Camminiamo insieme… Così il Leone di Munster difese gli “indegni

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Camminiamo insieme… Così il Leone di Munster difese gli “indegni
CELEBRAZIONE delle SANTE MESSE
Domenica 16, XXXIII tempo ordinario
Ore 9.00
- per i nostri anziani e malati
Ore 11.00
- per la Comunità parrocchiale
- 50° ann. di matrimonio di
Igeo Geo e Lina Buttò.
+ Umberto e Maria Anna
Lunedì 17, S. Elisabetta d’Ungheria
Ore 18.00
- vespri
Martedì 18, Dedicazione Basiliche Pietro e Paolo
Ore 18.00
+ Antonio, Assunta,Mario Moretto
+ Attilio Buttò
+ Lina
+ Nicola Tonon
Mercoledì 19, S. Fausto
Ore 18.00
+ Santina, Giuseppina, Rodolfo,
Luigi, Alessandro
+ Angelo Maurutto
+ Maria Trevisan
Giovedì 20, S. Ottavio
Ore 8.00
+ Marina Anastasia
- 60° di matrimonio di
Germano Bologna e Emilia Babich
Ore 17.30
lectio divina. Segue canto vespri
Venerdì 21, Presentazione B.V. Maria
Ore 18.00
+ Gino e Ida Spadari
Sabato 22, S. Cecilia
Ore 18.00
+ Benedetto
+ Stefano Codognotto
+ Marcella Falcomer
Domenica 23, Cristo Re. Giornata del Seminario
TEMPI DI PREGHIERA
e proposte spirituali
Ogni giorno
ore 17.30: recita del S. Rosario
ogni giovedì:
Ore 17.00 : apertura adorazione eucaristica e silenzio.
Ore 17.30: Lectio divina sul vangelo della domenica
Ore 18.00: Preghiera personale.
Ore 18.15: canto dei Vespri e chiusura.
ogni venerdì
Ore 18.00, durante l’omelia (predica) Cattedra di santità: presentazione di un Santo e lettura di suoi Scritti.
confessioni e/o colloqui.
Il parroco è disponibile durante l’adorazione eucaristica; prima e dopo le Sante Messe feriali e festive.
Infine, su appuntamento.
Benedizione famiglie e luoghi di lavoro.
Su richiesta (cel 3491554726)
ORDINAZIONE DIACONALE
Domenica 23 novembre, giornata diocesana per il Seminario, S.E. mons. Ovidio Poletto ordinerà diacono ANDREA
DAZZAN, originario della parrocchia
della B.V. Maria Regina di Portogruaro. La celebrazione avverrà nella sua
parrocchia. Nel gioire con lui desideriamo altresì assicurargli la nostra fraterna
preghiera. La S. Messa sarà celebrata
alle ore 15.30
VIAGGIO IN KENYA
Ci si sta organizzando per un viaggio
in Kenya, presso le nostre missioni
diocesane. Il viaggio è previsto dal 26
dicembre 2009 e 10 gennaio 2010:
questa è l’ipotesi, per permettere ai
ragazzi di partecipare, senza perdere
tanti giorni di scuola. Stiamo attendendo conferme di date e di costi, prenotando un anno d’anticipo. Durante
l’anno, si creeranno occasioni per raccogliere fondi e abbattere il più possibile i costi del viaggio. I posti disponibili saranno circa 40. Coloro che fossero interessati facciano riferimento a
Paolo Boldrin. In vista di questo appuntamento, grazie a d. Simone, dedicheremo una domenica alla cultura del
Kenya, alle sue tradizioni, ai suoi canti.
DEFUNTI
Domenica scorsa mamma Juliana
Caravaggi e Michele Corradini hanno perso la loro bambina, Antonella,
giunta al quinto mese di gestazione.
Venerdì è stata celebrata una funzione religiosa in forma familiare per
dare l’ultimo saluto a questo piccolo
angelo ormai tra le braccia di Dio.
