i numeri dell`auxologico - Istituto Auxologico Italiano

Transcript

i numeri dell`auxologico - Istituto Auxologico Italiano
auXologico
NEWS
PERIODICO DI INFORMAZIONE SANITARIA A CURA DELL’ISTITUTO AUXOLOGICO ITALIANO - ANNO 1 - N3
www.auxologico.it
Abbiamo formulato al dott. Mario Colombo, Direttore Generale dell’Istituto
Auxologico Italiano, alcune domande per aiutarci a comprendere verso quali
modelli sta evolvendo l’organizzazione della sanità.
Viviamo tempi di grandi e repentini cambiamenti in tutti i
settori: anche la sanità risente di questi cambiamenti?
Certo, è inevitabile che la sanità, intesa come il complesso
delle risorse disponibili per la cura della salute dell’uomo, sia
influenzata dai cambiamenti di contesto socio economico, culturale, epidemiologico e anche dallo sviluppo di nuove tecnologie. Senza andare troppo indietro nel tempo, è evidente il
passaggio da un sistema di cure dove un ruolo prioritario era
assunto dal medico di famiglia e dall’ospedale, ad un modello
di organizzazione molto più complesso, che fa della multisciplinarità e dell’integrazione dei diversi attori sanitari, ospedalieri e territoriali, e dei differenti soggetti istituzionali, il proprio
elemento caratteristico. La crisi dell’economia porta con sé
ricadute sulla quantità di risorse a disposizione del sistema di
cure; l’invecchiamento della popolazione ci fa confrontare con
problemi emergenti come quello dell’assistenza agli anziani e
delle risorse per sostenerla; all’aumento del tasso di scolarizzazione della popolazione si associa una presa di coscienza
I NUMERI DELL’AUXOLOGICO
50
anni
di ricerca e cura
24
850
10
sedi
in Lombardia e Piemonte
laboratori di ricerca
mila pazienti ogni anno
3,5
milioni di prestazioni
sanitarie ogni anno
2.000
collaboratori
200
pubblicazioni
scientifiche ogni anno
maggiore dei problemi legati alla salute, intesa non solo come
assenza di malattia, ma come qualità di vita in senso lato.
E’ corretto affermare che l’Ospedale non è più il luogo
centrale dell’organizzazione delle cure?
A mio avviso sarebbe più corretto affermare che l’Ospedale
non è più l’unico luogo cui rivolgersi per tutte le nostre domande di salute che non trovano soddisfazione nel contatto con i
medici di famiglia, vero caposaldo, irrinunciabile, del nostro
sistema sanitario. La perdita di “centralità” dell’Ospedale è da
valutarsi positivamente, soprattutto nelle Regioni, come
Lombardia e Piemonte, dove alla rete ospedaliera si è affiancata una efficiente rete territoriale e poliambulatoriale, non
solo fatta dal medico di famiglia, ma dalle diverse articolazioni della struttura sanitaria pubblica in ambito sanitario e sociale, dagli enti sanitari privati che garantiscono una capillare presenza sul territorio con vari servizi diagnostici, dall’integrazione con i Comuni, dalla presenza del volontariato e degli interventi domiciliari. Questa rete organizzativa dovrebbe connotare e qualificare l’Ospedale per interventi di maggiore specializzazione, complessità ed urgenza (Pronto Soccorso), non erogabili agli altri e diversi livelli.
In questo contesto è cambiato anche il ruolo del medico?
Dal mio punto di vista, di amministratore di un ente sanitario,
osservo un percorso, non ancora concluso, volto ad arricchire
il bagaglio delle tradizionali competenze cliniche del medico
con una serie di conoscenze e strumenti che fino a pochi anni
fa erano prerogative di altre discipline. Penso che il medico
debba essere prima di tutto in grado di affrontare con competenza e coscienza i problemi di salute del paziente e su questa base professionale e culturale, indispensabile, debba
anche maturare competenze gestionali e relazionali adeguate
al ruolo ricoperto nell’organizzazione. Del resto anche il percorso formativo del medico sta cambiando, sia a livello di
Facoltà di Medicina, sia a livello di formazione post laurea dove
sono sempre maggiori le occasioni per il medico di confrontarsi non solo con approfondimenti clinici, ma anche con temi
di spiccata natura gestionale.
Quindi al medico si chiede di essere anche un po’ manager?
