i numeri dell`auxologico - Istituto Auxologico Italiano
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auXologico NEWS PERIODICO DI INFORMAZIONE SANITARIA A CURA DELL’ISTITUTO AUXOLOGICO ITALIANO - ANNO 1 - N3 www.auxologico.it Abbiamo formulato al dott. Mario Colombo, Direttore Generale dell’Istituto Auxologico Italiano, alcune domande per aiutarci a comprendere verso quali modelli sta evolvendo l’organizzazione della sanità. Viviamo tempi di grandi e repentini cambiamenti in tutti i settori: anche la sanità risente di questi cambiamenti? Certo, è inevitabile che la sanità, intesa come il complesso delle risorse disponibili per la cura della salute dell’uomo, sia influenzata dai cambiamenti di contesto socio economico, culturale, epidemiologico e anche dallo sviluppo di nuove tecnologie. Senza andare troppo indietro nel tempo, è evidente il passaggio da un sistema di cure dove un ruolo prioritario era assunto dal medico di famiglia e dall’ospedale, ad un modello di organizzazione molto più complesso, che fa della multisciplinarità e dell’integrazione dei diversi attori sanitari, ospedalieri e territoriali, e dei differenti soggetti istituzionali, il proprio elemento caratteristico. La crisi dell’economia porta con sé ricadute sulla quantità di risorse a disposizione del sistema di cure; l’invecchiamento della popolazione ci fa confrontare con problemi emergenti come quello dell’assistenza agli anziani e delle risorse per sostenerla; all’aumento del tasso di scolarizzazione della popolazione si associa una presa di coscienza I NUMERI DELL’AUXOLOGICO 50 anni di ricerca e cura 24 850 10 sedi in Lombardia e Piemonte laboratori di ricerca mila pazienti ogni anno 3,5 milioni di prestazioni sanitarie ogni anno 2.000 collaboratori 200 pubblicazioni scientifiche ogni anno maggiore dei problemi legati alla salute, intesa non solo come assenza di malattia, ma come qualità di vita in senso lato. E’ corretto affermare che l’Ospedale non è più il luogo centrale dell’organizzazione delle cure? A mio avviso sarebbe più corretto affermare che l’Ospedale non è più l’unico luogo cui rivolgersi per tutte le nostre domande di salute che non trovano soddisfazione nel contatto con i medici di famiglia, vero caposaldo, irrinunciabile, del nostro sistema sanitario. La perdita di “centralità” dell’Ospedale è da valutarsi positivamente, soprattutto nelle Regioni, come Lombardia e Piemonte, dove alla rete ospedaliera si è affiancata una efficiente rete territoriale e poliambulatoriale, non solo fatta dal medico di famiglia, ma dalle diverse articolazioni della struttura sanitaria pubblica in ambito sanitario e sociale, dagli enti sanitari privati che garantiscono una capillare presenza sul territorio con vari servizi diagnostici, dall’integrazione con i Comuni, dalla presenza del volontariato e degli interventi domiciliari. Questa rete organizzativa dovrebbe connotare e qualificare l’Ospedale per interventi di maggiore specializzazione, complessità ed urgenza (Pronto Soccorso), non erogabili agli altri e diversi livelli. In questo contesto è cambiato anche il ruolo del medico? Dal mio punto di vista, di amministratore di un ente sanitario, osservo un percorso, non ancora concluso, volto ad arricchire il bagaglio delle tradizionali competenze cliniche del medico con una serie di conoscenze e strumenti che fino a pochi anni fa erano prerogative di altre discipline. Penso che il medico debba essere prima di tutto in grado di affrontare con competenza e coscienza i problemi di salute del paziente e su questa base professionale e culturale, indispensabile, debba anche maturare competenze gestionali e relazionali adeguate al ruolo ricoperto nell’organizzazione. Del resto anche il percorso formativo del medico sta cambiando, sia a livello di Facoltà di Medicina, sia a livello di formazione post laurea dove sono sempre maggiori le occasioni per il medico di confrontarsi non solo con approfondimenti clinici, ma anche con temi di spiccata natura gestionale. Quindi al medico si chiede di essere anche un po’ manager? Al medico, come a ciascuno di noi, viene