Desideriamo assicurare la nostra
solidale vicinanza ai genitori, incoraggiandoli a continuare a guardare
con fiducia al domani, certi che un
angelo dal cielo li accompagna e li
custodisce.
Camminiamo insieme…
Bollettino settimanale della Parrocchia S. Maria Assunta, Via Antares, 18 - BIBIONE
anno V/47, 16 novembre 2008
tel. 043143178
www.parrocchiesanmichele.it
cel. 3491554726
Così il Leone di Munster difese gli “indegni di vivere”
Sono appena rientrato dall’ospedale: dista 25 km. Un mio parrocchiano
sta attendendo che Dio apra la Porta. Lo sa. All’inizio con rassegnazione, oggi
con fiducia e serenità: Dio aprirà la porta. E’ in agonia. Chiede spesso di me e la
moglie mi chiama. La moglie: con una mano accarezza il marito e con l’altra si
asciuga le lacrime. E insieme pregano. E io vado: avanti e indietro. Due, tre volte al giorno.
Con questo stato d’animo accolgo la notizia di Eluana. Non ho parole. E
quelle poche che ho le prendo dal beato Von Galen, il leone di Muster (18781946) che in modo lapidario denunciò le nefandezze hitleriane condotte sugli
inermi. Tornano così attuali, eccole: “…quando sono venuto a conoscenza che dei
malati della casa di Marienthal dovevano essere portati via, per essere uccisi, io il 28
luglio ho sporto denuncia al pubblico ministero della pretura di Munster…Già il 26
luglio avevo protestato….Senza esito. Così noi dobbiamo tener conto del fatto che i poveri e indifesi malati prima o poi saranno uccisi. Perché? Non perché siano colpevoli di
un crimine che meriti la morte, non perché forse abbiano aggredito il loro infermiere o
guardiano, di modo che costui, per salvaguardare la propria vita, non abbia avuto altra
scelta che affrontare con la forza, per legittima difesa, l’aggressore. Questi sono casi in
cui, oltre all’uccisione del nemico armato del Paese in guerra giusta, è lecito l’uso della
forza fino all’uccisione e, spesso volte, è anche necessario. No, non per tali motivi devono morire quegli infelici malati, ma perché, secondo il giudizio di un ufficio, secondo il
parere di una qualunque commissione son divenuti “indegni di vivere”, per il fatto che,
secondo tale perizia, fanno parte dei “connazionali improduttivi”. Si giudica: non possono più produrre,sono come una vecchia macchina, che non funziona più, come un
vecchio cavallo diventato inguaribilmente zoppo. Sono come una mucca, che non dà più
latte. Cosa si fa con una tale macchina? Viene demolita. Cosa si fa con un cavallo zoppo, con una talaltra bestia improduttiva? No, non voglio portare a fine questo paragone, per quanto tremendi siano la sua giustificazione ed il suo potere illuminante. No,
qui si tratta di esseri umani, nostri consimili,nostri fratelli e sorelle! Ma per questo non
meritano di essere uccisi. Hai tu, ho il il diritto alla vita soltanto finchè noi siamo produttivi, finchè siamo ritenuti produttivi da altri? Se si ammette il principio, ora applicato, che l’uomo “improduttivo” possa essere ucciso, allora guai a tutti noi, quando
saremo vecchi e decrepiti!....Allora nessuno è più sicuro della propria vita….E nessuna
polizia li proteggerà e nessun tribunale punirà il loro assassinio e condannerà
l’assassino alla pena che merita” (dall’omelia del 3 agosto 1941). Ahimè, meglio
che torni dal mio malato: lui attende che la porta si apra. Lui sa che il Signore
gli aprirà.
