trattamento delle ii classi non estrattive con l`utilizzo di
Transcript
trattamento delle ii classi non estrattive con l`utilizzo di
TRATTAMENTO DELLE II CLASSI NON ESTRATTIVE CON L’UTILIZZO DI ANCORAGGI SCHELETRICI Società Italiana di Tecnica Bidimensionale (S.I.Te.Bi) Responsabile del progetto: Dr.ssa Giovanna Maino INDICE 1. Introduzione 2. Trattamento in 3 fasi 3. MGBM system protocol 4. Caso clinico 5. Conclusioni 6. Bibliografia 1. INTRODUZIONE Il trattamento tradizionale delle II Classi richiede, nella maggior parte dei casi, una cospicua collaborazione attiva da parte del paziente con mezzi intra e/o extraorali (1-10). In particolare, nei casi non estrattivi, questa e’ necessaria per il conseguimento di corretti rapporti sagittali, e quindi per ottenere il movimento distalizzante dei molari superiori (11,12,13). La mancanza di collaborazione obbliga l’ortodontista a cambiare piano di trattamento, adattare la terapia e talvolta ad accettare compromessi con risultati non ideali. Lo sviluppo, avvenuto negli ultimi anni, di ancoraggi scheletrici (14-18) ci consente di trattare queste malocclusioni senza la minima collaborazione da parte del paziente, riducendo i tempi di cura e aumentando le prevedibilità di successo. L’utilizzo delle miniviti rispetto ad altri ancoraggi scheletrici (impianti osteointegrati palatali e le miniplacche) (19-24), presenta alcuni vantaggi: in primo luogo la semplicità di applicazione e rimozione e, viste le ridotte dimensioni, la possibilità di sfruttare numerose sedi anatomiche per la loro inserzione. Inoltre, la manovra di applicazione delle miniviti, essendo di semplice esecuzione, può essere eseguita direttamente dall’ortodontista con indubbi vantaggi nella scelta della sede relativamente alla biomeccanica che intende utilizzare (25). Infine, il carico immediato rende le miniviti particolarmente adatte a rispettare la tempistica del trattamento ortodontico. In questo articolo ci si propone di esporre un sistema per il trattamento delle II Classi senza collaborazione e senza estrazioni avvalendosi della combinazione di una meccanica di scivolamento propria della Tecnica Bidimensionale e di miniviti quale unica risorsa di ancoraggio. 2. TRATTAMENTO IN 3 FASI Seconda la Tecnica bidimensionale,il trattamento delle II Classi si suddivide in 3 Fasi ben definite con lo scopo di rendere piu’ immediata la lettura del caso in ogni momento della terapia (26);questa suddivisione risulta essere di grande aiuto nella gestione della terapia, in quanto permette all’ortodontista di sudduvidere la complessita’ del trattamento in diffrenti step, mentre l’arcata guida, e quindi il riferimento su cui leggere gli spostamenti che avvengono a carico dei dent superiori, e’ l’arcata inferiore. Le 3 Fasi di Trattamento sono: 1 FASE: Distalizzazione dei molari superiori con raggiungimento della “super I Classe” 2. FASE: Distalizzazione di premolari e canini 3. FASE: Arretramento del gruppo incisivo La possibilita’ di monitorare il raggiungimento della I Classe da parte di molari prima e settori laterali e incisivi in seguito, metodica propria del protocollo Bidimensionale, consente una incidenza minima di errori, in quanto risulta piu’ semplice intercettare eventuali imprevisti /rallentamenti in corso di terapia. Il sistema impiegato per la correzione dellle malocclusioni è chaimato MGBM SYSTEM PROTOCOL che prevede l’appliacazione di brackets con uno slot orizzontale di due dimensioni: .018” X .022” nel settore frontale superiore e inferiore e .022X.028 nei settori laterali e posteriori con le prescrizioni suggerite dalla tecnica Bidimensionale (27) come segnato nella tabella sottostante (Tab.1) Tab.1 3. MGBM SYSTEM PROTOCOL FASE 1. DISTALIZZAZIONE DEI MOLARI La prima fase di trattamento non estrattivo delle II Classi prevede la distalizzazione dei molari superiori finchè raggiungono un rapporto di Super prima classe (28). Qualora i secondi molari superiori non siano ancora erotti, per la distalizzazione dei primi molari si utilizza una meccanica sezionale