richiesto di essere manager di se stessi. Come in qualsiasi settore lavorativo ci viene richiesto di essere all’altezza del nostro ruolo. Per il medico, che si occupa del bene primario della vita, viene richiesto di interpretare al meglio delle proprie possibilità una vocazione lavorativa, dove le competenze professionali devono essere consolidate con lo studio e l’esperienza, ma nello stesso tempo continuamente aggiornate in funzione della scoperte della medicina e dell’innovazione tecnologica. Ad esempio, proprio l’innovazione tecnologica che contraddistingue in modo significativo l’evoluzione degli strumenti diagnostici, porrà sempre di più il medico di fronte alla necessità di aggiornamento e di conoscenza, ma anche di fronte alla necessità di graduare le sue scelte in funzione di una pluralità di opzioni, cui sono legate anche risvolti gestionali ed economici differenti per il servizio sanitario. In un sistema di risorse non infinite e di continua crescita dei costi della sanità, l’utilizzo consapevole delle risorse non è solo un problema clinico e gestionale, ma anche etico. L’attività di ricerca cosa può fare per migliorare il sistema? Un grande medico e ricercatore italiano, il prof. Veronesi, ha coniato una frase che è emblematica: dove si fa ricerca si cura meglio. Sicuramente la ricerca medica è il motore del progresso delle cure mediche. Non bisogna però dimenticare che la ricerca, per dimostrare poi i suoi effetti benefici, non deve essere limitata ai settori tradizionali quali la scoperta dei meccanismi di funzionamento del nostro organismo, l’individuazione di nuove molecole per produrre farmaci, l’innovazione negli strumenti diagnostici (TAC-PET; Risonanze Magnetiche, ecc) ed in quelli terapeutici (Tomoterapia, Ciberknife). Per tradursi in benefici maggiori per la collettività la ricerca deve estendersi anche a settori relativamente più nuovi, quali quelli della organizzazione e gestione dei servizi sanitari, dell’economia sanitaria e della biostatistica. Il nuovo sito. È on line il nuovo sito dell’Istituto Auxologico. Insieme alle informazioni relative alle sedi dove viene svolta l’attività clinica, sono presenti informazioni sull’attività di ricerca condotta. Medici e personale sanitario possono inoltre trovare il calendario delle iniziative formative dell’Istituto. www.auxologico.it ATTIVITÀ CLINICA LA MEDICINA DEL SONNO: dormire meglio per vivere meglio A cura del prof. Gianfranco Parati, Dipartimento di Cardiologia, Istituto Auxologico Italiano, Dipartimento di Medicina Clinica e Prevenzione, Università degli Studi Milano-Bicocca. e della dott.ssa Carolina Lombardi, Laboratorio di Medicina del Sonno, Istituto Auxologico Italiano, Dipartimento di Medicina Clinica e Prevenzione, Università degli Studi Milano-Bicocca. un fenomeno che ci riguarda tutti e occupa buona parte della nostra vita: il sonno. Dormire male, come ognuno sa, pregiudica anche la vita da svegli, a volte con possibilità di distrazioni ed incidenti, oppure, a lungo andare, determinando alterazioni e malattie nel nostro corpo. La medicina del sonno e i Centri per lo studio del sonno, come quelli attivati dall’Istituto Auxologico a Milano e a Meda presso il proprio Centro Diagnostico, analizzano e curano le alterazioni del sonno e del ritmo sonno-veglia. La Medicina del sonno è una disciplina che negli ultimi anni ha subito un netto incremento di interesse sia da parte di varie categorie specialistiche mediche sia da parte di diversi operatori nell’ambito della prevenzione nel settore sanitario. Il neurologo clinico, il neurofisiologo, il cardiologo, lo pneumologo, così come l’otorinolaringoiatra, l’endocrinologo e l’internista quotidianamente possono trovarsi a dover affrontare situazioni in cui è necessaria una conoscenza dei disturbi sonno correlati, delle potenzialità diagnostiche strumentali e dei diversi provvedimenti terapeutici farmacologici o non-farmacologici. La sindrome delle Apnee ostruttive nel sonno (OSAS), per esempio, tipicamente legata al sovrappeso, è un fattore di rischio riconosciuto per le malattie cardiovascolari, prima fra tutte