matt 6.25-34 le preoccupazioni 17.2.13

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matt 6.25-34 le preoccupazioni 17.2.13
Pietro Ciavarella Matteo 6:25‐34: Non preoccuparti, òccupati invece del regno di Dio P 1/9 Matteo 6:25-34: Non preoccuparti, òccupati invece del regno di Dio1
Vi invito a trovare Matteo 6:25-34. In questo passo Gesù dice il seguente ai
suoi seguaci. Non preoccupatevi delle vostre cose. A quello ci pensa il Padre. Voi
occupatevi invece delle mie cose (ripetere).
Ascoltiamo la lettura della Parola di Dio (Matteo 6:25-34): “25 Perciò vi dico:
non siate in ansia2 per la vostra vita, di che cosa mangerete o di che cosa berrete; né
per il vostro corpo, di che vi vestirete. Non è la vita più del nutrimento, e il corpo più
del vestito?3 26 Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, non mietono, non
raccolgono in granai, e il Padre vostro celeste li nutre. Non valete voi molto più di
loro? 27 E chi di voi può con la sua preoccupazione aggiungere un'ora sola alla
durata della sua vita? 28 E perché siete così ansiosi per il vestire? Osservate come
crescono i gigli della campagna: essi non faticano e non filano; 29 eppure io vi dico
che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, fu vestito come uno di loro. 30 Ora se
Dio veste in questa maniera l'erba dei campi che oggi è, e domani è gettata nel forno,
non farà molto di più per voi, o gente di poca fede? 31 Non siate dunque in ansia,
dicendo: ‘Che mangeremo? Che berremo? Di che ci vestiremo?’ 32 Perché sono i
pagani che ricercano tutte queste cose; ma il Padre vostro celeste sa che avete
bisogno di tutte queste cose. 33 Cercate prima il regno e la giustizia di Dio, e tutte
1 Predicai su questo brano per la prima volta a Chicago, domenica l’11 febbraio 1990. Fu il mio secondo sermone ufficiale, il primo nella chiesa di cui facevo parte. 2 Il verbo ricorrente di questo brano è ‘preoccuparsi’ o ‘essere in ansia’ (merimna¿w, merimnao). Nel testo greco di questo passo questa parola si trova sei volte in cinque versetti: Matteo 6:25, 27, 28, 31; 34 (due volte). 3 Nei seguenti versetti, Gesù usa la tecnica retorica di paragone a fortiori (‘a maggior ragione’): 25, 26, 30. www.chiesalogos.com www.beedizioni.it www.solascrittura.it Pietro Ciavarella Matteo 6:25‐34: Non preoccuparti, òccupati invece del regno di Dio P 2/9 queste cose vi saranno date in più. 34 Non siate dunque in ansia per il domani, perché
il domani si preoccuperà di se stesso. Basta a ciascun giorno il suo affanno.”
Il v. 25 inizia con tre parole di Gesù: “perciò vi dico”. Questo ‘perciò’ fa un
aggancio con il brano precedente. E cosa aveva appena insegnato Gesù in Matteo
6:19-24? Egli ci aveva esortato a non farci tesori provvisori sulla terra, ma a farci
piuttosto tesori eterni in cielo (cfr. 19-20). Poi al v. 24 Gesù ha riassunto la lezione in
questo modo: “Nessuno può servire due padroni; perché o odierà l'uno e amerà l'altro,
o avrà riguardo per l'uno e disprezzo per l'altro. Voi non potete servire Dio e
Mammona.” In altri termini, dobbiamo fare una scelta di campo riguardo alle cose
materiali: o serviamo loro o serviamo Dio; non esiste una via di mezzo.
E ora, subito dopo, al v. 25, Gesù dice ‘perciò’ e porta l’insegnamento ad un
livello ancora più impegnativo. Per tanti di noi è già una sfida non indifferente
distogliere lo sguardo dalle ricchezze—la lezione dei vv. 19-24. Ma ora Gesù dice ai
suoi seguaci qualcosa di carattere ancora più rivoluzionario. Non solo non dobbiamo
desiderare le ricchezze, non dobbiamo neppure preoccuparci delle necessità
quotidiane.
Non so voi, ma io sono di nuovo in crisi. Il Sermone sul monte mi tiene in uno
stato di disorientamento continuo. Ma questa è una delle sue funzioni più importanti.
Il Sermone sul monte vuole smascherare i nostri atteggiamenti interiori più profondi.
