano, cui l'inchiesta giudiziaria è stata affidata dal
procuratore Franco Roberti. Ieri, dopo il sopralluogo del numero due della Protezione Civile Bernardo De Bernardinis,
che ha risalito l'intero corso del fiume fino alla bocca del Dragone, in Comune si è tenuto un vertice cui hanno partecipato
i parlamentari Fulvio Bonavitacola e Antonio Cuomo, l'assessore regionale Edoardo Cosenza, quello provinciale Antonio
Fasolino con il dirigente Mimmo Ranesi, il sindaco di Atrani Nicola Carrano, l'assessore all'urbanistica Valeria
Gambardella, i sindaci di Minori e di Scala, la Guardia di Finanza che partecipa attivamente alle ricerche, i carabinieri
della stazione di Amalfi, la Comunità montana, l'Ente parco, la Capitaneria di porto, i Vigili del fuoco. Si lavora tra fondi
statali e regionali. pi.car. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Arriviamo adesso perché il meccanismo dei soccorsi a livello locale ha
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«Arriviamo adesso perché il meccanismo dei soccorsi a livello locale ha funzionato come un orologio, ora a noi tocca
gestire la ricostruzione»: parla così Bernardo De Berardinis, vice di Bertolaso alla Protezione civile replicando anche alle
accuse sul perché a livello nazionale ci si sia mossi quattro giorni dopo il disastro ad Atrani. Nell'intervista al Mattino il
numero due della Protezione civile mette in chiaro anche un aspetto cruciale: la rete di pluviometri in Costiera esiste e
funziona benissimo, al punto che - afferma De Berardinis - l'avviso di allerta con criticità media era stato trasmesso alle
autorità in tempo utile. Come dire che i provvedimenti dovevano essere assunti dalle autorità locali. Intanto ad Atrani
esplode la rabbia dei cittadini che protestano davanti al Municipio: i comitati si sono mobilitati accusando gli
amministratori. Tensione altissima in piazza, si è sfiorata la rissa. >L'inviato Carlomagno e Perez a pag. 25
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4)Frana ad Atrani dispersa una 25enne ATRANI (10 settembre) - Piove per
un'ora in costier...
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4)Frana ad Atrani dispersa una 25enne ATRANI (10 settembre) - Piove per un'ora in costiera Amalfitana, frana un
costone e il fiume Dragone, che scorre ad Atrani, esonda e travolge il piccolo borgo: decine di auto scaraventate nel mare.
La violenza dell'onda di fango travolge e inghiotte Francesca Masi, 25 anni.
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Il Mattino (Nazionale)
Paola Perez Una giornata con la gente di Atrani: per pianificare gli
interventi, raccogliere lo s...
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Paola Perez Una giornata con la gente di Atrani: per pianificare gli interventi, raccogliere lo sfogo di chi ha perso tutto e
la speranza di chi è pronto a ricominciare, incassare la protesta di chi avrebbe voluto subito sul luogo del disastro - e non
quattro giorni dopo - un rappresentante della protezione civile nazionale. «Arriviamo adesso perché il meccanismo dei
soccorsi a livello locale ha funzionato come un orologio - spiega Bernardo De Bernardinis, il vice di Guido Bertolaso - a
noi tocca gestire la fase della ricostruzione». Questo il protocollo: ma i cittadini forse avrebbero voluto anche un gesto
simbolico di presenza dello Stato, oltre agli aiuti economici per risolvere le prime necessità. «Comprendo le loro ragioni,
però ripeto che il nostro intervento ”a caldo” non era necessario. E comunque ho sempre seguito personalmente, anche se
a distanza, le varie fasi della vicenda. Quanto ai soldi necessari nell'immediato, ha provveduto la Regione» Che situazione
ha trovato? «I volontari hanno svolto un lavoro egregio. Ma quello che mi ha colpito è stata l'eccezionale capacità dei
cittadini di fronteggiare l'emergenza. Sia nel momento dell'alluvione, adottando i comportamenti più idonei per mettersi in
salvo, come salire ai piani alti e sbarrare le porte; sia subito dopo, partecipando attivamente ai soccorsi. Una perfetta
risposta culturale al disastro naturale» Disastro annunciato? «Atrani è costruita sull'alveo di un torrente tombato, così
come molte località costiere: Genova non fa eccezione alla regola. E questo fa salire i livelli di pericolo». Soluzioni
definitive non ce ne sono? «Soluzioni improponibili, come quella di demolire strade e abitazioni». E allora qual è la via
d'uscita? «Un sistema di allarme perché la popolazione possa mettersi al sicuro». I geologi insistono sulla necessità di
avere sul territorio un'efficiente rete di pluviometri. «In Costiera esiste già, e funziona benissimo. L'avviso di allerta, con
livello di criticità ”medio”, era stato trasmesso alle autorità competenti in tempo utile. Il nubifragio era previsto e
purtroppo non è stato inferiore alle aspettative: 75 millimetri di pioggia all'ora». Dunque c'era un preavviso: e quali
provvedimenti sono stati presi? «Questo deve chiederlo ai sindaci». Il futuro di Atrani: è già possibile fare un conto dei
danni? «Ancora no, ma la procedura per attivare gli interventi di sostegno è già partita. La richiesta di dichiarazione dello
stato d'emergenza sarà discussa dal consiglio dei ministri in settimana, poi verrà nominato un commissario con poteri
straordinari, probabilmente il sindaco, e arriverà l'ordinanza con i finanziamenti». Cosa c'è da fare subito? «Ho
individuato tre priorità. Innanzitutto la bonifica del bacino idrografico alto. Poi il ripristino dei servizi essenziali: per la
fornitura idrica aspettiamo l'esito delle analisi Arpac; più complessa la situazione del sistema fogne, compromesso dalla
frana. Terzo passaggio, un intervento provvisorio per restituire l'agibilità alla copertura del torrente tombato che attraversa
il paese». Quanto costano queste priorità? «Non posso fare calcoli precisi. Intorno al milione di euro». Poi bisognerà
rimettere in sesto abitazioni e attività commerciali. «Per fotuna i cittadini di Atrani hanno tanta voglia di ricominciare. Il
barbiere mi ha chiesto cento volte se poteva riaprire il suo negozio oggi stesso». © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Piera Carlomagno INVIATO ATRANI. Sporchi di fango e ficcati negli
stivaloni di gomma, corrono ...