l’ipertensione arteriosa. D’altra parte una buona percentuale di pazienti con cardiopatia presenta disturbi del respiro in corso di sonno che possono richiedere supporti di ventilazione notturni. L’OSAS è inoltre la principale causa di eccessiva sonnolenza diurna che rappresenta un enorme problema sanitario e sociale, costituendo uno dei principali determinanti di incidenti alla guida e sul posto di lavoro. Da non dimenticare poi tutta la sintomatologia sonno-correlata che accompagna la patologia neurologica nell’ambito di distur- È CAPIRE GLI STRUMENTI DIAGNOSTICI Mammografia bi del movimento, disturbi neurodegenerativi e dell’epilessia. Ma cosa fanno esattamente i Centri di medicina del sonno? Valutano la storia del paziente “nel sonno”, permettono l’esecuzione di esami specifici per studiare con precisione eventuali alterazioni del sonno, della respirazione e del movimento durante il sonno, offrendo le soluzioni terapeutiche adeguate. Interessante la peculiarità del centro di medicina del sonno dell’Ospedale San Luca a Milano, uno dei pochi in Italia (forse il primo) realizzato in un contesto internistico-cardiologico in stretto contatto con i neurologi. Per affrontare i molteplici problemi (neurologici, pneumologici, otorinolaringoiatrici, internistici, cardiologici, endocrinologici, ecc.) che possono minacciare la nostra salute durante il sonno occorre un approccio multidisciplinare. Riguardo alle persone che possano presentare disturbi del sonno, limitandoci ai problemi respiratori, quali le apnee ostruttive, parliamo del 2-4% della popolazione generale, ma se solo consideriamo chi ha già qualche altro problema (come l’ipertensione arteriosa ) la frequenza balza al 50% dei casi. Il Centro di Medicina del sonno di Milano (di cui quello di Meda è una estensione) propone un’impostazione multidisciplinare, unica in Italia, con stretta integrazione di competenze cardiologiche e neurologiche. Un recente convegno destinato al pubblico, svoltosi a Meda sul tema “Sonno e salute” ha discusso, grazie ai maggiori specialisti del settore operanti presso l’Istituto Auxologico, dei recenti progressi nella diagnosi, prevenzione e terapia dei problemi respiratori, neurologici e cardiovascolari nel sonno. Il pubblico numeroso e attento, ha seguito compatto sino al termine dei lavori, rivolgendo ai relatori numerose e circostanziate domande. Ulteriore dimostrazione che, in un’epoca veloce come la nostra (definita appunto “senza sonno”), il problema è noto ed avvertito, non solo dagli addetti ai lavori. L’ormone per i bambini e gli anziani. A cura del prof. Paolo Marzullo, Unità Operativa di Medicina Generale e Laboratorio di Ricerche Diabetologiche, Istituto Auxologico Italiano. Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale, Università degli Studi del Piemonte Orientale “A. Avogadro”, Novara. A cura del dott. Sergio Delpiano, Responsabile del servizio di Diagnostica per Immagini, Istituto Auxologico Italiano. a mammografia è un esame di diagnostica per immagini eseguito con un’apparecchiatura a raggi x (il mammografo) che permette di rilevare precocemente le lesioni mammarie. Lo studio accurato delle mammelle permette in genere di individuare i segni radiologici di tumore, quali presenza di opacità con margini irregolari, aree di distorsione parenchimale, lesioni stellate, asimmetrie e microcalcificazioni. L’esame è in grado di rilevare anche anomalie di piccole dimensioni e per questo motivo la sua efficacia diagnostica è superiore alla palpazione clinica, che riesce ad individuare solamente lesioni di dimensione superiore al centimetro. Per la cura del tumore al seno, una diagnosi precoce è fondamentale, quindi la mammografia deve avere prima di tutto carattere preventivo. Per questo motivo l’Istituto Auxologico accoglie un centro di Screening mammografico dell’ASL Città di Milano, progetto che coinvolge donne nella fascia di età compresa tra i 49 e i 69 anni. La mammografia diagnostica è indicata per le donne dopo i quarant’anni, consigliata con scadenza biennale; prima dei quarant’anni invece è più indicata la visita senologica