Intorno alle Tre Cime

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Intorno alle Tre Cime
Misurina
Misurina con i suoi 1756 metri d'altitudine è l'abitato più in quota di tutta la Provincia di
Belluno. Misurina rappresenta il valico che congiunge il Cadore con la Val Pusteria. Negli anni
tra il 1800 ed il 1900 conobbe il turismo, con i primi grandi alpinisti e successivamente con
personaggi storici quali la Regina Margherita di Savoia o il poeta Carducci.
Il suo splendido e romantico lago alpino è di origine glaciale e viene alimentato da piccoli
torrenti che discendono dai monti circostanti. Il Lago di Misurina è il più grande lago naturale
del Cadore: la sua origine pare dovuta ad un doppio sbarramento di frana. Le dimensioni del lago
sono: 2,5 km di perimetro, 925 metri di lunghezza, 325 metri di larghezza massima e profondità
media di 3,5 metri. Intorno al lago si gode di un panorama irripetibile: Sorapiss, Cristallo, Pale di
Misurina, Monte Piana, Tre Cime di Lavaredo, Cadini.
Durante l'inverno è coperto di uno strato di ghiaccio di 60 cm che permette di passeggiare
tranquillamente o di
pattinare (come avvenne nelle Olimpiadi Invernali di Cortina nel 1956).
Poco dopo il Lago di Misurina si trova il Lago di Antorno (o delle Croci, quota 1866 mt) un
tipico lago di torbiera.
I Cadini di Misurina (Punta più alta: Cadino di San Lucano 2839 m)
I Cadini di Misurina sono uno dei gruppi piu' suggestivi delle Dolomiti per le numerosissime
guglie, di torrioni, di forcelline e di creste seghettate. La loro più bella inquadratura è visibile dal
Rifugio Auronzo. Al suo interno si incuneano ampi circhi glaciali e valloni aperti solo su di un
lato: i cosiddetti “Cadini”. In questo modo i valloni si addentrano tra catena e catena, dividendo
il sottogruppo in rami, uniti tra loro solamente da una forcella. Tra questi monti sono ancora
presenti numerosi resti di sentieri della Grande Guerra. Due sentieri panoramici attraversano il
Gruppo dei Cadini: il sentiero “Bonacossa” che dal Lago di Misurina porta prima al Rif. Fonda
Savio e poi al Rif. Auronzo ed il sentiero “Durissini” che porta dal Lago di Misurina al Rif. Città
dei Carpi e poi al Rif. Fonda Savio.
Il rifugio Auronzo (2320 m) (telefono 0435-39002)
Il rifugio è situato al termine della strada panoramica che dal lago di Misurina porta alle Tre
Cime di Lavaredo e appartiene alla Sezione Cadorina (Auronzo) del C.A.I. Venne distrutto nella
Prima Guerra Mondiale e fu successivamente ricostruito nel 1925 con il nome di Rifugio
Principe Umberto. Nel 1946 il rifugio venne
intitolato alla guida auronzana Bruno Caldart, caduto sulla Cima Piccola. Dopo un incendio
nell’aprile 1955, il rifugio venne ricostruito nella forma attuale a cui, il 14 luglio 1957, seguì
l’inaugurazione con il
nome attuale. Nei pressi del rifugio si trovano ruderi di molti ricoveri militari della Grande
Guerra. È da ricordare che nella Prima Guerra Mondiale qui arrivava una teleferica che partiva
dal Cason de la Crosera, in Val Marzon, la valle visibile alla propria destra andando dal Rifugio
Auronzo al Rifugio Lavaredo.
Le Tre Cime di Lavaredo (la Cima Grande 2999 m)
Sono famosissimi e dimostrano la loro bellezza dal lato Nord. Quello che colpisce di più delle
Tre Cime, è il diverso modo di presentarsi: ”piramidale”dal Lago di Misurina, di “trinità” dal
Rifugio Locatelli. Si possono circumnavigare, lungo comodi sentieri, e osservare le cordate in
azione sulle pareti Nord. I grandi strapiombi delle pareti Nord delle Tre Cime di Lavaredo sono
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impressionanti. La Cima Grande di Lavaredo, la centrale e la più alta del gruppo, si presenta
nella parete Nord (palestra per rocciatori di fama mondiale) come una placca verticale, in parte
strapiombante alta oltre 500 metri. La via "comune" per la parete Sud, con difficoltà II – III
viene molto frequentata e venne scalata per la prima volta nel 1869 da Paul Grohmann con due
guide del posto (Franz Innerkofler e Peter Salcher). Nell'estate del 1933 Emilio Comici, con i
fratelli Dimai, scala la parete nord della Cima Grande (impiegarono 3 giorni con due bivacchi in
parete), anche l´elegantissimo Spigolo Giallo della Cima Piccola di Lavaredo viene sacalato per
la prima volta da Emilio Comici nello stesso anno, nel 1935 a Riccardo Cassin e Vittorio Ratti
riesce la scalata della parete nord della Cima Ovest (pure qui 3 giorni con due bivacchi in parete.