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13/09/2010
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Piera Carlomagno INVIATO ATRANI. Sporchi di fango e ficcati negli stivaloni di gomma, corrono in casa, tirano fuori
carte, le piazzano davanti alle telecamere. È stato «disseppellito», lo dicono loro, il vecchio comitato Sos Torrente
Dragone, il sindaco Nicola Carrano è furioso: «Si fa politica anche sulle disgrazie», ma la gente si riunisce, distribuisce
volantini, convoca un'assemblea popolare. È l'ora delle polemiche ad Atrani, della ricerca delle responsabilità e della
stanchezza. Al tramonto del quarto giorno non c'è ancora traccia di Francesca Mansi, dispersa nell'alluvione di giovedì
pomeriggio. I sommozzatori devono chiudere un'altra giornata senza successo, l'elicottero si ritira, continuano le barche,
mentre il papà della ragazza resta impalato di vedetta sulla spiaggia di fango. L'appuntamento per gli abitanti di Atrani
viene ripetuto ossessivamente col megafono. Alle 17 sotto il municipio. Nel bel mezzo della via dei Dogi, quella che ha
coperto il letto del torrente Dragone, prima negli anni Cinquanta, poi, nel tratto superiore, negli anni Settanta. Una
«furbata» nata da una necessità. Come tutti i paesini arroccati, fatti di vicoletti e scalinatelle, non solo in Costiera
amalfitana, anche Atrani aveva bisogno della sua strada vera. E di parcheggi. Così il torrente è diventato un nastro di
asfalto coperto di auto, quelle che sono finite tutte a mare giovedì sera. Ieri in piazza si faceva il censimento. Ne hanno
contate 70 solo in mattinata. Tirate fuori dal pontone grondanti d'acqua e accartocciate. Oltre cento persone, dei quasi 900
abitanti, hanno risposto all'appello del comitato. Alla testa Rosario Di Pino e Luigi Conforti. Al grido di: «Scoperchiamo
il fiume» e di «Creiamo le squadre locali di protezione civile» e «Prepariamo un piano d'emergenza», chiedono di entrare
in Comune, di parlare con gli amministratori. Lo mandano a dire dal comandante dei vigili urbani Aldo Cavaliere. La
risposta è furibonda. «Qui abbiamo le scarpe sporche di fango. Sono quattro giorni che non ci fermiamo». Si sfiora la
rissa. Il sindaco viene accompagnato a casa perché rischia di sentirsi male. In piazza si dividono. «È un'ala troppo spinta
del comitato - ammoniscono Luigi Amato e Luciano De Rosa Laderchi - Non sviliamo il lavoro fatto. Non è tempo di
azioni eclatanti». Distribuiscono una cronologia: si parte dalla morte di un cittadino il 28 agosto '84 dopo una fuoriuscita
abnorme di fango alla foce del fiume; si arriva al 25 febbraio: la giunta vuole monitorare il fiume, gestire le discariche
abusive, frenare le colate. La data successiva è il 9 settembre. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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La Nuova Ecologia.it
13-09-2010
Atrani, draghe al lavoro per cercare la ragazza dispersa
Ancora senza esito le ricerche di Francesca Mansi, la 25enne che risulta dispersa da giovedì scorso, quando un'ondata di
fango, in seguito all'esondazione del fiume Dragone, ha devastato l'intero paesino della costiera amalfitana IL VIDEO
Ancora senza esito le ricerche di Francesca Mansi, la 25enne che risulta dispersa da giovedì scorso, da Atrani (Salerno),
da quando un'ondata di fango, in seguito all'esondazione del fiume Dragone ha devastato l'intero paese. Prosegue,
incessante, il lavoro dei sommozzatori della Guardia di Finanza, carabinieri, Vigili del fuoco e Guardia costiera di Salerno
che stanno operando nella zona antistante la spiaggia di Atrani.
Stamattina la draga, che continua a lavorare, ha portato fuori un'autovettura, tre piccole imbarcazioni e un paio di
ciclomotori. Della barista, purtroppo, ancora nessuna traccia. Il territorio del piccolo comune , intanto, risulta
sostanzialmente ripulito. Nell'arco della giornata potrebbe anche esserci un sopralluogo del magistrato della Procura di
Salerno.
"A 10 anni dalla tragedia dell'alluvione di Soverato in Calabria, siamo ancora una volta di fronte all'ennesima sciagura
annunciata - ha commentato il presidente di Legambiente Campania Michele Buonomo - Era noto a tutti che quella zona
fosse fortemente a rischio ma come sempre si è fatto poco e male per prevenire il disastro".
Ma il pericolo, ricorda Legambiente, non si limita alla costiera amalfitana: i comuni campani in cui sono presenti aree ad
alto rischio idrogeologico sono 474, l'86% del totale, di cui 193 a rischio frana, 67 a rischio alluvione e 214 comuni
esposti a pericolo sia di frane che di alluvioni. "Da Giampilieri ad Ischia, sino a quest'ultima tragedia, sono torrenti e corsi
d'acqua minori il tallone d'Achille italiano - aggiunge Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente interventi errati di messa in sicurezza che hanno aumentato il rischio invece di mitigarlo, rettificazioni, intubazioni,
abusivismo e mancata manutenzione sono le conseguenze di una gestione del territorio sciagurata, dove la prevenzione
rimane troppo spesso un proclama disatteso e l'allarme resta inascoltato fino a quando il rischio si trasforma in tragedia".
Severo anche il giudizio del vicepresidente dell'Ordine dei Geologi della Campania, Fracesco Peduto, secondo il quale un
evento analogo si era già verificato nel 1954: "Cinquantasei anni sono trascorsi inutilmemente perché Atrani è uno dei
comuni interessato dalla tragica alluvione del 1954 che colpì la costiera Amalfitana e Salerno con oltre 300 morti". "Il
governo continua a parlare di grandi opere inutili - aggiunge Cogliati Dezza - mentre con la finanziaria 2010 ha
drasticamente tagliato sulla tutela del territorio e la difesa del suolo. Azioni che dovrebbero essere prioritarie e che
possono coniugare la sicurezza dei cittadini con il rispetto dell'ambiente. Questa è la vera sfida per rendere davvero
moderno il nostro Paese".
13 settembre 2010 - TAG: Alluvione | Atrani | Dissesto idrogeologico |
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27
Data:
13-09-2010
Il Nuovo.it
Scuola: una su 4 fuori norma
>
Lo denuncia il presidente dell'Associazione presidi
(ANSA) - ROMA, 13 SET - Un edificio scolastico su 4 e' fuori norma. Lo denuncia a CNRmedia il presidente
dell'Associazione nazionale presidi, Giorgio Rembado. ''Le stime parlavano di 12 mila edifici scolastici,sui 42mila che
sono attualmente utilizzati,fuori norma.La protezione civile aveva fatto un calcolo secondo cui erano necessari 20 miliardi
di euro per la messa in sicurezza di tutti gli edifici,la' dove si parla di qualche centinaio di milioni. Il vero problema e' il
rinvenimento delle risorse''.
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28
Data:
Panorama.it
13-09-2010
Bertolaso: la terra trema, io no. E di nulla mi pento
Tags: Guido-Bertolaso, interviste, panorama in edicola, Protezione-civile Lascia un commento
di Romana Liuzzo
«Ora che l'emergenza è finita, ora che tutti hanno un tetto sulla testa, una scuola, biblioteche, chiese, centri ricreativi,
adesso è il tempo di pensare alla ricostruzione. A cominciare dal centro storico dell'Aquila: priorità assoluta. Basta con la
demagogia: il sindaco Massimo Cialente, invece di organizzare le notti bianche, dovrebbe passare le notti in bianco per
preparare il piano da presentare al governo. Solo così potremmo lasciarci alle spalle quest'incubo». Da Coppito a Onna, da
Villa Sant'Angelo all'Aquila: due giorni di sopralluogo in esclusiva per Panorama con una guida d'eccezione: Guido
Bertolaso, capo della Protezione civile. Per verificare con lui lo stato dell'opera, mentre la terra ha ripreso a scuotere
l'Abruzzo. L'accoglienza è calorosa per Bertolaso. La gente lo segue, lo invita a restare, lo abbraccia. C'è chi per lui ha
fondato un fan club, chi gira per la strada con la maglietta «I love Guido», chi gli scatta fotografie con il telefonino e lo
vuole almeno un minuto per bere un caffè nella nuova casa. Una conferma, perché tra le centinaia di email ricevute dalla
Protezione civile sono in molti a chiedergli di tornare al fianco del popolo abruzzese, ancora scioccato da quel 6 aprile
2009.
E allora il popolo delle carriole, quei cittadini abruzzesi, nel giorno della Perdonanza perché protestano? Sono ingrati o
hanno qualche ragione?
Cinque che protestano contro 50 mila che approvano& Con grande cinismo c'è chi sulle catastrofi, come i terremoti, ha
costruito carriere politiche e continua a farlo.
Nessun mea culpa?
Sì, per avere fatto troppo durante l'emergenza. Quando giro per l'Umbria e le Marche, là dove ci sono stati terremoti in
passato, la gente mi rimprovera di essere stato troppo rapido nel costruire scuole antisismiche e dare un tetto alla gente. Il
paragone è per tutto quello che è stato fatto per gli aquilani rispetto a quello che non è stato fatto per altri terremotati, dai
precedenti governi.
Ora il vero problema resta quello della ricostruzione del centro storico dell'Aquila e dei paesi limitrofi. I tempi non
appaiono brevi.
Sulla ricostruzione la responsabilità non è mia dal 31 gennaio scorso. E fino a quel giorno non c'è stata una sola voce di
dissenso, né a sinistra né a destra, né all'estero né in Italia. Non si sono visti comitati e neppure carriole.
E ora?
