gesù è il grande evento della storia 1
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gesù è il grande evento della storia 1
PARROCCHIA S. EUSEBIO INCONTRO DI PREGHIERA DI Lunedì 22 luglio GESÙ È IL GRANDE EVENTO DELLA STORIA. (Ia parte) G: Questo è il secondo incontro che noi dedichiamo alla preparazione per l’arrivo del papa a Cagliari, il terzo del calendario proposto dalla Pastorale Giovanile. Il tema suggerito è: Gesù è il grande evento della storia; il passo del Vangelo proposto è quello di S. Luca che racconta la Natività. Ci sono argomenti, come questo che ci viene suggerito, sul quale può sembrarci di saperne “anche troppo”; questo perché sono argomenti tanto importanti che ci troviamo in un modo o nell’altro a ruotarvi sempre intorno. Quando ci capita di sentirci così, ovvero come chi su questo sa già tutto, allora è arrivato il momento di fare un atto di umiltà e chiedere allo Spirito Santo con totale semplicità di aprire la nostra mente alla sua luce. Recita il salmo: Alla tua luce, Signore, vediamo la luce. Così è, infatti. Noi siamo come viandanti che camminano in una notte di luna piena: abbiamo la sensazione di “vedere come di giorno”, ma la luce del sole è tutt’altro, essa rivela cose che la notte non si possono vedere e vedendo acquisiamo una consapevolezza nuova; la nostra visuale è limitata, ma il Signore può dilatare la mente e il cuore aprendoci orizzonti nuovi. Preghiamo dunque lo Spirito Santo, cantando: Veni creator. S: O Dio, vieni a salvarci. T: Signore, vieni presto in nostro aiuto. S: Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. T: Come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen. S: Signore, ci siamo incontrati di nuovo a pregare intorno a Te. Oggi siamo qui per riflettere sul fatto che Tu sei il grande evento della Storia: Signore, Tu sei anche il grande evento della nostra vita. Fai che il tuo stare al centro del nostro piccolo gruppo che prega sia immagine del tuo essere sempre centro fermo, luminoso, nella esistenza di ciascuno di noi. T: Amen. *** G: Ascoltiamo, prima di tutto, le parole di papa Francesco: Chi possiamo considerare come la realtà più importante per la nostra Chiesa? Gesù. Se noi andiamo avanti con l’organizzazione, con altre cose, con belle cose, ma senza Gesù, non andiamo avanti, la cosa non va! Gesù è più importante. Prima di procedere oltre, fermiamoci a rileggere ciascuno per proprio conto le parole del papa. Leggiamo attentamente, perché le sue parole ci guideranno nell’ascolto della parola di Dio. G: Anche se la Pastorale Giovanile propone alla nostra attenzione solo i due versetti che descrivono la nascita di Gesù (6-7), è bello seguire per intero la narrazione di Luca. La lettura sarà intervallata da brevi pause che ci daranno modo di concentrare meglio la nostra attenzione sui vari passaggi che possono offrirci utili spunti per la riflessione. 4°L: In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando era governatore della Siria Quirinio. Andavano tutti a farsi registrare, ciascuno nella sua città. Anche Giuseppe, che era della casa e della famiglia di Davide, dalla città di Nazaret e dalla Galilea salì in Giudea alla città di Davide, chiamata Betlemme, per farsi registrare insieme con Maria sua sposa, che era incinta. Breve pausa Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c'era posto per loro nell'albergo. Breve pausa C'erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò davanti a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande spavento, ma l'angelo disse loro: "Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia". E subito apparve con l'angelo una moltitudine dell'esercito celeste che lodava Dio e diceva: "Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama". Breve pausa Appena gli angeli si furono allontanati per tornare al cielo, i pastori dicevano fra loro: "Andiamo fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere". Andarono dunque senz'indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, che giaceva nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udirono, si stupirono delle cose che i pastori dicevano. Breve pausa Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore. I pastori poi se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com'era stato detto loro. (Lc 2, 1-20) Chiediamo alla Madonna di accompagnarci in questa ora di preghiera cantando: Santa Maria del cammino (Pag. 14) 1°L: Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c'era posto per loro nell'albergo. 