Newsletter luglio-agosto 2009
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Newsletter luglio-agosto 2009
Unità di Valutazione delle Tecnologie - Direzione del Policlinico Newsletter luglio-agosto 2009 Anno 6 numero 7 New technologies New Technologies • Nuova tecnologia per diagnosi precoce del tumore alla mammella • Efficacia del monitoraggio del cuore a distanza I • Indicatori per misurare la qualità delle cure ospedaliere: stato dell’arte The journal of nuclear medicine • Vol. 50 • No. 7 • July 2009 New imaging technology monitors HER2 protein www.medgadget.com, july 2, 2009 • Migliorare la qualità del modulo di dimissione riduce gli errori terapeutici: l’esperienza di un ospedale svedese I ricercatori del National Cancer Insti- Health Policy & Public Health senza della proteina HER2, comune- • L’uso delle valutazioni costo-efficacia: il caso del Palivizumab predittivo del cancro al seno. Come è S O M Health Care Management Changes in HER2 expression in breast cancer xenografts after therapy can be quantified using PET and 18F-labeled affibody molecules M • Il braccialetto per l’identificazione del paziente: stato dell’arte nel Regno Unito R • Il coordinamento del team di anestesia: esplicito o implicito? A O Quality in Health Care Nuova tecnologia per diagnosi precoce del tumore alla mammella • Il processo regolatorio dei dispositivi medici negli USA: l’età del West non si è ancora conclusa Evidence Based Medicine • La stadiazione del tumore al polmone usando PET-CT • Recivide emoraggiche e mortalità in pazienti con ulcera sanguinante:dati reali vs. studi clinici tute hanno progettato una nuova metodica di imaging per rilevare la premente riconosciuta come un marker possibile immaginare, le implicazioni derivanti da questa nuova invenzione potrebbero essere davvero molteplici, dall’effettuazione di ricerche sulla fisiopatologia del carcinoma della mammella, fino allo sviluppo di nuovi protocolli terapeutici. La tecnica di rilevazione del marker si basa sull’utilizzo di un composto sviluppato ad hoc, che consiste Augenblick • Un cavallo di troia contro i tumori resistenti ai farmaci di un atomo radioattivo (Fluoro-18) attaccato ad una molecola Affibody, una piccola proteina che lega in maniera forte e specifica la proteina HER2. Le molecole Affibody, svi- Direzione del Policlinico Unità di Valutazione delle Tecnologie Pagina 1 luppate in Svezia, sono morali molto della più piccole degli umane (tumore mammella), che l’intervento effettuata anche in chirurgico. questo caso, prima e do- presentavano giungere più facilmente la variabilità di Per determinare inoltre, po la somministrazione di superficie del tumore. L’a- espressione di HER2, da se la metodica possa es- 17-DMAG. I risultati han- tomo radioattivo, permet- quantitativi minimi a livel- sere utilizzata per moni- no te la distribuzione delle li molto elevati. Dopo 3-5 torare molecole Affibody all’inter- settimane di osservazio- menti nei livelli di espres- ricevuto il 17-DMAG, una no del corpo, per essere ne, dopo che il tumore si sione del marker HER2 in diminuzione dei livelli di analizzate tramite Tomo- era rigenerato, sono state risposta grafia ad Emissione di Po- somministrate ai ratti do- chemioterapici, gli studio- nel 71% delle cavie a cui sitroni (PET). Gli studiosi si di molecole Affibody e si hanno iniettato nelle erano state iniettate cel- hanno utilizzato una mole- sono state effettuate le cavie molecole Affibody e lule tumorali ad “elevata” cola di composto Affibody- scansioni PET. I risultati cellule tumorali che pre- espressione di HER2; 2) Fluoro-18 su cavie di rat- in termini di espressione sentavano to, per visualizzare i tu- di HER2 sono stati del “molto elevati” livelli di erano state iniettate cel- mori tutto espressione di HER2, per lule che