altro_mondo - Circolo del cinema Bellinzona

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altro_mondo - Circolo del cinema Bellinzona
CINEMA DELL’ALTRO MONDO
novembre-dicembre 2008
www.cicibi.ch
www.cclocarno.ch
www.cinemendrisiotto.org
1
PROGRAMMA
Circolo del cinema Bellinzona
Cinema Forum 1+2
sab. 29.11, 18.00
MADRIGAL
di Fernando Pérez, Cuba / Spagna 2007
mar. 2.12, 20.30
Proiezione speciale per i 20 anni della trigon-film
UMARETE WA MITA KEREDO
Sono nato ma…
di Yasujiro Ozu, Giappone 1932
Accompagnamento dal vivo di Christoph Baumann (piano), Isa Wiss (voce),
Jacques Siron (basso), Dieter Ulrich (batteria)
Entrata (prezzi speciali): Fr. 25.- / 20.-
sab. 6.12, 18.00
BIKUR HATIZMORET / THE BAND’S VISIT / LA VISITE DE LA FANFARE
La visita della banda
di Eran Kolirin, Israele / Francia / USA 2007
mar. 9.12, 20.30
SNIJEG / SNOW
Neve
di Aida Begic, Bosnia Erzegovina 2008
Prima visione ticinese
sab. 13.12, 18.00
BOZ SALKYN / PURE COOLNESS
Freschezza pura
di Ernest Abdyjaparov, Kirghizistan 2007
Prima visione ticinese
sab. 20.12, 18.00
SONHOS DE PEIXE
Sogni di pesce
di Kirill Mikhanovsky, Brasile 2006
Prima visione ticinese
2
Circolo del cinema Locarno
Cinema Morettina / Sala congressi Muralto**
ven. 21.11, 20.30
TUYA DE HUN SHI / TUYA’S MARRIAGE
Il matrimonio di Tuya
di Wang Quan An, Cina 2007
ven. 28.11, 20.30
MADRIGAL
di Fernando Pérez, Cuba / Spagna 2007
ven. 5.12, 20.30
BIKUR HATIZMORET / THE BAND’S VISIT / LA VISITE DE LA FANFARE
La visita della banda
di Eran Kolirin, Israele / Francia / USA 2007
ven. 12.12, 20.30**
THÈBES À L’OMBRE DE LA TOMBE
Tebe all’ombra della tomba
di Jacques Siron, Svizzera 2008
ven. 19.12, 20.30
BOZ SALKYN / PURE COOLNESS
Freschezza pura
di Ernest Abdyjaparov, Kirghizistan 2007
Prima visione ticinese
3
Cineclub del Mendrisiotto
Multisala Teatro Mendrisio
mer. 26.11, 20.30
MOGARI NO MORI / LA FORET DE MOGARI
La foresta di Mogari
di Naomi Kawase, Giappone 2007
Prima visione ticinese
mer. 3.12, 20.30
MEDUZOT / MÉDUSES
Meduse
di Elgar Keret e Shira Geffen, Israele / Francia 2007
mer. 10.12, 20.30
SNIJEG / SNOW
Neve
di Aida Begic, Bosnia Erzegovina 2008
Prima visione ticinese
mer. 17.12, 20.30
BOZ SALKYN / PURE COOLNESS
Freschezza pura
di Ernest Abdyjaparov, Kirghizistan 2007
Prima visione ticinese
Grazie a:
- Trigon-film, Ennetbaden
- Xenix Film, Zurigo
- Filmcoopi, Zurigo
- Frenetic Film, Zurigo
Entrata : Fr. 10.- / 8.- / 6.www.cicibi.ch
www.cclocarno.ch
www.cinemendrisiotto.org
4
PRESENTAZIONE
La rassegna dedicata ai film dell’altro mondo (del sud, dell’est…) compie quindici anni. Se
è giunta fino a questa età in buona salute, nonostante il mondo e il cinema siano cambiati,
vuol dire che gli organizzatori e il pubblico ci credono: credono che sia ancora possibile,
anche nella realtà globalizzata, un cinema diverso, che rifletta la cultura e le particolarità
dei paesi nei quali viene prodotto. Lo confermano anche i maggiori festival cinematografici,
che orientano i propri sguardi e inviano i loro premi sempre più spesso verso
cinematografie lontane dai parametri occidentali. Proporre dei “film del sud” oggi vuol
comunque soprattutto dire proporre opere emarginate dal circuito distributivo commerciale;
offrire al pubblico film che raramente avrebbero la possibilità di essere poi visti nelle sale,
nonostante la loro qualità artistica. Il concetto di “sud” ha probabilmente oggi poco senso:
anche se da alcuni anni l’abbiamo sostituito con l’espressione “dell’altro mondo”, le cose
sostanzialmente non cambiano. Il sud, l’altro mondo, diventa sempre più la periferia della
distribuzione e del consumo. Si potrebbe pensare che non abbia molto senso inserire fra i
film dell’altro mondo il Giappone o Israele, paesi economicamente del tutto inseriti nel
mercato dominante: eppure quest’anno buona parte dei film proposti provengono da
queste due nazioni; e uno è addirittura svizzero, anche se girato in Egitto! Il problema,
sempre più, è quello di scoprire attraverso il cinema realtà diverse dalla nostra e anche
diversi modi di rappresentazione di queste realtà: per rendersi conto che, al di là
dell’omologazione imperante, il mondo e il cinema sono per fortuna ancora molto variegati.