con filo .016X.022” SS e una molla aperta di NeoSentalloy da 200 gr dal primo premolare al primo molare (FIG.1) Fig.1 Per contrastare la perdita di ancoraggio indesiderata, il sistema di ancoraggio e’ costituito da due miniviti (Spider Screw ‚ K1, lunghezza 10 mm, diametro 1,5 mm- HDC- Sarcedo-Italy) collegate ad una barra traspalatina. Le miniviti vengono applicate in sede palatina fra il secondo premolare ed il primo molare. Reperire lo spazio per l’inserzione appropriata delle due miniviti in questa sede è piuttosto agevole poichè palatalmente la distanza fra radice palatina del sesto e radice del secondo premolare è piuttosto ampia (29). Viene quindi applicata una barra transpalatina sulla superficie occlusale dei primi premolari superiori. La barra, che previene eventuali effetti indesiderati di rotazione, inclinazione e torsione dei premolari, si collega alle miniviti attraverso un bloccaggio metallico con filo .012. (Fig.2) Fig. 2 Qualora ci trovassimo in presenza anche del secondo molare erotto, per velocizzare il trattamento, si preferisce integrare al protocollo MGBM il sistema denominato SUMODIS (Simultaneous Upper Molar Distalizing System). Si aggiunge al sezionale .016x.022 un doppio tubo che viene collocato distalmente al bracket del primo ptremolare superiore. In questo modo e’ ora possibile inserire un sezionale di NeoSentalloy .018X.022’’ SS a memoria costante con uno stop mesiale e uno distale in eccesso di lunghezza teso dal primo premolare al secondo molare superiore. (Fig.3) Fig.3 In questo modo la molla distalizzera’ il primo molare e il filo superelastico distalizzera’ contemporaneamente il secondo molare superiore. Al termine della fase 1, è importante ottenere una relazione di super I Classe molare per disporre di abbondante spazio dove inserire successivamente le miniviti di 1,5 mm di diametro mesialmente al primo molare, in sede vestibolare e in posizione tale da non interferire con la retrazione del secondo premolare FASE 2. RETRAZIONE DEI PREMOLARI E DEI CANINI Raggiunto il rapporto di super I Classe molare, si rimuovono le miniviti e la barra transpalatina, ove applicate, e si inseriscono due miniviti (K1, 8/10 mm) in sede vestibolare con direzione perpendicolare oppure obliqua alla corticale ossea. Contemporaneamente, si procede ad applicare i brackets all’intera arcata superiore ed un filo superelastico di allineamento (solitamente un NeoSentalloy F80 gr .016x.022) provvisto di stop mesiali ai sesti con uncini mesiali ai canini. Quindi, si applica un bloccaggio metallico .012 da ciascuna minivite agli uncini sull’arco per stabilizzare la posizione di super I Classe dei molari E’ possibile applicare fin da subito delle forze di circa 100-150 gr sotto forma di molle superelastiche NiTi o catenelle elastiche tese dalle miniviti ai settori laterali. (Fig. 4) Fig.4 Completato l’allineamento, e’ possibile applicare un filo .016X.022’’ SS sempre provvisto di stop mesiali ai sesti ed uncini mesiali ai canini e ,anche su di esso, i molari vengono stabilizzati col bloccaggio metallico .012 teso dalle miniviti agli uncini. Se i canini non avessero ancora raggiunto il rapporto di Classe I si procede all’applicazione di forze sempre dalle miniviti agli elementi da arretrare, completando cosi’ la Fase 2. FASE 3. RETRAZIONE INCISIVI Conseguita la I Classe dei primi premolari e dei canini, si inizia la III fase di trattamento che prevede la retrazione del gruppo incisivo con meccanica di scivolamento. Si inserisce un filo .018X.022’’ SS provvisto di uncini distali agli incisivi laterali, con una porzione di molla chiusa tra il secondo premolare ed il primo molare che mantiene fermo il primo molare e previene un eventuale contatto della sua radice mesiale con la minivite. Un nuovo bloccaggio metallico con filo .012 viene applicato questa volta dalle miniviti ai canini per stabilizzarne la posizione di I Classe. Vengono dunque applicate delle forze sotto forma di molle NiTida 300 gr, una per lato, o catenelle elastiche dalle miniviti agli uncini