presentavano espressione del marker forte pione prelevato durante ta anticorpi e riescono a rag- nei una morali dello stesso cam- Una scansione PET è sta- livelli sovrapponibili valori riscontrati ai dalle a rispetto cambia- alle cavie che non hanno trattamenti espressione di HER2: 1) “elevati” o nel 33% delle cavie cui tumorali poi trattarli con il farmaco elevata” a “molto espressione di 17-DMAG, conosciuto per HER2 HER2. Alle cavie è stato misurazioni iniettato un tramite tecniche di labo- le sue capacità di diminui- quantitativo di cellule tu- ratorio, sulle cellule tu- re l’espressione del HER2. sottocute effettuate possibili evidenziato, Efficacia del monitoraggio del cuore a distanza Telehome monitoring in patient with cardiac disease who are at high risk of readmission Woodend AK et al. Heart lung 2008, 37 :36-45 I pazienti affetti da car- angina possa ridurre le ospedaliera. Le misure di monitoraggio si sono veri- diopatie possono contare riammissioni ospedaliere e outcome considerate dagli ficati su tele- migliorare lo status funzio- autori hanno riguardato le anche per quanto riguar- monitoraggio cardiologico nale e la qualità della vita riammissioni ospedaliere, da la qualità della vita domiciliare. La Telemedi- rispetto a sistemi di moni- l’uso di risorse sanitarie, misurata attraverso appo- sistemi di dei miglioramenti cina consiste nella tra- toraggio convenzionali. Gli la morbilità e la qualità siti questionari compilati smissione di dati di tipo interventi del gruppo di della vita. A tre mesi dall’- periodicamente medico, da un paziente tele-monitoraggio dai pa- (125 evento nel gruppo del te- zienti. Lo studio conferma ad una struttura sanitaria pazienti) sono consistiti in le-monitoraggio si sono i benefici del tele- e viceversa, o tra profes- 3 mesi di videoconferenza verificati meno giorni di monitoraggio come stra- sionisti operanti in sedi con un infermiere, tra- ospedalizzazione rispetto tegia di gestione di pa- differenti; essa si avvale smissione giornaliera del al gruppo di controllo. I zienti affetti da cardiopadi un sistema di teleco- peso e della pressione ar- due gruppi non differisco- tie con un alto rischio di municazioni che permette teriosa e trasmissione pe- no per numero di accessi riammissione ospedaliere. di inviare e ricevere infor- riodica di un tracciato elet- al dipartimento di emer- mazioni multimediali in trocardiografico a 12 lead. genza e visite domiciliari, tempo reale. Gli autori Le apparecchiature di mo- anche hanno condotto un trial nitoraggio sono state con- solo i due sottogruppi di controllato se, randomizzato segnate al paziente da un pazienti considerando con angina, si su 249 pazienti, con l’o- tecnico, che ha anche ef- sono verificati sia meno biettivo di verificare se il fettuato il training per uti- accessi al pronto soccorso tele-monitoraggio di sog- lizzarle correttamente do- che meno visite domicilia- getti che un pregresso po 24 ore dalla dimissione ri. Nel gruppo di tele- infarto o una pregressa Pagina 2 Direzione del Policlinico Unità di Valutazione delle Tecnologie Quality in health care Il coordinamento del team di anestesia: esplicito o implicito? The influence of standardisation and task load on team coordination patterns during anaesthesia inductions E. Zala-Mezo et all.,; Quality and Safety in Healthcare 2009; 18:127-130 L'utilizzo di diverse forme carico di attività in termini procedure svolte. In gene- in contrasto con i risultati di coordinamento in fun- di impegno cognitivo ed rale, il 67.7% delle attivi- che emergono da studi in zione di specifici contesti operativo. Sono state vi- tà di coordinamento sono altri contesti organizzativi, lavorativi, svolge un ruolo deo registrate 23 induzio- esplicite, mentre il 32.3% che riportano notevoli be- determinante nel lavoro