Editoriale di Avvenire, 15 novembre 2008, di d. Andrea Vena
RESOCONTO SPIRITUALE del pellegrinaggio in Terra Santa
Quindici giorni fa ho presentato l’itinerario compiuto in Terra Santa, richiamando luoghi e i temi di preghiera. Oggi, però, vorrei rispondere ad una domanda:
perché si fa un pellegrinaggio? Ai pellegrini ho già dato questa risposta a Gerusalemme, ma oggi vorrei condividerla con l’intera Comunità e, se mi permettete, vorrei parlarvi in prima persona. Il partire per un pellegrinaggio mi ricorda che la vita
è un cammino verso una meta. Nel momento che parto so verso dove sto andando:
verso un luogo che custodisce la memoria di un evento importante tra Dio e il suo
popolo. Ad esempio. Vado al Santuario di Motta di Livenza perché quel luogo custodisce la memoria dell’incontro tra la Vergine e un contadino. E io vado lì, affinché come il contadino si è sentito abbracciato dalla tenerezza di Maria, così anch’io
possa sperimentare tale abbraccio interiore. Certo, posso vivere questa esperienza
anche stando a casa mia: ma il Santuario è un “segno” concreto e visibile di Dio. Ed
io, essendo un essere concreto, ho bisogno anche di segni. Bene, se questo vale per
Motta di Livenza, proviamo ad immaginarci cosa significhi per Gerusalemme!
Parto per Gerusalemme per ripercorrere la via di Gesù, x andare dietro a Lui,
oggi. Ma non basta il mio camminare con i piedi. Il pellegrinaggio deve aiutarmi a
trovare coraggio e fiducia nel camminare dietro a Gesù col cuore, con le forze, con
l’intelligenza. Con la vita, dunque. Proprio come ha fatto Gesù nei confronti del
Padre suo: ha dato tutto. Ha dato la vita. Così deve essere per me, per te, per ciascuno. Il ripercorrere le orme di Gesù verso Gerusalemme diventa dunque un lasciarsi
spronare affinché anch’io oggi, in cammino verso la Gerusalemme del Cielo, impari
a lasciarmi guidare dalla logica di Gesù, così illogica di fronte alla mentalità del
mondo! Il Signore mi chiede di fare della vita un dono per gli altri, nella verità. Facile? No, non lo è. Per mille motivi. E basta rileggere il pellegrinaggio per intuire
quanto sia difficile.
Gesù è stato accolto con gioia e stupore da Maria, Giuseppe, i Pastori, i Magi...ma altresì è stato cercato con invidia da Erode. Ebbene, come non ripensare alla
mia vita così intrecciata da slanci di gioia e stupore ma altresì invidia e cattiveria.
Signore, aiutami a convertirmi!
Spesso Gesù si è ritirato nel deserto, in luoghi appartati per tenere fisso lo
sguardo alle cose del Padre, evitando di venire incoronato “re” da persone sbagliate
e per cause sbagliate. Come non riconoscere quanto anch’io abbia bisogno di tenere
fisso lo sguardo alla causa del Vangelo, per evitare di inseguire o peggio ancora di
lasciarmi trascinare dal pensiero del mondo, così superficiale e relativo. Signore,
aiutami a stare con te, a dedicare ogni giorno tempo a Te, a rispettare il Tuo giorno, la domenica: giorno del Signore.
Gesù ha camminato convinto, talvolta ha con volto duro ha tirato dritto, di
fronte a coloro che tentavano di distoglierlo dal cammino verso Gerusalemme. In
pellegrinaggio c’è chi trainava e chi rallentava; chi si fermava a guardare vetrine e
chi brontolava affinché ci si muovesse; chi fotografava ogni curiosità e chi contemplava… Ripenso alla via dolorosa che oggi i pellegrini percorrono a Gerusalemme:
piena di vetrine, di negozi...quante attrazioni, quante distrazioni...poi penso: non è
proprio come la vita? Quante “vetrine”, quante occasioni per fermarsi, lasciarsi incantare...quasi dimenticando che la Meta è ben altro!
CALENDARIO
PASTORALE
FESTA DEGLI ANZIANI 2008
Domenica 23 novembre si terrà
la ….festa degli anziani.
