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11 gennaio 2007 delle ore 10:05
fino al 28.I.2007
Sabrina Mezzaqui
Torino, Gam
Attraverso la lettura si può compiere un viaggio fino al cuore della vita. A passo lento, costante.
Ritmato come il tocco delle dita sui grani di una collana da preghiera…
Il bisogno di apprendere e la personale
esperienza emotiva e creativa di Sabrina
Mezzaqui (1964, Bologna; vive a Marzabotto)
consentono di accostare Omero a Patrick
McGrath, così come i Veda ai Detti di Confucio.
Intesa come percorso conoscitivo e di
maturazione, infatti, la lettura è per l’artista una
pratica irrinunciabile, una fonte inesauribile di
conoscenza.
Costituita perlopiù da opere inedite e realizzate
appositamente, la mostra si apre con la
proiezione 2004-2006, ricavata dal susseguirsi
di singole fotografie scattate mensilmente al
medesimo paesaggio, per tre anni consecutivi,
mantenendo costanti le coordinate di ripresa. Il
risultato è un racconto per immagini cadenzato,
variabile seppur rispecchiante un senso di
continuità, in cui –con le piene e spontanee
manifestazioni della natura– mutano le luci, i
riflessi, le atmosfere. La concatenazione degli
eventi ed il fluire sistematico del tempo, del
resto, sono elementi fondanti gran parte della
produzione della Mezzaqui, che si tratti di video
o installazioni.
L’esposizione torinese è titolata dall’incipit di
un passo tratto dal Quoelet, libro sapienzale del
Vecchio Testamento, che viene poi ricostruito
utilizzando ritagli di parole tratte dai maggiori
testi sacri, da Il libro tibetano dei morti al
Corano. Antichità e tradizione permeano anche
Le mille e una notte (2004), composta da 1001
piccoli fusi fatti con strisce di carta proveniente
dalle pagine dell’omonimo testo in edizione
araba, e Boa Arcobaleno (2006), una creatura
ancestrale dall’anima di gommapiuma e le
squame di perline che –gravida di simbologie–
serpeggia sul pavimento.
temporali e dell’incedere del pensiero e della
vita. In Collana 33 libri si rincorrono su una
lunga mensola, e non a caso si tratta di un
numero pregno di significati, “ intrecciato,
lungo i secoli, nei nodi delle corde da preghiera,
i Kombokini dei pellegrini ortodossi, e nei semi
del tasbih islamico, che per tre volte il fedele
snocciola nel pronunciare i 99 Bei Nomi di Dio”
(Elena Volpato, settembre 2006).
Collana rimarrà aggiornabile ed integrabile,
ben oltre questo evento, a sottolineare
l’importanza dell’inconcluso quale potenziale
occasione di sviluppo e cambiamento.
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nell’esistenza
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mostra visitata il 12 dicembre 2006
Sabrina Mezzaqui – C’è un tempo
fino al 28 gennaio 2007
Torino, GAM, via Magenta 31 (pressi largo
Vittorio Emanuele II) tel. + 39 011 44.29.518 sala mostre temporanee, piano terreno
orari: tutti i giorni 10-19; giovedì 10-23; lunedì
chiuso - ingresso: intero € 7.50; ridotto € 4.00 per info: [email protected] www.gamtorino.it www.fondazionetorinomusei.
it
indice dei nomi: Sabrina Mezzaqui, Patrick
McGrath, Sonia Gallesio, Elena Volpato
.
Un silente ed austero spazio di meditazione è
creato tra due grandi mandala dirimpettai,
vagamente ricordanti dei centrotavola traforati.
Quest’opera può essere considerata un’evoluzione
di alcuni lavori precedenti e più nello specifico
di Senso dell’ordine del 2002, che si serviva dei
contrasti del chiaroscuro anziché dei vuoti
generati da ritagli ed incisioni. Attraverso
continui e variegati rimandi alle sue letture più
significative, Mezzaqui rende omaggio
all’importante tradizione culturale ed editoriale
del capoluogo piemontese, riprendendo al
contempo il tema dell’inanellarsi delle fasi
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