gustav_approf_linee_difensive_files/Le grandi linee difensive

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Approfondimenti
Le grandi linee difensive, risorsa per l’escursionismo
di Carlo Finocchietti
Le grandi linee difensive costruite in tempi diversi in molti paesi costituiscono una risorsa
importante per l’hiking. L’escursionista ha l’opportunità di camminare a lungo, anche con trekking
di più giorni, avendo come riferimento un sistema di fortificazioni o addirittura un “muro”, e può
sostare in aree attrezzate, nei siti storici o nei luoghi delle battaglie. Progettare un comprensorio
escursionistico sulla linea Gustav non è dunque irreale se si fa tesoro delle esperienze già realizzate
in Italia e all’estero. Sono celebri gli esempi di valorizzazione turistica ed escursionistica della
Linea Maginot, del Vallo Atlantico, del Vallo di Adriano, della Grande Muraglia in Cina. Per
l’Italia si possono ricordare le azioni di recupero e promozione del fronte della prima guerra
mondiale, della linea Cadorna e della linea Gotica. Con l’idea di capitalizzare l’esperienza maturata
in altri contesti, vanno considerati anche alcuni esempi ulteriori: l’antico Limes costruito dai
Romani in Germania, la Cortina di Ferro che, con il Muro di Berlino, ha separato i paesi dell’Est
dall’Ovest dell’Europa, il Freedom Trail di Boston, l’Ostwall costruito dai nazisti in Polonia.
Il Vallo di Adriano (www.hadrians-wall.org/) separa l’Inghilterra dalla Scozia ed è una delle linea
di difesa più famose della storia. É un muro lungo 80 miglia romane (circa 117 km) che va da costa
a costa, dalla foce del Tyne nel Mare del Nord fino a Bownen on Solway nel Mare d'Irlanda.
L’imperatore Adriano ne ordinò la costruzione nel 122 dopo Cristo. A intervalli regolari di un
miglio romano (1481 metri) vi sorgevano dei fortini (milecastles) in cui stazionavano delle piccole
guarnigioni di 32 soldati. Un’ulteriore protezione era offerta dal fossato esterno. Oggi quel che ne
resta è un’attrazione turistica. Le autorità britanniche hanno voluto facilitarne la visita ai numerosi
appassionati di storia antica e hanno predisposto un apposito sentiero escursionistico che lo
costeggia (www.nationaltrail.co.uk/HadriansWall/). Il successo del sentiero è stato travolgente.
Sulle orme dei primi trekkers, sono oggi centinaia di migliaia i turisti che lo percorrono. Non senza
problemi, perché i turisti sono spesso indisciplinati, e invece di limitarsi al sentiero salgono sulle
mura, ci passeggiano sopra e asportano souvenir. Il Times di Londra ha addirittura lanciato
l’allarme di un possibile “sbriciolarsi” del Vallo sotto l’urto del turismo di massa.
Il Limes in Germania è l’antico confine tracciato dai romani all’epoca degli imperatori Domiziano,
Antonino Pio e Caracalla per difendersi dalle tribù germaniche. È una combinazione di barriere
naturali (fiumi e montagne), di opere di difesa (torri di avvistamento, fossati, palizzate e terrapieni)
e di resti archeologici (scavi, tratti di mura, edifici termali), collegati da strade e campi militari un
tempo presidiati dai legionari romani. Esso si estende per 548 km fra il Reno e il Danubio, dai
Castra Bonnensia (oggi Bonn) ai Castra Regia (l’odierna Ratisbona), ovvero dalla regione della
Renania-Palatinato, attraverso l’Assia e il Baden-Württemberg, fino alla Baviera. La valorizzazione
del Limes tedesco in chiave turistica ed economica si è sviluppata in più tappe. Le località di
maggior interesse lungo il Limes si sono associate costituendo la Strada del Limes, un itinerario
turistico vario e interessante (www.limesstrasse.de/). La città tedesca di Aalen, che ospita
significativi resti del Limes, ha voluto creare un importante museo a esso dedicato (www.museenaalen.de/). L’Unesco ha infine deciso di inserire il Limes nel “Patrimonio dell’umanità”. E non è
mancata qualche polemica, visto che molti ruderi del Limes sono stati ricostruiti in stile e che
qualche storico ha espresso le sue perplessità sull’operazione.