Al medico, come a ciascuno di noi, viene richiesto di essere
manager di se stessi. Come in qualsiasi settore lavorativo ci
viene richiesto di essere all’altezza del nostro ruolo. Per il
medico, che si occupa del bene primario della vita, viene
richiesto di interpretare al meglio delle proprie possibilità una
vocazione lavorativa, dove le competenze professionali devono
essere consolidate con lo studio e l’esperienza, ma nello stesso tempo continuamente aggiornate in funzione della scoperte della medicina e dell’innovazione tecnologica. Ad esempio,
proprio l’innovazione tecnologica che contraddistingue in
modo significativo l’evoluzione degli strumenti diagnostici,
porrà sempre di più il medico di fronte alla necessità di aggiornamento e di conoscenza, ma anche di fronte alla necessità di
graduare le sue scelte in funzione di una pluralità di opzioni,
cui sono legate anche risvolti gestionali ed economici differenti per il servizio sanitario. In un sistema di risorse non infinite e
di continua crescita dei costi della sanità, l’utilizzo consapevole delle risorse non è solo un problema clinico e gestionale,
ma anche etico.
L’attività di ricerca cosa può fare per migliorare il sistema?
Un grande medico e ricercatore italiano, il prof. Veronesi, ha
coniato una frase che è emblematica: dove si fa ricerca si cura
meglio. Sicuramente la ricerca medica è il motore del progresso delle cure mediche. Non bisogna però dimenticare che la
ricerca, per dimostrare poi i suoi effetti benefici, non deve
essere limitata ai settori tradizionali quali la scoperta dei meccanismi di funzionamento del nostro organismo, l’individuazione di nuove molecole per produrre farmaci, l’innovazione negli
strumenti diagnostici (TAC-PET; Risonanze Magnetiche, ecc)
ed in quelli terapeutici (Tomoterapia, Ciberknife). Per tradursi
in benefici maggiori per la collettività la ricerca deve estendersi anche a settori relativamente più nuovi, quali quelli della
organizzazione e gestione dei servizi sanitari, dell’economia
sanitaria e della biostatistica.
Il nuovo sito.
È on line il nuovo sito dell’Istituto
Auxologico. Insieme alle informazioni
relative alle sedi dove viene svolta
l’attività clinica, sono presenti
informazioni sull’attività di ricerca
condotta. Medici e personale sanitario
possono inoltre trovare il calendario
delle iniziative formative dell’Istituto.
www.auxologico.it
ATTIVITÀ CLINICA
LA MEDICINA DEL SONNO:
dormire meglio per vivere meglio
A cura
del prof. Gianfranco Parati,
Dipartimento di Cardiologia,
Istituto Auxologico Italiano,
Dipartimento di Medicina
Clinica e Prevenzione,
Università degli Studi
Milano-Bicocca.
e della
dott.ssa Carolina Lombardi,
Laboratorio di Medicina
del Sonno, Istituto Auxologico
Italiano, Dipartimento
di Medicina Clinica e
Prevenzione, Università degli
Studi Milano-Bicocca.
un fenomeno che ci riguarda tutti e occupa buona parte
della nostra vita: il sonno. Dormire male, come ognuno
sa, pregiudica anche la vita da svegli, a volte con possibilità di distrazioni ed incidenti, oppure, a lungo andare, determinando alterazioni e malattie nel nostro corpo. La medicina del
sonno e i Centri per lo studio del sonno, come quelli attivati
dall’Istituto Auxologico a Milano e a Meda presso il proprio
Centro Diagnostico, analizzano e curano le alterazioni del sonno
e del ritmo sonno-veglia.
La Medicina del sonno è una disciplina che negli ultimi anni ha
subito un netto incremento di interesse sia da parte di varie
categorie specialistiche mediche sia da parte di diversi operatori nell’ambito della prevenzione nel settore sanitario.
Il neurologo clinico, il neurofisiologo, il cardiologo, lo pneumologo, così come l’otorinolaringoiatra, l’endocrinologo e l’internista
quotidianamente possono trovarsi a dover affrontare situazioni in
cui è necessaria una conoscenza dei disturbi sonno correlati,
delle potenzialità diagnostiche strumentali e dei diversi provvedimenti terapeutici farmacologici o non-farmacologici.
La sindrome delle Apnee ostruttive nel sonno (OSAS), per esempio, tipicamente legata al sovrappeso, è un fattore di rischio riconosciuto per le malattie cardiovascolari, prima fra tutte l’ipertensione arteriosa. D’altra parte una buona percentuale di pazienti
con cardiopatia presenta disturbi del respiro in corso di sonno
che possono richiedere supporti di ventilazione notturni.
