Tiro con l`Arco Mediterraneo

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Tiro con l`Arco Mediterraneo
ArciCaccia - CSAA - L’Eredità Perduta
Progetto congiunto
Per il “Tiro con l’Arco Mediterraneo”
Premessa
Il programma/progetto che LEP (L’Eredità Perduta) presenta all’attenzione degli amici
arcieri, congiuntamente al CSAA (Centro Sportivo per le Attività Ambientali)e
ARCICACCIA Nazionale, riguarda l’attivazione di un circuito sportivo-culturale inerente
il Tiro con L’Arco, arricchito di contributi multi disciplinari attinenti e originali. Per
caratterizzare detto circuito, nonché il modello arcieristico che LEP intende adottare e
lanciare nell’immediato futuro - attraverso il network de “Gli Arcieri di Avalon”, CSAA e
ArciCaccia - il Consiglio Direttivo LEP ha deciso di indicare la seguente dicitura:
“ A r c o M e d i t e r r a n e o ” e/o “ Ti r o con l’ Arco M edit erra n eo”
Il modello proposto parte dall’idea di attivare una rete di manifestazioni in seno
all’attività CSAA/ArciCaccia dotata di un carattere suo particolare e distintivo rispetto
alla visione tradizionale del Tiro con L’Arco (da adesso TCA) senza quindi porsi in
diretta concorrenza con i circuiti federativi già esistenti ma offrendo da un lato
a tutti gli arcieri un nuovo stimolo coerente con lo spirito della nostra associazione, da
un altro presentando a tutti gli appassionati praticanti e potenziali una via alternativa
all’attività ludico sportiva caratterizzata da un impianto culturale ben strutturato.
Prerogative potenziali e cause di… insuccesso.
Il TCA possiede un appeal molto forte: richiama alla storia, all’eredità perduta (!)
dei nostri progenitori preistorici, alla natura e al problematico raporto dell’uomo
con essa, alla psicologia dell’IO sintetizzata dalle Arti Marziali orientali
(inevitabile il richiamo inflazionatissimo allo Zen) all’equilibrio interiore quindi,
all’animalità residua (vedi Il Maschio selvatico di Risé) e via dicendo. Chi ne sente
parlare ne coglie subito il fascino. Si avvicina alla pratica e, in maniere diverse,
cerca di raccoglierne i frutti. Passano sei mesi, e scopre che il “prodotto”
disponibile è solo il corso dell’ABC, la garetta e la mangiata conviviale (quando va
bene), nulla di diverso da altre discipline sportive molto meno romantiche ed
evocative. È su questo profilo che Gli Arcieri di Avalon ritengono necessario
lavorare, per evidenziare poco alla volta un’offerta di qualità, coerente con le
aspettative di ogni arciere, dotata di una forte identità filosofica, e strutturata in
modo professionale.
Obiettivi:
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•
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Offrire ai nostri soci l’opportunità di svolgere attività di Tiro con l’arco e
partecipare a manifestazioni di carattere sportivo-ludico-culturale.
Identificare un modello di pratica del Tiro con L’ Arco ALTERNATIVO
(rispetto a quelli offerti dalle altre Federazioni) che possa stimolare sotto il
punto di vista culturale, venatorio, sportivo, ludico, ma che sia comunque
semplice, e offrire un approccio ad una filosofia interdisciplinare fatta di
attività varia, basata fondamentalmente sul Tiro con l’Arco ma facilmente
allargabile ad altre offerte culturali in sinergia ampliabile ed appetibile per
tutti gli arcieri;
Identificare e offrire un modello didattico al tiro con l’arco venatorio
in grado di costruire le basi tecniche per uno sviluppo responsabile,
cosciente e sicuro della Caccia con l’arco.
Il Challenger Avalon
Cosa è:
E’ l’ideazione di un circuito sperimentale di prove dedicate agli arcieri, senza
alcuna preclusione tecnologica né differenziazione in stile o categoria.
Lo scopo principale è proporre situazioni atipiche, sia di tiro che di
comportamento, mediante test di conoscenza e di abilità basati sulla ri-creazione
di situazioni venatorie o di training di combattimento desunto da antichi trattati
arabi. Una sorta di “Tiro pratico” ambientato nel bosco con l’uso dell’arco a cui
vengono aggiunte prove di abilità/conoscenza e destrezza.
LEP, CSAA e ArciCaccia, congiuntamente, sono impegnati ad organizzare un primo
evento a carattere nazionale per presentare la tipologia di sfida arcieristica. Il
Challenger sarà Open come formula di ingresso. Le caratteristiche delle prove sono
descritte in allegato. Ogni arciere potrà partecipare agli Arkan del dopo gara,
ognuno dei quali sarà legato ad un premio.
Il binomio gara + Arkan caratterizzerà
il tipo di manifestazione da altre già
presenti sul territorio italiano.
Le sagome e i bersagli usati nei Challenger dovranno essere omologate dalla
commissione tecnica LEP.
Filosofia
Ricerca ontologica sull’arco come arma, in caccia ed in guerra, basata sul tiro
venatorio e sui modelli desunti dalla documentazione bibliografica antica riguardante le prerogative dell’arciere vero e non sportivo (inteso come oggi lo si
intende). Ricerca sull’abilità, velocità, destrezza, potenza e precisione come
qualità stimolate nell’arciere moderno, nel cimentarsi in prove autodiscriminanti.
Come si svolge:
1- Prove di Caccia – destinate a tutti
il “gioco” è sulla globalità dell’azione venatoria. Ovviamente i tiri a selvaggina
ferma e mobile sono previsti, ma le distanze sono “venatorie in senso stretto” non
oltre i 25 metri.
