ALLEGATO B PROGETTO “Prato Sociale – L`impresa sociale, una

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ALLEGATO B PROGETTO “Prato Sociale – L`impresa sociale, una
ALLEGATO B
PROGETTO “Prato Sociale – L’impresa sociale, una leva di sviluppo per la città di Prato”.
Soggetto titolare e gestore
Soggetti partner
Le strategie di fondo
e il quadro di contesto
ReteSviluppo s.c.
Confcooperative Firenze Prato
Legacoop Servizi
Consorzio Pegaso
Baglioni & Poponcini
Astir forma
In Europa vi sono 25 milioni di disoccupati in seguito alle conseguenze di una crisi
iniziata nel 2008, che si ripercuote, non in ugual misura, su tutti i territorio europei. La
situazione locale del sistema pratese contiene elementi di criticità superiori a quelli
della media dei territori europei, in quanto dal 2008 in avanti il PIL è cresciuto meno di
quello Toscano e di quello italiano. Tra le cause concorrenti a determinare questa
situazione, vi è la vocazione manifatturiera del distretto, specializzata in produzioni
mature, fortemente esposte alla concorrenza di paesi emergenti. Nel 2011 il distretto
pratese è stato riconosciuto come area di crisi complessa dal Ministro dello Sviluppo
Economico.
Tale crisi sta accelerando un processo di trasformazione economico e sociale che tende
a spostare la forza lavoro e la ricchezza dall'industria manifatturiera verso nuove forma
d'imprenditoria.
Le imprese sociali, come riporta anche la comunicazione della Commissione COM
(2011) 682 definitivo possono fornire risposte innovative sia alle sfide economiche che
sociali, promuovendo occupazione, migliorando i servizi e garantendo una crescita
economica inclusiva.
Si tratta di un business economicamente sostenibile, che
distribuisce gli utili e garantisce l'integrazione sociale.
Anche in Toscana, accanto al mondo della cooperazione sociale ormai sviluppato e
radicato , si stanno affacciando sempre più nuove forme di imprenditorialità definibili
come “sociali”, che ampliano il campo di riferimento tanto sotto il profilo giuridico
quanto sotto il profilo dei settori di intervento. La nuova normativa in ambito di impresa
sociale (con particolare riferimento al D. Lgs. 24 marzo 2006 n. 155 in attuazione della
legge delega 23 giugno 2005 n. 118), consente infatti di svolgere attività d’impresa per
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la produzione di “beni di utilità sociale” finalizzati a obiettivi di “interesse generale”,
allargando di fatto l’attenzione sul più ampio terreno del no profit.
Le imprese sociali, per essere tali, devono assumere alcuni importanti vincoli:
-il settore di intervento (che dev’essere relativo a “materie di particolare rilievo sociale”
quali servizi sociali, cultura, istruzione e formazione, turismo sociale, ecc.);
-l’informazione e il coinvolgimento di diversi stakeholder (lavoratori e beneficiari delle
attività);
-la destinazione degli utili, che non vengono redistribuiti tra i soci ma impiegati in
investimento per lo sviluppo dell’impresa;
-il rendiconto economico ed anche sociale delle attività.
A queste condizioni, tutte le forme giuridiche, comprese quelle di origine commerciale,
possono assumere la veste di impresa sociale.
Idea progettuale
Il vantaggio competitivo potenziale dell’impresa sociale può essere ricondotto infatti
alla specificità della formula imprenditoriale; superando una concezione del non profit
come pure fatto solidaristico orientato ad avere vantaggi fiscali o ad essere sostenuto
dal mercato pubblico oppure utilizzato strumentalmente per contenere il costo del
lavoro nel sistema di affidamento dei servizi, il minor costo di gestione dell’impresa
sociale potrebbe invece permettere maggiore competitività sul mercato e quindi dare
una prospettiva di maggior stabilità e occupazione. In altre parole le imprese sociali non
profit possono essere come “rescue and saving company” ovvero come soggetti che di
fatto recuperano posizioni di mercato, sostituendo le imprese per profit.
Le loro prospettive di mercato appaiono positive sia per la maggior richiesta di bene e
servizi etici, ma anche per la contrazione della presenza verificatasi, a seguito delle
politiche di rigore e di revisione della spesa pubblica, in molti settori del welfare, in cui
tali imprese possono trovare spazi di inserimento.