di ni di anestesia e codificate delle attività risultano es- nefici equipe soprattutto all’in- le modalità di coordina- sere implicite. Mettendo in legati ad un coordinamen- terno nelle performance organizzazioni mento dei diversi team. relazione invece il coordi- to esplicito delle attività. complesse. Questo studio La codifica ha messo in namento si è posto come obiettivo evidenza delle attività, lo studio ha condivisione delle proce- quello di descrivere i diffe- modalità di coordinamen- messo in evidenza come dure renti modelli di coordina- to: coordinamento esplici- solo il 40% di queste fac- tutti gli operatori sanitari, mento osservati durante le to e coordinamento impli- ciano riferimento ad un può supportare il coordi- operazioni cito effettuando una di- coordinamento dell’anestesia e di analiz- stinzione coordina- mentre il restante 60% viando o sostituendo par- zare l'influenza sulle attivi- mento legato alla presen- del tempo è regolato da zialmente altre forme di tà di coordinamento di due za di una forte leadership un coordinamento implici- coordinamento. fattori di di induzione due principali tra con la durata Una la e coordinamento legato al to. I team di anestesia, controllo, da parte di un quindi, utilizzano forme di standard preesistenti e il membro del team, delle coordinamento di dipartimentali, e tra esplicito, namento delle attività ov- procedure determinanti: presenza standardizzazione implicite, Il braccialetto per l’identificazione del paziente: stato dell’arte nel Regno Unito Designing evidence-based patient safety interventions: the case of the UK’s National Health Service hospital wristbands N. Sevalis et all.; Journal of evaluation in Clinical Practice 15 (2009) 316-322; È difficile stimare l'inci- un periodo di 5 mesi. La sario: i) che tutti i pazienti adottate, sulle varie tipolodenza degli errori legati letteratura alla identificazione del riconosce paziente. In effetti, molti pratiche internazionale lo indossino; ii) che le in- gie di braccialetti utilizzati, fra per le buone formazioni evitare riportate sul sull’utilizzo dei codici colore gli braccialetto siano chiare e e su tutti i problemi che casi di scambio di infor- errori legati alla non cor- leggibili; e iii) che il perso- sono stati sperimentati damazioni non producono retta identificazione del nale sanitario controlli il gli operatori nell’adozione danni per il paziente e paziente, l'introduzione di braccialetto prima di som- di questo strumento per restano spesso nascosti. braccialetti identificativi ministrare un trattamento l’identificazione dei pazienti Esistono comunque alcuni che, oltre ai dati identifi- al paziente. Il principale e dei suoi fattori di rischio. dati significativi. Nel 200- cativi del paziente (nome obiettivo del 3, uno studio pilota, con- e cognome, data di nasci- “Wristband progetto Design and dotto dalla Agenzia ingle- ta, codice identificativo), Specification Project”, imse per la sicurezza del spesso riportano informa- plementato dalla NPSA e paziente NPSA (National zioni addizionali relative ai descritto in questo articoPatient Safety Agency) su fattori di rischio del pa- lo, è quello di fornire una 18 ospedali per acuti, ziente (allergie, rischio fotografia sullo stato di evidenziava 15 incidenti cadute, ecc.). Per il cor- adozione relativi ad operazioni su retto funzionamento dei braccialetti di identificativi, sulle proce- sito sbagliato avvenuti in questo strumento è neces- dure e raccomandazioni Direzione del Policlinico Unità di Valutazione delle Tecnologie Pagina 3 Health care management Indicatori per misurare la qualità delle cure ospedaliere: stato dell’arte Measuring the quality of hospital care: an inventory of indicators Copnell b. et al. Internal Medicine Journal 39 (2009) 352–360 La valutazione delle