Quest’anno, dati i lavori di messa
a norma dei locali parrocchiali, la
festa la faremo in oratorio.
ore 11.00: S. Messa
ore 12.15: pranzo in oratorio. Serviranno ai tavoli i
ragazzi/e che si stanno preparando alla Cresima.
Volontari/e in cucina.
ore 15.00: castagnata per
tutti.
Per iscrizioni al pranzo: in sacrestia; al Centro sociale anziani “Amicizia e Solidarietà”, a
Pina Geo; Mimma 0431-43196;
Gabriella Corradini 0431-439963.
Entro lunedì 17 nov.
CENA IN FAMIGLIA in oratorio
Sabato 29 novembre, ore 19, cena tra
le famiglie dei bambini/e di terza elementare.
Sabato 13 dicembre ore 19, cena tra le
famiglie dei bambini/e di quarta e quinta
elementare.
CORSO PER SPOSI e GENITORI
4 giovedì, dalle 18.30 alle 20.00
presso l’oratorio parrocchiale
Essere coppia: gioia di una vita.
(20 novembre )
Essere coppia: vivere e superare
insieme le crisi.
(27 novembre)
Essere genitori: quale gioia e quale
fatica! (15 gennaio)
Essere genitori separati: quale rapporto con i figli (22 gennaio)
Gli incontri saranno seguiti dalla dott.ssa Del
Maschio Laura, psicologa e mediatrice familiare; coopera con il Consultorio Familiare di
ispirazione cristiana FONDACO di Portogruaro.
SANTA CECILIA
Patrona dei coristi
GIOVEDI’ 20 (s. Cecilia è il 22, non il
21!) in cattedrale a Concordia S.E. mons.
Ovidio Poletto presiede la S. Messa per i
coristi della Diocesi. Coloro che desiderano partecipare possono ritrovarsi alle ore
19.50 dietro la chiesa, in modo tale di
partire per le ore 20.00.
In questa circostanza, in Cattedrale viene
inaugurato anche il nuovo organo della
chiesa, realizzato dalla stessa Commissione che sta preparando il nostro.
I vostri figli
non sono figli vostri.
Sono figli e figlie della sete
che la vita ha di sé stessa.
Essi vengono attraverso di voi,
ma non da voi,
E benché vivano con voi non vi appartengono.
Potete donare loro amore
ma non i vostri pensieri:
Essi hanno i loro pensieri.
Potete offrire rifugio ai loro corpi
ma non alle loro anime:
Esse abitano la casa del domani,
che non vi sarà concesso visitare
neppure in sogno.
Potete tentare di essere simili a loro,
ma non farli simili a voi:
La vita procede e non s'attarda sul passato.
Voi siete gli archi da cui i figli,
come frecce vive, sono scoccate in avanti.
L'Arciere vede il bersaglio
sul sentiero dell'infinito,
e vi tende con forza
affinché le sue frecce vadano rapide e lontane.
Affidatevi con gioia alla mano dell'Arciere;
Poiché come ama il volo della freccia
così ama la fermezza dell'arco.
Gibran
INCONTRO CATECHISTI
CATECHISMO: 26 novembre
Martedì 18 ore 15.00 in oratorio, Visita all’oratorio d. Bosco di Pordenoprimo piano:
ne. Partenza ore 14.15 e rientro per le
momento di preghiera, impressioni e
valutazione di questo primo mese di
catechismo
Informative del parroco
Varie
ore 18.00. S’invita ad iscriversi: possono partecipare anche i genitori o chi
desidera. Contributo per il pullman: 2
euro i ragazzi, 4 euro gli adulti.
Immagini che ancor oggi mi fanno riflettere. Immagini che fotografano bene la
vita, dove c’è sempre chi tenta di deviarmi dal cammino verso la Meta; chi tenta
di rallentarmi o di fermarmi ad ogni comoda occasione...e talvolta sono io quello
che rallento, che fermo, che tento di deviare. O Signore, aiutami a restare saldo lungo
il cammino che conduce alla Meta. Aiutami a tirare dritto. E’ dura, lo so. Ma Tu sei con
me e questo mi basta per ritrovare la forza e ripartire.
