IASMA NOTIZIE VITICOLTURA n. 2

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IASMA NOTIZIE VITICOLTURA n. 2
IASMA Notizie
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Stampato su carta certificata Ecolabel prodotta dalla cartiera Mondi
EU Ecolabel: AT/11/001
Notiziario tecnico del Centro Trasferimento Tecnologico della
Fondazione Edmund Mach - Istituto Agrario di S. Michele all’Adige
VITICOLTURA
21 aprile 2015
n.
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IASMA Notizie n. 13 - Anno XIV - Taxe payée/Tassa riscossa - TN-CPO - Direttore responsabile: Michele Pontalti - San Michele all’Adige, Via E. Mach 1 - Autorizzazione Tribunale di Trento n. 1114 del 19.02.2002 - Stampa: Litotipografia Alcione, Lavis (TN)
PERONOSPORA E OIDIO 2015
PERONOSPORA DELLA VITE
ANDAMENTO PERONOSPORA 2014
Anche nel 2014 le prime infezioni primarie si sono
verificate in epoca precoce come già era capitato
nelle annate 2012 e 2013. Le piogge di inizio maggio (tra il 7 e l’11 maggio, a seconda delle zone)
hanno dato origine alle prime infezioni primarie
con la comparsa delle prime macchie d’olio visibili
a partire dal 22 maggio. Anche le successive piogge
dell’ultima decade di maggio sono state favorevoli
a ulteriori infezioni.
In questi ultimi anni gli attacchi di peronospora
da infezioni primarie si sono sempre verificati in
epoca piuttosto precoce, colpendo frequentemente anche i grappoli, con variazioni di zona e
di danno, tali da non rendere chiaro un metodo
per prevedere con sufficiente precisione dove e
quanto grave potrà verificarsi l’infezione. Per questo risulta molto importante attuare un’attenta
difesa antiperonosporica fin dall’inizio della stagione, ancor più se nel mese di aprile si verificassero piogge consistenti (maggiori di 80-100 mm),
che possono favorire la maturazione e il volo delle oospore.
Nel corso del 2014 gli attacchi più gravi si sono verificati in seguito alle piogge della metà del mese di
giugno (dal 12 al 15 giugno) che hanno favorito delle infezioni con esiti anche molto gravi sui grappoli,
oltre che sulla vegetazione. Infatti, a seguito di tali
eventi, durante la prima settimana di luglio si è notata la comparsa di sintomi di peronospora larvata
sui grappoli, soprattutto su varietà molto sensibili,
come il Merlot e particolarmente in alcune località
della Vallagarina.
Le continue piogge del mese di luglio hanno reso
difficoltosa la difesa contro la peronospora, in particolare la protezione delle foglie delle femminelle.
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21 aprile 2015
GESTIONE DELLA RESISTENZA
DELLA PERONOSPORA AI PRODOTTI
FUNGICIDI
La resistenza a un fungicida può essere definita
come un adattamento genetico e stabile del fungo
all’azione fungitossica della molecola chimica che si
traduce in una ridotta sensibilità al fungicida stesso.
Purtroppo, anche in Trentino, come in altre zone viticole europee, si assiste di tanto in tanto a questo
fenomeno: nei primi anni ‘90 il Cymoxanil (Curzate)
aveva evidenziato un calo di efficacia, nei primi anni
2000 è stato il caso delle Strobilurine (Quadris) e
nelle ultime stagioni tale fenomeno ha riguardato
le molecole del gruppo dei CAA (Forum, Pergado
ecc). Tutti questi casi in cui si evidenziava calo di efficacia, sono stati poi confermati anche dalle analisi di laboratorio come processi di resistenza più o
meno consolidata.
Nel corso della stagione 2014 si è assistito soprattutto in Alta Vallagarina a un calo di efficacia della
Fluopicolide (R6 Albis) in particolare sull’infezione
di metà giugno. In attesa di ulteriori verifiche che
saranno effettuate nel corso 2015, si suggerisce
di non utilizzare tale molecola, almeno nelle zone
dove nel 2014 si sono verificate queste problematiche appena descritte (Vallagarina). Nelle altre zone
è possibile prevedere l’utilizzo di questa molecola
preferibilmente nei periodi e nelle condizioni di
minore pericolosità della peronospora. Inoltre, nelle aziende ove l’utilizzo di questa molecola è stato
ripetuto nel corso degli anni scorsi, si consiglia di
limitarne l’uso.