Dei due film giapponesi in cartellone in questa quindicesima edizione, uno costituisce un
evento speciale ed eccezionale: con molto piacere il Circolo del cinema di Bellinzona ha
accettato l’invito della trigon-film, che festeggia i suoi vent’anni di infaticabile lavoro per la
distribuzione dei film del sud, a presentare un capolavoro quasi sconosciuto di Yasujiro
Ozu con l’accompagnamento dal vivo di un validissimo quartetto jazz svizzero. Il film,
muto, è del 1932 ed è un commovente ed ironico ritratto dei bambini di Tokyo. Il secondo
film giapponese rientra invece nelle consuetudini della rassegna, trattandosi di una prima
visione ticinese di un film recente: La foresta di Mogari di Naomi Kawase, Gran premio
della giuria a Cannes nel 2007, è un’intensa ed emozionante rappresentazione delle
relazioni che l’uomo intrattiene con la natura.
Da Israele giungono due film molto diversi: Meduzot di Edgar Keret e Shira Geffen strizza
l’occhio ad un cinema raffinato e perfettamente costruito per coinvolgere lo spettatore,
mentre La visite de la fanfare di Eran Kolirin si colloca piuttosto dalle parti di quel cinema
della sottrazione, ironico e malinconico, alla Kaurismäki o alla Suleiman.
Con gli altri film, lo spettatore viene veramente invitato ad un viaggio in altri mondi:
dall’Avana inedita e onirica di Fernando Pérez (Madrigal) alle montagne dimenticate della
Bosnia Erzegovina (Snijec) fino a quelle lontane del Kirghizistan (Pure Coolness); dalle
coste del nordest brasiliano (Sonhos de peixe) agli aridi paesaggi della Mongolia cinese
fino ai cantieri egiziani di Tebe. Al centro è però sempre l’uomo, con i suoi sentimenti e le
sue preoccupazioni, che sono universali.
Come sempre, la maggior parte dei film sono in prima e forse ultima visione ticinese; gli
altri hanno di solito fatto solo qualche fugace apparizione sulle locandine di qualche
rassegna culturale: si tratta quindi di un’occasione preziosa per ammirare anche sui nostri
schermi questi film dell’altro mondo che hanno ricevuto importanti riconoscimenti nei
maggiori festival internazionali, da Cannes a Berlino.
Michele Dell’Ambrogio
Circolo del cinema Bellinzona
5
Cina
TUYA DE HUN SHI / TUYA’S MARRIAGE
Il matrimonio di Tuya
di Wang Quan An
Sceneggiatura: Wang Quan An, Lu Wei; fotografia: Lutz Reitenmeier; montaggio: Wang Quan An;
musica: Mongolian Alashan Folk Song Chorus; interpreti: Yu Nan, Bater, Sen Ge, Peng Hongxian,
Baoerku, Zhaya, Ren Tingting, Nasen, He Shiyuan; produzione: Yan Jugan per Maxyee Culture
Industry / Xian Motion Picture Company, Cina 2007.
35mm, colore, v.o. cinese, st. f/t, 96’
Orso d’oro a Berlino 2007.
Tuya è una giovane donna che vive nella Mongolia cinese, in una regione arida e montagnosa.