Gesù ha percorso la via che lo ha condotto al Calvario. Una via di dolore,
di sofferenza, di umiliazione. Certo, non era solo: c’era sua Madre, Maria, e altre
donne. Gesù non si è rassegnato. Ha continuato. Fino alla fine. Che non è stata la
Croce, ma la Resurrezione. Quante strade anch’io ho davanti lungo il mio cammino: ce ne sono di larghe, in discesa e affollate, ed altre strette, in salita e con poca
compagnia. Eppure, il Signore me lo ha detto: una sola è la strada che conduce
alla Vita, anche se questa passa per il crocivia della Croce e c’è poca compagnia.
In cuor mio lo so. Eppure quante tentazioni a lasciare questa strada! Signore, aiutami a portare la croce; a farmi carico dell’avventura della vita, sapendo assumermi le responsabilità che Tu mi hai dato. Alla fine capirò, dall’Alto capirò.
Rileggo il pellegrinaggio, e scopro che questa esperienza mi sprona a comprendere che la vita, la mia vita, è un pellegrinaggio verso il Cielo. Riscopro che
una è la Via che conduce alla Vita, poiché solo Gesù è Maestro di Verità. E’ allora
comprendo ancora una volta quanto sia importante evitare la tentazione di addomesticare il Vangelo per adeguarlo alla mia portata. Il Vangelo, come ricorda San
Francesco, è questo: va preso così com’è. Ecco perché le soste sono importanti: ma
non quelle che ci stabiliamo noi. Non sono le vetrine, i negozi, i bar, il lavoro...non sono queste le soste. Il pellegrinaggio mi ha ricordato che le soste sono i
“luoghi” in cui Dio parla a me, al suo popolo. Soste che rappresentano tappe lungo il cammino, dove in silenzio si ascolta la Parola di Vita che si fa storia in me e
attraverso me. In noi e attraverso noi. E s’impara che come per Gesù, anche per
me la vita è fatta di scelte (all’Oreb, la professione di fede all’unico Dio); è fatta di
contemplazione, di vita interiore (Tabor, Gesù trasfigurato); è fatta di annunci
(Nazaret, l’annuncio dell’Angelo a Maria); è fatta di stupore e di pienezza (Cana);
è fatta di ascolto per una vita significativa-bella (monte delle Beatitudini); è fatta
di fatica, di lotta e di sofferenza (Getzemani); è fatta di convivialità, di speranza e
di servizio (Cenacolo: Eucaristia, lavanda dei piedi); è fatta di dolore (Via dolorosa); è fatta di morte (Sepolcro). Ma alla fine di tutto esploderà, risorgerà. E’ la vita
nuova. E’ la vita nella Gerusalemme del Cielo.
Queste soste richiamano dunque l’esperienza della vita proiettata verso la
Vita. Queste soste sono chiamato a viverle ogni giorno, ma soprattutto alla domenica, quando il Signore m’invita alla Sua Festa, al Suo Banchetto insieme al Suo
popolo. Ogni altra sosta, soprattutto in questo Giorno, è creata dagli uomini, e
proprio per questo è una sosta che non illumina, non nutre, non rende autenticamente felici. E ora? Ora che sono tornato a casa, che fare? Continuare a camminare lungo la Via che mi conduce alla Gerusalemme del Cielo. Camminare con gli
altri, ma senza lasciarmi influenzare dagli altri. Camminare per gli altri, ma senza
fermarmi agli altri. Insomma, camminare. Con Cristo, verso la Meta. E’ il pellegrinaggio della vita verso la Vita. E gioia sarà.
FATTI DELLA SETTIMANA LETTI E INTERPRETATI NEL RISPETTO DEI VALORI IN CUI CREDIAMO.
