Mytilus galloprovincialis

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Mytilus galloprovincialis
Biol. Mar. Mediterr. (2008), 15 (1): 54-57
R. Poletti, M. Cangini, A. Ceredi, F. Magnani, A. Milandri,
S. Pigozzi, M. Pompei, E. Riccardi, S. Zoffoli
Centro Ricerche Marine, Via A. Vespucci 2 – 47042 Cesenatico (FC), Italia.
[email protected]
BIOACCUMULO DI TOSSINE ALGALI LIPOSOLUBILI
IN MYTILUS GALLOPROVINCIALIS (LAMARCK, 1819)
DEL NORD ADRIATICO
BIOACCUMULATION OF LIPOPHILIC ALGAL BIOTOXINS
IN MYTILUS GALLOPROVINCIALIS (LAMARCK, 1819)
IN OF THE ADRIATIC SEA
Abstract – We report about the evolution of Adriatic Sea Mytilus galloprovincialis (Mollusca,
Bivalvia) toxin profile during the last two decades. Since the first episodes of DSP toxicity (1989), the
chemical composition of contaminants in mussels, as revealed by LC-MS/MS, has dramatically changed
along with phytoplankton community characteristics. YTXs together with spirolides have gradually replaced
OA and derivatives.
Key-words: Mytilus galloprovincialis, LC-MS (Liquid chromatography-Mass Spectrometry), Adriatic
Sea, lipophilic toxins.
Introduzione - Per biotossine marine si intende un gruppo di molecole organiche
dal principio attivo idro o liposolubile. Le tossine liposolubili, storicamente definite
del tipo DSP (Diarrhetic Shellfish Poisoning), rappresentano in Italia il principale fattore di rischio correlato al consumo di molluschi. Si tratta di un gruppo di molecole
molto eterogeneo sia per gli effetti tossicologici che per il meccanismo d’azione. Ne
fanno parte: l’acido okadaico (OA) e derivati: le dinophysitossine (DTXs); le pectenotossine (PTXs); le yessotossine (YTXs); l’azaspiracido e suoi omologhi (AZAs). Tra le
microalghe, sicuramente producono tossine liposolubili Lingulodinium polyedrum, Protoceratium reticulatum, Gonyaulax spinifera (Rhodes et al., 2006) e la maggior parte
delle specie appartenenti ai gener i Dinophysis e Prorocentrum.
Materiali e metodi - Su campioni di acqua e di molluschi raccolti con cadenza
quindicinale (intensificata nel periodo estivo) dagli impianti di molluschicoltura
dell’Emilia Romagna (Fig. 1) viene svolto, dal 1989, un continuo e sistematico monitoraggio sia delle specie fitoplanctoniche (con particolare riguardo a quelle tossiche e
potenzialmente tossiche) che delle biotossine marine. La determinazione quali-quantitativa del fitoplancton viene eseguita utilizzando il metodo di Utermöhl (1958); per la
ricerca delle biotossine liposolubili nei mitili (Mytilus galloprovincialis), è impiegata la
metodica ufficiale (DM 16/05/2002) che prevede il saggio biologico (mouse bioassay).
Analisi chimiche per la caratterizzazione dei principi attivi presenti nei campioni vengono eseguite con le tecniche analitiche HPLC (Lee et al., 1987, modificato; Yasumoto
e Takizawa, 1997) e, a partire dal 2005, LC - MS/MS (McNabb et al., 2005).