A livello europeo esiste un comitato di esperti delle
diverse multinazionali del settore degli agrofarmaci
(FRAC: Fungicide Resistance Action Committee) che
monitora, studia e stende suggerimenti e strategie
per la gestione della resistenza dei patogeni ai fungicidi. Tale gruppo di azione è diventato nel tempo
uno degli importanti e riconosciuti riferimenti sul
tema della gestione della resistenza e dal suo sito
ufficiale (www.frac.info) prendiamo alcuni spunti di
riflessione.
La maggior parte dei prodotti “sistemici” agisce sulla
vita della peronospora in un unico sito o con un unico meccanismo d’azione e per questo motivo tale
categoria di fungicidi è più suscettibile a sviluppare
resistenze da parte del fungo. I prodotti fungicidi di
contatto che agiscono in diverse aree della vita del
fungo o con diversi meccanismi di azione sono detti
multisito (es. rame). Questo significa rendere poco
probabile lo sviluppo di un ceppo di peronospora
resistente.
Per cercare di contrastare i fenomeni di resistenza
viene consigliato di:
–– ridurre il numero di trattamenti consecutivi con
i prodotti monosito (più genericamente i “sistemici”)
–– alternare sostanze attive con diverso meccanismo d’azione
–– miscelare le sostanze attive a rischio con un prodotto multisito.
Tabella 1: antiperonosporici: meccanismo d’azione e rischio resistenza
Meccanismo di
azione
Famiglia chimica o
gruppo
Mitosi e divisione
cellulare
B3 Benzammidi
B5 Benzamidi
C4 QiI
(inibitori del chinone sulla
membrana interna)
C8 QxI
(inibitori del chinone in un
punto sconosciuto)
H5 CAA
(amidi dell’acido
carbossilico)
Respirazione
Biosintesi della
parete cellulare
Modo di azione
sconosciuto
Attività multisito
Fosfonati
Inorganico
Sostanza attive
Zoxamide
Fluopicolide
Rischio di resistenza
Strategia
Rischio resistenza
antiresistenza
Basso-medio
Necessaria
Non noto
No indicazioni
Ciazofamide
Medio-alto
Necessaria
Ametoctradina
Medio-alto
Necessaria
Dimetomorf
Mandipropamide
Basso-medio
Necessaria
Basso
No indicazioni
Fosetil-Al
Sali di acido fosforoso
Rame (differenti sali)
Libera elaborazione di dati presenti nel sito web www.frac.info
Basso
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STRATEGIA DI DIFESA 2015
Si ribadisce ancora una volta come la strategia di
difesa dalla peronospora si basa su interventi preventivi mirati, prima delle piogge. Risulta pertanto
determinante la continua consultazione delle previsione meteo per cercare di posizionare correttamente il trattamento immediatamente prima della
pioggia infettante, coprendo al meglio la vegetazione presente in quel momento.
Ogni trattamento offre una certa copertura che può
essere espressa in giorni, la cui durata dipende dal
principio attivo utilizzato, dalla crescita vegetativa,
dallo sviluppo degli acini e del grappolo in generale, dall’eventuale dilavamento a seguito di piogge,
dal normale decadimento dell’efficacia del prodotto presente sulle parti da proteggere, ecc.
Per stabilire la necessità di ripetere il trattamento si
propone uno schema in cui viene definito il tempo
di efficacia dei prodotti espresso in giorni. Ciò significa, che superato questo periodo è NECESSARIO
controllare le previsioni meteo e intervenire prima
di eventuali nuove piogge infettanti. L’efficacia del
prodotto fitosanitario risulta influenzata dalla gravità dell’infezione (purtroppo non sempre prevedibile), dalla crescita dei germogli (vegetazione nuova),
dalla sensibilità della zona, dalla presenza di macchie di peronospora in campo, dalle sporulazioni,
dalla fase fenologica e dalla tecnica di distribuzione.
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Tabella 2: Schema indicativo del “tempo di efficacia dei prodotti” espresso in giorni
Principio attivo
Rame (40-70 g cu/hl)
Zoxamide
Mildicut, Enervin
Fosetil-fosfonati +
rame
Giorni di
efficacia
Dilavamento
prodotto (gg)
2-3
20-30
4-6
Non dilavabili
6-8
Non dilavabili
4-5
Non dilavabili
Si ribadisce che i giorni di efficacia dei prodotti non
sono da intendersi come intervallo tra un trattamento e l’altro. È quindi importante, arrivati alla
fine del periodo di efficacia del prodotto, osservare
le previsioni del tempo e valutare se sia necessario
ristabilire subito la copertura o se sia possibile allungare il turno. Ovviamente nella decisione entrano
anche i rilievi di campo, la situazione climatica e tutti gli elementi citati sopra, ma le previsioni meteorologiche rimangono l’aspetto principale.