performance degli ospedali è sempre più interessata dallo sviluppo di indicatori di qualità. Gli indicatori si prestano a vari utilizzi tra cui il monitoraggio interno del livello qualitativo dei servizi offerti, la promozione di attività di miglioramento continuo, l’effettuazione di benchmarking con altre strutture che utilizzano lo stesso set di indicatori. Malgrado la rapida crescita della numerosità degli indicatori, si nota una crescente preoccupazione sul reale contenuto informativo degli stessi indicatori. La misurazione delle performance e della qualità, è un attività costosa e che richiede tempo; in quest’ottica diventa imperativa una selezione giudiziosa degli indicatori da implementare. Copnell e colleghi hanno effettuato una revisione della letteratura con lo scopo di identificare e classificare gli indicatori utilizzati dagli ospedali oltre che analizzare il gap tra definizione ed implementazione di un sistema di indicatori ed aree che ancora non sono soggette a misurazione. Gli autori hanno identificato 383 indicatori discreti. Di questi, 104 (27,2%) sono stati giudicati rilevanti a livello ospedaliero generale (ad esempio esistenza di un sistema di gestione del rischio), 179 (46,7%) si riferiscono a specialità non chirurgiche, 100 (26,1%) si riferiscono a specialità chirurgiche. Le specialità per le quali è stato sviluppato il maggior numero di indicatori sono la chirurgia cardiotoracica, la cardiologia e la psichiatria. A fronte di aree iper-monitorate, la qualità di altre specialità non lo è abbastanza, gli autori hanno verificato che per alcune specialità è stato definito un massimo di tre indicatori. Le dimensioni maggiormente studiate sono la sicurezza e l’efficacia a dispetto di dimensioni come l’equità dell’erogazione delle cure. Esistono poi pochi indicatori che valutano l’opportunità di implementare programmi di medicina preventiva. Si nota una carenza di indicatori anche per quanto riguarda la continuità delle cure, intesa come relazioni tra ospedale e territorio. A livello organizzativo un ‘area non sviluppata riguarda la valutazione delle performance degli operatori sanitari non medici, come infermieri, fisioterapisti e farmacisti. Secondo gli autori è necessario sviluppare indicatori che coprano le aree carenti e nel contempo ottimizzare l’utilizzo degli indicatori esistenti in relazione agli obiettivi della misurazione. Migliorare la qualità del modulo di dimissione riduce gli errori terapeutici: l’esperienza di un ospedale svedese Improved quality in the hospital discharge summary reduces medication errors – LIMM: Landskrona Integrated Medicines Management Bergkvist A. et al., Eur J Clin Pharmacol. 2009. Gli errori terapeutici sono frequenti in sanità, non solo all’interno dell’ospedale, ma anche alle interfacce tra i diversi livelli di assistenza. La scarsa qualità del passaggio delle informazioni relative al paziente è stata riconosciuta come una delle principali criticità di un sistema sanitario, essendo tale fattore responsabile di circa il 50% degli errori terapeutici e del 20% degli eventi farmacologici avversi. L’introduzione di un processo di riconciliazione, al Pagina 4 momento del ricovero e delle dimissioni del paziente, sembra essere una possibile soluzione per ridurre tali errori e migliorare la sicurezza delle cure. Il presente articolo illustra e valuta l’esperienza di un ospedale svedese in cui è stato adottato un processo di dimissione finalizzato a ridurre gli errori. Il processo si basa su una più stretta collaborazione tra medico curante e farmacista riguardo la compilazione del modulo di dimissione. Tale documento viene compilato dal medico, valutato dal farmacista e, quindi, inviato alla struttura del territorio che prende in carico il paziente oltre che al medico di medicina