L’OSAS è inoltre la principale causa di eccessiva sonnolenza
diurna che rappresenta un enorme problema sanitario e sociale,
costituendo uno dei principali determinanti di incidenti alla guida
e sul posto di lavoro.
Da non dimenticare poi tutta la sintomatologia sonno-correlata
che accompagna la patologia neurologica nell’ambito di distur-
È
CAPIRE GLI STRUMENTI DIAGNOSTICI
Mammografia
bi del movimento, disturbi neurodegenerativi e dell’epilessia.
Ma cosa fanno esattamente i Centri di medicina del sonno?
Valutano la storia del paziente “nel sonno”, permettono l’esecuzione di esami specifici per studiare con precisione eventuali alterazioni del sonno, della respirazione e del movimento durante il
sonno, offrendo le soluzioni terapeutiche adeguate. Interessante
la peculiarità del centro di medicina del sonno dell’Ospedale San
Luca a Milano, uno dei pochi in Italia (forse il primo) realizzato in
un contesto internistico-cardiologico in stretto contatto con i
neurologi. Per affrontare i molteplici problemi (neurologici, pneumologici, otorinolaringoiatrici, internistici, cardiologici, endocrinologici, ecc.) che possono minacciare la nostra salute durante il
sonno occorre un approccio multidisciplinare. Riguardo alle persone che possano presentare disturbi del sonno, limitandoci ai
problemi respiratori, quali le apnee ostruttive, parliamo del 2-4%
della popolazione generale, ma se solo consideriamo chi ha già
qualche altro problema (come l’ipertensione arteriosa ) la frequenza balza al 50% dei casi.
Il Centro di Medicina del sonno di Milano (di cui quello di Meda è
una estensione) propone un’impostazione multidisciplinare,
unica in Italia, con stretta integrazione di competenze cardiologiche e neurologiche. Un recente convegno destinato al pubblico,
svoltosi a Meda sul tema “Sonno e salute” ha discusso, grazie ai
maggiori specialisti del settore operanti presso l’Istituto
Auxologico, dei recenti progressi nella diagnosi, prevenzione e
terapia dei problemi respiratori, neurologici e cardiovascolari nel
sonno. Il pubblico numeroso e attento, ha seguito compatto sino
al termine dei lavori, rivolgendo ai relatori numerose e circostanziate domande. Ulteriore dimostrazione che, in un’epoca veloce
come la nostra (definita appunto “senza sonno”), il problema è
noto ed avvertito, non solo dagli addetti ai lavori.
L’ormone per
i bambini e gli anziani.
A cura del prof. Paolo Marzullo, Unità
Operativa di Medicina Generale e Laboratorio
di Ricerche Diabetologiche, Istituto Auxologico
Italiano. Dipartimento di Medicina Clinica e
Sperimentale, Università degli Studi del
Piemonte Orientale “A. Avogadro”, Novara.
A cura del dott. Sergio Delpiano, Responsabile del servizio di
Diagnostica per Immagini, Istituto Auxologico Italiano.
a mammografia è un esame di diagnostica per immagini eseguito con un’apparecchiatura a raggi x (il mammografo) che permette di rilevare precocemente le
lesioni mammarie. Lo studio accurato delle mammelle permette in genere di individuare i segni radiologici di tumore, quali presenza di opacità con margini irregolari, aree
di distorsione parenchimale, lesioni stellate, asimmetrie e microcalcificazioni. L’esame è
in grado di rilevare anche anomalie di piccole dimensioni e per questo motivo la sua efficacia diagnostica è superiore alla palpazione clinica, che riesce ad individuare solamente lesioni di dimensione superiore al centimetro.
Per la cura del tumore al seno, una diagnosi precoce è fondamentale, quindi la mammografia deve
avere prima di tutto carattere preventivo. Per questo
motivo l’Istituto Auxologico accoglie un centro di
Screening mammografico dell’ASL Città di Milano,
progetto che coinvolge donne nella fascia di età
compresa tra i 49 e i 69 anni. La mammografia diagnostica è indicata per le donne dopo i quarant’anni, consigliata con scadenza biennale; prima dei quarant’anni invece è più indicata la visita senologica e
l’ecografia mammaria.
L’Istituto Auxologico Italiano utilizza mammografi
digitali di ultima generazione.
L
n un recente convegno tenutosi a Verbania si è parlato
dell’IGF-1 (fattore di crescita insulino-simile): un ormone
indispensabile per la crescita che però potrebbe essere un
efficace protettore da alcune malattie legate all’invecchiamento
e non solo.