Risultati - La prima dimostrazione della presenza di biotossine marine in mitili
dell’Adriatico risale al giugno 1989, periodo in cui, lungo la costa emiliano romagnola,
la presenza nelle acque delle specie Dinophysis sacculus, D. fortii, D. rotundata, D. cf
acuminata, D. caudata, D. tripos, anche se a basse concentrazioni (max. 88.000 cell/L),
determinò problemi igienico-sanitari ai consumatori di molluschi bivalvi (Boni et al.,
1993). Acido okadaico, dinophysitossine e pectenotossine (Draisci, 1996) furono identificati quali responsabili di quei primi casi di DSP che da allora si sono ripetuti ogni
anno, determinando la chiusura degli allevamenti per molti mesi, interessando anche
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altre regioni adriatiche quali Marche, Abruzzo, Veneto e Friuli Venezia Giulia. Dal
1995, sono stati messi in evidenza nuovi principi tossici: la yessotossina (YTX) ed
alcuni suoi analoghi quali la homoYTX, la 45-OH-YTX, la 45-OH-homoYTX ed in
seguito la carboxyYTX e la carboxyhomoYTX, con dominanza della YTX (Ciminiello
et al., 2003), prodotti da Lingulodinium polyedrum e da Protoceratium reticulatum. Dal
2003 il profilo tossico riscontrato nei molluschi si è ulteriormente complicato per la
presenza di spirolidi prodotti dalla dinoflagellata Alexandrium ostenfeldii (spirolide 13
desMeC ed analoghi). Successivamente, dal 2004, in conseguenza al ritrovamento nelle
acque di Gonyaulax spinifera, il profilo tossico dei mitili si è nuovamente modificato:
le yessotossine sono sempre presenti, tuttavia la YTX non è più la tossina dominante
ma risultano prevalenti gli homo-derivati.
Fig. 1 - Distribuzione delle stazioni di monitoraggio.
Sampling stations in the study area.
Fig. 2 - Periodi di chiusura allevamenti.
Mussel farms closure periods.
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et al.
5-dic
10-dic
7-nov
20-nov
1-ott
17-ott
27-ago
14-set
26-lug
8-ago
13-giu
29-giu
12-lug
16-mag
30-mag
21-feb
24-mar
10-apr
27-apr
La presenza della tossicità ha reso necessaria, in questi anni, l’applicazione delle
previste ordinanze di chiusura degli allevamenti anche per lunghi periodi, con notevoli danni all’economia di questo settore. Analizzando i risultati ottenuti nel periodo
2000-2007 per alcuni allevamenti situati nell’area fra Cervia e Cattolica, è possibile
evidenziare che gli anni di maggior criticità sono il 2002, 2004 e 2007 (Fig. 2), con un
periodo massimo di chiusura pari a 220 giorni, nel corso del 2002, anche se per un
solo allevamento (Bellaria). Nel 2004, anno in cui il fenomeno ha interessato l’intera
area in esame, è stato invece osservato il valore medio di chiusura più alto, pari a 153
giorni. Produttrici di yessotossina ed analoghi sono risultati Protoceratium reticulatum,
Lingulodinium polyedrum e, a partire dal 2004, soprattutto Gonyaulax spinifera. In particolare, nel corso del 2007 quest’ultima specie, che si sviluppa soprattutto nei mesi
autunnali (Fig. 3), ha determinato nei mitili un accumulo di yessotossine (oltre 20 mg/
kg p.e.) superiori al limite di legge, quasi totalmente costituite da homo-derivati (Fig. 4).
Fig. 3 - Concentrazioni delle microalghe produttrici di YTXs.
Concentrations of the species producing YTXs.
Fig. 4 - Concentrazioni di YTXs nei mitili prelevati nell’area antistante Cervia.
Concentrations of YTXs in mussels collected offshore Cervia.
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Conclusioni - Le specie fitoplanctoniche tossiche quali Dinophysis spp., Lingulodinium polyedrum, Protoceratium reticulatum, Gonyaulax spinifera, riscontrate lungo la
costa emiliano romagnola determinano da lungo tempo problemi di carattere igienico
sanitario ai molluschi bivalvi allevati in queste aree, con ripercussioni negative sull’economia di questo importante settore della pesca. L’utilizzo di tecniche analitiche sempre
più specifiche per il monitoraggio delle biotossine marine nei mitili ha permesso una
maggiore conoscenza dei principi tossici presenti ed è risultato un valido aiuto nella
gestione delle aree di produzione.
Lo studio dei fenomeni tossici DSP rilevati per la prima volta nel 1989 in Adriatico ha evidenziato che la contaminazione, inizialmente attribuita al solo OA, presenta
in realtà un quadro estremamente complesso, in considerazione del rilevamento nel
fitoplancton e nei molluschi bivalvi di altre tossine note quali le DTXs, che come
l’OA presentano un’azione diarrogena e di promozione tumorale, le PTXs e le YTXs.
Queste ultime, ad azione non diarrogena, sono attualmente le principali responsabili
della contaminazione dei mitili del nord Adriatico.
Bibliografia
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