Nel 1958 un cordata tedesca scala per la parete nord della Cima Grande proprio nel settore degli
strapiombi. Nel 1959 e negli anni seguenti cordate svizzere, cortinesi (l’apertura della via con il
celebre "Spigolo degli Scoiattoli" 1959) e francesi salgono per la prima volta la parete nord della
Cima Ovest di Lavaredo nella parte degli strapiombi. Nell`inverno 1963 venne aperta la “via dei
Sassoni” (la via direttissima nel centro della Grande, dopo ben 17 giorni di arrampicata!) Sono
ben oltre 120 gli itinerari di salita sul Gruppo delle Tre Cime!
A causa dell`erosione e della fragilità del calcare dolomitico crescono i ghiaioni sottostanti tanto
che dal rifugio Locatelli le tre vette si dimostrano come “tre enormi cariati molari su una gengiva
di ghiaie”.
Il Massiccio del Paterno (2744 m)
Essendo posto al centro delle Dolomiti di Sesto, il Monte Paterno è un famoso “pulpito
panoramico”, con una veduta circolare immensa su tutti i gruppi delle Dolomiti di Sesto.
Sulla sua cima durante la Grande Guerra c’era la postazione italiana di vetta. Gli Italiani fecero
del Paterno, della
Cresta del Camoscio, della Croda Passaporto, un formidabile baluardo interamente fortificato,
servito da gallerie, camminamenti, postazioni di cannoni, ricoveri per guarnigioni. Improvvise
finestre aperte nella roccia che dominavano le postazioni austriache della torre di Toblin. Il
sistema sotterraneo o mascherato al nemico, consentiva di accedere da Forcella Lavaredo alle
posizioni avanzate del Sasso di Sesto, evitando lo spazio scoperto della Grava Longa.
Il 4 luglio del 1915 fallì un attacco notturno austriaco che ebbe come meta la conquista della
vetta del Monte Paterno.In quell'occasione venne uccisa la famosa guida alpina di Sesto Sepp
Innerkopfler. Innerkopfler era il gestore del rifugio “Drei Zinnen” (“Tre Cime”, l'attuale rifugio
Locatelli) nel periodo precedente alla scoppio della guerra. Gli Alpini dopo il ritiro austiaco
raccolsero di notte il corpo della famosa guida e con gli onori militari tumularono il corpo sulla
vetta, e solo alla fine della guerra la salma fu riesumata dagli Austriaci e seppellita nel cimitero
di Sesto. Da qualche anno in vicinanza del Rif. Locatelli - Drei Zinnenhütte – è stato eretto un
monumento in ricordo di Sepp Innerkofler.
Sulla vetta si puo’ arrivare attraverso alcune "vie ferrate", che si svolgono lungo cenge attrezzate
(la via ferrata della Croda Passaporto e la via ferrata delle Forcelle) e lungo le gallerie di guerra
scavate dagli Italiani nella montagna tra il 1915 e il 1917 (le celebri “Gallerie del Paterno” –
lunghezza: mt. 400 ma solo i prim 200 m sono percorribili). La via ferrata delle “Forcelle”
attraversa le forcelle del Paterno che in tempo di guerra erano presidiate con postazioni di
cannoni e mitragliatrici, ed erano collegate con un sistema di cenge unite da ponticelli sospesi.
Il rifugio Locatelli (2405 m) (telefono 0474-972002
Il rifugio Locatelli è conosciuto e apprezzato per lo straordinario panorama verso le pareti nord
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delle Tre Cime di Lavaredo. E’ stato il primo rifugio costruito sulle Dolomiti alla fine del XIX
secolo col vecchio nome “Drei Zinnen Hütte”(Rifugio Tre Cime).
