matt 7.7-11 la generosità di Dio 3.3.13

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matt 7.7-11 la generosità di Dio 3.3.13
Pietro Ciavarella Matteo 7:7‐11 la generosità di Dio P 1/9 Matteo 7:7-11: la generosità di Dio
Vi invito a trovare Matteo 7:7-11. Gesù esorta: “7 Chiedete e vi sarà dato;
cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto; 8 perché chiunque chiede riceve; chi
cerca trova, e sarà aperto a chi bussa. 9 Qual è l'uomo tra di voi, il quale, se il figlio
gli chiede un pane, gli dia una pietra? 10 Oppure se gli chiede un pesce, gli dia un
serpente? 11 Se dunque voi, che siete malvagi, sapete dare buoni doni ai vostri figli,
quanto più il Padre vostro, che è nei cieli, darà cose buone a quelli che gliele
domandano!”
Questo passo ci spinge a domandare delle cose al Padre. Ci esorta a
domandargli cose buone. E dice che possiamo aspettare di riceverle da lui, a causa
della sua grande bontà. Questo è il sunto di Matteo 7:7-11.
Domandare, domandare, domandare! Sappiamo che la preghiera può avere più
componenti. Può includere, per esempio, l’adorazione, la confessione e il
ringraziamento. E queste sono cose buone. Ma è cosa buona anche la supplica.
Possiamo supplicare Dio per noi stessi e per gli altri, come possiamo anche
supplicarlo di adempiere i suoi grandi propositi per questo mondo. La supplica è cosa
buona…parola di Gesù. Se no, perché al versetto 7 avrebbe comandato con tre
imperativi, a raffica: chiedete, cercate e bussate?
E quando domandiamo, dovremmo aspettarci…di ricevere. La logica dei
versetti 7-8—tra il chiedere e il ricevere--non potrebbe essere più chiara: “Chiedete e
www.chiesalogos.com www.beedizioni.it www.solascrittura.it Pietro Ciavarella Matteo 7:7‐11 la generosità di Dio P 2/9 vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto;1 8 perché chiunque chiede
riceve; chi cerca trova, e sarà aperto a chi bussa.” In questo passo Gesù ci sta
rivelando un aspetto importante del carattere del Padre: la sua bontà e la sua suntuosa
generosità.
Nei versetti 9-10, Gesù illustra la bontà del Padre celeste mettendola a
confronto con la bontà dei padri umani. Se le nostre figlie ci chiedono da mangiare,
del pane o del pesce, non daremmo loro una pietra o un serpente. La versione di
Luca, aggiunge un terzo esempio (11:12), dicendo che se un figlio chiede a un padre
un uovo, non gli darebbe mica uno scorpione. Noi padri umani—a meno che non
siamo proprio dei sadici malati--ci dimostriamo buoni e generosi verso i nostri figli.
Ma poi, al versetto 11, Gesù spiega che questa nostra generosità umana
impallidisce al confronto con quella divina: “se dunque voi [padri umani], che siete
malvagi, sapete dare buoni doni ai vostri figli, quanto più il Padre vostro, che è nei
cieli, darà cose buone a quelli che gliele domandano!”
Tutti noi padri umani siamo peccatori malvagi, e di conseguenza, perfino quelli
migliori di noi appaiono cattivi, a confronto con il Padre divino; nello stesso modo in
cui un sugo pronto pur discreto, sembra indecente rispetto a quello buon buon, fatto
in casa dalla mamma.
1 Luca 11:9 è un parallelo di questo versetto: “Io altresì vi dico: chiedete con perseveranza, e vi sarà dato; cercate senza stancarvi, e troverete; bussate ripetutamente, e vi sarà aperto.” Il testo greco di Matteo 7:7 e di Luca 11:9 è identico. Di conseguenza, rimane un mistero il motivo per cui, in Luca, la Nuova Riveduta (appena citata) ha aggiunto: ‘con perseveranza’, ‘senza stancarvi’, e ‘ripetutamente’. Notate che si tratta dell’unica traduzione italiana a fare tali aggiunte: http://www.laparola.net/testo.php?riferimento=luca+11.9&versioni[]=Nuova+Riveduta&ver
sioni[]=C.E.I.&versioni[]=Nuova+Diodati&versioni[]=Riveduta&versioni[]=Diodati ; cfr. http://www.beedizioni.it/sito/it/blog/85‐sbagli‐di‐traduzione‐2‐di‐4‐nuova‐riveduta.html www.chiesalogos.com www.beedizioni.it www.solascrittura.it Pietro Ciavarella Matteo 7:7‐11 la generosità di Dio P 3/9 Ora, va da sé, che questi versetti vengono strumentalizzati da persone senza
scrupoli. Tali persone, non radicate nelle Scritture, assolutizzando questi versetti,
trasformano il Padre in una sorta di genio della lampada di Aladino. Ma abbiamo già
visto che diversi versetti del Sermone sul monte non si prestano ad essere
assolutizzati. Per esempio, se assolutizzassimo Matteo 6:25-34--sul non
preoccuparsi—magari non andremmo a lavorare, piuttosto raccatteremmo il cibo per
strada.