generale. Il modulo di dimissione contiene un report terapeutico, che riporta i cambiamenti di terapia con le relative motivazioni, ed una lista della terapia corrente. Il farmacista, sulla base di una checklist, valuta la completezza e correttezza di tale documento e discute le eventuali discrepanze con il medico compilatore. Successivamente la struttura del territorio è Direzione del Policlinico Unità di Valutazione delle Tecnologie invitata a inviare all’ospedale la prima lista terapeutica elaborata per il medesimo paziente. Il confronto tra le due liste terapeutiche, permette di valutare la qualità del trasferimento delle informazioni. L’introduzione di questo processo ha portato ad una riduzione degli errori terapeutici di circa il 12% nel gruppo intervento rispetto al 4,8% del gruppo controllo; mentre il numero dei pazienti senza errori è aumentato dal 63,1% del gruppo controllo al 73.1% del gruppo intervento. Health policy and public health L’uso delle valutazioni costo-efficacia: il caso del Palivizumab Palivizumab and the importance of cost effectiveness Teale A., Deshpande S., Burls A., BMJ 2009; 338:b1935 Gli autori esaminano la questione della prioritarizzazione degli interventi sanitari prendendo spunto dal caso del Palivizumab in Gran Bretagna. La considerazione di partenza è che, operando nel contesto di budget prefissati e limitati, assegnare risorse ad un intervento significa necessariamente rendere disponibili meno risorse per gli altri possibili trattamenti. Si tratta perciò di scegliere gli interventi che funzionano e di evitare quelli inefficaci o addirittura dannosi e, in sostanza, di capire se un trattamento valga le risorse necessarie per la sua erogazione. Un'altra considerazione riguarda chi debba essere il decisore: il responsabile delle prescrizioni degli interventi è sempre un medico, che si trova davanti un paziente a cui deve eventualmente negare l’accesso ad un in- tervento. Questo può essere fatto solo nel contesto di un modello decisionale, che adotti un approccio esplicito nelle sue regole, etico e basato sull’evidenza scientifica. In questo ambito il decisore politico deve, di fatto, attraverso le sue indicazioni “proteggere” il clinico nelle sue prescrizioni. Queste riflessioni vengono esemplificate attraverso la presentazione del caso del Palivizumab. Si tratta di un anticorpo monoclonale autorizzato per la prevenzione nei neonati pretermine entro i primi sei mesi di vita del virus respiratorio sinciziale. Il farmaco si è rivelato efficace, ma è caratterizzato da un costo tra le 3.000 e le 5.000 sterline per bambino trattato. Trattandosi di una tipica attività di prevenzione, è necessario trattare ogni anno numerosi bambini (tra i 2.100 e i 7.700, a seconda della policy adottata) per evitare lo sviluppo di un piccolo numero di casi. L’approccio costoefficacia adottato dall’analisi dell’Università di Birmingham e dal National Institute for Health Research, sembra sconsigliare l’adozione del farmaco: infatti il rapporto costo efficacia per QALY (anno di vita aggiustato per la qualità) è estremamente variabile in funzione delle assumptions del modello previsionale, mediamente al di sopra delle 90.000 sterline per QALY. A livello di decisore regionale, nelle West Midlands, è stato deciso, a seguito delle valutazioni precedentemente citate, di restringere l’uso del Palivizumab ad un sottogruppo di bambini ad alto rischio (inizialmente solo per i bambini nati entro la 30° settimana e inferiori a 6 mesi di età). Una serie di osservazioni effettuate da clinici ha successivamente portato ad un ampliamento dei criteri, che oggi prevedono di assistere anche i bambini fino a 12 mesi e con patologie polmonari croniche e/o patologie cardiache congenite. In tutti questi sottogruppi il profilo di costo efficacia risulta