Nel 1869 il mondo alpinistico fu interessato dalla salita alla Cima Grande di Lavaredo effettuata
dal viennese Paul Grohmann. L’impresa di Grohmann attirò l’attenzione degli alpinisti per la
bellezza dei luoghi e per la facilità di giungere a questi posti di montagna utilizzando le Ferrovie
del Brennero e della Val Pusterìa che arrivavano da Vienna, Monaco e Trieste. Il continuo
crescente interesse per queste montagne sconosciute suggerì nel 1881, al D.Ö.A.V. (“DeutschÖsterreichischer Alpen-Verein”)di Villabassa, di procedere alla costruzione di un rifugio di
fronte alle Tre Cime di Lavaredo. I lavori iniziarono nel 1882 e il rifugio venne aperto il 25
luglio 1883. Negli anni seguenti il rifugio a causa della maggiore richiesta di posti subì diversi
ampliamenti e relative inaugurazioni. Nel 1898 Sepp Innerkofler, la celebre guida alpina di Sesto
(caduta poi in guerra sulla vetta del Paterno), venne chiamato a gestire il rifugio. Con la sua
presenza l’afflusso degli ospiti al rifugio e dei turisti alle Tre Cime ebbe un ulteriore incremento,
al punto che nel 1900 si rese necessario un ulteriore ampliamento. Con l’entrata in guerra,
avvenuta il 23 maggio 1915, il destino della “Drei Zinnen Hütte” era segnato: il 25 maggio dello
stesso anno, infatti, il rifugio preso di mira dall’artiglieria italiana venne distrutto in pochi
minuti. Alla fine della guerra venne costruito un piccolo rifugio al posto del vecchio che subì poi
diverse traversie anche di ordine giuridico-amministrativo e alla fine vide la quinta
inaugurazione il 27 luglio 1937 e, per ordine del Comitato Centrale del C.A.I, il nuovo rifugio
(di proprieta’ del CAI di Bolzano e di Padova) fu intitolato ad Antonio Locatelli, ufficiale degli
aviatori onorato di tre medaglie d’oro al valor militare edopo la guerra presidente della Sezione
del C.A.I di Bergamo. Durante la seconda guerra mondiale l’edificio fu gravemente danneggiato.
All’inizio del 1946 la sezione di Padova divenne unica proprietaria del rifugio e il 3 luglio 1949
ebbe luogo la sesta (e pertanto l`ultima) inaugurazione con la consegna del rifugio al nuovo
gestore, la guida alpina Josef Reider di Sesto; l`odierno gestore del rifugio è il figlio di Josef
Reider, Hugo.
Il “Sasso di Sesto” (2539 m)
Sulla sua cima durante la guerra si trovava un avamposto italiano sotto tiro diretto degli austriaci
appostati sulla vicina Torre di Toblin. Il Sasso di Sesto presenta tuttora numerosissimi resti di
caverne e postazioni. Dalla cima si gode un favoloso panorama (specie al tramonto) sulle Tre
Cime di Lavaredo. Passando sotto il Sasso di Sesto si vedono le gallerie scavate dagli Alpini
Italiani.
La Torre di Toblin (2617 m)
La massiccia ma non molto alta Torre di Toblin si trova isolata sull’altipiano a nord delle Tre
Cime dietro il Sasso di Sesto. Sulla cima della Torre di Toblin sono rimasti ancora l'osservatorio
e le fortificazioni austriache. Qui, sulla spalla est a 2540 mt circa, fu scavata dagli Austriaci la
Galleria Maendl che dominava l'Alpe dei Piani. Le truppe austriache sulla cima sud della Torre
di Toblin installarono un’importante postazione osservatorio a controllo del sottostante, e
vicinissimo, fronte italiano. Numerose sono le tracce di fortificazioni, di postazioni e di gallerie
scavate nei fianchi della Torre. Due percorsi attrezzati portano in cima alla Torre Toblin, uno da
destra e uno da sinistra. Sono due sentieri della Grande guerra riattrezzati, il primo per il versante
nord (Sentiero delle scalette austriache) e il secondo in discesa per i camini del versante est fino
alla base della torre (Sentiero attrezzato Hosp).
Cima Tre Scarperi (3145 m)
E' la cima piu’alta tra i monti del Parco delle Dolomiti di Sesto ed e’ una zona piuttosto
trascurata, a causa degli accessi lunghi e faticosi e del terreno friabile. I "Tre Scarpèri" erano,
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secondo la leggenda, tre calzolai che, in Val Campodidentro, confezionavano calzari di pelle di
camoscio, infatti quelle zone erano molto ricche di quegli animali.
Rondòi-Baranci (Croda dei Baranci 2922 m)
Nelle Dolomiti di Sesto vi sono due estesi gruppi che pochi visitano: sono i Rondòi-Baranci. Il
primo si chiama così in onore dei rondoni che svolazzano fra le sue vette, mentre i "baranci"
sono i pini mughi. L'imponente Croda dei Rondoi (2873 m), che domina parte dell`altopiano con
una caratteristica parete verticale striata di cenge orizzontali, è cosi’ chiamata per i tanti rondoni
che popolano questa zona.
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