Ma è così? Dio non vuole che i suoi figli lavorino? Se siamo convinti di quello,
abbiamo bisogno della ‘terapia tessalonicese’. Non so se avete visto la pubblicità su
Facebook per questa terapia. Se no, ve la faccio vedere da un’altra parte, in 2
Tessalonicesi 3. Ci interessano i versetti 10-12: “10 Infatti, quando eravamo con voi,
vi comandavamo questo: che se qualcuno non vuole lavorare, neppure deve
mangiare. 11 Difatti sentiamo che alcuni tra di voi si comportano disordinatamente,
non lavorando affatto, ma affaccendandosi in cose futili. 12 Ordiniamo a quei tali e li
esortiamo, nel Signore Gesù Cristo, a mangiare il proprio pane, lavorando
tranquillamente.”
Matteo 6:25-34 ci esorta a dipende dal Padre e a non preoccuparci inutilmente,
neppure nei generi di prima necessità. Dobbiamo invece investire le nostre energie
nell’avanzamento del regno di Dio. Ma questo non deve escludere, per forza, il
lavoro secolare. E questo principio viene reso esplicito dal Signore per mezzo di
Paolo, nel passo che abbiamo letto ora. La morale? Dobbiamo comprendere un
www.chiesalogos.com www.beedizioni.it www.solascrittura.it Pietro Ciavarella Matteo 7:7‐11 la generosità di Dio P 4/9 determinato brano della Bibbia in relazione ad altri passi biblici attinenti. Perché?
Perché Dio ci ha dato una Bibbia intera e non soltanto Matteo 6:25-34.
Come applicheremmo la ‘terapia tessalonicese’ ad interpretazioni sbagliate di
Matteo 7:7-11? Ci rivolgiamo ora a rispondere a questa domanda.
Senza accorgercene, avevamo già preso la prima dose della ‘terapia’,
menzionando il genio della lampada di Aladino. Ora rendiamo esplicito il relativo
principio. La Bibbia tutta dice che Dio è il Creatore e che noi siamo le sue creature.
Di conseguenza, qualunque interpretazione della preghiera che rovesci questi ruoli e
faccia di Dio il nostro servo, è per forza sbagliata.
Secondo, Dio promette di darci, non ciò che desideriamo, bensì ciò di cui
abbiamo bisogno--perciò: il nostro pane quotidiano e non il nostro capriccio
giornaliero. Se ci limitiamo solo al Sermone sul monte, Gesù descrive il seguace del
regno, non come uno che vive come Paris Hilton che ammucchia tesori sulla terra,
bensì come un soldato che pensa solo a compiere la missione affidatagli dal Grande
Re. Giacomo 4:3 dice: “domandate e non ricevete, perché domandate male per
spendere nei vostri piaceri.”
Terzo, Dio s’impegna a darci le cose che gli chiediamo ‘secondo la sua
volontà’. A questo riguardo, vi invito a trovare 1 Giovanni 5. Ci interessano i versetti
14-15: “14 Questa è la fiducia che abbiamo in lui: che se domandiamo qualche cosa
secondo la sua volontà, egli ci esaudisce. 15 Se sappiamo che egli ci esaudisce in ciò
che gli chiediamo, noi sappiamo di aver le cose che gli abbiamo chieste.” Di nuovo,
la disponibilità di Dio ha un limite. Così, se una moglie o un marito chiede al Signore
www.chiesalogos.com www.beedizioni.it www.solascrittura.it Pietro Ciavarella Matteo 7:7‐11 la generosità di Dio P 5/9 un amante, egli dirà sicuramente di No, perché ciò sicuramente non è ‘secondo la sua
volontà’.