La proposta intende sviluppare un modello d'impresa sociale, in stretta relazione con la
cooperazione sociale, che partendo dall'analisi della situazione esistente sia in grado di
realizzare un business economicamente sostenibile e che allo stesso tempo favorisca la
coesione sociale del territorio.
L’area pratese, per le sue caratteristiche, può essere luogo di laboratorio sperimentale
in Toscana per l’imprenditoria sociale, con l’obiettivo tra l’altro di elaborare una
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certificazione attraverso un apposito marchio e di sviluppare un modello replicabile e
sviluppabili anche in altri territori.
Il progetto si sviluppa nelle seguenti linee di azione:
1)Mappatura
Obiettivi specifici
Azioni progettuali
dell'impresa
sociale
nell’area
pratese,
completa
di
analisi
macroeconomica delle imprese e di analisi della legislazione e della letteratura di
riferimento;
2)Analisi delle capacità di accesso al credito da parte dell’impresa sociale;
3)Analisi delle prospettive di sviluppo della forma di imprenditorialità sociale e della
risposta fornita dall'impresa sociale di fronte alla crisi economica.
4)Individuazione del vantaggio economico costituito dal produrre e commercializzare
beni realizzati “eticamente”;
5)Definizione del disciplinare di un marchio di qualità (brand sociale) il cui possesso
permetta di dimostrare il valore etico e sociale del proprio prodotto o servizio.
Gli obiettivi specifici del progetto sono
• Individuare criteri del sistema macroeconomico che siano favorevole allo sviluppo
dell'impresa sociale;
• Individuare metodologie/strategie per favorire il credito all'impresa sociale, anche
tramite forme “alternative/innovative”;
• Sviluppare un modello di impresa sociale indirizzato verso processi, prodotti/servizi che
possano contrastare la crisi economica e garantire quindi una presenza di lungo periodo
nel mercato, favorendo allo stesso tempo la coesione sociale nei territori in cui opera;
• Sensibilizzare le imprese evidenziando gli elementi di sostenibilità e di eticità
dell'impresa sociale, al fine di favorire un’attenzione del mercato attento a questi
concetti.
1) Mappatura dell'impresa sociale nell’area pratese con analisi macroeconomica delle
imprese ed analisi della legislazione.
Questa attività avrà come obiettivo l’individuazione non solo delle imprese sociali
esistenti, ma anche di quelle “potenzialmente sociali”, ovvero che hanno le
caratteristiche per esserlo, ma che non lo sanno o non sono riconosciute.
La mappatura non si limiterà a ricomprendere le imprese sociali iscritte nell'apposito
registro presso la Camera di Commercio, ma verificherà anche quelle operative sul
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territorio attraverso le banche dati (es. elenco regione per le agenzie formative, pagine
bianche, elenchi fornitori sovraintendenze) e l’ analisi del territorio. Le imprese saranno
suddivise secondo i settori in cui operano; a) socio sanitario b) istruzione e formazione
c) cultura d) ambiente b) cooperazione B.
In seguito ad ogni aziende individuata sarà inviata una comunicazione, per conoscerne
forma societaria, numero di addetti, fatturato, anno di creazione.
Per verificare il trend di sviluppo del settore verranno effettuate delle interviste con
testimoni qualificati o un brainstorming collettivo, inteso come un evento in cui i
partecipanti rispondono insieme ad alcuni domande e sulla base delle risposte fornite il
conduttore sviluppa la discussione, con i alcuni imprenditori del settore.
Successivamente si provvederà ad una analisi della disciplina europea sull'impresa
sociale a partire dal Reg. 1435/2003 ed a una comparazione della legislazione presente
nei principali paesi europei e extraeuropei sul tema della impresa sociale al fine di
proporre eventuali modifiche alla normativa italiana.
Questa attività
dovrebbe anche permettere di comprendere come valorizzare
maggiormente
a livello di sistema le imprese sociali,
uno dei criteri per la
valorizzazione è quello del quadro delle procedure degli appalti pubblici, l'elemento
di qualità nella aggiudicazione degli appalti, soprattutto quanto riguardano i servizi
sociali d'interesse generale.
