Les Archives de la Planète, una straordinaria collezione
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Les Archives de la Planète, una straordinaria collezione
Les Archives de la Planète, una straordinaria collezione Scritto da Monica Cillario Si chiamano “Les Archives de la Planète” (Gli Archivi del Pianeta) e appartengono al “Museo Dipartimentale Albert Kahn ”; si trovano a soli 20 minuti da Parigi, ma a tutt’oggi non sono ancora conosciuti come meriterebbero. Io stessa li ho scoperti quasi per caso e ne sono rimasta affascinata, tanto da volerne parlare per dare il mio piccolo contributo alla loro diffusione. Gli Archivi del Pianeta sono stati fondati nell’ormai lontano 1912 dal mecenate francese Albert Kahn e dalla nascita fino alla cessazione della loro attività furono diretti dal geografo Jean Brunhes. Contengono 4000 lastre stereoscopiche, 72000 autocromi e 183000 metri di pellicole e costituiscono quindi un fondo documentario unico al mondo. All’inizio del secolo scorso, negli anni fra il 1908 e il 1909, il banchiere e milionario Albert Kahn compie il giro del mondo al seguito di una delegazione di uomini d’affari con sede in Giappone. Kahn ha però l’idea – geniale per l’epoca – di voler fissare in immagini tutto ciò che vede durante il viaggio e quindi trasforma in fotografo il suo autista, un certo Albert Duretre. Questa esperienza gli ispira un progetto faraonico, soprattutto per quel tempo in cui, contrariamente ad oggi, le immagini erano una rarità eccezionale: creare un archivio esaustivo e completo sulla vita dei popoli della Terra. Kahn recluta professionisti dell’immagine come Stéphane Passet, Lucien Le Saint e Camille Sauvageot, e li invia in giro per il mondo a fotografare e filmare usi e costumi dei differenti popoli che abitano il pianeta. 1/3 Les Archives de la Planète, una straordinaria collezione Scritto da Monica Cillario A partire dal 1912 il lavoro svolto da questi fotografi e cineoperatori viene meticolosamente riordinato e catalogato con il nome di “Archivi del Pianeta”, sotto la direzione scientifica di Jean Brunhes. Considerando che le fotografie vennero scattate agli inizi del Novecento si potrebbe pensare che siano in bianco e nero: invece molte sono a colori, grazie all’utilizzo di un procedimento fotografico che era stato inventato pochi anni prima dai fratelli Lumière: le lastre autocrome. Questa di Albert Kahn è in assoluto la collezione di autocromi più importante al mondo e propone una testimonianza unica di quelli che furono gli inizi della fotografia a colori. Tra il 1912 e il 1914 il fotografo Stéphane Passet, realizzò miglia di autocromi e di filmati durante i suoi viaggi attraverso la Cina, la Mongolia, l’India e l’odierno Pakistan. A queste immagini si aggiunsero anche quelle prese in Scandinavia e in circa 20 paesi europei, fra i quali anche l’Italia, alla vigilia della Prima Guerra Mondiale. Albert Kahn fu però vittima del crollo della borsa e della crisi del ’29 e cadde in rovina, ma fortunatamente nel 1939 la sua collezione di immagini venne acquistata dall’Ufficio Dipartimentale della Senna e molti anni dopo, nel 1986, l’intera opera venne raccolta e trasformata in un museo: il Museo Dipartimentale Albert-Khan. Il museo ha sede in quella che fu la dimora dell’uomo d’affari: una bellissima villa a Boulogne sur Seine, circondata da un giardino altrettanto ricco di fascino. Nel 1894 il paesaggista Eugène Deny progettò il giardino su commissione dello stesso Kahn, appassionato egli stesso di giardinaggio. 2/3 Les Archives de la Planète, una straordinaria collezione Scritto da Monica Cillario In realtà ogni genere soffermata progetto volta diildigiardino che mecenate a Albert descrivere acquisiva Kahn. molto acquistò questo un particolare, lotto a giardino poco avviava unico a poco èun perché nel progetto l’intera suoesso genere, area paesaggistico gioca verde il giardino unche ruolo diverso, ora apreciso scene. costituisce creando nell’ambito Se mi il giardino: sono così del un etnie Questo essere della terra. che possibile banchiere popolano Iliquesta giardino solo era ildi pianeta. diffondendo èeKahn infatti diviso animato inetnie aree, la conoscenza da ognuna un’ideale delle e di ilquali pace rispetto riprende universale, delle idi diverse temi una culturali pace culture che poteva popoli diverse Giardino usi verso L’ideale e ineseguito dei ilBoulogne-Pont rispetto, filantropica edi della gli la archivi sua sua elemento delle fortuna dimora sono diverse fondamentale si un andò sbriciolò unico abitò letteralmente progetto sparse fino con per al ile crollo per 1940, creare che ilin mondo, di fumo anno le Wall lo fondamenta scopo Street: perché idi sua colpi diffondere allamorte. banchiere conoscenza del una primo pace la conoscenza rimase conflitto universale. èdelle ildei solo mondiale degli passo Ill’usufrutto dell’importanza l’opera usufruire una comune visita. dello di sfortunato Boulogne degli straordinaria “Archivi Billancourt filantropo del collezione, Pianeta” non però, andò fortunatamente, perduta che della siha straordinaria trova ed èsotto adella si per pochi rese questo bellezza conto passi che da fin dei oggi Parigi da giardini subito possiamo e che quindi merita ancora Scrivendo mecenate bisogno di un queste restauratori po’ folle righe di riflettevo sognatore come su come quanto lui. Albert sarebbe Kahn, bello perché se anche la nostra ai nostri epoca giorni avrebbe cieprimo fosse davvero un Museo Dipartimentale Albert Kahn 10-14, rue du Port 92100 Tel. +33 1costumi 55192800 Sito web: albert-kahn.hauts-de-seine.net Aperto tutti giorni salvo ilsogni 18.00h dal 1che ottobre al 30 aprile dalle 11.00 alle 19.00 dal 1lunedì: maggio al 30 settembre Metro: de Saint-Cloud (linea 10) (data diBoulogne-Billancourt pubblicazione: dicembre 2014) 3/3