compreso all’interno di soglie accettabili dal Sistema Sanitario Inglese (sotto le 60.000 sterline per QALY). Secondo gli autori questo processo di definizione di sottogruppi, effettuato sulla base dell’evidenza ed in collaborazione con i clinici, rappresenta un esempio virtuoso di allocazione delle risorse nel rispetto dei limiti di budget. Il processo regolatorio dei dispositivi medici negli USA: l’età del West non si è ancora conclusa Watching over the medical device industry BMJ 4 July 2009 Volume 339 E’ noto a tutti gli operatori sanitari il lungo e dettagliato processo che porta all’approvazione, all’immissione in commercio e all’eventuale rimborso dei farmaci. Tale processo è gestito in tutti sistemi sanitari moderni da specifiche agenzie regolatorie. Purtroppo non è possibile affermare che lo stesso processo coinvolga i dispositivi medici. Le profonde differenze che caratterizzano il processo di approvazione dei dispositivi rispetto ai farmaci negli Stati Uniti, è sicuramente uno degli esempi più eclatanti. L’FDA americana prevede per i devices 3 classi di rischio. Quelli inclusi nelle prime due (bassa e mediobassa) non hanno bisogno di trial clinici per dimostrare la sicurezza e l’ efficacia del dispositivo e la registrazione è pressocchè automatica. La terza fascia (rischio alto), comprende i dispositivi per il trattamento di patologie cardiovascolari ed altre potenzialmente letali e richiede evidenze più robuste. Il problema è che le lobby, che portano gli interessi delle più importanti industrie di devices, esercitano sia a livello economico che politico una serie di pressioni per fare in modo che la maggior parte dei prodotti ricada nelle prime due fasce. Uno degli stratagemmi utilizzati per raggiungere tale scopo è stato di ottenere dal Congresso che i dispositivi sviluppati prima del 1976 siano inclusi in seconda fascia, cosi come tutti i dispositivi sviluppati più tardi ma assimilabili e considerati derivati di quelli pre-76. I tal modo l’industria dei devices è riuscita ad evitare il problema delle prove basate su evidenze scientifiche dell’efficacia e, soprattutto, della sicurezza della maggior parte dei loro prodotti. Il problema è molto grave. Uno degli esperti dell’FDA si è spinto a dichiarare che la situazione non è molto diversa da quella risalente agli anni della conquista del Direzione del Policlinico Unità di Valutazione delle Tecnologie West. In effetti secondo le stime del 2005, diffuse da Medtronic, esisterebbero problemi potenzialmente letali nel pacemakers e nei defibrillatori impiantati in circa 100.000 pazienti. Nello stesso anno la Guidant ha richiamato indietro circa 50.000 defibrillatori difettosi. Cosa fare? Un team di esperti ha scritto una lettera al Presidente Obama, invitandolo a regolare in maniera più rigorosa l’industria dei dispositivi. Non è chiaro ancora quanto ciò richiederà sia in termini tecnici che soprattutto politici ed economici. Pagina 5 Evidence based medicine La stadiazione del tumore al polmone usando PET-CT Preoperative staging of lung cancer with combined PET-CT The New England Journal of Medicine 2009; 361 (1) La superiore capacità diagnostica di PET-CT nella stadiazione preoperatoria dei tumori maligni del polmone non a piccole cellule (NSCLC) è superiore a quella della sola PET e della sola CT. Uno studio randomizzato del 2002, valutò l’impatto clinico della stadiazione realizzata con la sola PET. Ora uno studio indaga l’impatto clinico della stadiazione preoperatoria tramite PET-CT. Si sono arruolati tra il 2002 e il 2007, in tre dipartimenti di pneumologia a Copenhagen, tutti i pazienti con un sospetto o un NSCLC appena diagnosticato . I pazienti sono stati randomizzati in due gruppi: un primo gruppo per cui si è effettuato lo staging con PET-CT e un secondo per cui ci