2°L: Questo il cuore del racconto ed è giusto cominciare da qui. La descrizione che ci fa Luca è molto scarna ed essenziale (quella che ci fa Matteo lo è ancora di più), ma basta ad evidenziare almeno due elementi importanti: il primo è la “naturalità”: si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito. Una mamma giovane e sana, una gravidanza a termine. Il secondo è la precarietà della situazione: lo depose in una mangiatoia, perché non c'era posto per loro nell'albergo. Erano lontani da casa, per adempiere a un dovere di legge; sicuramente non è il massimo a cui può aspirare una mamma alla nascita del suo primo figlio. 3°L: Sei nato così, fuori da casa tua, tra tante persone che si trovavano ad essere lì quasi per caso. Ma in fondo, capita a tanti e, comunque, eravate in un ambiente protetto, tu e i tuoi genitori. È vero che la tua prima culla è stata una mangiatoia per animali, ma, con qualche accorgimento, per un neonato può essere una sistemazione comoda, morbida e calda. E tua madre era stata previdente, si era portata dietro l’occorrente, infatti: Lo avvolse in fasce. La nostra fantasia ha arricchito la tua nascita di particolari ricchi di pathos: ti facciamo nascere in una grotta, in un paesaggio coperto di neve, ti mettiamo in una greppia nudo, esposto “al freddo e al gelo”, come cantiamo in una delle nostre canzoni natalizie. Credo che il nostro problema sia di non riuscire ad accettare la tua “normalità” e temo, Signore, che sia un problema serio. Abbiamo bisogno di vederti in situazioni straordinarie perché non riusciamo a riconoscerti nell’ordinario. G: Sicuramente le poche righe del Vangelo che abbiamo ascoltato ci possono offrire ulteriori spunti per la preghiera e per la riflessione. ve ne proponiamo qualcuno. • È stato sottolineato che Gesù è nato lontano dalla sua casa, ma in un ambiente abbastanza protetto. Pensiamo alle donne incinte e ai neonati “recuperati” in mare dai barconi dei clandestini e pensiamo a quanti di loro non sono mai arrivati. Non cogliamo neppure più la tragicità di questo fenomeno, è diventato un caso di ordinaria disperazione. • Un neonato, in condizioni normali, ha bisogno di poco: di essere lavato e vestito, pannolini e il seno della mamma. Però ha bisogno di tante attenzioni e tanto affetto. Spesso i nostri bambini vivono una situazione capovolta: vagoni di roba, strumenti di ogni genere per ogni evenienza, giocattoli “mirati” fin dai primi mesi di vita e però vengono sballottati come pacchi postali da un genitore all’altro delle coppie in crisi o affidati ad altri ogni volta che si può perché c’è sempre qualcosa di più urgente da fare. Riflettiamo in silenzio G: Preghiamo. Recitiamo a cori alterni. Perché le genti congiurano perché invano cospirano i popoli? Annunzierò il decreto del Signore. Egli mi ha detto: "Tu sei mio figlio, io oggi ti ho generato. Insorgono i re della terra e i principi congiurano insieme contro il Signore e contro il suo Messia: Chiedi a me, ti darò in possesso le genti e in dominio i confini della terra. "Spezziamo le loro catene, gettiamo via i loro legami". Le spezzerai con scettro di ferro, come vasi di argilla le frantumerai". Se ne ride chi abita i cieli, li schernisce dall'alto il Signore. E ora, sovrani, siate saggi istruitevi, giudici della terra; Egli parla loro con ira, li spaventa nel suo sdegno: servite Dio con timore e con tremore esultate; "Io l'ho costituito mio sovrano sul Sion mio santo monte". che non si sdegni e voi perdiate la via. Improvvisa divampa la sua ira. Beato chi in lui si rifugia. (Sal 2 Cantiamo: Come Maria (Pag. 15) 1°L: In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando era governatore della Siria Quirinio. Andavano tutti a farsi registrare, ciascuno nella sua città. Anche Giuseppe, che era della casa e della famiglia di Davide, dalla città di Nazaret e dalla Galilea salì in Giudea alla città di Davide, chiamata Betlemme, per farsi registrare insieme con Maria sua sposa, che era incinta. 2°L: Siamo tornati indietro, riprendendo la prima parte del racconto di Luca, perché queste righe ci inseriscono nel contesto storico in cui avvenne la nascita di Gesù. Sono notizie di cronaca, riferite in modo asciutto e conciso eppure niente è più adatto a calarci nella concretezza della vita. Un decreto dell’imperatore di Roma ordina un censimento in tutto il territorio dell’impero; si trattava di registrare la presenza degli abitanti per ragioni fiscali. 