Dal 1° febbraio il cerino è passato al commissario di governo, il presidente della Regione, Gianni Chiodi, e al sindaco
dell'Aquila, Massimo Cialente. Ho sempre detto che per loro sarebbe stata ancora più dura. Sono loro che hanno le
responsabilità di fare i piani di intervento, i progetti, e indicare le modalità con cui si devono ricostruire palazzi e chiese.
Il 6 aprile 2009 alle 3.32 della notte, mentre il terremoto scuoteva l'Abruzzo, c'era chi rideva. La tristemente famosa
telefonata dell'imprenditore della «cricca» Francesco Maria De Vito Piscicelli, icona della sciacallaggine. Mentre lui
rideva, lei che faceva?
Saltavo giù dal letto e alle 4 ero nella sede della Protezione civile. Alle 4.30, dopo avere sentito Silvio Berlusconi, avevo
già contattato tutti i componenti delle varie strutture nazionali e regionali. Subito è stato dichiarato lo stato di emergenza
nazionale, sono partito in elicottero e sono andato all'Aquila, dove a poche ore dal sisma di magnitudo 5,8 abbiamo
assistito le 70 mila persone senza un tetto, con 15 mila soccorritori tra volontari, vigili del fuoco e forze dell'ordine. Poco
dopo è arrivato anche il premier.
Qualcuno l'ha accusata di avere fatto del sisma uno show.
Quello che qualcuno ha definito show si chiama organizzazione. Dal primo giorno del disastro la gente ha avuto da
mangiare e da dormire nelle 171 aree di accoglienza o presso gli alberghi messi a disposizione, nessuno è stato lasciato
solo neppure per un attimo. Qui non ci sono stati container. Entro pochi mesi tutti hanno avuto una casa, definitiva o
transitoria; per quanti non potranno fare rientro nelle proprie abitazioni a breve termine sono stati costruiti edifici con
4.449 appartamenti nei complessi antisismici sostenibili ed ecocompatibili in cui sono alloggiate 14.300 persone. A questi
si aggiungono oltre 3.400 villette in legno nelle frazioni che circondano il capoluogo abruzzese e gli altri comuni colpiti
dal terremoto che ospitano 6.700 persone. Altri ancora hanno scelto di usufruire del contributo di autonoma sistemazione.
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Data:
Panorama.it
13-09-2010
Bertolaso: la terra trema, io no. E di nulla mi pento
Negli alberghi vivono in 2.900 e 500 in due caserme aquilane. Tutti i 17.567 studenti del cratere sismico, di ogni ordine e
grado, sono tornati a scuola già nel settembre del 2009.
E allora perché la gente protesta?
Il sindaco Cialente ama organizzare le notti bianche per distrarre i propri concittadini. Non può pretendere i finanziamenti
se non presenta prima una tabella di marcia sui lavori.
I soldi ci sono?
Da subito sono stati stanziati 10 miliardi. Tanti. Il ministro Giulio Tremonti è stato chiarissimo. È ovvio che i soldi non
volano. Te li devi andare a prendere e dimostrare come li spenderai. La verità è che si inventano
alibi per nascondere i loro ritardi.
Quanto tempo ci vorrà per vedere L'Aquila come prima?
Se lavorano, una decina d'anni come ho detto chiaramente anche nelle settimane successive al terremoto. Altrimenti anche
una vita.
Il 10 febbraio scorso le hanno notificato un avviso di garanzia per corruzione nell'ambito dell'inchiesta sul G8. Come ha
vissuto questi mesi?
Male perché so di aver subito una grave ingiustizia, posso solo augurarmi che il tempo per ristabilire la verità dei fatti sia
breve, certo non riuscirò a scrollarmi di dosso le montagne di fango che mi hanno lanciato contro, ma almeno potrò
riprendermi la mia dignità. Confido ancora molto nella magistratura e sono sereno per il futuro.
Le sue figlie, Olivia e Chiara, nei mesi scorsi hanno scritto per «Panorama» una lettera a Bertolaso papà. Ha ancora
l'appoggio della sua famiglia?
Assolutamente sì.
E la casa di via Giulia dove ha vissuto per qualche tempo?
Nel 2005 ho avuto dei problemi familiari. Sono cose che capitano. D'altro canto le testimonianze del cardinale Crescenzio
Sepe e di altri confermano, almeno leggendole dai giornali, quanto ho sempre sostenuto pubblicamente: non ho mai
saputo nulla di affitti pagati da altri e la casa mi è stata messa a disposizione perché non potevo più restare nel collegio
religioso a causa dei miei orari di lavoro.
Che fine ha fatto Francesca, la sua fisioterapista, scambiata per un'escort?
Poveretta& non l'ho più sentita. Basta massaggi, mi tengo la cervicale.
Mai stato con una prostituta?
Mai. Per me è fondamentale sentire di essere amato.
Nei mesi scorsi raccontò a «Panorama» che qualcuno aveva provato a incastrarla. Oggi sa dirci chi?
Non conosco nomi e cognomi. Però la logica mi suggerisce che con il mio lavoro ho dato fastidio a molti. Mi dicono che
il fatto di essere stato definito il terzo uomo più amato dopo Giorgio Napolitano e Barack Obama, e prima del Papa, ha
fatto salire l'invidia a livelli altissimi. La situazione è peggiorata dopo che Berlusconi ha annunciato l'intenzione di
nominarmi ministro.
Un complotto?
Non saprei. Sicuramente sono un personaggio scomodo a destra e a sinistra. Dico sempre quello che penso. E lavoro
giorno e notte, se serve.
Che cosa ha pensato quando ha visto le foto di Angelo Balducci, ex responsabile del Consiglio superiore delle
infrastrutture, agli arresti domiciliari, che faceva il bagno nella sua piscina?
Ho pensato che c'è chi sta molto peggio di lui, ma anche che la privacy non esiste più.
In passato ha lavorato con Giulio Andreotti, Romano Prodi, Francesco Rutelli, e nessuno le ha mai mosso una critica. I
guai sono cominciati quando è diventato sottosegretario nel governo Berlusconi&
È evidente che vogliono colpire me per arrivare più in alto.
Lei dice che andrà presto in pensione. Ma se il premier glielo chiedesse, resterebbe a capo della Protezione civile?
Vorrei andare in pensione entro il 2010. Consapevole di non essermi mai risparmiato per il mio Paese. Se il Cavaliere
dovesse chiedermelo, resterei al mio posto fino a quando necessario. Anche se la Protezione civile è ormai una realtà
capace di camminare sulle sue gambe, con o senza Bertolaso.
Dopo sogna di tornare a fare il medico?
Ho dimenticato tutto, rischierei di uccidere qualcuno. Allora sì che sarebbero guai.
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Data:
Panorama.it
13-09-2010
Bertolaso: la terra trema, io no. E di nulla mi pento
Difficile immaginarla pensionato con i popcorn davanti alla televisione&
E perché no?
E rispolverare il suo antico progetto di fare il giornalista?
Non oggi. Non dopo essere stato accoltellato alle spalle da giornalisti che si dichiaravano amici e che hanno toccato con
mano ciò che abbiamo fatto in questi anni. Gli stessi che, poi, hanno fatto a gara per emettere la sentenza di condanna più
dura nei miei confronti. Sono certo che le decine di azioni giudiziarie che ho avviato nei confronti di molti di loro
renderanno le mie figlie meno preoccupate per il loro futuro, dal punto di vista economico.
redazione Lunedì 13 Settembre 2010
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Data:
Quotidiano.net
14-09-2010
Aereo si schianta in Venezuela: 33 superstiti, 14 le vittime
Quotidiano Net Il volo della compagnia Conviasa, partito dall'isola di Margarita con 51 persone a bordo, si è schiantato vicino a
Puerto Ordaz. Ci sarebbero anche 4 dispersi
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"Aereo si schianta in Venezuela: 33 superstiti, 14 le vittime"
Data: 14/09/2010
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Aereo si schianta in Venezuela: 33 superstiti, 14 le vittime
Il volo della compagnia Conviasa, partito dall'isola di Margarita con 51 persone a bordo, si è schiantato vicino a Puerto
Ordaz. Ci sarebbero anche 4 dispersi
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è stata pubblicata all'interno del Vocabolario della Lingua Italiana Zingarelli 2010.