Vuole farci capire che tra i nostri modi di fare e i principi del regno, non c’è nulla in
comune. E, di conseguenza, vuole chiamarci ad abbandonare i compromessi spirituali
ed a schierarci con il grande re del regno, Gesù Cristo.
www.chiesalogos.com www.beedizioni.it www.solascrittura.it Pietro Ciavarella Matteo 6:25‐34: Non preoccuparti, òccupati invece del regno di Dio P 3/9 Così al v. 25 Gesù ci esorta a non essere in ansia per i generi di prima
necessità, simboleggiati dal cibo e dai vestiti. Attenzione: non ci dice di non essere in
ansia per le cose extra. Eppure, è su quelle cose-extra che tanti di noi rimangono
fissati come un disco incantato. Forse avete sentito, dai falsi predicatori della
prosperità, che Dio promette ai suoi figli delle ricchezze ecc. Costoro renderanno
conto al Grande Re dell’universo per le menzogne che spacciano per ‘vangelo’, come
e per i danni che tali menzogne recano a tante persone ingenue. Gesù sta parlando
qui, non di cose extra, bensì dei generi di prima necessità. Sta parlando del pane
quotidiano (cfr. Matteo 6:11), non dei diamanti giornalieri.
Alla fine del versetto 25, Gesù ci invita a meditare sul meraviglioso dono del
corpo fisico che Dio regala a ciascun essere umano. E poi ragiona: se Dio ci ha dato
un corpo, sarebbe assurdo pensare che egli non ci darebbe il necessario per tenere in
vita quel corpo. Sarebbe come se la Ferrari spendesse milioni per realizzare una
nuova macchina e poi non provvedesse ad avere un meccanico a disposizione per
farne ma manutenzione. La logica è questa: Dio ha già fatto la cosa più difficile,
donandoci la vita. In confronto, il provvedere per le nostre necessità è una bischerata,
è una sciocchezza.
Al v. 26 Gesù ci presenta uno stormo di teologi e ci dice che, in questa materia,
i nostri professori di teologia sono…gli uccelli. E che cosa fanno questi volatili, e
qual è il loro insegnamento? Non producono il proprio cibo, piuttosto raccattano
quello che il nostro Padre celeste provvede per loro. Poi, di nuovo, alla fine del
versetto 26, Gesù ci invita a ragionare. L’azienda francese di cosmetici l’Oréal invita
www.chiesalogos.com www.beedizioni.it www.solascrittura.it Pietro Ciavarella Matteo 6:25‐34: Non preoccuparti, òccupati invece del regno di Dio P 4/9 le donne a comprare i suoi prodotti dicendo: ‘perché voi valete’: E noi maschi
diciamo: ‘siamo d’accordo, esse valgono’.
Ma al v. 26, secoli prima, Gesù voleva che i suoi seguaci, maschi e femmine,
comprendessero di valere molto più. Noi valiamo ‘molto più’ della creazione
inferiore, simboleggiata dai volatili. Pensate all’impianto elettrico che avete in casa.
E’ stato progettato per reggere un frigo, una lavatrice e altri grandi elettrodomestici.
Secondo voi, può far funzionare anche un piccolo attacco anti-zanzare tipo un
aggeggio della Vape? Sarebbe ridicolo pensare il contrario. E sarebbe ridicolo, dice
Gesù, pensare che il Padre-Creatore, che nutre gli uccelli, non provvedesse
all’incoronamento della sua creazione, l’essere umano—te.
Interroghiamoci un attimo sul PIL della nostra ansia. Qual è il ‘prodotto interno
loro’, di tutto il nostro preoccuparci? Che cosa contribuisce, in positivo, alla nostra
esistenza? Gesù dà la risposta al v. 27, prendendoci in giro per il nostro bene.
Michelangelo dedicò centinaia di ore ad affrescare la Cappella sistina. E, a distanza
di molti secoli, possiamo ancora andare a Roma a vedere i risultati straordinari di
quelle tante ore investite. Ma, non è così con la nostra ansia. La preoccupazione non
giova a niente. Non può aggiungere nemmeno un’ora alla nostra vita, o secondo
un’altra traduzione: non può aggiungere nemmeno un cubito alla nostra statura. Qual
è il punto: che con la nostra ansia, non combiniamo niente di buono; non miglioriamo
minimamente la situazione. Quello che facciamo invece, con la nostra ansia, è che
sprechiamo un sacco di energia che potrebbe invece essere impiegata per altre cose,
come vedremo tra poco.