3°L: Gesù, tu che sei “il grande evento della storia”, ti sei inserito in questa nostra storia immergendoti subito, perfettamente, nel corso degli avvenimenti. Agli ebrei riuniti a Betlemme per il censimento, la tua nascita è passata quasi certamente inosservata, mentre il grande evento del momento appariva proprio il censimento con tutti i problemi ad esso connessi: una nuova tassa da pagare e per giunta da pagare in denaro facendo pesare oltre al danno l’offesa dell’immagine dell’imperatore impressa sulla moneta. Sono passati più di duemila anni, il censimento ordinato da Augusto o la figura di Publio Quirinio sono del tutto sconosciuti alla maggior parte delle persone, ma sono pochi quelli che non hanno mai sentito parlare di te. Da allora, nello scorrere del tempo, si sono verificati molti avvenimenti “importanti”, sono passati e se ne conserva il ricordo nei libri di storia; tu hai continuato e continui a vivere e agire nel mondo con una forza tale che non si può parlare della vita degli uomini senza considerare la tua presenza. Riflettiamo in silenzio G: Abbiamo iniziato la nostra ora di preghiera ascoltando le parole di papa Francesco che si aprivano con una domanda e la sua risposta: Chi possiamo considerare come la realtà più importante per la nostra Chiesa? Gesù. Ma noi, siamo proprio certi di considerare sempre Gesù la realtà più importante per la nostra Chiesa, per la nostra società, per la nostra vita? Preghiamo dicendo: Aiutaci, Signore. • Quando la nostra religiosità si sovrappone agli avvenimenti della vita senza riuscire a calarsi veramente in essa. • Quando scandalizzati dagli errori commessi dagli uomini non riusciamo a riconoscere la Tua presenza nella storia. • Quando identifichiamo la fede con un sentimentalismo superficiale e fragile. • Quando non riusciamo a conciliare il pregare con l’agire. • Quando la preghiera diventa un alibi per non fare. • Quando il fare diventa un alibi per non pregare. G: Preghiamo, ripetendo insieme: Benedetto Canterò senza fine le grazie del Signore, con la mia bocca annunzierò la tua fedeltà nei secoli, perché hai detto: "La mia grazia rimane per sempre"; la tua fedeltà è fondata nei cieli. (Rit) "Ho stretto un'alleanza con il mio eletto, ho giurato a Davide mio servo: stabilirò per sempre la tua discendenza, ti darò un trono che duri nei secoli". (Rit) I cieli cantano le tue meraviglie, Signore, la tua fedeltà nell'assemblea dei santi. Chi sulle nubi è uguale al Signore, chi è simile al Signore tra gli angeli di Dio? (Rit) Dio è tremendo nell'assemblea dei santi, grande e terribile tra quanti lo circondano. Chi è uguale a te, Signore, Dio degli eserciti? Sei potente, Signore, e la tua fedeltà ti fa il Signore in eterno. Amen, amen. corona. (Rit) Tu domini l'orgoglio del mare, tu plachi il tumulto dei suoi flutti. Tu hai calpestato Raab come un vinto, con braccio potente hai disperso i tuoi nemici. (Rit) Tuoi sono i cieli, tua è la terra, tu hai fondato il mondo e quanto contiene; il settentrione e il mezzogiorno tu li hai creati, il Tabor e l'Ermon cantano il tuo nome. ® È potente il tuo braccio, forte la tua mano, alta la tua destra. Giustizia e diritto sono la base del tuo trono, grazia e fedeltà precedono il tuo volto. (Rit) Beato il popolo che ti sa acclamare e cammina, o Signore, alla luce del tuo volto: esulta tutto il giorno nel tuo nome, nella tua giustizia trova la sua gloria. (Rit) Perché tu sei il vanto della sua forza e con il tuo favore innalzi la nostra potenza. Perché del Signore è il nostro scudo, il nostro re, del Santo d'Israele. (Rit) Un tempo parlasti in visione ai tuoi santi dicendo: "Ho portato aiuto a un prode, ho innalzato un eletto tra il mio popolo. (Rit) Ho trovato Davide, mio servo, con il mio santo olio l'ho consacrato; la mia mano è il suo sostegno, il mio braccio è la sua forza. (Rit) Su di lui non trionferà il nemico, né l'opprimerà l'iniquo. Annienterò davanti a lui i suoi nemici e colpirò quelli che lo odiano. (Rit) La mia fedeltà e la mia grazia saranno con lui e nel mio nome si innalzerà la sua potenza. Stenderò sul mare la sua mano e sui fiumi la sua destra. (Rit) Egli mi invocherà: Tu sei mio padre, mio Dio e roccia della mia salvezza. Io lo costituirò mio primogenito, il più alto tra i re della terra. (Rit) Gli conserverò sempre la mia grazia, la mia alleanza gli sarà fedele. Stabilirò per sempre la sua discendenza, il suo trono come i giorni del cielo. (Rit) Se i suoi