Con il suo lavoro provvede al sostentamento della famiglia: un marito paralizzato e due figli. Ma il
lavoro le debilita il fisico: a questo punto non le resta che trovarsi un uomo che possa mantenere
lei e la sua famiglia, sposarla ma accettando di accogliere in casa anche il primo marito invalido…
Wang Quan An sembra individuare nella Mongolia interna la faccia deserta della globalizzazione,
quel paesaggio lunare che attende gran parte del pianeta se continua ad aumentare il
surriscaldamento della terra. Da questo punto di vista, il gioco cinematografico tra gli interni della
casa e l’ambiente circostante – tenuti separati da un montaggio che quasi non contempla
l’esistenza del fuoricampo – rende i personaggi alla stregua di astronauti che, protetti dalle loro
tute (i pesanti vestiti tradizionali mongoli), si spingono nello spazio a cercare segni di una vita che
non c’è. Se qualche commentatore a Berlino ha parlato de Il matrimonio di Tuya come di un film
western, di nostro, rilanciamo un altro intrepido paragone accostandolo a un film di fantascienza.
(Marco Dalla Gassa, in “Cineforum”, 466, luglio 2007)
6
Giappone
MOGARI NO MORI / LA FORET DE MOGARI
La foresta di Mogari
di Naomi Kawase
Sceneggiatura: Naomi Kawase; fotografia: Hideyo Nakano; montaggio: Tina Baz, Yuji Oshige; musica:
Masamichi Shigeno; interpreti: Yoichiro Saito, Kanako Masuda, Machiko Ono, Shigeki Uda, Makiko
Watanabe; produzione: Christian Baute, Naomi Kawase, Giappone 2007.
35mm, colore, v.o. giapponese, st. f/t, 97’
Gran Premio della giuria Cannes 2007.
Shigeki vive in una casa per anziani, sotto lo sguardo benevolo di Machiko, un’assistente
geriatrica. Senza saperlo, i due hanno in comune un pesante segreto: la perdita di un essere caro.
In seguito ad un incidente d’auto, Shigeki e Machiko si ritrovano soli e sperduti. Quando il vecchio
si inoltra nella foresta vicina, Machiko non può fare altro che seguirlo. Sarà là, nel cuore di questa
natura protettrice, che riusciranno di nuovo a sentirsi vivi…
Una macchina a mano irrequieta insegue l’estenuante girovagare della coppia nel labirinto
vegetale, il minaccioso declinare del giorno, l’esplosione violenta di un temporale, il calare
inevitabile della notte. Esteticamente, non siamo lontanida un febbricitante pedinamento “alla
Dardenne”, ma anche dallo slittamento progressivo e inarrestabile verso la morte messo in scena
da Gus Van Sant in Last Days (…)
Con il suo film più rigoroso e palpitante, la Kawase riesce nella duplice impresa di coniugare
efficacemente il realismo radicale della messa in scena con l’astrazione simbolica di una parabola
di resurrezione. (Alberto Barbera, in “Cineforum”, 466, luglio 2007).
7
Cuba
MADRIGAL
di Fernando Pérez
Sceneggiatura: Fernando Pérez, Eduardo del Llano, Susana Maria; fotografia: Raúl Pérez Ureta;
montaggio: Julia Yip, Iñigo Remacha; musica: Edesio Alejandro; interpreti: Carlos Enrique Almirante,
Liety Chaviano, Ana de Armas, Luis Alberto García, Carla Sánchez, Yailene Sierra; produzione:
Wanda Vision / ICAIC, Cuba / Spagna 2007.
35mm, colore, v.o. spagnola, st. f/t, 110’
Premio per la miglior fotografia al Festival di Setúbal 2007. Menzione speciale al Festival di Toulouse
2007.
Il film racconta una storia d’amor fou tra Javier, un giovane attore di teatro, e Luisita, una ragazza
complessata e misteriosa. L’inizio della loro avventura è segnato dalla mancanza di fiducia di
Luisita nei confronti di Javier e dalle bugie di quest’ultimo, che non crede più nell’amore e vuole
soltanto approfittare della relazione per procurarsi un appartamento. Ma la scoperta della bellezza
interiore di Luisita lo porterà verso un amore profondo e idealizzato. L’epilogo presenta una storia
d’amore futurista che si svolge nel 2020 e che esce dalla penna di Javier, alimentata dalla sua
esperienza e ambientata in un mondo dove il sesso, sprovvisto di ogni sentimento, è il valore
principale.