www.chiesalogos.com www.beedizioni.it www.solascrittura.it Pietro Ciavarella Matteo 6:25‐34: Non preoccuparti, òccupati invece del regno di Dio P 5/9 Nei versetti 28-30, il Maestro per eccellenza tira fuori un altro paragone. Nel
mondo pagano antico, se si voleva parlare delle ricchezze, si poteva dire ‘ricco come
Creso’. Una generazione fa in Italia, magari avremmo detto qualcosa come: ‘quello è
ricco come Gianni Agnelli’. Bene: nell’Antico Testamento, il personaggio ricco per
antonomasia, era il re Salomone. Possiamo immaginarci come saranno stati i vestiti
di quel grande re: solo i tessuti migliori e i prodotti griffati dell’epoca. Ma Gesù parla
di Salomone, per farci capire quanto egli fosse vestito…male; male in confronto a
qualcun altro, o meglio in confronto a qualcos’altro. Vedete a che cosa, al v. 28? Agli
umili gigli della campagna. E, come i volatili dei versetti precedenti, neppure questi
gigli si affaticano per avere la loro magnifica bellezza. Eppure i ‘vestiti’, che questi
gigli hanno dal Creatore, sono ancora più ganzi dei vestiti reali dell’‘Agnelli’ biblico.
Per ribadire il punto di questi tre versetti, vi leggo ora l’inizio del v. 28 e tutto
il versetto 30: “28 E perché siete così ansiosi per il vestire? 30 Se Dio veste in questa
maniera l'erba dei campi che oggi è, e domani è gettata nel forno, non farà molto di
più per voi, o gente di poca fede?”. La riposta è ovvia.
Al v. 31 il Predicatore per eccellenza riassume la lezione impartita fino a
questo punto, poi al versetto 32 ci dice di non comportarci come i pagani. Abbiamo
già visto un paragone simile nel Sermone sul monte. In Matteo 6:7,
nell’insegnamento sulla preghiera, Gesù ci aveva detto di non pregare “come fanno i
pagani”. I pagani usano tante parole nella preghiera, perché non conoscono il vero
carattere di Dio. I pagani si preoccupano delle necessità quotidiane, perché? Il motivo
è lo stesso: perché non conoscono il vero carattere di Dio.
www.chiesalogos.com www.beedizioni.it www.solascrittura.it Pietro Ciavarella Matteo 6:25‐34: Non preoccuparti, òccupati invece del regno di Dio P 6/9 Una domanda un po’ sincera e un po’ sarcastica. Secondo voi, Dio è stupido?
Per i pagani lo è. Ma secondo voi, Dio conosce la fine dall’inizio? Il Dio della Bibbia
è onnisciente: sa ogni cosa. Inoltre, è onnipotente: può fare tutto quello che vuole.
Perché i pagani sono ansiosi riguardo alla vita? Perché il loro ‘dio’ non è né
onnisciente né onnipotente. Il tuo Dio, seguace di Cristo, il tuo Dio, ti ama. Ti ama
come un Padre perfetto. E vuole che tu abbia tutto il necessario per portare avanti il
suo, e non il tuo--il suo progetto per questo mondo, anche tramite te. Ed è anche
capace di farti avere le cose che ti servono (perché è onnipotente) per la tua
ambasciata reale in questo mondo.
Perciò, egli non vuole che tu sprechi delle energie preziose, come fanno i
pagani (Matteo 6:32). Vuole invece che tu faccia qualcosa con tutte quelle energie
che avresti investito nell’ansia. E cos’è che desidera che tu faccia? Vuole che tu
investa quelle energie nel portare avanti le sue priorità, e non le tue--le sue priorità
divine. Ho appena sintetizzato la prima parte di Matteo 6:33: “Cercate prima il regno
e la giustizia di Dio…”. Non preoccuparti, occupati invece del regno di Dio. ‘Fate
vostre le mie priorità. Fate vostri i principi del mio regno’.
Come è che avevamo riassunto il messaggio di questo passo, all’inizio del
sermone? Vi ricordate? Non preoccupatevi delle vostre cose. A quello ci pensa il
Padre. Voi occupatevi invece delle mie cose (ripetere). Ora vi leggo tutto il versetto
33: “Cercate prima il regno e la giustizia di Dio, e tutte queste cose vi saranno date in
più.” Patti chiari, amicizia lunga. Il Padre si preoccupa delle nostre necessità. Noi ci
occupiamo delle sue cose per questo mondo.
www.chiesalogos.com www.beedizioni.it www.solascrittura.it Pietro Ciavarella Matteo 6:25‐34: Non preoccuparti, òccupati invece del regno di Dio P 7/9 Dicendo ‘le sue cose’, intendo ovviamente la giustizia di Dio e il regno di Dio.
Se volete trovare un manifesto di queste cose, non dovete andare oltre Matteo 5-7. Il
Sermone sul monte ci dà la materia prima per promuovere nella nostra vita, e oltre,
l’avanzamento del regno e della giustizia di Dio.