Sarà valorizzata in tale analisi la conoscenza della letteratura scientifica pregressa sul
tema dell’impresa sociale, con particolare riferimento alle esperienze di ambito
toscano.
2) Analisi delle capacità di accesso al credito da parte dell’impresa sociale.
L'accesso al credito è disciplinato dai c.d. “accordi di Basilea ” ad oggi la normativa
adotta si riferisce a Basilea 2 che dovrebbe essere progressivamente sostituito da
“Basilea 3”.
Attualmente l'accesso al credito dipende essenzialmente da 4 fattori;
a) Rapporto azienda /banca;
b) Rapporto azienda/ sistema bancario;
c) Andamento del settore di attività di riferimento:
d) caratteristiche dell'azienda, ovvero “chi sono, come lavoro e quanto valgo”.
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Questa azione si svilupperà attraverso le seguenti attività;
-Individuazione campione rappresentativo di imprese, e di banche con cui sono i
rapporti, per interviste strutturate sulla loro capacità di accesso al credito, tenendo
presente i parametri previsti da Basilea 2.
Le interviste permetteranno di comprendere i quattro fattori sopra descritti verificando
la diversa percezione che hanno le aziende e gli istituti bancari. Analisi di altre forme di
credito o finanziamento, come il microcredito e il crawdfounding e come possono
ovviare ad alcune criticità evidenziate nei punti precedenti.
3) Analisi delle prospettive di sviluppo della forma di imprenditoria sociale e della
risposta fornita dall’impresa sociale di fronte alla crisi economica.
Analisi delle
future richieste dal mercato e in
sintonia con i nuovi sviluppi
dell'economia sostenibile (per economia sostenibile - green economy - si intende un
modello di sviluppo economico basato sul benessere complessivo, non solo in termini
monetari, e sull'equità sociale); uno sviluppo sostenibile che, secondo la definizione del
Brundtland Report del 1987 dell'ONU, "permette di soddisfare i bisogni del presente
senza compromettere la capacità delle future generazioni di soddisfare i propri
bisogni".
Lo sviluppo sostenibile ruota attorno a quattro componenti fondamentali:
• Sostenibilità economica: intesa come capacità di generare reddito costante e
lavoro sicuro per il sostentamento della popolazione;
• Sostenibilità sociale: intesa come capacità di garantire condizioni di benessere
umano (sicurezza, salute, istruzione, ecc.) equamente distribuite fra tutta la
popolazione;
• Sostenibilità ambientale: intesa come capacità di mantenere qualità e
riproducibilità delle risorse naturali;
• Sostenibilità istituzionale: intesa come capacità di assicurare condizioni di
democrazia reale e partecipazione ai processi decisionali.
L'analisi verificherà le criticità e le opportunità economiche dello concetto di
Sviluppo Locale cioè la preferenza ad acquistare beni e servizi prodotti localmente
rispetto a quelli prodotti altrove.
4)Individuazione del vantaggio economico costituito dal produrre e commercializzare
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beni realizzati “eticamente”
Ad oggi, nonostante la crisi, aumenta il numero di cittadini che orientano le loro scelte
d'acquisto sulla base dei valori etici dei prodotti, magari pagando un prezzo superiore.
Questa sensibilità è molto diversa da territorio e territorio; per questo motivo è
necessario contestualizzare questo trend nella reale situazione del territorio di
riferimento. Si verificherà pertanto il posizionamento dell’area pratese rispetto alle altre
province toscane per consumo di beni equo solidali; successivamente sarà individuato
un campione d'aziende (massimo 5) che producono beni “etici”, suddivise nei vari
settori, per raffrontare le loro performance con quelle di altri aziende che producono
beni simili, attraverso dati reperiti attraverso la Camera di commercio. Tali aziende
verranno poi coinvolte in un focus group che utilizzi la metodologia del confronto
creativo.
Attraverso il focus esploreremo i seguenti ambiti:
- come le aziende che producono beni etici percepiscono il loro posizionamento sul
mercato
- i gruppi target dei loro clienti in raffronto con la clientela della concorrenza e il
confronto dei prezzi.