Madrigal è dedicato a René Clair. Perché? Nel 1955, il regista francese girava il suo film Les
grandes Manoeuvres, dove Gérard Philipe, nei panni di un giovane ufficiale, scommette che
conquisterà il cuore di Michèle Morgan, la donna più bella e più misteriosa della città. Quel che
comincia come il gioco di un seduttore diventa poi una passione reciproca, ma termina in modo
drammatico quando la donna scopre il sotterfugio iniziale (…) Madrigal salva la fine di questa
storia d’amore, che si svolge all’Avana, oggi. (Fernando Pérez, da una scheda della trigon-film)
8
Giappone
UMARETE WA MITA KEREDO
Sono nato ma…
di Yasujiro Ozu
Sceneggiatura: Akira Fushimi, Geibei Ibushiya, Yasujiro Ozu, da un soggetto di James Maki
(pseudonimo di Ozu); fotografia: Hideo Shigehara; interpreti: Hideo Sugawara, Tokkan Kozo, Tatsuo
Saito, Mitsuko Yoshikawa, Takeshi Sakamoto, Seiji Nishimura, Shoichi Kofujita, Zentaro Ijima;
produzione: Shochiku, Giappone 1932..
35mm, bianco e nero, v.o. muta, didascalie f/t, con accompagnamento dal vivo di Christoph Baumann
(piano), Isa Wiss (voce), Jacques Siron (basso), Dieter Ulrich (batteria), 89’
Proiezione speciale per i 20 anni della trigon-film.
Periferia di Tokyo: due fratellini venerano il padre, impiegato rispettabile, ma il loro mito crolla
quando lo vedono fare il buffone in un filmino girato per il divertimento del suo principale. Per
protesta iniziano uno sciopero della fame, poi tutto rientra nella norma.
Dietro il tono grottesco tipico del primo Ozu, una parabola amara sull’immutabilità delle gerarchie
sociali e generazionali. Il film che sancì per Ozu il definitivo riconoscimento della critica, e con cui
iniziò il suo lavoro di semplificazione della tecnica cinematografica. (Il Mereghetti. Dizionario dei
film 2008, Milano, Baldini Castaldi Dalai, 2007)
9
Israele
MEDUZOT / MÉDUSES
Meduse
di Elgar Keret e Shira Geffen
Sceneggiatura: Shira Geffen; fotografia: Antoine Héberlé; montaggio: Sasha Franklin, François
Gédigier; musica: Christopher Bowen; interpreti: Sarah Adler, Nikol Leidman, Gera Sandler, Noa
Knoller, Ma-nenita De Latorre, Zharira Charifai; produzione: Yaël Fogiel, Laetitia Gonzales per Les
Films du Poisson (Francia) / Amir Harel, Ayelet Kait per Lama Films (Israele) / Israeli Film Fund / Arte /
Canal+ , Israele / Francia 2007.
35mm, colore, v.o. ebraica, st. f/t, 74’
Caméra d’or, Cannes 2007.
Keren si rompe la gamba il giorno del suo matrimonio, deve rinunciare al viaggio di nozze e
trascorre la luna di miele in una stanza d’albergo con varie disavventure. Batya trova una taciturna
bambina venuta dall’acqua e cerca di capire chi sia, portandola in giro con sé. Joy, badante
filippina, scioglie involontariamente i rapporti tra l’acida donna che le è stata affidata e la di lei figlia
attrice. Le storie si intrecciano senza diventare teorema…
Un film di una maestria sorprendente nel coordinare le storie, di una fluidità e di una precisione
visiva non comuni, con una direzione d’attrici pressoché perfetta. Sia chiaro: è un film che vuole
anzitutto comunicare, che punta al pubblico colto israeliano e forse soprattutto europeo, che si
basa anche su allusioni e colpetti nascosti, ma che quasi sempre mantiene un felicissimo tono di
leggerezza. (Emiliano Morreale, in “Cineforum”, 466, luglio 2007)
10
Israele
BIKUR HATIZMORET / THE BAND’S VISIT / LA VISITE DE LA FANFARE
La visita della banda
di Eran Kolirin
Sceneggiatura: Eran Kolirin; fotografia: Shai Goldman; montaggio: Arik Lahav Leibovitz; interpreti:
Sasson Gabai, Ronit Elkabetz, Saleh Bakri, Khalifa Natour; produzione: July-August Productions
(Israele) / Sophie Dulac Distribution (Francia) / Bleiberg Entertainment (USA), 2007.
35mm, colore, v.o. ebraica, araba, inglese, st. f/t, 90’
Premio della critica, Cannes 2007. Premio del pubblico, Monaco di Baviera 2007. Variety Discovery
Award, Best Film, Zürich Film Festival 2007.