L’ormone IGF-1 viene prodotto principalmente dal fegato e
in età pediatrica serve principalmente per la crescita staturale.
Quando l’organismo non riesce a produrlo e il bambino non raggiunge l’altezza attesa, come avviene nella sindrome di Laron o
deficit primario di igf1, è possibile somministrarlo sottocute per
cercare di guadagnare i centimetri perduti.
Si è inoltre recentemente scoperto che quest’ormone ha un
ruolo molto importante sul cuore, sul sistema nervoso centrale e
sul metabolismo. In ambito cardiologico, ha una funzione morfologica (preserva la plasticità del cuore) e influisce sul buon funzionamento del cuore stesso. In ambito neurologico funziona da
neuroprotettore nelle malattie neurodegenerative, quali la
Sclerosi Laterale Amiotrofica, il Morbo diParkinson, la Malattia di
Alzhaimer; l’ormone può rappresentare inoltre un efficace agente
terapeutico nelle malattie metaboliche quali il diabete e partecipa ai meccanismi di corretto invecchiamento
Queste scoperte lasciano intravedere importanti prospettive
terapeutiche. L’ormone sarà oggetto di studi che potrebbero
infatti portare a notevoli passi avanti anche nella terapia di
malattie dell’età adulta e senile.
I
ATTIVITÀ DI RICERCA
Neuroni e DNA:
la ricerca delle neuroscienze
L’
attività scientifica relativa alle Neuroscienze si articola in due
momenti essenziali, quello clinico svolto presso l’Unità
Operativa di Neurologia dell’ IRCCS Istituto Auxologico Italiano
in Milano e quello di ricerca di base svolto presso il Laboratorio di
Neuroscienze: le due attività si integrano per migliorare il percorso diagnostico e terapeutico del paziente che afferisce alla nostra Istituzione.
Il Laboratorio di Neuroscienze è attivo in Istituto dal 2004 ed è anche
Sede Distaccata del Centro “Dino Ferrari” dell’ Università degli Studi di
Milano; collabora con il CEND (Centro di Eccellenza per le Malattie
Neurodegenerative della predetta Università) e con diversi Centri di
Ricerca Universitari italiani ed esteri.
Vengono perseguiti principalmente due filoni di ricerca: uno legato alle
Malattie Neurodegenerative e, il secondo, a quelle Cerebrovascolari.
Le Malattie Neurodegenerative sono intensamente studiate dal punto di
vista genetico per garantire una diagnostica più accurata grazie a database dedicati. Lo studio dei meccanismi patogenetici, ossia del modo
in cui insorgono le Malattie e le loro cause, è focalizzato sulle Malattie
del Motoneurone e sulla Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA) in particolare, sulla Malattia di Huntington, di Parkinson e sulle Demenze FrontoTemporali. Tali patologie vengono affrontate con studi che prevedono
l’utilizzo anche di modelli cellulari in vitro ed animali transgenici che
ricapitolano la malattia esprimendo il gene umano malato.
Particolare attenzione è volta quindi agli studi di genetica che hanno
permesso di identificare sottotipi di pazienti con mutazioni di malattie
oggi note: la diagnostica della Malattia di Huntington, per esempio, ha
permesso di fornire un’accurata descrizione degli stadi di malattia in
rapporto all’espansione anomala del gene. Questi studi sono possibili
grazie anche all’attrezzatura di avanguardia presente nei laboratori
dell’IRCCS Istituto Auxologico Istituto in Cusano Milanino. Per ulterior-
LE OBESITÀ GENETICHE
A cura del prof. Antonio Liuzzi,
Unità di Medicina Generale e
Laboratorio di Ricerche Diabetologiche,
Istituto Auxologico Italiano
I
n un recente convegno tenutosi a
Verbania, si è parlato di obesità
genetica. La genetica è stata ritenuta fino a qualche anno fa una componente non rilevante
nel comprendere le cause dell’obesità. I più recenti studi di
biologia molecolare hanno permesso invece di individuare
alcune mutazioni, responsabili di per sé dell’obesità, mutazioni che paiono possedere una rilevanza quantitativa e che
debbono essere tenute in considerazione quando si valuti
un paziente con caratteristiche genetiche particolari.
La ricerca in corso confronta le caratteristiche genetiche di
persone normopeso e obese per capirne le differenze e individuare le mutazioni geniche rilevanti per l’obesità.