Un altro focus sarà incentrato su un campione di consumatori che acquistano beni
“etici” ed un altro campione che non li acquista, per comprendere i motivi che sono alla
base delle loro scelte e favorire un confronto fra li due gruppi di consumatori.
5) Definizione del disciplinare di un marchio di qualità (brand sociale), che permetta di
dimostrare il valore etico e sociale del proprio prodotto o servizio.
Sempre più spesso vengono creati standard attraverso cui le imprese dimostrano il
rispetto per determinati requisiti. Accanto agli standard universalmente riconosciuti
come ISO 9000 o SA 8000 vengono creati standard sempre più specifici per rispondere
a criteri particolari.
Lo standard che il progetto intende proporre, che andrà successivamente certificato,
riguarderà i concetti di sostenibilità economica, sociale, ambientale e organizzativa (ad
esempio, assenza di lavoro non regolare nella realizzazione di prodotti e servizi,
rispetto delle pari opportunità e della parità di genere, valorizzazione del contributo dei
lavoratori alla definizione delle strategie aziendali, benessere dei lavoratori, rapporto
con le altre aziende del territorio9. Ulteriori aspetti potranno essere integrati durante
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Gruppo target
Metodologia
l'implementazione dello standard.
Questa azione si svilupperà attraverso le seguenti attività;
-comparazione delle normative vigenti sulle certificazioni volontarie (ISO 9000, ISO
14000…) per verificare quali sono gli elementi che possono essere inseriti nel
disciplinare proposto dal progetto e per verificarne l’integrazione con i sistemi
attualmente in uso nelle imprese;
-incontro con le imprese per l’individuazione dei contenuti del disciplinare proposto.
Verrà effettuato un incontro a cui saranno invitati le imprese sociali, imprese “non
sociali”, sindacati, organizzazioni di categoria, università, ecc. Questo incontro che si
svolgerà con gli strumenti del confronto creativo servirà per individuare i contenuti del
disciplinare;
-elaborazione del disciplinare; verrà definito un disciplinare con la seguente struttura; 1
obiettivi, 2 scopo, 3 campo d'applicazione, 4 ambito d'intervento, 5 termini e
definizioni, 6 principi generali, 7 criteri generali.
Il progetto interviene sulla qualificazione di imprese cooperative, associazionismo,
impresa profit interessata a svolgere attività di no profit in imprese sociali, rendendole
maggiormente qualificate nell’operare nei beni collettivi e comuni attraverso la
certificazione e l’individuazione del marchio etico. Quindi si rivolge a tutti i soggetti che
rientrano nell’identificazione di impresa sociale, ai neo imprenditori e agli aspiranti
startupper social. Infine si rivolge anche a quei lavoratori che hanno perso il posto di
lavoro e che collettivamente vogliono rimettersi in gioco e offrire le proprie competenze
alla comunità
Le metodologia che si intende utilizzare incrocia gli strumenti del confronto creativo con
quelli della ricerca-azione.
La presente proposta progettuale può essere suddivisa in due macro-attività che sono
trasversali ad ognuna delle azioni sopra descritte, ovvero analisi ed intervento. Per
quanto riguarda l'analisi essa verrà effettuata basandosi sui seguenti principi; a)
riutilizzo dei dati e dei lavori esistenti b) individuazione di molteplici punti di vista anche
da angolature diverse (sindacati, imprese, ecc.) in quanto è opportuno guardare ogni
fenomeno da più prospettive.
Il progetto adotta una metodologia sostenibile in quanto i suoi effetti continueranno a
manifestarsi anche al termine del progetto stesso. La sostenibilità nasce dall'operatività
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Risultati attesi
Monitoraggio e valutazione
delle azioni in quanto vengono forniti ai diversi stakeholders della proposta strumenti
che possono utilizzare per lo sviluppo della loro attività lavorativa.
Considerato che le tematiche trattate dal progetto sono sviluppate a livello europeo da
alcuni programmi quali il VII programma quadro, il programma PARES, si ritiene utile un
confronto con altre realtà europee che lavorano su questi temi, per monitorare e
confrontare i reciproci risultati
Azione 1:
Prodotti: mappa dell’impresa sociale a Prato e report sulla legislazione delle impresa
sociale nei diversi paesi.