figli abbandoneranno la mia legge e non seguiranno i miei decreti, se violeranno i miei statuti e non osserveranno i miei comandi, (Rit) punirò con la verga il loro peccato e con flagelli la loro colpa. Ma non gli toglierò la mia grazia e alla mia fedeltà non verrò mai meno. (Rit) Non violerò la mia alleanza, non muterò la mia promessa. Sulla mia santità ho giurato una volta per sempre: certo non mentirò a Davide. (Rit) In eterno durerà la sua discendenza, il suo trono davanti a me quanto il sole, sempre saldo come la luna, testimone fedele nel cielo". (Rit) Ma tu lo hai respinto e ripudiato, ti sei adirato contro il tuo consacrato; hai rotto l'alleanza con il tuo servo, hai profanato nel fango la sua corona. (Rit) Hai abbattuto tutte le sue mura e diroccato le sue fortezze; tutti i passanti lo hanno depredato, è divenuto lo scherno dei suoi vicini. (Rit) Hai fatto trionfare la destra dei suoi rivali, hai fatto gioire tutti i suoi nemici. Hai smussato il filo della sua spada e non l'hai sostenuto nella battaglia. (Rit) Hai posto fine al suo splendore, hai rovesciato a terra il suo trono. Hai abbreviato i giorni della sua giovinezza e lo hai coperto di vergogna. (Rit) Fino a quando, Signore, continuerai a tenerti nascosto, arderà come fuoco la tua ira? Ricorda quant'è breve la mia vita. Perché quasi un nulla hai creato ogni uomo? (Rit) Quale vivente non vedrà la morte, sfuggirà al potere degli inferi? Dove sono, Signore, le tue grazie di un tempo, che per la tua fedeltà hai giurato a Davide? (Rit) Ricorda, Signore, l'oltraggio dei tuoi servi: porto nel cuore le ingiurie di molti popoli, con le quali, Signore, i tuoi nemici insultano, insultano i passi del tuo consacrato. (Rit) (Sal 89) G: Chi vuole, può esprimere a voce alta un breve commento o una preghiera. Concludiamo questa prima parte della nostra riflessione sul tema: Gesù è il grande evento della storia, ascoltando un commento di papa Benedetto XVI: Il Natale, infatti, non è un semplice anniversario della nascita di Gesù, è anche questo, ma è di più, è celebrare un Mistero che ha segnato e continua a segnare la storia dell’uomo – Dio stesso è venuto ad abitare in mezzo a noi (cfr Gv 1,14), si è fatto uno di noi -; un Mistero che interessa la nostra fede e la nostra esistenza; un Mistero che viviamo concretamente nelle celebrazioni liturgiche, in particolare nella Santa Messa. (Benedetto XVI) Cantiamo. Adoro te devote, latens Deitas, quae sub his figuris vere latitas: tibi se cor meum totum subjicit, quia Te contemplans totum deficit. che sotto queste Specie veramente ti celi: solo a Te si sottomette tutto il mio cuore, nel contemplarTi viene completamente meno. Visus, tactus, gustus in Te fallitur, sed auditu solo tuto creditur: credo quidquid dixit Dei Filius: nil hoc Verbo veritatis verius. La vista, il tatto, il gusto si ingannano al Tuo riguardo, soltanto alla Parola si crede con certezza: credo tutto ciò che il Figlio di Dio ha detto: nulla è più vero di questa Parola di verità. In cruce latebat sola Deitas, at hic latet simul et humanitas: ambo tamen credens atque confitens, peto quod petivit latro poenitens. Sulla croce si celava l’unica Divinità, e lì si cela anche l’umanità: credendo e riconoscendo tuttavia entrambe, Ti chiedo ciò che ti chiese il ladrone pentito. Plagas, sicut Thomas, non intueor: Deum tamen meum te confiteor: fac me tibi semper magis credere, in te spem habere, te diligere. Non tocco le tue piaghe come Tommaso: tuttavia Ti riconosco come mio Dio: fa’ che io creda sempre più in Te, che io speri in Te, che Ti ami. O memoriale mortis Domini, panis vivus, vitam praestans homini, praesta meae menti de te vivere, et te illi semper dulce sápere. O memoriale della morte del Signore, pane vivo che dai la vita all’uomo, concedi alla mia mente di vivere di Te, e di assaporare sempre Te che sei dolcezza Pie pelicane, Jesu Domine, me immundum munda tuo sanguine, cujus una stilla salvum facere totum mundum quit ab omni scelere. O pietoso pellicano, Signore Gesù, ancorché immondo mondami con il Tuo Sangue, una sola stilla del quale può dare salvezza al mondo intero da ogni peccato. Jesu, quem velatum nunc aspicio: oro fiat illud, quod tam sitio: ut te revelata cernens facie, visu sim beatus tuae gloriae. Amen. Ti adoro con devozione, o Dio che ti nascondi, O Gesù, che ora guardo velato: prego che si realizzi ciò che desidero tanto: che, scorgendo Te a volto scoperto, io sia beato alla vista della Tua Gloria. Amen