Cosa si intende per mutazioni rilevanti per l’obesità?
Ogni persona ha un assetto genetico diverso dall’altra, però
attraverso un confronto simultaneo delle varianti (utilizzando la metodica di “Genome Wide Association”) si può capire quali varianti sono più frequenti nei soggetti affetti da
obesità e arrivare a individuare quelle che ne sono responsabili.
Ovviamente, il ruolo della genetica viene sempre considerato nella sua interazione con l’ambiente nel determinare il
quadro clinico.
mente identificare geni responsabili di malattia nelle forme sporadiche
viene infatti utilizzata una nuova attrezzatura robotizata chiamata
“Illumina”: il DNA viene in questo caso studiato per variazioni geniche
in associazione alla patologia (studi di GWA). A questo proposito è stata
avviata una vasta ricerca in Italia con oltre 2.000 campioni di DNA per
identificare nuovi geni responsabili della SLA sporadica: questo rappresenta uno dei più poderosi studi intrapresi in Europa e non solo.
I modelli cellulari sono ampiamente utilizzati per la comprensione dei
meccanismi patogenetici e per verificare l’efficacia di molecole ad azione neurotrofica (a migliorare la capacità di sopravvivenza dei neuroni,
stimolandone la crescita o la riparazione) o neurotossica (a danneggiare le cellule neuronali).
Di particolare rilievo è lo studio delle cellule staminali per la rigenerazione del Sistema Nervoso Centrale: diverse fonti alternative come il
midollo osseo dello stesso paziente, il cordone ombelicale da donatore
o le cellule del liquido amniotico sono state accuratamente isolate e
studiate per la loro potenzialità a esprimere cellule neuronali umane da
cellule staminali endogene. Le stesse cellule sono state trapiantate in
diversi modelli animali di malattie neurodegenerative con un successo
terapeutico che fa bene sperare per l’applicazione clinica nell’uomo.
Accanto al vasto programma di ricerca volto alla conoscenza delle
malattie neurodegenerative, anche le malattie cerebrovascolari sono
accuratamente studiate sia dal punto di vista clinico che sperimentale
con l’analisi di modelli animali che spontaneamente sviluppano ipertensione ed ictus ischemico. Le evidenze maturate in laboratorio di un’attivazione precoce delle cellule staminali endogene potranno essere
adeguatamente trasferite al paziente con disegno di trial terapeutici
sperimentali ed innovativi anche nell’ ambito di vasti programmi collaborativi internazionali.
A cura del
prof. Vincenzo Silani,
Unità Operativa di Neurologia
e Laboratorio di Neuroscienze,
Istituto Auxologico Italiano e
Dipartimento di Scienze
Neurologiche, Centro “Dino
Ferrari”, Università degli Studi
di Milano.
Il Laboratorio Sperimentale
di Biologia Molecolare
A cura della Dott.ssa Anna Maria Di Blasio,
Laboratorio di Ricerche di Biologia Molecolare, Istituto Auxologico Italiano
L
’attività di ricerca del Laboratorio di Biologia Molecolare è basata sull’utilizzo delle più moderne e sofisticate
tecniche per comprendere i fattori genetici che influenzano il regolare funzionamento dell’organismo e soprattutto quelli che determinano patologie di organi o sistemi vitali. Attualmente, i principali programmi di ricerca del Laboratorio sono volti a studiare la componente genetica di malattie quali l’ipertensione e l’obesità: malattie
complesse che già di per sè vengono affrontate da specialisti differenti e che ora sono studiate anche da un punto
di vista genetico. Una caratteristica importante di questa attività di ricerca è quella di partire dallo studio dei pazienti che vengono inviati dalle unità cliniche dell’Istituto o da strutture sanitarie esterne. In perfetta linea con il concetto di Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (nel quale la ricerca e la cura del paziente non sono mai
disgiunte), la ricerca è preceduta da un’attenta visita del paziente dal parte dei medici specialisti per valutare lo stato
di salute, le patologie presenti, lo stile di vita, l’ambiente in cui il paziente vive e le possibili cure. Successivamente
vengono svolte le indagini genetiche, nella speranza che le informazioni ottenute possano concorrere all’individuazione della terapia più corretta o della modificazione dello stile di vita più opportuna. Lo studio in alcuni casi può
avere anche un valore in termini di prevenzione, come per lo studio dei fattori
genetici dell’obesità: si valutano le correlazioni genotipo-fenotipo nella popolazione di pazienti obesi che giungono alla osservazione clinica al fine di individuare
dei marker genetici che consentano l’identificazione precoce dei soggetti ad alto
rischio per lo sviluppo di obesità severa e, di conseguenza, la messa a punto di
adeguati protocolli di prevenzione e di terapia. Lo stesso approccio metodologico
è utilizzato per valutare le modificazioni geniche che predispongono allo sviluppo
di ipertensione arteriosa. Attualmente il laboratorio partecipa ad un Network of
Excellence finanziato dalla Comunità Europea che riunisce 32 centri europei e che
si propone applicare questo tipo di studi su un numero elevato di pazienti ipertesi provenienti da tutta Europa.