Alla fine del riquadro di spiegazione ne sarà proposta anche la traduzione in inglese, ripresa dal lemmario
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14-09-2010
Aereo si schianta in Venezuela: 33 superstiti, 14 le vittime
Italiano-Inglese del Ragazzini 2010.
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Foto di un aereo della compagnia venezuelana Conviasa (foto Ansa)
FILIPPINE Neonato abbandonato su volo Gulf Air
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casa colonicaAereo da turismo precipita nel Chianti, morto il pilotaAereo da turismo precipita nel Chianti Morto il pilota
Caracas, 13 settembre 2010 - Un Atr-42 della compagnia venezuelana Conviasa, partito dall'isola di Margarita con 51
persone a bordo, si è schiantato in Venezuela vicino a Puerto Ordaz. Le autorità di Caracas hanno fatto sapere che ci sono
almeno 14 morti, quattro dispersi e 33 superstiti, di cui alcuni gravemente feriti.
"La causa apparente (dell'incidente) è la perdita di controllo" dell'aeromobile da parte del pilota, ha dichiarato il
governatore dello stato di Bolivar, dove è avvenuto l'incidente, Francisco Rangel Gomez.
Apparentemente, l'equipaggio ha avuto il tempo di dare l'allarme alla torre di controllo. Il problema si è presentato a circa
"6 miglia (9,6 chilometri) da Puerto Ordaz", poco prima dell'atterraggio, ha precisato il ministro dei Trasporti e delle
Comunicazioni Francisco Garces alla rete televisiva pubblica Vtv. L'aereo della compagnia di bandiera venezuelana
partito dall'isola caraibica di Margarita, meta turistica del Venezuela, è precipitato vicino a Puerto Ordaz (sudest) "con 47
persone a bordo", aveva annunciato inizialmente.
Più tardi, il governatore di Bolivar ha precisato che a bordo dell'aereo viaggiavano in realtà 51 persone, 47 passeggeri e 4
membri dell'equipaggio.
Secondo il responsabile dei servizi della protezione civile inviato sul luogo dell'incidente, José Garcia, i soccorsi
proseguono il loro lavoro e tutti gli ospedali della regione sono in allarme. "Spero che riusciranno a trovare altri
superstiti", ha detto il governatore di Bolivar. Gli aerei Atr sono fabbricati da una società europea controllata con quote
paritarie da Eads e Alenia (gruppo Finmeccanica).
Atr, fondata nel 1981, ha rischiato di scomparire all'inizio degli anni Duemila di fronte alla concorrenza dei jet regionali,
quando il petrolio costava meno di 30 dollari al barile. Ma conosce una nuova prosperità da cinque anni a questa parte,
grazie al contenuto consumo di combustibile, vantaggio non indifferente con il costo del greggio alle stelle (70-80 dollari
attualmente).
La società, con sede a Tolosa e 850 dipendenti, è leader mondiale nel suo settore (turbopropulsori da 50 a 75 posti) con il
58 per cento delle vendite contro il 42 per cento dell'unico concorrente, la canadese Bombardier. Ha ricevuto più di mille
ordini di 150 operatori in 80 Paesi dalla sua creazione. Il suo volume d'affari ha superato il miliardo di euro nel 2009.
Uno degli incidenti aerei più gravi avvenuti in Venezuela è quello di Maracaibo, che ha provocato 160 morti tra i quali
152 abitanti della Martinica nel 2005. E' stato causato da un errore umano, secondo una relazione ufficiale.
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Aereo si schianta in Venezuela: 33 superstiti, 14 le vittime
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36
Data:
13-09-2010
Rai News 24
Lo stato dell'arte dell'Aquila
ultimo aggiornamento:
Un'impalcatura in una strada del centro storico dell'Aquila
L'Aquila.
Un anno e mezzo dopo il terremoto "non c'e' stato praticamente nessun intervento di restauro per il patrimonio artistico
dell'Aquila, solo puntellamenti". Che ora, sono anche a rischio stabilita'.
Lo sostiene Gianfranco Cerasoli, segretario della Uil di settore e componente del Consiglio superiore dei beni culturali.
Che punta il dito sugli interventi realizzati fino ad oggi a favore del patrimonio artistico abruzzese devastato dal sisma del
6 aprile, fa i conti dei fondi investiti e delle poche donazioni arrivate, come nel caso della Lista di Nozze lanciata dal
premier, che puntava a raccogliere 450 milioni di euro e invece si e' fermata a 33,6 milioni.
E denuncia: "e' mancata una cabina di regia".
Ad oggi, conta il sindacalista, sono stati puntellati 302 edifici pubblici vincolati, qualcun altro lo sara' nei prossimi giorni,
con una spesa totale di circa 11 milioni di euro. Spesa che potrebbe vanificarsi, sostiene Cerasoli, se non arriveranno
presto le risorse per dare il via ai restauri veri e propri.
"A distanza di 17 mesi l'efficacia di quegli interventi e' del 30-40 per cento", avverte. Con il paradosso che potrebbe
essere necessario revisionare i puntellamenti gia' fatti, con una ulteriore spesa.
Alcuni di questi poi, sarebbero stati fatti male, "eccessivi o sovradimensionati". Come nel caso di Palazzo Ciolina ("una
selva di tubi innocenti che ostruisono anche l'ingresso", dice Cerasoli, costo 2 milioni) o di Palazzo Branconio.
Quanto alle risorse: fino ad oggi, conta il sindacalista, il ministero dei Beni culturali ha impegnato per l'Abruzzo poco
meno di 18 milioni di euro (17,8) ai quali si aggiungono altri 38 milioni arrivati dalla Protezione civile. Altri 2,6 milioni,
secondo l'ultimo report reso noto dal ministero, arrivano dalle donazioni.
A parte il discorso della cosiddetta Lista di Nozze, lanciata ai grandi della terra, durante il G8, dal premier Berlusconi: 44
monumenti simbolo per i quali si puntava a raccogliere 450 milioni di euro.
Fondi sono arrivati da Francia, Kazakhstan, Germania e Russia. Altre donazioni erano state annunciate da Spagna,
Australia, Canada e Giappone, ma fino ad oggi non e' stato formalizzato nulla. Dagli stati del G8, compresi i fuori lista
(come nel caso di Onna) sono arrivati per ora in tutto 12,6 milioni di euro.
Se si aggiungono le donazioni arrivate da enti pubblici e privati italiani si arriva ad un totale di 33,6 milioni (29,3 per i
monumenti della lista, 4,2 per altri fuori elenco).
Il totale delle risorse impiegate a vario titolo nel settore dei beni culturali e' di 92,1 milioni di euro a fronte di una
necessita' stimata di 3 miliardi e mezzo di euro.
Da qui la proposta della Uil: un piano decennale da finanziare con i fondi dell'8 per mille, escludendo pero' il patrimonio
ecclesiastico, al quale dovrebbero invece essere versati i soldi direttamente destinati dai contribuenti alla Chiesa.
Domani, intanto, all'Aquila arrivera' il ministro dei beni culturali Sandro Bondi, impegnato in una riunione tecnica in
soprintendenza sul recupero del patrimonio artistico aquilano. Bondi incontrera' poi il Presidente della Regione Abruzzo,
Gianni Chiodi, il presidente della Provincia dell'Aquila, Antonio Del Corvo e il sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente.
Alla fine e' prevista una conferenza stampa.
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NAZIONALE
Pag.
37
Data:
14-09-2010
La Repubblica
sit-in e appelli delle associazioni "salviamo il prato del foro italico"
Pagina VII - Palermo
Si moltiplicano le iniziative per scongiurare i danni alla struttura. Definito il piano dei divieti di sosta
La Digos "scheda" i residenti lungo il percorso del Papa
Le forze dell´ordine "schedano" tutti i residenti che abitano lungo gli undici chilometri del percorso che Papa Benedetto
XVI percorrerà durante la sua visita a Palermo del 3 ottobre. Gli agenti della Digos stanno bussando ai campanelli di tutti
palazzi che hanno finestre o balconi che si affacciano sulla strada per chiedere i documenti e, in alcuni casi, dare
un´occhiata all´interno. Una misura di sicurezza eccezionale: il percorso del pontefice partirà da via Belgio, proseguirà
lungo via Alcide De Gasperi, via Croce Rossa, via Liberà, via Turati, via Roma e corso Vittorio Emanuele fino al Foro
Italico. Poi, dopo la messa delle 10 sul prato, la papamobile imboccherà di nuovo corso Vittorio Emanuele fino al Palazzo
Arcivescovile di via Bonello, dove il Papa pranzerà, per poi spostarsi - dopo un incontro con il clero in cattedrale - in
piazza Politeama, percorrendo al contrario il percorso.