Una fanfara della polizia egiziana si reca in Israele per un concerto al centro culturale arabo.
Tuttavia, niente si svolge come previsto. Poiché nessuno sembra informato del loro arrivo, i
musicisti sono costretti ad arrangiarsi da soli, ritrovandosi in situazioni del tutto estranee alla loro
quotidianità e finiscono in una polverosa e sperduta landa di periferia, ben lontani dalla loro reale
destinazione…
Film comico fuori e amaro dentro, Bikur Hatizmoret prende a prestito dalla musica classica l’idea di
una composizione suddivisa in movimenti: si parte su un registro di umorismo surreale, per poi
transitare gradualmente verso toni ora francamente grotteschi, ora venati di malinconia. Tutti
modulati con perfetta padronanza dei tempi narrativi e nella consapevolezza che al cinema una
storia può avere, al suo interno, diverse anime, se chi la narra sa vederle e valorizzarle a dovere.
Era il segreto della commedia all’italiana, di cui (…) il film di Kolirin mi sembra un figlio legittimo,
non ultimo per la sua pertinenza ad una questione cruciale della nostra epoca. (Leonardo Gandini,
in “Cineforum”, 466, luglio 2007)
11
Bosnia Erzegovina
SNIJEG / SNOW
Neve
di Aida Begic
Sceneggiatura: Aida Begic, Elma Tataragic, con la collaborazione di Noémie de Lapparent; fotografia:
Erol Zubcevic; montaggio: Miralem S. Zubcevic; musica: Igor Camo; interpreti: Zana Marjanovic,
Jasna Ornala Bery, Sadzida Setic, Vesna Nasic, Emir Hadzihafizbegovic, Irena Malamuhi, Melena
Kordic, Alma Terzic; produzione: Mamafilm Sarajevo, Bosnia Erzegovina 2008.
35mm, colore, v.o. bosniaca, st. f/t, 99’
Gran Premio Semaine de la critique, Cannes 2008.
Prima visione ticinese.
Sei donne, un vecchio e cinque bambini vivono a Slavno, un piccolo villaggio di montagna segnato
dalla guerra e isolato dal resto del mondo. Un giorno arrivano due faccendieri serbi che
propongono agli abitanti, in cambio di un’importante somma di denaro, di lasciare il paese. La
scelta è difficile. Sarà una tempesta d’acqua e di vento a risolvere inquietudini e indecisioni. Di più:
a portare a galla verità taciute.
Un primo film al femminile, delicato, sobrio, con un piglio che via via si fa deciso e risoluto. (...)
Siamo nel 1997, due anni dopo la guerra. Le ferite non si sono ancora rimarginate. Dove sono stati
portati gli uomini? Il film è diviso in capitoli, uno per ogni giorno della settimana, come se il primo
compito che le donne sole devono affrontere sia quello di rimettere in movimento il tempo.
Riprendere la vita, settimana dopo settimana. Far passare il tempo per allontanarsi da un passato
terribile vuol dire ridare valore ai gesti che ogni giorno si ripetono, prendere l’acqua, lavare i panni,
far da mangiare, preparare le conserve. Darsi dei compiti e svolgerli con tranquilla ripetitività.
Scrupolosamente. Solo così si può riprendere a vivere. (...) Un film condotto con sensibilità, anche
con dolcezza, che torna là dove ci sono state tragedie e stragi. (Bruno Fornara, in “Cineforum”,
476, luglio 2008)
12
Egitto
THÈBES À L’OMBRE DE LA TOMBE
Tebe all’ombra della tomba
di Jacques Siron
Fotografia: Pio Corradi; montaggio: Jacques Siron; musica: Trio Afrogarage: Christoph Baumann
(piano), Jacques Siron (basso e voce), Dieter Ulrich (batteria e tromba); produzione: Association
Thèbes & Tombe / Télévision Suisse Romande / trigon-film, Svizzera 2008.
dvd, colore, v.o. francese, st. t, 83’
Prima visione ticinese.
Un’evocazione poetica e musicale. Tebe ovest si estende sulla riva sinistra del Nilo, a
Luxor, nell’alto Egitto. Là si incrociano, si ignorano e si urtano l’antica Tebe, la vita
tradizionale e il mondo moderno. L’essenziale resta nascosto alla fiumana di turisti. Ma i
bulldozer abbattono i villaggi costruiti su tombe antiche: un grande progetto archeologico e
turistico sta per prenderne il posto. L’evocazione è quasi muta, poiché la parola è altrove.