e l’ecografia mammaria. L’Istituto Auxologico Italiano utilizza mammografi digitali di ultima generazione. L n un recente convegno tenutosi a Verbania si è parlato dell’IGF-1 (fattore di crescita insulino-simile): un ormone indispensabile per la crescita che però potrebbe essere un efficace protettore da alcune malattie legate all’invecchiamento e non solo. L’ormone IGF-1 viene prodotto principalmente dal fegato e in età pediatrica serve principalmente per la crescita staturale. Quando l’organismo non riesce a produrlo e il bambino non raggiunge l’altezza attesa, come avviene nella sindrome di Laron o deficit primario di igf1, è possibile somministrarlo sottocute per cercare di guadagnare i centimetri perduti. Si è inoltre recentemente scoperto che quest’ormone ha un ruolo molto importante sul cuore, sul sistema nervoso centrale e sul metabolismo. In ambito cardiologico, ha una funzione morfologica (preserva la plasticità del cuore) e influisce sul buon funzionamento del cuore stesso. In ambito neurologico funziona da neuroprotettore nelle malattie neurodegenerative, quali la Sclerosi Laterale Amiotrofica, il Morbo diParkinson, la Malattia di Alzhaimer; l’ormone può rappresentare inoltre un efficace agente terapeutico nelle malattie metaboliche quali il diabete e partecipa ai meccanismi di corretto invecchiamento Queste scoperte lasciano intravedere importanti prospettive terapeutiche. L’ormone sarà oggetto di studi che potrebbero infatti portare a notevoli passi avanti anche nella terapia di malattie dell’età adulta e senile. I ATTIVITÀ DI RICERCA Neuroni e DNA: la ricerca delle neuroscienze L’ attività scientifica relativa alle Neuroscienze si articola in due momenti essenziali, quello clinico svolto presso l’Unità Operativa di Neurologia dell’ IRCCS Istituto Auxologico Italiano in Milano e quello di ricerca di base svolto presso il Laboratorio di Neuroscienze: le due attività si integrano per migliorare il percorso diagnostico e terapeutico del paziente che afferisce alla nostra Istituzione. Il Laboratorio di Neuroscienze è attivo in Istituto dal 2004 ed è anche Sede Distaccata del Centro “Dino Ferrari” dell’ Università degli Studi di Milano; collabora con il CEND (Centro di Eccellenza per le Malattie Neurodegenerative della predetta Università) e con diversi Centri di Ricerca Universitari italiani ed esteri. Vengono perseguiti principalmente due filoni di ricerca: uno legato alle Malattie Neurodegenerative e, il secondo, a quelle Cerebrovascolari. Le Malattie Neurodegenerative sono intensamente studiate dal punto di vista genetico per garantire una diagnostica più accurata grazie a database dedicati. Lo studio dei meccanismi patogenetici, ossia del modo in cui insorgono le Malattie e le loro cause, è focalizzato sulle Malattie del Motoneurone e sulla Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA) in particolare, sulla Malattia di Huntington, di Parkinson e sulle Demenze FrontoTemporali. Tali patologie vengono affrontate con studi che prevedono l’utilizzo anche di modelli cellulari in vitro ed animali transgenici che ricapitolano la malattia esprimendo il gene umano malato. Particolare attenzione è volta quindi agli studi di genetica che hanno permesso di identificare sottotipi di pazienti con mutazioni di malattie oggi note: la diagnostica della Malattia di Huntington, per esempio, ha permesso di fornire un’accurata descrizione degli stadi di malattia in rapporto all’espansione anomala del gene. Questi studi sono possibili grazie anche all’attrezzatura di avanguardia presente nei laboratori dell’IRCCS Istituto Auxologico Istituto in Cusano Milanino. Per ulterior- LE OBESITÀ GENETICHE A cura del prof. Antonio Liuzzi, Unità di Medicina Generale e Laboratorio di Ricerche Diabetologiche, Istituto Auxologico Italiano I n un recente convegno tenutosi a Verbania, si è parlato di obesità genetica. La genetica è stata ritenuta fino a qualche anno fa una componente non rilevante nel comprendere le cause dell’obesità. I più recenti studi di biologia molecolare hanno permesso invece di individuare alcune mutazioni, responsabili