Ieri la Digos ha bussato anche alla sede di Sinistra ecologia e Libertà, che si trova in corso Vittorio Emanuele all´angolo
con via Roma. «Ma perché stanno procedendo all´identificazione? - si chiede Sergio Lima, coordinatore provinciale di
Sinistra Ecologia e Libertà - non vorremmo che la misura sia dettata dalla volontà di reprimere eventuali episodi di
dissenso. Il rischio è la creazione ad arte di un clima censorio e repressivo francamente ingiustificato. Davanti alle nostre
finestre sono passate tante personalità, ma non mai accaduta una cosa simile».
Ma a preoccupare più di tutto è il destino del prato del Foro Italico, che sarà utilizzato per la messa: gli esperti, dagli
architetti ai botanici, hanno già lanciato l´allarme sugli effetti devastanti che la calca potrebbe avere sul manto. E in molti,
dall´architetto Rosanna Pirajno al docente di Agraria Giuseppe Barbera, hanno chiesto al Comune di ripensarci. Sulla
stessa linea anche l´architetto paesaggista Antonio Basile che propone l´aeroporto di Boccadifalco: «Perché un evento di
un giorno, seppur importante, deve privare la città di un significativo spazio verde per anni? A Boccadifalco il Santo
Padre potrebbe arrivare direttamente in elicottero e forse si potrebbe addirittura risparmiare qualche chilometro di
transenne».
Per il prato si mobilitano anche i comitati cittadini che lanciano un appello. Mobilita Palermo spera che l´amministrazione
ci ripensi: «Siamo assolutamente contrari all´utilizzo del prato - dice Anthony Passalacqua, uno degli attivisti del
movimento che segue l´andamento dei lavori pubblici in città - verrà distrutto. Ci sono tanti altri posti che potevano essere
utilizzati, anche il Foro Italico, ma escludendo lo spazio verde». Il movimento chiede all´assessore al Verde Francesca
Grisafi di assumersi le proprie responsabilità in caso di danni: «Di fronte al parere di tanti esperti, stupisce la tranquillità
del Comune», continua. Anche Palermo Ciclabile scende in campo: «È l´unico spazio verde che abbiamo in città», dice
Giacomo Scognamillo. Il consigliere del Pd Salvatore Orlando, che per primo ha lanciato l´allarme sulla distese verde,
chiede ai cittadini di mobilitarsi: «Potremmo organizzare un sit-in davanti al prato per chiedere che venga salvato e
magari scattare una foto per ricordarcelo prima dell´evento. Se è ormai troppo tardi per cambiare location, si dovrebbe
almeno studiare una misura straordinaria di precauzione, per esempio fare utilizzare solo scarpe di gomma e coprire il
manto con un telo adatto. La città deve mobilitarsi per salvare il suo prato».
Ieri il sindaco Diego Cammarata ha riunito i suoi uffici, ma anche alcuni assessori e presidenti delle aziende comunali, per
fare il punto sulle competenze che spettano al Comune: a partire dai bus navetta che dovranno essere messi in campo per
collegare i parcheggi con il centro. La riunione è stata riconvocata per lunedì prossimo. Contemporaneamente c´è stato
anche un altro vertice alla Protezione civile regionale sul piano della viabilità. Sono state messe a punto le zone rimozione
che scatteranno già venerdì primo ottobre: niente macchine non solo lungo tutto il percorso, ma anche nelle corsie laterali
di via Croce Rossa e via Libertà. E in via Lincoln: la strada, sebbene fuori dal percorso, sarà utilizzata per il posteggio dei
mezzi delle forze dell´ordine. Ma è sos autogrù: l´Amat, durante il vertice, ha annunciato di avere solo 16 mezzi
funzionanti. Troppo pochi per il super lavoro che le autogrù saranno costrette a fare. L´azienda sta cercando di contattare
alcune ditte private per avere rinforzi. Restano ancora alcuni nodi da sciogliere: per esempio sulla partenza dei pullman a
fine giornata. Se tutti e seicento i mezzi previsti si muovessero contemporaneamente sarebbe il caos. Entro la settimana,
poi, saranno affidati gli appalti diretti per il noleggio delle transenne e quello dei palchi, uno al Politeama di 16 metri per
12, e l´altro al Foro Italico, di 30 per 20. La Protezione civile, che si sta accollando praticamente tutta la spesa, provvederà
anche alla cartellonistica.
Argomento:
NAZIONALE
Pag.
38
Data:
14-09-2010
La Repubblica
sit-in e appelli delle associazioni "salviamo il prato del foro italico"
sa. s.
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NAZIONALE
Pag.
39
Data:
14-09-2010
La Repubblica
atrani, chiesto lo stato di emergenza
Pagina VI - Napoli
Un video. Una consulenza. E una nuova pista investigativa. La Procura di Salerno, che indaga sull´alluvione di Atrani per
disastro colposo e omicidio colposo, sta affidando una consulenza a una squadra di tecnici per vagliare, anche solo come
possibili concause, negligenze, incuria e omissioni delle autorità competenti. Insomma, forse non è stata tutta colpa della
pioggia eccezionale. Forse il torrente Dragone, giovedì scorso, è esondato perché intasato di rifiuti gettati nel letto nel
fiume e accumulati nel tempo. Rifiuti che nessuno ha tolto. Saranno i tecnici a dare alla Procura una risposta definitiva. E
intanto il video sull´esondazione del fiume, girato con un telefonino dal fioraio del paese e andato in onda sui siti Internet
e ai tg nazionali, è stato acquisito dal pm, Emiliano Rinaldi, che conduce l´inchiesta.
Ieri la giunta regionale, su proposta dell´assessore ai Lavori pubblici e Protezione civile, Edoardo Cosenza, ha chiesto al
Consiglio dei ministri di dichiarare lo stato di emergenza nazionale per il disastro di Atrani (Salerno). La giunta ha anche
stanziato, sul capitolo di spesa dei lavori pubblici, la somma di un milione 500mila euro per i primi lavori urgenti di
ripristino del sistema fognario, degli argini del torrente Dragone, e la ripulitura dell´alveo. È stato anche ribadito che
saranno finanziate tutte le spese per la ricerca di Francesca Mansi, ancora dispersa.
(cri. z.)
Argomento:
NAZIONALE
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40
Data:
14-09-2010
La Repubblica
una politica contro le frane - ugo leone
Pagina IX - Napoli
UNA POLITICA CONTRO LE FRANE
UGO LEONE
A
bitanti che sono esposti anche al rischio sismico e a quello vulcanico, per non parlare dell´inquinamento dell´acqua,
dell´aria e del suolo.
È questa massiccia presenza di persone che dà grandi dimensioni al rischio che è legato soprattutto alla vulnerabilità, cioè
alla quantità di popolazione esposta.
Di fronte a questa situazione che fare? Come comportarsi? La fuga, l´eduardiano fuitevenne applicato anche al rischio non
è una soluzione mentre lo è la capacità, che è una realistica possibilità, di convivere con quei rischi.
Questa possibilità è abbastanza elevata con i terremoti, meno con le eruzioni vulcaniche, le frane, le alluvioni nel
momento in cui quei fenomeni si materializzano. Perciò la pratica più importante sta nella capacità di prevenire il rischio
che si accompagna a eventi naturali ben noti. E ben nota è la naturale propensione al dissesto in tutte le sue manifestazioni
propria della penisola sorrentina nella quale, peraltro, azioni umane speculative hanno accelerato le dinamiche naturali e
aggravato il carico di danni e vittime.