PRODOTTI UTILIZZABILI
In base al nuovo disciplinare di produzione viticola
i prodotti utilizzabili nel corso della stagione 2015
sono i seguenti:
Diversi
Limitazione numero
d’interventi
Vedi etichetta formulato
Zoxium, Zemix R, Electis zr
5 (max 3 consecutivi)
-
Cyazofamide
Mildicut
4
Fino a prechiusura
Ametocradin
Enervin sc
3
-
Century, Lbg
5
-
Fosetil di alluminio
Diversi
Vedi etichetta formulato
-
Fluopicolide
R6 Albis
3
Fino a prechiusura
Dimetomorf
Forum ecc.
Principio attivo
Rame
Zoxamide
Fosfonato di potassio
Mandipropamide
Prodotto commerciale
Pergado ecc.
3
Note
-
-
È importante per tutti i prodotti commerciali attenersi alle indicazioni presenti sulle etichetta per
quanto riguarda tempi di utilizzo, dosaggi ad hl e ettaro, cadenza fra i trattamenti ed eventuali altre
indicazioni.
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OIDIO DELLA VITE
L’annata scorsa non è stata particolarmente pericolosa, infatti le piogge ripetute e le basse temperature che hanno contraddistinto la stagione vegetativa
hanno frenato lo sviluppo dell’oidio.
STRATEGIA DI DIFESA
Generalmente l’inizio della difesa dall’oidio coincide
con l’inizio della difesa antiperonosporica.
L’intervallo tra i trattamenti deve essere valutato in
relazione all’andamento climatico, alla pressione
della malattia e alla sensibilità varietale.
Tabella 3: diversa sensibilità varietale all’oidio
Molto sensibili
Schiava, Müller
Thurgau,
Chardonnay,
Teroldego,
Lagrein
Fig.1: andamento dell’oidio nei testimoni non trattati in Trentino
2000-2014
CONTROLLI IN CAMPAGNA
Il controllo in campagna è fondamentale per individuare la pressione dell’annata e per stabilire la strategia di difesa.
A partire dallo stadio di 5-6 foglie formate è opportuno verificare la presenza delle prime macchie di
oidio sulla pagina inferiore delle foglie dei germogli
basali, quelli vicino al legno vecchio che sappiamo
essere un campanello di allarme che indica la potenziale pericolosità del fungo.
OPERAZIONI AGRONOMICHE
Le operazioni a verde (scacchiatura, diradamento
dei germogli, sfogliatura), eseguite tempestivamente, risultano essere un ottimo strumento per il
contenimento della malattia: permettono di arieggiare i grappoli, favorendo una migliore penetrazione ed efficacia dei trattamenti antioidici.
In questo contesto è molto importante anche raggiungere un equilibrio vegeto-produttivo nel vigneto. Tutte le pratiche di forzatura, quali irrigazioni
e concimazioni abbondanti, favoriscono la spinta
vegetativa facilitando la diffusione di questa patologia.
NOVITÀ DISCIPLINARE VITE 2015
È stato sospeso l’utilizzo del Bupirimate (Nimrod,
Vineto, ecc.).
Sensibili
Poso sensibili
Traminer,
Marzemino,
Nosiola
Moscato, Merlot,
Sauvignon B.,
Pinot Grigio,
Pinot nero
Le zone collinari ben esposte e asciutte sono quelle
predisponenti a eventuali infezioni di oidio; al contrario, in fondovalle, l’umidità può favorire lo sviluppo della peronospora. Pertanto bisogna impostare
la difesa in relazione alla zona dove il vigneto è collocato.
Zone sensibili all’oidio
Nei primi trattamenti si consiglia l’utilizzo di zolfo
bagnabile alla dose di 400-500 g/hl.
In prefioritura, la pericolosità del fungo aumenta ed
è preferibile impiegare prodotti specifici quali, Inibitori della Biosintesi dello Sterolo (I.B.S.). Il termine
ultimo di impiego di questa famiglia di antioidici è
la fioritura.