sull’arco per conseguire la retrazione del gruppo frontale sfruttando la meccanica di scivolamento nei settori posteriori. (Fig.5) E’ interessante sottolineare come l’utilizzo di slot differenziati come prevede la tecnica bidimensionale (.022X.028 settori laterali e .018x.025 settori frontali) sia indispensabile per mantenere il corretto torque degli incisivi in fase di retrazione (30). Fig.5 Il completo riempimento dello slot (.018x.025 ) dei settori anteriori con il filo .018x.022 permette di conseguire , a differenza di altre tecniche ortodontiche, un movimento corporeo del gruppo incisivo in modo predicibile e ripetibile garantendo un ottimo risultato estetico finale nel grado di riflessione della luce durante il sorriso. Nel frattempo, i denti inferiori sono stati bandati interamente in modo da coordinare le 2 arcate tra loro. Se non c’e’ necessita’ di aprire il morso e il grado di affollamento inferiore e’ lieve, l’applicazione dei brakets a carico dell’arcata inferiore puo’ essere rimandata alle fasi finali di trattamento, tappa necessaria per finalizzare l’occlusione. 4. CASO CLINICO FASE 1 : DISTALIZZAZIONE MOLARE DEI SESTI E DEI SETTIMI FINE DISTALIZZAZIONE MOLARE FASE 2 : ARRETRAMENTO PREMOLARI E CANINI FASE 3 : ARRETRAMENTO GRUPPO INCISIVO CASO FINE TRATTAMENTO 5. CONCLUSIONI L’ancoraggio scheletrico fornito dalle miniviti permette di trattare le malocclusioni di II Classe senza estrazioni e senza collaborazione con risultati altamente prevedibili. Lo sviluppo di un sistema per correggere le II Classi senza estrazioni trova molte applicazioni soprattutto se siamo attenti a preservare il lee-way space alla fine della dentizione mista il che’ ci permette di recuperare spazio per risolvere in modo soddisfacente l’affollamento dell’arcata inferiore nella maggior parte dei casi (31,32). L’uso di due miniviti inserite dal lato palatino e di una barra sui premolari che ad esse si collega, ci fornisce ancoraggio sufficiente non solo per distalizzare i primi molari superiori, ma anche i secondi qualora fossero presenti con poca o nessuna perdita di ancoraggio (33). La successiva applicazione di due miniviti mesialmente ai primi molari ci permette poi di completare il trattamento con totale correzione del rapporto di II Classe. Da sottolineare come, grazie alla metodica MGBM SYSTEM la maggior parte del trattamento si puo’ condurre con l’applicazione di brakets a carico della sola arcata superiore, in quanto l’utilizzo degli elatici di II Classe e’ sostituito dall’utilizzo delle miniviti. Questo permette, una piu’ semplice gestione del paziente con riduzione di tempo alla poltrona e minor incidenza di urgenze per almeno i ¾ di terapia ortodontica. Ancora, l’adozione di un sistema in 1 Fase ridotto ad una componente palatale e a dei sezionali applicati ai settori posteriori per l’intera durata di distalizzazione molare riduce l’impatto estetico con una maggior accettabilita’ del sistema da parte di pazienti anche non piu’ adolescenti. L’associazione dunque dell’impiego di ancoraggi scheletrici come forma di ancoraggio ad una tecnica estremamente razionale quale la Bidimensionale con un protocollo semplice e ripetibile, permette di raggiungere con prevedibilita’ di successo la correzione delle maloccusioni di II Classe . 6. BIBLIOGRAFIA 1. Cetlin N.M, Ten Hoeve A.:Nonextraction treatment. Journal of Clinical Orthodontics, 37,6,396-406, 1983 2. Gianelly A.A., Vaitas A.S., Thomas W.M. The use of magnets to move molars distally. Am J Orthod Dentofac Orthop. 96: 161-167, 1989 3.Gianelly A.A., Vaitas A.S., Thomas W.M., Berger O.G. Distalization of molars with repelling magnets. J Clin Orthod. 22: 40-4, 1998 4. Gianelly AA, Bednar J, Dietz VS. Japanese NiTi coils used to move molars distally. Am J Orthod Dentofac Orhtop. 99: 564-6, 1991 5. LocatelliR, Bednar J, Dietz VS., Gianelly AA. Molar distalization with superelastic NiTi wire. J Clin Orthod. 26:227-9, 1992 6. Maino BG, Mura P. Mid-Plant: l'ancoraggio assoluto in ortodonzia. Ortognatodonzia Italiana vol 11,1-2002. 