I francesi costruirono un grandioso sistema fortificato lungo il confine con la Germania fra il 1930 e
il 1937. L'opera di difesa prese il nome del suo ideatore, l’allora ministro della Guerra André
Maginot. La Linea Maginot (www.ligne-maginot.fr/) si sviluppa per circa 400 chilometri, dal
confine con il Lussemburgo fino a quello con la Svizzera, con un’appendice alla frontiera con
l’Italia. E’ una sorta di città sotterranea, composta da un sistema di gallerie, ascensori, impianti di
ventilazione e strade ferrate che consente le comunicazioni fra i quartieri per gli alloggi, e gli
ospedali, le mense, i depositi di armi e munizioni, i magazzini per i viveri e per l'acqua. Le vicende
della seconda guerra mondiale ne dimostrarono l’inutilità (i tedeschi invasero infatti la Francia
passando per il Belgio e aggirando a nord le fortificazioni francesi). Con l’esito paradossale che
oggi le fortificazioni della linea Maginot, rimaste intatte, sono diventate una risorsa e un’attrazione
per il turismo. Sotto la spinta di gruppi di appassionati, dei dépliant illustrati e di numerosi siti web
specializzati, un turismo che ha ormai dimensioni di massa affolla il Four à Chaux di Lembach o i
forti di Hackenberg a Veckring e di Schoenenbourg in Alsazia.
La linea Sigfrido (Siegfriedstellung, Westwall) è il sistema di fortificazioni costituita dalla
Germania hitleriana a difesa del confine con la Francia, da cui distava circa una cinquantina di km.
La costruzione fu iniziata nel 1936 e completata nel 1939 dall’ing. Todt e dalla sua organizzazione.
Il sistema fortificato si sviluppava su tre linee parallele, una delle quali costituita da difese
accessorie (mine, reticolati, bocche di lupo, ostacoli anticarro), un’altra da opere leggere, e la terza
da opere più potenti in cemento armato, con artiglierie di medio e grosso calibro e cupole di acciaio,
percorse in parte da ferrovie sotterranee.
Il Vallo atlantico è il poderoso sistema di fortificazioni marittime realizzato dai tedeschi tra il 1941
e il 1944, lungo le coste dal Mare del Nord fino alla frontiera con i Pirenei. Prevedeva strutture
permanenti (fortezze, piazzeforti, forti), semi permanenti (capisaldi e campi fortificati, fortini), e
campali (trincee, palizzate, ostacoli di filo spinato, ripari di sacchetti di sabbia, dentiere di
cemento). Il D. Day del 6 giugno 1944, lo sbarco alleato sulle “celebri” spiagge Omaha, Utah,
Gold, Juno e Sword, la battaglia di Normandia, sono stati eventi decisivi della seconda guerra
mondiale. Tali eventi, grazie anche a film di guerra di grande successo, sono rimasti fortemente
impressi nell’immaginario popolare e alimentano oggi consistenti correnti turistiche verso le coste
della Normandia, attratte dal Mémorial di Caen, dai circuiti tra i centri e le spiagge della battaglia,
dalla possibilità di visitare le fortificazioni e le batterie costiere come quella di Longues-sur-Mer
(www.normandiememoire.com/).
Ostwall - muro orientale - è il nome della linea fortificata (die Festungsfront Oder-Warthe-Bogen)
fatta costruire da Hitler tra il 1934 e il 1938 sulla strategica strada che collega Berlino e Varsavia.
Attualmente l’Ostwall si trova nella regione Ziemia Lubuska della Polonia occidentale. La zona
fortificata di Midzyrzec e il “Boryszyn Loop” sono due delle aree più note di questo imponente
sistema difensivo ancora operativo. I bunker muniti di cupole d’acciaio semoventi, le piazzole
armate, le batterie d’artiglieria, i depositi di munizioni, sono collegati da una rete labirintica di
tunnel sotterranei e di linee ferroviarie che formano uno tra i più lunghi sistemi difensivi del mondo.
Oggi questo sistema di difesa militare si è trasformato in un percorso escursionistico e in
un’irresistibile attrazione per i turisti. Il Lubrzanski Fortification Trail collega le diverse opere di
architettura militare all’aperto: bunker, canali, argini, chiuse, ponti. Nelle gallerie sotterranee si può
scendere solo accompagnati da una guida. Anche la natura si è presa la rivincita sulla guerra. Il
microclima sotterraneo fa sì che qui si sia sviluppata una delle più grandi concentrazioni di
pipistrelli d’Europa. La riserva naturale “Nietoperek” è stata appositamente creata per proteggere i
30 mila pipistrelli che svernano ogni anno nelle caverne delle fortificazioni militari tedesche.