si è basati sul solo staging convenzionale. La frequenza di toracotomie “futili” è stato scelto come end point primario dello studio.A seguito delle difficoltà nell’arruolare i pazienti, anziché 215 pazienti ne sono stati arruolati solo 189, di cui 98 stadiati tramite PET-CT. La mediastinoscopia è stata effettuata in 89 (91%) pazienti del gruppo PET-CT ed in 88 (97%) del gruppo con staging convenzionale (p-value=0.33). Dopo la stadi azione, rispettivamente il 61% ed l’80% dei pazienti avevano un tumore operabile per cui si è proceduto ad effettuare una toracotomia (p=0.0004). Le toracotomie “futili” sono state il 35% nel gruppo PET-CT vs. 52% del gruppo con staging convenzionale (p=0.05). Toracotomie “futili” sono state effettuate in tutti i gruppi indipendentemente dallo stadio iniziale del tumore. Si nota che la definizione di toracotomia “futile” è controversa in letteratura. Le ricadute del tumore, entro un anno dall’intervento si sono avute, invece, rispet- tivamente nel 20% e nel 45% dei casi. Il follow up è durato almeno 12 mesi. In ogni gruppo è avvenuto un decesso ricollegabile alle complicanze dell’intervento chirurgico. La sensibilità in termini di capacità predittiva dell’operabilità è stata del 64% (CI 95% 52-75%) nel gruppo PETCT e del 32% (CI 95% 2145%) nel gruppo con solo staging convenzionale. L’uso di PET-CT ha un potenziale clinico importante data la capacità di ridurre le toracotomie “futili” senza risvolti negativi in termini di sopravvivenza. Recidive emoraggiche e mortalità in pazienti con ulcera sanguinante:dati reali vs. studi clinici The prognosis of patients having received optimal therapy for nonvariceal upper gastrointestinal bleeding might be worse in daily practice than in randomized clinical trials European Journal of Gastroenterology & Hepatology 2009 [Online ahead of print] L’ulcera sanguinante è una delle cause principali di emorragia gastrointestinale del tratto digestivo superiore. In una meta analisi condotta su studi pubblicati tra il 19902002, è emerso un tasso di mortalità del 3% e un’incidenza di recidive emorragiche del 10.6%.Uno studio osservazionale è stato recentemente condotto presso un policlinico universitario in Francia. Tra l’agosto 2003 e l’ottobre 2007, 140 pazienti adulti con ulcera sanguinante non maligna hanno avuto emorragiche trattate con scleroterapia Pagina 6 con eparina. Tale campione aveva un’età mediana di 75 anni, il 64% erano maschi, l’80% aveva ulcere duodenali. Eventi di recidiva emorragica si sono avuti in 45 (32%) casi. Questi sono stati trattati con in 30 casi con endoscopia emostatica, di questi 5 pazienti sono deceduti mentre in 20 casi l’endoscopia ha avuto successo. La presenza di ulcere duodenali (adjusted OR 2.75, CI 95% 1.286.19) è risultato, nella regressione logistica, l’unico fattore predittivo della recidiva emorragica. La mortalità intraospedaliera complessiva è stata del 19% (27 pazienti), di cui 15 pazienti ricoverati in terapia intensiva. Questo a conferma dei risultati dell’analisi multivariata da cui sono emersi, come fattori predittivi della mortalità, l’uso della terapia intensiva (adjusted OR 15.68, CI 95% 4.4155.82), un punteggio Rockall superiore a 6 (adjusted OR 9.12, CI 95% 2.57-44.29) e la presenza di recidiva emorragica (adjusted OR 3.28, CI 95% 1.17-9.16). Il punteggio Rockall, sviluppato nel 1995, considera la severità del sanguinamento Direzione del Policlinico Unità di Valutazione delle Tecnologie e le comorbidità presenti. Dallo studio emerge un’incidenza di recidive emorragiche e un tasso di mortalità superiore a quanto emerso in studi randomizzati e controllati, che investigavano pazienti selezionati e meno gravi. La differenza nella mortalità si attenua aggiustandola per il punteggio Rockall. Lo studio quindi permette di fornire