Dall’allegagione si impiegano altri prodotti specifici
quali Metrafenone (Vivando), Cyflufenamid (Cydely,
Rebel Top), Spiroxamina (Prosper, Batam, Veliero),
Strobilurine (Flint, Tucana, ecc.), Quinoxifen (Arius,
Macho, ecc.).
Nei trattamenti finali, se la pressione della malattia
non è elevata, intervenire con zolfo bagnabile a 200
g/hl.
Zone di fondovalle meno sensibili all’oidio
In queste zone è sufficiente iniziare la difesa con Zolfo
bagnabile alla dose di 200-300 g/hl. L’uso di prodotti specifici è consigliato dalla fioritura a prechiusura
grappolo, se la pressione del fungo rimane bassa si
può proseguire impiegando zolfo bagnabile.
Nei trattamenti finali intervenire con zolfo bagnabile a 200 g/hl.
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Zolfo bagnabile tuFa la stagione fino inizio invaiatura IBE (Topas, ecc.) (entro fine fioritura) Cadenza 10-­‐12 gg Zolfo bagnabile Cadenza 7-­‐8 gg Fase pre-­‐fiorale Fioritura Metrafrenone (Vivando) Spiroxamina (Prosper) Ciflufenamid (Cidely) Strobilurine (Flint) Cadenza 8–10 gg Allegagione chiusura gr. Zolfo bagnabile o specifico – Quinoxifen ecc. Invaiatura Fig.2: difesa antioidica disciplinare vite 2015
NOTE TECNICHE
–– Da alcuni anni si è assistito ad una minore efficacia delle strobilurine nei confronti dell’oidio;
pertanto se ne consiglia l’eventuale utilizzo in
fasi poco pericolose e comunque in miscela con
lo zolfo;
–– i prodotti impiegati nella difesa dall’oidio hanno
azione esclusivamente preventiva;
–– è fondamentale la corretta esecuzione dei
trattamenti (velocità, pressioni, volumi di acqua
e dosi). Nelle pergole doppie con sesti superiori
ai 5 metri è preferibile dalla fioritura in poi trattare ala per ala;
–– interrompere la difesa antioidica all’invaiatura,
poiché gli acini non sono più sensibili al fungo;
–– in condizioni di forte pressione della malattia miscelare sempre lo zolfo al prodotto specifico;
–– rispettare il numero massimo di interventi con la
stessa famiglia chimica previsto dal disciplinare
di produzione.
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Tabella 4: numero massimo d’interventi per famiglia chimica
Principio attivo
Zolfo
Metrafenone
Cyflufenamid
Quinoxifen
Spiroxamina
IBE ammessi:
Ciproconazolo,
Penconazolo,
Propiconazolo,
Tebuconazolo,
Tetraconazolo
(no formulazioni Xn)
Trifloxystrobin
Pyraclostribin
Prodotto commerciale
Limitazione numero
d’interventi
Vivando
Cydely, Rebel top
Arius
Batam, Prosper, Veliero
Max 3
Max 2
Max 3
Max 3
Flint
Tucana
GESTIONE DELL’OIDIO UTILIZZANDO
SOLO ZOLFO
In agricoltura biologica i prodotti utilizzabili sono
limitati e la difesa all’oidio, oltre che sull’utilizzo di
zolfo, si deve basare su un’attenta gestione agronomica del vigneto come del resto nei vigneti convenzionali (sfogliature precoci, equilibrio vegetativo).
È fondamentale una difesa preventiva durante tutto
il periodo di suscettibilità al fungo. Nelle zone più
soggette e con varietà molto sensibili potrebbe essere opportuno cominciare i trattamenti allo stadio
di 2-3 foglie con zolfo in polvere, quando le temperature sono superiori ai 15°C.
Note
-
Max 3
Entro la fioritura
Max 3
Come somma dei due
La difesa prosegue poi con zolfo bagnabile a dosaggi di 500-600 g/hl, raccorciando l’intervallo tra
i trattamenti (4-5 giorni) in caso di forte pressione
della malattia. In annate predisponenti e nei periodi
di maggior suscettibilità del grappolo (pre-fioritura,
fine fioritura e prechiusura grappolo) può essere
opportuno intervenire con zolfo in polvere, il quale
offre maggiori garanzie di successo.
Lo zolfo è un prodotto molto dilavabile e quindi è
importante poter intervenire almeno nel periodo
più critico dopo le piogge.
La sua efficacia è condizionata soprattutto dal dosaggio, ma la copertura rimane sempre breve (4-7
giorni).