La Cortina di ferro (Iron curtain) indica la linea di confine che divise l'Europa in due zone
separate di influenza politica, dalla fine della seconda guerra mondiale alla fine della Guerra
Fredda. Il termine fu coniato da Winston Churchill in un discorso del 5 marzo 1946 tenuto nel
Missouri: «Da Stettino nel Baltico a Trieste nell'Adriatico una “cortina di ferro” è scesa attraverso
il continente. Dietro quella linea giacciono tutte le capitali dei vecchi stati dell'Europa centrale e
orientale: Varsavia, Berlino, Praga, Vienna, Budapest, Belgrado, Bucarest e Sofia. Tutte queste
famose città e le popolazioni attorno a esse giacciono in quella che devo chiamare sfera Sovietica».
Oggi, a marcare il nuovo significato della cortina di ferro quale simbolo della riunificazione
europea, si propone di trasformarla in un lungo itinerario turistico, attraverso una pista ciclabile e un
percorso di trekking internazionale. L’itinerario ha origine sulle sponde del Mar Artico, al confine
tra Russia e Norvegia, segue la tundra artica del confine tra Russia e Finlandia, tocca San
Pietroburgo, costeggia le tre repubbliche baltiche (Estonia, Lettonia e Lituania) e la Polonia, scende
lungo il vecchio confine tra le due Germanie, segue il confine occidentale di Cechia, Slovacchia,
Ungheria, Romania e Bulgaria e – dopo un percorso di oltre 6.800 km nel cuore dell’Europa – va a
tuffarsi nel Mar Nero, al confine tra Bulgaria, Turchia e Grecia. Tratti parziali dell’itinerario sono
già stati resi disponibili, su iniziativa pubblica o di organizzazioni non governative. L’Unione
europea potrebbe caratterizzare unitariamente il percorso con apposite tabelle e segnaletica.
La Grande Muraglia fu progettata per difendere i confini settentrionali della Cina dalle incursioni
dei popoli asiatici. Costruita a partire dal 214 avanti Cristo, era lunga più di 20.000 chilometri e si
estendeva dal Golfo di Liang-tung a Lin Tao. Era alta fra i quattro e i dodici metri e aveva uno
spessore che poteva superare i nove metri. Questa grandiosa opera si è ormai in gran parte dissolta.
Ma le poche testimonianze che oggi ne restano, in alcuni tratti anche molto ben conservate, sono
sufficienti a caratterizzare l’escursione sulla Grande Muraglia come una delle maggiori attrazioni
proposte ai 42 milioni di turisti che visitano annualmente la Cina. La vulgata diffusa dai dépliant
promozionali garantisce che la Grande Muraglia sarebbe perfettamente visibile perfino dalle
navicelle in orbita nello spazio.
Il Freedom Trail è un percorso che collega sedici siti storici di Boston, tutti rilevanti per la guerra
d’indipendenza americana. L’unitarietà del percorso è segnalata sul terreno da una fila di mattoni
rossi, una linea colorata lunga 2,5 miglia che collega i diversi luoghi tra loro, ma collega soprattutto
il passato al presente. Commemorando le battaglie della guerra d’indipendenza americana, il
“sentiero della libertà” (www.thefreedomtrail.org) è non solo un’attrattiva turistica di Boston, ma il
cemento dell’identità americana. L’idea venne nel 1958 a un giornalista locale, William Schofield,
interessato a rendere Boston più accessibile ai turisti e ai suoi stessi abitanti. In breve l’idea fu
concretizzata e la linea rossa collegò anche il Bunker Hill Monument di Charlestown. Le attività
promozionali e di gestione sono oggi continuate da una Fondazione che organizza visite scolastiche
e rievocazioni storiche in costume. Molto popolare è l’iniziativa denominata “Let Freedom Ring!”,
che commemora il Patriot’s Day e che consiste in una serie di eventi proposti nella settimana di
vacanza scolastica destinati agli studenti e alle loro famiglie. Il motto della Fondazione è “We make
history fun!”.