evidenze relative alla pratica clinica da integrare con quelle che emergono dagli studi clinici randomizzati e controllati. Augenblick (dal tedesco “momento”, “batter d’occhio”) è uno sguardo veloce alle tecnologie sanitarie del futuro, che seppure ancora in via di sperimentazione, potrebbero tuttavia in futuro “stravolgere” le pratiche sanitarie tradizionali. Prendendo spunto da studi che anticipano il potenziale impatto di tali nuove tecnologie, Augenblick offre curiosità, informazioni e spunti di riflessione sui nuovi possibili sviluppi della medicina. Un cavallo di troia contro i tumori resistenti ai farmaci Sequential treatment of drug-resistant tumors with targeted minicells containing si RNA or a cytotoxic drug Nature Biotechnology, doi:10.1038/nbt.1547 Trojan horse minicells sneak on, destroy unsuspecting tumors www.medgadget.com, june 29, 2009 La limitazione della dose citotossica delle chemiotera- Le minicellule sono state riempite con piccoli pezzi di pie, l’eterogeneità e la resistenza delle cellule tumorali, materiale genetico chiamato RNA interferente, e iniet- unite alla difficoltà di calibrare in maniera precisa il rila- tati in cavie di ratto con tumore al colon, al seno e scio dei farmaci sui siti tumorali, costituiscono una diffi- all’utero tutti resistenti ai farmaci. Tale composto, una cile sfida per l’efficacia delle stesse chemioterapie. volta iniettato all’interno del sito tumorale, ha eviden- Un gruppo di ricercatori australiani ha messo a punto un nuovo trattamento antitumorale che ha evidenziato ziato la capacità di disattivare il gene che rendeva il tumore resistente alla chemioterapia. un certo grado di efficacia nei primi test di laboratorio A distanza di una settimana dall’iniezione del compo- effettuati su cavie . sto, si è visto che le minicellule si sono legate alle molecole di farmaco, e che le cellule tumorali erano tutte morte. Ciò è stato possibile con una dose di agente tossico molto più piccola del normale, evitando ogni tipo di danno dovuto ad eventuali effetti collaterali. Tutti i topi sottoposti alla sperimentazione, dopo essere stati trapiantati con cellule cancerogene particolarmente aggressive, sono sopravvissuti. In tutte le cavie studiate inoltre, si è evidenziata una regressione del tumore oppure l’arresto della crescita. Inglobando tossine all’interno di minicellule, costituite da pezzi di membrana di cellule batteriche prelevate durante la divisione cellulare, gli studiosi sono stati in grado di sintetizzare un complesso capace di rilasciare sul sito tumorale, in maniera molto selettiva e precisa, particolari composti chimici che riescono ad inibire le difese naturali delle cellule neoplastiche, che sono alla base della loro farmaco resistenza. Direzione del Policlinico Unità di Valutazione delle Tecnologie Pagina 7 La nostra redazione: Dott.ssa Mirella Corio, Dott.ssa Rossella Di Bidino, Ing. Alberto Fiore, Dott.ssa Carmen Furno, Ing. Lorenzo Leogrande, Ing. Paolo Oppedisano, Dott. Marco Oradei, Dott. Matteo Ruggeri Grafica: Ing. Paolo Oppedisano Coordinamento: Dott. Marco Marchetti Prof. Americo Cicchetti Comitato Scientifico: Prof. Cesare Catananti, Direzione del Policlinico, UCSC Prof. Gualtiero Ricciardi, Istituto di Igiene, UCSC Prof. Renaldo Battista, Université de Montréal, Montréal, CA Prof. Alicia Granados, Universitat de Barcelona, ES UNITA' DI VALUTAZIONE DELLE TECNOLOGIE DIREZIONE DEL POLICLINICO POLICLINICO UNIVERSITARIO "A. GEMELLI" UNIVERSITA' CATTOLICA DEL SACRO CUORE L.go A. Gemelli, 8 00168 Roma, Italia Tel. ++39 06 3015 5919 - 5917 Fax:++39 06 3551 0587 POLICLINICO UNIVERSITARIO “AGOSTINO GEMELLI” azienda associata al CENTRO DI RICERCHE E STUDI IN MANAGEMENT SANITARIO (CE.RI.S.MA.S.) www.unicatt.it/cerismas Direzione del Policlinico Unità di Valutazione delle Tecnologie