Le magnifiche immagini di Pio Corradi si rivelano senza commento, nude nel loro vigore e
nella loro sensibilità. Ed è il Trio Afrogarage che si assume la voce del poeta, dai suoni
lirici, ironici e tremolanti, tra il canto e il grido. (da una scheda della trigon-film)
13
Kirghizistan
BOZ SALKYN / PURE COOLNESS
Freschezza pura
di Ernest Abdyjaparov
Sceneggiatura: Ernest Abdyjaparov; fotografia: Teoh Gay Hian; interpreti: Asem Toktobekova,
Tynchtyk Abylkasymov, Siezdbek Iskenaliev, Einura Osmonalieva, Nurbek Yuldashev, Zarema
Asanalieva, Erkin Egemberdiev, Elina Abai Kyzy; produzione: Altynai Koichumanova per Oy Art /
Fonds Visions Sud Est,
Kirghizistan 2007.
35mm, colore, v.o. kirghiza, st. f/t, 95’
Premio della giuria al Festival di Cottbus.
Sagyn, un giovane pastore kirghizo, è innamorato della bella Asema, che è però promessa al suo
amico Murat. La madre di Sagyn vuole sposare il figlio a Anarat. Secondo la tradizione viene
organizzato un ratto della sposa da parte dello zio di Sagyn. Ma questi si sbaglia e fa rapire Asema
al posto di Anarat. Murat, dal canto suo, non se ne preoccupa più di tanto e si sposa con Burma.
Dopo una serie di avvenimenti tragicomici, Asema si lascia a poco a poco sedurre da Sagyn e si
rende conto che egli è l’uomo che sperava.
Una commedia nello stesso stile di Saratan, il primo film di Abdyjaparov, dove ci viene svelata con
passione la vita quotidiana campagnola. Nei villaggi isolati delle montagne del Kirghizistan vige
ancora un antico costume: il ratto delle spose. Ha ancora senso oggi questa tradizione? Questo è
il tema del film, una favola contemporanea, irriverente ma calorosa, sulla lealtà famigliare,
l’inganno, il tradimento, ma soprattutto sull’amore. Un film con numerosi momenti di leggerezza,
anche se affronta e riflette le abitudini di vita in un tipico villaggio kirghizo. (da una scheda della
trigon-film)
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Brasile
SONHOS DE PEIXE
Sogni di pesce
di Kirill Mikhanovsky
Sceneggiatura: Kirill Mikhanovsky; fotografia: Andrij Parekh; montaggio: Adam Walsh, K.D. Klippning;
musica: Artur Andrei Ribeiro; interpreti: José Maria Alves, Rubia Rafaelle, Chico Diaz, Phellipe
Haagensen, Agricio “Nêgo” da Silva, Antonio “Macaro” Nelson da Silva; produzione: Unison Films,
Brasile 2006.
35mm, colore, v.o. portoghese, st. f/t, 111’
Prix Regard Jeune, meilleur film de fiction, Cannes 2006.
In un piccolo villaggio di pescatori nel Nordest del Brasile, il diciassettenne Jusce si tuffa ogni
giorno nelle onde del mare per tentare di recuperare qualche aragosta con del materiale
rudimentale. Dopo una lunga giornata di fatiche, la sua più grande ricompensa è ritrovare Ana che
si sta gustando la sua telenovela preferita. Mentre Ana sogna una vita avventurosa nella capitale,
Jusce è felice della vita che conduce, fino al ritorno improvviso di Rogerio…
Oggi il cinema brasiliano è essenzialmente cittadino, racconta storie di corruzione e di violenza ed
è largamente influenzato sul piano estetico da una messa in scena che spazia dal pubblicitario al
televisivo. Il film di Kirill Mikhanovsky, regista russo emigrato negli Stati Uniti alla sua prima
esperienza nel lungometraggio, riprende invece i set di molto Cinema Novo, l’ambientazione
popolare, i paesaggi naturali della provincia estrema, i tempi e le inquadrature di una realtà che
respira al ritmo degli esseri umani. Già fin dall’inizio siamo trasportati in un universo fluido in cui la
difficoltà del vivere si scioglie e si maschera dietro alla bellezza dei paesaggi, della luce, dei colori.
(Luciano Barisone, in “Cineforum”, 456, luglio 2006)
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