Il fronte della prima guerra mondiale in Italia, nelle regioni del nord-est dalla Marmolada al
Carso, è sempre stato un polo d’attrazione caro in particolare alle associazioni d’arma (specie gli
alpini) e al diffuso escursionismo di montagna. Negli ultimi trent’anni gli enti locali hanno tuttavia
preso coscienza dell’importanza delle memorie di guerra come risorsa per l’autosviluppo del
territorio e come stimolatore di flussi turistici più ampi. E’ stato così avviato il restauro di sentieri,
trincee e fortificazioni, in modo da offrire a villeggianti itinerari che aggiungono alle motivazioni
di carattere ambientale un profondo significato culturale e storico. Un esempio eccellente ne è il
“Sentiero della Pace”, l’itinerario che si snoda per oltre 450 chilometri di sentieri, strade forestali,
trincee e camminamenti che congiungono il Parco dello Stelvio alla Marmolada, ripercorrendo tutta
la linea del fronte della Grande guerra. L’iniziativa dei Comuni, delle Province e delle Regioni è
stata infine coronata dall’intervento dello Stato. La legge n. 78 del 2001 “riconosce il valore storico
e culturale delle vestigia della prima guerra mondiale” e promuove “la ricognizione, la
catalogazione, la manutenzione, il restauro, la gestione e la valorizzazione delle vestigia relative a
entrambe le parti in conflitto”. Grazie a queste iniziative e alle risorse collegate è stato così tutelato
il patrimonio storico costituito da forti militari, trincee, gallerie, strade militari, monumenti, archivi
documentali e fotografici, residuati bellici.
I comprensori che offrono i più famosi itinerari escursionistici legati alla Grande guerra sono quelli
del Monte Grappa, del Monte Pasubio, dell’Isonzo e del Carso (da Redipuglia a Gorizia, per il
monte San Michele), del Monte Piana di Misurina, del Tonale e dell’Adamello, della Marmolada,
del Lagazuoi e delle Cinque Torri, del Col di Lana, del Montello, degli altipiani di Asiago e
Lavarone, delle alpi Giulie.
La Linea Cadorna è una fascia territoriale fortificata, lunga circa 200 km, che collega la Val
d’Ossola in Piemonte alle Alpi Orobie in Lombardia, punteggiata di trincee, postazioni di
artiglieria, e baraccamenti. L’ingresso in guerra nella primavera del 1915 spinse gli alti comandi
militari e il generale Cadorna a ideare e approntare questa linea difensiva in funzione preventiva, a
protezione del territorio italiano da un eventuale attacco tedesco proveniente dalla Svizzera. Il
sistema difensivo fu eretto in due anni di lavoro. La linea Cadorna rimase fortunatamente
inutilizzata; fu però coinvolta negli eventi bellici della seconda guerra mondiale, nel 1944, in
occasione della caduta della Repubblica partigiana dell’Ossola. Oggi la linea è un’importante
risorsa turistica recuperata per alcuni tratti significativi dall’Associazione nazionale alpini col
supporto degli enti locali. Sono stati realizzati interventi alla mulattiera del Montorfano, che
permette di raggiungere le imponenti opere di vetta, rimaste incompiute, al “castello” di Ornavasso,
postazione per mortai, e al Forte Bara, dove sono stati ricollocati alcuni pezzi di artiglieria. Altri
interventi sono stati effettuati nel territorio varesino (www1.provincia.va.it/lineacadornavarese/) e
nel com’asco (http://lineacadorna.ilbello.com/).
Linea Gotica (Gotenstellung) è il nome dato dai tedeschi al fronte di difesa apprestato in Italia
nell’ultimo anno della seconda guerra mondiale. Collegando il Mar Tirreno all’Adriatico, da MassaCarrara a Pesaro, la linea si estendeva per una lunghezza di 320 km e per una profondità che in
alcuni punti raggiungeva i 30 km. La linea gotica era dunque una linea difensiva, costituita da una
serie di difese fisse tracciate lungo i crinali dell'Appennino, finalizzata a impedire che gli alleati
raggiungessero la pianura padana, o comunque a rallentare il più possibile la loro avanzata in
direzione delle Alpi e della stessa Germania. Gemella della linea Gustav, la linea Gotica utilizzava
le difese naturali costituite dalle caratteristiche morfologiche delle montagne e le integrava con
barriere costruite con massi, legname, cemento armato, e con fossati anticarro, campi minati,
reticolati, trincee, ricoveri, bunker per l'artiglieria e per le mitragliatrici.