Quarto, nella forma di una domanda: questo vuol dire che Dio ci darà
sicuramente qualunque cosa che egli stesso chiama ‘buona’ nella sua Parola? Pensate
per esempio al seguente. La malattia non è buona, e possiamo essere sicuri che non
esisterà in paradiso. Perciò, questo vuol dire che ogni volta che chiediamo la
guarigione a Dio, egli esaudisce la nostra richiesta? Alcuni predicano come se le cose
stessero in questo modo.2
Ebbene, a differenza di me, l’apostolo Paolo poteva guarire la gente. Troviamo
un esempio in Atti 28, quando egli si trovava sull’isola di Malta, dopo il naufragio
della nave che lo portava prigioniero a Roma. In quell’occasione Paolo ed altri erano
stati accolti da colui che Luca chiama (Atti 28:7) “l’uomo principale dell’isola,
chiamato Publio”. Ora vi leggo della guarigione ai versetti 8-9: “8 Il padre di Publio
era a letto colpito da febbre e da dissenteria. Paolo andò a trovarlo; e, dopo aver
pregato, gli impose le mani e lo guarì. 9 Avvenuto questo, anche gli altri che avevano
delle infermità nell'isola vennero, e furono guariti”. Poco prima, nello stesso capitolo,
Paolo era stato morso da una vipera, che gli isolani credevano l’avrebbe ucciso; ma
poi, quando non gli è successo niente, sono rimasti meravigliati (cfr. Atti 28:3-6).
Credo che concorderete che Paolo era un uomo speciale.
2 Parlo più ampiamente di errori di questo genere nel sermone ‘Il già ma non ancora’ (Efesini 1:20‐23 A) del 23 novembre 2008: http://chiesalogos.com/dettaglioserie2.php?id_sermone=72&v=1 www.chiesalogos.com www.beedizioni.it www.solascrittura.it Pietro Ciavarella Matteo 7:7‐11 la generosità di Dio P 6/9 Eppure, sapevate che in una delle sue lettere troviamo una ‘traccia’ di una
possibile non-guarigione da parte di Paolo? Nei saluti conclusivi di 2 Timoteo, al
capitolo 4, il versetto 20 questo gigante nella fede incluse le seguenti parole toccanti:
“Trofimo l’ho lasciato ammalato a Mileto”.3 Leggendo le sue lettere e il libro degli
Atti, veniamo a sapere delle innumerevoli vicissitudini che Paolo ha incontrato nel
suo servizio per Cristo. Sappiamo anche che è stato abbandonato da più collaboratori
(2 Timoteo 4:10, 16). Allora, non avrebbe avuto bisogno dell’aiuto del bravo
Trofimo? Non avrebbe potuto guarirlo? Non sappiamo, ma magari Paolo aveva
chiesto al Signore di guarirlo e il Signore, questa volta, ha detto di no. Non lo
sappiamo.
Come non sappiamo precisamente cosa fosse l’enigmatica ‘spina nella carne’
che Paolo menziona in 2 Corinzi 12:7. Forse è stato un problema fisico, ma ripeto,
non possiamo essere sicuri di nessuna congettura al riguardo. Ciò di cui possiamo
essere sicuri invece è che Paolo non la riteneva buona e avrebbe voluto che fosse
tolta. Perché sappiamo questo? Perché egli stesso dice di avere chiesto al buon Padre,
colui che dà buoni doni a quelli che glieli domandano, di togliergliela—una prima,
una seconda, e poi una terza volta. Sappiamo questo, perché ce lo dice lo stesso
Paolo.