di per sé dell’obesità, mutazioni che paiono possedere una rilevanza quantitativa e che debbono essere tenute in considerazione quando si valuti un paziente con caratteristiche genetiche particolari. La ricerca in corso confronta le caratteristiche genetiche di persone normopeso e obese per capirne le differenze e individuare le mutazioni geniche rilevanti per l’obesità. Cosa si intende per mutazioni rilevanti per l’obesità? Ogni persona ha un assetto genetico diverso dall’altra, però attraverso un confronto simultaneo delle varianti (utilizzando la metodica di “Genome Wide Association”) si può capire quali varianti sono più frequenti nei soggetti affetti da obesità e arrivare a individuare quelle che ne sono responsabili. Ovviamente, il ruolo della genetica viene sempre considerato nella sua interazione con l’ambiente nel determinare il quadro clinico. mente identificare geni responsabili di malattia nelle forme sporadiche viene infatti utilizzata una nuova attrezzatura robotizata chiamata “Illumina”: il DNA viene in questo caso studiato per variazioni geniche in associazione alla patologia (studi di GWA). A questo proposito è stata avviata una vasta ricerca in Italia con oltre 2.000 campioni di DNA per identificare nuovi geni responsabili della SLA sporadica: questo rappresenta uno dei più poderosi studi intrapresi in Europa e non solo. I modelli cellulari sono ampiamente utilizzati per la comprensione dei meccanismi patogenetici e per verificare l’efficacia di molecole ad azione neurotrofica (a migliorare la capacità di sopravvivenza dei neuroni, stimolandone la crescita o la riparazione) o neurotossica (a danneggiare le cellule neuronali). Di particolare rilievo è lo studio delle cellule staminali per la rigenerazione del Sistema Nervoso Centrale: diverse fonti alternative come il midollo osseo dello stesso paziente, il cordone ombelicale da donatore o le cellule del liquido amniotico sono state accuratamente isolate e studiate per la loro potenzialità a esprimere cellule neuronali umane da cellule staminali endogene. Le stesse cellule sono state trapiantate in diversi modelli animali di malattie neurodegenerative con un successo terapeutico che fa bene sperare per l’applicazione clinica nell’uomo. Accanto al vasto programma di ricerca volto alla conoscenza delle malattie neurodegenerative, anche le malattie cerebrovascolari sono accuratamente studiate sia dal punto di vista clinico che sperimentale con l’analisi di modelli animali che spontaneamente sviluppano ipertensione ed ictus ischemico. Le evidenze maturate in laboratorio di un’attivazione precoce delle cellule staminali endogene potranno essere adeguatamente trasferite al paziente con disegno di trial terapeutici sperimentali ed innovativi anche nell’ ambito di vasti programmi collaborativi internazionali. A cura del prof. Vincenzo Silani, Unità Operativa di Neurologia e Laboratorio di Neuroscienze, Istituto Auxologico Italiano e Dipartimento di Scienze Neurologiche, Centro “Dino Ferrari”, Università degli Studi di Milano. Il Laboratorio Sperimentale di Biologia Molecolare A cura della Dott.ssa Anna Maria Di Blasio, Laboratorio di Ricerche di Biologia Molecolare, Istituto Auxologico Italiano L ’attività di ricerca del Laboratorio di Biologia Molecolare è basata sull’utilizzo delle più moderne e sofisticate tecniche per comprendere i fattori genetici che influenzano il regolare funzionamento dell’organismo e soprattutto quelli che determinano patologie di organi o sistemi vitali. Attualmente, i principali programmi di ricerca del Laboratorio sono volti a studiare la componente genetica di malattie quali l’ipertensione e l’obesità: malattie complesse che già di per sè vengono affrontate da specialisti differenti e che ora sono studiate anche da un punto di vista genetico. Una caratteristica importante di questa attività di ricerca è quella di partire dallo studio dei pazienti che vengono inviati dalle unità cliniche dell’Istituto o da strutture sanitarie esterne. In perfetta linea con il concetto di Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (nel quale la ricerca