Negli ultimi anni sono state avviate in Toscana ed Emilia Romagna alcune iniziative di recupero e
promozione, guidate dall’idea progettuale della creazione del “parco culturale della linea gotica”.
Per iniziativa della Regione Toscana, in occasione del 60° della Liberazione, è stato realizzato uno
studio finalizzato a delineare le caratteristiche del Parco e sono stati predisposti alcuni strumenti
utili alla conoscenza e alla fruizione dei luoghi.
Un ruolo importante è svolto dai convegni, dai corsi e dalle manifestazioni pubbliche che
promuovono una riflessione sia sul versante più strettamente storiografico sia su quello più
ampiamente culturale, e coinvolgono anche quanti – amministratori, insegnanti, studiosi, operatori sono oggi chiamati a trasmettere la memoria del nostro passato recente.
La guida Paesaggi della memoria ricostruisce scrupolosamente memorie, tracce, presenze della
Linea Gotica in Toscana nelle province coinvolte, da Massa a Carrara, da Lucca a Pistoia, da Prato,
a Firenze e Arezzo. La rigorosa ricostruzione storica delle vicende di guerra si affianca alla
proposta di itinerari tematici di visita, indispensabili per l'individuazione e la concreta fruizione
turistica dei luoghi.
Un Dvd racconta il progetto regionale di realizzazione del Parco culturale della Linea gotica,
progetto che prevede il restauro di cippi, lapidi, monumenti ai caduti e la creazione di itinerari
tematici che toccano sacrari e luoghi significativi.
Una guida escursionistica descrive i luoghi delle stragi nazifasciste in Toscana della primaveraestate 1944. Un nesso profondo lega quelle vicende ai caratteri del territorio toscano: è la stessa
morfologia ad aver condizionato spostamenti e insediamenti di pastori, contadini e partigiani. La
guida è un invito alla conoscenza diretta di quei luoghi arrivandoci e visitandoli a piedi, nella
convinzione che il ritmo lento dei passi favorisca più sottili adesioni all’ambiente attraversato.
Sul versante della Regione Emilia Romagna, grazie ai finanziamenti di una legge regionale, è stata
realizzata la ristrutturazione di aree e monumenti. Si tratta di una serie di interventi per la
valorizzazione della Linea Gotica mirati al recupero, riqualificazione e ripristino funzionale di
trincee, fortificazioni, camminamenti e rifugi dove si confrontarono i due eserciti. Le aree sono state
allestite con l’installazione di una segnaletica informativa e didattica per la fruibilità turistica.
Grazie al progetto speciale “Linea Gotica” sono stati realizzati 22 interventi, per uno stanziamento
complessivo di circa 330 mila euro, nelle province di Bologna, Modena, Forlì-Cesena, Rimini e
Ravenna. La guida Itinerari nei luoghi della memoria propone ventiquattro itinerari turistici
attraverso i luoghi simbolo della Resistenza e del Secondo conflitto mondiale in Emilia-Romagna.
Gli itinerari coprono tutto il territorio regionale e stimolano la conoscenza e la visita ai luoghi dove
operarono le formazioni partigiane e dove nel1944-45 si contrapposero l’esercito alleato e quello
tedesco. Dotata di un ricco corredo di mappe, foto in bianco e nero e a colori, consente anche di
percorrere paesi, borghi, valli e i crinali della regione, che furono al centro di quei lontani episodi di
guerra.
La guida Guerra e Resistenza sulla Linea Gotica percorre i territori di 14 comuni per raccontare le
vicende che si svolsero nell’area appenninica durante i venti mesi successivi all’armistizio dell’8
settembre 1943. Sono i luoghi della Repubblica partigiana di Montefiorino, delle battaglie sui
contrafforti tedeschi della linea gotica, degli eccidi nazifascisti. Mappe dettagliate permettono di
localizzare e visitare tracce e testimonianze di quella stagione storica (musei, monumenti, cippi,
lapidi, collezioni, centri di documentazione) e di percorrere undici degli itinerari attrezzati che
conducono a capisaldi difensivi tedeschi, recuperati dalla Regione Emilia Romagna nella
prospettiva della creazione del Parco culturale della Linea Gotica.
Una citazione merita anche la carta topografica della Linea Gotica in scala 1:100.000 pubblicata
dalle edizioni Multigraphic. La carta visualizza tutti i luoghi coinvolti nelle vicende belliche e
contiene la descrizione delle operazioni e degli scontri principali e delle fortificazioni ancora
riconoscibili.