Risultati: individuazione tra i 5/8 criteri del sistema macroeconomico che siano
favorevole all'impresa sociale
Azione 2:
Prodotti; report dettagliato sulla buone e cattive pratiche del rapporto tra impresa
sociale e credito.
Risultati: individuazione di una/due forme di credito alternativo .
Azione 3:
Prodotto: Report sulle prospettive di sviluppo .
Risultati: Individuazione di almeno 10 prodotti e servizi che possano contrastare la
crisi economica.
Azione 4 promozione della imprenditoria sociale attraverso una campagna di
comunicazione e sensibilizzazione.
Azione 5 Elaborazione di un disciplinare per la creazione di un marchio Prato Social
Brand.
Il meccanismo di monitoraggio si sviluppa attraverso le seguenti attività:
1) Definizione degli indicatori (così come riportati di seguito);
2) Definizione della strategia per la raccolta dei dati e analisi dei dati e la
realizzazione degli strumenti, questi
saranno raccolti attraverso specifici
questionari, attraverso l'analisi dei documenti di commessa o in seguito a segnalazioni
degli utenti. Per quanto riguarda i questionari, a seconda della numerosità, la
somministrazione può essere integrale od a campione.
Per verificare l’impatto
dell’attività formativa nel contesto lavorativo verrà Individuato un campione di
partecipanti rispetto ai quali realizzare un’indagine di approfondimento attraverso uno
specifico focus;
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3) Definizione del timing di valutazione: le rilevazioni saranno trimestrali
4) Predisposizione di un meccanismo per la trasformazione degli output del
monitoraggio in input per la riprogettazione dell’intervento. Sulla base dei
risultati del report di valutazione, il responsabile del gruppo di lavoro provvederà
eventualmente ad attivare una azione correttiva, secondo le procedure di qualità di cui
dispone l'ATI, e a fornire nuove specifiche al responsabile della linea che le girerà ai
membri dello staff. Dopo un primo periodo d'applicazione provvederemo ad una
valutazione per verificare se sono stati risolti i problemi evidenziati.
Gli indicatori/risultati attesi rispetto alle singole azioni sono i seguenti
Azione n° 1; numero di imprese che rispondono alla scheda 80% del campione
individuato, n° di imprenditori che partecipano agli incontri (almeno 5), numero di
settori a cui fanno riferimento gli imprenditori che partecipano agli incontri (almeno 3),
numero di paesi di cui analizzeremo la disciplina dell'impresa sociale (almeno 3),
Numero di criteri favorevoli … (almeno 5)
Azione n° 2 e 3; numero di imprese che intervistiamo (almeno 3), rappresentatività
delle imprese rispetto al contesto ,numero di banche che intervistiamo (almeno 3),
numero di forme alternative i credito individuate
Azione n° 4; numero di imprese campionate (almeno 5) , rappresentatività delle
imprese rispetto al contesto, numero di consumatori coinvolti (almeno 10), Numero di
servizi/ prodotti individuati (almeno 10)
Azione n° 5; numero di imprese che partecipano all'incontro per la definizione dei
contenuti (almeno 10), numero di altri stakeholders che partecipano all'incontro per la
definizione dei contenuti (almeno 10), numero di imprese che mostrano interesse al
marchio (almeno 25) .
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Tempi di realizzazione
Settembr
e/Ottobre
‘13
Novembre
/Dicembre
‘13
Gennaio/F
ebbraio
‘14
Marzo/Apr
ile ‘14
Maggio/Gi
ugno ‘14
Luglio/Ag
osto ‘14
Azione 1
X
X
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Budget
Il budget totale del progetto ammonta ad Euro 70.000, di cui:
-Euro 40.000 cofinanziamento Regione Toscana;
-Euro 30.000 cofinanziamento del soggetto gestore e soggetti partner.
In particolare, il budget è così articolato tra le seguenti azioni:
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Azione
Cofinanziamento
RT
Cofinanziamento
Sogg. Gestore +
partner
TOTALE
Azione 1
esperto senior
4000
3000
7000
esperti junior
2500
2500
5000
Coordinatore
2000
1000
3000
Personale amministrativo
0
500
500
Esperto Valutazione
500
0
500
12
13