Se il versetto 32 ha come sfondo teologico l’onnipotenza e l’onniscienza di
Dio, il versetto 34 ha il seguente presupposto concettuale: noi umani siamo deboli
(non onnipotenti); e noi umani siamo limitati temporalmente (non onniscienti). Le
persone, apparentemente sane, muoiono ogni giorno. Il giorno prima non avevano
mica pensato: ‘Forse oggi sarà l’ultimo giorno della mia vita. Domani muoio’. Noi
non sappiamo quando moriremo. Non possiamo aggiungere neppure un’ora alla
nostra vita. Nemmeno sappiamo, con una certezza assoluta, dove ci troveremo
stasera. E anche se rimaniamo in vita, ogni giorno porterà materia prima per nuove
preoccupazioni; o nelle parole di Matteo 6:34: “basta a ciascun giorno il suo
affanno”.
Se non sappiamo come sarà il domani, che cosa sappiamo? Sappiamo che il
nostro Padre sa ogni cosa, e che, di conseguenza, egli sa ciò di cui abbiamo bisogno,
prima ancora che glielo chiediamo. Sì, sappiamo che il nostro buon Padre ci sta
tutelando in ogni momento della nostra esistenza. Egli c’è, e sta vegliando su di te,
figlia o figlio di Dio, come una mamma che veglia sul suo neonato che ha la febbre.
Osserva ogni pur minima variazione. Il Salmo 121:3-4 dice: “colui che ti protegge
non sonnecchierà. Ecco, colui che protegge Israele non sonnecchierà né dormirà.”
www.chiesalogos.com www.beedizioni.it www.solascrittura.it Pietro Ciavarella Matteo 6:25‐34: Non preoccuparti, òccupati invece del regno di Dio P 8/9 Fratello o sorella in Cristo, tu sei tutelato, tu sei tutelata. Dunque, occupati
delle cose del Padre.
Se io terminassi il sermone qui, lascerai fuori un tassello pratico molto
importante. Mettiamo che voi siate convinti di dover dare le ansie al Signore e di
usare quelle energie per lui. Ma poi cosa succederà tra un’ora? O se tutto va bene
oggi, cosa succederà domani, quando abbiamo smesso di vivere secondo questi
principi e siamo di nuovo in preda all’ansia, e stiamo di nuovo sprecando le preziose
risorse umane del regno? Che cosa dobbiamo fare quando questo succede?
Dovete fare come facciamo a casa Ciavarella con il nostro televisore. Da un
po’ di tempo il nostro televisore ha dimenticato di essere una TV di casa e crede di
essere ancora in un grande magazzino cercando di farsi comprare. Questa è una storia
vera. E cosa intendo dire? La nostra TV, ogni tanto, senza preavviso, va dal settaggio
‘standard’ al settaggio ‘demo’. E cosa comporta? D’un tratto, sullo schermo non
vediamo solo la trasmissione che stiamo guardando, ma anche un sacco di
interferenza. Si tratta di un sacco di informazioni tecniche—informazioni che
servono al commesso che vuole far vedere le funzionalità tecniche ad un eventuale
compratore. Con tutta quella interferenza, non godiamo la trasmissione. Le nostre
ansie sono così. Non ci permettono di rilassarci e godere della bontà di Dio e di
essere usati da lui per i suoi progetti per questo mondo.
Ci hanno insegnato che c’è una tecnica per ricordare al televisore la sua nuova
identità, di casa e non di magazzino. Quando eseguiamo questa procedura, spariscono
tutte le informazioni tecniche e di nuovo vediamo bene la trasmissione. Se tu sei
www.chiesalogos.com www.beedizioni.it www.solascrittura.it Pietro Ciavarella Matteo 6:25‐34: Non preoccuparti, òccupati invece del regno di Dio P 9/9 come me, permetti all’ansia di portarti via tanta, ma tanta energia preziosa—energia
che potrebbe essere impiegata per l’avanzamento del regno di Dio. Allora, quando
questo succede, una volta al giorno, o cento volte al giorno, io e tu dobbiamo eseguire
la procedura di resettaggio spirituale.
Vi insegno ora la procedura. Di’ questo. Chi vuole, può far pratica ora con me,
dicendo con me interiormente le seguenti parole. Io le dirò a voce alta, voi che volete,
interiormente…al Signore (SLIDE).
Padre, io appartengo a te. Tu sai ogni cosa e provvederai per i miei bisogni. Ora
sono in preda alla preoccupazione. Non voglio sprecare inutilmente la preziosa
energia che tu mi ha dato. Perciò, metto sulle tue spalle larghe le cose che mi stanno
provocando ansia. E ora che ho dato a te i miei pesi, aiutami a occuparmi
dell’avanzamento del tuo regno. Amen.
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