e la cura del paziente non sono mai disgiunte), la ricerca è preceduta da un’attenta visita del paziente dal parte dei medici specialisti per valutare lo stato di salute, le patologie presenti, lo stile di vita, l’ambiente in cui il paziente vive e le possibili cure. Successivamente vengono svolte le indagini genetiche, nella speranza che le informazioni ottenute possano concorrere all’individuazione della terapia più corretta o della modificazione dello stile di vita più opportuna. Lo studio in alcuni casi può avere anche un valore in termini di prevenzione, come per lo studio dei fattori genetici dell’obesità: si valutano le correlazioni genotipo-fenotipo nella popolazione di pazienti obesi che giungono alla osservazione clinica al fine di individuare dei marker genetici che consentano l’identificazione precoce dei soggetti ad alto rischio per lo sviluppo di obesità severa e, di conseguenza, la messa a punto di adeguati protocolli di prevenzione e di terapia. Lo stesso approccio metodologico è utilizzato per valutare le modificazioni geniche che predispongono allo sviluppo di ipertensione arteriosa. Attualmente il laboratorio partecipa ad un Network of Excellence finanziato dalla Comunità Europea che riunisce 32 centri europei e che si propone applicare questo tipo di studi su un numero elevato di pazienti ipertesi provenienti da tutta Europa. Ampliamento dell’Istituto Scientifico Ospedale San Luca I lavori di ampliamento dell’Istituto Scientifico Ospedale San Luca sono quasi in dirittura d’arrivo. I primi scavi per le fondamenta sono iniziati nel 2007 e ora la nuova struttura ospedaliera è quasi ultimata: con il completamento delle rifiniture esterne inizia a emergere anche l’identità architettonica definitiva dell’ospedale. È ben visibile nella facciata esposta su Piazzale Brescia l’impiego di materiali naturali: pietre e metalli non verniciati che conferiscono alla costruzione un aspetto tecnologico. I materiali utilizzati soddisfano anche requisiti di risparmio energetico e isolamento termico della struttura: il nuovo ospedale sarà infatti tra i primi edifici in Italia a rispondere alle nuovissime normative sul rendimento termico dell’edilizia. La fine dei lavori è prevista per la primavera del 2010. I LA RICERCA AIUTA A CURARTI MEGLIO ISTITUTO SCIENTIFICO OSPEDALE SAN GIUSEPPE Via Cadorna, 90 - Piancavallo (Oggebbio-VCO) Linea ASL e Privati 0323 514600 ISTITUTO SCIENTIFICO OSPEDALE SAN GIUSEPPE VILLA CARAMORA Corso Mameli, 199 - Verbania (VCO) Linea ASL e Privati 0323 514600 ISTITUTO SCIENTIFICO OSPEDALE SAN MICHELE Via Ariosto, 13 - Milano Linea ASL 02 619112501 Linea Privati 02 619112500 ISTITUTO SCIENTIFICO OSPEDALE SAN LUCA Via Spagnoletto, 3 - Milano Linea ASL 02 619112501 Linea Privati 02 619112500 CENTRO DI RICERCHE E TECNOLOGIE BIOMEDICHE Via Zucchi, 18 - Cusano Milanino (MI) Linea ASL 02 619112501 Linea Privati 02 619112500 ISTITUTO SCIENTIFICO OSPEDALE SAN LUCA Polo di Neuroriabilitazione Via Mercalli, 32 - Milano Linea ASL 02 619112501 Linea Privati 02 619112500 CENTRO DI RICERCA E CURA DELL'INVECCHIAMENTO Via Mosè Bianchi, 90 - Milano Linea ASL 02 619112501 Linea Privati 02 619112500 CENTRO DIAGNOSTICO - MEDA Corso della Resistenza, 23 - Meda (MI) Linea ASL 03627724001 Linea Privati 0362 7724000 CENTRO DIAGNOSTICO PIOLTELLO via Masaccio, 4B - Pioltello (MI) Linea ASL 02 619112501 Linea Privati 02 619112500 CASA DI CURA SAN CARLO Via Pier Lombardo, 22 - Milano Linea ASL e Privati 02 550001 Dai un contributo all’attività di ricerca dell’ISTITUTO AUXOLOGICO ITALIANO: BANCA INTESASANPAOLO, Filiale 2103 Corso Vercelli, 25 - Milano IBAN: IT 35 I 03069 09448 000002661142 c/c:26611-42 CAUSALE: DONAZIONE Per donazioni e informazioni Istituto Auxologico Italiano 02-61911.2985 [email protected] LE SEDI DI RICERCA E CURA LAVORI IN CORSO PRENOTAZIONI ON LINE: [email protected] AUXOLOGICO NEWS - NOTIZIARIO DI INFORMAZIONE SANITARIA Istituto Auxologico Italiano. Via Ariosto, 13 – 20145 Milano. Direttore Responsabile: Giovanni Ancarani. Registrazione Tribunale di Milano n° 716 del 4 dicembre 2008. Contatti: [email protected]