7. LocatelliR, Bednar J, Dietz VS., Gianelly AA. Molar distalization with superelastic NiTi wire. J Clin Orthod. 26:227-9, 1992 8. Hilgers J.J. “The Pendulum Appliance for Class II Non-Compliance Therapy”. Journal of Clinical Orthodontics. 26(11): 706-714, 1992 9. Carano A., Testa M. The Distal Jet for upper molar distalization. Journ Clin Orthod. 30: 374-380, 1996 10. Carano A., Testa M., Rotunno E., Siciliani G. Valutazioni cliniche su 25 casi di distalizzazione dei molari superiori ottenute con il Distal-Jet. Ortogn Ital. 5(6)789-798, 1996 11. Egolf RJ. BeGole EA. Upshaw HS. Factors associated with orthodontic patient compliance with intraoral elastic and headgear wear. American Journal of Orthodontics & Dentofacial Orthopedics. 97(4):336-48, 1990 12. Cucalon A 3rd .Smith RJ. Relationship between compliance by adolescent orthodontic patients and performance on psychological tests Angle Orthodontist. 60(2):107-14, 1990 13. Mehra T. Nanda RS. Sinha PK. Orthodontists’ assesment and management of patient compliance.[Journal Article] Angle Orthodontist. 68(2):115-22, 1998 14. Mendez-Villamil C., Oliver S., Schnitman P., Shulman L.: Periodonto-metric evaluation of mobility changes in stressed vitreous carbon implants. AADR, 50 Abstracts, 1980 15. Sherman A.J. : Bone reaction to orthodontics forces on vitreous carbon dental implants. Am. J. Orthod. 74:79,1978 16. Thilander B, Odman J., Jemt T., Lekholm U.: Osseointegrated implants as orthodontic anchorage in adult patients. Abstract 69th Euro. Orth. Soc. Congress. Stockolm 1993 17. Turley P.K., Shapiro P.A., Moffett B.C.: The loading of bioglass-coated aluminium oxide implants to produce sutural-expansion of the maxillary complex in the pitgal monkey (mecaca nemestrina). Archs Oral Biol. 25: 459, 1980 18. Wehrbein H., Diedrich P.: Endosseous titanium implants during and after orthodontic load and experimental studies in the dog. Clinical Oral Implant Research. 4: 76-82, 1993 19. Block M.S., Hoffmann D:A new device for absolute anchorage for orthodontics.Am J Orthod Dentof Orthoped. 107:251-8, 1995 20. Maino BG, Mura P, Paoletto E: Midplant: l'ancoraggio assoluto in ortodonzia. Or-Tec, n°3 2000 e n°1 2001. 21.Maino BG, Mura P. Mid-Plant: l'ancoraggio assoluto in ortodonzia. Ortognatodonzia Italiana vol 11,1-2002. 22. Triaca A, Antonini M, Wintermantel E: Ein neves titan-Flachschraudenimplantat zur verankerung am anterioren gaumen. Inf Orthod Orthop. 24: 251-7, 1992 23. Wehrbein H. Merz BR. Diedrich P. Glatzmaier J. The use of palatal implants for orthodontic anchorage. Design and clinical application of the orthosystem. Clinical Oral Implants Research. 7(4):410-6, 1996 24.Umemori M, Sugawara J, Mitani H, Nagasaka H, Kawamura H. Skeletal anchorage system for open-bite correction. Am J Orthod Dentofacial Orthop 1999; 115:166-174 25. Jason B. Cope, John W Graham, Treatment planning for temporary anchorage device applications, in OthoTADS, The Clinical Guide and Atlas. Jason B. Cope Ed. 2007 26. Gianelly A.A., Bednar J., Cociani S., Giancotti F., Maino G., Richter O. Tecnica Bidimensionale teoria e pratica 1999;3:66-74 27. Gianelly A.A., Bednar J., Cociani S., Giancotti F., Maino G., Richter O. Tecnica Bidimensionale teoria e pratica 1999;2:39 28. Gianelly A.A., Bednar J., Cociani S., Giancotti F., Maino G., Richter O. Tecnica Bidimensionale teoria e pratica 1999;3:66-68 29. Poggio PM., Incorvati C., Velo., Carano A. Safe zones: a guide for miniscrew positioning in the maxillary and mandibular arch. Angle Orthod 2005;76(2):191-197 30. Gianelly A.A., Bednar J., Cociani S., Giancotti F., Maino G., Richter O. Tecnica Bidimensionale teoria e pratica 1999;2:42 31. Gianelly, AA. Crowding: timing of treatment. Angle Orthod. 64:415-418, 1994 32. Moyers RE. Van der Linden FPGM, Riolo, ML, Mc Namara JA, Jr. Standards of human occlusal development. Monograph 5. Craniofacial Growth Series, Centre of Human Development. The University of Michigan, Ann Arbor, 1976. 33. Mariani L. Post-graduation thesis in Ortodontics at Insubria University 2011