Vi invito a trovare questo brano con me in 2 Corinzi 12, perché fa parte
integrante della ‘terapia tessalonicese’ per le interpretazioni sbagliate che avete
sentito su Matteo 7:7-11. Il passo si trova in 2 Corinzi 12:7-10. Paolo aveva appena
3 Trofimo viene menzionato anche in Atti 20:4 e 21:29. www.chiesalogos.com www.beedizioni.it www.solascrittura.it Pietro Ciavarella Matteo 7:7‐11 la generosità di Dio P 7/9 parlato di visioni e rivelazioni straordinarie—sicuramente cose buone—che egli
aveva ricevuto dal Signore (vv. 1-5). Poi al versetto 7 dice: “7 E perché io non avessi
a insuperbire per l'eccellenza delle rivelazioni, mi è stata messa una spina nella carne,
un angelo di Satana, per schiaffeggiarmi affinché io non insuperbisca. 8 Tre volte ho
pregato il Signore perché l'allontanasse da me; 9 ed egli mi ha detto: «La mia grazia ti
basta, perché la mia potenza si dimostra perfetta nella debolezza». Perciò molto
volentieri mi vanterò piuttosto delle mie debolezze, affinché la potenza di Cristo
riposi su di me. 10 Per questo mi compiaccio in debolezze, in ingiurie, in necessità, in
persecuzioni, in angustie per amor di Cristo; perché, quando sono debole, allora sono
forte.”
Ci sono tanti motivi per cui il nostro buon Padre dirà di No ad una nostra
richiesta per qualcosa che egli stesso, nella Bibbia, chiama buono. Perché è tirchio?
No. Perché non è buono? No. Piuttosto perché egli, essendo Dio, sa tante cose che
noi non sappiamo e che non possiamo sapere. In Isaia 55:8-9 c’è scritto: “8 «Infatti i
miei pensieri non sono i vostri pensieri, né le vostre vie sono le mie vie», dice il
SIGNORE. 9 «Come i cieli sono alti al di sopra della terra, così sono le mie vie più
alte delle vostre vie, e i miei pensieri più alti dei vostri pensieri».”
Cosa sta facendo il Padre celeste, in noi e per mezzo di noi, che crediamo in
Cristo? Egli sta portando a compimento un piano straordinario per la propria gloria e
per la nostra gioia. Questo sì. Ma sia chiaro che un Dio così potente e così maestoso
non è il nostro servo, non è il nostro genio della lampada di Aladino.
www.chiesalogos.com www.beedizioni.it www.solascrittura.it Pietro Ciavarella Matteo 7:7‐11 la generosità di Dio P 8/9 E’ terminata la seduta di ‘terapia tessalonicese’, ma non è così che voglio
terminare questo sermone. Non voglio che andiate via da qui avendo dimenticato la
parte positiva con cui abbiamo iniziato il sermone. Dio vuole che noi gli domandiamo
delle cose. La storia della chiesa è ricolma di persone che hanno supplicato Dio e che
hanno ottenuto le loro richieste; o se non proprio quelle richieste, delle cose grandi
per Dio.
Ogni tanto alcuni di voi condividono con me o con Andrea i vostri sogni per la
Chiesa Logos. Ci sono ministeri che mancano nella nostra comunità, altri che
potrebbero essere rafforzati, e così via. Inoltre, ognuno di noi ha dei desideri
personali, per la nostra famiglia, per dove lavoriamo, dove viviamo ecc. Bene, qual è
il mio incoraggiamento a voi riguardo a questi desideri per l’avanzamento del regno
di Dio nella Chiesa Logos ed oltre?
Trasformate questi desideri in richieste precise da mettere davanti al Signore.
Pregate nella vostra cameretta riguardo alle cose che vi stanno a cuore, implorando il
nostro Buon Padre di glorificare il Figlio aggiungendo nuovi ministeri e rafforzando
quelli che ci sono già. Supplicate il Signore della mèsse a mandare degli operai nella
sua mèsse (cfr. Luca 10:2). Implorate lo Spirito Santo a risvegliare la Chiesa italiana,
compresa la Chiesa Logos. E fate qualcosa altro: aspettatevi che il Dio trino
risponderà alle vostre richieste…secondo la sua sovrana volontà.
E ricordatevi con chi avete a che fare quando pregate. Si tratta di colui di cui
Paolo dice in Romani 8:32: “Colui che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha
www.chiesalogos.com www.beedizioni.it www.solascrittura.it Pietro Ciavarella Matteo 7:7‐11 la generosità di Dio P 9/9 dato per noi tutti, non ci donerà forse anche tutte le cose con lui?” Così, chiedete,
cercate e bussate!
In conclusione, vi invito a trovare Giovanni 16:23-24. Inizio la lettura a metà
del versetto 23, dove Gesù esorta: “23…In verità, in verità vi dico che qualsiasi cosa
domanderete al Padre nel mio nome, egli ve la darà. 24 Fino ad ora non avete chiesto
nulla nel mio nome; chiedete e riceverete, affinché la vostra gioia sia completa.”
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