I bersagli hanno le aree vitali in funzione dell’angolo di tiro scelto.
E’ come fosse un “gioco di ruolo” reale, con infinite varianti, in funzione della
creatività e delle possibilità degli organizzatori. Naturalmente la freccia da tirare
è sempre una sola (tranne che nelle situazioni al volo o in quelle in cui è previsto
un secondo tiro). L’interessante è che si vengono a creare delle situazioni topiche
in cui il coinvolgimento psicologico è grande. Chi studierà i dati trarrà le
conclusioni opportune.
Essi sono basati su 5 fondamentali punti fermi, ovviamente nell’ambito del tiro
venatorio:
attitudini strumentali
o è premiato colui che supera una soglia minima relativa alla “quantità di
moto della sua freccia” che è combinazione della massa per la velocità
(Fattore penetrazione) Non serve dare limiti all’attrezzatura perché come
puoi ben intuire la risposta è consequenziale.
o Nel caso di uso di lame, l’affilatezza è criterio discriminante (anche la
capacità di riaffilare e di sostituire le lame al momento opportuno.
attitudini psicologiche
o il tiratore viene messo di fronte a delle scelte e a delle responsabilità
decisionali, strategiche e tattiche. Chi riesce a far economia, e chi azzarda
senza mettere a repentaglio il partner acquisisce crediti.
o
Vengono continuamente (e subdolamente) messe alla prova le motivazioni
rispetto alla scelta del bersaglio e della posizione da cui tirare.
Naturalmente combinate con le altre difficoltà.
preparazione e conoscenza (esperienza e teoria)
o conoscenza dell’ambiente e della fauna, capacità discriminatorie tra i
soggetti da venare e da non venare (tipo femmine gravide, cuccioli quando
non espressamente indicato)
o conoscenza dell’anatomia e del “best shot placement”
o capacità di riprodurre richiami e riconoscere “voci” animali
o capacità di reazione di fronte all’imprevisto
o saper riconoscere animali allertati e tranquilli, di conseguenza procedere al
tiro
abilità
o tirare velocemente senza perdere il contatto visivo con il bersaglio
o tirare a bersagli mobili (solo cinghiale) con cani al seguito senza colpirli
o tirare più frecce a volo su bersagli in movimento
o riconoscere tracce per procedere all’avvicinamento
o camminare silenziosi nell’avvicinamento (naturalmente grazie a microfoni
ambientali)
o camminare non in vista e con l’opportuna mimetizzazione (rilevatori ottici elettronici)
o scelta del percorso di avvicinamento in funzione del vento
o ricerca del bersaglio con poche e sommarie indicazioni
sicurezza
o capacità nell’uso e montaggio del tree-stand
o soluzioni di pronto soccorso
2- Verifica per il Combattimento, dedicata all’arco tradizionale
è una manifestazione sperimentale basata sui quattro Arkan: Velocità, Forza,
Destrezza,Gittata, fondamentali dell’arciere secondo l’arcieria antica. I riferimenti
vanno cercati nelle grandi tradizioni storiche - occidentali (Inghilterra), del vicino
oriente (Turchi, Bizantini, Arabi, Persiani) e dell’estremo oriente (Giappone, Corea
, Asia centrale).
Ovvero: Simulazione di caccia e guerra nel senso di mettere in pratica i principi
fondamentali (forza, precisione e velocità). No all’agonismo, sì alla pratica concetto di disciplina marziale occidentale, dove i meccanismi di selezione per
livelli e gli incontri-prove sono un momento di verifica periodica del grado
raggiunto dall’arciere, non il fine stesso. Non ci si allena per gareggiare, ma si
gareggia per verificare il proprio stato di allenamento.
Modelli: Tra i grandi filoni ispiratori innanzitutto va fatto riferimento alla
tradizione occidentale in particolare come espressa dall’esperienza medievale
inglese e quella dei pellerossa americani, entrambe risultate poi fondamentali
nella elaborazione della tecnica istintiva fatta dai grandi arcieri americani del
secolo scorso. L’altro grande filone è senz’altro la grande scuola giapponese del
Kyudo che tanto ha affascinato molti arcieri occidentali. Ad essa soprattutto
dobbiamo l’elevazione del
tiro con l’arco da mera attività fisico-sportiva al
rango di filosofia e metodo di vita. I principi fondanti di tale disciplina restano
per noi fondamentali, anche se riteniamo che la sua rigida struttura rituale, la
gerarchizzaione del rapporto maestro allievo ed altre caratteristiche la rendano
di difficile approccio per noi arcieri d’occidente. Di qui il tentativo senz’altro
arduo di voler “laicizzare” tale disciplina, ritenendone i principi scevri dai rituali
e dalle rigide codificazioni.
In questo ci saranno d’aiuto lo studio e la
sperimentazione di altre grandi tradizioni solo in parte ancora vive oggi, di altre
regioni dell’Asia dove il tiro con l’arco ha raggiunto livelli altissimi nell’ambito
di quelle società e di quelle culture. Mi riferisco alle grandi tradizioni degli
arcieri Persiani (i più grandi dell’antichità) o a quelle dei cavalieri delle steppe
asiatiche, entrambe poi raccolte e codificate dalla cultura araba, che hanno
lasciato importanti tracce del modo di intendere la tecnica e la pratica dell’arte
arcieristica. In ultimo, il riferimento va alla grande tradizione coreana, in parte
ancora viva in apposite manifestazioni e organizzazioni, che è stata capace di
produrre grandi arcieri anche nel campo del tiro con l’arco moderno.
Giovanni Maio
Consigliere Nazionale
“L’Eredità Perduta”