Di fronte a una sconfitta. Per un esame di coscienza
La sentenza per Eluana Englaro - che significa, come è stato detto da autorevoli voci,
l'introduzione di fatto dell'eutanasia in Italia - costituisce una sconfitta per tutti,
non solo per il mondo cattolico. Non basta dire che la secolarizzazione e l'individualismo
esasperato stanno sostituendo i principi di una antica tradizione religiosa e culturale un
tempo ben radicata nella società, né che i media si sono espressi in modo sbilanciato a
favore della morte della ragazza: questa volta - bisogna ammetterlo - i mezzi di
comunicazione sociale sono stati più onesti che in altre occasioni, e la voce dei
cattolici si è potuta far sentire anche al di fuori dei media d'ispirazione cattolica. E si sa
che su temi gravi come la vita e la morte la Chiesa, soprattutto in Italia, esercita ancora
una certa influenza, come si è visto per la legge sulla procreazione assistita.
Questa volta, però, sembra che la voce del pensiero cattolico sia stata poco ascoltata, come se le ragioni che portava a favore della vita di Eluana non fossero abbastanza convincenti. Certo, ha giocato ancora una volta il meccanismo del caso pietoso: in questa circostanza non del dolore di Eluana - i medici giurano che non sente più
niente, e che non si accorgerà di morire di fame e di sete! - ma di suo padre. Come se il
padre, con la morte della figlia, cessasse di soffrire: è questo il paradosso davanti al
quale, però, nessuno ha saputo obiettare. La paura della sofferenza costituisce il
movente base di tutte le decisioni sbagliate di intervento su fine vita: lo sanno bene quanti fanno propaganda per l'eutanasia prospettando un futuro senza sofferenza. Ed è proprio sulla riflessione a proposito del significato della sofferenza - che solo
il cristianesimo sa affrontare - che dovremo invece ripartire per impedire che casi come
questo si ripetano. La tradizione cattolica offre delle luci certe e chiare per decidere in
queste complesse circostanze: il valore della vita umana dal concepimento alla morte
naturale, qualunque sia la condizione in cui è vissuta, anche se i casi da affrontare cambiano in continuazione, diventando via via più inediti e complicati. Questo è proprio il
caso di Eluana: all'obiezione, condivisa da tutto il pensiero cattolico, che alimentazione
e idratazione non fossero terapie né accanimento, ma solo sostegno vitale, si è risposto
dall'altra parte che si trattava di un mantenimento in vita artificiale, che ancora qualche
decina di anni fa non sarebbe stato possibile. Dove stava, allora, la morte naturale? In
sostanza si rispondeva che la situazione di Eluana era stata provocata da un intervento
della scienza - cioè un tentativo di rianimazione che in molti casi riesce, ma in questo è
andato male - e che quindi anche la sua disabilità stava al di fuori della sfera naturale.
Se la scienza l'aveva ridotta in quello stato, insomma, alla scienza spettava il dovere di
decidere di sospenderlo. Come si vede anche da questa breve ricognizione, si tratta di
un problema più complesso del solo conflitto fra vita e morte, anche se sostanzialmente
si può ridurre a questo. È cioè una questione che tocca il ruolo delle tecnoscienze nella
nostra vita, i limiti della medicina, e che quindi, per essere veramente convincenti, richiede un esame anche di queste questioni. La terribile sorte di Eluana, allora, è un monito per tutti, e insegna a noi cattolici che dobbiamo ancora pensare e lavorare per
diffondere i nostri principi - che sono principi di ragioni condivisibili anche da
chi cattolico non è - e calarli ogni volta nelle nuove questioni che il progresso scientifico crea.