E poiché tutto ciò è ben noto, documentato e denunciato, quando nella ipocrita sorpresa generale si verifica un evento che
si trasforma in calamità, si ricorre subito all´abusato e frustrante ritornello del disastro annunciato che, in quanto tale, si
poteva evitare.
Ora siamo di fronte a un "insolito" nubifragio di fine estate e, senza ricorrere a scongiuri di vario tipo, va ricordato che
l´autunno incombe con le piogge che, qui come altrove, in Campania ma non solo, gonfiano i torrenti che diventano
dragonesche furie d´acqua pronti a trascinare via tutto quanto trovano lungo il loro corso: sulle strade e sui manufatti della
penisola e della pianura. Non si ripeterà mai abbastanza, ma giova ancora farlo nella speranza di trovare orecchie di
amministratori più attenti e sensibili, che è urgente intervenire, una volta per tutte, per mettere in sicurezza questo
ambiente degradato e delicato. E non solo in penisola sorrentino-amalfitana.
Le cronache degli ultimi cinquant´anni, quelle di cui dovrebbe essere più fresca la memoria, sono piene di questi eventi. E
ognuna di esse ci ricorda quali sono i numerosi punti critici nei quali, con puntuale regolarità, si manifestano eventi
calamitosi con vittime umane e danni materiali che una politica dell´ambiente e del territorio preoccupate di risolvere il
problema avrebbe potuto, e potrebbe, evitare per sempre.
Insomma anche la mappa della pericolosità idrogeologica è a disposizione degli amministratori del territorio a qualunque
livello: dal comunale al regionale. Tutti sappiamo che prevenire è meglio che curare, calcolare i danni e piangere le
vittime. Basta destinare i fondi necessari, coinvolgere le molte professionalità esistenti e investire dando lavoro e
sicurezza.
Argomento:
NAZIONALE
Pag.
41
Data:
14-09-2010
La Repubblica
Estratto da pagina:
15
cattedre vacanti e presidi part-time "siamo diventati un vuoto a perdere" salvo intravaia corrado zunino
- Cronaca
Cattedre vacanti e presidi part-time "Siamo diventati un vuoto a perdere"
Tagli a personale, edifici e strumenti. Caos generale per il risiko dei supplenti
C´è il dirigente recordman che a Pioltello deve guidare da solo sette plessi
SALVO INTRAVAIA
CORRADO ZUNINO
ROMA - Nessun alleggerimento dei tagli, la strada maestra resta quella più dura: otto miliardi di euro da togliere alla
scuola italiana in tre anni. L´ordine impartito dal governo al ministro Mariastella Gelmini non si discute: si devono ridurre
non solo bidelli e addetti alle fotocopie, ma anche il numero degli edifici sul territorio e quello dei preziosi insegnanti:
oggi sono 780 mila. Il risultato a metà del guado - siamo alla seconda stagione della riforma Tremonti-Gelmini, la
seconda spallata - è una scuola svuotata, un settore a perdere. Prima delle mille opinioni - plebiscitarie nella
contestazione: protesta la maggioranza dei docenti non ancora certi della classe assegnata, dei presidi costretti a gestire
due scuole contemporaneamente, dei genitori inconsapevoli di quante volte il figlio mangerà in mensa e quante dovrà
tornare a casa, degli studenti costretti a studiare in classi da 34 unità - lo certificano i numeri.
Le lezioni sono partite in gran parte del paese, ieri mattina, e ventimila sono le cattedre ancora vuote, dalle elementari ai
licei. La nomina dei 110 mila supplenti necessari al sistema prosegue affannata: la disponibilità dei posti è stata
comunicata agli uffici solo a ferragosto e così a Roma, oggi, 8 mila supplenze su 12 mila sono da assegnare. I
provveditorati di Milano e Pordenone annunciano una partenza a pieno regime mentre il Sud arranca. A Napoli, dove le
lezioni partono domani, mancheranno 3.800 insegnanti e 2.500 tra bidelli, segreteria e assistenti di laboratorio. In
provincia di Messina fin qui non c´è stata una nomina e a Palermo l´organizzazione delle classi si dovrà protrarre fino al
22 settembre.
Il risiko dei supplenti ha collassato gli uffici, a loro volta svuotati, degli ex provveditorati. A Firenze il provveditore
Claudio Bacaloni ha scritto al ministro una lettera di due pagine: «In queste condizioni la sistemazione dei docenti entro
settembre risulta impossibile». A Bari Giovanni La Coppola ha fatto appendere il cartello "si riceve solo per
appuntamento". Per mandare i supplenti in cattedra in molti hanno sospeso il ricevimento del pubblico. Grazie alla
"riforma epocale" sono quasi 1.500 le scuole italiane - una su sette - guidate da un preside part-time: quattro giorni lavora
nella scuola d´origine e il venerdì corre a mettere firme sotto questioni sconosciute nel secondo istituto. Sono i "reggenti",
spremuti per 400 euro lordi in più. Il loro recordman è Francesco La Teana, preside dell´Istituto Schiaparelli Gramsci di
Milano, ragioneria con 120 anni di storia e 1.500 iscritti. La sua scuola prevalente ha già due succursali lontane e da
quest´anno, grazie alla riforma, Francesco La Teana dovrà guidare un istituto a Pioltello, nell´hinterland, composto da
materna, elementare e due medie. Dirigerà sette plessi e racconta: «Il telefono squilla in continuazione, praticamente non
dormo più. Lavoro in ufficio, in auto, a casa. Sempre».
Il quindici per cento delle scuole italiane sono vuote, chiuse. Il doppio, invece, sono gli edifici da ristrutturare: 12.723.
Solo in Calabria più della metà degli esistenti. Giorgio Rembado, presidente dell´Associazione nazionale presidi, ricorda:
«Nel 2009 la Protezione civile aveva calcolato 20 miliardi di euro per la messa in sicurezza di tutti gli edifici, oggi il
ministero non ha speso nulla». Il Codacons ha diffuso la lista dei plessi a rischio crollo, il monitoraggio del ministero resta
invece secretato.
L´Ocse ha appena fotografato per grandi numeri l´interesse del nostro paese verso l´istruzione: siamo penultimi davanti
alla Slovacchia per spesa scolastica (il 4,5% del Pil), ultimi per la quota di spesa pubblica destinata alla scuola (il 9%).
Significa, scendendo nel dettaglio del caos di queste ore, 10 mila insegnanti in soprannumero (sono di ruolo, ma hanno
perso la titolarità del posto) e 600 mila studenti che al primo anno avranno meno ore di lezione. Il Coordinamento
associazioni disabili di Bologna segnala che, a fronte di una norma che chiede un portatore di handicap ogni venti
studenti, ci sono classi con due disabili su 25 alunni. E i tagli, poi, non sono solo centrali. Nel Lazio la Giunta Polverini ha
tolto 5 mila borse di studio e azzerato il fondo di 3 milioni di euro per i libri in comodato d´uso. Nella provincia
dell´Aquila si annunciano 1.033 iscrizioni in meno e 700 studenti costretti a emigrare.
Argomento:
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Pag.
42
Data:
14-09-2010
La Repubblica
i dubbi della madre di sarah "indagate pure sui familiari" - giovanni di meo
Pagina IX - Bari
I dubbi della madre di Sarah "Indagate pure sui familiari"
L´amico di chat conferma: voleva fuggire
Le accuse sull´indagine: strano non trovare nulla con gli strumenti di oggi
"Non escludo nessuno, anche chi sapeva che mia figlia doveva andare al mare"
GIOVANNI DI MEO
AVETRANA - Parole pesanti, che hanno diviso in due quella che sembrava destinata ad essere etichettata come un´altra
giornata senza Sarah. Le ha pronunciate ieri pomeriggio Concetta Serrano Spagnolo, ospite del salotto televisivo di Rai
Due. "Indagate su tutti, anche sui familiari. Su chi sapeva che quel giorno Sarah sarebbe andata al mare": è un appello,
l´ennesimo, che la madre di Sarah Scazzi rivolge agli investigatori che cercano di fare luce sul mistero della scomparsa
della quindicenne di Avetrana. La ragazzina è stata inghiottita dal nulla il pomeriggio del 26 agosto scorso, da allora non
si hanno più sue notizie.