Ampliamento
dell’Istituto
Scientifico
Ospedale San Luca
I lavori di ampliamento dell’Istituto Scientifico Ospedale
San Luca sono quasi in dirittura d’arrivo. I primi scavi per
le fondamenta sono iniziati nel 2007 e ora la nuova struttura ospedaliera è quasi ultimata: con il completamento delle
rifiniture esterne inizia a emergere anche l’identità architettonica definitiva dell’ospedale. È ben visibile nella facciata
esposta su Piazzale Brescia l’impiego di materiali naturali:
pietre e metalli non verniciati che conferiscono alla costruzione un aspetto tecnologico. I materiali utilizzati soddisfano
anche requisiti di risparmio energetico e isolamento termico
della struttura: il nuovo ospedale sarà infatti tra i primi edifici in Italia a rispondere alle nuovissime normative sul rendimento termico dell’edilizia.
La fine dei lavori è prevista per la primavera del 2010.
I
LA RICERCA AIUTA
A CURARTI MEGLIO
ISTITUTO SCIENTIFICO OSPEDALE SAN GIUSEPPE
Via Cadorna, 90 - Piancavallo (Oggebbio-VCO)
Linea ASL e Privati 0323 514600
ISTITUTO SCIENTIFICO OSPEDALE SAN GIUSEPPE
VILLA CARAMORA
Corso Mameli, 199 - Verbania (VCO)
Linea ASL e Privati 0323 514600
ISTITUTO SCIENTIFICO OSPEDALE SAN MICHELE
Via Ariosto, 13 - Milano
Linea ASL 02 619112501
Linea Privati 02 619112500
ISTITUTO SCIENTIFICO OSPEDALE SAN LUCA
Via Spagnoletto, 3 - Milano
Linea ASL 02 619112501
Linea Privati 02 619112500
CENTRO DI RICERCHE E TECNOLOGIE BIOMEDICHE
Via Zucchi, 18 - Cusano Milanino (MI)
Linea ASL 02 619112501
Linea Privati 02 619112500
ISTITUTO SCIENTIFICO OSPEDALE SAN LUCA
Polo di Neuroriabilitazione
Via Mercalli, 32 - Milano
Linea ASL 02 619112501
Linea Privati 02 619112500
CENTRO DI RICERCA E CURA DELL'INVECCHIAMENTO
Via Mosè Bianchi, 90 - Milano
Linea ASL 02 619112501
Linea Privati 02 619112500
CENTRO DIAGNOSTICO - MEDA
Corso della Resistenza, 23 - Meda (MI)
Linea ASL 03627724001
Linea Privati 0362 7724000
CENTRO DIAGNOSTICO PIOLTELLO
via Masaccio, 4B - Pioltello (MI)
Linea ASL 02 619112501
Linea Privati 02 619112500
CASA DI CURA SAN CARLO
Via Pier Lombardo, 22 - Milano
Linea ASL e Privati 02 550001
Dai un contributo all’attività di ricerca
dell’ISTITUTO AUXOLOGICO ITALIANO:
BANCA INTESASANPAOLO, Filiale 2103
Corso Vercelli, 25 - Milano
IBAN: IT 35 I 03069 09448 000002661142
c/c:26611-42
CAUSALE: DONAZIONE
Per donazioni e informazioni
Istituto Auxologico Italiano
02-61911.2985
[email protected]
LE SEDI DI RICERCA E CURA
LAVORI IN CORSO
PRENOTAZIONI ON LINE: [email protected]
AUXOLOGICO NEWS - NOTIZIARIO DI INFORMAZIONE SANITARIA
Istituto Auxologico Italiano. Via Ariosto, 13 – 20145 Milano. Direttore Responsabile: Giovanni Ancarani. Registrazione Tribunale di Milano n° 716 del 4 dicembre 2008.
Contatti: [email protected]