di Lucetta Scaraffia, in L’Osservatore Romano, 15 novembre 2008
«I tagli ai contributi si scaricano sulle famiglie»
La Finanziaria 2009 prevede una sforbiciata di 133 milioni di euro
per il fondo degli istituti paritari. «Ci costringono ad aumentare le rette»,
denunciano le scuole materne non statali (FISM= federazione italiana scuole materne)
«I tagli dei finanziamenti decisi dal governo colpiscono al cuore l’essenza stessa delle
nostre scuole, che sono innanzitutto popolari, cioè per il popolo, perchè da decenni, in
molti casi an­che da oltre un secolo, si pongono al servizio delle famiglie e delle comuni­
tà locali, di cui spesso sono espressione diretta». C’è grande preoccupazione in casa
Fism dopo la decisione dell’esecutivo di prevedere, nella Finanziaria 2009 e nel Piano
triennale del Bilancio dello Stato, un drastico ridimensionamento dei fondi per
l’istruzione paritaria. Rispetto ai 534 milioni di euro attuali, si dovrebbe scendere a 401
milioni nel 2009 (con una sforbiciata di ben 133 milioni) e, addirittura a 317 milioni entro
il 2011. «Se queste indicazioni saranno confermate – sottolinea Luigi Morgano, segretario nazionale della Federazione, che rappresenta il 60% delle scuole paritarie italiane,
con circa 8mila scuole dell’infanzia cattoliche (su 9.311 totali), presenti in 4.800 comuni,
con 500mila scolari e oltre 40mila dipendenti – saremo inevitabilmente costretti ad aumentare le rette a carico delle famiglie, venendo meno a quell’essere, appunto,
“popolari” che da sempre ci contraddistingue. Inoltre, i tagli mettono tante realtà, soprat­
tuto quelle dei piccoli comuni, a rischio di sopravvivenza». Dove queste scuole sono
rimaste l’ultimo presidio educativo, infatti, il danno arrecato alle comunità sarebbe addi­
rittura drammatico e costringerebbe tante famiglie a sobbarcarsi oneri aggiuntivi. Come,
per esem­pio, lunghe trasferte, magari su strade di montagna, per portare i figli a scuo­
la.
«Non va neppure dimenticato – riprende Morgano, che guarda con speranza agli e­
mendamenti bipartisan (di Pdl, Pd e Udc) alla Finanziaria, tesi a ripristinare i fondi
(impegno assunto, a più riprese nelle ultime settimane, anche dallo stesso presidente
del Consiglio Berlusconi) – che in tanti paesi le nostre scuole dell’infanzia sono un sim­
bolo della comunità, che le ha volute e realizzate a costo di tanta fatica e grandi sacrifici.
Una storia che adesso rischia di scomparire per la decisione di “risparmiare” tagliandoci
i finanziamenti». Scelta che, se attuata, si potrebbe rivelare addirittura controproducen­
te. Secondo una recente rilevazione dell’Agesc, l’Associazione dei genitori delle scuole
cattoliche, proprio grazie al servizio svolto dalle scuole paritarie, lo Stato risparmia
circa 6 miliardi di euro all’anno. Per le sole scuole materne, il risparmio effettivo è di
circa 4 miliardi di euro. «Mi sembra di tutta evidenza – commenta Morgano – che finanziare le nostre scuole debba essere considerato dallo Stato non un costo ma un investimento. Se dovessero venire a mancare si aprirebbe un problema, in primo luogo educativo e formativo, ma anche economico, di notevole rilevanza, che costringerebbe a
spendere molto di più di quanto avviene oggi, per garantire il servizio ». A questo propo­
sito, c’è già chi, come le scuole paritarie del Veneto, per costringere le istituzioni a rive­
dere le decisioni, minaccia la serrata volontaria se i tagli non dovessero rientrare.
...Tutto questo, lo voglio ripetere affinchè sia chiaro a tutti, si scarica, alla fine, sulle
spalle delle famiglie che usufrui­scono del servizio, che si vedranno aumentare le ret­
te…questi tagli indiscriminati ledono gravemente».
PAOLO FERRARIO, in Avvenire 8 novembre 2009