La madre di Sarah, che ha parlato nel corso del programma Pomeriggio sul Due, si è rivolta a quegli stessi investigatori a
cui comunque non ha risparmiato critiche. "Non ci sono persone preparate per questo tipo di ricerche. Mi sembrano
spaesati, perché non riescono ad arrivare a nulla con gli strumenti di oggi. C´è qualcosa che non va". Un atto d´accusa che
la madre di Sarah ha fatto precedere da altre parole, con le quali ha ribadito la convinzione che dietro la sparizione della
figlia non ci sia una fuga, ma un rapimento. Poi, il passaggio che rompe quello che pareva un fronte unito, quello della
famiglia. "Io posso escludere tutti, ed accusare tutti. Investigassero sui familiari che sapevano che Sarah, quel giorno,
doveva andare a mare". "Chiedo agli investigatori" ha quindi concluso Concetta Serrano Spagnolo "di intensificare gli
sforzi che stanno facendo, di andare avanti e di non fermarsi.
Al commissario Michele Penta - commissario straordinario del governo per le persone scomparse - chiedo di collaborare a
queste ricerche, con persone che possano dare una mano". E´ stata avanzata la richiesta al ministro della Difesa, Ignazio
La Russa, di utilizzare eventuali rilevazioni dei satelliti militari per provare a rintracciare la ragazzina. Anche sul fronte
investigativo, comunque, quella di ieri è stata una giornata intensa, come è del resto da quel maledetto 26 agosto. Dopo la
donna di Poggiardo che aveva detto di aver visto Sarah nel Salento - un falso allarme: si trattava di una sosia - è stato
nuovamente ascoltato dai carabinieri il pasticciere di Mottola che aveva videochattato con la quindicenne di Avetrana. A
lui la ragazzina aveva manifestato l´intenzione di fuggire dal piccolo paese della provincia ionica, magari cambiando
identità. Sul campo, imponente lo spiegamento di forze. La zona tra Avetrana, Manduria ed Oria è stata passata ancora
una volta al setaccio.
Ad essere impegnati nelle ricerche, carabinieri della compagnia di Manduria e della stazione di Avetrana, i militari del
battaglione mobile Puglia di Bari e quelli a cavallo del Quarto Reggimento arrivati da Roma, insieme a volontari della
Protezione civile, uomini del corpo forestale dello Stato a cavallo, unità cinofile e sommozzatori, sino agli agenti della
polizia Provinciale. Scandagliata sin nei minimi anfratti l´area nei dintorni di Avetrana. Terreni incolti, casolari
abbandonati, cave, pozzi, cisterne: il territorio viene battuto palmo a palmo ma sinora i vari controlli effettuati hanno dato
esito negativo. Parallelamente, vanno avanti le indagini scientifiche sui profili Facebook e sulle sim card utilizzate da
Sarah Scazzi.
La chiave del giallo potrebbe essere qui.
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43
Data:
Il Sole 24 Ore
14-09-2010
Le Frecce tricolori vetrina hi-tech per il made in Italy
Difesa. I festeggiamenti dei 50 anni
Barbara Ganz
Applausi per la pattuglia della Croazia, alla sua prima esibizione in Italia, e per quella francese, comandata da una donna
pilota 31enne (buon auspicio per le 700 rappresentanti dell'Aeronautica militare italiana). Grande attesa per i Red Arrows
inglesi in programma per oggi a Rivolto, Udine, dove ieri è iniziata la due giorni di celebrazioni per i 50 anni della
Pattuglia acrobatica nazionale. Doveva essere il primo week end tranquillo sulla rete di Autovie venete, dopo gli esodi
estivi, ma le lunghe code - peraltro previste - fin dalla mattinata all'uscita di Latisana hanno dato la misura della
partecipazione all'evento, che partiva con 500mila presenze stimate ( 150mila quelle registrate ieri secondo i dati
dell'Aeronautica militare).
Due i maxiposteggi allestiti per auto e camper, 23 i treni straordinari organizzati da Trenitalia con la regione
Friuli-Venezia Giulia. Definite dal presidente della Repubblica Giorgio Napoletano «simboli di unità e indivisibilità del
Paese», le Frecce tricolori si sono esibite disegnando nell'aria le figure più conosciute, dal cuore al tonneaux, e anche un
numero dieci - per ricordare la decima giornata del volo -, un'evoluzione meno frequente, ma in voga fin dagli anni
Trenta.
Simbolo del made in Italy, con la celebrazione dell'anniversario la pattuglia acrobatica ha di fatto creato anche una vetrina
per le industrie nazionali mobilitate per l'occasione.Dagli impianti elettrici e idraulici alle tensostrutture, dai servizi di
pulizia su grandi superfici alle pareti fonoassorbenti, dai metaldetector alle forniture di materiale informatico, e ancora
cancelleria, arredi per i box, forniture enogastronomiche e gruppi elettrogeni: almeno una novantina di imprese ha ruotato
attorno allo spettacolo e alle manifestazioni collaterali.
Alfa Romeo, in qualità di sponsor, ha messo a disposizione una flotta di vetture per i trasferimenti delle autorità e degli
equipaggi; Finmeccanica (che con la società Alenia Aermacchi produce gli MB-339Pan protagonisti in volo), ha curato
una mostra dei velivoli storici delle forze armate italiane. Fastweb, partner tecnico delle celebrazioni, ha fornito gli
accessi internet a fibra ottica fino a 100 Mbps per piloti e staff.
In prima fila le aziende del Nord-Est: Calligaris Spa, maison friulana dell'arredo, ha provveduto ad allestire le aree di
accoglienza equipaggi, briefing, relax e sala stampa ( mille i giornalisti accreditati), mentre Minerva di Gorizia, società da
30 anni ai vertici nei servizi alberghieri e ospedalieri, è stata scelta come partner delle due giornate. Fra le
sponsorizzazioni anche quella firmata dalla Arrex Le cucine di Udine, che ha allestito uno chalet per l'accoglienza.
L'organizzazione ha coinvolto oltre 1.500 uomini e donne dell'Aeronautica militare, oltre mille agenti delle forze
dell'ordine, circa 360 operatori del 118 di Udine e della Croce rossa italiana, 1.100 uomini e donne della protezione civile.
Oggi sono attese fra il pubblico le personalità, a cominciare dal ministro della Difesa Ignazio La Russa. La manifestazione
può essere seguita anche sul portale dell'Aeronautica militare sul sito www. aeronautica. difesa. it/PAN50. È prevista una
diretta su Rai Uno dalle 9 e su Rai Sport dalle 10,20.
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PATTUGLIA SIMBOLO
Il Quirinale:«Rappresentano l'unità e l'indivisibilità del paese» Oltre 500mila persone al raduno in Friuli
Argomento:
NAZIONALE
Pag.
44
Data:
14-09-2010
La Stampa
Una donna la causa della rissa al tempio
ALTAREI CARABINIERI HANNO RICOSTRUITO LA DINAMICA DEL TENTATO OMICIDIO DURANTE I
FESTEGGIAMENTI INDUISTI
[FIRMA]MAURO CAMOIRANO
ALTARE
C'è una donna alla base dell'aggressione, domenica, alla fine dei festeggiamenti per il «Ganesha Chaturti», che ha
coinvolto sei immigrati originari dello Sri Lanka, tutti con regolare permesso di soggiorno e residenti a Genova, portando
all'arresto per tentato omicidio di Selvarasa Nirujan, 24 anni, e Antonamirthanathar Suthaeshan, 27 anni. E proprio
quest'ultimo sarebbe stato l'ideatore della spedizione punitiva ai danni del connazionale P.B., 30 anni, poi degenerata in
rissa con il coinvolgimento di altri tre amici del trentenne che avevano partecipato con lui alla celebrazione nel tempio
indù di «Svami Gitananda Asharam», in località Pellegrino, nel Comune di Altare al confine con il territorio di Carcare.
Fra gli aggrediti, anche M.S., di 22 anni, raggiunto da una coltellata alla schiena che gli ha perforato un polmone,
causandogli un'emorragia interna. Trasportato all'ospedale di Pietra Ligure, è stato operato e, pur rimanendo in prognosi
riservata, non dovrebbe essere in pericolo di vita. Ricoverati, invece, a Cairo gli altri tre feriti, uno dei quali con un brutto
taglio al viso.
Un'aggressione che avrebbe potuto porgere il fianco a diverse interpretazioni, vista anche la totale reticenza dei due
arrestati: dai motivi religiosi a quelli collegati all'etnia. Il tempestivo intervento di una pattuglia del nucleo radio mobile,
avvertita da una squadra della Protezione civile e dagli stessi responsabili del tempio, nonché il puntuale lavoro di ricerca
e riscontro degli elementi, per il quale lo stesso comandante della Compagnia carabinieri di Cairo, Carlo Caci, ha voluto
ringraziare i comandati delle stazioni di Altare e Carcare, Luigi Legrottaglie e Piero Schiavo, nonché l'interrogatorio dei
feriti, ha permesso, però, di ricostruire dinamica e motivazioni.
Ecco i fatti: PB, insieme ad altri tre amici, partecipa ai festeggiamenti al tempio di Altare. Ad attenderli, sulla strada
sterrata che collega il tempio a Vispa, ci sono, però, i due arrestati, armati di un coltello da cucina e di un piccolo machete
(ancora non rinvenuto). Obiettivo della spedizione punitiva è P.B., ex fidanzato della compagna di Anthonamirthanathar.
Anche la relazione con quest'ultimo è finita, e i due uomini si accusano a vicenda da mesi.
Dopo la rissa i due tentano la fuga a bordo della moto Kawasaki con la quale erano arrivati, ma vengono immediatamente
bloccati dalla pattuglia del nucleo radiomobile. Arrestati, sono stati condotti al carcere di Sant'Agostino, dove domani
verranno ascoltati dal gip Donatella Aschero. Per loro l'accusa di tentato omicidio.
Argomento:
NAZIONALE
Pag.
45
Data:
13-09-2010
TGCom
PRECIPITA AEREO
13/9/2010
Venezuela,cade aereo con 47 persone
La maggior parte di loro si è salvata
Un aereo con 47 persone a bordo si è schiantato in Venezuela: lo ha detto il governo di Caracas, precisando che si trattava
di un volo interno della compagnia statale Conviasa. L'Atr 42 era partito dal Porlamar ed era diretto a Ciudad Guyana.
Molte delle persone si sono salvate, al momento risultano 15 morti. L'Unità di crisi della Farnesina, in contatto con
l'ambasciata a Caracas, sta verificando l'eventuale presenza di italiani a bordo.
Il governatore dello stato di Bolivar, Francisco Rangel Gomez, ha detto che i sopravvissuti si trovano ora negli ospedali
della regione di Puerto Ordaz, dove si è verificato l'incidente. Alcuni sono in gravi condizioni.
A bordo c'erano 43 passeggeri e 4 membri di equipaggio. L'incidente è avvenuto mentre l'aereo era in fase di atterraggio a
una decina di chilometri dall'aeroporto.
José Zamora, responsabile della Protezione civile dell'area in cui è avvenuto l'incidente, ha riferito poi che l'aeromobile è
andato a schiantarsi non lontano da uno stabilimento siderurgico nella città di Puerto Ordaz. Sul posto stanno lavorando le
squadre dei pompieri per spegnere il fuoco dopo lo schianto del velivolo. L'aereo era decollato dall'aeroporto di Puerto
Ordaz con destinazione l'isola della Margarita.
Le foto dell'incidente
Ultimo aggiornamento ore 06:19
Argomento:
NAZIONALE
Pag.
46
Data:
13-09-2010
Vita non profit online
. Bruciate le barche usate dai migranti
Bruciate le barche usate dai migranti di Daniele Biella - pubblicato il 13 Settembre 2010 alle 18:00
Decine di piccole imbarcazioni giacevano dismesse su una spiaggia. Qualcuno ha dato loro fuoco, cancellando così i
simboli del futuro 'museo della memoria'
Un incendio doloso. È questa l'ipotesi più accreditata per spiegare il rogo con cui la notte di venerdì 10 settembre sono
andate distrutte su una spiaggia di Lampedusa le decine di di imbarcazioni abbandonate che erano state utilizzate negli
anni scorsi dai migranti africani per i loro viaggi della disperazione verso l'Europa (dalla ratifica dell'accordo tra Italia e
Libia di pattugliamento in mare, il numero di sbarchi sull'isola si è azzerato così come le presenze nel Cie, Centro
identificazione ed espulsione isolano).
Mentre la procura ha aperto un'inchiesta, sull'isola oggi pomeriggio si è tenuto un sit-in organizzato da Legambiente.
"Stiamo manifestando contro questo atto scellerato, che nuoce alla salute della gente (il fumo è rimasto nell'aria parecchie
ore ed è arrivato nelle abitazioni)", spiega Peppino Palmieri, capogruppo del Pd e membro dell'opposizione del Consiglio
comunale di Lampedusa, il cui sindaco è Bernardino De Rubeis, Mpa.
"Ma soprattutto questo incendio non ha risparmiato alcuna imbarcazione, rovinando il progetto del museo alla memoria
delle tragedie dei migranti in mare", aggiunge Palmieri. Proprio lo scorso 3 settembre 2010, infatti, era stato siglato un
accordo con l'omologo museo dell'immigrazione italiana di Ellis Island (New York), per realizzare un'esperienza simile a
Lampedusa. L'iniziativa, nata da un'idea delle sezioni locali di Arci e Legambiente aveva ottenuto l'avallo sia del comune
isolano che della Regione Sicilia. Ora, grazie al gesto (folle o premeditato che sia) di qualcuno per ora rimasto ignoto e
impunito, tale museo ha perso i suoi simboli principali, i 'barconi della morte'.
Argomento:
NAZIONALE
Pag.
47
Data:
14-09-2010
marketpress.info
S.VIGILIO DI MAREBBE, NUOVI ARGINI PER LA SICUREZZA
Martedì 14 Settembre 2010
Bolzano, 14 settembre 2010 - Cinque nuovi argini contribuiranno a mettere in sicurezza l´abitato di S.vigilio di Marebbe e
la zona produttiva, minacciati da frane ed esondazioni dei corsi d´acqua Fossadura e Ciamaur. Il primo dei nuovi argini è
già stato completato, per il secondo sono in corso i lavori preparatori, mentre gli ultimi tre verranno edificati nei prossimi
anni. "Alla base degli interventi - spiega il direttore della Ripartizione provinciale opere idrauliche Rudolf Pollinger - c´è
il piano delle zone a rischio e i numerosi rilievi effettuati in questi anni dai tecnici dell´Ufficio sistemazione bacini
montani est. Dagli studi emerge infatti che una parte del territorio comunale è a rischio frane provocate dai torrenti
Fossadura e Ciamaur: nella cosiddetta zona rossa di maggior pericolo si trovano l´area produttiva e il campo sportivo in
località Ciamaur". La pericolosità dei due corsi d´acqua è testimoniata dalla numerose frane e dagli smottamenti avvenuti
negli ultimi decenni, il più noto del quale risale al 1995: in quell´occasione, infatti, una frana bloccò il corso del Rio
S.vigilio provocando ingenti danni. Il piano di interventi elaborato dalla Ripartizione opere idrauliche prevede la
realizzazione di cinque nuovi argini in grado di trattenere il materiale franoso evitando che scenda a valle provocando
gravi danni. "Il primo argine- spiega il direttore dell´Ufficio sistemazione bacini montani est, Sandro Gius - è stato
costruito lo scorso anno, e mette in sicurezza la zona produttiva Ciamaur. In questi giorni sono invece in corso le opere di
disboscamento per la realizzazione del secondo argine che proteggerà la parte orientale dell´area e i cui costi di
edificazione si aggireranno attorno ai 130mila euro". Gli altri tre argini, per i quali è previsto un investimento di 300mila
euro, metteranno in sicurezza l´abitato di S.vigilio di Marebbe: i cantieri dovrebbero aprire i battenti il prossimo anno, e i
lavori potrebbero essere completati già nell´autunno del 2011.
Argomento:
NAZIONALE
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